“RIVISTE DI CULTURA Patrimonio nazionale” in collaborazione con il Cric, Coordinamento delle riviste

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N. 508-510 aprile-giugno 2023 - Anno 44° Nuova Serie euro 15,00

TEMPO PRESENTE

RIVISTE DI CULTURA

PATRIMONIO NAZIONALE

Alberto Aghemo – Valdo Spini – Guido Melis – Gabriella Piroli – Sandra Federici

Maria Panetta − Severino Saccardi – Pietro Valentino – Madel Crasta − Cesare Pinelli

Claudio Paravati − Anna Foa − Rossella Pace – Angelo S. Angeloni − Cesira Fenu

Mirko Grasso – Silvia Calamandrei − Fabio Vander

TEMPO PRESENTE

RIVISTA DI CULTURA FONDATA DA IGNAZIO SILONE E NICOLA CHIAROMONTE

DIRETTO RESPONSABILE

Alberto Aghemo

La Nuova serie della rivista ha ripreso le pubblicazioni dal 1980 per iniziativa e sotto la direzione di ANGELO G. SABATINI †

COMITATO EDITORIALE

Italo Arcuri – Giuseppe Cantarano – Ester Capuzzo

Antonio Casu – Elio d’Auria

Mirko Grasso – Rossella Pace – Giorgio Pacifici

Gaetano Pecora – Vittorio Pavoncello - Sergio Venditti

COMITATO DEI GARANTI

Presidente: Emmanuele Francesco Maria Emanuele

Hans Albert - Alain Besançon - Natalino Irti - Bryan Magee

Hanno fatto parte del Comitato:

Enzo Bettiza - Karl Dietrich Bracher - Francesco Forte

Pedrag Matvejevic - Luciano Pellicani - Giovanni Sartori

REDAZIONE

Giuseppe Amari † - Angelo S. Angeloni - Patrizia Arizza

TEMPO PRESENTE aderisce al Cric

Coordinamento delle riviste di cultura italiane

Direzione, redazione e amministrazione

Tempo Presente srl

Via dell’Arco del Monte, 99/a 00186 Roma

tel. 06 37892588 www.tempopresenterivista.eu - tempopresente@gmail.com

Redazione Abruzzo: Via Del Carmine, 25 67057 Pescina AQ

Proprietà: Tempo Presente Srl

Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 17891 del 27/11/1979

Partita IVA 01257801009

ISSN 1971-4939

Iscrizione al ROC, Registro Operatori di Comunicazione n. 38300

Stampa: F.lli Pittini Snc

Viale Ippocrate, 65 - 00161 Roma (RM)

Prezzo dei fascicoli: Italia € 15,00 - Estero € 20,00

Arretrati dell’anno precedente: il doppio

Abbonamento annuo: Italia € 60,00 - Estero € 80,00

Abbonamento sostenitore € 100,00

Per informazioni sugli abbonamenti: luciano.lucarini@pagine.net

L’abbonamento non disdetto entro il 30 novembre si intende tacitamente rinnovato

Tempo Presente è una pubblicazione della

Fondazione Giacomo Matteotti ETS

Chiuso in redazione il 30 giugno 2023

TEMPO PRESENTE

Rivista di cultura fondata da Nicola Chiaromonte e Ignazio Silone

N. 508-510 aprile-giugno 2023

Anno 44° Nuova Serie

RIVISTE DI CULTURA

PATRIMONIO NAZIONALE

Alberto Aghemo In questo numero…

Riviste d’Italia: un giacimento di idee, saperi e tradizioni da tutelare e sostenere guardando al futuro p. 5

VAldo Spini

Presidente del Cric, Coordinamento riviste italiane di cultura Le riviste di cultura, patrimonio nazionale e nuclei di volontariato civile p. 9

guido meliS

«Le Carte e la Storia»

Fare le riviste nell’epoca del digitale p. 11

gAbriellA piroli «Prometeo»

Storia di un restyling ragionato p. 17

SAndrA Federici

«Africa e Mediterraneo»

