Magazine Humanité 3/2014: Un bene prezioso per i più poveri

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Humanité 3 | 2014

La salute in Bangladesh

Un bene prezioso per i più poveri

Corso chili di sensibilizzazione ai nuovi media

Sicurezza nella rete

Prima Convenzione di Ginevra

Un trionfo per l’umanità Inondazioni nei Balcani

Ridare alla gente il coraggio


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Impressum Humanité 2/2014 Agosto 2014

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RetRospettiva – Prima Convenzione di Ginevra Un trionfo per l’umanità

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sotto La Lente – Corso chili di sensibilizzazione ai nuovi media sicurezza nella rete

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testiMonianZa – Sezione del Luganese – Croce Rossa Ticino Dalla nuova nonna come a casa propria

Redazione: Tanja Reusser (caporedattrice), Urs Frieden (Sanità e integrazione), Annette Frommer (Sanità e integrazione), Andreas Häner (Raccolta fondi), Daniela Mathis (Cooperazione internazionale), Isabelle Roos (Partenariati con il settore privato), Isabel Rutschmann (Comunicazione), Katharina Schindler (Cooperazione internazionale)

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a tU peR tU – Vladimir Cmiljanovic, CEO di Piqur «Una logica strategica alla base di un aiuto efficace»

Contributi alla presente edizione: Myriam Fojtu, Markus Mader, Marco Ratschiller, Alja Sieber

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Abbonamento: l’abbonamento annuo costa 6 CHF e viene offerto ai donatori della CRS. Pubblicazione: trimestrale Lingue: italiano, francese, tedesco Tiratura: 126 900 copie Copyright di tutte le foto senza indicazione: Croce Rossa Svizzera

RitRatto – Inondazioni nei Balcani Ridare alla gente il coraggio

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in aZione – Vietnam emergenza sul delta del Mekong

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pot-poURRi Curry per pranzo passatempo e vignetta

ISSN 2296-6757 Illustrazione di copertina e retro: Remo Nägeli Editore: Croce Rossa Svizzera, Rainmattstrasse 10, Casella postale, 3001 Berna Telefono 031 387 71 11, info@redcross.ch, www.redcross.ch Donazioni: CP 30-9700-0 Consulenza lasciti testamentari: telefono 031 387 72 83 Notifica cambiamento d’indirizzo: per e-mail a pf.service@redcross.ch o per telefono al n. 031 387 74 64 Indirizzo della redazione: Croce Rossa Svizzera, Redazione Humanité, Casella postale, 3001 Berna humanite@redcross.ch, www.rivista-humanite.ch

Traduzione: Servizio traduzioni CRS Layout e stampa: Vogt-Schild Druck AG, Derendingen Prossima edizione: dicembre 2014

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Per la stampa di Humanité viene usata esclusivamente carta riciclata 100%, che consente di proteggere le risorse naturali e l'ambiente.

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RepoRtage – La salute in Bangladesh Un bene prezioso per i più poveri terra di contrasti

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© Remo Nägeli

edItoRIAle

Aprire le porte ai più poveri Cara lettrice, caro lettore, il dolore che persiste nel tempo incide anche sulla psiche di chi lo deve sopportare, tanto più se i sintomi peggiorano. Fortunatamente, si tratta spesso di malattie conosciute e curabili: nel caso ideale, lasciamo lo studio medico con una diagnosi, un consiglio o forse un farmaco, ma è proprio in questi momenti che ci rendiamo conto di quanto sia preziosa la salute. Sciamani, stregoni o guaritori – che dir si voglia – esistono da sempre in tutte le culture. Si ritiene addirittura che questa sia stata la prima professione dell’umanità. Eppure, stando all’OMS, a tutt’oggi nel mondo si contano almeno 1,3 miliardi di persone che non hanno accesso all’assistenza sanitaria. Il loro diritto alla migliore sanità è fortemente limitato. Nel 21° secolo, un’epoca in cui la medicina compie veri e propri miracoli, ci sono ancora milioni di persone minacciate da malattie di per sé facili da prevenire e da curare. Shilpi Rani (vedi reportage a p. 4) ha sofferto a lungo di dissenteria. È una malattia tipica della povertà che, se non viene curata, può rapidamente portare alla morte soprattutto nelle regioni in cui non esistono dispensari o cliniche accessibili anche ai più poveri. Tutti hanno diritto alla salute, a cure medico-sanitarie di base accessibili. Ed è proprio sulla concretizzazione di questo diritto per i più poveri che si concentrano gli sforzi della CRS nell’ambito della coooperazione internazionale. La disperazione di dover affrontare da soli una malattia è già di per sé un fardello troppo difficile da sopportare: tutti devono sapere dove possono trovare aiuto. Nelle prossime pagine vi raccontiamo come la CRS si impegna per garantire a tutti l’accesso alle cure. Fate anche voi un gesto di solidarietà nei confronti di persone come Shilpi Rani e aprite loro le porte dei centri sanitari. Grazie! Cordiali saluti

Markus Mader Direttore della Croce Rossa Svizzera Humanité 3/2014

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La salute in Bangladesh

Un bene prezioso per i più poveri La salute è il bene più prezioso per l’uomo. accedere all’assistenza sanitaria è un diritto fondamentale. Un diritto di non facile accesso nei villaggi sperduti del Bangladesh. shilpi Rani (a sinistra nella foto), ad esempio, ha dovuto sopportare lunghe sofferenze, perché non sapeva a chi rivolgersi e temeva che le cure costassero troppo. La CRs aiuta soprattutto le famiglie svantaggiate come quella di shilpi Rani a esercitare il diritto alle cure mediche e si occupa della formazione continua del personale sanitario. ora la donna può nuovamente prendersi cura della famiglia dal momento che la sua malattia è facilmente curabile. TesTo: KaTharina schindler

immagini: remo nägeli

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già la terza volta stamattina che Shilpi Rani (30 anni) attraversa l’ampio piazzale della scuola con la brocca dell’acqua sotto un sole impietoso. Mentre le famiglie un po’ meno povere della sua hanno la loro pompa, lei è costretta ad andare continuamente a prendere l’acqua al pozzo della scuola. Per lo meno non è inquinato dall’arsenico naturalmente presente nel terreno, come spesso accade in Bangladesh. La Croce Rossa, infatti, lo ha analizzato e dichiarato sicuro. Shilpi Rani abita con il marito e tre figli in una modesta casa di paglia ai margini del villaggio di Yusufpur. È metà maggio, il periodo più caldo dell’anno. Tra due settimane inizia la raccolta dei manghi e

Vita quotidiana: Shilpi Rani lava i piatti, sua figlia Shuki spazza il piazzale davanti alla casa.

tra non molto comincerà la stagione dei monsoni. Questa famiglia tira avanti solo grazie al secondo lavoro del padre, un pescatore che all’occorrenza si improvvisa conducente di risciò. Non hanno terra da coltivare. Sono tra i più poveri del villaggio. La diga costruita due anni fa separa la loro casa dal Gange, che segna il confine con l’India. «Prima, quando nella stagione monsonica il fiume straripava, la nostra casa era sempre la prima a essere spazzata via», racconta la donna. Per fortuna, ora questo rischio è scongiurato e, del resto, negli ultimi tempi sono migliorate molte altre cose.

la svolta Un anno fa Shilpi Rani era malata e debilitata. Da mesi soffriva di una colite estremamente dolorosa con febbre e scariche diarroiche contenenti sangue che avrebbe potuto esserle fatale. Non aveva nemmeno abbastanza latte per sfamare il più 6

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piccolo dei suoi tre figli, nato da pochi mesi. Che fare? In tutta la sua vita non aveva mai ricevuto assistenza sanitaria, fatta eccezione per le vaccinazioni da bambina. Persino quando ha parto-

shilpi Rani non sapeva come andare avanti. rito i suoi tre figli – la femmina Shuki (11 anni) e i maschi Subroto (7 anni) e Surja (1 anno) – ha potuto contare solo sull’aiuto di una vecchia zia che in qualche modo le ha fatto da levatrice. In quel momento così difficile, la visita di Jahangier Alam, un volontario di Dascoh, un’organizzazione partner della CRS, fu a dir poco provvidenziale. Jahangier Alam stava visitando le famiglie più povere del villaggio per parlare loro di profilassi. Spiegò alla donna che aveva diritto all’assistenza sanitaria e la incoraggiò a recarsi nella clinica del vil-

laggio. All’inizio Shilpi Rani era intimorita e pensava che, essendo così povera, nessuno l’avrebbe curata. E invece ricevette farmaci gratis, grazie ai quali le sue condizioni migliorarono rapidamente. «Fu una svolta nella mia vita. Ora sono di nuovo in forze e posso prendermi cura della mia famiglia», spiega. «Inoltre, racconto la mia esperienza alle altre donne del villaggio e le esorto a rivolgersi al dispensario quando loro o i loro figli sono malati». Nel distretto di Rajshahi, nel nord del Bangladesh, la CRS collabora con Dascoh per migliorare i servizi sanitari nelle zone rurali. Praticamente ogni villaggio ha la sua piccola clinica statale, ma per lo più si tratta di centri gestiti male, talvolta addirittura in condizioni disastrose. La clinica di Yusufpur rimaneva spesso chiusa per settimane e l’armadietto dei medicinali era quasi sempre vuoto. Mancavano apparecchi essenziali come lo sfigmomanometro, il termometro clinico e la bilancia. Non c’è da meravigliarsi se, quando erano malati, gli abitanti del villaggio preferivano rivolgersi ai guaritori o speravano semplicemente in un miracolo.

Grandi progressi Nel frattempo molte cose sono cambiate. Gruppi di azione si sono mobilitati per rimettere a nuovo la clinica e tinteggiare le pareti di fresco. Ora nella sala d’aspetto campeggiano manifesti sulle norme igieniche e i rischi legati alla gravidanza.


R e P o R tAGe In campagna, i guadagni di un conducente di risciò sono pressoché irrisori: la famiglia Rani vive soprattutto di pesca.

Shilpi Rani e i suoi tre figli sono riusciti a trovare dei posti a sedere in fondo alla sala d’aspetto del dispensario, generalmente gremita.

