Magazine Humanité 1/2014: Impegnata anima e corpo

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Impressum Humanité 1/2014 Febbraio 2014 ISSN 2296-6757 Illustrazione di copertina e retro: Tres Camenzind Editore: Croce Rossa Svizzera, Rainmattstrasse 10, Casella postale, 3001 Berna Telefono 031 387 71 11, info@redcross.ch, www.redcross.ch Donazioni: CP 30-9700-0 Consulenza lasciti testamentari: telefono 031 387 72 83 Notifica cambiamento d’indirizzo: per e-mail a pf.service@redcross.ch o per telefono al n. 031 387 74 64 Indirizzo della redazione: Croce Rossa Svizzera, Redazione Humanité, Casella postale, 3001 Berna humanite@redcross.ch, www.rivista-humanite.ch Redazione: Tanja Reusser (caporedattrice), Urs Frieden (Sanità e integrazione), Andreas Häner (Raccolta fondi), Isabelle Roos (Partenariati con il settore privato), Christine Rüfenacht (Sanità e integrazione), Isabel Rutschmann (Comunicazione), Katharina Schindler (Cooperazione internazionale) Contributi alla presente edizione: Myriam Bschir, Markus Mader, Marco Ratschiller, Katrin Schöni, Sandra Weiss Abbonamento: l’abbonamento annuo costa 6 CHF e viene offerto ai donatori della CRS. Pubblicazione: trimestrale Lingue: italiano, francese, tedesco Tiratura: 125 580 copie Copyright di tutte le foto senza indicazione: Croce Rossa Svizzera Traduzione: Servizio traduzioni CRS Layout e stampa: Vogt-Schild Druck AG, Derendingen Prossima edizione: giugno 2014

PERFORM ANCE

neutral Stampato No. 01-14-777589 – www.myclimate.org © myclimate – The Climate Protection Partnership

Per la stampa di Humanité viene usata esclusivamente carta riciclata 100%, che consente di proteggere le risorse naturali e l'ambiente.

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Humanité 1/2014

Reportage – Collaboratrice sanitaria CRS 4 Impegnata anima e corpo 8 «Un compito sempre più impegnativo» 12 RITRATTO – Aiuto di catastrofe nelle Filippine «Viaggio nell’ignoto» 14 SOTTO LA LENTE – Consulenza sulle direttive anticipate Come orientarsi nella giungla medica 16 RETROSPETTIVA – L’emblema della Croce Rossa Questione di vita o di morte 18 TESTIMONIANZA – Sudan del Sud Un inizio difficile 22 A COLLOQUIO – Ambulatorio CRS per vittime della tortura e della guerra «La forza di riprendere in mano la propria vita» 24

IN AZIONE – Boschi e acqua ad Haiti Vittime della povertà

29 POT-POURRI Il meglio di due mondi Passatempo e vignetta


© Roland Blattner

e d i to r i a l E

Siamo qui per voi Cara lettrice, caro lettore, per la Croce Rossa Svizzera (CRS), l’organizzazione nazionale della Croce Rossa del nostro Paese, è un dovere morale aiutare le popolazioni colpite da catastrofi devastanti come il tifone che ai primi di novembre si è abbattuto sulle Filippine. Ma non solo. A meno che lo Stato interessato non disponga altrimenti, la CRS interviene anche in caso di catastrofi minori che non suscitano grande eco nei media. Vi ringraziamo di cuore per la vostra generosità, che ci consente di agire laddove necessario. I dettagli sugli interventi della CRS sono pubblicati nella presente rivista e nel sito www.redcross.ch, aggiornato quotidianamente e completamente ristrutturato. Forniamo informazioni sulla nostra attività anche nell’ambito delle campagne di raccolta fondi che lanciamo. Vi mostriamo dove e come lavoriamo. La vostra generosità è apprezzata e produce effetti positivi a lungo termine, poco importa che devolviate la vostra offerta specificatamente per l’aiuto in caso di catastrofe o per le attività che ci occupano maggiormente nell’ambito della collaborazione allo sviluppo, della salute e dell’integrazione. Siamo qui per voi. Non esitate a sottoporci le vostre richieste per mail, tramite la nostra hotline o con la classica lettera. Vi ringraziamo anche perché sappiamo di poter contare sul vostro appoggio e sul vostro prezioso feedback.

Cordialmente

Markus Mader Direttore della Croce Rossa Svizzera

Humanité 1/2014

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r e po rtage

C

on la sua eloquenza e la sua determinazione, Josephine Niyikiza sarebbe potuta diventare un’eccellente avvocatessa. Ma il destino aveva in serbo per lei un’altra strada. «Volevo aiutare gli oppressi, ma la guerra me l’ha impedito», racconta la trentatreenne, che nel 1994 è sfuggita ai massacri in Ruanda. Il desiderio di aiutare il prossimo è un filo conduttore nella sua vita. Anche durante la fuga, che l’ha condotta in ben otto paesi africani e in diversi campi profughi, la giovane donna si è sempre impegnata per gli altri. Nella Repubblica del Congo, per esempio, aiuta-

Con i malati ci ha sempre saputo fare: lo ha imparato dalla madre, che era medico. va in un centro di accoglienza per disabili e anziani. Con i malati ci ha sempre saputo fare: lo ha imparato dalla madre, che era medico: «Ogni tanto mi portava con sé quando andava a visitare i pazienti del villaggio», ricorda Josephine Niyikiza. La madre, purtroppo, non è sopravvissuta al conflitto che ha spaccato in due il Paese.

Ricominciare da zero Nel 2004, la giovane donna atterra a Zurigo a bordo di un aereo proveniente dal

Con movimenti esperti e sicuri, la collaboratrice sanitaria aiuta un residente a spostarsi dalla carrozzella al letto.

Camerun. Debole e traumatizzata, ha con sé il suo ultimogenito, che allora è ancora un bebè. Josephine Niyikiza deve prima abituarsi alla nuova vita a Jona, sul lago di Zurigo. Grazie al servizio di ricerca della Croce Rossa, ritrova gli altri due figli (più tardi anche il marito), che aveva perso di vista durante la fuga. E impara il tedesco

– in un corso che le ha regalato la sua terapeuta per Natale. Quest’ultima le offre aiuto anche per frequentare il corso di collaboratrice sanitaria CRS (CS CRS): 120 ore di teoria e dodici giorni di stage – il tutto in tedesco – non sono un gioco da ragazzi! Josephine Niyikiza non esita un istante. «Ero felicissima di poter fare qualcosa nella vita», racconta raggiante. Ancora oggi è molto fiera dei buoni voti ottenuti.

