Tecnica 10/2023

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Stampa Colorshade di Cabrini Matteo M. Via Cristoforo Colombo, 7 20068 - Peschiera Borromeo (MI)

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Chiuso in redazione il 28-7-2023

DAL 1993 LA RIVISTA PER L’IMPRESARIO

IL CONSIGLIO DELLA PSICOLOGA

Monica Fiocchi �� 347 3090216

SAI DIRLO CON I FIORI?

Laura Grandi e Roberto Sangalli �� 339 5080536

Mensile inviato gratuitamente a tutti gli operatori del settore, edito da

Via Antonio Bazzini, 24 20131 MILANO tel. 02 70 63 45 60 cell. 331 7422030 fax 02 26 68 04 08 info@tecnicaed.it

TECNICA ED INFORMAZIONI DALLE AZIENDE

Anno 31 • n. 10 • ottobre 2023

Sempre più spazio ai nostri esperti e professionisti, per affrontare insieme agli impresari il futuro del settore con approfondimenti, opinioni e consigli sulle principali e importanti tematiche della funeraria.

VISUAL MERCHANDISING

Doriano Missora �� 338 6532182

MUSICA

Jessica Pino �� 340 3834942

AUTOSTORICHE CHE PASSIONE!

Marco Sambataro

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LEGGI E NORMATIVE

Carlo Ballotta �� 347 9904770

DEATH EDUCATION

Riccardo Polo

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COUNSELLING

Emily Marie Dardiz �� 348 3959516

LA TUA CERIMONIA

Paola Minussi

paola.celebrantelaica@gmail.com

DA COLLEGA A COLLEGA

Roberta Ridolfi e Tania Bressan

dacollegaacollega@gmail.com

Tiziano Bertin

Accogliere. Onorare. Custodire. Legno di qualità e produzione made in Italy dal 1954.

Manifattura sartoriale e materiali di qualità.

Il giusto mix per le nostre imbottiture di successo!

Oggi vi parliamo delle imbottiture cartonate realizzate artigianalmente dal nostro laboratorio con l’utilizzo di tessuti di raso satin in tinta unita o damascati, con disegni floreali, geometrici o stilizzati, autoreggenti per feretro standard con sagoma fustellata in cellulosa in misura universale, trapuntate, complete di cuscino e copertina dello stesso colore. Coprendo tutta la filiera produttiva made in Italy, partiamo dal trapuntificio interno per realizzare modelli sartoriali secondo un capitolato tecnico indicato dal Cliente. Chiedeteci il catalogo completo di tutta la gamma!

Cod. 1682 TURRITELLA Imbottitura cartonata con copertina Varianti colore: Grigio Perla, Champagne e Bianco

SPIRITO INNOVATIVO

È quello che ha portato

Giancarlo Rossi a fondare la propria impresa a Chiavenna, in provincia di Sondrio, in una prestigiosa e storica struttura, arricchita negli anni dalla sala del commiato.

E ad acquistare una nuova

G 3.0 firmata Ellena, questa volta in versione hybrid.

Un importante intervento, curato dal Ministero dei Beni Culturali e Ambientali, ha interessato gli esterni della sede dell’impresa Sant’Antonio di Chiavenna, in provincia di Sondrio. Come abbiamo già avuto modo di approfondire in un nostro precedente incontro con il titolare Giancarlo Rossi, si tratta di una chiesa sconsacrata del 1400 e grazie a quest’ultimo intervento sono state riportate all’aspetto originale alcune importanti caratteristiche della facciata. Una sede di prestigio – con volte in vetro che preservano e valorizzano i dipinti originali e la pavimentazione rialzata, in legno – che dal 2010 ospita anche una sala del commiato per consentire il ritrovo in un luogo diverso dall’abitazione, ma ugualmente accogliente e riservato, per un ultimo saluto al proprio caro.

GARANTIRE SODDISFAZIONE E TRANQUILLITÀ

«Dejan e Marika, che si dedicano rispettivamente al servizio funebre e alla contabilità e all’accoglienza del famigliare, mi affiancano da molti anni.

La nostra missione è quella di servire tempestivamente le famiglie e fornire, dal punto di vista professionale, il massimo livello

di assistenza possibile», afferma Giancarlo. «Per questo motivo, oltre a uno staff qualificato e costantemente aggiornato, mi rivolgo a fornitori di fiducia che possono garantire la soddisfazione e la tranquillità alle famiglie che affidano a noi l’organizzazione». Per quanto riguarda il parco auto, si è rivolto nuovamente a Ellena, sempre per un modello G 3.0 su base Maserati Ghibli, ma questa volta in versione ibrida.