Ma la conquista più importante è la formazione di cui beneficia ora il personale sanitario, che finora assolveva solo un corso di base di tre mesi. Nell’ambito del programma CRS, il personale della clinica frequenta corsi su temi importanti come la profilassi per mamma e bambino, un’alimentazione equilibrata, l’igiene e la pianificazione familiare. Inoltre, impara a interpretare i sintomi delle malattie e a somministrare i farmaci giusti. Prima, invece, si limitava a prescrivere antibiotici qualunque fosse il problema, con conseguenze disastrose soprattutto nell’ottica delle resistenze. «Questi giovani professionisti sono molto motivati. Hanno voglia di fare e ci sono grati per il nostro supporto», racconta la dottoressa Shaila Habib, che ha contribuito all’organizzazione dei corsi, che a volte tiene lei stessa. «Nel giro di pochi mesi abbiamo fatto grandi progressi».

Prevenire è meglio che curare Nel vicino villaggio di Mongli, un’altra donna, Shima Khatun (20 anni), sta andando in clinica. Anche qui la CRS ha migliorato il livello delle prestazioni mediche. Questa giovane madre approfitta della visita di controllo del figlio Tonmoy di tre anni, che recentemente ha avuto la bronchite, per partecipare a un incontro informativo rivolto ai pazienti. La sala d’aspetto è già gremita di donne e bambini. Con l’aiuto di tavole esplicative, un’operatrice sanitaria spiega come curare e prevenire la dissenteria. Anche Shima Khatun ha sofferto a lungo di dissenteria cronica, finché un giorno è approdata alla clinica ed è guarita. Oggi sta imparando che in futuro dovrà essere molto più cauta nel maneggiare lo sterco di vacca, che in Bangladesh viene tradizionalmente usato come materiale isolante e come combustibile. Lo sterco viene raccolto a mani nude nei cam-

Shima Khatun con il marito e il figlio Tonmoy davanti alla loro casa. Il personale del dispensario le ha spiegato come proteggersi dalle malattie infettive.

pi per lo più dalle donne e dai bambini e messo a seccare. «Ho imparato che è importante lavarsi le mani prima di cucinare e di mangiare. Ho sempre pensato che il sapone fosse roba da ricchi, ma ora so quanto sia prezioso per la salute di tutta la mia famiglia».

Verso il futuro Sulla base del modello applicato a Yusufpur e a Mongli, la CRS sta ottimizzando l’assistenza medica in circa 232 cliniche del Rajshahi a tutto vantaggio della salute della gente dei villaggi. Ora 1,5 milioni di persone possono accedere a servizi medico-sanitari di base migliori. Particolare attenzione viene prestata alle famiglie svantaggiate, affinché anche loro possano beneficiare di questi progressi.

1,5 milioni di persone possono accedere a servizi medico-sanitari di base migliori. La CRS sta lavorando a un ambizioso progetto del governo, che intende costruire in tutto il Bangladesh una clinica ogni 6000 abitanti per combattere problemi sanitari gravi e ridurre ad esempio l’elevato tasso di mortalità delle mamme e dei bambini. In tutto il paese sono già sorte migliaia di cliniche, ma affinché funzionino secondo standard qualitativi adeguati, il Ministero della sanità deve poter contare sull’aiuto delle organizzazioni umanitarie.

redcross.ch/bangladesh Humanité 3/2014

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R e P o R tAG t e

Dacca: attirati dalla speranza di trovare lavoro, i Bangladesi occupano ogni metro quadrato disponibile.

Bangladesh

terra di contrasti Delle terre fertili, ma una delle popolazioni più povere del mondo: il Bangladesh è un paese di contrasti che, con il sostegno di organizzazioni umanitarie, si sforza di migliorare in modo duraturo le condizioni di vita dei suoi abitanti. TesTo: KaTharina schindler

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immagini: remo nägeli

l Bangladesh è uno dei paesi più poveri e – con 1000 abitanti per chilometro quadrato – più densamente popolati del mondo. Gran parte del territorio è costituito da ampie pianure alluvionali estremamente fertili. La natura è rigogliosa. L’acqua, presente in abbondanza, è una benedizione ma nel contempo una maledizione. Ogni anno infatti, nella stagione dei monsoni, i grandi fiumi himalayani straripano e inondano intere regioni, spazzando via le case e distruggendo i raccolti. Gli abitanti vivono in condizioni di costan8

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te insicurezza, ed è questo uno dei fattori che li spingono a lasciare i loro villaggi e a cercare fortuna in città. Anno dopo anno, l’insaziabile e caotica Dacca

1000 abitanti per chilometro quadrato – il Bangladesh è uno dei primi paesi al mondo per densità demografica. inghiotte decine di migliaia di nuovi arrivati; la capitale, che nel 1990 contava 6,5 milioni di abitanti, ne ha oggi 15 milioni, la metà dei quali vive negli slum.

Una vita all’insegna della precarietà Durante il nostro soggiorno abbiamo visitato una di queste baraccopoli, dove la Croce Rossa Svizzera (CRS) intende impegnarsi in favore dei bambini più svantaggiati. Incastrate a lato di una linea ferroviaria molto frequentata, delle capanne di plastica, legno e paglia accolgono un centinaio di famiglie che devono accontentarsi di un solo punto d’acqua e di un’unica latrina maleodorante. Eppure, con mio grande stupore, gli abitanti ci accolgono con un


R e P o R tAGe Un tasso di natalità in caduta libera

sorriso e, malgrado le condizioni di precarietà, i loro indumenti sono puliti. Hanno saputo preservare la loro dignità. «Sono arrivata l'anno scorso perché nel mio villaggio non avevo più una famiglia che si occupasse di me e perché il fiume ha portato via la mia casa», racconta Saba, 60 anni. Liza, una giovane mamma, ci spiega che il suo bambino è nato qui, a mezzo metro dalla ferrovia. Una miriade di bambini gioca dove può, cioè sui binari. Sanno che ogni quarto d’ora bisogna scansarsi in fretta perché passa un treno. Ciò non toglie che gli incidenti siano all’ordine del giorno. Durante il giorno i genitori sono per lo più assenti. I padri prestano servizio come conducenti di risciò, le madri lavorano per un salario infimo come collaboratrici domestiche o come operaie in una delle innumerevoli fabbriche tessili del paese – in condizioni disumane di cui il consumatore occidentale comincia appena a rendersi conto.

Crescere in una baraccopoli. Lungo la ferrovia, l’allineamento delle capanne di fortuna non lascia alcuno spazio libero ai bambini.

Un idillio ingannevole

Impressione ingannevole: la vita nelle campagne non è idilliaca, anche qui la povertà è grande.

Lo scenario offerto dalle aree rurali evoca un nuovo contrasto: il mosaico verde dei campi, alberi di mango con i rami piegati sotto il peso dei frutti e, qua e là, piccoli villaggi di capanne fatte di paglia e argilla dove gli uomini, aiutati da buoi aggiogati a carri rudimentali, mettono al riparo il raccolto. Ma come i sari variopinti che avvolgono le donne nascondendo elegantemente la povertà, l'apparenza inganna. Infatti anche qui per più della metà degli abitanti la quotidianità è una lotta per la sopravvivenza. Gli uomini lavorano per un franco al giorno nei campi dei grandi latifondisti. L’assistenza sanitaria è estremamente rudimentale e spesso i malati possono contare solo su sé stessi. Tre quarti dei parti avvengono a domicilio, un bambino su venti muore nel primo anno di vita. In questo paese a preponderanza musulmana, il peso della tradizione è un pesante fardello per le donne. Un terzo dei giovani si sposa prima di aver compiuto 15 anni, e le numerose gravidanze di adolescenti complicano la situazione sanitaria nei villaggi.

Ma il Bangladesh, che ha conquistato l’indipendenza dal Pakistan solo nel 1971, presenta anche sviluppi positivi. Le donne hanno in media 2,5 bambini, contro i 6 del 1980. L’aspettativa di vita è di 69 anni e la mortalità infantile è nettamente regredita. Inoltre, benché solo la metà della popolazione sappia leggere e scrivere, il tasso di alfabetizzazione sta aumentando. Un’altra evoluzione positiva è rappresentata dagli sforzi profusi dal governo per migliorare l’assistenza medica di base (vedi reportage a p. 6). La CRS sostiene le autorità con un vasto programma sanitario, ma è impegnata anche in altri importanti settori come la prevenzione delle catastrofi nelle aree a rischio, il miglioramento dell’igiene nelle zone rurali e la gestione delle risorse idriche.

redcross.ch/bangladesh

CoMMento

SaRaH MeIeR Da quando si è ritirata dalle competizioni, la campionessa europea 2011 di pattinaggio artistico, 30 anni, lavora come giornalista. Sarah Meier è ambasciatrice della CRS.

Quando la CRS mi ha proposto di recarmi nel Bangladesh, non ho esitato un secondo. Avevo fiducia nell’organizzazione, nella sua reputazione. Per me lo shock è stato violento, perché non avevo mai incontrato gente che vivesse in tali condizioni di miseria. Sul posto ho scoperto come si svolge la collaborazione con il governo e con l'organizzazione locale Dascoh. Ho anche potuto constatare con i miei occhi

che il denaro dei donatori viene effettivamente investito in favore di chi ne ha bisogno. Sono rimasta molto colpita dalla gentilezza della popolazione. La gente si accontenta di quello che ha ed è bene organizzata malgrado l’estrema povertà. Se si pensa alla carenza di installazioni sanitarie e di prodotti per l’igiene, è incredibile che queste persone riescano a vestirsi con tanta eleganza e a prendersi cura di sé. I Bangladesi sono fieri del loro paese: volevano sapere se mi piaceva e mostrarmi tutto. Mi ha particolarmente commosso la storia di Shilpis, senza dubbio perché abbiamo la stessa età. Vive con la sua famiglia in un tugurio incredibilmente piccolo. La sua vista mi ha scioccata. Grazie alla clinica del villaggio, Shilpi per lo meno è ora in buona salute e può occuparsi dei figli. In futuro non esiterò a impegnarmi in altri progetti di questo tipo se saprò di poter contribuire anche modestamente ad aiutare altre persone bisognose.