Donare felicità

Josephine Niyikiza e la sua superiore Pia Mariano discutono di questioni amministrative. 6

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Da tre anni, Josephine Niyikiza lavora a tempo parziale nell’appartamento protetto Spinnereistrasse a Rapperswil. «Tutti i residenti sono entusiasti», sottolinea la sua superiore, Pia Mariano. Inizialmente la responsabile dell’appartamento protetto aveva delle perplessità a causa delle barriere linguistiche. Ben presto però ogni suo dubbio si è dissipato: Josephine Niyikiza ha eccellenti doti comunicative, dà prova di grande empatia e pazienza. L’appartamento protetto Spinnereistrasse della fondazione RaJoVita accoglie otto anziani bisognosi di cure. L’età dei residenti varia tra 70 e 100 anni. «Adoro questo lavoro. Mi piace lo sforzo fisico e mentale e, soprattutto, l’idea di rendere felice qualcuno», ripete Josephine



r e po rtage Riconoscimento dei titoli professionali esteri

«Un compito sempre più impegnativo» Dal 1949 la CRS è responsabile del riconoscimento dei titoli di formazione esteri per le professioni sanitarie non-universitarie. Marie-Pierre Studer Lachat, a capo del servizio Formazione della CRS, ci spiega come la carenza di personale curante influenza il suo lavoro. Intervista: Urs Frieden e Katrin Schöni  foto: Tres Camenzind

In cosa consiste il suo lavoro alla CRS? Dirigo il servizio Formazione, del quale fanno parte tra l’altro i settori Registrazione e Riconoscimento dei titoli professionali esteri. Le procedure di riconoscimento hanno lo scopo di atte­ stare un’eventuale equivalenza tra titoli esteri e diplomi svizzeri. In altre parole, verifichiamo se e in che forma gli operatori sanitari stranieri possono lavorare in Svizzera. La Croce Rossa Svizzera adempie questo compito su incarico del­ la Confederazione contribuendo in ampia misura a garantire la qualità nel settore sanitario. Quanti diplomi esteri riconoscete all’anno? Vorrei precisare che il riconoscimento permette agli stranieri di accedere al mercato del lavoro svizzero, ottenere una retribuzione corretta e seguire i cicli di formazione e di perfezionamento svizzeri. Nel 2012 abbiamo ricono­ sciuto 2754 diplomi. Osserviamo una tendenza al rialzo delle richieste, imputabile in primo luogo all’aumento

Marie-Pierre studer lachat Infermiera e formatrice per adulti titolare di un CAS in gestione di organizzazioni non profit. Dirige il servizio Formazione nel dipartimento Sanità e formazione della CRS. 8

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del fabbisogno di personale sanitario e alle buone condizioni di lavoro offerte dal nostro Paese. Il riconoscimento di diplomi esteri causa una scarsità di personale qualificato nei paesi più poveri. La CRS favorisce questa tendenza? No. Prima di tutto i richiedenti non vengono reclutati dalla CRS: se si rivolgono a noi, è perché sono già in Svizzera o vogliono emigrare. Inoltre, la CRS rispetta i principi del codice di condotta dell’OMS sul reclutamento internazionale di personale sanitario e non può di fatto influenzare la domanda. Ciò non toglie che negli ultimi anni, complice la difficile situazione economica di alcuni Paesi dell’UE, la domanda di personale sanitario è aumentata fortemente, toccando il 25% tra il 2009 e il 2011. Da anni si evoca la minaccia di una penuria di personale nel settore sanitario. La situazione è davvero così drammatica? In alcune regioni e in alcuni ambiti come quello delle cure di lungodegenza, il reclutamento di personale qualificato è difficile o addirittura problematico. Nei prossimi anni la situa­zione diventerà sempre più critica, anche perché dal 2020 molti operatori sanitari andranno in pensione. Già oggi il nostro sistema sanitario dipende per il 30% dalla manodopera straniera. Au-

Una collaboratrice sanitaria CRS come Josephine Niyikiza (pp. 4–7) presta quotidianamente le cure di base, un impegno che richiede molto tempo.

mentare la dipendenza dall’estero non è una soluzione né per la Svizzera né per i Paesi dai quali provengono gli operatori sanitari. Che impatto ha la minaccia di scarsità di personale sul vostro lavoro? Sentite la pressione di dover riconoscere un numero maggiore di diplomi? Nel settore Riconoscimento la domanda è aumentata nettamente negli ultimi tre anni, rendendo necessaria l’assun­ zione di personale supplementare per farvi fronte. Non ci lasciamo mettere sotto pressione; ci atteniamo rigorosamente alle normative, ossia alle direttive UE e alla legislazione svizzera. Va detto poi che il riconoscimento non implica automaticamente l’ottenimento di un posto di lavoro in Svizzera. Ad avere l’ultima parola sono i datori di lavoro.



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Allianz Suisse è partner ufficiale della Croce Rossa Svizzera (CRS). Insieme per proteggere e aiutare.

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IN B RE V E REDOG, un aiuto 24 ore su 24 ■  Le unità cinofile da ricerca possono ora essere allertate 24 ore su 24 tramite il numero d'urgenza 0844 441 144. REDOG si è infatti aggregata alla centrale di allarme e di servizi Curena, una filiale della CRS. REDOG mette a disposizione, in Svizzera e all’estero, team di specialisti nella localizzazione di persone sepolte dalle macerie e di dispersi in superficie. In quanto organizzazione umanitaria, REDOG, che ultimamente ha ottenuto il marchio di qualità ZEWO, dipende dalla generosità dei donatori.

➔  redog.ch

Bielorussia: un veicolo per bambini disabili ■  Grazie alla generosità di Allianz Suisse, la CRS ha acquistato un veicolo utilitario destinato a un istituto per minori in Bielorussia. Finalmente anche i bambini invalidi possono partecipare alle gite. L’istituto si trova in un’area fortemente contaminata dal disastro nucleare di Cernobyl nel 1986. Qui il suolo è tutto-

ra inquinato e molti bambini soffrono di malformazioni congenite. La struttura accoglie in tutto 65 portatori di handicap fisici e mentali tra i 4 e i 18 anni di età. Nel nostro Paese, Allianz Suisse sostiene il servizio trasporti della CRS e il Telesoccorso Croce Rossa sotto il motto «Insieme per proteggere e aiutare».