Alcuni particolari del modello su base Maserati Ghibli in versione ibrida di Ellena.

Il titolare Giancarlo Rossi negli uffici dell’impresa Sant’Antonio di Chiavenna insieme alla moglie Gabriela.

STORICA E AFFIDABILE

LA VALVOLA OG94, PER LA DEPURAZIONE DEI FERETRI, È UNO DEI PRODOTTI STORICI DI OLIVETTI ED È DA SEMPRE APPREZZATA DAGLI IMPRESARI FUNEBRI PER L’EFFICIENZA E LA QUALITÀ

OGNI VALVOLA DEVE SUPERARE SEVERI COLLAUDI ED È DOTATA DI UN CERTIFICATO DI GARANZIA CHE NE PERMETTE L’ESTENSIONE FINO A TRE ANNI. GLI IMPRESARI, CHE CERCANO SICUREZZA E AFFIDABILITÀ NEGLI STRUMENTI CHE ACQUISTANO, SANNO CHE SULLA VALVOLA OG94 POSSONO SEMPRE CONTARE.

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NON SI SMETTE MAI DI CRESCERE

Esperienza e volontà di dare un servizio puntuale, che punta sempre all’eccellenza, ha portato circa 10 anni fa alla nascita della casa funeraria dell’impresa Miotto.

«Possiamo definirci dei pionieri, siamo stati infatti tra i primi a realizzare una casa funeraria in Piemonte», afferma il titolare Marcello Miotto.

«E oggi l’impresa fondata da mio padre Cesare negli anni Settanta può contare sulla presenza della terza generazione con mio figlio Vittorio».

“Avere dei partner di fiducia consente di garantire prodotti che contribuiscono a rendere il servizio impeccabile”.

Alla sede storica di Villastellone si aggiunge quella di Carmagnola, sempre in provincia di Torino, che negli anni è stata sottoposta a importanti interventi per trasformarsi in un’accogliente

È frutto di un preciso obiettivo, continuare a crescere e offrire alle famiglie un servizio attento e puntuale, la casa funeraria Miotto di Carmagnola, in provincia di Torino.

casa funeraria che comprende, in un’area adiacente ma separata, gli uffici e tutti gli spazi necessari all’impresa per lo svolgimento della professione.

La casa funeraria Miotto offre alle famiglie quattro diverse sale per l’ultimo saluto e l’utilizzo di pareti mobili consente di modificare gli ambienti, ampliandoli o riducendoli, a seconda delle esigenze.

A sinistra, alcuni accessori a marchio Spaf, tra i fornitori storici dell’impresa Miotto. Nella pagina accanto, l’ingresso della sede di Carmagnola e, in alto, una delle sale.

SUPPORTO E MASSIMA DISPONIBILITÀ

Ad affiancare Marcello e il figlio Vittorio troviamo uno staff preparato e costantemente aggiornato e impiegati che si occupano della parte burocratica e dell’accoglienza. «La massima disponibilità, 24 ore su 24, è indispensabile nella nostra professione e per questo è necessario che al nostro fianco ci siano persone che con dedizione ci possano in alcuni casi sostituire ma soprattutto riescano a trasmettere il nostro impegno e l’esperienza nell’occuparci di tutto, aiutando le famiglie nelle scelte ed essere di

Sopra, il titolare Marcello Miotto accanto al figlio Vittorio. Insieme gestiscono le sedi di Carmagnola e di Villastellone, in provincia di Torino, dell’impresa fondata da Cesare Miotto negli anni Settanta.

Gli ambienti della casa funeraria Miotto, dalle sale per dare l’ultimo saluto ai propri cari alle zone più operative per l’impresa, come gli uffici e gli spazi dedicati all’esposizione di cofani e accessori.

supporto anche ad altre imprese della zona», conclude Marcello Miotto. «Avere dei partner di fiducia come Spaf ci consente inoltre di operare con maggiore sicurezza, certi di poter garantire prodotti che contribuiscono a rendere il servizio impeccabile».

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CON PARMA, PER PARMA

È

Presente come Ade Servizi dal 2006, ha ereditato l’esperienza, le conoscenze e le tecniche che caratterizzavano l’attività svolta dal Comune di Parma dal 1970. Con 17 dipendenti guidati dal responsabile

Angelo Signoriello e dall’amministratore unico Viola

Petruzziello, Ade Servizi si occupa di circa 1.000 funerali

Il responsabile Angelo Signoriello, secondo da sinistra, insieme a parte dello staff davanti alla nuova autofunebre su base Mercedes-Benz.

uno dei messaggi con cui si presenta Ade Servizi, sottolineando la volontà di essere costantemente accanto alle famiglie del territorio da oltre 50 anni, con una continua ricerca del miglioramento dei servizi offerti.