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Direttive anticipate CRS Affinché la Sua volontà sia rispettata

Con le direttive anticipate CRS stabilisce Lei in prima persona quali terapie mediche intende ricevere nel caso in cui non sia più in grado di prendere decisioni autonome. Tutte le informazioni sulla prestazione si trovano al sito www.direttive-anticipate.ch Per una consulenza personale ci chiami al numero 0800 99 88 44 (gratuito) da lunedì a giovedì dalle ore 08.00 alle 12.00


Donare il sangue in carrozza

© Pixelfarm

In BReVe

■ Acquisire 5000 nuovi donatori di sangue: è questo l’obiettivo della campagna estiva lanciata dai Servizi trasfusionali regionali. La trasformazione della carrozza salone «Le Salon de Luxe» in trasfonditreno è stato l’evento saliente dell’azione«Sali a bordo anche tu», realizzata in comune da Trasfusione Svizzera CRS e FFS Charter. Dal 10 al 14 giugno, in cinque stazioni svizzere il vagone speciale ha accolto visitatori venuti per informarsi o donare il sangue. Insieme alla locomotiva CRS «Humanité», il trasfonditreno ha attirato l’attenzione del pubblico e trasmesso un messaggio significativo sull’importanza vitale della donazione del sangue. Per maggiori informazioni e per sapere se l’obiettivo è stato raggiunto:

scoprire l’eroe dentro di noi

wir-spenden-blut.ch/it/

■ Risponda a otto domande per scoprire che tipo di eroe si nasconde in lei e dove può esprimere al meglio le sue competenze come volontario della CRS. Aiuti gli altri, diventi un eroe o un’eroina della quotidianità. Qualunque sia il suo ruolo. Per scoprire l’eroe che ha dentro di lei, effettui il test:

Freiwilligkeit und Vielfalt im Zeichen der Menschlichkeit (non esiste in italiano) è il titolo di un libro della CRS incentrato sugli aspetti pratici e scientifici del volontariato.

redcross.ch/pubblicazioni

redcrossheroes.ch

Dopo 26 anni la CRs lascia il tibet ■ La CRS è l’unico ente umanitario straniero presente ininterrottamente in Tibet da 26 anni. Questo impegno sta ora per concludersi. Negli ultimi anni due delegati hanno gestito l’ufficio di Shigatse dove, insieme a dodici impiegati tibetani, hanno realizzato e sviluppato un programma sanitario per sensibilizzare la popolazione e formare volontari della Croce Rossa e personale medico. Malgrado il ritiro della CRS dalla regione, le conoscenze acquisite non sono perse. Nell’ambito del programma sanitario, nel solo 2013 ben 5000 persone han-

no ottenuto l’accesso all’acqua potabile. Garantire l’approvvigionamento idrico 365 giorni all’anno rappresenta una vera e propria sfida in questa regione arida che raggiunge altitudini fino a 5500 metri. Centinaia di persone cieche hanno riacquistato la vista grazie a un’operazione di cataratta. La CRS ha formato degli oftalmologi che si sono poi recati con i loro team in regioni molto isolate. Il ritiro della CRS dal Tibet è prematuro. L’organizzazione intendeva infatti proseguire il proprio impegno nella regione, ma la Cina non ha prolungato i contratti.

gallerie più belle ■ La CRS assiste richiedenti l’asilo e rifugiati riconosciuti su mandato del Cantone di Uri. A inizio estate, otto ospiti tibetani, eritrei e siriani del centro di transito della CRS ad Altdorf hanno deciso di partecipare a titolo volontario ai lavori di manutenzione della storica tratta del treno a vapore del Furka. Sotto la supervisione di esperti, hanno rivestito di pietre da taglio i portali in calcestruzzo delle gallerie. Il loro impegno per la protezione del paesaggio è assai apprezzato dalla compagnia ferroviaria, che dipende dal volontariato per garantire il funzionamento della tratta. Humanité 3/2014

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R e t R o S P e t t I VA

Conferenza dei delegati del 1864, presieduta dal generale Dufour (al centro): Dunant, che non avendo uno statuto ufficiale non era autorizzato a partecipare, si inserì nella foto grazie a un abile fotomontaggio.

a pRoposito 150 anni oR sono: i pRinCipaLi eventi 17 febbraio 1863: fondazione del CICR a Ginevra ad opera del Comitato dei cinque: Henry Dunant, il generale Dufour, Gustave Moynier, Louis Appia e Théodore Maunoir 26–29 ottobre 1863: conferenza internazionale a Ginevra (14 Stati presenti). Nel documento finale viene adottata una risoluzione che preconizza la costituzione di società di soccorso da parte degli Stati contraenti. Questo documento costituisce la base delle norme del diritto internazionale, adottate nel 1864. 17 marzo 1864: creazione della sezione ginevrina della Croce Rossa ad opera del Comitato dei cinque (primo presidente: il generale Dufour) 8–22 agosto 1864: conferenza diplomatica a Ginevra, convocata dal Consiglio federale. Dodici Stati firmano la Prima Convenzione di Ginevra per migliorare la sorte dei feriti e dei malati delle forze armate in campagna. 17 luglio 1866: fondazione della Croce Rossa Svizzera su iniziativa del consigliere federale Jakob Dubs e dei signori Moynier e Dufour

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prima Convenzione di ginevra

Un trionfo per l’umanità Con la sua determinazione, Henry Dunant riuscì a convincere quattro colleghi ginevrini a unirsi a lui per fondare il CiCR ed elaborare una «Convenzione per migliorare la sorte dei feriti e dei malati delle forze armate in campagna». Questo documento – la prima Convenzione di ginevra – diede luogo a un radicale cambiamento di mentalità in un mondo travagliato da guerre e conflitti. TesTo: myriam FojTu

H

enry Dunant era un idealista. Nel 1863, l’idea di conferire uno statuto di neutralità al personale sanitario e ai militari feriti o malati sul fronte era difficilmente concepibile per i suoi contemporanei ginevrini. I tempi non erano maturi affinché questa idea si traducesse in realtà. Ma Dunant la difese con

tanto entusiasmo da rendere possibile ciò che molti consideravano irrealizzabile. Nel febbraio 1864, i primi delegati della Croce Rossa – il medico svizzero Louis Appia e l’ufficiale olandese Van de Velde – intervengono durante la guerra dei Ducati, contribuendo a consolidare il principio della neutralità del personale


R e t R o S P e t t I VA sanitario. Per la prima volta su un campo di battaglia, i delegati portano un bracciale bianco con una croce rossa che conferisce loro protezione e riconoscimento.

CoMMento DIDIeR BuRKHalTeR Presidente della Confederazione

I delegati di 12 Stati firmano la Prima Convenzione di Ginevra nella sala Alabama del Municipio di Ginevra, concretizzando così la profonda convinzione di Dunant e aprendo la via a un vero e proprio trionfo per l’umanità. L’idea di soccorrere indiscriminatamente i soldati feriti o malati – tutti fratelli – ha un impatto di ampia portata. Lo spirito visionario di Henry Dunant, che traspare nei documenti ufficiali dell'epoca, ispira anche molti poeti e scrittori come la Svizzera Evelin Hasler che, nel suo romanzo Der Zeitreisende. Visionen des Henry Dunant (non tradotto in italiano), descrive il carattere tenace del Ginevrino riprendendo questa sua citazione:

«La via si spianerà camminando. Ma occorre camminare!»

©MICR, Alain Germond

La Prima Convenzione di Ginevra (1864) viene firmata dai seguenti Stati: Assia, Baden, Belgio, Danimarca, Francia, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Prussia, Spagna, Svizzera e Württemberg. Altri Stati presenti alla conferenza (Gran Bretagna, Sassonia, Svezia-Norvegia e USA) decidono di ratificare il testo in un momento successivo, mentre Brasile, Grecia, Messico e Turchia annunciano di non poter partecipare.

Manoscritto originale della Prima Convenzione di Ginevra del 1864 (Museo della Croce Rossa, Ginevra)

© DFAE

Una nuova pagina della Storia viene scritta a Ginevra

FaR pRogReDiRe La CaUsa UManitaRia Il consolidamento del rispetto del diritto internazionale umanitario passa per la creazione di meccanismi più efficaci. Centocinquant’anni dopo l’adozione della prima Convenzione di Ginevra, la Svizzera e il CICR lavorano insieme per raccogliere questa impellente sfida. Elogiandola come «un trionfo dell’umanità e il fiorire di un nobile ideale che ha messo radici nella terra di feroci guerre», nel settembre 1864 il Consiglio federale accoglieva la Convenzione di Ginevra per il miglioramento delle condizioni dei militari feriti in guerra. Per la Svizzera, Paese neutrale risparmiato dalle guerre, «quale miglior modo di onorare i suoi obblighi di diritto internazionale di concorrere al bene degli altri Stati, che prendersi a cuore la sorte dei feriti», scriveva nel suo messaggio all’Assemblea federale. Animato da questi propositi, 150 anni or sono il Consiglio federale, su impulso del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), convocava la conferenza diplomatica che gettò le basi del diritto internazionale umanitario, forgiando allo stesso tempo una caratteristica distintiva e una costante identitaria della politica estera svizzera, la tradizione umanitaria, che ancor oggi influenza la nostra autoconsapevolezza. Da allora la Svizzera si è adoperata in prima linea per rafforzare il diritto internazionale umanitario, ospitando sul suo

