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mici di Gesù Crocifisso A Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Maggio - Giugno 2015 - Anno XVI n. 3

2015 - 2016 NUOVO GIUBILEO Notizia a pag. 6


V - LA FAMIGLIA E I TEMPI DELLA PROVA

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Maggio 2015

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l tempo, ogni tempo, interroga il credente. Mette alla prova la sua fede. Il popolo ebraico tentato nel deserto e il Gesù vittorioso sulle tentazioni costituiscono il riferimento esemplare del cristiano1. Così mentre abbiamo un riferimento ideale della prova vista come fedeltà all’alleanza con Dio ed alla propria vocazione sappiamo che i volti della prova, pur avendo nomi antichi, hanno facce sempre nuove. Così è certamente anche per la famiglia, oggi. Lo esprime bene “la metafora della famiglia” che, parafrasando la parabola del buon samaritano, sottolinea l’influsso dei “tempi moderni” sulla famiglia cristiana.2 La famiglia oggi è attaccata, messa alla prova, da quello che chiamiamo “cultura dominante”3 che mette in crisi l’idea stessa di famiglia, di padre, di madre, di figli4. E’, dice il papa e ripetono i vescovi, una specie di colonizzazione ideologica5 che influenza il comportamento dei singoli e le politiche degli stati per cui le famiglie non sono incoraggiate né a formarsi, né a mantenersi da apposite leggi di sostegno. In una società liquida che liquida Dio e i valori fondanti della civiltà cristiana tutto diventa fragile e vulnerabile come le relazioni di coppia, vissute come gratificazione affettiva che rimane vera finché dura. Con conseguenze negative, per sofferenze e depressione, per le persone coinvolte: coniugi e figli. Le prove che vengono quindi dall’esterno fanno emergere una crescente vulnerabilità delle relazioni. La vita diventa allora faticosa perché ogni giorno bisogna reinventarsi per essere all’altezza della situazione non avendo più modelli di comportamento e ruoli comunemente accettati6. Così gli eventi critici come la vita di coppia, la nascita e la crescita dei figli, eventuali malattie e lutti dei componenti della famiglia portano a conflitti per la difficoltà di comunicazione del proprio vissuto e per l’aiuto che ci si aspetta dal partner, attese che si rivelano irrealistiche. Alle spalle di queste situazioni si può certo scoprire un’immaturità personale, dinamiche di coppia inadeguate, cioè relazioni non paritarie, affettività repressa, senza compassione e tenerezza7. Per le coppie cristiane ci potrebbe pure essere una non consapevolezza della realtà sacramentalevocazionale del matrimonio8. I litigi, in questo caso, senza un aiuto specifi-

Luciano Temperilli co e senza una visone trascendente della vita e della relazione di coppia, diventano laceranti spesso fino alla separazione. Nella descrizione della negatività dei tempi moderni la chiesa sottolinea che sono “sfide” alla nostra fede e quindi occasioni di testimonianza la gioia del Vangelo e nel nostro caso, la gioia della famiglia. 9 Nella desertificazione del mondo10 attuale la famiglia cristiana è la buona notizia di un amore possibile e reale ad immagine di quello di Cristo. La fede cioè, in un contesto di frammentazione valoriale, è ciò che dona identità ed unità alla persona e alla vocazione personale e comunitaria. “La fede sia fonte di rinnovamento e di fiducia, una vittoria sulla paura. Del resto la paura è una temibile nemica della coppia: paura di perdere l’altro, di non avere più nulla da dirsi, paura di soffrire. Purtroppo (spesso) la paura realizza ciò che teme. Ma la fede costituisce quella roccia dando ai rapporti matrimoniali quella solidità che il sentimento non può dare”.11 In una società nella quale molti comportamenti sono contrari alla famiglia, diviene fondamentale condividere ciò che ci accomuna, aver la consapevolezza di far parte di una comunità più grande che è la Chiesa, come famiglia di famiglie. Si tratta di prendere coscienza di tali rischi per approfondire e saper vivere l’alleanza. Alleanza tra gli sposi ed il Signore, tra loro, con i figli, tra i figli con la famiglia e tra le famiglie.12 Nel deserto del mondo la famiglia diviene una “tenda” per ospitare l’altro (non solo in senso metaforico), per offrire spazi di tenerezza in una società molto arida, per prendersi cura di quelli di cui nessuno si prende cura, in una forte consapevolezza che i cristiani, insieme, formano una grande carovana in cammino in cui i forti aiutano i deboli, i sani accompagnano i malati, i piccoli si stringono ai grandi. Anche la famiglia di Gesù ha attraver-