Trent’anni di sguardo sulle culture in movimento p. 22

mAriA pAnettA «Diacritica»

Per una comunità scientifica senza frontiere: il dibattito aperto sulla letteratura in «Diacritica» p. 27

SeVerino SAccArdi

«Testimonianze» e le riviste di cultura

Raccontarsi confrontarsi cooperare p. 36

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pietro VAlentino, mAdel crAStA

«Economia della Cultura» e la lettura oggi in Italia p. 40

ceSAre pinelli

«Mondoperaio»

Perché l’associazione è strumento fondamentale per le riviste di cultura p. 47

clAudio pArAVAti

«Confronti»

Una rivista e un Centro studi su religioni, politica e società p. 51

VAldo Spini

«Quaderni del Circolo Rosselli»

L’eredità ideale di Carlo e Nello Rosselli p. 55

Alberto Aghemo

«Tempo Presente»

Libertà della cultura e cultura della libertà:

Nicola Chiaromonte, Ignazio Silone e il Tempo Presente p. 57

le riViSte per lA culturA

83 testate per voi: anteprima dal Catalogo Cric 2023 p. 71

STORIE E STORIA

AnnA FoA

Donne ebree in Italia tra Otto e Novecento p. 115

roSSellA pAce

Non possiamo non dirci liberali. In memoria di Fabio Grassi Orsini p. 121

LETTURE

Angelo S. Angeloni

Una nuova traduzione della Divina Commedia p. 129

ceSirA Fenu

Non fu solo consenso. Gli italiani che si ribellarono a Mussolini p. 132

mirko grASSo

Il travaglio ideale di Salvemini p. 138

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SilViA cAlAmAndrei

Gaetano Salvemini, il Diario 1947 p. 142

FAbio VAnder

Fine del PCI e crisi della democrazia dagli anni Settanta ad oggi p. 146

Le immagini riprodotte in prima e in quarta di copertina sono di Sara Turolla, realizzate per l’edizione 2023 del CATALOgO CRIC, che sentitamente ringraziamo.

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R�v�st� �e� �� �ul�ur� CATALOGO 2023 Dogana Vecchia, 5 Roma

In questo numero…

RIVISTE D’ITALIA PATRIMONIO NAZIONALE

Un giacimento di idee, saperi e tradizioni da tutelare e sostenere guardando al futuro

Cosa rappresentano le riviste culturali nel panorama editoriale nazionale, quale ruolo civile ancora ricoprono, quali lettori hanno, a quale destino vanno incontro nell’affrontare la sfida dei new media e della comunicazione digitale? E soprattutto: ci sono ancora uno spazio, un mercato, un pubblico per queste testate che storicamente hanno rappresentato l’espressione più vivace, stimolante e “alta” del fermento intellettuale e sociale del Paese?

A questi e ad altri interrogativi si tenta di dare una risposta nelle pagine che seguono, che propongono al lettore i più rilevanti interventi registrati nel corso di due convegni promossi dal Cric, il Coordinamento delle riviste di cultura italiane presieduto da Valdo Spini − che associa oltre ottanta realtà di questo ricco giacimento culturale − nello scorso autunno a Roma, rispettivamente in Campidoglio, nella sala Laudato si’, il 23 novembre sul tema Le riviste di cultura italiane nella storia d’Italia, e il successivo 9 dicembre, alla Nuvola dell’EUR in occasione di Più Libri Più Liberi (Le riviste di cultura nel panorama italiano).

Questo numero di «Tempo Presente», dedicato a monograficamente alle riviste di cultura, non vuole costituire la pubblicazione degli atti di quei due eventi né proporsi come la mera registrazione di quanto in quella sede si è dibattuto, ma intende piuttosto proporsi come una testimonianza ed una riflessione originale che serva da spunto e da lievito per iniziative da condividere in ambito associativo

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R�v�st� �e� �� �ul�ur� CATALOGO 2023 Via della Dogana Vecchia, 5 00186 Roma

al fine di supportare e potenziare il ruolo delle nostre pubblicazioni nel tessuto culturale e nel sistema editoriale del Paese.

