Rivista Humanité 4/2013: Vita dura in alta quota

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Humanité 4 | 2013

Kirghizistan

Vita dura in alta quota

Realtà siriane

Uno spiraglio di luce nel buio della guerra Mensa popolare

Un po’ di Natale ogni sera Ecuador

Le madri bambine di Tigre Playa


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Impressum Humanité 4/2013 Dicembre 2013 ISSN 2296-6757 Illustrazione di copertina e retro: Fabian Biasio Editore: Croce Rossa Svizzera, Rainmattstrasse 10, Casella postale, 3001 Berna Telefono 031 387 71 11, info@redcross.ch, www.redcross.ch Donazioni: CP 30-9700-0 Consulenza lasciti testamentari: telefono 031 387 72 83 Notifica cambiamento d’indirizzo: per e-mail a pf.service@redcross.ch o per telefono al n. 031 387 74 64 Indirizzo della redazione: Croce Rossa Svizzera, Redazione Humanité, Casella postale, 3001 Berna humanite@redcross.ch, www.rivista-humanite.ch Redazione: Tanja Reusser (caporedattrice), Urs Frieden (Sanità e integrazione), Andreas Häner (Raccolta fondi), Isabelle Roos (Partenariati con il settore privato), Christine Rüfenacht (Sanità e integrazione), Isabel Rutschmann (Comunicazione), Katharina Schindler (Cooperazione internazionale), Karl Schuler (Cooperazione internazionale) Contributi alla presente edizione: Markus Mader, Marco Ratschiller, Jeanne Rüsch Abbonamento: l’abbonamento annuo costa 6 CHF e viene offerto ai donatori della CRS. Pubblicazione: trimestrale Lingue: italiano, francese, tedesco Tiratura: 124 200 copie Copyright di tutte le foto senza indicazione: Croce Rossa Svizzera Traduzione: Servizio traduzioni CRS Layout e stampa: Vogt-Schild Druck AG, Derendingen Prossima edizione: febbraio 2014

PERFORM ANCE

neutral Stampato No. 01-13-551235 – www.myclimate.org © myclimate – The Climate Protection Partnership

Per la stampa di Humanité viene usata esclusivamente carta riciclata 100%, che consente di proteggere le risorse naturali e l'ambiente.

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Humanité 4/2013

ReportAGE – Kirghizistan 4 Vita dura in alta quota 8 Nuove generazioni 9 Una via di uscita 12 IN PRIMA PERSONA – Susanna Rudow, donatrice della Croce Rossa «Voglio aiutare i bisognosi» 14 TESTIMONIANZA – Mensa popolare Un po’ di Natale ogni sera 16 RITRATTO – L’impegno della CRS nel mondo Dove portiamo il nostro aiuto 19 SOTTO LA LENTE – Ecuador Le madri bambine di Tigre Playa 22 MISSIONE – Volontari della Croce Rossa Contro la barbarie 25

IN AZIONE – Realtà siriane Uno spiraglio di luce nel buio della guerra

29 POT-POURRI Pasto tradizionale nella yurta Passatempo e vignetta


© CRS, Caspar Martig

edito ri a l E

Più di un semplice aiuto Cara lettrice, caro lettore, la CRS non aiuta. Mi spiego meglio: la CRS non aiuta le popolazioni ma collabora con loro, e quasi sempre con la Croce Rossa locale. Questo approccio ci consente di essere nel contempo efficaci ed efficienti, come nelle Filippine, dove dal 10 novembre, dopo il passaggio del tifone, i nostri specialisti sono impegnati nell’ambito dell’aiuto d’urgenza. Come in ogni altro lavoro, anche nella cooperazione allo sviluppo ci sono sfide da fronteggiare e soluzioni da trovare. Perché non vogliamo che le persone interessate accettino passivamente le nostre attività, ma che contribuiscano a elaborarle e ad attuarle. E funziona. Ho avuto modo di costatarlo personalmente durante un recente viaggio in Bolivia, dove, insieme con la popolazione e le autorità locali, realizziamo un sistema di assistenza sanitaria di base per i villaggi più isolati. Qui le conoscenze terapeutiche delle comunità indiane non vanno perse, ma integrano la medicina occidentale convenzionale. La CRS incoraggia così l’elaborazione di manuali sulle piante medicinali tradizionali e la costituzione di farmacie naturali. Per capire tutto ciò che rappresenta la cooperazione internazionale bisogna aver visto, in un villaggio lontano da tutto, l’immensa gratitudine di una madre il cui bambino riceve finalmente le cure di cui aveva urgente bisogno. Ciascuno dei delegati CRS di cui vedrà i volti alle pagine 16 e 17 potrebbe parlarle della riconoscenza di coloro che, in paesi per ora meno sviluppati della Svizzera, apprezzano ogni minimo miglioramento delle loro condizioni di vita. Le auguro Buone Feste, sperando che la vita offra anche a lei qualcosa di cui essere riconoscente. Con i miei più cordiali saluti

Markus Mader Direttore della Croce Rossa Svizzera Humanité 4/2013

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R E P ORTAG E

Kirghizistan

Vita dura in alta quota Il Kirghizistan, una terra montagnosa tra tradizione e modernità. Da dieci anni la Croce Rossa Svizzera (CRS) segue la creazione di un sistema sanitario nei villaggi di questa regione. I volontari, come Machabat Ibisheva (p. 6), si recano personalmente sugli alpeggi alle quote più alte per assistere le famiglie di pastori come quella di Munara, che con i figli trascorre l’intera estate nella sua yurta a un’altitudine di 3500 metri. La realtà di queste famiglie è fatta di stenti e privazioni. TESTO: KARL SCHULER  Foto: FABIAN BIASIO

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rep o rtAGE

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resto o tardi tutti i mille abitanti di Buguchu, un villaggio situato a 1500 metri di altezza, hanno a che fare con Machabat Ibisheva, che qui tutti conoscono solo come Machabat. Infatti Machabat dirige l’asilo e, come volontaria del comitato per la salute, fa visite a domicilio. L’abito dai fiori colorati rispecchia molto bene il carattere gioviale di questa donna di 53 anni, solare e capace di relazionarsi subito con giovani e anziani. L’accompagniamo durante la visita a una famiglia di contadini. Machabat misura la pressione arteriosa a Aizuura. In Kirghizistan le malattie del sistema cardio-circolatorio sono la cau-

I cavalli sono parte integrante della tradizione kirghisa – il kumis, latte di giumenta fermentato, è la bevanda nazionale.

La popolazione non conosce a sufficienza i rischi per la salute. sa di morte più frequente tra gli adulti soprattutto perché la maggior parte della popolazione non conosce i nessi con l’ipertensione. Tra i bambini è invece molto diffusa l’anemia dovuta a un’alimentazione non sufficientemente variata. La consulenza alimentare dispensata da Machabat è quindi particolarmente importante. Così come lo è quella sulla prevenzione della brucellosi, visto che la maggior parte della po-

Machabat (a destra) annota i valori ematici di Aizuura e le spiega come interpretarli. 6

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repo rtAG E polazione dei villaggi kirghisi è dedita alla pastorizia ovina. Grazie alle campagne d’informazione, questa infezione batterica che colpisce gli ovini e si trasmette anche all’uomo, causando febbre, dolori articolari e, in alcuni casi, la morte, è meno diffusa rispetto a una decina di anni fa. Tuttavia, lo stretto contatto tra uomo e animale comporta tuttora un certo rischio. Il contagio può essere evitato mig­lio-­ rando l’igiene, soprattutto alla nascita degli agnelli. È ad esempio importante sotterrare la placenta, ma sarà soltanto attraverso la vaccinazione degli animali e l’informazione alla popolazione che la malattia potrà essere debellata. Da qui Machabat trae tutta la sua motivazione – anche oggi, durante la visita a Aizuura e ai suoi figli.

sua famiglia fanno parte di una nuova generazione di contadini. Vivono poveramente, ma non più esclusivamente della propria produzione. Devono lavorare moltissimo per un reddito incerto. In Kirghizistan non si può certo parlare di benessere, sebbene oggi l’economia dia qualche segno di ripresa rispetto a vent’anni fa, durante la grande depressione che ha fatto seguito all’in-

discono nei mesi estivi circa 300 pecore e 13 cavalli dei contadini della valle. Qui, a 3500 metri di altitudine, vivono nella loro yurta, la tipica tenda rotonda fatta di feltro e pelli, che li protegge efficacemente dal vento e dal freddo ma anche dal caldo. Le pecore sono già state raggruppate per permettere al veterinario di procedere alla vaccinazione contro la brucellosi