Famiglia, credi ciò che sei

sato i momenti della prova. I familiari hanno partecipato all’opera di salvezza tra alti e bassi nella fede ma, alla fine, con fedeltà e dedizione.13 La prova non deve oscurare la meta del cammino, la patria comune verso cui siamo incamminati. Dalla morte di Gesù infatti ogni croce, ogni prova e ogni tentazione è ormai illuminata dalla sua resurrezione. temperlu@libero.it

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Cfr. Mt 4,1-11 e paralleli; Dt. 8,2 Cercare su Internet “La metafora della famiglia” 3 Cfr. Udienza CISM 07.11.14 “Oggi la cultura dominante è individualista… E’ una cultura che corrode la società a partire dalla … famiglia.” 4 Cfr. udienza Colloquio internazionale sulla complementarietà 17.11.2014 5Cfr. Discorso alle famiglie Filippine a manila 6 gennaio 2015; cfr.CEI Consiglio permanente Prolusione del presidente 26 – 28 gennaio 2015 6 Cfr. Catherine Ternynck : “L’uomo di sabbia” Vita e pensiero” pag. 13; cfr Settimana 2006 n. 37 pag 8 7 Cfr. Carlo Rocchetta: Gesù medico degli sposi. Per una tenerezza che guarisce” EDB 2005 cap. 2 8 Cfr. udienza generale 2.4.2014 9 Ivi; cfr. ; Cfr. Relatio Synodi 18.10.2014 10 EG n. 86 11 Appunti da una conferenza di Xavier Lacroix 12 Cfr. Ina Siviglia: Antropologia Teologica in dialogo EDB pag235 13 Cfr. AGC n. 2015 pag. 3 2

In copertina: Papa Francesco


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VI - LA RELAZIONE IN FAMIGLIA Giugno 2015 iviamo nel mondo delle relazioni. Attraverso la relazione, in primo luogo, con le figure familiari si umanizza il cucciolo dell’uomo.14Si impara a vivere, nelle differenza e nell’appartenenza15. E’ il luogo in cui si incominciano a respirare valori e ideali16, a vivere la carità, ad accogliere i più deboli17. Però “imparare ad essere una persona è un duro compito che non si fa in serie”18. Alla connaturale difficoltà educativa oggi si aggiungono le difficoltà della famiglia nel mondo di oggi19, sempre più tentata dalla mentalità individualista e narcisista. Di fatto però non siamo isole e viviamo in relazione e le figure della madre, del padre, dei fratelli e dei nonni sono importanti nel cammino dell’individuazione, dell’appartenenza e nella comunicazione della fede20.Quello che siamo coincide, nel bene e nel male, con la nostra storia personale fatta di relazioni. Per questo è importante vivere le relazioni come esercizio di umanità21 partendo, in famiglia e non solo, dal linguaggio del nostro corpo22. Lo abbiamo sempre saputo che un abbraccio fa bene consola, fortifica, incoraggia. Recentemente è apparso23 uno studio che afferma che “un abbraccio protegge dal freddo , dall’ansia e dalle malattie”. Anche il papa ricorda nelle sue catechesi sulla famiglia che il papà deve giocare con i propri figli perderci del tempo, stare vicino e accompagnarlo nella crescita. Oltre al linguaggio del corpo per la relazione, c’è soprattutto la parola. Anche questa nasce nella famiglia e, in qualche modo, si struttura prima in famiglia: c’è una “lingua materna”24 come substrato delle relazioni. Il papa sottolinea come questa sia importante per esprimere il perdono, come dinamica delle comunicazioni, e per “reimparare a raccontare”25 se stessi, la relazione e la storia della famiglia, l’appartenenza ad una storia che ci precede. Il perdono e la promessa sono due rimedi che guariscono le relazioni perché ci permette di creare e ricreare relazioni26 guarendo il passato e prospettare il futuro. Bisogna, direbbe papa Francesco, cercare armonia in se stessi nella relazione”Mi piace par-

