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Magazine L’essenza dell’informazione

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II, 6 | Aprile - Maggio 2013

Periodico a cura dell’Associazione OPERA. Idee in Circolo - Adelfia

EXTRA OMNES!

INTERVISTA A ANTONIO COLAGRANDE Vito Mariella Pag.6

PREVENZIONE E SCREENING Rosa Cantacessi Pag.7

L’ASILO NINO RAGONE CHIUDE DOPO SESSANT’OTTO ANNI Rosanna Rusconi Pag.9

CULTURA Teatro... Ragazzi: dei, per, con, sui? MUSICA Sziget Festival


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REDAZIONE

redazione@operaidee.it Linea diretta tel. 388.3657831 Registrazione 1312/2012 Tribunale Ordinario di Bari il 28.05.2012 - N.20 Direttore responsabile Trifone Gargano Caporedattore Daniela F. Rusconi Vice Caporedattore Vito Mariella Art Director Nicola Angiuli Responsabile Politica e Attualità Mimmo Cangialosi Responsabile Cultura e Spettacolo Rosanna Rusconi Responsabile Salute e Benessere Rosa Cantacessi Responsabile Musica Francesca Gargano Rosemary Nicassio Photo Editor Nicola Angiuli Responsabile Web Teresa Di Tommaso Segreteria di Redazione Giovanni Petrera COLLABORATORI Roberta Favale Licia Ventura COMUNICAZIONE e IMPAGINAZIONE

www.studioartesia.it - info@studioartesia.it Stampa SAGRAF Srl - Capurso © 2012 - Tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica sono riservati. Il materiale ricevuto e non richiesto (testi e fotografie), anche se non pubblicato, non sarà restituito. Per approfondimenti e aggiornamenti www.operaidee.it - www.tagmagazineweb.it

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DOMANDA Salve, vorrei sapere cos’è il Servizio Civile. Ne ho sentito parlare qualche volta, anche all’Università ma non ho mai approfondito. Grazie, Rossella. RISPOSTA Ciao, Rossella! Il Servizio Civile Nazionale è una costola dell’Obiezione di Coscienza, ma del tutto volontario. È stato istituito nel marzo del 2001 con la Legge n. 64 come forma di difesa della patria attraverso mezzi e attività non militari. È regolamentato e gestito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, di cui i volontari diventano dipendenti per dodici mesi. Il SCN (questa la sigla) è una vera e propria opportunità di crescita e di formazione offerta ai giovani dai 18 ai 28 anni. Esso è soprattutto un terreno in cui sperimentare o imparare la cittadinanza attiva, con l’obiettivo di contribuire allo viluppo sociale, culturale e economico del nostro Paese. È possibile svolgere il SCN in amministrazioni pubbliche, in ONG o in organizzazioni no profit. Per quanto riguarda l’Università, per quella di Bari, il Servizio Civile all’estero rappresenta il fiore all’occhiello. I dodici mesi possono essere prestati anche in Paesi extracomunitari. Solitamente, il bando viene pubblicato in primavera, ma per quest’anno non vi è alcuna certezza che venga pubblicato, a causa della spending review (sono stati tagliati 40 milioni di euro di finanziamenti destinati alle politiche attive). Maggiori informazioni puoi trovarle sul sito www.serviziocivile.gov.it che ti consiglio di tenere d’occhio, a partire dal mese di marzo. Altrimenti, puoi sempre rivolgerti ai volontari in servizio presso lo Sportello Polifunzionale Comune Amico. Licia VENTURA


EDITORIALE

E ORA, ADELFIA!