L’ottimismo della contadina Aizuura è una contadina di Buguchu. Con Le pecore, che trascorrono l’estate sugli alpeggi, l’aiuto dei tre figli di sono state raggruppate per la vaccinazione. età compresa tra i 4 e i 14 anni, coltiva mezzo ettaro di terra: patate, verdure, mele. dipendenza dall’ex Unione Sovietica Ha una mucca per il latte e una ventina (vedi p. 8). di galline per le uova. Le cinque pecore trascorrono l’estate sugli alpeggi con La yurta esiste ancora la giumenta, che fornisce il prezioso Insieme a Machabat e Mairambek, il velatte. Durante la settimana il marito laterinario, proseguiamo il nostro viaggio vora a giornata sui cantieri nella capitaverso gli alpeggi dove estivano le pecole Bischkek, a tre ore di distanza. Guare di Aizuura. Machabat e il veterinario si dagna 20 000 soms al mese, ossia 400 conoscono bene. Sono entrambi memfranchi. bri attivi del comitato di volontari del vilAizuura ci invita ad entrare nella nuolaggio. va casa d’argilla. La stalla non è ancoIl veicolo arranca sul pietrisco della strara finita ma manca poco. «Abbiamo poda tortuosa che ci porta in quota. I vertuto permettercela grazie alla vendita santi brillano di un verde intenso, le delle patate e ai guadagni extra di mio nevi dei 6000 metri illuminano l’orizmarito. Abbiamo più spazio e non dobzonte; nel cielo terso, nuvole bianchisbiamo più vivere dai suoceri», ci spiega sime creano figure artistiche. Un cane con orgoglio. Spera in un futuro miglioappare dal nulla. Con il suo abbaiare sere per i figli visto che i più grandi vangnala il nostro arrivo a Eseubek e alla no regolarmente a scuola. Aizuura e la moglie Munara, che con i tre figli accu-

Per la vaccinazione vengono somministrate gocce oftalmiche.

con le gocce oftalmiche. Nel frattempo Machabat dà a Munara e ai figli preziosi consigli sulla salute nel clima rigido di questa regione. Spiega loro il rischio di contagio della brucellosi, i vantaggi della vaccinazione e i pregi del kumis, la tradizionale bevanda fatta con il latte di giumenta fermen­tato, molto sana e amata da tutti i kirghisi anche nell’era moderna. Il nostro palato ha invece qualche difficoltà ad abituarvisi, poco importa quanto faccia bene. Humanité 4/2013

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rep o rtAGE TRE DOMANDE Tobias Schüth Medico, 55 anni, da 13 anni lavora come delegato della CRS in Kirghizistan. In particolare si occupa della realizzazione di un sistema sanitario.

Quali sono i principali problemi sanitari in Kirghizistan?

La modernità arriva anche sulle montagne del Kirghizistan.

Kirghizistan

Nuove generazioni Nel Kirghizistan come in tutte le ex repubbliche sovietiche, l’indipendenza ottenuta una ventina di anni fa è coincisa con una grave crisi economica. Il passaggio all’economia di mercato ha messo a dura prova l’intera popolazione. Testo: KARL SCHULER foto: FABIAN BIASIO

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on il Tagikistan, il Kirghizistan è uno dei Paesi dell’Asia centrale con il più basso reddito. Poco meno della metà della sua popolazione, pari a 5,5 milioni di persone, vive ancora di agricoltura. Molti devono cercarsi un posto di lavoro all’estero. Eppure negli ultimi anni la situazione economica è leggermente migliorata. Sono state fondate molte aziende familiari dedite al commercio al dettaglio e all’artigianato. Riscuotono grande successo i bazar dove piccoli commercianti offrono un ampio assortimento, dai prodotti agricoli locali a quelli di importazione cinese. Per quanto riguarda le riserve idriche, questo paese montagnoso è simile alla Svizzera. Il governo al potere nella capitale Bischkek sta potenziando le strutture per la produzione di energia idroelettrica e costruendo collegamenti stradali in quota con la speranza di migliorare la situazione a meridione dopo i violenti scontri tra kirghisi e uzbechi di tre anni fa. Con le modifiche costituzionali del 8

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2010 è entrato in carica un parlamento di maggioranza eletto democraticamente e c'è un governo stabile.

Programmi sanitari in Kirghizistan Da quando il Paese ha ottenuto l’indipendenza, l'accesso della popolazione rurale ai servizi medico-sanitari è insufficiente. Per questo motivo la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) ha deciso di finanziare la formazione di comitati per la salute nei vari villaggi. Ha inoltre lanciato un programma ad hoc affidandone la realizzazione alla CRS in collaborazione con il ministero kirghiso della sanità. In questo contesto sono stati rinnovati ospedali regionali e ambulatori, il personale ha ricevuto una formazione adeguata ed è stata creata una densa rete che copre l’85% di tutti i villaggi grazie all’impegno di 1700 comitati in tutto il Paese. Questo approccio è efficiente, finanziabile e si fonda sul rapporto di fiducia istauratosi tra volontari e popolazione.

➔  redcross.ch/kirghizistan

Quasi la metà dei decessi è imputabile a malattie cardio-circolatorie. La maggior parte della popolazione che soffre di ipertensione non lo sa nemmeno. Anche l’anemia è molto diffusa a causa della carenza di ferro che colpisce la metà dei bambini piccoli e delle donne incinte. Moltissime famiglie nelle campagne non possono permettersi di mangiare carne nemmeno una volta a settimana. L’anemia è una malattia che ha effetti permanenti, visto soprattutto che può compromettere lo sviluppo del cervello. I bambini che ne sono affetti denotano maggiori difficoltà di apprendimento e hanno un sistema immunitario più debole. Ma contro l’anemia non esistono gli integratori alimentari? Sì, ma sono troppo cari per la maggior parte delle famiglie. Uno dei nostri maggiori successi è la distribuzione gratuita a tutte le famiglie su scala nazionale di una polverina ricca di ferro da aggiungere alle pappe per i bambini più piccoli. Un provvedimento che ha permesso di ridurre massicciamente l’anemia. Per informare la popolazione sui rischi dell’ipertensione, abbiamo invece designato dei volontari che vanno di casa in casa per misurare la pressione arteriosa. I pazienti che presentano valori alti vengono indirizzati a un medico. Anche la distribuzione di sale da cucina iodato, che ora viene utilizzato da tutti, è uno dei nostri successi. Che cosa è cambiato da quando è arrivato in Kirghizistan? I cambiamenti più importanti si osservano nella capitale Bishkek. I tratti tipici dell’architettura sovietica sono ora coperti dalle pubblicità occidentali. Ci sono insegne colorate, caffè e molte automobili. Nelle campagne, invece, non è cambiato praticamente nulla. Il passaggio al nuovo sistema economico è stato difficile soprattutto perché lo Stato non provvedeva più a ogni esigenza. La popolazione locale comunque ha saputo gestire la situazione. L’ammiro.


repo rtAG E Combattere l’alcolismo

Una via di uscita Nel Kirghizistan, la disoccupazione spinge molti uomini a bere per dimenticare i loro problemi e l’alcolismo è assai diffuso. Il consumo di vodka a buon mercato distrugge spesso i legami familiari. I volontari della Croce Rossa incoraggiano gli interessati a partecipare a gruppi di auto-aiuto. Testo: KARL SCHULER  Foto: FABIAN BIASIO

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ediamo sprofondati nel divano di un salotto dalle pareti rivestite di tappeti decorativi. Nella sua semplicità, questa casa unifamiliare non si distingue dalle altre abitazioni di Kochkor, una cittadina del nord del Kirghizistan. Anche l’ospitalità del padrone di casa, il 41enne Beishembiev Tataertbek, è calorosa, in tipico stile kirghiso. In questo caso c’è però qualcosa in più: l’orgoglio di «avercela fatta», come Beishembiev sottolinea ripetutamente. Con questo si riferisce alla vittoria sulla sua dipendenza dall’alcol. «Ho comin-

ciato a bere a 15 anni e la mia dipendenza è durata ben 18 anni. L’alcol ha distrutto il mio matrimonio e mi ha fat-

Beishembiev Tataertbek aiuta gli alcolisti che vogliono liberarsi dalla loro dipendenza, come già ha fatto lui stesso. to ammalare», ammette con franchezza. Ricorda poi con gratitudine un conoscente, membro della Croce Rossa, che otto anni fa lo ha convinto a partecipare agli incontri di un gruppo di auto-aiu-

to degli Alcolisti Anonimi. Da allora non solo non beve più, ma guida egli stesso uno di questi gruppi. Oggi Beishembiev vive con i figli Azamat e Nurjigit, di 12 e 17 anni, e con sua madre, che ha 66 anni. Quest’ultima racconta con le lacrime agli occhi come allora suo figlio abbia perso il lavoro e interrotto i contatti con la famiglia. Ma oggi lei è felice: suo figlio è tornato e non beve più. I due ragazzi abbracciano il padre con affetto: un gesto che rende superflua ogni parola.

