SWEDinMAG 09/2024

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ed in Mag

Fiducia, assunzioni mirate e rapporti trasparenti tra datore di lavoro e dipendente: elementi importanti nella crescita aziendale

Il capitale umano è una vera e propria risorsa

Il businessman Paolo Orsolini mette in vetrina le eccellenze italiane a Miami Beach

Dalla Sicilia all’America in ‘Prima Classe’

Settembre è il mese della ripartenza anche per il nostro laboratorio di cucina, con un calendario già fitto di eventi

In Swedlinfactory si riaccendono i … fornelli!

Il rappresentante umbro promuove la SW in tutto il centro Italia di ponente e… non vorrebbe mai smettere

C’è un “Highlander” in azienda: Franco Vanni

E’ arrivata in Swedlinghaus dopo un’esperienza lavorativa nel mondo delle moto, con cui sogna di girare l’America

Silvia Jerigova: autoironia e tenacia da Bratislava

Il capitale umano

è una vera e propria risorsa

Fiducia, assunzioni mirate e rapporti trasparenti tra datore di lavoro e dipendente: elementi importanti nella crescita aziendale

SOM MA RIO

Fiducia, assunzioni mirate e rapporti trasparenti tra datore di lavoro e dipendente: elementi importanti nella crescita aziendale

capitale umano è una vera e propria risorsa

Il businessman Paolo Orsolini mette in vetrina le eccellenze italiane a Miami Beach

Sicilia all’America in ‘Prima Classe’

Settembre è il mese della ripartenza anche per il nostro laboratorio di cucina, con un calendario già fitto di eventi

In Swedlinfactory si riaccendono i … fornelli!

Il rappresentante umbro promuove la SW in tutto il centro Italia di ponente e… non vorrebbe mai smettere

un “Highlander” in azienda: Franco Vanni

E’ arrivata in Swedlinghaus dopo un’esperienza lavorativa nel mondo delle moto, con cui sogna di girare l’America

Silvia Jerigova: autoironia e tenacia da Bratislava

Editoriale di Davide Longo

Il capitale umano è una vera e propria risorsa

Fiducia, assunzioni mirate e rapporti trasparenti tra datore di lavoro e dipendente: elementi importanti nella crescita aziendale

Nel magazine di questo mese i protagonisti sono le persone.

Incentrare gli articoli e le interviste esclusivamente su figure in carne ed ossa è stata una scelta concertata in un momento di profonda riflessione.

Durante gli ultimi mesi di lavoro, sia in ditta che nei viaggi all’estero, è emersa sempre più l’esigenza di sottolineare l’importanza del capitale umano.

La parola ‘capitale’ dà l’idea di patrimonio, di fortuna, la parola ‘umano’ dà l’idea di natura, di solidale. Insieme creano una vera e propria ricchezza.

Ecco perché dedichiamo delle pagine ad un veterano rappresentante, un lavoratore instancabile, che non vede la pensione come un lontano e desiderato miraggio, anzi: lui in realtà potrebbe già smettere di promuovere la Swedlinghaus, avendo maturato gli anni di servizio, e godersi tutto il tempo a sua disposizione. La realtà è che non vuole, perché ama quello che fa. E questo suo sentimento si traduce perfettamente nella passione con cui spende il nostro nome in giro per l’Italia.

Ecco perché siamo andati a trovare un imprenditore italiano a Miami, che ha voluto rischiare in USA (un po’ come noi, che abbiamo da poco aperto una filiale lì) e che ci tiene ad annoverare tra le compo-

nenti del suo successo anche il valore dei suoi collaboratori, che sceglie per competenza, attitudine, fedeltà e principi morali.

Ecco perché abbiamo dedicato un focus ad una nostra preziosa dipendente, Silvia, che è entrata da noi grazie al collocamento mirato: affetta da una neoplasia al seno, tema peraltro a noi molto caro perché devolviamo ciclicamente denaro alla ricerca medico-scientifica, ha un’energia ed una positività che sono linfa vitale per chi lavora al suo fianco. Questo dimostra che le c.d. ‘fasce deboli o fragili’ non solo hanno diritto ad un impiego elastico che permetta loro sia di curarsi che di avere un collocamento, ma che se lo meritano pienamente per il contributo che apportano e per i valori trasmettono.