Archiviato l’appuntamento elettorale, crediamo sia giunto (finalmente) il tempo di assumere il seguente programma politico-amministrativo: «E ora, Adelfia!». Ecco, crediamo sia giunto il ‘turno’ della nostra città, nelle attenzioni e negli sforzi del Sindaco che – non va dimenticato – ha vinto le ultime elezioni amministrative con l’impegno di far rinascere Adelfia, dopo i dieci anni di (dis)amministrazione di centro destra; ma anche negli sforzi dell’intera giunta di centro sinistra, che è stata, fino ad ora, molto, ma molto, al di sotto delle aspettative! Senza indugi, occorre (ri)lanciare l’azione amministrativa di coalizione che la nostra cittadina merita, necessita e che attende da due anni. A nostro modo di vedere, il Sindaco Antonacci, smessi i panni del candidato, deve osare di più, con se stesso, con i propri assessori e con i partiti e con i movimenti (più o meno civici) che lo hanno portato a vincere e che lo sostengono nell’azione amministrativa. È finito il tempo delle cautele opportunistiche (fossero state anche soltanto di natura psicologica), di non dispiacere nessuno (per via della riserva mentale che colpisce ogni candidato: non scontentare nessuno, per ottenere il voto di tutti). Il Sindaco, adesso, deve pretendere da se stesso e dai suoi assessori un profilo “più alto”, in termini di competenza e di autorevolezza. Basta con le rivalità “interne” (alla maggioranza di centro sinistra, e agli stessi partiti e movimenti che sostengono Antonacci). Molto probabilmente, alcuni assessori, che in questi due anni non hanno brillato né per competenza professionale, né per saggezza politica, vanno sostituiti (e alla svelta). Così pure deve cessare lo spettacolo indecoroso delle rivalità (politiche?) tra assessore e partito (o movimento) che lo esprime. Il Sindaco deve esercitare senza più indugi e tentennamenti (e con autorevolezza) i poteri che gli derivano dalla Legge, ridefinendo la giunta, completandola, sostituendo chi va sostituito, e pretendendo da ciascuno impegno e profilo degni delle sfide che i nostri tempi complessi (e di crisi) richiedono, nell’esclusivo interesse di Adelfia. Trifone Gargano

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? POLITICA

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POLITICA e ATTUALITÀ

EXTRA OMNES! Extra Omnes (fuori tutti!). Sono le due parole pronunciate dal maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie nella cappella Sistina, all’inizio del Conclave, riunitosi per eleggere il nuovo Pontefice, invitando tutti coloro che non sono chiamati all’elezione a uscire dalla Cappella. Infatti, la segretezza è uno dei requisiti di questa millenaria tradizione cattolica. Altra tradizione, invece, caratterizza il Comune di Adelfia, dove la pratica del “comodato d’uso gratuito” vede coinvolti diversi locali di proprietà comunale assegnati a associazioni del territorio. Ricco è l’elenco fornito dall’assessore alla trasparenza, Giovanna Guantario, sul suo sito internet. Guardate bene, l’utilizzo di questo strumento giuridico non è espressamente vietato dalla normativa vigente, ma di certo non appare, come afferma la Corte dei conti, «compatibile con i principi di economicità e redditività del patrimonio pubblico». In altre parole, il “comodato d’uso gratuito” non porta soldi nelle casse comunali; anzi, in alcuni casi porta solo spese (pensiamo alle utenze elettriche), tutte a carico del cittadino! Qualcuno mi dirà che il principio di redditività e l’interesse alla corretta gestio-

ne del patrimonio immobiliare pubblico possono essere considerati secondari rispetto a finalità d’interesse generale. Secondo tale tesi sarebbe possibile ricorrere all’istituto del “comodato d’uso gratuito” nel caso in cui le associazioni in questione avessero finalità sociali tali da essere di pubblico interesse e tali da contribuire in maniera concreta e tangibile alla crescita socio - culturale del nostro territorio. In verità, sono passati anni (e, in alcuni casi, decenni) dalle concessioni rilasciate dal nostro Comune ad alcune delle diverse realtà associative del nostro territorio. Quasi in tutti questi casi si è provveduto a concedere i locali pubblici sulla scorta di una semplice richiesta effettuata dall’associazione di turno. Nessun avviso pubblico, nessuna verifica periodica delle attività svolte dalle organizzazioni, nessuna garanzia sulla ricaduta socio – culturale delle azioni messe in campo. Sono, questi, solo alcuni dei fattori che hanno trasformato un diritto a tempo, in un diritto “sine die”, dove, in alcuni casi, il conduttore si è trasformato, addirittura, in proprietario assoluto del bene pubblico concessogli! L’analisi della crisi, oggi, ci porta a ve-