➔  redcross.ch/kirghizistan

Beishembiev Tataertbek (a destra) è riuscito a vincere la dipendenza dall’alcol – con grande gioia dei suoi figli e di sua madre. Humanité 4/2013

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2 × Natale Per chi non ha abbastanza a

. 2013 ate! 2 1 . 4 Dal 2 . Partecip . 2014 ll’11. 1

Azione 2 × Natale: alimenti e articoli di uso domestico per i bisognosi in Svizzera e all’estero

Il pacco online Acquistate un pacchetto virtuale su www.2xnatale.ch. Con la vostra donazione, la CRS compera e distribuisce sul posto cibo e articoli di uso quotidiano a prezzi vantaggiosi.

Un’iniziativa di:

Il pacco classico Gli articoli più richiesti: generi alimentari come pasta, riso e altri alimenti a lunga scadenza (conservabili per ancora almeno sei mesi), prodotti per l’igiene e la toeletta, materiale scolastico e scarpe da bambino nuove. Si prega di non donare indumenti o animali in peluche. Scrivete «2 × Natale» sul vostro pacco e consegnatelo a un ufficio postale. La Posta lo recapita gratuitamente alla Croce Rossa Svizzera.


IN BRE V E Creativi per la CRS ■  Crei per il Natale dell’anno prossimo un’etichetta per pacchi regalo destinata ai donatori della CRS. Una giuria sceglierà i cinque motivi più belli e gli autori dei disegni selezionati riceveranno una piccola sorpresa dalla CRS. Ecco come fare: disegni o dipinga un soggetto natalizio su carta spessa dalle dimensioni di una cartolina (A6). Sul biglietto può comparire la croce rossa, ma non è obbligatorio. Invii quindi l’illustrazione indicando il suo indirizzo e la data di nascita (non ci sono limiti di età) entro il 28 febbraio 2014 a Croce Rossa Svizzera «Concorso di disegno», casella postale, 3001 Berna.

Tifone Haiyan: aiuto d’urgenza CRS

Pakistan ed Eritrea: obiettivo raggiunto ■  Tre anni e mezzo dopo le disastrose inondazioni in Pakistan, la CRS ha concluso il suo programma di ricostruzione nel sud del paese. 3550 persone dispongono ora di case antisismiche e resistenti alle alluvioni. Onde promuovere la salute delle famiglie in questa regione diseredata sono anche state condotte campagne per una migliore igiene e parti sicuri. In Eritrea, la CRS sta ultimando l'allestimendo del Servizio trasfusionale nazionale. In collaborazione con il ministero della sanità, le procedure sono state sistematicamente professionalizzate e il numero dei donatori volontari è sensibilmente aumentato. Il servizio trasfusionale risponde ora alle norme internazionali e ha ricevuto varie certificazioni.

■  Il disastro che ha colpito le Filippine ha assunto proporzioni apocalittiche. Anche Thomas Büeler, nonostante la sua lunga esperienza nell’attività di soccorso della CRS, è rimasto sconvolto: «Ero davanti alle rovine di una scuola, dove tutto un villaggio aveva trovato rifugio credendosi al sicuro. L’edificio era completamente distrutto», ci ha raccontato al telefono qualche giorno dopo la tragedia, trasmettendoci la foto qui accanto. L’8 novembre il tifone Haiyan ha investito le Filippine con venti di oltre 300 km orari, radendo al suolo interi villaggi, distruggendo le vie di comunicazione e paralizzando tutte le infrastrutture del paese. La tempesta, la più potente a memoria d’uomo, ha causato migliaia di vittime e 4 milioni di senzatetto.

Pochi giorni dopo il passaggio del tifone, due specialisti della CRS erano già sul posto per predisporre l’aiuto d'urgenza malgrado la situazione caotica. Una settimana dopo sono stati raggiunti da altri due esperti. Con il sostegno dei volontari della Croce Rossa Filippina, il team della CRS ha potuto organizzare una prima distribuzione di beni di soccorso sull’isola Bantayan. A 3000 famiglie sono stati forniti attrezzi, lamiere ondulate e altro materiale edile che ha permesso di costruire alloggi provvisori per 20 000 persone – una questione di sopravvivenza visto che sono previste nuove precipitazioni. La CRS non intende limitarsi all’aiuto d’urgenza, ma vuole impegnarsi anche nella ricostruzione. Per questo motivo continua ad aver bisogno di donazioni.

➔  redcross.ch/filippine

Insieme per donare la vista ■  La CRS e McOptik lottano insieme contro la cecità legata alla povertà. Per il suo 15° anniversario, l’azienda ottica ha donato alla CRS 7500 montature nuove e realizza nelle sue filiali una raccolta fondi per i progetti oculistici in Africa e Asia. Se anche lei desidera contribuire, troverà una cassetta per le donazioni in ognuna delle 61 filiali McOptik.

➔  mcoptik.ch Humanité 4/2013 11


IN PRIMA PERSONA Susanna Rudow, donatrice della Croce Rossa

«Voglio aiutare i bisognosi» Sulla vita di Susanna Rudow si potrebbe scrivere un romanzo. La fedele e impegnata donatrice della Croce Rossa Svizzera (CRS) ha potuto realizzare i suoi sogni – con esiti talvolta imprevisti. Testo: Tanja Reusser   Foto: Tres Camenzind

no» dei bambini poveri che arrivavano in treno per trascorrere qualche settimana in Svizzera, lontano dai loro paesi distrutti dalla guerra. Sua madre aiutava a lavarli, a dare loro vestiti puliti e a trovare delle famiglie di accoglienza. «La Croce Rossa era per noi un monito: dobbiamo essere grati di vivere nel paese natale di Dunant. È una fortuna essere nati nello stesso paese del padre della Croce Rossa e dei suoi quattro cofondatori.» Susanna Rudow conosce bene la biografia di Henry Dunant.

Il principio di vita di Susanne Rudow: adoperarsi in ogni modo per i più vulnerabili

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olo quando Susanna Rudow sorride, come adesso, con lo sguardo rivolto al lago di Zugo, intorno ai suoi occhi si formano delle leggere rughe che mettono in risalto la dolcezza del suo volto. Altrimenti nulla farebbe pensare che l’elegante signora ha già 78 anni. Non è la prima volta che se lo sente dire: «Non ci crederà, ma non dimostrare la propria età può essere un problema in ospedale.» Così Susanna Rudow risponde al complimento, alludendo ai suoi problemi di salute dopo quattro terapie antitumorali. In compagnia del marito si gode il bell’appartamento, luminoso e moderno, con una magnifica vista sul lago. Sei anni fa la coppia si è trasferita qui dal Cantone di Argovia. Non ha mai avuto difficoltà ad affrontare i cambiamenti. Le piace ripensare al passato, ma senza cadere nella nostal12

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gia. Ha sempre saputo staccarsi da luoghi e abitudini care. Un tratto di carattere che le è stato utile nel passato. «Sa, nella vita bisogna lasciarsi trascinare dagli eventi e cogliere il momento giusto. Solo così si ottiene ciò che si vuole. Ne sono fermamente convinta.» Ed è stato proprio così.