© Caspar Martig

Tante novità per 2 5 Natale

La Croce Rossa Ginevrina compie 150 anni ■  La Croce Rossa Ginevrina (CRG) festeggia quest’anno il suo 150° anniversario. Per l’occasione pubblicherà il libro 150 ans de passion humanitaire, che ripercorre la sua storia, e in giugno organizzerà un concerto di musica del mondo. Inoltre, un tram con i colori della CRG circolerà attraverso Ginevra, rammentando al pubblico l’impegno dell’associazione cantonale a favore della popolazione locale. L’azione della CRG presso i giovani, le famiglie, gli anziani e i migranti ha lo scopo di promuovere la salute e preservare la dignità.

➔  croix-rouge-ge.ch

■  All’inizio dell'anno, alla CRS, un grosso lavoro di smistamento aspettava di nuovo i volontari. In occasione della 17a edizione di 2 5 Natale sono stati raccolti 71 000 pacchi postali e 2000 pacchi elettronici. Per garantire il successo dell’azione sono state prese numerose iniziative. Radio Rete 1 le ha dedicato varie trasmissioni informative e interviste. La radio e la televisione della Svizzera tedesca hanno organizzato delle aste con personalità pubbliche, e Pepe Lienhard si è esibito in un concerto live. Le aste hanno fruttato 61 000 franchi. I fondi raccolti e il prodotto della vendita di pacchi elettronici consentiranno alla CRS di acquistare dei prodotti a prezzi convenienti nell’Europa dell’Est e di distribuirli a persone bisognose. In Svizzera, anche la Coop ha contribuito generosamente

all’azione, come pure la compagnia assicurativa Allianz Suisse e la DSC. Per la prima volta, 2 5 Natale ha collaborato con l’organizzazione Table Suisse donandole i prodotti alimentari la cui data di scadenza era imminente e che non potevano essere distribuiti dalle organizzazioni della Croce Rossa. 2 5 Natale è un’azione di Posta Svizzera, SRG SSR e CRS. Grazie di cuore alle donatrici e ai donatori, alle organizzazioni e alle persone coinvolte!

➔  2xnatale.ch

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r i tratto

Thomas Büeler nella zona di catastrofe: «È solo quando ho visto delle foto che mi sono reso conto di com’era prima.»

Aiuto di catastrofe nelle Filippine

«Viaggio nell’ignoto» Dopo il passaggio del tifone Haiyan Thomas Büeler si è recato nelle Filippine per organizzare sul posto i primi aiuti della Croce Rossa Svizzera (CRS). Un intervento impegnativo facilitato però dall’incredibile capacità della popolazione di prendere rapidamente in mano il proprio destino dopo aver perso tutto. TESTO RIASSUNTO DA Katharina Schindler   FOTO FORNITE DA Thomas Büeler

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enché abbia ormai parecchia esperienza con il soccorso in caso di catastrofe, vivo ogni missione come un viaggio verso l’ignoto. Ogni catastrofe è diversa. Con quali destini mi dovrò confrontare? Come potrò prestare aiuto? Mi rimangono però sempre ricordi molto forti, indimenticabili. L’esperienza nelle Filippine mi è rimasta nel cuore. Naturalmente non è stato nemmeno questa volta un viaggio di piacere. Ho visto tanta sofferenza. Ho incontrato famiglie che avevano perso tutto, ma raramente ho conosciuto perHumanité 1/2014

sone che hanno reagito con tanto coraggio in una situazione così disperata. Questa gente si è impegnata anima e corpo per riprendere in mano la propria vita al più presto.

Ho conosciuto raramente persone che hanno reagito con tanto coraggio in una situazione così disperata. Sono stato tra i primi soccorritori ad arrivare sul posto. Erano trascorsi appena tre giorni dal tifone. Mi occupo di

logistica di emergenza e il mio compito è quello di tracciare un quadro della situazione, capire cosa serve e organizzare al più presto i soccorsi della CRS. Diversamente da quanto avvenuto quattro anni fa a Haiti, dove ho dovuto lavorare a lungo nel caos, nelle Filippine ho avuto il grande vantaggio di poter organizzare in fretta gli aiuti poiché ero basato a Cebu, una città risparmiata dal tifone. Inoltre, ho potuto contare sulla grande competenza del nostro partner principale in loco, la Croce Rossa Filippina (CRF), chiamata sempre a in-



s otto la l e n te

Consulenza sulle direttive anticipate

Come orientarsi nella giungla medica La Croce Rossa Svizzera (CRS) offre la possibilità di redigere delle direttive anticipate che ognuno può compilare da solo gratuitamente, o a pagamento nell’ambito di un colloquio di consulenza. Ecco la testimonianza di una persona che si è fatta guidare nella stesura delle proprie volontà. testo: Tanja Reusser   Foto: Roland Blattner

O

ggi è una giornata tranquilla, l’ideale per riflettere. Fra due giorni redigerò le mie direttive anticipate assieme a una consulente della CRS. Sto cogitando davanti al dossier che ho appena ricevuto. «Per prepararsi, rifletta e prenda qualche appunto sui valori in cui crede. Troverà una descrizione nelle due prime 14

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pagine della documentazione che le invio», mi ha spiegato la signora Andreani della CRS Berna-Mittelland, quando abbiamo fissato l’appuntamento.

Facile… all’inizio La prima domanda è semplice. Scrivo subito senza sforzo quali sono le mie

motivazioni. Poi le domande si fanno più profonde e diventa più complicato trovare delle parole per descrivere i miei pensieri. A partire dal terzo punto, sento il bisogno di consultare la guida allegata alla documentazione. Fortunatamente ogni punto è spiegato chiaramente e dopo qualche cogitazio-


s otto l a l e n t e o sentito diventa importante. È difficile immaginarsi come potrebbe essere la vita con un handicap grave. Decido però di assumere una posizione chiara, senza compromessi. Dopo questa parte mi rendo conto che da sola avrò difficoltà a rispondere alle questioni più dettagliate che seguono. Aspetto con ansia il colloquio di consulenza. Affioreranno emozioni deprimenti?

gnata punto per punto. Sono però io a determinare la direzione. Se mi allontano troppo dal percorso previsto, lei mi rimette in carreggiata. In questo senso, la consulente ha una funzione di controllo e assicura la coerenza delle direttive per il personale medico. Ciò consente di evitare interpretazioni sbagliate che avrebbero brutte conseguenze.