dere cose, situazioni, sconcezze, che fino a qualche tempo fa non notavamo, ma sono sempre state lì, sotto il nostro naso, non volevamo vederle, o ci faceva comodo ignorarle. Quante associazioni, per esempio, hanno tenuto, nei confronti delle diverse amministrazioni che si sono succedute negli anni, un atteggiamento parassitario per ottenere qualche favore? Quante volte gli amministratori di turno hanno chiuso gli occhi e concesso contributi, o sedi pubbliche in cambio di una speranza di voto? Basta! Dobbiamo tutti farci un esame di coscienza e ristabilire quell’habitat sociale confacente a una comunità matura. Ognuno deve prendersi le sue responsabilità. Per far ciò, l’amministrazione e le associazioni devono ripartire e tracciare un percorso basato su regole condivise, che guardino esclusivamente gli interessi collettivi. Il punto di partenza è sicuramente l’abolizione del comodato d’uso gratuito e l’istituzione di un canone agevolato per le associazioni realmente capaci di progettare interventi significati per la nostra comunità. Per tanto, anno zero. Extra Omnes!!! Vito MARIELLA

“fatti non foste a viver come bruti, ma ...” Qual è il punto che delimita la responsabilità dal dovere? Quando, facendo il proprio dovere, ci si può sentire sollevati dalle conseguenze che quel gesto doveroso ha, imprevedibilmente, provocato? Si vota raggiungendo il quorum, si pagano le tasse rispettando la legge, si decide di essere cittadini onesti, ma questo sembra non essere sufficiente per migliorare la società, perché magari ci si ostina a pretendere le buste della raccolta differenziata per gettare rifiuti organici. In questa atrofia del “panta rei”, si può ancora sperare nel ritorno di una nuova “Belle Époque”. Domandare, osservare, analizzare, relativizzare, dire sì alla vita possono essere il punto di partenza. Non Faust, che per lo scibile ha venduto l’anima al diavolo, deve diventare l’esempio, ma “colui che sa” e che ricerca il vero, il giusto, che conosce la differenza tra il

bene e il male, può indicare la via. Se la curiosità (o la rabbia) aprisse gli animi e le menti, anziché renderli miopi, una lampara si accenderebbe e il dovere di partecipare alla cosa pubblica diventerebbe partecipazione responsabile. Licia VENTURA

Marco Zatelli è il nuovo Comandante del Corpo dei Vigili Urbani di Adelfia e Capo settore igiene urbana e ambiente. Il Comandante Zatelli viene da Trento, dove svolgeva lo stesso ruolo nel Corpo di Polizia Municipale intercomunale di sei Comuni. Laureato in Giurisprudenza e Diplomato come consulente tecnico ambientale. Dall’1 aprile 2013, è ad Adelfia nel pieno delle sue funzioni. Al dott. Marco Zatelli auguriamo buon lavoro, con la speranza che, presto, Adelfia senta il cambio gestionale, e che assapori l’efficacia di un servizio vitale per la civile convivenza. Gigi TITA

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INCHIESTA

“QUANDO LA NOSTRA GENTE VIENE UNTA CON OLIO DI GIOIA LO SI NOTA ...” (PAPA FRANCESCO) Nel 1962, il Concilio Vaticano II apriva la discussione sulla vita della Chiesa Cattolica; nei capitoli V e VI venivano affrontati gli argomenti della vocazione alla santità da parte dei membri del Popolo di Dio e veniva spiegata la funzione della vita dei Religiosi. Questi capitoli, tutt’ora, delineano le basi del rapporto tra Fedeli e Religiosi. “Quando la nostra gente viene unta con

olio di gioia lo si nota. [...] La gente ci ringrazia perché sente che abbiamo pregato con le realtà della sua vita di ogni giorno, le sue pene e le sue gioie, le sue angustie e le sue speranze”. Con le sue parole papa Francesco ha voluto richiamare all’azione attiva i Religiosi, li ha incoraggiati a uscire dalle parrocchie, a aprirsi al Popolo di Fedeli, a non averne paura, a non sentirsi op-

pressi dalle difficoltà, ma a affrontarle, non da soli, bensì, prendendo per mano i Fedeli, percorrendo insieme il giusto cammino. I sacerdoti devono riappropriarsi del ruolo affidatogli da Dio; ma anche noi Popolo di Dio dovremmo ricordarci delle nostre responsabilità. Daniela F. RUSCONI