Ma di cosa si è dibattuto allora e si continua a discutere nelle pagine che seguono? In estrema sintesi − non si pretende qui di anticipare o compendiare quanto i direttori delle riviste trattano e argomentano con efficacia su queste colonne − il tema centrale è quello rappresentato dalla necessità di valorizzare al massimo un patrimonio culturale di grande spessore e tradizione che fatica a trovare un suo spazio nei rapporti sia con le istituzioni che con il mercato. Il che si potrebbe tradurre, soprattutto per le riviste la cui data di fondazione è più risalente, nel tema della necessità di coniugare con efficacia tradizione e innovazione, rivendicando le matrici culturali proprie di ciascuno ma sapendole declinare nei linguaggi dell’oggi e del prossimo futuro: il ciò significa, in primo luogo, definire il ri-posizionamento delle riviste di cultura nel nuovo mercato editoriale che si confronta (tutto e in blocco: il problema investe anche e drammaticamente l’editoria in generale e la grande stampa quotidiana) con il digitale e i nuovi media.

È, questa, una sfida non semplice ma ineludibile, che comporta la necessità di gestire e ottimizzare il rapporto tra editoria cartacea tradizionale ed edizioni digitali, alla ricerca di uno spazio, nuovo ma identitario, sia su internet che attraverso i social media. Il tutto tenendo conto che, come viene efficacemente sottolineato in alcuni degli interventi che seguono, non sono cambiati soltanto il medium né soltanto il mercato, ma anche l’utente che non è più, o almeno è sempre di meno, il fedele lettore che, sino a pochi decenni fa, accumulava negli anni le raccolte della “sua” rivista e conservava memoria degli articoli di maggior pregio e dei dibattiti più stimolanti. L’accelerazione portata dal digitale ha cambiato le regole e il campo di gioco e va imponendo una mutazione che non è soltanto di mercato o di medium ma investe il ruolo di tutti gli attori del processo, traducendosi in una vera e propria rivoluzione antropologica: che impone di ripensare l’attività redazionale non meno che la forma e i contenuti dei contributi degli autori e, insieme, della loro presentazione/offerta a un pubblico sempre più vasto, mutevole, effimero o, come si ama oggi dire, “liquido”.

A queste considerazioni se ne aggiungono poi altre ancora di carattere più squisitamente gestionale ed economico ma non per questo meno trascurabili, come ben sa chi in questo settore opera. Mi riferisco al fatto che l’editoria culturale accede in misura irrisoria, o assolutamente residuale, ai contributi pubblici o a quelle forme di sostegno che più o meno generosamente vanno incontro alle esigenze della grande editoria (per tacere della stampa di partito). O, ancora, al fatto che le nostre testate risultano fortemente penalizzate sul piano della distribuzione e trovano pressoché proibitivo approdare nelle edicole o sugli scaffali delle librerie, che un tempo costituivano la prima e più ambita vetrina delle riviste di cultura.

Senza, infine, trascurare il tema del rapporto tra edizione cartacea ed edizione online delle testate, che porta con sé la questione della sovrapposizione, parziale o integrale, dei due prodotti editoriali e dei rischi di cannibalizzazione, oltre al tema dell’open access che in modo esemplare rappresenta, anche nel nostro pic-

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colo comparto, al tempo stesso una minaccia e un’opportunità. Non è questa la sede per affrontare tali temi, ma sappiamo che il Cric, a nome di tutti noi, sta lavorando a proposte e iniziative per il superamento di tali ostacoli. A tutti noi il compito di offrire i giusti stimoli e puntuali indicazioni nella consapevolezza che solo nella dimensione associativa, con la sua massa critica e la sua autorevolezza, l’obiettivo potrà essere perseguito.