Una conclusione tranquillizzante Seguendo il fil rouge

Priska Andreani (a destra) della CRS Berna-Mittelland passa in rassegna i diversi punti in modo neutrale.

ne filosofica la penna ricomincia a scorrere. Nonostante ciò, ad ogni formulazione mi chiedo se è adeguata, anche se in fondo si tratta solo di appunti. Mi

Le esperienze vissute influiscono sui valori personali. sono espressa in modo troppo ambiguo o troppo crudo? Mi rendo conto di quanto le mie esperienze passate continuino a influenzarmi. Soprattutto quando si tratta di rispondere alla domanda sulla qualità di vita e la dipendenza dalle cure. Tutto ciò che ho vissuto, letto

Mi sento subito a mio agio con Priska Andreani nella sala riunioni della CRS Berna-Mittelland. I miei pensieri, messi sulla carta con un certo travaglio, non li trova affatto strani – è consolante. Per iniziare, spiega il contesto: «Il suo sistema di valori costituisce il fil rouge che attraversa tutte le questioni specifiche e che consente di evitare contraddizioni nelle sue direttive anticipate.» Come un programma che deve essere sempre da manuale. Questa considerazione è utile in tutti gli scenari più apocalittici del tipo «mettiamo che». Ben presto non ho più reticenze a porre anche le domande più stupide. Perché per la mia consulente non lo sono affatto. Priska Andreani ha seguito una formazione modulare per acquisire le conoscenze tecniche sulle direttive anticipate. Con i suoi 59 anni, ha però anche una propria esperienza di vita ed è una persona che trasmette sicurezza, calma e simpatia. Durante tutto il colloquio non sento il minimo imbarazzo – al contrario, a un certo punto mi viene anche da ridere. Lo ammetto, sono un po’ vigliacca, ma sono tentata di apporre la crocetta alla ca­ sella «Decisione della persona di fiducia». La mia consulente mi ricorda le mie motivazioni iniziali e facendomi l‘occhiolino mi dice bonariamente che è un po’ una tattica da «scaricabarile». Ha ragione, seguiamo quindi il fil rouge. Le decisioni devo però prenderle sempre da sola. Anche uno sguardo implorante non serve a nulla. La mia guida attraverso la giungla medica rispetta alla lettera il terzo Principio fondamentale della Croce Rossa: la neutralità. È vero che mi sento seguita e accompa-

Per consentire un dialogo spontaneo abbiamo rinunciato di proposito all’u-

Il riferimento ai valori personali consente di evitare dichiarazioni contradditorie. so di un laptop. Priska Andreani prende appunti a mano e dopo qualche giorno mi invia le direttive anticipate complete a casa. Ora posso conservarle a casa o depositarle presso la CRS che, in caso di bisogno, provvederà a renderle accessibili in qualsiasi momento alle persone autorizzate. Ogni due anni la CRS mi inviterà a eventualmente adeguare le mie volontà alla nuova situazione. Con le mie direttive anticipate ho risolto anche la questione della donazione di organi. Poiché ho designato il mio compagno come persona di fiducia, in caso d’emergenza avrà accesso all’ospedale e alle informazioni. Mi sento sollevata e contenta di questa «nostra» opera, che in fondo è solo mia.

➔  direttiveanticipate-crs.ch

Tanja Reusser Ha 40 anni e per la prima volta si è interessata alle direttive anticipate. Dal 2010 dirige la redazione di Humanité. Humanité 1/2014 15


r e tro s p et t iva L’emblema della Croce Rossa

Questione di vita o di morte Nel 1863 c’è aria di cambiamento. Henry Dunant e il generale Dufour, padri fondatori della Croce Rossa, riflettono su un segno di protezione e di riconoscimento per i Comitati di soccorso ai feriti. In omaggio alla Svizzera viene scelta una croce rossa su sfondo bianco, ottenuta invertendo i colori della bandiera elvetica. testo: Myriam Bschir

N

el libro Un ricordo di Solferino pubblicato nel 1862, Henry Dunant descrive gli orrori della guerra e le terribili condizioni in cui venivano abbandonati i soldati feriti. La descrizione delle sofferenze sconvolge l’opinione pubblica e spinge personalità influenti a chinarsi sulla questione.

gna. La conferenza propone di conferire lo statuto di neutralità sia ai feriti che al personale sanitario e ai volontari sul campo di battaglia e di adottare un emblema distintivo comune: la croce rossa su sfondo bianco. Nell’agosto 1864 viene solennemente firmata la prima Convenzione di Ginevra.

Un emblema forte

ART. 7, Convenzione di Ginevra, 1864

Il 26 ottobre 1863 viene organizzata una conferenza internazionale nell’ambito della quale i rappresentanti di 14 Paesi discutono un progetto di Convenzione di Ginevra per migliorare la sorte dei feriti e dei malati delle forze armate in campa-

– Una bandiera distintiva e uguale per tutti sarà adottata dagli ospedali, dalle ambulanze e durante le evacuazioni. Essa dovrà essere, in ogni caso, accompagnata dalla bandiera nazionale.

autorità militari. La bandiera e il bracciale porteranno una croce rossa su sfondo bianco.

Oggi, oltre 150 anni dopo, la croce rossa è uno degli emblemi più noti e degni di fiducia al mondo. Accanto alla mezzaluna rossa (introdotta nel 1876) e al cristallo rosso (introdotto nel 2005) sta a indicare protezione e assistenza. Il diritto internazionale umanitario, che disciplina l’uso dell’emblema, garantisce la protezione degli operatori sanitari, degli ospedali, delle ambulanze, del personale e del materiale umanitario:

© Panorama Bourbaki Lucerna

Il personale neutrale porterà anche un

bracciale, che gli sarà rilasciato dalle

Il primo grande intervento della CRS nel 1871 – l’emblema contraddistingue il carro dei feriti. 16

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Il CICR compie missioni umanitarie in zone di guerra – ciò


r e tr o s pe t t iva

Nei Paesi islamici il simbolo di protezione è la Mezzaluna Rossa.