Il popolo di Dio a cinquant’anni dal Concilio Vaticano II Intervista a Antonio Colagrande, Presidente Azione attolica - Parrocchia San Nicola di Bari e vice - presidente AC Diocesana

Papa Francesco nella sua prima messa crismale ha richiamato la necessità da parte dei presbiteri di dover uscire dalle parrocchie e raggiungere le periferie. Secondo lei, quali sono le modalità e le azioni da mettere in campo per rispondere in maniera compiuta a questo appello, e, pertanto, ridurre le distanze tra religiosi e Popolo di Dio? Anzitutto, diamoci del “tu”, non solo perché condividiamo un certo cammino, ma anche perché mi piace l’idea che si possa parlare di certe cose come tra amici al bar, o in piazza. Tornando alla domanda, mi pare che papa Francesco fin da subito ha voluto richiamare quel senso di Chiesa che il Concilio Vaticano II, nella Lumen Gentium, ci ha lasciato, ma che probabilmente abbiamo dimenticato: una Chiesa “Popolo di Dio in comunione”. Non si tratta di sentirsi semplicemente gli

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uni accanto agli altri, sacerdoti, religiosi e laici. Si tratta, piuttosto, di imparare a vivere gli uni per gli altri: non ci può essere sacerdozio senza popolo di Dio e non ci può essere un popolo che rende lode al suo Dio senza il ministero sacerdotale. Per questo occorre non solo che i sacerdoti si aprano alle “periferie” e che abbiano addosso “l’odore delle pecore”, ma è bene anche che i laici tornino nelle periferie, portando addosso “l’olio di letizia” che i sacerdoti riversano su di loro attraverso i sacramenti.

per essere più clericali dei chierici!), ma per viverla a servizio di tutto e di tutti: testimoni credibili del Vangelo, là dove svolgono le più disparate attività.

Il Concilio, nei suoi documenti, ha evidenziato il ruolo dei laici nella Chiesa. Inizialmente, ciò ha portato a un grande protagonismo laicale. Oggi sembra, invece, di assistere a una fase di stasi, dove i laici “impegnati” fanno un’enorme fatica a far emergere la propria identità diventando sempre più conformisti nei confronti della gerarchia. È cosi?

Mons. Bettazzi, nonostante la veneranda età, quando lo si ascolta meraviglia sempre di più: la sua esperienza diretta ai lavori del Concilio non solo lo ha segnato come persona, ma ha segnato tutto il suo ministero episcopale. Proprio perché l’essere un “unico popolo” è nel DNA della Chiesa conciliare, allora è da lì che scaturisce l’impegno alla “corresponsabilità” tra presbiteri e laici, che si traduce in uno stile di “dialogo e responsabilità condivisa”. Probabilmente, è proprio questo “stile” la strada su cui occorre lavorare anche nelle nostre parrocchie se, come dicono i vescovi pugliesi nella Nota Pastorale dopo il terzo Convegno delle Chiese di Puglia a S. Giovanni Rotondo lo scorso 2011, dedicato proprio ai laici, occorre “respingere la tentazione di mortificare la bellezza della comunione ecclesiale con forme inaccettabili di autoreferenzialità e di contrapposizione, di clericalizzazione dei laici e di laicizzazione dei preti”. Vito MARIELLA

La lezione del Concilio indubbiamente vive una fase di stanca, ma la ricorrenza dei 50 anni dall’apertura di quel grande evento può essere l’occasione per tutti per riprendere fiato. A cominciare da un’errata impostazione del problema: i “laici” non devono emergere nella Chiesa per rivendicare un ruolo altrettanto importante quanto quello dei sacerdoti e dei religiosi. I “laici”, anche quelli più impegnati nelle nostre parrocchie, devono recuperare l’alto significato della loro vocazione, non per “scimmiottare” i sacerdoti e i religiosi (finendo magari

Corresponsabilità tra laici e religiosi. Questo è uno dei tanti messaggi lanciati da Monsignor. Bettazzi, padre conciliare, durante una catechesi tenutasi presso la Parrocchia Immacolata. A che punto è il percorso della sua comunità parrocchiale rispetto a tale illustre messaggio?