Apre il numero Valdo Spini che, in qualità di presidente del Cric, introduce il tema Le riviste di cultura, patrimonio nazionale e nuclei di volontariato civile. Nella sua veste di direttore di «Le Carte e la Storia», guido Melis ci porta subito al cuore dei temi appena accennati con il brillante intervento su Fare le riviste nell’epoca digitale del quale ci piace segnalare, fra i tanti spunti di riflessione, l’annotazione su come sia cambiata negli ultimi tempi anche la fruizione degli articoli e l’approccio del lettore alla rivista. Il senso del cambiamento in atto è pienamente restituito nell’intervento successivo di gabriella Piroli, direttrice di «Prometeo», che ci racconta la Storia di un restyling ragionato e affronta con decisione il tema del sostegno all’editoria culturale e periodica. La direttrice di «Africa e Mediterraneo», Sandra Federici, testimonia a seguire, con Trent’anni di sguardo sulle culture in movimento, una lunga e qualificata esperienza di confronto interculturale che si misura anche con la realtà scientifico-accademica (ANVUR) e con la sfida dell’open access. Ma non è questa la sola rivista ad avvalersi del riconoscimento dell’ANVUR: partendo dall’esperienza della sua testata, Maria Panetta, vicepresidente del Cric, sviluppa il tema Per una comunità scientifica senza frontiere: il dibattito aperto sulla letteratura in «Diacritica», che testimonia una felice esperienza nata e sviluppata online.

Severino Saccardi, con l’autorevole intervento su «Testimonianze» e le riviste di cultura. Raccontarsi confrontarsi cooperare, evoca le radici antiche di una testata “storica” ma guarda anche al futuro prossimo, ovvero alla presenza a Firenze in autunno del Cric e di tutti noi al Festival Firenze RiVista, una manifestazione che registra una grande partecipazione e la presenza di tanti giovani. A seguire, Pietro Valentino e Madel Crasta firmano insieme «Economia della Cultura» e la lettura oggi in Italia: un intervento che è al contempo la testimonianza di un approccio problematico e di alto rigore scientifico al tema del rilievo economico della cultura e, insieme, un efficace e brillante compendio delle molteplici riflessioni che si vanno sviluppando sul mutare delle logiche di contesto dell’editoria nell’età digitale. Ci richiama infine al valore dell’associazionismo Cesare Pinelli, direttore di «Mondoperaio», con le sue riflessioni sul Perché l’associazione è strumento fondamentale per le riviste di cultura: il suo intervento rivendica al contempo le buone ragioni dei numeri − «l’unione fa la forza» − e anche la necessità di riflettere insieme su uno straordinario giacimento di cultura civile e politica, quello delle nostre riviste, che ormai è patrimonio storico e testimonianza della nostra identità nazionale. A completare il quadro seguono due ampie schede di Claudio Paravati e di

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Valdo Spini rispettivamente dedicate alle riviste da loro dirette, ovvero «Confronti» e «Quaderni del Circolo Rosselli». Chi scrive, avendo già portato il suo contributo al dibattito in apertura di queste righe, non ha resistito alla tentazione, in coda ai vari interventi, di parlare di «Tempo Presente» e affida dunque a queste colonne l’articolo Libertà della cultura e cultura della libertà. Nicola Chiaromonte, Ignazio Silone e il Tempo Presente.

La parte monografica dedicata alle riviste culturali si chiude con un generoso contributo del Cric, ovvero con un’anteprima del Catalogo 2023 dell’associazione che presenta, con efficace sintesi grafica e documentale, le 83 testate che sono parte attiva del Coordinamento.

Sia consentita, sul punto, un’annotazione conclusiva. Il lettore più scrupoloso avrà notato che da tempo nel colophon pubblicato nella contro-copertina della nostra rivista compare il logo del Cric; ma è ben noto come la “gerenza” non sia una lettura appassionante: solitamente vi gettano l’occhio solo gli addetti ai lavori, così come un tempo – prioritariamente, e per motivi non commendevoli − le autorità di vigilanza e i censori. È un piccolo segno che vale a testimoniare la nostra vicinanza a un’istituzione il cui valore civile, oltre che culturale, non può sfuggire e che trova proprio nella sua matrice associativa la sua forza e la sua ragion d’essere e che, grazie anche allo straordinario impegno del presidente, Valdo Spini, si fa efficace interprete delle istanze, dei fermenti e dei problemi legati all’editoria periodica culturale nazionale.