Ecco perché abbiamo voluto darvi una carrellata di appuntamenti in Swedlinfactory, che non è un semplice laboratorio di cucina ricco di corsi tenuti da validi chef, ma è anche un luogo dove esprimersi, creare, conoscere altre persone ed intessere nuove relazioni sociali.

Pertanto, investire sul capitale umano, è uno di quegli step che non mancherà mai nel nostro percorso di crescita aziendale, perché siamo convinti che le persone siano la chiave per un vantaggio competitivo sostenibile.

Dalla Sicilia all’America in ‘Prima Classe’

Il businessman Paolo Orsolini mette in vetrina le eccellenze italiane a Miami Beach

‘Prima Classe’ è un market-gourmet ma non solo, è un coffee-bar ma non solo, è un punto di incontro per estimatori dell’enogastronomia Made in Italy ma … non solo.

‘Prima Classe’ è sì un luogo dove ammirare, gustare e vivere l’eccellenza italiana, ma è ancor prima un concept, una mentalità: è la convinzione che i prodotti di qualità debbano superare i confini dello stivale e raggiungere tutto il mondo, per essere apprezzati da chi ha la sensibilità di riconoscerli (il logo, non a caso, comprende anche i tre colori della bandiera italiana: verde, bianco e rosso).

‘Prima Classe’ si trova a Miami Beach ed è solo una delle idee vincenti dell’intraprendente Paolo Orsolini, classe 1971, originario di Siracusa.

E partiamo, come lui, dalla Sicilia per poi recarci o, meglio, volare (capirete presto perché sottolineo l’uso di questo verbo) in America.

Sin da ragazzo è stato affascinato dal mondo del commercio e degli affari: infatti, dopo il diploma scientifico si è buttato sugli studi di economia aziendale, non smettendo, però di coltivare una delle sue più grandi passioni: il volo.

Sì, perché Paolo Orsolini, oltre ad essere uno dei più apprezzati importatori di cibo italiano in USA, ha messo un pezzo di cuore nell’aeronautica, acquisendo, già giovanissimo, il titolo di pilota di complemento.

Ora si intuisce anche il nome di ‘Prima Classe’ del tuo locale di Miami… Sì, ha a che fare con gli aerei e soprattutto con la qualità, l’eccellenza ed il comfort che si può trovare quando si vola in prima classe. E’ questo che vorrei si ritrovasse in un locale italiano a Miami: il nostro stile originale, il nostro gusto non solo estetico ma anche nel cibo e l’altissimo livello delle materie prime.

Mi piace che già di prima mattina, quando ci si avvicina al mio locale, si venga avvolti dall’odore corposo del caffè appena macinato e dai dolci profumi della pasticceria che sforniamo al momento.

Una vera coccola all’italiana…

Sì, ma rispondiamo anche alle richieste tipiche del cittadino americano, nel senso che mi sento sempre un onorato ospite della loro terra e ci tengo a rispettare le loro abitudini.

Ad esempio?

Ad esempio se, come tipico, vogliono una focaccia o un panino multi-strato, o un’insalata super farcita, noi li accontentiamo: l’importante è che siano composti da tutte le nostre materie prime, dalla panetteria fatta da noi, al companatico sia dolce che salato come marmellate artigianali, olio d’oliva, salumi, formaggi, ecc.

Abbiamo anche uno spazio all’aperto dove possono godere del sole della Florida, sostare per una colazione meno fugace o un brunch o un aperitivo serale.

‘Prima Classe’, lo dice il nome, deve far pensare ad un servizio ottimale: la gente deve sentirsi libera di mettersi a consultare il loro personal computer, o di fissare un incontro di lavoro sotto al patio mentre gusta esclusive prelibatezze provenienti da tutte la nostre 20 regioni.

Non mancano scelte bio, senza glutine e vegane per venire incontro alle esigenze di tutti.

noltre, avendo all’interno una vera e propria bottega fornitissima, i clienti possono riprodurre le nostre ricette tricolore con ingredienti che mai troverebbero nei loro supermercati: prosciutto crudo di Parma, pasta ruvida trafilata al bronzo, aceto balsamico di Modena, mozzarelle di bufala, olive e molto altro.