Quindici anni dopo si contano già una trentina di Stati firmatari, tra i quali molti Paesi europei più l’Argentina, il Cile, l’Iran e la Turchia. L’idea di applicare il principio di umanità in guerra comincia ad assumere una dimensione universale. Il principio fondamentale propugnato da Henry Dunant – il soccorso volontario alle vittime di conflitti armati – si fonda sulla creazione di società di soccorso permanenti, sul conferimento di uno statuto neutrale al personale sa-

territorio le conferenze diplomatiche consacrate all’adozione delle Convenzioni di Ginevra del 1949 e dei loro Protocolli aggiuntivi del 1977 e 2005, di cui è anche Stato depositario. Questi testi sanciscono i principi in materia di protezione di tutte le persone che non sono implicate direttamente nelle ostilità, o che non lo sono più. Tuttavia ogni prigioniero di guerra maltrattato, ogni ambulanza attaccata, ogni civile ucciso in tempo di guerra ci ricordano che questi testi vengono violati troppo spesso. È per questo che gli sforzi della Svizzera sono oggi incentrati su una migliore applicazione del diritto, poiché la causa primaria delle immani sofferenze inflitte alle vittime delle guerre non è l’assenza di regole, bensì la loro dilagante violazione. Dal 2012 la Svizzera presiede con il CICR incontri consultivi con la comunità internazionale per creare meccanismi più efficaci tesi a consolidare il rispetto del diritto internazionale umanitario. Propone inoltre l’istituzione di un forum che permetta agli Stati di concertare gli interventi congiunti da mettere in campo per alleviare le sofferenze patite dalle vittime dei conflitti armati. In questa cornice, tutti gli Stati saranno anche chiamati a riferire periodicamente su come onorano i propri obblighi, per contribuire a identificare e affrontare le sfide globali. L’obiettivo è riuscire finalmente a imprimere una svolta decisiva nell’ambito del rispetto del diritto internazionale umanitario. Trattandosi di regole da applicare in situazioni estreme di guerra, l’attuazione del diritto internazionale umanitario spesso ha vita dura, come ci ricordano quotidianamente le terribili sofferenze seminate dai conflitti armati in ogni angolo della terra. È per questo che oggi, proprio come 150 anni fa, la Svizzera ribadisce il proprio dovere di difendere la causa delle vittime di guerra.

nitario sul campo di battaglia, sull’erogazione di un aiuto imparziale ai militari feriti o malati, sull’imposizione di limiti all’impiego di mezzi e metodi di combattimento e sulla salvaguardia della dignità umana in tempo di guerra. A tutt’oggi, questi principi umanitari sono alla base di vari trattati internazionali che riguardano in particolare il genocidio, le armi biologiche e chimiche, le mine antiuomo e le munizioni a grappolo.

redcross.ch/1863 Humanité 3/2014

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Sotto lA lente

I ragazzi imparano attraverso il gioco (torre di Fröbel) come funziona la rete.

Corso chili di sensibilizzazione ai nuovi media

sicurezza nella rete per rispondere all’urgenza – riconosciuta anche dagli esperti – di sensibilizzare i giovani all’uso dei media digitali, la Croce Rossa svizzera (CRs) propone nel cantone di svitto delle giornate di sensibilizzazione a titolo di complemento ai corsi chili sulla gestione dei conflitti. La CRS ha scelto un approccio incisivo impostato sul gioco. TesTo: Tanja reusser

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ono l’unico a non avere uno smart­ phone!» Questa è l’argomentazione più gettonata dai giovani e, nel caso di Jan* (13 anni), non è affatto esagerata: è effettivamente l’unico della sua classe ad avere un «vecchio» cellulare. Come diversamente non poteva essere, Jan sta negoziando con i genitori e non nasconde un certo ottimismo. L’esempio di Jan e della sua classe (7° anno) della scuola Stumpenmatt a Muotathal non è tuttavia rappresentativo *nome fittizio

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immagini: roland BlaTTner

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per l’intera Svizzera. Nelle aree urbane, infatti, i bambini che sanno usare uno smartphone meglio e più in fretta dei genitori hanno di solito meno di

Un giovane senza smartphone viene emarginato anche se non intenzionalmente.

messo da parte, forse anche in modo inconscio. Infatti la comunicazione tra compagni passa dalle chat in WhatsApp o dai social network come Facebook o Twitter ed è spesso accompagnata da foto. Funzioni di fatto offerte solo dagli smartphone.

nel mondo senza controllo 13 anni. Non si tratta di «essere figo» quanto piuttosto di «far parte del gruppo». Un giovane senza smartphone non viene preso in giro ma semplicemente

I ragazzi di 13–14 anni hanno l’età migliore per recepire i messaggi di sensibilizzazione sui pericoli insiti in questa comunicazione così rapida e accessibile.


S ot to l A l e n t e Con l’ausilio dei colori, Irena Zweifel dimostra come nascono i malintesi e come si diffondono.

Irena Zweifel spiega le regole più importanti che reggono le attività nei social media: «Testi, foto e video in cui compaiono altre persone possono essere divulgati solo con il consenso dei diretti interessati».

Tutti, polizia, direzione scolastica, insegnanti e i giovani stessi, sono concordi nell’affermare che il corso chili proposto dalla CRS Cantone di Svitto è utile quanto necessario. Un’iniziativa pionieristica in questo settore. La responsabile Vreni Kamber è assolutamente convinta della sua validità: «La CRS è a disposizione di tutti, a prescindere dall’età. Questa è una buona opportunità per fornire un contributo efficace alla protezione dei giovani». Un parere condiviso anche da Bernhard Reichmuth, responsabile del-

la prevenzione della criminalità in relazione ai media digitali in seno alla polizia cantonale di Svitto. La polizia fa prevenzione sui rischi di Internet anche tra i genitori con figli ai primi anni di scuola poiché spesso, nell’ambito dei media digitali, né i genitori né gli allievi conoscono a sufficienza i limiti. È facile compiere infrazioni per ignoranza. La CRS con la sua ampia credibilità integra ottimamente il lavoro di prevenzione della polizia, che si estende anche alle potenziali vittime di cybermobbing

o di ricatti. Queste vittime devono sapere che la polizia è dalla loro parte. Non devono avere vergogna di denunciare i loro aguzzini. Bisogna evitare queste grandi sofferenze psichiche. Bernhard Reichmuth dimostra quanto la problematica gli stia a cuore dando ai giovani il proprio numero di cellulare affinché lo possano contattare in qualsiasi momento: «Basta che le chiamate non siano anonime», afferma toccandosi il taschino dell’unifor-

i corsi chili della CRs integrano il lavoro di prevenzione della polizia. me in cui tiene il suo smartphone. Stefan Probst, direttore della scuola, intende proporre ogni anno un corso chili di sensibilizzazione agli allievi di 13–14 anni, non da ultimo poiché non sono mancate esperienze negative con lunghi strascichi. Secondo il direttore, molti genitori non hanno nessuna idea di ciò che si trova nei social media.

tornare indietro non si può Irena Zweifel, animatrice di corsi chili, lo sa bene, o almeno così crede, preciHumanité 3/2014

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Sotto lA lente Un impegno a favore della protezione dei giovani: Vreni Kamber e Daniela Forni (CRS Cantone di Svitto), Stefan Probst (direttore della scuola) e Bernhard Reichmuth (polizia cantonale).

tRe DoManDe IRena ZweIFeL Irena Zweifel, 47 anni, vanta una formazione CRS nella mediazione in situazioni di conflitto, coaching sistemico orientato alla soluzione e organizzatrice ASIO.

CoMe È nato iL CoRso Di sensiBiLiZZaZione ai nUovi MeDia? È stata una scuola, dove tenevamo già corsi chili sulla gestione dei conflitti, a manifestarne l’esigenza. Ho assunto la direzione del programma quando è entrato in gioco l’aspetto della prevenzione della violenza. I due corsi sono complementari ma è anche possibile seguirne uno solo. Quando è oppoRtuno peR una sCUoLa pRopoRRe Un CoRso chili? Il corso sulla gestione dei conflitti è adatto a tutte le fasce d’età, a partire dalla scuola dell’infanzia. Raccomandiamo invece il corso sulla sensibilizzazione ai nuovi media per gli allievi del secondario I con i quali è più facile affrontare tutti gli aspetti di questa tematica. Sarebbe opportuno proporli a prescindere da una situazione di crisi: prevenire è sempre meglio che curare. Cosa possono FaRe i genitoRi se teMono CHe iL FigLio pResenti Una DipenDenZa DaL CeLLULaRe? Prima di tutto devono parlare con il ragazzo, spiegargli cosa hanno osservato e ascoltare la sua opinione. Bisogna chiedergli quali soluzioni intravede o sottoporgliene qualcuna. Se giungono a un’intesa, i genitori devono controllare che le nuove regole vengano rispettate, e fissare in anticipo le conseguenze di un’eventuale disobbedienza.

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sa con un sorriso. Irena, 47 anni, ha dei figli adolescenti e sa usare praticamente tutte le funzioni del suo smartphone, incluso Facebook. È cosciente della velocità con cui questo settore evolve: tutti i giorni compare una nuova funzione o una app che contagia subito tutti. «Ecco perché è importante avere regole di base applicabili a tutte le azioni, a prescindere dal programma. A partire dall’adolescenza, del resto, è impensabile che si possa ancora esercitare un controllo totale». Irena Zweifel è specializzata nella gestione dei conflitti e in questa funzione ha collaborato allo sviluppo del programma per le giornate di sensibilizzazione nella versione che viene ora proposta agli allievi di Muotathal e imperniata soprattutto sulle strategie di prevenzione. I ragazzi sperimentano attraverso il gioco cosa potrebbe succedere altrimenti. L’approccio prevede poca teoria ma tanto umorismo, comprensione, molti elementi ludici e una riflessione attiva. Un programma variegato, quindi, che abbinato all’entusiasmo coinvolgente di Irena infonde coraggio agli allievi più timidi e tiene a bada i più vivaci.

Imparare e sperimentare Il lavoro di squadra, necessario ad esempio per giocare al Fröbelturm, la torre di Fröbel (foto), rappresenta bene il pensiero in rete. Grazie ai colori i ragazzi imparano come si diffonde il pettegolezzo, come la comunicazione unilaterale conduce in un vicolo cieco e cosa succede se un’informazione sbagliata viene irrimediabilmente inviata. Nonostante l’apparente aria scherzosa, la lezione fa presa.

