La domenica del Suddest n.7

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La domenica del SUDDEST

NUMERO 7 26 APRILE DUEMILANOVE

RAGUSANE D’ESPORTAZIONE LE NOSTRE DONNE SONO BELLE, L'HANNO SCRITTO NEL DNA. TANTO CHE IN PARAGUAY C'È UNA COMUNITÀ DI CONTERRANEE CHE FA LA FORTUNA DEI CONCORSI DI BELLEZZA. È SUCCESSO L'ANNO SCORSO CON FIORELLA MIGLIORE, MISS ITALIA NEL MONDO. E QUESTA È LA VOLTA DI RENATA RUOTI BALMELLI


Provincia

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TURISMO, QUALCUNO CI HA TAGLIATO LE ALI

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Incredibile, ma vero. In barba a tutti i proclami sul turismo e sulle sue potenzialità economiche in territorio ibleo e, soprattutto, al fatto che ci sono ben tre città riconosciute dall'Unesco «Beni dell'Umanità», Ragusa è l'unica provincia in Sicilia a non avere ancora beneficiato dell'istituzione dell'ufficio Servizi Turistici, che dovrebbe gestire le competenze che la Regione ha ereditato, in parte (le altre sono passate alle Province regionali) dalle soppresse Aapit (Aziende autonome per l'incremento turistico) ed Aast (Aziende autonome per il soggiorno e il turismo). Anche se il territorio ibleo non era dotato in precedenza di una struttura come l'Aast. | www.suddest.it

Eppure già da un paio d'anni, le altre province dell'isola hanno avuto istituiti i Servizi turistici, che in Sicilia dovevano essere nove, uno per ogni provincia. Anche se in alcune realtà provinciali, per effetto della contemporanea presenza di ex Aapit e Aast, i Servizi turistici sono diventati più di uno, per effetto di semplici atti amministrativi, fino a toccare in sede regionale il numero di una ventina. Al punto che si è reso necessario, qualche tempo fa, l'intervento dell'assessore regionale al Turismo Titti Bufardeci per richiamare, specie le province nelle quali c'era stata una proliferazione di Servizi turistici o di semplici sportelli, alla lettera ed allo spirito della normativa relativa alla soppressione di Aapit e Aast.

La soppressione dell'Aapit e la mancata istituzione dell'ufficio dei

Servizi turistici ha però privato il territorio ibleo non solo dell'assistenza necessaria ad uno dei settori principe della sua economia, ma anche di un organismo in grado di monitorare e censire i flussi turistici in modo da consentire e mettere a punto politiche mirate di sostegno e rilancio.

Gli ultimi dati certi disponibili sulle presenze risalgono al periodo gennaiodicembre 2007, che mette in evidenza un calo del 12 per cento rispetto al 2006. Due anni fa si sono registrate infatti 869.291 presenze, delle quali 588.385 di turisti italiani, scese rispetto al 2006 dell'8,15 per cento, e 280.906 di stranieri, con una flessione sempre rispetto al 2006, dell'1,55 per cento. Infatti, le presenze 2006 si erano attestate complessivamente su 925.932, delle quali ben 640.600 di italiani e 285.332 di turisti stranieri. Anche il 2008, stando a quelle che sono delle semplici proiezioni, visto che i dati


Provincia

IL "DISTRETTO SUD-EST" IN RETE PER IL RILANCIO DEL TURISMO

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Un sistema integrato on line di sviluppo territoriale, che permetterà al sud-est siciliano di spiccare il volo in ambito turistico ma anche nei rapporti tra i comuni aderenti al distretto culturale.

sono affluiti con il contagocce ed in maniera discontinua, avrebbe riservato un calo, sia pure più contenuto, nelle presenze turistiche, quantificato nella misura di un ulteriore 3,76 per cento. Resta forse l'ultimo dato disponibile di un settore economico di cui, in assenza di qualunque rivelazione, sia pure minima, dei flussi turistici nel territorio, ne sapremo sempre di meno. A meno che non ci dovremo "fidare" di coloro che spargono ottimismo sostenendo trionfalmente che tutto va bene, salvo poi a doversi ricredere sulla base dei fatti, con i quali in questa provincia fatichiamo spesso a fare i conti. E così lo sviluppo del territorio ibleo paga ancora pegno a causa di una classe dirigente impegnata solo a correre dietro le "emergenze del momento" o, peggio, distratta da questioni che ben poco hanno a che vedere con la crescita socioeconomica complessiva del territorio ibleo. Giuseppe Calabrese Gazzetta del Sud