Articolo a cura di Silvia Remoli

Immagino che la selezione di qualità valga anche per le bevande

Certamente, perché il caffè ha il compito di lasciare un buon sapore in bocca ed il buon vino deve esaltare i sapori del pasto. Inoltre, al bar si creano anche dei cocktail con cui pasteggiare tutte i vari stuzzichini.

Deduco che la clientela sia estremamente variegata

Sì, dall’habitué al curioso, dal turista all’uomo di affari, sino allo chef che passa da noi con l’obiettivo di lasciarsi ispirare dai nostri ingredienti e magari acquistarli per inserirli nel menù del suo ristorante.

Perché in fondo, la tua esperienza in America partì proprio come importatore…

Sì e con estremo orgoglio continuo a promuovere le produzioni italiane importandole e distribuendole per farle arrivare ovunque, grazie alla mia società ‘Orso Italian Specialty Food’ ed alla vendita online dal sito 'italiangourmetonline.com'

Quale è il cibo italiano più richiesto?

Per quel concerne la colazione amano il nostro cappuccino e la pasticceria lievitata che sforniamo quotidianamente, tra i dolci al cucchiaio il preferito è il tiramisù, realizzato esclusivamente con mascarpone italiano. Per quel concerne il salato, la scelta può ricadere su un bello scacco di lasagna alla bolognese e, naturalmente, sui nostri salumi.

A proposito di salumi, non possiamo non citare la Swedlinghaus

Infatti, qui entrano in gioco le affettatrici della azienda di Davide, che spero di rivedere presto da ‘Prima Classe’, visto che ora la sua ditta marchigiana ha una filiale proprio qui a Miami.

Il mio legame con Davide dura ormai da diversi anni e credo sia stato lungimirante nel crearsi una base di lavoro anche qui in America, dove la cucina italiana ha molto séguito e viene apprezzata sia per le materie prime che per le attrezzature alimentari. Io lo posso testimoniare in prima persona, dato che affettare davanti ad un cliente un bel prosciutto stagionato è un gesto molto apprezzato perché fa sì che il suo profumo inconfondibile si propaghi al momento: questo, oltre ad essere un indiscutibile sintomo di freschezza del prodotto, ci qualifica ulteriormente per l’utilizzo di valide strumentazioni professionali, anche queste rigorosamente ‘Made in Italy’!

E se è vero che dietro una funzionale macchina alimentare c’è sempre della forza-lavoro umana e qualificata che la realizza, giro a te questa domanda: tu come scegli il tuo personale?

La figura del dipendente, sia esso il cuoco o il collaboratore di sala, è importantissima.

Mi avvalgo solo di gente fidata e capace, che rispecchi in toto i valori che voglio trasmettere nel mio lavoro e che sia adeguata allo stile di ‘Prima Classe’, il cui nome rimanda immediatamente ad un certo target di comfort. Dal momento dell’ accoglienza sino a quello del servizio al tavolo, passando per la cucina e per il bar-caffè, ci dobbiamo tutti contraddistinguere per lo stile italiano, fatto di ospitalità, di pulizia, di cortesia, di qualità, insomma, in una parola, ‘unico’.

E quando il cliente invece sei tu, a quale cibo americano non resisti?

Prima mi sazierei con una bella e succulenta bistecca e poi concluderei con un rinfrescante ice-cream al gusto di vaniglia con topping al cioccolato e caramello, una piccola concessione di piacere

tipicamente american-style.

E quali passioni hai?

Adoro volare, da sempre, mi fa sentire libero, vivo, mi realizza pienamente: per questo mi sto certificando per conseguire la licenza di pilota commerciale, cosa che potrebbe tornarmi utile anche per il lavoro.

Passando dal duro lavoro agli affetti, vorrei ci parlassi di te. Hai una tua famiglia qui a Miami?

Sì, mentre la mia famiglia d’origine è restata in Sicilia, quella creata da me è nata e cresciuta qui a Miami: ho una figlia, Chiara, che ha 19 anni, per metà italiana e per metà dominicana, grazie ai geni latino-americani della sua mamma. E’ caparbia e, come me, crede nel motto latino ‘mens sana in corpore sano’, e si è arruolata nei marines per poi poter proseguire il percorso militare nell’intelligence americana. Credo sia una scelta dura per la sua età perché è ancora giovanissima, ma noi la appoggiamo, purché sia felice.