Meno conosciuto è l’emblema del 3° Protocollo aggiuntivo del 2005 – il cristallo rosso

se recano uno dei tre emblemi distintivi, non possono subire attacchi militari. Purtroppo, nella realtà le cose non stanno sempre così. Da uno studio del CICR emerge che negli ultimi anni delle ambulanze sono state regolarmente fermate o attaccate in tutto il mondo (Afghanistan, Colombia, Libano, Territori palestinesi occupati, Libia, Yemen e Siria). Lo studio si è basato sui dati di oltre 1400 casi registrati in 22 Paesi durante più di un anno. Sugli incidenti considerati, 214 riguardavano delle ambulanze. La mancanza di un accesso sicuro all’assistenza sanitaria ha conseguenze devastanti

– se non addirittura letali – per molte persone. Per sensibilizzare al rispetto dell’emblema, nel 2011 il Movimento inter­nazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa ha lanciato la campagna Health Care in Danger con l’obiettivo di migliorare entro il 2015 la protezione dei mezzi e del personale umanitario, dei veicoli e delle strutture sanitarie. «Anche se non abbiamo la bacchetta magica, possiamo proporre misure pratiche che le autorità, i militari o il personale ospedaliero possono applicare. Anche in guerra è possibile ridurre i rischi», ha dichiarato il direttore generale del CICR Yves Daccord in un comunicato stampa sulla campagna. Il CICR raccomanda di rafforzare le legislazioni nazionali che tutelano il lavoro degli operatori sanitari e di concordare gli interventi con le autorità e le forze militari.

nente la protezione dell’emblema e del nome della Croce Rossa. Eccone alcuni estratti:

© CICR / C. von Toggenburg

La croce rossa su fondo bianco è sempre e ovunque un simbolo protetto.

Art. 2, L’emblema della croce rossa su fondo bianco potrà essere usato, con l’autorizzazione del Consiglio federale o delle autorità od organizzazioni da esso designate, per contrassegnare in tempo di guerra il personale e il materiale protetti dalla convenzione di Ginevra (…). Art. 3, L’emblema della Croce Rossa su fondo bianco può essere usato per contrassegnare in tempo di guerra le zone e località sanitarie riservate esclusivamente ai feriti e ai malati (…). Art. 4, cpv.1 La Croce Rossa Svizzera può in ogni tempo far uso dell’emblema e del nome della Croce Rossa per le sue attività conformi ai principi enunciati dalle conferenze internazionali del-

sarebbe impossibile senza la protezione dell’emblema.

La Croce Rossa in Svizzera

la Croce Rossa e alla legislazione fede-

In quanto Società nazionale della Croce Rossa in Svizzera, è nostro privilegio usare la croce rossa come emblema distintivo della nostra organizzazione e della nostra attività. Affinché la croce rossa tuteli anche i nostri colleghi che operano in favore delle vittime di conflitti armati in tutto il mondo, è nostro dovere far conoscere il significato speciale di questo emblema e chiederne il rispetto. Anche in Svizzera molti non sanno che l’utilizzo dell’emblema da parte di organizzazioni che non sono collegate alla Croce Rossa è vietato dalla legge federale del 25 marzo 1954 concer-

rale. (...)

Purtroppo studi grafici e agenzie di marketing poco scrupolosi, ignari delle norme che tutelano l’uso dell’emblema, integrano la croce rossa nei loro loghi. È bene sottolineare che gli emblemi utilizzati dal Movimento internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (croce, mezzaluna e cristallo) sono protetti dal diritto internazionale e, come detto, da quello nazionale.

➔  redcross.ch/emblemi

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t e s t i m o ni a n za

Davanti alla sua capanna, nonna Rebecca prepara per il nipotino denutrito una pappa nutriente con gli alimenti ricevuti al dispensario.

Sudan del Sud

Un inizio difficile Le condizioni di vita nel Sudan del Sud sono estremamente difficili: i servizi medico-sanitari e l’approvvigionamento idrico non funzionano, la denutrizione è un problema preoccupante. Il presente reportage è stato effettuato prima dei violenti scontri della fine del 2013. L’aiuto di emergenza fornito dal personale dei dispensari e dai volontari formati dalla Croce Rossa Svizzera (CRS) è più che mai indispensabile. testo: Isabel Rutschmann   Foto: Remo Nägeli

L

a vita è incredibilmente difficile a Hai Salam, una piccola località alla periferia di Malakal nelle aree settentrionali del Sudan del Sud. Mancano acqua corrente e elettricità. Durante la stagione secca il sole arroventa i tetti di paglia delle capanne fin dal primo mattino. Nel corso della giornata la temperatura sale fino a superare i 18

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40°C all’ombra. Durante la stagione delle piogge invece le acque sommergono l’intera area. Le strade si trasformano in un acquitrino impraticabile. Povertà, fame, cattive condizioni igieniche e malattie scandiscono la quotidianità della popolazione che dopo l’armistizio del 2011 è tornata in patria per rifarsi una vita.

Fino a poche settimane fa, l’assenza di strutture medico-sanitarie a una distanza ragionevole ha favorito il dilagare di malattie come la malaria o altre infezioni gastro-intestinali che mietevano incontrastate numerose vittime a Hai Salam. Ora, fortunatamente, il nuovo centro sanitario che la Croce Rossa Sudanese ha progettato, costruito e aperto nell’ot-


te s t i mo ni a n za Ancora prima di essere ultimato, il nuovo dispensario della CRS è operativo e molto frequentato.

normale a otto mesi dovrebbe raggiungere gli otto chili. La madre non ha potuto allattarlo: vive separata dal marito e deve lavorare tutto il giorno al mercato per poter crescere Zake e i suoi tre fratelli maggiori. Altre possibilità per garantire al piccolo un’alimentazione sufficiente non ce n’erano. A Zake non piace affatto essere pesato e misurato e manifesta tutto il suo disappunto strillando a pieni polmoni. Non può certo sapere che questi controlli sono per il suo bene e che l’ambulato-

tobre 2013 con l’aiuto della CRS allevia almeno in parte le sofferenze di questa gente. Ambulatori analoghi sono stati aperti anche in altre regioni del Sudan del Sud allo scopo in particolare di combattere la denutrizione, una delle principali cause di morte tra i bambini più piccoli. Del resto, la folla proveniente da ogni dove che fin dalle prime luci dell’alba si accalca davanti a questi centri conferma l’estrema necessità dei servizi medico-sanitari. Sono ol-

A causa della mancanza di un’assistenza medica di prossimità, molti hanno dovuto soccombere a malattie curabili. tre una cinquantina i pazienti che già di buon mattino si presentano ogni giorno per un consulto esaurendo rapidamente le disponibilità del nuovo dispensario. Il capo del ministero della sanità prevede di assumere ulteriore personale per raddoppiare le capacità e allestire un servizio di pronto soccorso notturno.

Il dispensario dispone di medicamenti di base che vengono consegnati gratuitamente ai pazienti.