Lo dimostra una valutazione condotta dalla Scuola universitaria professionale della Svizzera occidentale e lo confermano le parole di Daniela Forni, responsabile del progetto chili nel cantone di Svitto, che ne ribadisce la documentata validità. Un aspetto sembra colpire in particolare questi tredicenni: la consapevolezza di commettere un reato se non collaborano. Ciò vale anche per la partecipazione passiva a una chat in cui persone sono vittime di mobbing o di diffamazione. In

tutti i membri di un gruppo sono considerati complici. altre parole, non è necessario inserire commenti offensivi per rendersi complici e questo vale anche per i gruppi riservati di WhatsApp. Anche Irena Zweifel non ha mai finito di imparare. Oggi è ad esempio il termine snapchat a suscitare la sua curiosità. Mentre gli altri annuiscono con fare professionale, un ragazzo le spiega che si tratta di una app che serve a spedire foto che scompaiono pochi secondi dopo essere state visualizzate. Sembrerebbe trattarsi di una app molto diffusa: una comunicazione istantanea senza parole che dà solo apparentemente la sicurezza dell’effimero. Veloce come non mai, con nuovi pericoli per i ragazzi con tanta voglia di sperimentare. Perché sembra che già da tempo esista un metodo che consente di salvare per sempre queste foto considerate fugaci.

redcross.ch/corsi-chili


te StImo n IA n zA

sezione del Luganese – Croce Rossa ticino

Dalla nuova nonna come a casa propria La Croce Rossa di Lugano fa da tramite tra studenti universitari in cerca di alloggio e anziani disposti ad accoglierli. Questo tipo di coabitazione è un arricchimento per entrambe le parti e non di rado nascono amicizie che durano nel tempo. Ma tale sistemazione rappresenta soprattutto un grande sollievo per i familiari degli anziani. TesTo: anneTTe Frommer

immagini: Tres camenzind

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t e S tIm o n I AnzA

D

alla cucina provengono delle allegre risate. Ai fornelli, due donne ridono di gusto mentre la pasta cuoce. «È sempre così quando siamo insieme», afferma Meriam Benhamza, la più giovane: si divertono molto quando cucinano insieme, quando fanno una passeggiata o quando siedono sulla terrazza panorami-

«Quando c’è Meriam mi sento molto più felice». ca del sesto piano, da cui si gode la vista sul lago di Lugano. «Abbiamo un carattere mediterraneo: ci piace ridere e chiacchierare, siamo molto aperte e ci raccontiamo tutto», soggiunge la studentessa. Per due anni e mezzo Meriam ha abita-

un motivo per ridere insieme si trova sempre, anche se i gusti culinari sono differenti.

Gli ultimi due anni e mezzo sono stati indimenticabili per Meriam Benhamza e Maria Migliarese.

to da Maria Migliarese, una vedova di 77 anni conosciuta grazie al progetto SolidariETÀ della Sezione del Luganese della Croce Rossa. La Sezione mette in contatto anziani soli desiderosi di compagnia con giovani studenti in cerca di un’abitazione a prezzo ragionevole. Quella che a prima vista sembra solo una soluzione pragmatica, è anche un grande sollievo e un piacere per tutti gli interessati. Se si chiede a Maria Migliarese quale sia stata la più bella esperienza fatta grazie a SolidariETÀ , il suo volto si illumina: «Tutto», dice ridendo. «Quando c’è Meriam sono molto più felice. Mi sento al sicuro, e anche i miei quattro figli sono più tranquilli. Meriam mi chiede come sto e io non mi sento più sola». Maria 18

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Migliarese è emigrata dall’Italia nella Svizzera tedesca 50 anni fa. Quando suo marito è andato in pensione si sono trasferiti a Lugano, dove hanno acquistato un appartamento vicino al lago. Lui usufruiva del servizio di ergoterapia della CRS e, dopo la sua morte, Maria Migliarese si è interessata al servizio Visite. È così che ha sentito parlare del progetto SolidariETÀ.

ra non coabitare con una signora che le ricordava un po’ sua nonna? Per gli studenti il costo della stanza è di 300 franchi mensili. «Questa è ovviamente una ragione – anche se non quella principale – per cui ho fatto richiesta», dice Meriam. Per la giovane marocchina, abitare a casa di Maria Migliarese durante gli studi è stato come vivere in famiglia. «Siamo andate in vacanza insieme, mi ha portata dai suoi parenti in Calabria e ho imparato a cucinare dei piatti italiani». E poi aggiunge strizzando un occhio:«Purtroppo a Maria non piace la mia cucina, per lei è troppo speziata. Non ama provare cibi nuovi, ma la capisco, dopotutto lei è italiana». Alla fine di maggio, dopo avere cercato invano per sei mesi un’occupazione in Svizzera, Meriam è tornata a Casablanca dalla sua famiglia. Purtroppo, a causa del suo permesso di soggiorno, non è riuscita a ottenere un lavoro. Il commiato è stato triste per Maria Migliarese, che dovrà restare sola nel suo accogliente appartamento fino all’autunno, quando arriveranno i nuovi studenti. Nel frattempo andrà in Calabria dai suoi parenti. «E presto andrò anche a trovare Meriam in Marocco», assicura.

Una seconda famiglia Meriam Benhamza, che lo scorso ottobre ha concluso i suoi studi in comunicazione finanziaria all’Università di Lugano, è stata favorevole a questo tipo di sistemazione fin dal suo arrivo in Svizzera. Già allora era sua intenzione dividere un’abitazione con altre persone: perché allo-

Convinta fin dall’inizio SolidariETÀ esiste a Lugano da quattro anni e si ispira ai progetti di coabitazione intergenerazionale realizzati in grandi città come Parigi o Barcellona. L’iniziativa si basa sul modello di Milano. Tuttavia, a Lugano la Croce Rossa ha difficoltà


te StImo n IA n zA Amsterdam, si erano sposati a Londra. «Poi andammo direttamente a vivere in Indonesia. La famiglia di mio marito viveva nelle colonie», racconta. Insieme hanno allevato sette figli; poi, all’inizio degli anni ’50, quando l’Indonesia ottenne l’indipendenza dall’Olanda, la famiglia Wennubst lasciò il paese e si trasferì in Svizzera.

Una questione di sicurezza

a convincere i pensionati ad aderire. Le famiglie temono infatti che la convivenza con i giovani possa essere problematica: però, una volta presa la decisione, i timori svaniscono. È il caso di Caterina Wennubst, una signora olandese di 84 anni che ha aderito al progetto SolidariETÀ fin dall’inizio e affitta delle camere a studenti nella sua casa di Lugaggia, sopra Lugano. A informarla di questa possibilità è stata la sua figlia maggiore, volontaria della CRS. At-

«Mi piace la compagnia dei giovani». tualmente l’anziana signora ospita due studenti: Darya Basova e Salvatore Buttitta. La donna è felice di accogliere in casa dei giovani. «Ma sono anche contenta che abbiano una loro vita e non rimangano a casa tutto il giorno. Proprio adesso Darya ha preso il bus per Lugano, dove dà lezioni di pianoforte», spiega Caterina Wennubst. La giovane moscovita ha 23 anni e studia al conservatorio. Nel soggiorno della grande casa si trova un pianoforte al quale Darya si esercita ogni giorno. Delle fotografie di paesi lontani sono appese alle pareti, mentre sul comò fanno bella mostra delle statuine asiatiche. Oltre all'olandese e all’italiano, Caterina Wennubst conosce anche il tedesco, l’inglese, il francese e un po’ di malese. Quando parla del suo movimentato passato le si illuminano gli occhi: con suo marito, anch’egli di

Il suo grande giardino è la passione di Caterina Wennubst. «Di sera qui a volte vengono i caprioli e ho già visto anche delle lepri». La casa è però un po' isolata e purtroppo attrae anche visitatori non graditi: una volta sono venuti i ladri. «Ma mio nipote Fabrizio li ha fatti scappare». L’anziana signora ospita degli studenti anche per una questione di sicurezza, poiché lei è spesso assente. «Credo che Darya sia contenta quando ogni tanto vado via, così può suonare tranquillamente il pianoforte», dice sorridendo. Con la studentessa russa è subito nata una bella amicizia. Siedono in cucina, passeggiano insieme in giardino oppure Caterina Wennubst ascolta la ragazza mentre suona il pianoforte. Darya vorrebbe rimanere ancora due anni – e di certo non solo perché nel salotto dell’elegante signora troneggia un bel pianoforte.

crocerossaticino.ch/sezione-delluganese

tRe DoManDe SIMona SalZBoRn Volontaria ticinese, 55 anni, è la fondatrice e la responsabile del progetto SolidariETÀ della Sezione del Luganese di Croce Rossa Ticino. Si occupa anche dell’inquadramento di tutti i volontari della Sezione.

a CHi È RivoLto soLiDaRietÀ? Con SolidariETÀ ci rivolgiamo a persone anziane che vivono sole, dispongono almeno di una camera libera e desiderano avere compagnia. È anche importante che godano di buona salute – gli studenti infatti non hanno il compito di prestare loro delle cure. Possono fare richiesta studenti e studentesse di oltre 20 anni di età, provenienti da un altro cantone o dall’estero. La camera costa 300 franchi al mese. CHe espeRienZe avete Fatto? Quando si crea una certa armonia la coabitazione è un vantaggio per tutti gli interessati e un sollievo per i familiari. Di solito funziona, perché selezioniamo le persone con cura. Chiediamo ad esempio agli studenti se fumano, se escono la sera, se amano gli animali domestici. I giovani sono molto interessati a questo tipo di coabitazione. Più difficile è trovare degli anziani disposti ad accoglierli. Le persone di una certa età non amano molto le novità e spesso sono abituate alla solitudine. L’esempio di Maria e Meriam mostra però come la coabitazione possa essere un arricchimento per entrambe le parti. Sono felice quando nascono simili amicizie. soLiDaRietÀ esiste anCHe aLtRove? In Svizzera il nostro modello è stato ripreso dalla Croce Rossa Friburghese: il loro progetto si chiama «habiter/aider». Diversamente da quanto avviene con SolidariETÀ, gli studenti pagano solo una somma «una tantum» per le spese amministrative e in cambio dell’ospitalità svolgono dei lavoretti in casa. Questo programma può sicuramente essere realizzato anche in altre grandi città svizzere. Da parte nostra saremo lieti di condividere la nostra esperienza.

Caterina Wennubst ospita a casa sua una studentessa e uno studente. Humanité 3/2014

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American Red Cross /Talia Frenkel

Un gesto per le generazioni future.

Facendo testamento lei ha la garanzia che il suo patrimonio sarà ripartito secondo la sua volontà. La guida sulle ultime volontà pubblicata dalla Croce Rossa Svizzera spiega come redigere un testamento giuridicamente valido.

Vogliate inviarmi la guida gratuita della CRS sui testamenti Cognome Nome Via/n.