Il modello Mbc 213 di Chiotti completa il parco auto di Ade Servizi composto da 4 autofunebri, 4 furgoni, 1 auto e 1 scooter.

all’anno, principalmente sul territorio di Parma. «È proprio grazie alla nostra esperienza e a uno staff affiatato e preparato che riusciamo ad accompagnare le famiglie nella scelta più appropriata del servizio funebre», sottolinea Angelo Signoriello, «occupandoci di ogni incombenza burocratica e organizzativa, con la medesima cura con cui lo farebbero loro».

AMBIENTE PROTETTO E CONFIDENZIALE

Nella sede di Parma sono presenti dal 2015 due accoglienti sale del commiato nate con il preciso scopo di garantire un ambiente protetto e confidenziale per stare accanto al proprio caro. «Il nostro impegno è da sempre quello di investire risorse e impegno nell’innovazione tecnologica e nella formazione», conclude Angelo Signoriello, «finalizzate a massimizzare, oltre che la professionalità degli operatori, l’efficienza e la funzionalità delle procedure di intervento e dei mezzi a disposizione». E al ricco parco auto si è infatti recentemente aggiunta la Mbc 213 di Chiotti. ◀

POTER SCEGLIERE COME RINGRAZIARE

CON LA POSSIBILITÀ DI INSERIRE UN PROPRIO TESTO OPPURE GIÀ PENSATI CON UNA FRASE DI RINGRAZIAMENTO, SEMPLICEMENTE LISTATI A LUTTO, DECORATI CON IMMAGINI DELL’ICONOGRAFIA TRADIZIONALE OPPURE ISPIRATE AI PAESAGGI E ALLA NATURA. L’AMPIA VARIETÀ DI BIGLIETTINI OFFERTA DALLA STORICA AZIENDA PIEMONTESE FTC FACILITA INDUBBIAMENTE LA SCELTA DI QUESTO IMPORTANTE STRUMENTO PROPOSTO DALLE IMPRESE ALLE FAMIGLIE CHE VOGLIONO RINGRAZIARE CHI È INTERVENUTO ALLA CERIMONIA.

ELEGANZA E RESISTENZA

Un esempio della creatività e dello spirito innovativo di Diemme.

ACCESSORI REALIZZATI DA DIEMME SONO STUDIATI PER UTILIZZO PRATICO E SEMPLICE DA PARTE DELL’IMPRESARIO, MA SONO ANCHE MOLTO GRADEVOLI DAL PUNTO DI VISTA ESTETICO E RIESCONO RICREARE AMBIENTI ELEGANTI, ACCOGLIENTI E DISCRETI. DALLE COCCARDE DI FORME, DIMENSIONI, TESSUTI E COLORI DIFFERENTI FINO AI VARI TAVOLINI FIRMA DA PERSONALIZZARE ANCHE CON I LOGHI DELL’IMPRESA.

Coccarde con cornici a fissaggio magnetico, su richiesta in formato A4 e A3.

PER LA NUOVA STAGIONE!

Con le temperature che pian piano si abbassano, i capi di Service Global Fashion assicurano calore, eleganza e, nel caso del giaccone Double Jacket, anche versatilità grazie ai differenti modi di utilizzo.

Il giaccone Double Jacket, utilizzabile in tre differenti modi a seconda delle temperature esterne, e il cappotto Scratch in tessuto antigraffio e antiacqua, con colletto coreano e un cappuccio a scomparsa tramite cerniera.

Sono oltre 30mila i capi firmati Service Global Fashion, disponibili in magazzino e in pronta consegna, in varie taglie e colori, ma grande successo riscuote tra i clienti anche la linea sartoriale che consente di scegliere un proprio stile per tutto lo staff. In queste pagine, oltre agli eleganti abiti ideati per le donne che operano in questo settore, presentiamo il giaccone Double Jacket disponibile in blu oppure in nero e in diverse taglie.

A seconda delle temperature esterne può essere utilizzato in tre differenti modi:

- solo giaccone esterno, ideale per la mezza stagione;

- solo giubbino interno, facilmente staccabile;

- tutto insieme, interno ed esterno.

Per i mesi più freddi, quindi, interno ed esterno vengono utilizzati insieme, garantendo comfort, calore, eleganza e perfetta vestibilità.