Questo quanto presentato ieri pomeriggio nell'aula consiliare di palazzo San Domenico, alla presenza dei rappresentanti dei comuni aderenti al distretto culturale "Sud-Est". E' stato l'amministratore della società catanese CompIt, Claudio Biondi a presentare l'aggregatore di applicazioni finanziato dal Por in un progetto che vede il comune di Modica ente capofila. "Si tratta di un sistema - ha spiegato Biondi - che accoglie due piattaforme applicative. Da una parte la sezione dell'e-governement in cui i sedici comuni potranno interagire tra loro anche alla luce delle diverse misure del Por inserite. Potranno sostanzialmente comprendere "dove" reperire somme per finanziare progetti. La seconda sezione - ha ancora spiegato Biondi - è quella dell'eturismo, che metterà in collegamento gli operatori locali con quelli mondiali". Plauso all'iniziativa, che sarà varata entro l'estate, è giunto da più parti, a cominciare dal presidente pro-tempore del distretto culturale del sud-est, Corrado Valvo. "E' una straordinaria opportunità di rilancio del nostro territorio - ha detto il sindaco di Noto -. Raccoglie e valorizza quella che è la filosofia di fondo che sta alla base del nostro stare insieme: "fare sistema". Il sistema web ci permetterà di spiccare il volo e di sfruttare il trend positivo che questo lembo di Sicilia sta registrando in termini turisti-

ci. Il sud-est è infatti l'unico territorio che segna un segno "più" nei numeri delle presenze turistiche. Tra l'altro - ha ancora detto il presidente del Sud-Est - stiamo per "chiudere" le adesioni a quella che è un' associazione che attrae. Da qui a qualche settimana accoglieremo anche Agrigento, creando così un sistema territoriale che raccoglie il meglio del turismo siciliano. A quel punto chiuderemo le adesioni ed inizieremo la fase successiva, quella cioè del programmare insieme il nostro futuro e, quindi, il futuro di questo lembo di Sicilia". Emblematica poi l'immagine dei sindaci di Modica e di Noto accanto. Le due capitali barocche, motori propulsori del turismo culturale ed enogastronomico, insieme per trainare un territorio dalle mille risorse ma che, come un vecchio mobile impolverato, ha necessità di un semplice gesto per essere nuovamente valorizzato. Giorgio Caruso

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Ragusa

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IL NELLO

FURIOSO

E VINCENTE

LA VICENDA DELLA PROMESSA DI RIFINANZIAMENTO TOTALE DELLA LEGGE SU IBLA HA UN SOLO VINCITORE: IL SINDACO DI RAGUSA, NELLO DIPASQUALE.

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Saputo del dimezzamento del capitolo ( da 4 a 2 milioni ) ha mandato al diavolo il suo referente politico, Innocenzo Leontini, si è messo in macchina ed è partito per Palermo: "Se non ottengo quello

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che voglio, e che è giusto- ha dichiarato martedì- allora l'intera classe politica avrà fallito. Non è possibile pensare ad un mancato rifinanziamento o ad una riduzione delle risorse. Se ciò accadesse sarebbe una pura follia". Detto fatto: in 12 ore ha avuto la promessa che la legge sarebbe stata finanziata per intero. Gongola, Dipasquale e giustamente dà alle redazioni il comunicato trionfalista in cui dice di avere incontrato nell'ordine Lombardo, Incardona, Leontini e perfino il capo dell'opposizione Cracolici che lo hanno rassicurato sul risultato finale. La vicenda si presta ad alcune considerazioni. Dipasquale ha dimostrato che alzando la voce si ottengono le cose. In questo caso il sindaco ha difeso la sua città e i suoi diritti. Ma Dipasquale non si accontenta e minaccia:" Solo a risultato raggiunto attribuiremo a ciascuno il merito che per questo gli spetterà". Fin qui il Dipasquale sindaco. Che poi lascia il posto al Dipasquale leader: "Ho la sensazione che ci sia stata una

manovra per espropriare la Legge su Ibla destinando una cospicua somma per i comuni Patrimonio dell'Unesco; ognuno deve assumersi la propria responsabilità e ricordo a tutti che non è compito del Sindaco ricordare quali siano stati i patti sottoscritti con la città così come non è compito del Sindaco ricordare ai parlamentari l'importanza della Legge su Ibla i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti". Il Pdl ha creato il mostro: mentre Leontini, a Palermo, fa finta di guerreggiare con Lombardo e Minardo jr. a Roma, intruppato nelle file del Pdl vive della luce riflessa del leader, Dipasquale amplifica il consenso nella sua città,Ragusa e dimostra al resto della provincia, sindaci compresi, come si difendono gli interessi di una città. Dipasquale, insomma, si avvia a diventare il leader del Pdl in provincia di Ragusa. Ma di questo nessuno sembra volersene accorgere.