Il monito dei tempi dell’infanzia Cresciuta a Thun vicino alla piazza d’armi, con una madre molto attiva e sempre affaccendata, la piccola Susanna ha vissuto in prima persona la realtà delle donne che si impegnavano come volontarie durante le due guerre mondiali sotto l’egida della Croce Rossa. Sua madre accorreva sempre quando c’era bisogno di lei. Ad esempio nell’ambito del Soccorso ai bambini della CRS negli anni ’40 e ’50. Susanna Rudow si ricorda delle «condizioni di abbando-

La madre di Susanna Rudow era volontaria del Soccorso ai bambini della CRS, che tra il 1946 e il 1956 ha accolto quasi 181 000 bambini per un soggiorno di riposo in Svizzera.


Ha letto Un ricordo di Solferino e attualmente sta leggendo la vasta biografia di Dunant scritta da Yvonne Steiner. «Un po’ troppo voluminosa per leggerla a letto», si lamenta l’appassionata lettrice. Il suo sostegno a favore della Croce Rossa è influenzato anche da altri eventi che hanno plasmato la sua infanzia. Un suo cugino più piccolo, al quale era molto affezionata, soffriva di emofilia. La piccola Susanna andava spesso a trovarlo in ospedale. Il ricordo del pianto straziante dei bambini nei corridoi le è rimasto per sempre impresso nella mente. Si è quindi ripromessa di mettere sempre da parte un po’ di denaro da donare alla Croce Rossa. E così ha sempre fatto.

Scherzi del destino Il destino del cugino si dimostrò ancora più intrecciato con il suo, quando scoprì di essere lei stessa portatrice del gene difettoso. I suoi discendenti maschi avrebbero probabilmente sofferto di emofilia e le femmine sarebbero state portatrici sane come lei. I medici le consigliarono di rinunciare ad avere figli. Sposò un professore tedesco, che aveva 30 anni più di lei. Con il marito si trasferì in Germania, dove per due anni visse una vita spensierata. Lui però morì e la giovane vedova ereditò i suoi debiti. Grazie alla sua solida formazione commerciale e al suo talento per le lingue, trovò presto un posto di lavoro e riuscì a saldare tutte le fatture in sospeso. Come spesso succede agli Svizzeri in Germania, il suo accento continuava a svelare le sue origini anche dopo molti anni.

Susanna Rudow ha letto quasi tutte le opere dedicate alla vita di Henry Dunant e alla fondazione della Croce Rossa.

Capitò così che durante una festa di compleanno un anziano signore le raccontasse di un nipote che viveva da solo in Svizzera con i suoi quattro figli, dopo

«Nel mio testamento vorrei lasciare qualcosa alla CRS per aiutare coloro che sono meno privilegiati di noi.» essere stato abbandonato dalla moglie. Le sarebbe piaciuto conoscerlo? «È difficile: innanzitutto non ho la più pallida idea di come allevare dei bambini e poi non so se riesco a cucinare per così tante persone», fu la sua riposta. Alla fine, i due si incontrarono e per lei fu chiaro sin dal primo momento: «Ci sto.» Accettò la

sfida e divenne matrigna di quattro bambini tra 6 e 16 anni di età. Spesso era sola con loro, perché il marito viaggiava molto per lavoro. Anche se la situazione non era sempre facile, Susanna Rudow ripensa con gioia a quei tempi e mostra orgogliosa una foto dei quattro figli ormai adulti, con i quali è in ottimi rapporti. Anzi, continua ad aiutare loro e i nipoti. «Ci sono però persone meno privilegiate di noi. Per questo, nel mio testamento ho previsto un lascito per la Croce Rossa, per aiutare le persone bisognose. Voglio restituire una parte della gioia che ho ricevuto», dice risoluta, mentre il suo sguardo sorridente si posa su Zugo e il paesaggio circostante. Una città che sorge alla fine di un lago. Proprio come Thun, la città della sua infanzia. Humanité 4/2013 13


T E STIM ONI ANZA

Mensa popolare

Un po’ di Natale ogni sera La metà dei pacchi regalo donati nell'ambito dell'operazione 2 ✕ Natale (due volte Natale) viene ridistribuita a persone che vivono accanto a noi. La mensa popolare di Losanna, dove i più bisognosi hanno la possibilità di ricevere un pasto gratuito – talvolta l’unico della giornata – è una delle organizzazioni beneficiarie. Testo: Christine Rüfenacht  foto: Roland Blattner

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ono le 19 e 45: sotto il Ponte Bessières si aprono le porte della mensa popolare della Fondazione Mère Sofia. La folla impaziente si affretta a entrare nel locale: un anziano con il suo deambulatore, una madre che tiene per mano la figlioletta, dei giovani un po’ spaesati e alcuni migranti che sperano in tempi migliori. Davanti al buffet, dove i volontari – veri e propri pilastri della mensa popolare – servono un pasto caldo, si forma rapidamente una coda. Il menu del giorno: zuppa, riso, verdura e funghi, ma niente carne, che solo 14

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raramente viene offerta alla mensa. Per colmare gli stomaci vuoti ci sono anche panini imbottiti e dolci recuperati nelle panetterie cittadine.

«Uno spazio di accoglienza dove la gente si ritrova, nella dignità e senza discriminazioni.» Un luogo di rifugio Questa scena si ripete quotidianamente. «Ogni sera vengono da 100 a 200 persone, ciò rappresenta 63 000 pasti all'an-

no», spiega Yan Desarzens, direttore generale della Fondazione Mère Sofia. «La mensa popolare è un rifugio, uno spazio di accoglienza dove la gente si ritrova, nella dignità e senza discriminazioni.» Oltre a un pasto caldo, coloro che lo desiderano possono ricevere anche una consulenza; in questo caso vengono indirizzati verso altre strutture, a seconda delle loro necessità. Le derrate necessarie alla preparazione dei pasti provengono tra l’altro dall’azione 2 ✕ Natale per il tramite della Croce Rossa Vodese e permettono alla men-


TE STIMO N IA N ZA a coloro che ne hanno bisogno», commenta Yan Desarzens.

Aperta a tutti

Anche i volontari della Fondazione Mère Sofia trovano che 2 ✕ Natale sia un’iniziativa geniale.

La mensa popolare è aperta a tutti. La maggior parte delle persone che vi si incontrano vengono per consumare un pasto caldo e, se ci sono abbastanza prodotti invenduti a disposizione, per portare a casa del pane o della frutta. Da due anni a questa parte tuttavia si registra un netto aumento del numero degli anziani soli. Uno di essi è il signore di 87 anni dai capelli bianchi che viene servito per primo al buffet. Frequentatore assiduo della mensa popolare, l’anziano è grato di poter mangiare correttamente almeno una volta al giorno. «E poi, venire qui mi costringe a uscire di casa quotidianamente e mi occupa», ci confida tra un boccone e l’altro. Dal canto suo, Jean ha frequentato la mensa per molti anni prima di trovare un

sa popolare di offrire menu nutrienti ed equilibrati. I pacchi di 2 ✕ Natale sono destinati anche a L’Echelle, un altro servizio della Fondazione Mère Sofia. L’Echelle fornisce alimenti gratuiti alle famiglie che non riescono a far quadrare il bilancio. Con il denaro così risparmiato, queste possono ad esempio acquistare un paio di occhiali a un figlio. Gli articoli donati permettono a questo negozio su quattro ruote di funzionare per quattro-cinque mesi. 2 ✕ Natale è un’iniziativa geniale, perché i donatori sono sicuri che l’aiuto va direttamente

A PROPOSITO 2 ✕ Natale La 17a edizione di 2 ✕ Natale, un'iniziativa della Croce Rossa Svizzera (CRS), della Posta Svizzera e di SRG SSR, prenderà il via il 24 dicembre 2013. Fino all’11 gennaio 2014, La Posta Svizzera recapiterà come sempre gratuitamente i vostri pacchi alla CRS. Gli articoli donati saranno distribuiti per metà in Svizzera e per metà nell’Europa dell’Est. Idealmente, il contenuto di un pacco consiste in pasta, riso, conserve, zucchero, farina, frutta secca, dentifricio, spazzolini da denti, sapone, shampoo, quaderni, pennarelli, matite colorate, ecc. Gli alimenti devono avere una durata di conservazione di almeno sei mesi.