COMPLETA LIBERTÀ DI MOVIMENTO

Come tutto l’assortimento firmato Service Global Fashion, anche il cappotto Scratch si distingue per qualità ed eleganza, ideale per chi deve potersi muovere in completa libertà. Disponibile in nero oppure in blu e in diverse taglie per diventare l’abito rappresentativo di tutto lo staff, il cappotto Scratch è realizzato in tessuto antigraffio e antiacqua, per essere pratico oltre che elegante, presenta un colletto coreano e un cappuccio a scomparsa tramite cerniera. ◀

DEL PREZIOSO RICORDO

PEZZI UNICI CHE CONFERMANO LA VERA ESSENZA DELL’AZIENDA, IN GRADO DI UNIRE L’ESPERIENZA NELLA LAVORAZIONE DEL LEGNO ALLA CREATIVITÀ ARTISTICA.

“Ti manderò un bacio con il vento e so che lo sentirai, ti volterai senza vedermi ma io sarò li”

“La differenza consiste nel vedere ciò che tutti vedono e nel pensare ciò che nessuno ha pensato”

Le novità in anteprima

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Set Il Percorso del Tempo.

Cofano e urna Foglie nel Vento in rovere americano e intarsi fatti a mano.

ARMONIA DEGLI ANGOLI

Disponibile in frassino, mogano, rovere e noce, il cofano America angoli tondi di Ferrari si presenta con linee arrotondate, così come gli angoli che sono armoniosamente uniti in modo ben visibile ed esteticamente gradevole grazie alla sapiente lavorazione artigianale a coda di rondine.

LA PREGHIERA

L’apprezzato modello Capri de L’Equipe accoglie un inserto traforato in betulla con le tre preghiere: Ave Maria, Padre Nostro, Eterno Riposo. Realizzate in frassino e in palissandro nel rispetto di chi ha fede.

America angoli tondi

Alberto Brusasco

Capri Preghiera

DIRETTAMENTE DAL MASSELLO

Liscio e disegnato da Lavalle con una sagomatura molto pronunciata, il modello 792 è disponibile in varie essenze e si distingue anche per dettagli molto particolari come, per esempio, lo zoccolo e il bordo ricavati direttamente dal massello, senza essere quindi applicati in un secondo momento.

PROFONDO RACCOGLIMENTO

È così che viene rappresentata la Madonna nel fine intaglio del cofano 36 M di Lombarda, con il capo chino. Un artistico modello che si affianca alle versioni 36C con l’immagine di Cristo, 36F e 36K con un motivo floreale, 36W e 36P dedicati a Papa Wojtyla e a Padre Pio.

Luca Ghirardotti

È stata scelta una forma imponente per il modello 81, che riesce a soddisfare anche le richieste dei più esigenti senza esagerare.

L’esperienza del marchio Lorandi è stata infatti in grado di coniugare sobrietà e originalità in questo cofano, qui presentato in avoura, ma disponibile anche in ebiara.

VINTAGE DI PRESTIGIO

L’artistica e preziosa tecnica di lavorazione a coda di rondine, che rende l’unione degli angoli ben visibile, caratterizza il modello Vintage di Melloni ed esalta ancor più il prestigio di questo cofano qui presentato in rovere.

T. Vintage

CHIARO E SCURO

Una delicata e classica lavorazione impreziosisce tutti e quattro i lati del modello Ornata di Scacf, disponibile nella versione C, in chiaro, e S, in tinta scura. La stessa decorazione si presenta invece doppia sul coperchio dell’urna.

Michela Sgoluppi Ornata

FIAMME DI CRISTALLO CON GHIERE

QUATTRO

DIVERSE, MA CON LA STESSA QUALITÀ

PER TUTTI I DIFFERENTI MODELLI PROPOSTI, LA QUALITÀ FIRMATA ZENIT È SEMPRE LA STESSA! SONO INFATTI NUMEROSI I TESSUTI UTILIZZATI, I MOTIVI E I COLORI SCELTI PER LA REALIZZAZIONE DELLE IMBOTTITURE CHE SI DISTINGUONO PER GLI ELEVATI STANDARD QUALITATIVI. PRODOTTI MADE

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IL SALISCALE RICONOSCE LA FINE DEL GRADINO, EVITANDO PIACEVOLI INCIDENTI, ED È DOTATO DI UN SISTEMA DI FRENAGGIO CHE SI ATTIVA IN AUTOMATICO, AL RILASCIO DEI COMANDI.

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Counsellor professionista in dinamiche relazionali a indirizzo fenomenologico esistenziale e formatrice. Lavora con singoli o gruppi di persone in ambito personale e aziendale.