Per impegno e ambizione allora avrà preso molto anche da te.

Visto che la tua mente non si ferma mai, cosa c’è da aspettarsi in futuro?

Ma sai, in effetti non sono solito pormi limiti, e sto già pensando alla possibilità di creare qualche altro business qui in Usa, a partire dall’apertura di nuovi punti vendita dei nostri prodotti italiani originali ed inimitabili.

Allora ti torneremo a trovare, magari cogliendo l’occasione di visitare la sede di Miami di Swedlinghaus, per vedere in quale nuova avventura stai ‘volando’!

Contatti e social: www.prima-classe.com www.instagram.com/primaclassemiami/

Silvia Jerigova: autoironia e tenacia da Bratislava

E’ arrivata in Swedlinghaus dopo un’esperienza lavorativa nel mondo delle moto, con cui sogna di girare l’America

Articolo a cura di Silvia Remoli

Impaziente, caparbia, sempre sorridente e positiva, anche e soprattutto nell’affrontare qui problemi di salute che le sono giunti addosso come una doccia fredda.

Ed è stato proprio in quest’ultimo periodo ‘tosto’ della sua vita che ha conosciuto Swedlinghaus.

Ora ve la presentiamo meglio: ecco Silvia, la ‘leonessa’ della Slovacchia.

Da quanto lavori in azienda?

Sono qui dall’Aprile 2022.

E come ti trovi?

Io benissimo con tutti e spero che questo sia reciproco!

Ti piace la mansione che ricopri?

Tanto. Credo di essere versatile, nel senso che, avendo studiato da ragioniera e avendo lavorato da diversi anni in Italia anche in altre aziende nel ramo commerciale, sono pronta sempre ad adattarmi. Qui in Swedlinghaus, specie nell’ultimo periodo, seguo da vicino il lavoro di Leonello (Leonello Virgili, socio di Davide Longo), ed assisterlo mi piace molto.

Dove hai lavorato prima di arrivare a Grottazzolina?

Sono stata diversi anni in Harley-Davidson, e la zona di

riferimento in Italia è la costa romagnola, tra Rimini, Riccione e Cattolica, dove c’è una grande concentrazione dei fan di questo splendido esemplare di moto, che, a vederla, è una vera e propria opera d’arte.

Ne parli con particolare passione…

Sì, perché in quei luoghi si respira proprio il mito del viaggio ‘on the road’, all’avventura, e c’è tutto un mondo, una cultura, dietro la moto da strada, basti pensare che a Rimini c’è uno dei più grandi musei del motociclo.

E poi? Perché c’è un ‘e poi’, giusto?

Sì, e poi… è stato lavorando in Harley che ho conosciuto il mio compagno, Paolo, marchigiano doc, che mi ha conquistata e portata in questa meravigliosa regione, e con cui ho uno splendido figlio, ora adolescente, Leonardo.

Galeotta fu la moto, quindi…

Sì, direi un bel portafortuna, ed anzi ti dirò di più: il mio sogno, che vorrei condividere presto con i miei ‘uomini di casa’, è proprio un viaggio in lungo e in largo per conoscere meglio gli Statu Uniti d’America a bordo di un bel bolide a due ruote, quando Leo sarà un po’ più grande ovviamente, tutti e tra in sella!

Tornando a noi, come sei arrivata in Swedlinghaus?

Nella sfortuna, la fortuna, potrei dire. Dopo essermi trasferita nelle Marche ed aver avuto mio figlio ho scoperto di aver una malattia, cosa che purtroppo temevo da tempo, in quanto ha matrice ereditaria, nel senso che è stata riscontrata in altri membri del mio ceppo familiare.

Scusami la brutalità ma magari, parlandone, aiutiamo altre persone a sentirsi meno sole: ci riferiamo a patologie prettamente genetiche od oncologiche?