«Si tratta per esempio di famiglie che, pur lavorando, non riescono più a tirare avanti», spiega Paul Milliet, che coordina l’operazione 2 ✕ Natale alla Croce Rossa Vodese. Nelle prossime settimane Paul Milliet distribuirà di nuovo 24 000 chili di derrate alimentari, articoli per l’igiene e altri doni nel Cantone, principalmente tramite organizzazioni locali e i Comuni, che sono in stretto contatto con le persone bisognose di sostegno. Un aiuto che, come spiega Paul Millet, eviterà ai beneficiari di sprofondare ancora di più nella precarietà.

➔  2xnatale.ch Lavoro d’équipe: Yan Désarzens della Fondazione Mère Sofia e Paul Milliet della Croce Rossa Vodese

lavoro fisso e di diventare a sua volta volontario. Jean, che ha 45 anni, viene quasi tutti i giorni. «La mensa popolare è una porta magica!», dichiara entusiasta. «È l’unico posto dove si può dimenticare la miseria e la solitudine, almeno per una sera.» I numerosi contatti che ha allacciato nel corso degli anni sono per lui molto preziosi. «Il lavoro che si fa qui è straordinario!»

Aumento della precarietà La mensa è uno dei riti quotidiani di questo signore di 87 anni.

Nel Cantone di Vaud, come altrove in Svizzera, un sempre maggior numero di persone vivono in condizioni di precarietà.

Jean, ex frequentatore della mensa popolare, è oggi un volontario impegnato. Humanité 4/2013 15


R ITR ATTO L’impegno della CRS nel mondo

Dove portiamo il nostro aiuto

Claudio Stauffer Honduras

Anne-Catherine Bickel Paul Rüegg El salvador haiti

Oltre a operare per la prevenzione delle catastrofi, la Croce Rossa si impegna per i giovani nei quartieri poveri.

Il moltiplicarsi degli eventi atmosferici estremi rende sempre più importanti le misure di protezione e di evacuazione.

El

Honduras

Dopo il terremoto e la ricostruzione, si tratta ora di preparare la popolazione alle future calamità naturali.

Haiti

La CRS migliora l’approvvigionamento idrico nei villaggi della regione di Timbuctu, devastata dalla guerra.

Salvador

Lotta contro la cecità legata alla povertà: la CRS esegue ogni anno 2000 interventi di cataratta.

Ecuador

Togo Ghana

Bolivia Paraguay

Foto: Clemens Laub

Mali

Seth Adde-Kyereme ghana

16

Bos

Kamilou Wahabou Sandra Aeschlimann mali

Amilcar Albán ecuador

Edoh Adjakly togo

Ömer Güven Libano / Egitto

Alexandra Machado MALawi

La CRS opera per migliorare la salute delle comunità indigene in Amazzonia.

La gravidanza e il parto rappresentano un rischio elevato: la CRS promuove la salute di mamme e bambini.

La trasfusione di sangue può salvare delle vite: la CRS garantisce l’approvvigionamento di emoderivati di qualità.

In questo paese, uno dei più poveri dell’Africa, la CRS sviluppa un programma sanitario e migliora il servizio trasfusionale.

Albino Portillo paraguay

Eduardo Lambertin Bolivia

Claudia Plock sudan

James Mwanza Sudan del Sud

Adèle Beerling Etiopia

Aiutiamo i piccoli contadini a far valere il loro diritto alla salute e alla terra.

La nostra azione ha contribuito a ridurre la mortalità infantile in alcune regioni isolate.

Vaste aree del paese sono colpite dalla siccità. La CRS costruisce pozzi per 30 000 persone.

Indipendente dal 2011, questo giovane Stato ha bisogno di aiuto per sviluppare l’assistenza sanitaria.

Senza pioggia, la crisi alimentare è imminente. La CRS fornisce sostegno alle famiglie di pastori nel sud del paese.

Humanité 4/2013

S de


TRE DOMANDE Martin Fuhrer

Mihela Hinic Bosnia

Tatyana Svetlovich Bielorussia

Hannelore Gut Moldavia

Nadine Weber Giordania

La vita di tante per­ sone è segnata dalla miseria: la CRS aiuta malati, disabili e famiglie povere.

Delle pensionate attive visitano malati e anziani a domicilio. La CRS le istruisce e coordina gli interventi.

In questo paese, uno dei più poveri d’Europa, delle persone anziane sole ricevono cure e assistenza.

La CRS aiuta le famiglie di profughi siriani a stabilirsi provvisoriamente nel paese di accoglienza.

Martin Fuhrer, 59 anni, lascia a fine dicembre la direzione della Cooperazione internazionale della CRS dopo 21 anni di attività. Continuerà a lavorare per la CRS a tempo parziale.

Perché la CRS è impegnata all’estero?

Bielorussia

Come Società nazionale di un paese prospero abbiamo il dovere di aiutare le popolazioni che vivono in condizioni precarie. Ci occupiamo dei più vulnerabili. Tutte le organizzazioni di Croce Rossa delle nazioni ricche si impegnano nelle regioni diseredate del mondo. All’interno del Movimento della Croce Rossa abbiamo un’efficace ripartizione dei compiti: il CICR opera nelle regioni di guerra, mentre le Società nazionali intervengono in caso di calamità naturali e svolgono attività a lungo termine, come ricostruzione, prevenzione delle catastrofi, cooperazione allo sviluppo.

Moldavia

snia

Kirghizistan

Libano

Egitto Sudan

Cina/Tibet

Giordania

Bangladesh   Laos

Vietnam

Sudan el Sud

Nepal

Cambogia

Etiopia

Malawi

Naturalmente aiutiamo il prossimo. Ma l’aiuto individuale da solo non è sufficiente. Occorre molto di più. Con il nostro lavoro mettiamo in moto processi sociali, combattiamo l’ingiustizia, favoriamo lo sviluppo. Otteniamo così un impatto più incisivo. La cooperazione allo sviluppo ha però i suoi limiti. Per un miglioramento profondo e duraturo ci vogliono governi capaci, stabilità, rapporti commerciali equi.

Swaziland

Tobias Schüth Kirghizistan

Kamal Baral nepal

Grazie alla CRS, 1700 comitati per la salute operano in questo paese montuoso.

Acqua, salute, protezione dalle catastrofi: la CRS sostiene in molti modi i villaggi a rischio.

Chansouk Phandolack Jean-Marc Thomé Migliorare le condizio- laos

Sybille N’Zebo Bruno Gremion Swaziland

Letitia Kleij bangladesch

In questo piccolo Stato con un elevato tasso di prevalenza dell’AIDS, la CRS si adopera per la prevenzione e le cure.

ni di vita: formiamo e aiutiamo donne e madri che in seguito trasmettono ad altri le conoscenze acquisite.

Aiutare il prossimo: è questa la motivazione dell’impegno internazio­ nale?

Per molti il trasporto all’ospedale è troppo costoso. La Croce Rossa ha così creato un fondo per i più poveri.

Brigitte Crost Dicken Higgins tibet La CRS è l’unica organizzazione umanitaria svizzera che opera per migliorare l’assistenza sanitaria nei villaggi isolati del Tibet.

Ronald Bannerman Cambogia

Luigi Viscardi vietnam

Un terzo della popolazione non dispone di acqua potabile. La CRS migliora le condizioni igienico-sanitarie.

Presente in Vietnam da 50 anni, oggi la CRS si concentra sulla protezione dai tifoni.

Perché l’impegno in un paese dura spesso molti anni? La nostra è un’epoca contrassegnata da ritmi frenetici. I cambiamenti sociali, però, non avvengono dall’oggi al domani. La cooperazione allo sviluppo richiede pazienza e perseveranza. Talvolta bisogna incassare sconfitte, superare crisi, ma allo stesso tempo continuare a lavorare. Cooperazione allo sviluppo significa infatti rimanere a fianco dei propri partner anche in tempi difficili.

Sanità di base

Acqua e igiene

Medicina oculistica

Medicina trasfusionale

Prevenzione delle catastrofi Ricostruzione Programma «cash»

Humanité 4/2013

17


Il suo padrinato – per rispondere all’urgenza ha e n i h c Aiuti ogno bis giorno! co al n a r f n con u

 Sì, sottoscrivo un padrinato per un importo di un franco al giorno, ossia 30 franchi al mese.  Vogliate inviarmi delle informazioni sui padrinati della CRS.