Telefono 031 387 74 64 pf.service@redcross.ch www.redcross.ch/legati

NPA/Località Telefono Data di nascita ❏ Vi prego di contattarmi Croce Rossa Svizzera Rainmattstrasse 10 Casella postale CH-3001 Berna Telefono 031 387 74 64


A tU PeR tU vladimir Cmiljanovic, Ceo di piqur

«Una logica strategica alla base di un aiuto efficace» vladimir Cmiljanovic, 35enne di origini serbe, è arrivato in svizzera 15 anni fa come giocatore professionista di pallamano. Durante la carriera sportiva ha studiato chimica, una scelta che lo ha portato ad assumere la carica di Ceo di piqur. Questa giovane impresa ha sviluppato una terapia antitumorale innovativa per la quale sono in corso studi clinici. vladimir Cmiljanovic spiega le ragioni che lo hanno indotto a elargire una donazione per le vittime delle inondazioni nei Balcani. inTervisTa: Tanja reusser

© Università di Basilea

miglia, ma a me interessa poco. che informazioni le giungono Credo piuttosto che per garanoggi dai Balcani, sei settimane tire un aiuto al maggior numedopo la catastrofe? ro possibile sia necessario agire Sembra ancora che sia passato uno tsunami. Non si è mai visto in modo razionale e pragmatinulla di simile e tanto meno lo co secondo una logica strategisi poteva prevedere. Mio padre ca. Poco importa dove. I danni è stato in Serbia recentemente sono ingentissimi. Non si parla per un matrimonio al quale eranemmeno più di milioni e pratino invitati anche svizzeri e amecamente l’unica fonte di finanricani. Quando il bus che li acziamento è la generosità altrui. Nei Balcani quasi nessuno è ascompagnava ha attraversato le sicurato. regioni colpite, perfino i più duri avevano le lacrime agli occhi daVladimir Cmiljanovic, CeO di Piqur, è sposato con una basilevanti a questa devastazione totail suo obiettivo è trovare una se e ha due figli. In famiglia trova l’energia per alimentare la le. La disperazione della gente è cura contro il cancro, ma non sua propositività. più che tangibile. Dopo aver perperde occasione per incoso quel poco che erano riusciti a costruiSì, l’ho fatta io e, senza che lo sapessi, raggiare i suoi colleghi a sostenere re in vent’anni di fatiche, molti sono psil’ha fatta anche mia moglie (sorride). Mi l’impegno della CRS. Perché? cologicamente allo stremo. preme che ci sia un controllo sulla destiÈ così che sono stato educato. È parte nazione dei fondi raccolti. La CRS è un di me. Sogno da sempre di trovare una i parenti le avevano raccontato cosa ente umanitario neutrale che garantisce cura antitumorale, soprattutto per i giovani. Non da ultimo per motivi personaquesto controllo. Ne sono certo. Credo stava succedendo? Mio padre è stato informato da alcuni anche che abbia un quadro preciso delli. Nonostante i legami emotivi, non mi la situazione in base al quale può indiviimpegno a favore dei Balcani solo perfamigliari e mi ha messo al corrente, ma la maggior parte dei nostri parenti vive duare subito dove servono gli aiuti più ché sono serbo. Lo farei anche per le vita Belgrado. La capitale ha potuto conteurgenti. time di una catastrofe in un’altra parte nere i danni grazie alle dighe erette da del mondo. Credo che sia nostro compimigliaia di volontari. Mi sono commosso Non la disturba il fatto che la CRS to se ne abbiamo la possibilità. La gendavanti a tanta solidarietà, ma le immate non dimentica la solidarietà ricevuta. non le può garantire di impiegare gini delle regioni alluvionate pubblicate È importante sostenersi a vicenda anche l’offerta a favore del suo paese di nei media mi hanno sconvolto. perché nessuno è al riparo dalle catastroorigine? Posso capire che le persone originarie fi naturali. Ha fatto un’offerta alla CRS a favore dei Balcani residenti in Svizzera vorreb➔ Legga le pagine seguenti per saperne bero che si devolvessero i soldi nella redi più sull’impegno della CRS. dei sinistrati nell’Europa sud-oriengione in cui vive il resto della loro fatale. Humanité 3/2014

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RItRAtto

Regina wenk e la sua interprete emina Babovic Gojacic durante il sopraluogo. a destra è ben visibile il livello raggiunto dalle acque.

inondazioni nei Balcani

Ridare alla gente il coraggio Dopo le devastanti inondazioni di metà maggio, in Bosnia e in serbia sono iniziati i lavori di sgombero. sono molte le persone che hanno perso tutto e necessitano di aiuto sotto ogni forma. Regina Wenk si è recata sul posto per conto della Croce Rossa svizzera (CRs) per sostenere gli aiuti d’emergenza e pianificare la ricostruzione. TesT0: KaTharina schindler

R

egina Wenk, 48 anni, è scioccata dalla portata dei danni – e dalla disperazione della gente. Accompagnata dai collaboratori della Croce Rossa locale, ha visitato molti villaggi nel nord della Bosnia. «Abbiamo raccolto informazioni dai comuni, dalle istituzioni sociali e anche dalla Croce Rossa locale e abbiamo parlato con la popo-

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lazione colpita allo scopo di tracciare un quadro preciso della situazione, in particolare dei danni e delle necessità della gente. Su questa base imposteremo gli ulteriori aiuti», spiega. Per prepararsi ad assolvere al meglio i suoi compiti, Regina Wenk, ingegnere specializzata in statica della costruzione e membro della Catena Svizzera

di Salvataggio, ha seguito i corsi della CRS.

Perdere tutto per la seconda volta Nel villaggio di Kopanice incontra per caso Ane Zuparic, 70 anni, che con il marito abitava in una piccola fattoria distrutta dall’alluvione. «A questi contadini non è rimasto nulla se non una


RItRAtto gallina in un cortile completamente coperto dal fango», racconta Regina Wenk. «La guerra li aveva già costretti una volta ad abbandonare tutto e a ricominciare da zero. E ora, come molti altri, si ritrovano di nuovo davanti alla devastazione», osserva la collaboratrice della Croce Rossa. Regina Wenk incontra moltissime persone che dopo la guerra si sono ricostruite una vita con grande fatica e che ora devono ricominciare da capo. Hanno perso tutto: casa, futuro e speranza. In una situazione disperata come questa, l’aiuto della Croce Rossa è particolarmente importante. È fondamentale che la gente percepisca la solidarietà altrui: «Altrimenti il rischio di perdere il coraggio di vivere è molto concreto».

Il fango ha inghiottito tutto: a ane Zuparic, contadina settantenne, è rimasta solo la disperazione.

Ripristinare case e giardini Praticamente nessuno è assicurato Mentre una parte delle abitazioni sono state distrutte dagli smottamenti, molte altre che avevano subito ingenti danni a causa della prolungata umidità hanno potuto essere ristrutturate con grandi sforzi e tanta pazienza. Un problema enorme è costituito dal fatto che in Bosnia, diversamente dalla Svizzera, praticamente nessuno ha un’assicurazione che possa coprire almeno una parte dei danni materiali. La gente non sa come andrà a finire. I più colpiti sono evidentemente le persone sole, senza mezzi, che già prima dell’alluvione facevano parte delle fasce più svantaggiate. «Hanno urgente bisogno di aiuto e di sostegno per procurarsi un tetto prima dell’inverno che qui è decisamente rigido», prosegue Regina Wenk.

Prima dell’arrivo dell’inverno, la CRS intende partecipare alla ristrutturazione del maggior numero possibile di abitazioni rese inabitabili dall’acqua. Si concentra soprattutto nella regione settentrionale del paese, in cui è attiva già da diversi anni con un programma a favore delle famiglie più svantaggiate e degli anziani. Per i lavori di sgombero ha già messo a disposizione deumidificatori, idropulitrici, pale, zappe, scope e abiti di protezione. Il fango non ha risparmiato orti e campi, portandosi via il raccolto e gli animali. Un dramma per molte famiglie di queste regioni che vivono grazie all’autosostentamento e che nei prossimi mesi saranno confrontate con la scarsità di molte derrate alimentari. Fino alla prossima primavera, la CRS intende pertanto fornire loro generi alimentari e aiutarle a ripristinare orti e campi.

contatti, è stato facile reagire tempestivamente all’emergenza.

Impegno della Croce Rossa in Serbia La CRS collabora allo sgombero e alla ricostruzione anche in Serbia, lavorando a stretto contatto con la Croce Rossa Austriaca, ben integrata nel territorio. Dall’inizio di luglio una delegata della CRS è presente sul posto per preparare la ricostruzione. Come sempre avviene per le catastrofi più gravi, anche nei Balcani l’intervento della Croce Rossa è stato coordinato dalla Federazione internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. Visto che in Serbia erano attive dall’inizio altre otto Società nazionali, la CRS ha deciso di collaborare solo alla fase della ricostruzione per ottimizzare la ripartizione interna dei compiti.

redcross.ch/inondazioni-balcani

© Amer Kapetanović

Soccorsi immediati

Il tappeto infangato è l’unica traccia che lascia supporre che questo fosse un salotto.

La CRS ha inviato aiuti d’urgenza alla Bosnia immediatamente dopo la catastrofe: un team di sei persone coadiuvate da volontari della Croce Rossa locale ha distribuito 17 000 confezioni di conserve alimentari, 250 kg di compresse per la depurazione dell’acqua, una quantità imprecisata di disinfettanti, prodotti di pulizia, pale, coperte, materassi e stivali di gomma come pure 400 deumidificatori. Poiché la CRS è presente da anni nella regione e vanta una buona rete di

a pRoposito La CRS ringrazia tutti i donatori e le donatrici per la loro solidarietà. Un grazie particolare va a Coop, Migros e altre aziende, autorità e fondazioni per il loro sostegno finanziario. Per soccorrere prontamente le popolazioni sinistrate in Bosnia-Erzegovina e in Serbia, la CRS impiegherà anche fondi della Catena della Solidarietà e della Croce Rossa Austriaca.