Si tratta di cancro al seno e non mi dispiace affatto parlarne, anzi, grazie di darmi questa opportunità di farlo: ci tengo a dire che, anche se non è facile affrontare l’argomento, dobbiamo sempre controllarci, non aver paura di sapere, perché prima abbiamo il quadro chiaro e prima iniziamo a curarci per guarire. Io, ad esempio, dico sempre al mio medico curante: «Devi dirmi la verità, sempre e solo tutta l verità, perché, se io so cosa ho di fronte, mi armo al meglio per lottare al massimo delle mie forze». Io infatti sono costantemente sotto controllo, anche ultimamente ho fatto degli esami, pure invasivi, perché questo tipo di tumore è una spada di Damocle sempre presente sulla nostra testa, e, anche dopo le varie terapie di chemio e gli interventi chirurgici, non si sta mai tranquilli al cento per cento.

Ed in Swedlinghaus come vivono insieme a te questa condizione di continua allerta?

Loro sono fantastici, mi supportano, mi chiedono sempre come sto e soprattutto mi sono vicini ma senza quel sentimento di pena o di tristezza che mai vorrei avvertire intorno. Insomma, mi sostengono ma mi fanno sentire forte e utile, nel senso che non mi fanno mai sentire debole, diversa e malata. Credo che sia un aspetto psicologico importante per chiunque si trovi a lottare con questa malattia: il vittimismo non è mai d’esempio e non porta mai a qualcosa di buono, anzi, bisogna rimboccarsi le maniche e, anche se riconosco che non è sempre facile, continuare a sorridere e cercare il bello ed il positivo in ogni giornata che si vive. Ci sono giorni ovviamente non rosei o particolarmente allegri, ma il sole tramonterà sempre, anche per portar via i brutti pensieri!

Quindi, riguardo al tuo impiego?

Ah già!

Io volevo rimettermi subito a lavorare perché non so stare senza far niente, quindi mi sono recata ad un centro per l’impiego chiedendo se vi erano aziende che cercavano un collocamento mirato, cioè legato a settori deboli e consapevoli della mia fragilità di salute. Beh, il caso ha voluto che, non solo loro erano pronti ad accogliermi, ma conoscevano benissimo il mio tipo di problematica perché in azienda l’hanno vissuto in prima linea tanto che proprio nel 2022, anno in cui sono approdata in ditta, hanno organizzato un evento benefico per devolvere denaro allo IEO, l’Istituto Europeo di Oncologia.

E la cosa ti ha stupito molto?

Sì, non solo per la coincidenza, che è stata un po’ come intravedere una mano tesa verso di me, ma anche per l’estrema sensibilità che hanno dimostrato da subito. Devi sapere che non tutti gli imprenditori hanno questo atteggiamento di apertura, elasticità e comprensione, anzi. Spesso subiamo delle discriminazioni proprio per il nostro stato di salute. Io sono stata anche licenziata in passato a causa della mia malattia.

Qui invece mi fanno sentire una risorsa, al pari degli altri e credimi, questo ti permette non solo di lavorare bene ma anche di affrontare la vita quotidiana con più ottimismo. Lo stato mentale in questi casi è imprescindibile.

Ci credo, ma sono convinta che sia anche un po’ merito del tuo carattere

Beh, io devo dire che punto molto sull’autoironia, perché non ti nascondo che ci sono stati momenti di grande ‘strizza’, magari in attesa dell’esito di una visita o di qualche esame, ma ho sempre cercato di farci sopra qualche battuta per esorcizzare la paura e la tensione e per stare meglio in mezzo agli altri, in primis con la mia ‘famiglia italiana’ , cioè mio figlio e suo padre.

Tipo, ultimamente, su cosa ti prendi in giro?

Ah, facile, sul fatto che ho preso qualche chilo e non solo a causa delle cure e dei farmaci. E’ che sono anche una buongustaia e quindi, dico sempre che i cerotti li dovrei mettere prima sulla bocca che altrove! Mi piace proprio mangiare e bere bene!

Cosa, in particolare?

Oddio, Tutto! Davvero, starei sempre a provare prelibatezze, a gustare pasta, carne e adoro le birre artigianali italiane.

Ottimo, allora entro nel tema ‘cucina’: quale ricetta della tua tradizione slovacca e quale di quella italiana sai fare?

