Tempo Presente n. 472-474

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N. 472-474 aprile-giugno 2020

euro 7,50

TEMPO PRESENTE

UN ANNO E MEZZO DI DOMINAZIONE FASCISTA a quasi un secolo dall’assassinio di Giacomo Matteotti uno straordinario inedito emerge dagli archivi della Camera

Alberto Aghemo - Salvo Andò - Pier Alberto Capotosti Ester Capuzzo - Maurizio Degl’Innocenti Mirko Grasso - Angelo Guido Sabatini - Fernando Venturini


DIRETTORE RESPONSABILE Angelo G. Sabatini VICE DIRETTORE Alberto Aghemo COMITATO EDITORIALE Angelo Airaghi - Italo Arcuri - Giuseppe Cantarano - Antonio Cassuti Antonio Casu - Elio D’Auria - Teresa Emanuele - Alessandro Ferrara Mirko Grasso - Giorgio Paci¿ci - Gaetano Pecora - Vittorio Pavoncello Marco Sabatini - Attilio Scarpellini - Sergio Venditti COMITATO DEI GARANTI Presidente: Emmanuele Francesco Maria Emanuele Hans Albert - Alain Besançon - Natalino Irti - Bryan Magee Hanno fatto parte del Comitato: Enzo Bettiza - Karl Dietrich Bracher - Pedrag Matvejevic Luciano Pellicani - Giovanni Sartori REDAZIONE Giuseppe Amari - Angelo Angeloni - Patrizia Arizza Andrea Tornese - Guido Traversa EDITING E IMPAGINAZIONE Patrizia Arizza Su un progetto gra¿co di Salvatore Nasti Direzione, redazione e amministrazione Tempo Presente srl Via A. Caroncini, 19 - 00197 Roma tel. 06/8078113 - fax 06/94379578 www.tempopresenterivista.eu – tempopresente@gmail.com Proprietà: Tempo Presente Srl Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 17891 del 27/11/1979 Partita IVA 01257801009 ISSN 1971-4939 Stampa: Pittini Digital Print Viale Ippocrate, 65 - 00161 Roma (RM) Prezzo dei fascicoli: Italia € 7,50 - Estero € 11,00 Arretrati dell’anno precedente: il doppio Abbonamento annuo: Italia € 25,00 - Estero € 50,00 Abbonamento sostenitore € 100,00 L’abbonamento non disdetto entro il 30 novembre dell’anno a cui si riferisce si intende tacitamente rinnovato. Chiuso in redazione il 30 giugno 2020


TEMPO PRESENTE Rivista mensile di cultura N. 472-474 aprile-giugno 2020

In questo numero...

p. 3

ANGELO G. SABATINI Il ritorno di Matteotti

p. 7

ESTER CAPUZZO Giacomo Matteotti tra testimonanza politica, mito e memoria

p. 11

FERNANDO VENTURINI Un anno e mezzo di dominazione fascista: sulle tracce di un “relitto archivistico”

p. 15

ALBERTO AGHEMO Un anno e mezzo: il libro che non doveva uscire

p. 27

MIRKO GRASSO Matteotti e Don Chisciotte: un’intervista a Miguel De Unamuno raccolta da Comunardo Braccialarghe

p. 33

MAURIZIO DEGL’INNOCENTI Un carteggio inedito ci restituisce l’Anima socialista di Nenni e Pertini

p. 43

SALVO ANDÒ Nenni padre della Repubblica

p. 47

PIER ALBERTO CAPOTOSTI Titolo V, autonomie e attualità del pensiero del costituente Salvatore Mannironi

p. 55



In questo numero‌

L’EROE CHE NON MUORE. MATTEOTTI 96 ANNI DOPO La memoria ai tempi della pandemia: l’immagine emblematica della commemorazione che si è tenuta lo sorso 10 giugno a Lungotevere Arnaldo da Brescia in occasione del 96° anniversario dell’assassinio di Giacomo Matteotti per mano IDVFLVWD q TXHOOD GHL &RUD]]LHUL FKH GHSRQHYDQR OD FRURQD GL ÂżRUL GHO 3UHVLGHQWH della Repubblica ai piedi della stele monumentale indossando la mascherina, cosĂŹ come l’addetto militare del Quirinale che rendeva omaggio al Martire insieme ai rappresentanti delle massime istituzioni dello Stato e degli Enti locali, a debito distanziamento sociale, in un silenzio surreale, quasi esaltato dalle note dell’inno di Mameli che risuonavano nel cuore di una cittĂ ammutolita, senza WUDIÂżFR FKH VHPEUDYD ULĂ€HWWHUH VX VH VWHVVD