Nel suo progetto di death education “Tratto da una storia vera” pubblica articoli e interviste. Ha scritto e registrato il Podcast “La mia vita senza te – come affrontare il lutto in modo consapevole”.

PERCORSI PER UN LUTTO CONSAPEVOLE

Quanto è difficile comunicare le proprie emozioni, soprattutto quando si sta affrontando un lutto?

Quando si perde una persona cara e si deve affrontare un lutto è molto complicato comunicare le proprie emozioni e trovare le parole adatte per attraversare il dolore.

In questo articolo voglio approfondire tre importanti tematiche:

• lasciar passare il tempo;

• tre motivi per bloccarsi;

• il lutto consapevole.

LASCIAR PASSARE IL TEMPO

Si sente spesso la parola lutto, ma di rado è affiancata all’aggettivo consapevole. Questo perché si è portati a pensare che, dopo la perdita di una persona cara, sia sufficiente lasciar passare del tempo per ritornare al riequilibrio.

Certo, il tempo aiuta molto, ma da solo non basta. Infatti, con il passare dei giorni, il dolore muta, la mancanza si trasforma e se l’attraversamento della perdita procede senza intoppi particolari, si

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info@ladardiz.com www.ladardiz.com

Iscr. al Reg. Regionale Veneto n°84 del 26/06/2017 ai sensi della Legge 1401/13 n°4 –Disposizioni in materia di professioni non organizzate

Emily Marie Dardiz

possono raggiungere degli ottimi stati di riequilibrio. Quello che fa la differenza è la qualità di questo tempo. Perché la consapevolezza può essere lo strumento necessario per maneggiare il dolore affinché questo non sia semplicemente subìto, ma diventi attivo nel viaggio dell’eroe che chi perde qualcuno si trova a fare. In questo viaggio, i percorsi di crescita personale possono essere degli ottimi alleati.

TRE MOTIVI PER BLOCCARSI

Ci sono molti motivi per sentirsi bloccati nel verbalizzare il proprio lutto. Spesso mi sento dire dai dolenti che hanno avuto molta difficoltà a parlare del proprio stato d’animo prima di chiedere aiuto.

Questo accade per tre motivi.

Il primo motivo è che c’è una sorta di blocco nel tema della morte, che non permette di poterne parlare liberamente senza il rischio di scioccare o scandalizzare qualche interlocutore. Sembra assurdo se si pensa che la morte è l’unica certezza che abbiamo nella vita!

Il secondo motivo è che spesso non si conoscono le parole per definire esattamente ciò che si prova. Il lessico emotivo, di per sé, viene poco sviluppato e tende ad appiattirsi. La causa risiede nella semplificazione del linguaggio nella comunicazione di massa che racchiude in pochi semplici termini la descrizione di un’infinità di sfumature. Si conoscono la tristezza, la felicità, la noia, la rabbia e poco altro. In realtà, ciò che si prova in un lutto è molto, molto più complesso.

E se non si riesce a dare un nome a ciò che si prova, o ad accogliere sensazioni contrastanti, il lutto difficilmente sarà consapevole.

Durante i percorsi di crescita personale che fanno le persone che si rivolgono a me, riusciamo insieme a sviluppare questo bagaglio di parole e già solo definire ciò che si prova, dà sollievo.

La consapevolezza può essere lo strumento necessario per maneggiare il dolore affinché questo non sia semplicemente subìto.

Il terzo motivo per cui si fa fatica a parlarne è che amici, parenti, colleghi, seppur con tutte le buone intenzioni e l’amore che possono provare per noi, non hanno gli strumenti per sostenere tanta sofferenza e complessità di emozioni. Il rischio è di sentirsi soli.

IL LUTTO CONSAPEVOLE

Percorsi di crescita personale: ecco perché parlo di lutto consapevole. Perché parlare con chi può sostenere il nostro dolore può restituirci forza. Quando sentiamo di poter dire ciò che sentiamo, senza giudizio e con le parole appropriate, riusciamo a dare forma a ciò che proviamo. Questa consapevolezza accelera il processo. È possibile, in autonomia, iniziare a parlare del proprio dolore anche attraverso la scrittura. Infine, con i percorsi di crescita personale, si può evitare la solitudine dopo il lutto e scoprire nuovi strumenti che mai avremmo immaginato di poter utilizzare in questo viaggio dell’eroe che si trova a fare chi subisce una perdita.

Quando sentiamo di poter dire ciò che sentiamo, senza giudizio e con le parole appropriate, riusciamo a dare forma a ciò che proviamo.