Della mia terra so fare bene la papera la forno, mentre per quel che riguarda l’Italia mi piace cucinare il ragù alla bolognese e lo posso dire perché come giudice ho mio figlio che è buongustaio come me!

Ci fidiamo di Leo, e chiuderei l’intervista chiedendoti che hobby hai nel tempo libero?

Cinema ed aperitivi sfiziosi con le amiche, giusto per rimarcare il fatto che sono una ghiottona!

Ah e poi, giocare con il nostro cane Kloe, una Amstaff mista di 10 anni che prendemmo al canile e che ha portato in casa nostra una ventata di allegria e di coccole.

Ora che ci hai fatto conoscere tutti i tuoi amori e le tue passioni, ti auguriamo il meglio, ti invitiamo a tenerci aggiornati sulla salute e ti auguriamo di coronare il sogno del tuo viaggio a stelle e strisce, per poter gioire insieme a te di ogni traguardo!

In Swedlinfactory si riaccendono i…fornelli!

Settembre è il mese della ripartenza anche per il nostro laboratorio di cucina, con un calendario già fitto di eventi

Finiscono le vacanze, dall’estate si sta pian piano passando all’autunno e si entra nell’ottica di riprendere a pieno ritmo la vita quotidiana, quella che si aveva prima della pausa-relax (ovviamente per chi ha avuto la fortuna di averla e di godersela).

Ma scrolliamoci di dosso il pessimismo e l’angoscia che ci assalgono e non pensiamo solo ai doveri e al duro lavoro.

Ripartono anche tante attività piacevoli, tra cui i corsi.

Corsi di aggiornamento? Corsi in palestra? Corsi di lingua straniera?

Molto meglio: i corsi di cucina di Swedlinfactory! Superato il caldo torrido, in cui al massimo si aveva l’energia per condire un’insalata, la cucina attrezzata di Swedlinghaus riapre i battenti ed anche gli sportelloni dei forni professionali e i cassetti colmi di utensili, pronti per dar vita a creazioni culinarie di cui andar fieri.

E, come sempre, ce n’è per tutti i gusti: si spazia dal salato al dolce fino all’allestimento della tavola

durante le feste e sono aperte le iscrizioni sia per i professionisti del settore gastronomico sia per chi nutre una forte passione personale per la preparazione dei cibi.

Settembre

Il 28 ed il 29 settembre il tema della due giorni sarà “Prime Colazioni e Viennoiserie” con Oscar Pagani: definibile ironicamente un ‘lievitista incallito’, è un fornaio e pasticcere, titolare di un affascinante negozio-pasticceria-forneria in provincia di Brescia, ma si sposta di continuo in tutta Italia per insegnare la sua arte. Per ‘Viennoiserie’ si intende quella categoria di dolci che comprende fragranti croissant, morbide brioche e soffici krapfen che, già solo ad elencare, viene voglia di metter su un buon caffè o del the per accompagnarne il morso.

Ottobre

Il 5 ottobre coprirà l’intera giornata il corso dal titolo “Il Pane” con Alessandro Negrini, 08

Articolo a cura di Silvia Remoli

strionico mago della farina che è riduttivo inquadrare solo come ‘panificatore e maestro pizzaiolo’. Il suo è sempre un ‘one-man-show’, dove il pubblico, però, può attivamente intervenire, oltre che divertirsi.

Il 7 ottobre è la volta della “Pizza contemporanea” di Gabriele Cennerini. Vi assicuro che è una delizia ed ha un impasto super digeribile, oltre che farciture dalle quali rimanere stupiti. Lo scrivo con piena cognizione di causa, quindi me ne assumo la responsabilità, perché gli ho fatto visita in Ascoli Piceno, nella sua elegantissima osteria situata nella suggestiva Piazza Arringo.

Il 12 ottobre saremo deliziati dai “Dolci da forno” di Leonardo Gallucci: lui ed il collega Andrea Canali, di cui parleremo tra poco, sono ‘quelli del sold-out’, nel senso che non si fa in tempo a caricare sul sito i loro corsi che i posti disponibili si esauriscono in un battito di ciglia. Sarà che sono giovani? Sarà che sono creativi? Sarà che sono simpatici? La risposta, la vostra, la troverete solo recandovi in Swedlinfactory e cucinando con loro!