$EELDPR ULSURSRVWR TXHOOH LPPDJLQL LQ XQ ¿OPDWR GDO WLWROR L’eroe che non muore, che raccoglie oltre 20 interventi registrati e poi condivisi online di esponenti politici, storici, rappresentanti delle istituzioni culturali, della società civiOH GHO PRQGR GHOOD VFXROD H GHO ODYRUR ,O ¿OPDWR FKH GXUD ROWUH XQœRUD VL SXz vedere, scaricare e condividere sui siti web delle Fondazioni Matteotti, Turati, Fratelli Rosselli e dell’AICI, l’Associazione delle istituzioni di cultura italiane, oltre che sui social network, ovvero sulle nostre pagine Facebook e su YouTube al link https://youtu.be/N5RMiaL2w3s.


$EELDPR ULĂ€HWWXWR LQVLHPH TXHO JLXJQR PD DQFKH EHQ SULPD VXOOÂśHYLGHQ]D FKH FL PDQFD PROWR *LDFRPR 0DWWHRWWL 0DQFD D XQÂś,WDOLD VÂżEUDWD GDOOD crisi, aggredita dalla pandemia e, soprattutto, ripiegata su se stessa, sferzata dal YHQWR GL XQÂśDQWLSROLWLFD FKH JRQÂżD OH YHOH GHO SRSXOLVPR SL EHFHUR VRJJHWWD DO montante leaderismo dei mediocri, alla fuga dalle responsabilitĂ civili, dai valori fondativi della democrazia, dal normale esercizio dell’etica pubblica e del buon governo. Abbiamo riscoperto che Matteotti ci manca perchĂŠ abbiamo ancora un grande, forse mai cosĂŹ grande, bisogno della sua ferma, determinata lezione civile e morale, ancor prima che strettamente politica. Del suo senso della legalitĂ , della dignitĂ personale, della giustizia sociale, del valore dell’istruzione, del rispetto – non soltanto formale – delle istituzioni, della buona amministrazione della cosa pubblica. 0DQFD D XQ 3DHVH GHO TXDOH *LDFRPR 0DWWHRWWL KD FRQWULEXLWR FRQ XQ VHJQR indelebile alla crescita sociale, culturale, civile e morale – da perseguire seguendo la via del socialismo riformista, senza nulla concedere alla demagogia e al ULYROX]LRQDULVPR SDURODLR /XL ÂłOÂśHURH WXWWR SURVD´ FRPH OR GHÂżQu XQ DOWUR PDUtire, Carlo Rosselli. Lui, riformista ma mai moderato, lui irriducibile e instancabile predicatore del buon governo, della sana amministrazione. Lui che credeva fermamente in quell’Italia democratica che, dopo la notte della dittatura, avrebbe trovato espressione, anche nel suo nome e grazie al suo sangue, nei diritti inviolabili e nei principi fondamentali della Costituzione repubblicana. Lui, 96 anni fa, il suo tributo l’ha pagato, ed è per questo motivo che “Matteotti c’èâ€?: è ancora accanto a noi. Intransigente e tenace, “Tempestaâ€? ci mostra ancora la strada. Vive non solo nel nostro ricordo ma anche nelle nostre coscienze di cittadini, nel nostro quotidiano, piccolo ma responsabile impegno per una VRFLHWj SL OLEHUD SL JLXVWD SL FLYLOH 3HU TXHVWR PRWLYR DEELDPR GHFLVR GL GHGLFDUH SUHYDOHQWHPHQWH DOOD VXD PHPRULD TXHVWR IDVFLFROR GL Âł7HPSR 3UHVHQWH´ FKH KD XQÂśLPSURQWD IRUWHPHQWH PRQRJUDÂżFD 0D DQFKH SHU XQ DOWUR PRWLYR QRQ PHQR ULOHYDQWH $VVLVWLDPR GD qualche tempo a un confortante “ritornoâ€? di Matteotti – ne parla diffusamente Angelo G. Sabatini nel suo articolo introduttivo – e proprio all’inizio dell’anno ci siamo trovati, insieme agli amici della Fondazione di Studi storici Filippo 7XUDWL D SUHVHQWDUH XQ HYHQWR GL DVVROXWR ULOHYR VWRULRJUDÂżFR SROLWLFR H FLYLOH il volume Un anno e mezzo di dominazione fascista, prezioso inedito matteottiano pubblicato sotto gli auspici congiunti delle Fondazioni Matteotti e Turati e autorevolmente curato da Stefano Caretti, cui si deve l’edizione critica in dodici (ora tredici) volumi delle Opere, grazie al ritrovamento di nuovi e originali documenti di pugno di Giacomo Matteotti emersi dopo decenni d’oblio dal fondo della Biblioteca della Camera depositato presso l’Archivio storico della Camera dei deputati. Non avara di paradossi nĂŠ di sorprese, a volte la Storia restituisce, sia pure nei suoi tempi lunghi, quello che una mano furtiva (o prudente) aveva a suo tempo sottratto. 4