Provincia

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LE COMMISSIONI

E I CONTI CHE NON TORNANO

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Passa alla Provincia regionale di Ragusa la modifica allo statuto. Dopo tre sedute, le prime a vuoto per mancanza del numero legale, si e' consumato il passaggio politico atteso dal centrodestra. Nasce la

settima commissione consiliare che dovrà occuparsi di materie differenti, almeno sulla carta, da quelle di cui si occupano le altre sei già esistenti. Questa la forma della notizia che ci comunica la Provincia Regionale. Nella sostanza, un posto in più per una presidenza da spartire alla luce della crescita smisurata della maggioranza che ormai è quasi al collasso. L'atto e' passato a maggioranza, con 13 voti dei consiglieri del Centrodestra presenti e con qualche sì arrivato anche dai banchi dell'opposizione, quelli di Fabio Nicosia, Ignazio Abbate e Sandro Tumino. Altri esponenti della minoranza hanno abbandonato l'aula e non partecipato alla votazione.

Ma le polemiche non sono di certo mancate. Italia dei Valori e' già sul piede di guerra e sta valutando la possibilità di rivolgersi all'assessorato regionale competente. Iacono parla di consociativismo tra la maggioranza e alcuni elementi del Centrosinistra. L'indipendente Ignazio Nicosia, invece,

la butta sullo scherzo, ma punge, eccome: "Nella fretta di creare una settima Commissione Consiliare che permetta di gratificare qualche Consigliere con un altro incarico il Consiglio Provinciale ha approvato alcune modifiche che si scontrano irrimediabilmente con la logica dei numeri. Le Commissioni debbono essere formate da 7 Consiglieri (il Presidente del Consiglio non può essere membro di alcuna Commissione) e nessun Consigliere può essere in più di due Commissioni: abbiamo quindi 49 posti da occupare (7 Commissioni x 7 Consiglieri) contro 48 reali disponibilità (24 Consiglieri x max 2 Commissioni). Il problema, non solo matematico ma soprattutto amministrativo, rende impossibile l'insediamento della 7° Commissione". Chi dovrà rinunciare? Quando la matematica, a causa della politica, non è piu' una scienza esatta.

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Copertina

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LA PIÙ BELLA DEL MONDO PARLERÀ RAGUSANO? LA COMUNITÀ IBLEA DEL PARAGUAY NON SI DISTINGUE SOLO PER LA SUA NUMEROSA CONSISTENZA NUMERICA, MA ANCHE PERCHÉ CONTINUA A SEGNALARE DELLE BELLE RAGAZZE AL CONCORSO MISS ITALIA NEL MONDO. DOPO LA COMISANA FIORELLA MIGLIORE, CHE SI AGGIUDICÒ LA PALMA DELLA PIÙ BELLA ALLA FASE FINALE DEL CONCORSO AD IESOLO NEL GIUGNO DELLO SCORSO ANNO, UN'ALTRA RAGAZZA PARAGUAGIA D'ORIGINE IBLEA SI APPRESTA A CALCARE LE STESSE ORME

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Copertina

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Si chiama Renata Ruoti Balmelli, che lo scorso 4 aprile ha vinto la fase nazionale del concorso ad Asuncion. Splendida fanciulla dagli occhi azzurri e dal portamento slanciato, dallo sguardo di una magnetica e seducente bellezza, la nuova miss Italia in Paraguay ha sbaragliato il campo delle concorrenti, candidandosi ad ereditare lo scettro della connazionale Fiorella Migliore, ammirata anche nel corso dell'ultima edizione del Premio Ragusani nel Mondo 2008. Renata Ruoti e' ragusana per parte della nonna, Carmela Cappello Boscarino, nata in Paraguay da padre ragusano, che lascio

la città natia nel 1905. Renata, 19 anni, è una sportiva di razza, che pratica con successo diverse discipline sportive. Ha studiato lingue nelle scuole secondarie ed da poco si è iscritta alla facoltà Universitaria d'Amministrazione d'impresa all'Università Cattolica di Asuncion. Esperta di gastronomia, ha candidamente espresso alla delegazione siciliana in visita ad Asuncion pro-

prio nei giorni del suo trionfo il desiderio di poter ripercorrere le orme della ormai celebre Fiorella Migliore. E' auspicabile che il suo desiderio venga raccolto dalla platea televisiva iblea che avrà modo di seguire in tv la serata finale a Venezia, a fine giugno, tributandole con il voto telematico i consensi che merita.