Il 26 ottobre “Pasticceria da viaggio” con Andrea Canali sarà il corso originale, e di cui tutti sono già curiosi, dell’altro ‘pasticcere che spopola’ a cui accennavo prima. Il titolo intriga perché, andando sempre di corsa da un posto all’altro, sarebbe bello avere sempre a portata di mano un dolce da viaggio che allieti ogni tipo di trasferta, specie se di lavoro.

Novembre

Il 7 novembre ci verrano illustrate le “Tecniche e conservazioni dei cibi” da Yesenia Ochoa. E’ tipico dei mesi più freddi l’arte di poter preparare, accantonare, accumulare e conservare al meglio i

cibi: la esotica chef sudamericana la insegna con estrema precisione, dispensando consigli utili e rispondendo a tutte le domande su questo tema che è anche delicato perché riguarda la salubrità di ciò che mettiamo in tavola.

Il 22 ed il 23 novembre sforniamo “I Panettoni” con Leonardo Gallucci.

Il 29 ed il 30 novembre “La magia del natale in pasticceria (dolci moderni)” verrà creata da Andrea Canali.

Questi ultimi corsi del mese durano due giorni perché riguardano impasti a lunga lievitazione, pertanto, richiedono tutto il tempo necessario affinché i corsisti possano assistere a tutte le fasi di realizzazione, dall’assemblaggio degli ingredienti sino all’assaggio.

Dicembre

Il 5 dicembre impariamo l’arte della “Mise en place della tavola in occasione del Natale" con Yesenia Ochoa.

Dirigendoci verso le celebrazioni natalizie, potremmo stupire sia amici che familiari accogliendoli anche con la cura nel dettaglio nella tavola imbandita a festa, esprirmendo così al meglio il calore e l’ospitalità tipiche di quel periodo.

Ovviamente questo elenco non è esaustivo, ma è un rapido accenno ai corsi che sono già confermati e di cui si sono già aperte le iscrizioni: di sicuro infatti, verrà inserito qualche altro nuovo imperdibile evento.

Quindi, per rimanere sempre aggiornati, ma anche per segnare la vostra partecipazione ad uno di quelli sopra illustrati, recatevi sul sito della Swedlinfactory www.swedlinfactory.it o chiedete info ai seguenti contatti: 0734 631346 oppure 392 7053389.

nella foto: Villa d’Arfanta e Vigneto

C’è un “Highlander” in azienda: Franco Vanni

Il rappresentante umbro promuove la SW in tutto il centro Italia di ponente e… non vorrebbe mai smettere

Difficile sentire pronunciare una frase del tipo: «Non mi va di andare in pensione», eppure, mi è capitato durante l’intervista ad uno stacanovista, classe 1947, nato in Umbria, precisamente a Città della Pieve, poi trasferitosi in Toscana, a Cecina, dove vive.

Si chiama Franco Vanni e rappresenta Swedlinghaus da diversi decenni, battendo il territorio della Liguria, dell’Umbria e della, ormai sua, bella Toscana.

E’ indubbio che ami il suo lavoro, non solo per la quantità di anni di servizio, ma anche per la dedizione con cui lo svolge e la serietà ed il rispetto con cui ne parla.

Ma è anche consapevole che non potrà svolgerlo per sempre; ecco perché sta giocando d’anticipo e ha deciso di far crescere una nuova leva, uno di cui si fida ed al quale può dare tanti consigli preziosi: suo figlio Gabriele. Astuto e lungimirante, diamo quindi la parola all’esperto Franco.

Come sei arrivato in Swedlinghaus?

Parliamo di più di 20 anni fa, dopo aver incontrato Davide Longo ad una fiera a Milano. Ci siamo capiti subito, ed il resto è storia.

Raccontacela: come ti trovi col tuo lavoro e perché ti piace cosi tanto?

Già negli anni ’80 ero nel mondo degli allestimenti delle cucine professionali, ho sempre amato la progettazione con annesse le giuste strumentazioni, perché mi ha sempre affascinato creare quell’ambiente funzionale ed attrezzato, ma al tempo stesso confortevole ed avvolgente per chi ci lavora dentro.