All’inizio dell’anno, poco prima dell’embargo imposto dal lockdown, Un anno e mezzo di dominazione fascista è stato presentato, fresco di stampa, nella sua sede naturale, la Sala del Refettorio della Biblioteca della Camera dei deputati. Nelle pagine che seguono troverete – corredate da illustrazioni originali non prive di interesse – le brillanti relazioni di presentazione di Ester Capuzzo e di Fernando Venturini, seguite da brevi saggi di Alberto Aghemo e di Mirko Grasso, che ripropone una dimenticata intervista nella quale Miguel de Unamuno rende omaggio, in prosa SULPD FKH LQ YHUVL DOOD PHPRULD GL FROXL FKH GHÂżQLVFH FRQ LPPDJLQH SRWHQWH ÂłOD protesta dell’anima del mondoâ€?. La seconda parte del fascicolo presenta temi e interventi in forte assonanza che l’ereditĂ e la lezione matteottiana e si apre con una acuta e puntuale lettura di MauUL]LR 'HJOÂś,QQRFHQWL GHO FDUWHJJLR LQHGLWR 1HQQL 3HUWLQL UHFHQWHPHQWH FXUDWR GD $QWRQLR 7HGHVFR H $OHVVDQGUR *LDFRQH 6HJXRQR XQD WHVWLPRQLDQ]D GL 6DOYR $QGz su Nenni padre della Repubblica e una pregevole ricostruzione del contributo alla &RVWLWXHQWH GL 6DOYDWRUH 0DQQLURQL D ÂżUPD GL 3LHU $OEHUWR &DSRWRVWL

&L SLDFH LQÂżQH ULFRUGDUH FKH DQFKH TXHVWR QXPHUR GL Âł7HPSR 3UHVHQWH´ VL inserisce nel quarantennale della Nuova Serie della rivista, che ha ripreso le pubEOLFD]LRQL QHO &H OR ULFRUGD TXHVWR ORJR H DQFRU SL OR HYLGHQ]LHUDQQR OH iniziative convegnistiche, editoriali, culturali e civili che intendiamo promuovere per la circostanza, una volta superata l’emergenza sanitaria globale, nella scia GHOOÂśLPSHJQR LGHDOH FKH DQLPz L IRQGDWRUL GHOOD WHVWDWD ,JQD]LR 6LORQH H 1LFROD Chiaromonte. $L QRVWUL OHWWRUL DJOL DPLFL GL Âł7HPSR 3UHVHQWH´ FRQWLQXHUHPR D RIIULUH Âą FRPÂśq QHL QRVWUL SURJUDPPL Âą QXRYH SURSRVWH GL ULĂ€HVVLRQH QXRYL VSXQWL GL GLEDWWLWR FLvile, rinnovate occasioni di confronto ideale lungo la stretta via, sinora percorsa SHU XQ ÂżQ WURSSR EUHYH WUDWWR FKH SRUWD D XQD VRFLHWj DSHUWD HG HTXD DOOD ULFHUFD della felicitĂ , alla buona politica, alla cultura della libertĂ , alla libertĂ della cultura. AA