SALUTE E BEN-ESSERE

PREVENZIONE E SCREENING Aiutare le donne a prendersi cura di sé con maggiore consapevolezza I tumori che più frequentemente colpiscono le donne sono: quello del seno e quello del collo dell’utero (cervice uterina). Tali tumori causano terribili sofferenze fisiche e psicologiche. Colpiscono la vera essenza delle donne, le limitano nella loro vita, nella sessualità, nella possibilità di diventare madri e le costringono a cure difficili e imbarazzanti. Tali malattie però si possono prevenire, o, comunque, diagnosticare in fasi molto precoci. Effettuando una mammografia ogni due anni, le donne tra i 50 e i 69 anni pos-

sono ridurre del 35% il rischio. Un paptest ogni tre anni permette di ridurre la probabilità di avere un cancro del collo dell’utero dell’88%, e di ridurre quasi a zero il rischio di morte. Lo screening è un programma di sanità pubblica gratuito, rivolto alle donne residenti nella nostra regione, di età compresa tra 25-64 anni. Il PAP-TEST è veloce e indolore, e non richiede una preparazione specifica; tuttavia, per ottimizzare il risultato è opportuno seguire alcune semplici regole: programmarlo tre giorni dopo la fine delle mestruazioni;

evitare l’uso di ovuli, creme o gel vaginali nelle 48 ore che precedono l’esame; evitare i rapporti sessuali almeno 24 ore prima del test. Il test di screening per la diagnosi precoce del tumore della mammella è la mammografia: si tratta di una radiografia del seno, effettuata in due proiezioni su ciascuna mammella; dura pochi attimi e i rischi ipotetici causati dall’esposizione ai raggi X sono trascurabili (di gran lunga inferiori ai vantaggi della prevenzione). Rosa CANTACESSI

Consigli pratici da non dimenticare -

dai 25 ai 70 anni autoesame del seno; tra i 40 e i 50 anni almeno due mammografie; dopo i 50 anni mammografia ogni due anni; ad ogni dubbio, visita medica specialistica; tra i 25 e i 60 anni eseguire il PAP-TEST ogni 2-3 anni.

Evento simbolo per sensibilizzare sull’importanza delle prevenzioni è il «Susan G. Komen Race Italia», che si svolgerà a Bari il 24-25-26 maggio 2013 (per ulteriori informazioni , si veda il sito web: www.komen.it).

Gentilissimo Presidente, la responsabile AIRC della città di Adelfia, Isabella De Caro e la volontaria Rosa Losito, ci hanno riferito della splendida serata da voi organizzata, tenutasi presso l’Auditorium Cafaro di Adelfia il 15 dicembre 2012 “METTI IN CIRCOLO IL TUO AMORE”. E’ sempre molto commovente quando artisti di talento si mettono a disposizione per una causa così importante come la ricerca sul cancro. Grazie all’impegno della sua Associazione e dell’Associazione culturale Palcoscenico, Luisa Losito che ringrazio insieme a tutti coloro i quali hanno partecipato, ha potuto coronare il suo sogno: danzare per raccogliere fondi da devolvere alla ricerca oncologica. Siamo orgogliosi di dire che, in oltre 40 anni di ricerca, non c’è scoperta in campo oncologico che non sia stata totalmente o in parte finanziata da AIRC e siamo particolarmente lieti di poter condividere questo risultato con quanti ci sostengono e aiutano. Grazie quindi ancora di cuore per essere al nostro fianco Il PRESIDENTE Michele Mirabella