Un aiuto per i bambini denutriti Tra le molte persone che attendono il loro turno nel cortile del dispensario c’è Rebecca Sibid, 45 anni, con il nipotino Zake di appena otto mesi. Sono venuti per il controllo settimanale al consultorio mamma-bambino. Non ci vuole molto per capire qual è il problema: le braccia e le gambe di Zake sono scarne e le sue costole sporgono. Il piccolo soffre di una grave denutrizione. Con i suoi tre chili pesa come un neonato, mentre secondo le tabelle un bambino con uno sviluppo

Paziente attesa al consultorio mamma-bambino malgrado la grande affluenza. Humanité 1/2014 19



Il suo padrinato – per rispondere all’urgenza © Canadian Red Cross/Gwen Eamer

a h e n i h c Aiuti bisogno no! co al gior n a r f n u con

Novembre 2013: un tifone devasta le Filippine. La CRS invia subito sul posto squadre di soccorso e beni di prima necessità.

 Sì, sottoscrivo un padrinato per un importo di un franco al giorno, ossia 30 franchi al mese.  Vogliate inviarmi delle informazioni sui padrinati della CRS.

In Svizzera come all’estero, le situazioni di crisi richiedono un intervento rapido. Il suo padrinato permette di prestare un aiuto tempestivo ed efficace alle vittime delle catastrofi – ovunque necessario. Con un franco al giorno lei può alleviare la sofferenza e salvare vite umane. Sottoscriva un padrinato oggi stesso.

Nome/cognome:

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Via/n.:

E-mail: padrinati@redcross.ch

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Firma: Da ritornare a: Croce Rossa Svizzera, Padrinati Rainmattstrasse 10, Casella postale, 3001 Berna


a co llo quio Ambulatorio CRS per vittime della tortura e della guerra

«La forza di riprendere in mano la propria vita» Da quasi 20 anni, l’Ambulatorio CRS si adopera per le persone più vulnerabili, le vittime della tortura e della guerra. In questa intervista la direttrice Angelika Louis parla delle attuali attività di questa importante struttura. Intervista: Urs Frieden

Perché le persone traumatizzate dalla tortura e dalla guerra vengono inviate all’Ambulatorio CRS e non nello studio psicoterapeutico più vicino? Le persone che vengono da noi hanno subito le più terribili violazioni dei diritti umani. L’Ambulatorio CRS è un centro interdisciplinare specializzato nella terapia e nella consulenza delle vittime della tortura e della guerra. Interdisciplinare significa che i nostri psicologi, psichiatri, psicoterapeuti e assistenti sociali collaborano per una presa in carico coordinata dei pazienti. In caso di bisogno sono affiancati da interpreti durante i colloqui di consulenza e terapia. In questo modo siamo in grado di offrire un trattamento e una consulenza specifici a queste persone, per le quali la Croce Rossa ha un alto valore simbolico. Sarebbe auspicabile che l’Ambulatorio CRS per vittime della tortura e della guerra restasse finalmente senza lavoro. L’anno scorso non è stato però così. Sì, purtroppo il numero delle iscrizioni e delle richieste è rimasto elevato. L’Ambulatorio è stato aperto nel 1995 e negli ultimi anni ha assistito oltre 3300 pazienti e fornito più di 30 000 consultazioni. I quattro ambulatori di Berna, Ginevra, Losanna e Zurigo hanno assistito oltre 6000 22

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persone e offerto più di 60 000 consultazioni. Gli specialisti di comprovata competenza, attivi nei quattro centri, lavorano con strenuo impegno a favore delle persone che contano tra i gruppi più vulnerabili. Quale destino l’ha toccata più da vicino negli ultimi tempi? Ogni destino è toccante, perché queste persone sono sopravvissute a esperienze che noi non possiamo neanche immaginarci. La cosa che mi colpisce di più è vedere come, nonostante le inenarrabili sofferenze e i segni indelebili del trauma, questi pazienti vengono volentieri da noi, sono cortesi e attenti, siedono

«Queste persone hanno vissuto esperienze che noi non possiamo neanche immaginarci e portano i segni indelebili del trauma.» con dignità nella sala d’aspetto, cercano un modo per riprendere in mano la loro vita e soprattutto non hanno perso la speranza. Il suo team offre sempre nuove forme terapeutiche, destinate specialmente ai genitori (vedi Humanité 3/13) o ai bambini e agli adolescenti. Quali iniziative sono state lanciate nel 2013?

Vorrei ricordare in particolare due progetti: nel 2013 abbiamo organizzato per la prima volta un gruppo di donne, sotto la guida di due psicoterapeute coadiuvate da interpreti. Questo corso si concentrava sul «capire lo stress» e «ridurre lo stress». Le partecipanti hanno dichiarato di avere capito molto sui vari quadri clinici, di essersi sentite ben accolte dal gruppo e di avere apprezzato l’interazione con altre donne. Hanno imparato anche molti esercizi pratici da svolgere nel quotidiano. Il secondo progetto riguarda la cura dentistica per sans-papier. Questa iniziativa include una parte dedicata alla prevenzione – con informazioni sulla salute dentaria e sugli effetti di un cattivo stato dei denti sulla salute in generale – e un aiuto per l’accesso alle cure odontoiatriche, per le quali sussiste un grande fabbisogno. Il team terapeutico dell’Ambulatorio ha partecipato assieme ai pazienti a uno studio condotto dalle università di Zurigo e Sydney sul tema «regolazione delle emozioni». Quali sono gli elementi centrali che emergono dai risultati preliminari? I risultati scientifici confermano le osservazioni cliniche e sottolineano l’importanza del nostro lavoro. La conclusione a mio parere più importante è che lo studio avvalora il nostro approccio e ci mo-


© iStock.com/SRK

a co l lo q uio

I ricordi traumatici non possono mai essere cancellati del tutto, ma una terapia presso l’Ambulatorio CRS può aiutare a ritrovare il coraggio di vivere e a credere in un futuro migliore (foto fittizia).