Al termine della parte monografica, la sezione centrale del fascicolo − «Storie e storia» − Si apre con un’anticipazione editoriale di sicuro interesse: il saggio di Anna Foa su Donne ebree d’Italia tra Otto e Novecento, sintesi della relazione presentata il 28 ottobre dello scorso anno a Livorno, in occasione nel convegno celebrativo del centocinquantesimo anniversario della nascita di giuseppe Emanuele “Menè” Modigliani. Segue, firmato da Rossella Pace, un intenso ricordo di un illustre storico e amico: Non possiamo non dirci liberali. In memoria di Fabio Grassi Orsini.

Particolarmente ricca risulta, infine, la consueta sezione finale riservata alle «Letture». Angelo S Angeloni ci propone Una nuova tradizione della Divina Commedia. Cesira Fenu firma Non fu solo consenso. Gli italiani che si ribellarono a Mussolini, su Il dissenso al fascismo di Mario Avagliano e Marco Palmieri. Sono dedicate a Salvemini, nel centocinquantesimo della nascita, due stimolanti letture di Mirko Grasso e di Silvia Calamandrei. A Fabio Vander infine, dobbiamo Fine del PCI e crisi della democrazia dagli anni Settanta ad oggi, su un saggio di Raffaele D’Agata.

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BUONA LETTURA!

LE RIVISTE DI CULTURA

PATRIMONIO NAZIONALE E NUCLEI DI VOLONTARIATO CIVILE

ci nuclei di volontariato culturale che sarebbe estremamente negativo per la società italiana disperdere.

Anche l’ingresso dell’informatica nel mondo della lettura non va visto come una minaccia mortale, ma invece, come una possibilità di integrazione tra lo scritto e il digitale che va sfruttato fino in fondo.

Il tempo presente ci riserva delle novità negative purtroppo impreviste. La guerra scatenata dalla Russia in Ucraina sta cambiando i termini sia della globalizzazione che in particolare dello sviluppo dell’Ue.

Ringrazio le amiche e gli amici di «Tempo Presente» e in particolare Alberto Aghemo per aver offerto sulla loro prestigiosa rivista la possibilità di pubblicare gli atti di due importanti convegni del Cric.

Si tratta di convegni che mettono in luce quanto sia necessario rinnovarsi per il mondo delle riviste per poter partecipare in termini più agguerriti alla circolazione delle idee, ricerche e della letteratura del mondo di oggi.

Le riviste di cultura sono autenti-

La resa della politica, cioè l’idea che bastasse un’integrazione economica progressiva, magari basata sull’approvvigionamento energetico, per assicurare pace e distensione avvenuta drammaticamente meno.

La politica, o meglio la geopolitica, si è in qualche modo vendicata inserendosi di prepotenza nelle nostre necessità di ricercare e di capire.

L’intensificarsi delle conseguenze negative di cambiamenti climatici anche nel nostro territorio nazionale ci dicono, dall’atro lato, che i temi

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dell’ambiente non sono più prediche della domenica ma sfide necessarie del nostro presente.

Valdo Spini che magari da sole non potrebbero partecipare a eventi come il Salon de la Revue a Parigi e la fiera PLPL a Roma.

Come strutturare le riviste davanti a queste nuove sfide? Troverete in questo volume alcune risposte e altre potranno venire dai lettori se vorranno partecipare a questo dibattito.

Lo spirito del Cric è quello di offrire occasioni di esposizione collettiva alle riviste culturali italiane

Noi cerchiamo di intensificare queste partecipazioni, anche per ovviare alle difficoltà di presenza delle riviste nelle librerie commerciali. Un’opera quindi che ritengo benemerita che il nostro coordinamento si propone di continuare e di sviluppare.

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