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CULTURA e SPETTACOLO

TEATRO... RAGAZZI: DEI, PER, CON, SUI? Una semplice preposizione può cambiare un mondo e creare tante nuove possibilità Il mondo del teatro è ampio, vasto, poliedrico; è un mondo “antico”, ma sempre attuale. Il teatro parla, educa, aiuta a crescere, soprattutto se rivolto ai ragazzi. Lino Manosperta, responsabile del progetto “La Scena dei Ragazzi”, svolto dal Teatro Pubblico Pugliese (TPP), e la sua collaboratrice, Adriana Marchitelli, ci aprono una finestra su questo mondo, ci lasciano sbirciare il loro lavoro e la loro passione. “La Scena dei Ragazzi” è un progetto creato dalla attiva collaborazione tra amministrazioni, istituzioni e il consorzio del TPP; è un modo creativo per comunicare con i ragazzi, è un modo per rappresentare il loro immaginario - che poi tanto fantastico non è, perché l’ immaginario per loro rappresenta lo specchio del reale. Questo reale immaginato risponde alle logiche del gioco, porta a

vivere viaggi fantastici e favolosi, risveglia la creatività e la voglia di esserci, di partecipare e soprattutto di permettere ai ragazzi di riconoscersi. “Perché il bambino ha paura del buio? Semplicemente, perché ha paura di non riconoscere la realtà quando dorme”. Lino Manosperta ci spiega così l’importanza del suo lavoro; molti potrebbero ridurlo a una semplice selezione di compagnie teatrali, o di opere da mettere in scena, ma è necessario conoscere, studiare, avere consapevolezza e passione per far godere appieno l’esperienza magica e coinvolgente del teatro. Un teatro fatto di attori professionisti, che sanno come interagire con un pubblico di ragazzi, che sanno come riproporre e rappresentare il linguaggio, le immagini, le storie e i pensieri che animano le loro realtà immaginate. Fare

una scelta significa, perciò, studiare con attenzione, per provocare emozioni, per risvegliare la creatività, per fare cultura, per aiutare a crescere e a educare, senza che lo stesso ragazzo se ne accorga, perché lui è semplicemente coinvolto in un magnifico gioco. Sarebbe bello - e l’uso del condizionale è corretto - poter far vivere queste esperienze magiche ai ragazzi del nostro paese; quindi, la domanda è : perché Adelfia non entra a far parte del consorzio del Teatro Pubblico Pugliese? Certo, ci sono delle spese ... ma facciamo due conti: quanto spende l’amministrazione per le attività ludico-culturali di Adelfia? e quanto in proporzione il consorzio potrebbe farci guadagnare/risparmiare? Almeno, pensiamoci un po’ su! Daniela F. RUSCONI

Principi attivi 2012 ad Adelfia: eco2mpensiamo Anche Adelfia ha i suoi Principi Attivi, i vincitori sono i giovani adelfiesi Diego Chiatante, ingegnere edile-architetto nello Studio CH2DESIGN Architettura | Ingegneria | Design di Adelfia e Carmela Cosola, biologa esperta di sistemi di gestione aziendale nel settore qualità ed ambiente secondo standard interna-

zionali. I due saranno supportati dall’ausilio specialistico di Daniela Paradiso, naturalista, dottoranda presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, e dall’Associazione “Opera. Idee in circolo”, che si occuperà della promozione delle attività rivolte alla Cittadinanza.

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CULTURA e SPETTACOLO

L’ASILO NINO RAGONE CHIUDE DOPO SESSANTOTTO ANNI DI STORIA Le suore del Sacro Costato lasciano la comunità adelfiese Nei pressi della villa comunale, nel rione Montrone, dove oggi sorge la biblioteca intitolata a A. Cafaro, due locali del comune ospitavano nel lontano 1945, l’asilo infantile “Nino Ragone”. Grazie all’intervento di don Trifone Modugno, allora arciprete, e del Sindaco Domenico Stea, che si fecero portavoce della volontà popolare, Adelfia vide nascere una nuova realtà educativa sul territorio. Nel 1946, a dirigere l’asilo, furono chiamate le suore del Sacro Costato che, da allora sino a oggi, hanno continuato a prendersi cura dell’educazione dei bambini loro affidati. Solo dopo vent’anni, il 9 Giugno 1966, alla presenza dell’arcivescovo di Bari, mons. Enrico Nicodemo, l’onorevole Aldo Moro, inaugurò la nuova sede della scuola materna, tutt’ora in attività.