Luciano Temperilli

Famiglia, credi ciò che sei

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lare dei tre linguaggi: il linguaggio della testa, il linguaggio del cuore e il linguaggio delle mani. Ci deve essere armonia tra i tre. In modo tale che tu pensi quello che senti e quello che fai, senti quello che pensi e quello che fai, e fai quello che senti e quello che pensi. Questo è il concreto. Restare solamente nel piano virtuale è come vivere in una testa senza corpo.”27 E’ un discorso fatto ai giovani ma valido per tutti nella nostra società di relazioni, spesso, solo virtuali. La famiglia è scuola di umanità28 è un’umanità che cresce, si modifica col passar degli anni e con i diversi momenti della famiglia. E’ importante allora non solo fare ma anche lasciarsi fare29 dalla relazione lasciarsi modificare rispecchiandosi con la famiglia, ma non solo, in questa sfida di umanità perché “alla fine, le relazioni interpersonali sono senz’altro la cosa più importante della vita... Che cosa sono per me il libro, il quadro, la casa, la proprietà più belli di fronte a mia moglie, ai miei genitori, al mio amico? Così può parlare solo chi nella sua vita abbia trovato veramente delle persone”.30 Le relazioni familiari di apertura all’altro, di accoglienza, di gratuità sono la proposta che la famiglia fa alla società. Umanizzare i rapporti imbarbariti dalla sopraffazione e dal disprezzo, ingessati dal ruolo istituzionale è quanto la famiglia è chiamata a fare, è la cellula e può essere la cura della società. Un famiglia è aperta alla vita soprattutto a livello relazionale, nel rispetto e nell’accettazione di ogni alterità, nell’accettazione delle fragilità per cui si aiuta ma si è disposti a chiedere aiuto, superando qualunque mito di autosufficienza e di perfezionismo.

“Il fatto che Dio abbia posto la famiglia come fondamento della convivenza umana e come paradigma della vita ecclesiale, esige da parte di tutti una risposta decisa e convinta. Ebbi a dire: “Famiglia, diventa ciò che sei” . Oggi aggiungo: “Famiglia, credi in ciò che sei”; credi nella tua vocazione ad essere segno luminoso dell’amore di Dio.”31 temperlu@libero.it

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Cfr. EG n. 66; IL (Instrumentum Laboris del sinodo dei vescovi) n.43 15 Cfr. Intervista al papa alla periferia di Buenos Aires 7 febbraio 2015 16 Udienza Complementarietà 17.11.2014 17 Cfr. Discorso agli anziani 28.9.2014 18 Mounier citato da Roberto e Arianna Levorato in “L’arte di vivere le relazioni familiari” Faenza 11.10.2009 19 Cfr. Udienza .. o.c. 20 Cfr udienze generali del mercoledì sulla famiglia 17.12.2014; sulla madre 7.1.2015;sul padre28.1.2015 e 4.2.2015; sui figli 11.2.2015; sui fratelli 18.2. 2015; sui nonni 4.3.2015; Incontro con gli anziani 28.9.2014 21 Roberto e Arianna o.c. 22 Messaggio XLIX giornata della Comunicazioni sociali 23 gennaio 2015 23 Corriere della sera 9. 4. 2015 24 Messaggio o.c. 25 ivi 26 Roberto e Arianna o.c. 27 Cfr. intervista o.c. 28 G.S. 52 29 Roberto e Arianna 30 Bonhoeffer citato da Robeto e Arianna o.c. 31 Giovanni Paolo II discorso alle famiglie 20.10.2001.