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PARAGUAY L'ELDORADO

Emigrazione

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l fenomeno dell'emigrazione iblea in Paraguay risale in buona parte alla fine dell'ottocento, e esattamente nel 1898, quando l'iniziativa truffaldina di un avvocato catanese, tale Paterno'-Distefano, sedicente imbonitore e truffaldino uomo d'affari , spinse centinaia di famiglie provenienti da diversi centri iblei a solcare i mari dell'Atlantico alla ricerca del mito del facile arricchimento.

Acquisito a monte un accordo con le Autorità Governative paraguage di quel tempo per la cessione gratuita di terreni agricoli, il faccendiere catanese convinse i primi pionieri ad abbandonare case e terreni , affrontare stati d'animo divisi fra speranze e timori, vendere ogni loro avere pur di pagarsi le spese di viaggio ed inseguire la chimera del sogno americano. Pochi di loro tornarorno indietro, la maggior parte rimase e recise ogni legame affettivo con il mondo natio; ma l'Eldorado promesso non venne mai raggiunto. Infatti,al posto delle terre promesse,i coloni vennero portati a Nord del Paraguay, in territori desertici da bonificare e trasformare in campi agricoli, distanti centinaia di clilometri dagli agglomerati urbani piu' importanti.

L'astuzia e l'inganno di quello che si potrebbe oggi definire un miserabile traghettatore di disperati africani verso le coste sicule portò questi nostri antichi conterranei a subire le conseguenze di un lungo isolamento dal resto del mondo civilizzato,confinati in una sorta di comunità chiusa ed impermeabile a contatti e inflenze esterne. Vissero in buona parte per lunghi decenni quasi esclusivamente dei prodotti della terra da loro coltivata, in un contesto sociale che privilegiava l'auto alimentazione, in condizioni disagiate , non certamente floride, esposti a malattie infettive che portavano sovente a precoci decessi.

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DEI NOSTRI MIGRANTI

La fertilizzazione di terre che comunque si prestavano ad una coltivazione varia e largamente produttiva consenti' loro di mettere radici stabili in quella lontana colonia, che dal nome dei siciliani insediati prese il nome di " Trinacria ", ma tagliò loro ogni contatto con il resto del Paraguay per lunghi decenni. In tal modo i destini dei loro figli e nipoti si incrociarono fra di loro, con matrimoni all'interno della comunità siciliana ed iblea, si' che si tramandarono e non si dispersero gli originari cognomi.

Lo stesso non avvenne per l'uso del dialetto e il mantenimento delle tradizioni e dei legami culturali con la terra natia iblea, che progressivamente si affievolirono fino a dissolversi del tutto. Ed infatti oggi i pronipoti di quegli antichi coloni parlano esclusivamente la lingua spagnola, e hanno una vaga rappresentazione della provincia da cui partirono i loro antenati, anche come semplice cognizione geografica. Ancor oggi comunque , ad oltre un secolo dalla partenza delle prime famiglie , vivono centinaia di famiglie con cognomi tipicamente ragusani..Le loro case basse sono sparse in larghe estensioni di terreno, dalla superficie rosso fuoco, che richiama il profumo di una natura incontaminata seppur florida.

La Delegazione, dopo un lungo ed estenuante viaggio in pulmann da Asuncion, durato ben sei ore lungo strade ora asfaltate ora sterrate, in qualche tratto sconnesse e pericolose, è stata ricevuta da una numerosa rappresentanza degli attuali occupanti la colonia, che hanno riservato una calorosa accoglienza, con una esibizione di bambini nel costume originario dei primi arrivati, con spettacoli di folklore locale e di abilità circense, balli, canti e animazioni varie. Un pranzo all'insegna dei prodotti tipici siciliani è stato offerto dalla delegazione isolana, sotto l'abile regia di Salvuccio Materia, grande esperto di cucina. Emozionati e struggenti le testimonianze raccolte sul posto, come quella di tale Lissandrello, ultraottantenne nato in Paraguay e ragusano di seconda generazione, che piange nel sentir parlare il dialetto dopo oltre sessantanni. L'ultima volta lo aveva ascoltato dai genitori, partiti nella prima ondata migratoria. Sensazioni e incerte parole, a stento estrapolate dal loro intimo, che si allacciano ad una terra lontana, sicuramente presente nel loro DNA, bella e suggestiva, incantevole e seducente, ma di cui conoscono a stento il nome..... un paese, una citta', una provincia, una regione,


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che e' appartenuta ai loro avi, e di cui rimangono solo labili e sfioriti ricordi tramandati nel tempo nei vari cambi generazionali ,segnati dall'incedere di oltre un secolo. Altri filoni dell' emigrazione iblea in Paraguay risalgono ai primi decenni del novecento, protratti fino alla seconda guerra mondiale, con interi nuclei familiari emigrati in una terra che offriva grandi opportunità, sovente a seguito del richiamo di parenti o amici che avevano intrapreso il medesimo viaggio della speranza o attratti dal miraggio del facile benessere.