tiva per il futuro: «Per promuovere l’integrazione di migranti traumatizzati è indispensabile un trattamento olistico che consideri anche la loro situazione di vita attuale.» Accanto al lavoro terapeutico non dobbiamo infatti trascurare gli aspetti sociali. Ciò significa, per esempio, offrire un aiuto nella realizzazione di una struttura giornaliera adeguata oppure – cosa molto importante – contribuire a sviluppare delle prospettive professionali. Molte persone hanno un titolo di studio universitario nel Paese di origine e devono trovare una via realistica per affrontare una situazione completamente nuova. I vostri esperti hanno fornito un importante contributo anche nella consultazione su una procedura di asilo abbreviata. Perché? Non possiamo tacere quando è in gioco la protezione dei più vulnerabili. La nuova procedura di asilo porta dei mi-

glioramenti, che noi come istituto terapeutico specializzato salutiamo: per esempio tempi più brevi, coinvolgimento di consulenti legali indipendenti già in una prima fase e accertamenti dello stato di salute all’inizio della procedura. D’altra parte temiamo che la procedura abbreviata pregiudichi la qualità. Ciò potrebbe penalizzare soprattutto i rifugiati più traumatizzati che hanno bisogno di particolare protezione. Molti di loro non sono in grado di raccontare le loro esperienze nei tempi e nelle strutture prestabiliti né di descrivere i propri eventuali «problemi di salute rilevanti», come invece è richiesto. L’anno scorso, in occasione di un convegno, i quattro ambulatori di Berna, Ginevra, Losanna e Zurigo hanno elaborato, in collaborazione con esperti esterni, una serie di condizioni quadro decisive per garantire la tutela delle persone vulnerabili nella procedura di asilo accelerata.

➔  Con un padrinato CRS per le vittime della tortura e della guerra potete dare un sostegno regolare all’Ambulatorio CRS. Con un solo franco al giorno. Richiedete informazioni senza impegno: 031 387 74 64 o padrinati@redcross.ch

Angelika Louis Dal febbraio 2008 Angelika Louis, economista aziendale, dirige l’Ambulatorio CRS per vittime della tortura e della guerra a Wabern presso Berna. Humanité 1/2014 23


in az i o n e

Il verde, colore della speranza: Louise Blanchard mostra i piantoni nel vivaio.

Boschi e acqua ad Haiti

Vittime della povertà La Croce Rossa Svizzera (CRS) ha terminato i lavori di ricostruzione nella regione di Léogane, devastata dal terremoto del 2010, ma rimane impegnata sul posto con opere di approvvigionamento idrico e prevenzione delle catastrofi. Spinti dalla necessità, per decenni gli abitanti hanno sacrificato gli alberi che costituivano una barriera protettiva. Testo: Sandra Weiss  foto: Florian Kopp

L

ouise Blanchard ricorda bene il meraviglioso bosco, dove da piccola si fermava tornando da scuola. L’ombra degli alberi e la lieve brezza le offrivano un fresco rifugio dal sole ardente del mezzogiorno haitiano, mentre in lontananza si udiva il gorgoglìo di una sorgente. Il villaggio di Morin, situato a metà altezza tra le azzurre acque dei Caraibi e l’imponente massiccio di La Selle, era un piccolo paradiso. Nel frattempo Louise Blanchard ha 38 anni. Il bosco e la sor24

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gente sono scomparsi. D’inverno i corsi d’acqua si prosciugano, mentre nella stagione delle piogge si trasformano in

L’inizio della scuola è una catastrofe naturale che si ripete ogni anno. micidiali fiumane che distruggono tutto ciò che trovano sul loro cammino: terra fertile, ponti, case. Della rigogliosa foresta tropicale che un tempo ricopriva

Haiti è rimasto solo un misero due percento. Il resto è stato abbattuto, prima per ottenere legno pregiato per mobili e case, poi per produrre carbone di legna. Gli alberi sono caduti vittima della povertà. Negli ultimi 50 anni la popolazione di Haiti si è triplicata, mentre la crescita economica non ha potuto tenere il passo con l’evoluzione demografica. Tre quarti degli abitanti continuano a cucinare con legna e carbone su focolai aperti.


in az i o n e Un albero sacrificato per ogni anno scolastico Dove prima sorgeva il bosco, oggi non rimangono che pietre arse dal sole e qualche sparuto ciuffo d’erba lasciato dalle capre. La pioggia ha aperto profonde spaccature nel terreno. Fa un caldo soffocante. Il figlio dei vicini, munito di un vecchio piccone, scava dei solchi paralleli alla scarpata, per seminare manioca. Che sollievo potersi rifugiare, qualche centinaio di metri più in basso, nella modesta capanna di Louise Blanchard! Intorno alle due case della sua grande famiglia si ergono ancora un paio di vecchi alberi, che donano l’anelata ombra e portano frutti come manghi e ciliegie di acerola. «È tutto quello che ci rimane», racconta Louise Blanchard. Anche i suoi genitori hanno dovuto abbattere gli alberi per mandare a scuola almeno un paio dei dieci figli. Con il carbone di legna hanno comprato uniformi scolastiche, penne, quaderni. Milioni di famiglie fanno altrettanto. L’inizio della scuola è una catastrofe naturale che si ripete ogni anno. «Per ogni albero abbattuto bisognerebbe piantarne cinque nuovi», afferma Louise Blanchard, e aggiunge: «Senza alberi non c’è vita». Consapevole degli errori del passato, è determinata a porvi riparo e a offrire un futuro migliore a sua figlia e al nipotino Gregory. Con il sostegno dell’agronomo della CRS

Stéphane de Rengervé (in mezzo), agronomo della CRS, cerca i pendii particolarmente pericolosi e spiega alla popolazione l'importanza dell’opera di rimboschimento.

Stéphane de Rengervé, gestisce un vivaio e un cumulo di compostaggio assieme a una quarantina di altri abitanti del villaggio. In pochi mesi i semi sono

germogliati e, sotto il calore tropicale, si sono sviluppati in tenere piantine: cedri di Haiti, querce, castagni, palme di cocco, papaya e manghi. I primi piantoni

Quando Louise Blanchard era piccola, qui sgorgava acqua potabile da una sorgente. Humanité 1/2014 25


in az i o n e Axelain Kessner, promotore sanitario, mostra come lavarsi bene la mani per evitare le malattie.

La cisterna di plastica nera serve a raccogliere l’acqua piovana. Olivier Le Gall, ingegnere CRS, stabilisce quali sono le riparazioni necessarie.

tà sono stati creati una decina di posti di lavoro e i lavoratori beneficiano di una formazione professionale di base. La CRS mette a disposizione il materiale e il trasporto, al montaggio devono provvedere i beneficiari sotto la guida degli esperti. Il team di Le Gall ripara anche le circa 150 cisterne difettose, che erano state istallate frettolosamente dopo il sisma.