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Frontespizio della prima edizione di Un anno di dominazione fascista con note di pugno di Giacomo Matteotti in vista della riedizione aggiornata con il titolo Un anno e mezzo di dominazione fascista (Archivio storico della Camera dei deputati)


IL RITORNO DI MATTEOTTI* Angelo G. Sabatini

Sei mesi dopo l’avventurosa pubblicazione di Un anno di dominazione fascista di Giacomo Matteotti avrebbe dovuto, su impulso dello stesso giovane segretario del Partito Socialista Unitario che molto teneva al libro, vedere la luce questo Un anno e mezzo di dominazione fascista, che qui si pubblica grazie al felice recente ritrovamento di documentazione inedita presso l’Archivio Storico della Camera dei deputati. Si tratta di un evento particolarmente fortunato e di grande valore per chi intenda valorizzare e tener desta la memoria del politico polesano e della sua alta ereditĂ ideale, politica e civile. Eppure, nella bizzarria della storia, che a volte ci sottrae importanti testimonianze e a volte ci restituisce un lascito insperato, c’è forse un disegno o perlomeno una singolare congiuntura. GiacchĂŠ questo ritrovamento di documenti, di GDWWLORVFULWWL H GL DSSXQWL DXWRJUDÂż VSHVso frettolosamente presi di pugno dal Nostro sul retro di volantini elettorali, a ricordarci il tempo in cui non si buttava via quasi nulla e la carta era un bene prezioso) ci consente, grazie al pregevole e paziente lavoro di collazione dei testi di Stefano Caretti, massimo studioso delle carte di Matteotti e curatore della monumentale edizione critica delle sue opere di cui questo volume costituisce l’ultimo

tassello, di offrire un contributo prezioso quanto originale alla conoscenza dell’opera e del pensiero matteottiani in una stagione di particolare fervore. Assistiamo infatti, negli ultimi tempi, a un insperato ritorno di interesse nei FRQIURQWL GHOOD ÂżJXUD GL *LDFRPR 0DWWHRWWL FKH HIÂżFDFHPHQWH SRVVLDPR UHJLstrare attraverso l’osservatorio privilegiato della Fondazione alla sua memoria intitolata, e che si è di recente concretizzato in un numero rilevante di iniziative commemorative, convegnistiche, di ricerca ed editoriali. In quest’ultimo campo, in particolare, proprio Un anno di dominazione fascista è stato due volte ripubblicato nel 2019: per i tipi di Rizzoli, con introduzione di Walter Veltroni e un saggio di Umberto Gentiloni Silveri, e da Garzanti nel volume Giacomo Matteotti, Scritti contro il fascismo, con prefazione di Sergio Luzzatto.

* L’articolo ripropone il testo apparso nel volume Giacomo Matteotti, Un anno e mezzo di dominazione fascista, a cura di Stefano Caretti, Pisa University Press 2020, con il titolo: Verso una Matteotti-Renaissance?


Angelo G. Sabatini Sempre negli scorsi mesi sono stati pubblicati Il corpo di Matteotti, di Italo Arcuri con prefazione di Antonio Casu (PLD HGL]LRQL 5LDQR GHGLFDWR DOOH critiche circostanze del ritrovamento del corpo del “martireâ€?, e la graphic novel dal titolo Il delitto Matteotti, di Francesco Barilli e Manuel De CarOL %HFFRJLDOOR 3DGRYD 1p VL SXz sottacere il caso letterario dell’anno, quel 0 ,O ÂżJOLR GHO VHFROR di Antonio Scurati che, ancorchĂŠ uscito per i WLSL GL %RPSLDQL D ÂżQH KD UDFcolto quest’anno un vasto consenso di critica e di pubblico e ha trionfato al Premio Strega: nel testo, storico-romanzesco, è tributato un importante omaggio a Matteotti, tratteggiato come l’antagonista per eccellenza di Benito Mussolini, l’unico in grado di opporsi con tenacia alla sua presa del potere dopo che si era disfatto dei sui concorrenti, da Gabriele d’Annunzio a Nicola Bombacci, al punto che il Duce OR GRYUj IDUH R ODVFLDUH DPPD]]DUH