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In AzIone

In caso d’emergenza, un’evacuazione gestita dal team di soccorso della Croce Rossa può salvare delle vite.

vietnam

emergenza sul delta del Mekong stando agli esperti, tra una cinquantina di anni il delta del Mekong potrebbe trovarsi 70 cm sotto il livello dell’acqua. Le esondazioni sono già oggi un problema per molti villaggi. La Croce Rossa interviene costruendo case più sicure e promuovendo la prevenzione delle catastrofi. TesT0: PeTer jaeggi

L

immagini: roland schmid

a scuola elementare di Dat Mui, sulla punta più meridionale del Vietnam, è in subbuglio. Il comitato popolare locale ha telefonato al direttore comunicandogli che la diga ha ceduto e l’acqua minaccia la scuola. La notizia mette in agitazione 600 bambini e i loro insegnanti: ne va della loro vita! Il direttore urla istruzioni nel megafono. Obiettivo: raggiungere l’ultimo piano nel minor tempo possi24

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in vietnam, la CRs promuove la preparazione alle calamità naturali. bile. I bambini salgono di corsa le scale, gli insegnanti portano con loro libri e acqua potabile, uno mette in salvo «papa Hô», il busto di gesso del padre della nazione Hô Chi Min.

Fortunatamente si tratta solo di un’esercitazione con cui la Croce Rossa Svizzera (CRS) promuove la capacità di reazione alle calamità. Tuttavia, il pericolo è più che reale. Il delta del Mekong è un ambiente fragile: bracci di fiume molto ramificati, migliaia di canali, idrocolture a perdita d’occhio, laghetti separati solo da sottili dighe sulle quali corrono strade e sentieri stretti. Le maree regolano l’ir-


In AzIone Delle abitazioni costruite sulla melma e troppo vicino all’acqua – ma dove abitare quando si vive di pesca?

Gli scolari imparano a mantenere la calma e a mettersi in salvo all’ultimo piano.

rigazione. Osservando l’area a volo d’uccello, si ha l’impressione che l’intero Viet­ nam meridionale sia un’enorme laguna.

Profughi ambientali Lungo la riva del fiume, con i piedi nella melma, Nguyen Van Cuong, pescatore e lavoratore a giornata, indica un punto sull’acqua. Là un tempo c’era la casa dove ha vissuto per dodici anni con la sua famiglia. L’aveva costruita lui stesso con legno e foglie di palma. «L’acqua continuava a salire, finché un giorno è entrata in casa. Era impossibile restare», racconta. Ora lui e la sua famiglia sono profughi ambientali. Non è stato facile abbandonare la propria terra. Prima di andarsene, Nguyen Van Cuong ha raccolto qualche paletto di legno della casa ormai sommersa per farne un recinto per i maiali. Nguyen Van Cuong fa parte di quel 50 % circa degli abitanti del delta del Mekong che vive al limite o al di sotto della soglia di povertà. «I più poveri sono i più indifesi quando la natura impazzisce», afferma l’esperto ambientale Ton That Khanh. Non avendo case solide, sono particolar-

mente vulnerabili quando sopraggiunge un tifone. Inoltre, vivono per lo più di pesca e abitano vicino all’acqua, per cui sono ancora più esposti ai pericoli. Durante la stagione delle piogge, ovvero da ottobre a gennaio, su Ca Mau, la provincia più a sud del Vietnam, si abbattono spesso tempeste tropicali. I pescatori non posso-

no uscire in mare e non guadagnano nulla. Molte famiglie soffrono la fame. Oltre alla vecchia casa di Nguyen Van Cuong, nel delta del Mekong sono state sommerse altre decine di migliaia di abitazioni. Negli ultimi vent’anni lo Stato ha trasferito altrove più di un milione di persone grazie agli aiuti internazionali. Anche la CRS ha fatto la sua parte costruendo 1300 modeste casette a prova di alluvioni e tempeste. Tra queste vi è la casa di Nguyen Van Cuong, che ora vive a pochi minuti di barca dalla sua vecchia capanna. Lo Stato ha regalato a ogni famiglia evacuata 270 m2 di terra. Le solide case costruite dalla Croce Rossa misurano 25 m2 circa e le famiglie possono ampliarle. Per far posto a vasti allevamenti di gamberi, sono state deforestate enormi superfici ricoperte di mangrovie, con effetti de-

nguyen Van Cuong (2° da sinistra) e la sua famiglia sono sollevati: grazie alla CRS, hanno una nuova casa. Humanité 3/2014

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In AzIone vastanti. Le mangrovie rompono le grandi onde e proteggono la terra dall’erosione provocata dalle inondazioni: trattengono i sedimenti e fanno sì che la terraferma guadagni terreno sul mare. Il professor Duong Van Ni, agronomo ed esperto di scienze ambientali all’Università di Can Tho, spiega: «Prima, sulla punta meridionale del Vietnam ogni anno la terra avanzava di 15–20 metri rispetto al mare. Ora accade il contrario: l’erosione sta distruggendo la terraferma». Lo Stato investe molto nella riforestazione. «Un’impresa ardua», aggiunge il professore, «perché la popolazione è in aumento. La gente andrebbe trasferita». C’è da preoccuparsi: «Stando al Ministero dell’ambiente e ad alcuni istituti di ricerca, tra una cinquantina di anni la metà del delta del Mekong potrebbe trovarsi 70 centimetri sotto il

a pRoposito 50 anni aL seRviZio Dei più vULneRaBiLi In nessun altro paese al di fuori della Svizzera la Croce Rossa Svizzera (CRS) è stata impegnata così a lungo come in Vietnam, dove opera ininterrottamente da 50 anni. Già durante la guerra del Vietnam la CRS aveva fornito aiuti di emergenza con l’invio di chirurghi di guerra. Dopo la fine del conflitto, nel 1975, la CRS si è adoperata soprattutto per ripristinare le infrastrutture sanitarie del paese, e in seguito per aprire orfanotrofi e ospedali. Qui sono state curate tante vittime dell’«agente arancio», un diserbante impiegato come arma di guerra, che ha causato gravi danni alla salute dei vietnamiti con conseguenze a lungo termine. Il Vietnam è spesso colpito da tifoni e indondazioni e dagli anni ‘90 la CRS interviene regolarmente con aiuti di emergenza. Ad esempio ha contribuito alla ricostruzione di circa 3500 case, rendendole resistenti a tempeste e alluvioni. La prevenzione delle calamità naturali ha acquisito nel tempo sempre maggiore importanza. Insieme con la Croce Rossa Vietnamita, la CRS opera in due province meridionali per ridurre i rischi di catastrofe: prepara carte topografiche che evidenziano i pericoli, elabora piani di evacuazione e tiene corsi di pronto soccorso. Vengono inoltre applicate misure architettoniche atte a proteggere scuole, ospedali e importanti reti stradali dalle inondazioni e dalle tempeste.

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la stagione delle piogge vengono aperte, il che favorisce le inondazioni. «Di questo passo, è probabile che in futuro bisognerà trasferire altri sei milioni di persone», afferma Michael Annear, rappresentante della Federazione internazionale delle Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (FICR) in Vietnam che in passato ha diretto programmi di aiuto in caso di catastrofe in Asia e Africa. Perciò, è estremamente importante investire nella prevenzione delle catastrofi. Annear aggiunge che le Società della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa hanno confrontato i costi e constatato che «ogni franco investito nella prevenzione permette di risparmiare da cinque a dieci franchi sui costi legati alle una delle case a prova di alluvioni e tempeste costruite dalla CRS

livello dell’acqua». Una regione grande quasi quanto la metà della Svizzera.

Una fragile risaia Il delta del Mekong è la risaia del Vietnam. Ogni anno vi si producono circa 42 milioni di tonnellate di riso, che viene esportato in oltre 40 paesi. «Non bisogna dimenticare che l’innalzamento del livello dell’acqua non interessa solo questa regione», sostiene il professor Van Ni. Il delta del Mekong e altri quattro grandi delta forniscono l’80 % della produzione mondiale di riso. L’innalzamento del livello del mare, dunque, è una minaccia per la sicurezza alimentare globale». Secondo il professore, l’intensificarsi delle catastrofi naturali è dovuto, oltre che al riscaldamento climatico, alla deforestazione. Nel giro di 20 anni sono stati distrutti quasi due terzi delle foreste che ricoprivano la parte superiore del Mekong. «L’acqua che prima era arginata dalla fitta vegetazione ora può confluire da ogni lato, facendo salire il livello dell’acqua». Come se non bastasse, la pioggia trascina via la terra dalle zone disboscate producendo grandi quantità di sedimenti che fanno innalzare il letto del fiume. La costruzione di molte strade e la presenza di innumerevoli laghetti e terrapieni riducono l’alveo naturale del fiume. Il professore si dice preoccupato anche dalle dighe cinesi presenti nel tratto superiore del Mekong. Nella stagione secca, quando il Vietnam ha più bisogno d’acqua, le dighe vengono sbarrate mentre durante

Michael annear, della FICR, caldeggia un potenziamento della prevenzione delle catastrofi.

catastrofi». Spesso piccoli interventi possono dare grandi risultati, come la costruzione di un ponte che consente agli abitanti di scappare in caso di esondazione, o di strutture solide in cui rifugiarsi in caso di tifone. L’esercitazione alla scuola primaria di Dat

gli investimenti nella prevenzione delle catastrofi sono fruttuosi. Mui si conclude con un canto. L’allegra canzone ha lo scopo di riportare la calma generale. La maggior parte dei bambini che si recano a scuola in barca non sa nuotare. Preoccupano anche le parole dell’ex capo del villaggio: «Tra qualche anno, probabilmente anche le nuove case saranno sommerse perché il livello dell’acqua continua a salire. Ogni anno bisogna innalzare la diga di contenimento». A Dat Mui e in molte altre località del grande delta, il cedimento di una diga è un’eventualità tutt’altro che remota.

redcross.ch/vietnam


In BReVe Una guida sui primi soccorsi tra ft ex e it llh M tfa No

■ In caso d’emergenza è importante saper agire nel modo giusto effettuando manovre salvavita. La guida Erste Hilfe leisten – sicher handeln, la careum cui pubblicazione in francese e in italiano è prevista per il 2015, insegna al lettore a identificare le varie patologie e a gestire le emergenze. Fornisce inoltre informazioni utili sui quadri clinici e i sintomi che non presentano una situazione di pericolo, affinché si possa valutare più facilmente se è necessario un intervento tempestivo. Un promemoria staccabile permette di verificare in qualsiasi momento le diverse sequenze dei primi soccorsi. La guida, pubblicata dalla Federazione svizzera dei samaritani, dalla Società Svizzera di Salvataggio e dalla Rega in collaborazione con il CAS e il Soccorso Alpino Svizzero, è disponibile in tedesco alle edizioni Careum (fr. 39.–). Erste Hilfe leisten sicher handeln