In Svizzera come all’estero, le situazioni di crisi richiedono un intervento rapido. Il suo padrinato permette di prestare un aiuto tempestivo ed efficace alle vittime delle catastrofi – ovunque necessario. Con un franco al giorno lei può alleviare la sofferenza e salvare vite umane. Sottoscriva un padrinato oggi stesso.

Nome/cognome: Per saperne di più: www.crs-padrinati.ch E-mail: padrinati@redcross.ch

Via/n.: NPA/località:

Data di nascita:

Tel.:

E-mail:

Firma: Da ritornare a: Croce Rossa Svizzera, Padrinati Rainmattstrasse 10, Casella postale, 3001 Berna


S OTTO L A L EN T E

Queste tre donne sono diventate madri a 16 anni – una realtà che a Tigre Playa non ha nulla di insolito.

Ecuador

Le madri bambine di Tigre Playa In Ecuador una ragazza su cinque resta incinta prima di diventare adulta. Nei villaggi più discosti del bassopiano amazzonico la media è ancora più alta. Se subentrano complicazioni, gli ambulatori sono difficili da raggiungere. Ecco perché la Croce Rossa Svizzera (CRS) si impegna per migliorare il servizio medico-sanitario e promuovere l’informazione ai giovani. Testo e FOTO: Katharina Schindler

«

V

oglio che tutte possano scegliere. Ci sono così tante ragazze che rimangono incinte e sono abbandonate a se stesse. Spesso non sanno nemmeno cosa succede al loro corpo e diventano madri prima ancora di essersene

rese conto. Vivono in povertà, il padre del bambino non si interessa a loro.» Quando parla di mamme adolescenti, Jani Begai si infiamma. Diciotto anni, lei stessa figlia di una ragazza madre di etnia kichwa, Jani è cresciuta nel villag-

gio amazzonico di Tigre Playa. Non ha dubbi: vuole una vita diversa da quella di sua madre, fatta di stenti. Quando ha sentito che Fonakise, un’organizzazione sostenuta dalla Croce Rossa, cercava giovani volontari per la promozione Humanité 4/2013 19


S OTTO LA L ENT E «Voglio che tutte possano scegliere»: la volontaria Jani Begai spiega i metodi contraccettivi alle sue coetanee.

Un incontro indimenticabile e sorprendente: le giovani madri mi raccontano molto apertamente la loro storia.

della salute, si è subito fatta avanti, investendo anima e corpo in questo progetto. La giovane donna ha seguito diversi corsi e workshop sulla gravidanza e sul parto, sulla responsabilità sociale e sul diritto alla contraccezione. Insieme ad altri volontari, lavora nelle scuole, nei villaggi e nelle radio locali per promuovere l’informazione ai giova-

nella regione ha distrutto questa realtà «idilliaca». Sempre più uomini cercano fortuna in città, dove rimangono per mesi alle dipendenze di qualche grande gruppo. Le strutture familiari tradizionali cambiano; l’AIDS è un problema

crescente. Tutto ciò condiziona anche le prospettive di vita dei giovani che, conoscendo le sfide del mondo moderno, si scontrano con la vita del villaggio ancora fortemente radicata nella tradizione.

«Ci rivolgiamo anche ai ragazzi, poiché la questione interessa entrambi i sessi.» ni. «È importante che le ragazze cono­ s­cano i loro diritti e sappiano come evitare una gravidanza. Ci rivolgiamo però anche ai ragazzi, poiché la questione interessa entrambi i sessi», sottolinea Jani Begai. Tigre Playa è uno dei venti villaggi lungo il fiume San Miguel in cui la CRS si adopera per garantire una salute migliore. Le comunità locali di pescatori al confine con la Colombia sono rimaste isolate a lungo. Avevano pochi contatti con il mondo esterno, ma l’estrazione del petrolio che sta prendendo piede 20

Humanité 4/2013

I collaboratori del programma di promozione della salute si spostano spesso in barca.


SOTTO L A L EN T E complicazioni. Dovevo andare in ospedale. Un’ora e mezzo di viaggio, ma non c’era una barca disponibile e quando finalmente l’hanno trovata, era troppo tardi», racconta la giovane, che nel frattempo è diventata mamma di due bambini.

Il ruolo chiave delle levatrici

Da bambina a ragazza madre Nella lingua kichwa non esiste un termine per indicare l’adolescenza: si passa direttamente dall’infanzia all’età adulta. Spesso la prima relazione amorosa genera una gravidanza. Un rischio non indifferente per un corpo non ancora pienamente sviluppato. «In teoria le giovani possono chiedere anticoncezionali come preservativi o la pillola ai

si in tragedia. Aveva appena compiuto 15 anni quando è rimasta incinta la prima volta, ma ha perso il bambino a causa di complicazioni durante il parto. «Volevo partorire a casa, come tutte le donne. Purtroppo ci sono state delle

I rischi legati alla gravidanza e al parto sono tra le maggiori preoccupazioni nei villaggi di questa regione isolata. Solo negli ultimi sei mesi, due donne sono morte di parto nei pressi di Tigre Playa. Nell’ambito del programma per la promozione della salute, la CRS sostiene la formazione nei villaggi delle levatrici tradizionali, che svolgono un ruolo chiave nell’assistenza alle donne prima, durante e dopo il parto. È molto importante insegnare loro a riconoscere subito le complicazioni affinché si possa organizzare rapidamente il trasporto in ospedale, che di solito implica trasferte lunghe e complicate. Tuttavia anche aspetti pratici e essenziali possono essere decisivi nella lotta tra la vita e la morte. Ad esempio la disponibilità permanente di una barca con carburante a sufficienza in caso di emergenza.

➔  redcross.ch/ecuador

«Ci vuole molta sensibilità e, per i giovani, anche molto coraggio per affrontare questo tema tabù.» consultori, ma la maggior parte è troppo poco informata o troppo timida per farlo», spiega Nathaly Lopez, responsabile di Fonakise per il progetto della Croce Rossa, precisando che le comunità sono ancora molto legate alle tradizioni. Ci vuole molta sensibilità e, per i giovani, anche molto coraggio per affrontare un tema tabù come quello della sessualità. Elena, 23 anni, ha sperimentato in prima persona la rapidità con la quale la gioia della maternità può trasformar-

Elena mi presenta la sua famiglia – il giovane marito, i due bambini e sua madre. Humanité 4/2013 21


© Carole Vann

MISSIONE

Berna Beyrouthy – qui con un collega – assiste come volontaria i feriti alla frontiera siriana.

Volontari della Croce Rossa

Contro la barbarie In trent’anni di lavoro al servizio della Croce Rossa in quattro continenti, ciò che più mi ha impressionato è stato il contatto con persone animate da un grande coraggio. Parlo soprattutto dei tanti volontari che si adoperano sul terreno nel nome dell’umanità e dell’universalità. Testo: Karl Schuler

L

a mia prima missione per il Movimento della Croce Rossa si svolse all’inizio degli anni ’80, quando visitai dei prigionieri politici detenuti nella Striscia di Gaza. Il mio ultimo intervento professionale, nell’autunno 2013, mi ha riportato nella stessa regione nevralgica, ancora così lontana da una pace duratura. In Libano, mia destinazione, centinaia di migliaia di profughi siriani vivono in condizioni di estrema precarietà. 22

Humanité 4/2013

Mentre assistiamo impotenti alla brutalità delle parti in conflitto e al cinismo dei politici, gli innumerevoli volontari della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa si adoperano strenuamente per alleviare le enormi sofferenze della popolazione civile. Oltre 30 collaboratori della Mezzaluna Rossa in Siria hanno già pagato con la vita il loro coraggio. «Noi giovani volontari portiamo la luce in un mondo buio.» Queste parole, pronunciate da Berna

Beyrouthy, una volontaria della Croce Rossa Libanese che assiste i feriti alla frontiera siriana, mi hanno molto colpito.

Impegno senza confini I volontari imparziali che ho incontrato un po’ ovunque sono il cardine della missione della Croce Rossa. Durante la guerra civile nel Salvador ad esempio, conobbi José, un uomo che giorno e notte sfidava il pericolo andando


MISS I O N E al fronte con l’ambulanza per recuperare i feriti. L’ho incontrato di nuovo sul posto la primavera scorsa ed era ancora attivo: le esperienze vissute in trent’anni non lo hanno scoraggiato. «La pace ci ha dato la speranza», mi ha confidato, «ma oggi la violenza sociale fa nuove vittime ed esse dipendono dal nostro aiuto.» José, Berna e le migliaia di volontari della Croce Rossa rappresentano una speranza contro la barbarie. Finché le guerre, le catastrofi, e la miseria continueranno a minacciare milioni di persone, il loro impegno sarà indispensabile. Per questo meritano la nostra gratitudine e il nostro rispetto.