monianza ideale di Giacomo Matteotti che va ben al di lĂ del mero intento celebrativo o rievocativo. Questo rinato “bisognoâ€? di Matteotti, questa ritrovata necessitĂ di attingere alla sua altissima lezione politica e morale, molto ci conforta, ma molto DQFKH FL ID ULĂ€HWWHUH *LDFFKp TXHVWD “Matteotti Renaissanceâ€?, se cosĂŹ la SRVVLDPR GHÂżQLUH KD XQ UHWURJXVWR amaro: ci indica che viviamo tempi GLIÂżFLOL GL IRUWL FRQWUDVWL LGHDOL QRQ meno che sociali, che in qualche misura rievocano la stagione matteottiana ed esigono il richiamo a una guida politica salda nei suoi valori e ben fondata nei principi della democrazia, della libertĂ , della dignitĂ della persona. Abbiamo dunque ancora bisogno di Lui, di “Tempestaâ€?, del suo rigore, del suo entusiasmo, della sua lucida visione politica fermamente riformista, della sua incrollabile fede nel progresso sociale. Forse anche del suo coraggio. Ogni 10 giugno, in occasione dell’anniversario del suo assassinio, si moltiplicano le manifestazioni commemorative in tutta Italia e quelle che sino a qualche anno fa erano occasioni di incontro tra happy few – anziani studiosi, vecchi militanti, pochi giovani idealisti – da qualche tempo sono sempre piĂš affollate e registrano la presenza di una cittadinanza partecipe, di autorevoli rappresentanti delle istituzioni e della politica, di intellettuali, di esponenti del mondo del lavoro, di associazioni partigiane e, soprattutto, di giovani.

Si è cosĂŹ andato alimentando un non trascurabile dibattito sulla stampa d’opinione che qui non possiamo analizzare, ma che attesta una rinnovata DWWHQ]LRQH SHU OD ÂżJXUD H SHU OD WHVWL-

E siamo tutti consapevoli, quando ci ritroviamo sotto la stele che ricorda Matteotti a Roma, nei pressi del luogo 8


IL RITORNO DI MATTEOTTI del rapimento e ci chiediamo “perchĂŠ ricordiamo Matteotti?â€?, che non lo riFRUGLDPR SHUFKp OD VXD ÂżJXUD QRQ VLD corrosa dall’oblio o per un grato tributo alla memoria di un martire, ma perchĂŠ abbiamo ancora bisogno di lui, della sua lezione politica di riformista non disarmato, della sua implacabile luciditĂ , della sua ferma determinazione, del suo rigore morale, della sua “disperata utopiaâ€?.

Matteotti e che si è consumata in Italia non solo gran parte della vitalitĂ di un’idea di progresso sociale e di giustizia tanto carica di promesse, ma anche la piĂš estrema scommessa tra due dei VXRL ÂżJOL %HQLWR 0XVVROLQL H *LDFRPR Matteotti. Ironia della sorte: la storia della democrazia italiana trovava nel 1924 schierati in campo e combattenti a loro modo vigorosi, l’un contro l’alWUR DUPDWL GXH ÂżJOL GHO VRFLDOLVPR