Roberta Ridolfi, infermiera dell’emergenza e nell’ambito formativo. Tania Bressan, nel settore amministrativo di un’impresa funebre, si occupa anche delle adempienze del Testo Unico sulla sicurezza nell’ambiente di lavoro e del Gdpr 679. Parallelamente alle nostre occupazioni prioritarie, da oltre 10 anni ci occupiamo di sicurezza sul lavoro e di primo soccorso aziendale. Seguendo le linee guida sanitarie e attraverso la collaborazione con Formazione & Sicurezza di Fulvio Califano (società di consulenza nel settore formazione e sicurezza sui luoghi di lavoro) abbiamo creato diversi format di corsi di primo soccorso per le aziende e un progetto di primo soccorso pediatrico con dispensa tecnica.

dacollegaacollega@gmail.com

Scopo di questa rubrica è sensibilizzare tutti gli operatori del comparto sui temi della prevenzione e della sicurezza sul lavoro.

L’esperienza e la voglia di approfondire hanno portato Roberta Ridolfi e Tania Bressan, in collaborazione con Formazione & Sicurezza di Fulvio Califano, ad analizzare argomenti spesso sottovalutati nella funeraria.

«Il nostro principale obiettivo è quello di riuscire a trattare argomenti, a volte complessi, in maniera semplice e alla portata di tutti.

Ci auguriamo che la cultura della prevenzione e della sicurezza sul lavoro diventi un argomento di formazione basilare e non solamente un obbligo di legge da rispettare».

LA SALDATURA O STAGNATURA

GLI ARTICOLI 30, 31 ED EX 77 DEL REGOLAMENTO DI POLIZIA MORTUARIA

DPR N. 285/90 DESCRIVONO TUTTE LE CARATTERISTICHE DEL FERETRO PER ESSERE IDONEO ALLA TUMULAZIONE E TASSATIVAMENTE LE MODALITÀ

DI CONFEZIONAMENTO DELLA DOPPIA CASSA.

Pur non indicando un metodo preciso, il Regolamento di Polizia Mortuaria raccomanda che la giuntura della cassa di zinco debba essere continua ed estesa su tutta la zona di contatto del coperchio con la vasca, così da garantire una chiusura ermetica nel tempo a gas e a liquami dovuti alla decomposizione organica. Il sistema collaudato ed espressamente richiesto dalla Convenzione di Berlino è la saldatura a caldo o, più tecnicamente, la brasatura dolce.

QUANDO SI PARLA DI SALDATURA…

Si indica il procedimento che permette l’unione fisico/chimica di due giunti mediante la fusione (azione del calore) degli stessi, oppure tramite metallo d’apporto, in modo da ottenere una solida continuità tra i pezzi, facendo entrare in gioco le rispettive azioni molecolari. Tale materiale può essere il materiale componente le parti stesse che vengono unite, ma può anche interessare materiale estraneo ad esse, detto materiale di apporto: nel primo caso si parla di saldatura autogena (con o senza materiale d’apporto a seconda dei casi), nel secondo di saldatura eterogenea o brasatura (in cui la fusione interessa solo il materiale d’apporto).

SALDATURA ETEROGENEA

Nella tecnica della brasatura dolce (saldatura eterogenea), il materiale da unire (nel nostro caso la cassa di zinco che non deve avere uno spessore minore di 0,660 mm) viene surriscaldato generalmente mediante saldatori a gas, mentre la fusione riguarda il materiale d’apporto (verghetta

di lega) che va a riempire lo spazio capillare che rimane tra i due giunti. Il materiale d’apporto utilizzato nel nostro ambiente di lavoro è una lega composta dal 50-60% di Stagno (Sn) e dal 40-50% di Piombo (Pb), conforme al Regolamento 1272/2008/CE, che ha più basso il punto di fusione (al di sotto dei 200°) dei giunti di zinco da unire, possiede un’ottima proprietà di scorrevolezza e di “bagnare” il metallo durante la brasatura facilitandone l’operazione.

COME EFFETTUARE LA BRASATURA

La brasatura è effettuata disponendo vicini i metalli di base facendo in modo che tra il coperchio e la vasca resti uno spazio tale da permettere il riempimento del giunto in modo omogeneo e ottenere un’unione per bagnatura e capillarità.

I metalli di base devono essere precedentemente levigati e puliti con un agente chimico particolarmente corrosivo (acido muriatico) chiamato acido decapante o disossidante, che rende le parti idonee alla brasatura rimuovendo ed eliminando le impurità e creando una microporosità che facilita l’ancoraggio della saldatura, dissolvendo perfettamente gli ossidi senza danneggiare la superficie.