Un’emergenza causata dall’uomo Già nel 16° secolo il grande umanista francese Michel de Montaigne scrisse:

Le migliaia di volontari della Croce Rossa rappresentano una speranza contro la barbarie. «Io odio crudelmente la crudeltà come il più grave di tutti i vizi», intendendo la sofferenza che degli esseri umani infliggono ad altri esseri umani. Il fanatismo – sia esso di natura religiosa o ideologica – e la sete di potere sono i peggiori nemici della libertà e della dignità umana.

Queste trovano un terreno fertile laddove le giovani generazioni sono prive di prospettive, mentre lo sfruttamento economico e la corruzione causano grandi sofferenze. Questo è particolarmente vero in certe regioni di conflitto africane dalle quali provengono le materie prime per i nostri smartphone. A lungo termine, l’impegno per un commercio equo è quindi altrettanto importante dell’aiuto umanitario e della cooperazione allo sviluppo. È quanto mi ha ricordato un giovane volontario della Croce Rossa Sudsudanese che partecipa allo sviluppo del sistema sanitario nel suo paese devastato. Desideroso di

In Honduras i volontari si esercitano regolarmente a mettere in salvo la popolazione in caso di catastrofe.

© CRS, Stefan Maurer

adoperarsi per aiutare i concittadini bisognosi, il giovane spera anche che lo sviluppo economico e la lotta alla corruzione possano migliorare a lungo termine le condizioni di vita della popolazione.

Delle pensionate volontarie della Croce Rossa Bielorussa si occupano dei più vulnerabili.

Karl Schuler Ex responsabile dei programmi CRS in Sudamerica, ha diretto a partire dal 1992 il servizio di comunicazione della Cooperazione internazionale, riferendo sulle attività della CRS da quasi tutti i paesi beneficiari. Humanité 4/2013 23


© CRS, Caspar Martig

I N BREV E

Fare del bene è cool!

➔  redcross.ch/honduras

➔  redcross.ch

© CRS, Mitja Rietbrock

lottano contro il tempo per ridurre i rischi indotti dal cambiamento climatico. Il film, che dura 22 minuti nella versione tedesca e spagnola e 7 nella versione francese, può essere mostrato nelle scuole. Il DVD gratuito si può richiedere per e-mail a iz@redcross.ch. Una versione breve è disponibile su Youtube.

■  Alexander Gulski, 20 anni, volontario alla Croce Rossa Gioventù, organizza regolarmente dei programmi interessanti nell’ambito dei pomeriggi Case per anziani. «Fare del bene è cool!», dichiara il giovane mostrando i manifesti che lo rappresentano come fan della CRS. In occasione della Giornata interna­ zionale dei volontari, il 5 dicembre, l’ente umanitario desidera ringraziare i suoi 72 000 volontari e invitare il pubblico a impegnarsi per le varie organizzazioni Croce Rossa. Vuole fare volontariato anche lei? Altre informazioni su Internet:

Prevenzione delle catastrofi in Honduras ■  El clima se enloquece (il clima è impazzito): è così che i contadini di Pespire e San José, due centri del sud dell’Honduras, evocano i fenomeni climatici estremi che colpiscono la loro regione, sempre più esposta alla siccità e a piogge torrenziali. Il documentario della CRS Quand le climat perd le nord mostra che gli abitanti non si rassegnano e

Ricerca di persone scomparse in Europa

■  Ogni anno centinaia di famiglie rimaste separate mentre cercavano di raggiungere l’Europa si rivolgono ai servizi di ricerca della Croce Rossa. Spesso in vano, perché le persone ricercate si spostano da un paese all’altro e i loro nomi sono compitati in modi diversi a seconda dei registri. Insieme al CICR, la CRS e sedici altre Società nazionali della Croce Rossa intendono migliorare le probabilità di successo. Chiunque sia alla ricerca di un congiunto in Europa ha ora la possibilità di far pubblicare la propria foto su un poster che viene affisso nei luoghi più frequentati dai migranti e su Internet:

➔  familylinks.icrc.org/europe

24

Humanité 4/2013

Giocare a golf per la Croce Rossa Gioventù ■  Una cinquantina di giocatori di golf si sono misurati con dei golfisti di fama internazionale in un torneo organizzato dalla Canon. Anziché assegnare un premio, la Canon ha donato 2000 franchi alla CRS. Alla consegna dell’assegno, la collaboratrice della CRS, Isabelle Roos, ha ringraziato Markus Naegeli, CEO della Canon (Svizzera) SA. La somma è destinata alle attività giovanili della CRS.


IN A Z I O N E

Realtà siriane

Uno spiraglio di luce nel buio della guerra La guerra civile in Siria costringe sempre più persone a cercare rifugio nei Paesi limitrofi. Molte famiglie in fuga hanno dovuto rinunciare a tutto, vivono senza prospettive. In Giordania la CRS aiuta 1600 famiglie di profughi a sbarcare il lunario e ad affrontare i rigori dell’inverno. Testo: Isabel Rutschmann  Foto: Remo Nägeli

Humanité 4/2013

25


I N AZ IONE

O

gni mattino Sulaf guarda dalla finestra gli altri bambini che vanno a scuola. Li osserva mentre giocano sul piazzale, ridono e si rincorrono. La bambina abita in un appartamento di tre locali nella mansarda di una piccola scuola di Jerash, una città di confine nel nord della Giordania, con la madre, la nonna, la zia, i fratelli e i cugini – in tutto sono in 18. «Quando potrò andare a scuola an-

«In Siria stavamo bene. Eravamo una famiglia felice.» ch’io?», chiede tutti i giorni alla madre. «Spero presto», è la risposta che riceve da oltre sei mesi. Per andare a scuola serve un’uniforme e il materiale scolastico. Per acquistarli, servono soldi. La mamma di Sulaf, Hiaem Abu Duha (36 anni), non sa né quando i suoi figli potranno tornare a scuola né come sarà la loro vita dopo la fuga dalla guerra civile che sta dilaniando la Siria. A marzo di quest’anno la paura delle bombe e delle violenze ha spinto le donne della famiglia Abu Duha a lasciare la loro cittadina di Dar’a per scappare con i figli nella vicina Giordania dove, dall’inizio della guerra civile, è già arrivato oltre mezzo milione di profughi siriani. Ogni giorno se ne aggiungono altri e a questo esodo non si prospetta alcuna fine. «In Siria stavamo bene. Non ci mancava nulla. Eravamo felici», dichiara Hiaem

26

Humanité 4/2013

Sulaf ha 5 anni. Vive con 17 familiari in un appartamento di tre locali nel nord della Giordania. Ness

Abu Duha. Il marito faceva l’insegnante e aveva un reddito regolare. Subito dopo la fuga, la famiglia ha potuto vivere dei risparmi che però si sono esauriti in fretta malgrado un tenore di vita modesto. L’affitto, l’elettricità e soprattutto l’acqua sono beni rari in Giordania e, di riflesso, costosi. A questi si aggiungono i generi alimentari per il fabbiso-

gno quotidiano. Per garantire un tetto ai loro figli, le tre donne hanno pagato per qualche tempo l’affitto con i bollini per le derrate alimentari cui avevano diritto quali profughi registrati, ma poi non potevano più comprarsi da mangiare. Una spirale che risucchia le sue vittime verso il basso. In Giordania la CRS sostiene molte fami-


IN A Z I O N E

uno sa per quanto tempo.