Don Luigi Stangarone per cinquant’anni ogni mattina ha celebrato messa nella cappella della scuola materna e ha visto crescere la struttura anno dopo anno: “Non dimenticate che l’asilo è stata la prima realtà privata e religiosa a nascere sul territorio. I genitori facevano una scelta precisa nell’affidare l’educazione scolastica dei propri figli alle suore. Ciò che mi fa piacere sottolineare è la totale fiducia accordata loro”. Non sono solo i bambini a essere accolti nella struttura; in passato le religiose hanno organizzano corsi di attività domestiche come ricamo e cucito e hanno collaborato assiduamente con la parrocchia, occupandosi, tra l’altro, anche della formazione dei bambini per la preparazione a ricevere i sacramenti. Non sono certo mancati i momenti di difficoltà, nono-

stante ciò negli anni la presenza delle suore è stata costante e discreta. Dopo sessantotto anni quello in corso è l’ultimo di attività scolastica; con rammarico suor Palma conferma la chiusura dell’asilo: “La mancanza di ricambio generazionale ha portato la nostra comunità religiosa a contare solo sulla presenza di due suore. A dire il vero è un problema di più ampio raggio, che non tocca solo la nostra comunità ma che ci porta ad attuare scelte dolorose come la chiusura della scuola materna”. Maria Montessori diceva: “il bambino deve vivere in un ambiente di bellezza”, da domani il nostro paese perderà un po’ di quella bellezza che le suore hanno contribuito a costruire nel corso degli anni. Rosanna RUSCONI

Gli archi nello stile Liberty degli edifici di Adelfia Continua la rubrica sul Liberty, stile OttoNovecentesco presente nel nostro paese. In questo numero entreremo nello specifico di quest’arte, cominciando a analizzare gli archi, strutture architettoniche antichissime, le cui prime tracce si hanno nell’Antico Egitto, e che troveranno grande diffusione ai tempi della civiltà romana. La solidità degli archi è esemplare, e, perciò, vengono considerati tra le strutture portanti di un edificio. Infatti, se osserviamo in generale le rovine di 1

costruzioni del passato, noteremo che gli archi sono gli unici elementi a rimanere sempre intatti. Diverse tipologie di archi sono state utilizzate nelle abitazioni del nostro territorio: -archi a tutto sesto (o archi a tutto centro): i più comuni, costituiti da una volta a semicerchio (figura 1); -archi ribassati: tipologia più economica e meno impegnativa, con centro al di sotto della linea d’imposta (figura 2); -archi a sesto acuto: di influenza gotica, 2

usati soprattutto per le finestre, a scopo decorativo, piuttosto che per i portoni (figura 3). Molto caratteristiche sono poi le chiavi di volta, ovvero il cuneo centrale col quale termina la costruzione di un arco, spesso occupato da: maschere apotropaiche, iniziali dei proprietari, o data di costruzione della casa, incise con lo scalpello. Approfondiremo questo aspetto nel prossimo numero. Roberta FAVALE 3

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MUSICA

SZIGET FESTIVAL

Budapest: 5 -12 agosto 2013. Una settimana da non perdere. Il festival Sziget è nato nel 1993, e, da piccolo trampolino di lancio per artisti ungheresi, in questi venti anni è cresciuto talmente tanto da vincere l’importante premio “Miglior Grande Festival Europeo”. Sziget Festival però non è solo una lunga giornata di concerti. Sziget Festival vuol dire: un’intera isola nella bella Budapest, che per un’intera settimana è allestita con venti palchi, dove si suona musica di qualsiasi genere 24 ore al giorno, 7 giorni su 7; un’area attrezzata, pulita e organizzata fin nei minimi dettagli, ove è possibile campeggiare per tutta la durata della manifestazione; un piccolo polmone verde che, per una settimana all’anno, è popolato da gente di diversa nazionalità, attirata dal fascino di questo insolito festival. Negli anni, questi palchi hanno visto tantissimi artisti di fama mondiale, ma è solo dallo scorso anno che allo Sziget è stata ritagliata una piccola area tutta italiana, grazie al progetto promosso da PugliaSounds. Tale iniziativa ha permesso di realizza-