BAGNABILITÀ

CAPILLARITÀ

BAGNATURA

Il punto di fusione della lega di apporto (Sn+Pb < di 200°) è inferiore a quella del materiale di base (Zn +/- 419°). Quest’ultimo non fonde, ma si porta a una temperatura cosiddetta di bagnabilità, ossia quando la lega è in grado di penetrare a livello intermolecolare nel metallo stesso, creando quindi uno strato superficiale intermedio tra lega e metallo che genera la giunzione degli stessi.

LA CORRETTA STAGNATURA

CAPILLARITÀ

Rappresenta la capacità della lega fusa di penetrare all’interno di tutte le intercapedini presenti nei giunti che si vogliono unire. In questo modo la lega è in grado di riempire tutti gli interstizi realizzando una giunzione completa senza lasciare fori o porosità. La lega, infatti, alla temperatura di brasatura (stessa della bagnabilità) viene attratta all’interno dei giunti che si vogliono unire e può vincere anche la forza di gravità.

Si evince anche dal colore a lavoro finito: lo stagno deve risultare lucente. Da evitare invece la formazione di bolle o pori che ne comprometterebbero la resistenza. La brasatura dolce offre una grande impermeabilità a liquidi e a composti aeriformi, ma non molto per quanto riguarda le sollecitazioni meccaniche dovute alle trasformazioni cadaveriche all’interno della cassa.

Infatti, se la saldatura non è effettuata in modo corretto, potrebbero crearsi dei cristalli polverulenti che si estenderebbero a tutta la massa e ne provocherebbero una spontanea polverizzazione (fenomeno conosciuto come “peste dello stagno”), causando rotture che originerebbero lo scoppio della cassa.

Questo problema può essere risolto utilizzando le apposite valvole, che sono autorizzate esclusivamente per la controcassa in zinco e in assenza delle quali vige ancora l’obbligo di reggiatura della cassa.

TUTELIAMO IL DANNEGGIATO. INSIEME.

In 28 anni di attività abbiamo risarcito con successo più di 5.500 casi di perdite di congiunti: nessun altro in Italia ha raggiunto una simile competenza.

Non solo qualità ma anche efficienza e velocità. Spaf garantisce a tutte le imprese la disponibilità immediata e la consegna in tempi brevissimi di tutti gli accessori e le maniglie presenti nel catalogo.

Sai dirlo con i fiori ?

UN CERCHIO di fiori per l’eternità

La decorazione floreale dell’urna cineraria diventa un tributo da utilizzare sia durante la cerimonia effettuata ad avvenuta cremazione sia nel luogo dove le ceneri verranno conservate.

Proponiamo in questo articolo la realizzazione di una corona per urna che ha un certo rilievo estetico e che può essere realizzata sia con i fiori freschi sia con quelli artificiali, come nell’esempio da noi presentato, per un decoro a lungo termine.

step by step

come realizzare una composizione per l’urna

MATERIALE:

- pistola a caldo al silicone

- graffette di filo di ferro

- corona di spugna per urne

- tappetini vegetali artificiali

- fiori artificiali (nel nostro esempio orchidee cymbidium, rose, ortensia, fiorellini complementari)

La corona di spugna per urne ha un sostegno a cerniera apribile per tenerla in posizione semiverticale e un piano in betulla sul quale posizionare l’urna. Le maglie di rete metallica che ingabbiano la spugna servono a reggere il peso dei fiori e a trattenerli meglio nella spugna stessa.

Dividiamo in due i tappetini vegetali quadrati in modo da ottenere due rettangoli che più facilmente aderiranno al profilo della corona, eliminando eventualmente le strisce in eccesso, da conservare per i successivi riempimenti di parti che resteranno scoperte.

Applichiamo le porzioni di tappetini al fusto utilizzando graffette di filo di ferro fissate con colla a caldo al silicone.

4 Completiamo la copertura di verde della corona inserendo, nelle parti rimaste scoperte fra un tappetino e l’altro, le eccedenze dei tappetini ed eventualmente dei mazzetti dello stesso tipo di verde.

La decorazione con i fiori è realizzata a zone, alternando ortensie rosse con macchie cromatiche più chiare dove le orchidee, le rose e i fiorellini complementari sono mescolati a gruppetti formando delle masse floreali. Tutti i fiori vanno fissati con la colla a caldo.