/D OXFLGD VÂżGD SROLWLFD H LO VDFULÂżFLR SHUVRQDOH HVWUHPR GL *LDFRPR Matteotti, lo ricordiamo, si collocano nei tempi e nella logica della dittatura nascente, attraverso lo squadrismo, che spingeva i nuovi barbari a compiere sull’altare della forza e della violen]D LO ULWR VDFULÂżFDOH GL XQ QHPLFR FRQsiderato un ostacolo all’affermazione piena di un regime che allo strumento della ragione ha preferito quello della violenza. Per questa via, che è estranea allo spirito della civiltĂ moderna ma che è dura a morire nella prassi delle dittature di ogni tempo, si compiva il destino di uno degli uomini piĂš puri e rappresentativi della democrazia, in generale, e del socialismo riformista, in particolare. Il suo martirio, il cui siJQLÂżFDWR SHU OD VWRULD SROLWLFD LWDOLDQD va oltre ogni ambito piĂš strettamente ideologico, è posto al crocevia delle diverse strade da cui è stato attraversato un Paese, come l’Italia, proiettato alla realizzazione, in chiave moderna, del compito civile e politico che il RiVRUJLPHQWR DYHYD DIÂżGDWR DOOH QXRYH generazioni.

A noi spetta il dovere di intendeUH DSSLHQR LO VLJQL¿FDWR SROLWLFR GHOOD partecipazione di Matteotti alle vicende del movimento socialista e dei suoi contributi alla vita e ai problemi del nostro Paese e in questo compito risulta preziosa la lucida testimonianza rappresentata da Un anno e mezzo di dominazione fascista, ferma ed estrema denuncia del regime che già volgeva in dittatura. ,O OLEUR FL DLXWD D UHVWLWXLUH DOOD ¿JXra del Matteotti combattente per la democrazia la dimensione storica che gli compete, facendo convergere il nostro sentimento di venerazione verso una puntuale ricostruzione del suo pensieUR H GHOOH VXH D]LRQL SROLWLFKH &Lz VHUvirà a diffondere lo spirito etico della politica e il peso che lui ha avuto, in VHGH SROLWLFD QHOOœLGHQWL¿FDUH OXFLGDmente la natura reale del fascismo. In conclusione, ricordare Matteotti oggi, attraverso la sua opera e la sua lezione politica e civile, è un dovere per chi crede alla democrazia, specialmente quando essa è sottoposta ad attacchi e minacce che sembrano mettere in dubbio che possa tuttora valere come à ncora di salvezza di fronte alla marea montante del relativismo politico, del populismo, della demagogia.

Ăˆ in questa prospettiva e nelle vicende storiche di un socialismo tormentato e diviso che si forma la matrice e il sostegno dell’impegno del riformista 9


Angelo G. Sabatini RINGRAZIAMENTI

di questa pubblicazione – rinvenuto da Fernando Venturini, del Fondo che la Biblioteca della Camera aveva a suo tempo depositato presso l’Archivio storico.

Questa pubblicazione nasce dallo spirito concorde e dalla ormai consolidata collaborazione che da anni legano la Fondazione Giacomo Matteotti e la Fondazione di Studi storici Filippo Turati, al cui presidente, Maurizio Degl’Innocenti, va il mio pensiero amicale e grato. Al ruolo essenziale di Stefano Caretti nell’impresa ho già fatto cenno; mi piace qui sottolineare che questo volume corona degnamente il lungo percorso, iniziato nei primi anni Ottanta dello scorso secolo, della sua preziosa edizione critica delle Opere di Matteotti.

Un pensiero altrettanto grato va a Paolo Massa, Sovrintendente all’Archivio storico della Camera dei deputati, che ha messo a disposizione il materiale d’archivio, e a Paolo Evangelisti che con apprezzata competenza e squisita disponibilitĂ ha coadiuvato il lavoro di consultazione e di riproduzione dei documenti. Il nostro vivo apprezzamento va, inÂżQH DOOÂśHGLWRUH 3/86 3LVD 8QLYHUVLW\ Press, che ha accolto con favore e con tempestivitĂ l’idea di pubblicare Un anno e mezzo di dominazione fascista quale tredicesimo e ultimo volume delle “Opere di Giacomo Matteottiâ€?.

Un particolare ringraziamento va ad Antonio Casu, Direttore della Biblioteca della Camera dei deputati, che ci ha segnalato il contenuto della Busta 6.2 – fonte primaria per la realizzazione

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