Mohammad Khoulani si intrattiene con Hanny Rücker, la delegata della CRS.

glie come quella degli Abu Duha, donne e invalidi senza mezzi, affinché possano restare nel paese che li ha accolti dopo la fuga dalla Siria. L’importo è calcolato in funzione del numero degli interessati e, in media, ammonta a 160 franchi per famiglia al mese. Nella vasta regione di Jerash sono circa 1600 le famiglie incluse nel programma di assistenza delGiorno dopo giorno, le donne della famiglia Abu Duha cercano di regalare un po’ di normalità ai loro figli. Sulaf e il fratello davanti alla scuola dove vivono ma non possono ancora seguire le lezioni.

la CRS denominato Cash-Programm. I vantaggi sono diversi: i rifugiati possono mantenere la loro indipendenza, assumersi delle responsabilità e ripartire

«Il sostegno della CRS ci permette di far fronte ad alcune difficoltà e ci garantisce un minimo di sicurezza.» il denaro in base alle loro esigenze più impellenti. Inoltre, il programma assicura un sostegno all’economia locale. Purtroppo, l’importo corrisposto dalla CRS basta per far fronte alle esigenze primarie ma non per coprire tutti i costi mensili. «Il sostegno finanziario della Croce Rossa Svizzera ci permette di far fronte ad alcune difficoltà e ci garantisce un minimo di sicurezza. Possiamo restare qui e condurre una vita più o meno nor­ male», dichiara Mohammad Khoulani, 44 anni, architetto d’interni sfuggito con moglie e figli al massacro di Darayya, vicino a Damasco. Come la famiglia Abu Duha, anche lui ha ricevuto dalla Mezzaluna Rossa Giordana una

carta codificata per prelevare mensilmente i contanti dal bancomat. «Quando potrò andare a scuola?», chiede Sulaf alla mamma, che ha appena ricevuto il primo contributo mensile dalla CRS. «Presto», risponde la mamma sorridendo.

➔  redcross.ch/rifugiati-siriani

A PROPOSITO In memoria delle vittime della Mezzaluna Rossa Siriana La guerra in Siria miete ogni giorno centinaia di vittime. Tra di esse figurano 30 volontari della Mezzaluna Rossa Siriana che hanno perso la vita nell’esercizio della loro missione. Erano soccorritori neutrali che volevano prestare aiuto applicando i Principi fondamentali della Croce Rossa. Proprio come la CRS, la Mezzaluna Rossa Siriana è una delle 189 Società nazionali del Movimento internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa.

Humanité 4/2013 27


Ha già trovato il regalo di Natale ideale? Quattro nuove idee regalo per familiari, amici, colleghi di lavoro o partner commerciali.

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Inviare il tagliando a: Croce Rossa Svizzera Rainmattstrasse 10, 3001 Berna

Set di pronto soccorso a CHF 23.–*

* più spese di imballaggio/spedizione CHF 8.–, consegna entro ca. 7 giorni lavorativi, fino a esaurimento delle scorte.


POT-PO UR R I

Il tündük (apertura alla sommità del tetto della yurta) è rappresentato in modo stilizzato sulla bandiera kirghisa.

nell’Asia centrale, protegge gli abitanti dai rigori del clima. Le sue pareti sono infatti costituite da un’intelaiatura pieghevole di legno rivestita da stuoie di feltro e da pelli che isolano l’interno della yurta sia dal calore che dal freddo. Il tündük, un’apertura richiudibile alla sommità del tetto, permette un ricambio dell’aria. Dato che qui non c’è legna, per alimentare la stufa viene usato dello sterco di cavallo o di pecora. Già il primo boccone di kuyrdak non ci fa pentire di avere deciso di fare una visita inaspettata a Svieta. Per noi questo piatto della cucina quotidiana, servito con pane azzimo, ha il sapore di un manicaretto festivo. Il latte di giumenta fermentato, molto popolare e apprezzato dai Kirghisi, non è invece per tutti i palati. Benché si dica che questa bevanda sia sana come il latte materno, dopo il primo sorso, con nostro grande sollievo, la nostra ospite ci offre una tazza di tè nero.

➔  rivista-humanite.ch/ricette RICETTA

Kirghizistan

Pasto tradizionale nella yurta Svieta, una pastora kirghisa, trascorre anche lei l’estate sugli alpeggi insieme alla sua famiglia. Oggi ha preparato il kuyrdak, un piatto tipico della cucina quotidiana di cui non ha alcun motivo di vergognarsi. TESTO: KARL SCHULER

FOTO: FABIAN BIASIO

D

alla pentola dove cuoce lo stufato di carne e verdure emana un profumino invitante. Colta di sorpresa dalla nostra

Al riparo dai rigori del clima: la yurta tradizionale delle famiglie di pastori ha dimostrato la propria efficacia nel corso dei secoli. visita inaspettata, Svieta si scusa per avere solo un «semplice» kuyrdak da offrirci. Se avesse saputo prima del nostro arrivo,

avrebbe cucinato un piatto della festa a base di pasta e carne, la cui preparazione è più lunga e complessa. Svieta e la sua famiglia sono i vicini di Munara, la pastora che abbiamo visitato con dei volontari della Croce Rossa (vedi pp. 6–7). Per andare da una yurta all’altra bisogna camminare per mezz’ora. Siamo seduti su morbidi cuscini sistemati per terra intorno a un tavolo basso all’interno della yurta. Questa tradizionale tenda cilindrica, assai diffusa

KUYRDAK Ingredienti per circa 4 persone 100 g di sminuzzato di agnello e 100 g di sminuzzato di manzo (esiste anche una variante senza carne), 2 cucchiai di olio, 1 cipolla tritata, 1 cavolo bianco mondato e tagliato a listarelle, 300 g di patate sbucciate e tagliate a pezzi, pepe, peperoncino (fresco o in polvere), sale, paprika Far rosolare la cipolla e la carne nell’olio in un wok o in una padella grande. Aggiungere le patate, il cavolo e le spezie. Lasciare cuocere a fuoco lento per almeno 30 minuti, aggiungendo un po’ di acqua se necessario e verificando il condimento.

Humanité 4/2013 29


POT-P OURRI HUMANITÉ 3/13 Soluzione dell’ultimo cruciverba: Ci congratuliamo con i vincitori: Goksana Changkakoti, Ginevra Antoinette Fischer, Triengen Marie-Louise Lovis, Delémont Martina Staub, Bülach Edith Stöckli, Morat

Soluzioni degli altri giochi dell’ultima edizione

Karma, alias Marco Ratschiller, è caricaturista e caporedattore della rivista satirica Nebelspalter.

Labirinto

Tracciare il percorso che porta all’uscita del labirinto, poi an­ nerire il tracciato risultante per far apparire la figura nascosta.

04010000006

4 7 1 2 8 3 9 5 6

9 6 5 7 1 4 2 3 8

2 3 8 9 5 6 4 7 1

1 9 7 4 2 8 5 6 3

3 4 2 5 6 7 1 8 9

8 5 6 1 3 9 7 4 2

6 2 4 3 9 5 8 1 7

5 1 3 8 7 2 6 9 4

8 6 9 7 3 1 2 5 4

5 3 1 2 4 6 8 9 7

4 2 7 9 8 5 1 6 3

7 9 2 5 6 3 4 1 8

1 4 5 8 7 2 6 3 9

6 8 3 4 1 9 7 2 5

2 7 6 3 9 8 5 4 1

9 1 4 6 5 7 3 8 2

7 8 9 6 4 1 3 2 5

06010026094

3 5 8 1 2 4 9 7 6

06010026095

Le soluzioni del sudoku, del crucipuzzle e del labirinto saranno pubblicate nella prossima edizione o sul sito Internet

➔  rivista-humanite.ch (C) Conceptis Puzzles

30

Humanité 4/2013

4000515


POT-PO UR R I Cruciverba

Sudoku 7 4 2

2

5

8 7

4

7

1

1 4

6

2 9

9 5 7 6 5

Condizioni di partecipazione al concorso: i vincitori saranno informati per iscritto. Non si tiene alcuna corrispondenza in merito al concorso. I premi non possono essere corrisposti in contanti. È escluso il ricorso alle vie legali.

8

9

4 2 1

GIOCA E VINCI

3 1

8

3 6

9

2

Conceptis Puzzles

6 5 9 4

1

2 7 3 9

Conceptis Puzzles

1

2 7 5 06010026097

7 5 9 7 2 4 3 8

06010026098

Riempire lo schema in modo che ogni riga, ogni colonna e ogni riquadro contenga tutti i numeri da 1 a 9, senza alcuna ripetizione.

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Termine ultimo di invio: 31 dicembre 2013

Humanité 4/2013 31


Delle semplici cure mediche bastano giĂ per evitare molte sofferenze. La CRS si prodiga affinchĂŠ gli abitanti delle regioni isolate non siano dimenticati.

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