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re il Mambo Stage, riservato a soli musicisti italiani. Numerosi sono i nomi che dallo scorso anno si contendono questo palco, tra cui vi è una vasta rappresentanza di artisti pugliesi. Quest’anno l’aria fresca e innovativa che avvolge l’intero festival si tingerà con i toni “Punk-Dub Tarantolati Salentini” dei Mascarimirì, un gruppo sperimentatore di Muro Leccese che, con sei album all’attivo, un’attività concertistica internazionale e collaborazioni con artisti del calibro di Buena Vista Social Club, Mauro Pagani e Ludovico Einaudi, rappresenta sicuramente il punto più innovativo tra tutti i gruppi che suonano Pizzica. A contendersi il Mambo Stage però saranno anche cinque band italiane emergenti, tramite il concorso Sziget Sound Fest, le cui selezioni si svolgeranno dal 19 marzo

al 10 maggio 2013 (per maggiori informazioni si consulti www.szigetfestival.it) e la cui finale si disputerà in diverse città italiane, tra cui Bari, il 24 maggio, presso il teatro Kismet. Francesca Gargano


MUSICA

CONCERTO PRIMO MAGGIO Nell’era della globalizzazione, del libero scambio tra le culture e tra i popoli, la musica diviene elemento di condivisione, di confronto e d’affermazione d’una identità sociale, e morale. “Musica per il nuovo mondo - Spazi, radici, frontiere”: è questo il tema assegnato al Concerto del Primo Maggio, edizione 2013. Sin dal 1990, le associazioni sindacali CGIL, CISL e UIL, promuovono un incontro musicale che ha lo scopo di creare e coltivare un terreno fertile, capace di far fruttare l’arte delle note. Anche quest’anno, Piazza San Giovanni si riempirà d’artisti noti e di nuovi nomi; gli ultimi, selezionati attraverso fasi decisionali previste dal 1’M Festival. Erede della rassegna Primo Maggio Tutto L’Anno, il 1’M Festival (traduzione letterale: Festival del Primo Maggio) nasce per promuovere la musica del vivo, avvalendosi del potente strumento della rete. Gli artisti scelti dalla giuria, a seguito di perfomance live, po-

tranno accedere al palco romano, ed esibirsi dinanzi ad una folta platea. L’opportunità del Primo Maggio ha permesso anche ad artisti pugliesi d’affermare, ribadire, o avviare una propria entità musicale: parlo di figure note sul territorio nazionale, quali Caparezza o i Sud Sound System, e di figure emergenti, quali i Camillorè o Erica Mou. Il Concertone risulta la celebrazione di una festa, quella dei Lavoratori, che garantisce grandi spazi d’espressione e visibilità, un’occasione per creare trame affettive tra pubblico e musicanti, un’opportunità per divertire, e per dar fiato all’arte su pentagramma, nel giorno dedicato alle conquiste operaie. Rosemary NICASSIO

Negramaro - “Una storia semplice” I Negramaro, gruppo musicale rock italiano, composto da elementi salentini, fra i quali spicca la voce del fantastico, Giuliano Sangiorgi, dopo aver riproposto, fra le tante iniziative, una struggente versione della canzone “MERAVIGLIOSO” di Domenico Modugno, nel 2013, attraverso una serie di immagini inedite, hanno voluto raccontare la loro storia, riproposta nel videoclip

“Una storia Semplice”. Dopo averla raccontata in vari modi, la porteranno a luglio negli stadi; la band vuol racchiudere in uno scatto “La storia semplice” di ogni fan, con foto realizzate attraverso istagram e taggate # Lamiastoriasemplice, inserendole nella loro pagina ufficiale. Giovanni PETRERA

DISTRIBUZIONE PRODOTTI E SERVIZI PER LE TELECOMUNICAZIONI Via Vittorio Emanuele 55 - 70010 Adelfia (BA) tel: 080 4597024 - fax: 080 2087897 TagMagazine #6

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