Ho ricevuto enorme soddisfazione nel realizzare anche delle strutture complesse, come ad esempio le mega cucine delle mense ospedaliere o comunque di grandi simili realtà e di ambienti di alta gamma.

Iniziai in Toscana, dove mi trasferii dall’Umbria per lavoro e poi ci restai costruendoci la mia famiglia.

Articolo a cura di Silvia Remoli

Composta da … ?

Moglie e due figli maschi, Gabriele e Francesco. Al primo, con una laurea in scienze statistiche economiche conseguita a Siena, sto cercando di far apprezzare la mia professione, perché purtroppo prima o poi dovrò lasciare spazio e cedere il posto alle nuove generazioni e diciamo che vorrei riporre ‘il testimone’ in buone mani.

E chi meglio di un figlio?

Già, anche se spesso abbiamo visioni ed opinioni divergenti, ma è anche giusto che sia così. Anzi, credo sia un bene: è fisiologico che la sua mentalità sia magari più aperta, elastica e che apporti cambiamenti al mio modo di operare, adeguandosi ai tempi moderni.

Tu sei più vecchio stile?

Sì e no.

Sono molto inquadrato di certo, però anche io sono uno che nel tempo si adatta, e che ha sempre voglia di fare qualcosa di nuovo, qualcosa di più, di prendere stimoli dagli incontri di lavoro, ecc.

Quello che auguro a mio figlio è che faccia tesoro dei miei consigli, ma che poi si senta libero di rielaborarli secondo il suo modus operandi e sopratutto vorrei che diventi molto migliore di me

Insomma sei ambizioso anche pensando al futuro e, se potessi, non ti fermeresti mai, eh?

Sul lavoro bisogna esserlo, specie se si ha alle spalle un’azienda che ti da piena fiducia e che ti affida la responsabilità di spendere il suo nome sia in ambito nazionale che estero, come spesso è capitato negli eventi fieristici.

Ed in effetti ho quasi paura della pensione e di fermarmi perché non ci sono abituato.

A meno che…!

Beh, ad esempio, se un indomani, diventassi nonno, potrei dedicarmi ai nipotini e magari coltivare un orto per far felice mia moglie. Quindi, in questo caso mi farei volentieri da parte e direi… largo ai giovani!

Insomma, visto che non sai stare con le mani in mano, capisco anche perché in azienda ti abbiano soprannominato “Highlander”!

Ah, ah, ah, credo che i colleghi che mi chiamano così mi conoscano bene allora, anche perché sul lavoro mi rendo conto di essere un instancabile metodico ed un vero stacanovista. Spesso anche nel tempo libero mi dedico alla progettazione di cucine, così, per puro diletto, perché mi piace.

C’è qualcosa che ti fa evadere dai pensieri legati al duro lavoro? Hai dei vizi a cui cedi o sei proprio un incorruttibile ‘perfettino’?

Eh oddio, vizi direi di no: pensa che non sono neanche un goloso, nel senso che non cedo davanti ai dolci.

Però adoro il buon cibo ed il buon vino: ad esempio mi piace il coniglio in porchetta accompagnato da un buon rosso, di 13 gradi al massimo.

Ah, menomale, e hobby? Tipo viaggi, musica, ecc .

Ascolto musica, di tutti i generi perché mi tiene compagnia durante i viaggi di lavoro.

Mi piace girare con l’auto per le suggestive campagne toscane e trovo anche molto interessante la Liguria, che ha un paesaggio variegato e affascinante.

Come tutta l’Italia del resto.

Ecco, credo che il tempo per approfondire la conoscenza della nostra penisola e per visitare le sue bellezze non vada mai sprecato.

Vedi che allora qualcosa da fare in pensione ci sarebbe?

Nel caso tu dovessi fare il grande passo di ‘appendere il catalogo Swedlinghaus al chiodo’, ci sono tante migliaia di kilometri lungo lo stivale che aspettano solo di essere esplorate.

Quindi, in futuro ti augureremo ‘buon viaggio’ ma, nel frattempo, semplicemente … buon lavoro!

Swedlinghaus Srl

info@swedlinghaus.it www.swedlinghaus.com

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