Vengono creati posti di lavoro e i lavoratori beneficiano di una formazione professionale di base.

saranno messi presto a dimora: inizialmente intorno alle sorgenti, poi lungo i pendii più pericolosi che l’agronomo ha scelto assieme agli abitanti. La CRS offre anche una formazione per volontari in materia di protezione dalle catastrofi. «L’essenziale è che gli impulsi vengano dalla popolazione», spiega de Rengervé. Per questo ha organizzato diverse riu­nioni con gli abitanti del villaggio, finché è emerso che a Morin gli interventi prioritari erano il rimboschimento e la protezione dalle catastrofi naturali. 26

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Costruire latrine sotto la guida di specialisti Nel comune limitrofo di Tchawa, gli abitanti hanno dato invece la priorità all’acqua potabile. L’ingegnere della CRS Olivier le Gall si occupa dell’istallazione di serbatoi di raccolta dell’acqua piovana. Poiché le cisterne di plastica nera fabbricate sul posto non sono abbastanza capienti, l’ingegnere ha progettato serbatoi in pietra, che produce, assieme a latrine in legno e cemento, nella base della CRS a Léogane. Per questa attivi-

Un altro intervento importante riguarda l’igiene. Le zanzare e le mosche che svolazzano tra gli alimenti e gli escrementi sparsi nelle campagne sono portatrici di malattie. Quando anche l’acqua da bere è contaminata con le feci, può succedere quello è avvenuto ad Haiti nel 2010: scoppia il colera. Per evitare una nuova epidemia, la CRS ha iniziato a costruire e distribuire delle latrine. Axelain Kessner, formato dalla CRS come promotore sanitario, si reca nei villaggi di montagna per distribuire sapone e pastiglie al cloro e istruire la popolazione su come lavarsi bene le mani. Uno dei suoi preziosi consigli: asciugare le mani all’aria, visto che gli asciugamani puliti sono merce rara.

➔  redcross.ch/haiti


IN B RE V E

■  Grazie all’offerta Freedreams, per meno di 15 franchi a notte e a persona i donatori della CRS possono soggiornare in uno degli alberghi affiliati situati nelle più belle regioni della Svizzera e dell’Europa. Come funziona? Ordinate due cheque Freedreams per 85 franchi. Ogni cheque dà diritto a tre pernottamenti per due persone in un albergo a tre o quattro stelle del catalogo. In cambio, vi impegnate a consumare la colazione e la cena nell’albergo prescelto. L’offerta è valida fino al 30 aprile 2014. Per ogni ordinazione effettuata fino a tale data, Freedreams versa una donazione di 50 franchi alla CRS. Prenotazioni al n. telefonico 0848 88 11 88 o sul sito Internet, dove troverete anche il catalogo degli alberghi e le condizioni di partecipazione:

➔  freedreams.ch/redcross

La CRS all’OFFA ■  Dal 9 al 13 aprile 2014 gli specialisti della CRS in gestione di catastrofi presenteranno il loro lavoro all’OFFA di San Gallo. I visitatori della fiera scopriranno quali beni di soccorso sono stati inviati nelle Filippine e quali sono le sfide da affrontare in caso d'emergenza.

© Carole Vann

Offerta di Freedreams ai donatori della CRS

Una lezione di vitale importanza ■  In qualità di medico consulente della CRS, Heidi Goubran, 38 anni (foto), dirige il servizio Sierologia del Centro nazionale trasfusionale al Cairo. La CRS l’ha inviata in Libano per una missione temporanea di formatrice. La ragione è semplice: nei servizi trasfusionali la garanzia di qualità delle analisi di laboratorio è vitale. Non sono ammessi errori e bisogna disporre di sangue a sufficienza. Oltre ad essere una vera autorità in questo campo, Heidi Goubran sa motivare e convincere. La dottoressa egiziana ha istruito i volontari del Centro medico della Mezzaluna Rossa Palestinese a Beirut fornendo loro molti consigli su come realizzare una campagna efficace

di raccolta sangue. Parla per esperienza, visto che organizza campagne simili nella capitale egiziana. L’idea è di piazzare squadre mobili in punti prestabiliti per avvicinare soprattutto i giovani. «Dobbiamo conquistare la fiducia della gente e spiegare perché la donazione tradizionale riservata esclusivamente ai familiari non basta più e può addirittura nuocere alla salute», ha spiegato ai partecipanti, che hanno seguito il corso con interesse ponendo molte domande. Su incarico della Segreteria di Stato dell’economia, la CRS porta avanti il suo impegno in Egitto garantendo la qualità del sangue donato.

➔  redcross.ch/egitto

White Risk – prevenire il pericolo bianco

Colletta per le vittime del tifone ■  La Croce Rossa Gioventù sangallese ha reagito con slancio solidale alle notizie provenienti dalle Filippine (p. 12). In occasione delle vendite domenicali prima di Natale, ha installato uno stand bene in vista sulla Marktplatz di San Gallo e in sole cinque ore ha raccolto 1700 franchi, versati poi alla CRS in favore delle regioni colpite dal tifone Haiyan.

■  Negli ultimi dieci anni in Svizzera più di 2000 persone sono state travolte da valanghe. Un terzo delle vittime sono rimaste ferite o uccise. È quindi importante che chi fa fuoripista pianifichi con cura il proprio percorso. Più di nove valanghe su dieci sono infatti state provocate dalle stesse vittime durante un’escursione con sci, snowboard o racchette da neve. Per la CRS, l’Istituto per lo studio della neve e delle valanghe e la Suva è quindi evidente che chi pratica uno sport sulla neve al di fuori delle piste protette deve acquisire le nozioni necessarie. È così stata creata White Risk, una piattaforma interattiva online per la prevenzione degli infortuni da va-

langhe. Dotata di una versione gratuita e connessa con l’omonima applicazione, White Risk trasmette le nozioni base sulle valanghe e propone un tool per pianificare le escursioni.

➔  whiterisk.org

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Le ultime volontà, un contributo al futuro

 Vogliate inviarmi la guida gratuita della CRS sui testamenti  Vi prego di contattarmi

Facendo testamento lei ha la garanzia che il suo patrimonio sarà ripartito secondo la sua volontà. La guida sulle ultime volontà pubblicata dalla Croce Rossa Svizzera spiega come redigere un testamento giuridicamente valido.

Cognome Nome

Ordinazione Croce Rossa Svizzera, Rainmattstrasse 10, 3001 Berna E-mail: pf.service@redcross.ch, telefono: 031 387 74 64

Via/n. NPA/Località Tel.

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Per saperne di più: www.redcross.ch/legati



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