Attualmente la presenza della comunità iblea in Paraguay, dislocata prevalentemente nella capitale Asuncion ma molto viva anche in altri centri, oltre che nelle lontane terre della colonia Trinacria, sfugge ad una precisa determina-

zione numerica, ma si ha fondato motivo di ritenere che essa ammonti a svariate migliaia, secondo quanto è stato possibile desumere dai primi dati raccolti presso la locale Ambasciata, dal totale dei soci iscritti all'Unione Siciliana di Asuncion, e dai contatti direttamenti intrapresi in loco dagli studiosi e ricercatori presenti nella delegazione siciliana. Il consistente numero la pone al vertice come agglomerato ibleo nel mondo intero, molto piu' delle realtà finora conosciute ed attenzionate. Le città iblee piu' rappresentate sono Ragusa e Comiso, ma molti sono originari dei centri montani e del versante modicano.

La Delegazione, dopo un lungo ed estenuante viaggio in pulmann da Asuncion, durato ben sei ore lungo strade ora asfaltate ora sterrate, in qualche tratto sconnesse e pericolose, è stata ricevuta da una numerosa rappresentanza degli attuali occupanti la colonia, che hanno riservato una calorosa accoglienza, con una esibizione di bambini nel costume originario dei primi arrivati, con spettacoli di folklore locale e di abilità circense, balli, canti e animazioni varie. Un pranzo all'insegna dei prodotti tipici siciliani è stato offerto dalla delegazione isolana, sotto l'abile regia di Salvuccio Materia, grande esperto di cucina.

Emigrazione

Emozionati e struggenti le testimonianze raccolte sul posto, come quella di tale Lissandrello, ultraottantenne nato in Paraguay e ragusano di seconda generazione, che piange nel sentir parlare il dialetto dopo oltre sessantanni. L'ultima volta lo aveva ascoltato dai genitori, partiti nella prima ondata migratoria. Sensazioni e incerte parole, a stento estrapolate dal loro intimo, che si allacciano ad una terra lontana, sicuramente presente nel loro DNA, bella e suggestiva, incantevole e seducente, ma di cui conoscono a stento il nome..... un paese, una citta', una provincia, una regione, che e' appartenuta ai loro avi, e di cui rimangono solo labili e sfioriti ricordi tramandati nel tempo nei vari cambi generazionali, segnati dall'incedere di oltre un secolo. Sebastiano D'Angelo www.suddest.it |

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Full contact

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VALERIA CALABRESE

ANCORA TRICOLORE

E sono 10. Tanti quanti i titoli italiani vinti in carriera da Valeria Calabrese. Domenica a Fiuggi sono arrivati gli ultimi due di una meravigliosa collezione che sembra non aver mai fine.

Il primo, senza colpo ferire, è arrivato nel Full Contact categoria 52 kg. Nel pugilato si direbbe per manifesta superiorità perché le avversarie della modicana si sono semplicemente ritirate non appena comparso il nome Calabrese nel ranking dei partecipanti. Lei che di solito combatte nella categoria 48 kg è

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stata costretta per varie circostanze a combattere nella 52. Una sorpresa che non è piaciuta alle altre contendenti che hanno così abbandonato preferendo dedicarsi agli altri combattimenti di giornata. Adesso sarà lei, con ogni probabilità, a rappresentare l'Italia ai prossimi giochi olimpici di arti marziali in programma a Pechino. Il secondo titolo del weekend è arrivato nell'altra specialità del contact, il light. Partita dagli ottavi, la Calabrese ha incontrato le maggiori difficoltà incrociando i guantoni con una

promettente sarda proveniente dal Taekwondo che nulla ha potuto però contro la maggiore esperienza e forza della portacolori della Contea.

I due allori italiani, oltre a consacrare ulteriormente Valeria Calabrese reginetta incontrastata del full e del light contact nazionale, le assegneranno anche una maglia per i mondiali delle due specialità. A ottobre con il "full" in Francia e a novembre con il "light" in Austria. Giuseppe Ragona

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