È importante, per avere un effetto finale di varietà visiva, che le varie macchie cromatiche siano posizionate in modo non rigidamente geometrico, ma leggermente orientate ora verso la parte anteriore e ora verso quella posteriore per ottenere movimento.

I mezzi dell’impresa Antonio Pirovano: il modello FIAT 525

PProseguo con la mia descrizione di alcuni dei mezzi storici dell’impresa Pirovano di Cinisello Balsamo, in provincia di Milano. Passano gli anni e, dopo la mia visita da bambino al parco auto dell’impresa Pirovano, nella prima metà degli anni Ottanta, mentre andavo ad acquistare dei ricambi usati per la mia già vecchiotta, ma attivissima, Renault R6 dal maggiore autodemolitore di Monza, gestito dai Fratelli Fedeli, notai subito i cinque magnifici Fiat 1100T Riva dell’impresa Pirovano, giunti da poco alla loro ultima destinazione. Erano ancora splendidi, con le loro cromature luccicanti, neri, stupendi, ma i tempi erano cambiati e anche all’impresa Pirovano era giunto il momento di sostituirli con più moderne e attuali Mercedes-Benz di Casale e Pilato. Per me che già apprezzavo le auto d’epoca fu una fitta al cuore. Le targhe erano già state tolte e loro “i Riva” erano lì incolonnati, inconsapevoli del loro destino finale. Il demolitore era molto geloso dei furgoni funebri e non voleva che nessuno li toccasse, anche se la loro fine dopo anni condivisi in un piazzale fu la stessa di ogni mezzo che varca il cancello di un’autodemolizione. Curiosamente a Monza il Comune per i servizi funebri disponeva di tre furgoni Fiat 238 allestiti da Pilato color bronzo che purtroppo, a causa della inesistente manutenzione della meccanica da parte del personale, spesso si fermavano durante i cortei, nell’imbarazzo più totale. Ricordo parenti che si ritrovavano a spingere i furgoni durante il corteo, finendo oggetto di articoli su giornali locali. Probabilmente i furgoni erano in quel periodo più rappresentativi dei servizi comunali, motivo in più perché Pirovano puntasse saggiamente su più moderne vetture MercedesBenz Casale o Pilato. I tempi erano cambiati… Oggi ammetto candidamente che se scrivo su Tecnica e mi interesso a questi mezzi storici con passione e competenza è anche in buona parte da attribuire a queste tondeggianti e, perché no, simpatiche autofunebri di Pirovano create da Riva.

L’altra foto ritrae invece una più vecchia Fiat 525 modificata ad autofunebre, in maniera artigianale, e fotografata proprio di fronte alla storica sede di Monza. Alle spalle, infatti, il muro dell’edificio dell’attuale sede del Comune di Monza. Infine la stessa vettura viene ritratta durante un funerale a Cinisello Balsamo, località poco distante da Monza. In questo caso la vettura di base era la berlina che veniva “tagliata” dopo il sedile di guida, sostituendo la parte posteriore con la struttura lignea tipica del Nord Italia con colonne lavorate e decori lignei. Sulla foto si nota la scritta 3° Classe, in quanto all’epoca e almeno fino a tutti gli anni Sessanta i funerali e l’allestimento dei carri era contraddistinto in classi, dove la Prima era chiaramente come si usa dire oggi la “top di gamma”.

Venendo alla storia dell’impresa Pirovano – raccontataci direttamente dall’attuale amministratore delegato Davide Veronese, che desidero ringraziare per le foto e per la disponibilità – si presume che il fondatore Antonio Pirovano abbia costituito la società in quel di Monza, sul finire dell’Ottocento del secolo scorso, una società appaltatrice, ovvero specializzata soprattutto in addobbi, per altro non solo mortuari, denominandola con il proprio patronimico.

Solo a seguito di modifiche e di avvicendamenti societari, via via susseguitisi nel tempo, si giunse al 1968, anno in cui Aldo Veronese acquisì la società nella storica sede di Monza, Largo XXV Aprile, proprio a ridosso del palazzo municipale. Oggi è cresciuta molto, tanto come impresa funebre quanto come centro servizi, operando sull’intero territorio lombardo, avendo sede operativa a Cinisello Balsamo a cui si aggiungono la sede storica di Monza, 13 filiali e due case funerarie.

Continua il nostro viaggio alla scoperta delle autofunebri utilizzate in passato dagli impresari italiani. In ogni numero vi presentiamo alcuni modelli grazie all’analisi di Marco Sambataro , modellista ed esperto di autofunebri d’epoca.

TELEFONI UTILI

Alberto con Urna DOPPIA ANIMA.