Verlag

careum.ch

Messaggio senza parole ■ Costatando che in Svizzera non tutti sono bene informati in materia di salute dentale, la CRS ha realizzato un video che sensibilizza in modo umoristico su questa tematica. Si tratta di un film senza parole, perché i messaggi di prevenzione devono essere accessibili a tutti. Il video è stato diffuso su Internet tramite diversi social media.

redcross.ch/salutedentale

i samaritani, una scuola di vita ■ 130 responsabili dei giovani della Federazione svizzera dei samaritani (FSS) hanno partecipato a un corso intensivo di formazione a Landquart. I partecipanti, molto motivati, hanno seguito un impegnativo programma di quattro giorni incentrato sulla comunicazione, la gestione di conflitti e i principi di base della didattica e della guida di un grup-

po. Hanno così potuto acquisire competenze che saranno loro utili sia nella vita quotidiana che nell’ambito del loro impegno presso i gruppi Help della Gioventù samaritana. Rivolgiamo un sentito grazie agli sponsor Coca-Cola HBC Svizzera e PPO Services SA, che hanno fornito ai corsisti frutta e bevande rinfrescanti.

pelikan, nuovo partner della CRs ■ Dal 2003 la Croce Rossa Svizzera (CRS) propone ad aziende, comuni e istituzioni un servizio gratuito di riciclaggio di cartucce di toner e di inchiostro usate. Oltre al fedele partner Alteco Informatik SA, dall’aprile 2014 anche la ditta Pelikan assicura la raccolta e il riciclaggio delle cartucce. La CRS è molto lieta di poter contare sull’aiuto di questa consolidata e rinomata azienda. Nel centro di riciclaggio Pelikan, le cartucce vengono verificate e rivalorizzate per poi essere reintegrate nel circuito di produzione. L’azienda contribuisce così durevolmente alla riduzione dei rifiuti e all’ottimizzazione delle risorse. Per le cartucce recuperate, Pelikan versa una donazione alla CRS. Di questo servizio si avvalgono 4000 aziende, che sostengono così la CRS. La sua ditta non partecipa ancora all’operazione? Per saperne di più, clicchi su:

chaque-cartouche-compte.ch

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Insieme per una buona causa. I collaboratori del Credit Suisse si impegnano in progetti di pubblica utilità. Ad esempio, i collaboratori del Credit Suisse sostengono il progetto di integrazione «Vieni a trovarmi» della CRS insegnando a bambini di madrelingua straniera la lingua tedesca e la cultura svizzera. Nel 2013 quasi 5000 collaboratori del Credit Suisse hanno dato un proprio contributo alla comunità. Vi invitiamo a conoscere meglio le nostre attività di Corporate Volunteering. credit-suisse.com/volunteering


Pot- PoURRI Bangladesh

Curry per pranzo La cucina del Bangladesh è simile a quella indiana. saporiti curry con verdure, lenticchie e spesso anche con carne o pesce, serviti con il riso, l’alimento di base della popolazione. TesTo: KaTharina schindler

immagini: remo nägeli

RiCetta CURRy Di ZUCCa e ZUCCHine Con Riso BasMati Ricetta per 4 persone

Shima Katun taglia e trita tutti gli ingredienti sull’unico piano di lavoro di cui dispone.

L

a strada per Mongli, nel nord del Bangladesh, passa attraverso villaggi e vasti campi. È la stagione del raccolto, un duro lavoro per uomini e donne. Molti si sistemano sulle spalle le grandi fascine e le trasportano a casa barcollando sotto il loro peso. Altri le caricano su un risciò o su un carretto sgangherato trainato da due buoi. Quando arriviamo al villaggio di Mongli, Shima Katun sta preparando il pranzo

Dei rametti per accendere il forno di terracotta, sterco secco e legna per la brace.

(vedi p.7). La giovane madre sta tagliando con un grande coltello una zucca di un intenso colore arancione. I pezzi devono essere piccoli, così ci vorrà meno

in Bangladesh si mangia con la mano destra dopo averla lavata. tempo per cuocerli e anche meno legna o sterco di vacca, qui usato come combustibile a buon mercato per cucinare. Con gesti esperti, la donna taglia le cipolle e schiaccia qualche peperoncino con una pietra. Mette poi tutto in una pentola insieme ad altre spezie e fa cuocere a lungo su un forno di terracotta all’aperto. Insieme a suo marito e a suo figlio Tonmoy, Shima Katun mangia all’aperto, seduta per terra all’ombra degli alberi. In casa non c’è quasi posto e il caldo è ancora più insopportabile. In Bangladesh si mangia con la mano destra dopo averla lavata: per questo le vivande vengono servite tiepide – ma fa comunque già abbastanza caldo così.

1 tazza di riso basmati 3 cucchiai di strutto o ghee 2 cipolle tritate 1 peperoncino verde tagliato a listarelle 1 cucchiaino di coriandolo macinato 1 cucchiaino di cannella 1 cucchiaino di curcuma 1 cucchiaino di cumino 2 fette di polpa di zucca e 2–3 zucchine tagliate a dadini 250 ml di brodo di verdure 250 ml di latte di cocco in scatola 1 cucchiaino di aceto Sale e pepe 1 mazzetto di coriandolo fresco tritato grossolanamente Preparazione Cuocere il riso secondo le indicazioni sull’imballaggio. Rosolare la cipolla in una grande pentola con lo strutto o il ghee. Aggiungere il peperoncino e le spezie e fare cuocere qualche istante finché si sprigionerà l’aroma. Unire i dadini di zucca e zucchine e farli friggere per 3 minuti. Versare il brodo e l’aceto, salare e pepare. Cuocere a fiamma bassa per circa 15 minuti. Unire il latte di cocco e continuare la cottura finché il liquido si sarà addensato. Aggiungere coriandolo a piacere.

rivista-humanite.ch/ricette Humanité 3/2014

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Pot-P o U R R I HUManitÉ 2/2014 Soluzione dell’ultimo cruciverba: RICoStRUzIone Ci congratuliamo con i vincitori: Heidi Kaiser, Suhr Käthy Schär, Oberbuchsiten Willi Scheidegger, Wila Katharina Tschumi, Allschwil Monika Vittur, Winterthur

Soluzioni degli altri giochi dell’ultima edizione

Karma, alias Marco Ratschiller, è caricaturista e caporedattore della rivista satirica nebelspalter.

Labirinto

Tracciare il percorso che porta all’uscita del labirinto, poi annerire il tracciato risultante per far apparire la figura nascosta.

9 6 2 3 7 5 4 8 1

5 1 7 6 4 8 3 9 2

4 8 3 1 2 9 5 6 7

7 9 5 2 8 1 6 4 3

3 2 6 7 5 4 8 1 9

8 4 1 9 6 3 2 7 5

6 5 9 4 1 2 7 3 8

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1 7 8 5 3 6 9 2 4

06010030415

3 8 2 6 4 9 1 7 5

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6 3 8 9 7 5 2 1 4

1 2 9 4 3 8 5 6 7

4 5 7 1 6 2 3 9 8

2 4 5 3 9 6 7 8 1

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9 1 6 8 2 7 4 5 3

Le soluzioni del sudoku, del gioco delle differenze e del labirinto saranno pubblicate nella prossima edizione o sul sito Internet

➔ 30

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rivista-humanite.ch


Pot-PoURRI Cruciverba Disavanzo

Vaga, elusiva

sudoku Aderente, detto di abito

Tale è la Il sì di Putin mancia che Non soddisfa concordante

Schiava di Abramo

Malattia L’americio (simbolo)

Poco tatto

8 9

Reiette

Avvilita, abbacchiata

Gravissimo reato

Fine di tornei

9

Distruggere

Agenzia di stampa sovietica Le spalanca la belva Distratto, sviato

Moleste, noiose

Quartetto... per due

2

Il caffè dei Parigini

1

Società Svizzera di Salvataggio

7

4

Sud-Est

Chiacchiera inutile

6 3

8

Stare zitti

Velisti senza vesti

Località di soggiorno dell'Oberland bernese

L'attrice Ullmann

5 Felini domestici

Capitale del Bangladesh Tra i Sette Savi è ricordato per un teorema

Ambito premio Un po' di avarizia

6 Sigla di Obvaldo Il cineasta Allen

Diodo a emissione luminosa

Sulle auto ticinesi

Pregiati pesci di mare

7 3

6

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2

3

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7

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4 1

8 5 9 3

11 Il nome di Skelton

3 Così chiaro da non doversi dimostrare

Supporter sfegatato

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5

gioCa e vinCi Offerta speciale estate Fino al 30 settembre, la borraccia CRS prodotta da SIGG è disponibile al prezzo speciale di 20 franchi, di cui 5 franchi saranno versati a favore di progetti di approvvigionamento idrico della CRS. ➔ redcross.ch/bou-

6

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Condizioni di partecipazione al concorso: i vincitori saranno informati per iscritto. Non si tiene alcuna corrispondenza in merito al concorso. I premi non possono essere corrisposti in contanti. È escluso il ricorso alle vie legali.

3 5

7 1

3 1 8

2 4 5 06010029341

Riempire lo schema in modo che ogni riga, ogni colonna e ogni riquadro contenga tutti i numeri da 1 a 9, senza alcuna ripetizione.

gioco delle differenze

© Remo Nägeli

2

9 6

2 1 6 3 1 6 4 9 9 8 Conceptis Puzzles

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Confronti le due immagini e trovi le dieci differenze!

tique

Concorso Coloro che invieranno la soluzione corretta del cruciverba, parteciperanno all’estrazione a sorte di cinque borracce SIGG da 0,6 litri. Invii la soluzione corretta e il suo indirizzo per e-mail a crosswords@redcross.ch o tramite cartolina postale a: Croce Rossa Svizzera Rivista Humanité Casella postale 3001 Berna Termine ultimo di invio: 10 ottobre 2014

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tutti hanno diritto alle cure sanitarie. la CRS aiuta le popolazioni svantaggiate che soffrono di malattie curabili.

Abbiamo bisogno della sua donazione. Conto postale 30-9700-0


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