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VIII - MEDITIAMO LA RISURREZIONE DI GESÙ Maria Maddalena vede il Signore risorto e lo annuncia ai discepoli (Gv 20,11-18) Roberto Cecconi CP

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arissimi “Amici”, proseguendo il nostro cammino sulla risurrezione di Gesù secondo Giovanni, siamo giunti all’episodio in cui la Maddalena vede il Risorto. Mettiamoci in ascolto del testo evangelico: Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

La Maddalena alla ricerca del suo Signore La prima cosa da sottolineare, commentando questo testo, è l’affinità che presenta con un brano tratto da un libro dell’AT: il Cantico dei Cantici. In quel testo si parla della sposa che cerca nella notte l’amato del suo cuore: «…ho cercato l’amore dell’anima mia; l’ho cercato, ma non l’ho trovato. Mi alzerò e farò il giro della città per le strade e per le piazze; voglio cercare l’amore dell’anima mia. L’ho cercato, ma non l’ho trovato. Mi hanno incontrata le guardie che fanno la ronda in città: “Avete visto l’amore dell’anima mia?”. Da poco le avevo oltrepassate, quando trovai l’amore dell’anima mia. Lo strinsi forte e non lo lascerò…» (Ct 3,1-4). Se è vero che questo racconto del Cantico fa da sfondo all’episodio di Giovanni che stiamo meditando, allora possiamo affermare che è l’amore a spingere la Maddalena a cercare il suo Signore presso la tomba ed grazie a questa accorata ricerca che alla fine riesce ad incontrarlo per prima. Mentre Maria si trova dunque rivolta verso il sepolcro e piange, scorge, all’interno della tomba, due angeli che le domandano: «Donna, perché piangi?». Le parole che i due messi celesti rivolgono alla donna suonano come un

Gesù e Maria Maddalena dolce rimprovero. Il pianto, infatti, non è l’atteggiamento adeguato da avere in questo momento, perché Gesù è risorto dai morti! Dopo aver risposto ai due angeli, si volta indietro e vede Gesù in piedi, ma non lo riconosce. È interessante questo fatto. Il Risorto non viene subito identificato perché la risurrezione non costituisce un ritorno alla vita precedente (come fu, per esempio, nel caso di Lazzaro), ma «una specie di radicale salto di qualità in cui si dischiude una nuova dimensione della vita, dell’essere uomini… la stessa materia viene trasformata in un nuovo genere di realtà» (BENEDETTO XVI, Gesù di Nazaret, II, pag. 303).

La Maddalena incontra il Signore e lo annuncia Maria scambia il Signore per il custode del giardino, ma quando Gesù la chiama per nome finalmente lo riconosce come il suo amato maestro. Il termine rabbunì (maestro) esprime maggiormente l’affetto e la familiarità che lega un discepolo alla sua guida rispetto al più consueto rabbì. A questo punto la Maddalena si stringe ai piedi di Gesù, che subito la invita a lasciarlo: «Non mi trattenere». Gesù non può essere “bloccato” perché deve salire al Padre per dare inizio ad una nuova modalità di presenza in mezzo alla sua comunità. D’ora in poi non sarà più incontrato in maniera sensibile, ma in virtù della fede alimentata dalla Parola. Maria viene esortata piuttosto ad

andare dai discepoli del Signore per annunciarne l’ascensione verso Dio Padre. Degno di nota è il fatto che i discepoli vengano definiti “fratelli”. Questa terminologia non è casuale, ma ha un profondo significato. Con la sua risurrezione, Gesù, aprendoci le porte di una vita nuova, introducendoci in un autentico rapporto filiale con Dio, ci rende realmente suoi fratelli. A questo punto Maria si reca dai discepoli e annuncia quanto visto e udito. L’incontro con il Risorto l’ha trasformata e l’ha resa testimone della sua vittoria sulla morte.

La Buona Notizia Dobbiamo riconoscere con umiltà che non poche volte facciamo fatica a percepire la presenza del Risorto nella nostra esistenza. Spesso ci sembra di sperimentarlo come il “grande assente” della storia. Di qui la tristezza che non raramente adombra il nostro cuore, le lacrime che rigano il nostro volto, il senso di smarrimento che viviamo. Tuttavia, se abbiamo il coraggio di ascoltare la parola del Signore, ritroveremo noi stessi, quell’identità profonda non raramente frantumata dalle ferite procurateci dalla vita. A questo punto saremo capaci di voltare le spalle alle tante situazioni di morte che incontriamo, riusciremo a “vedere” la presenza del Signore in mezzo a noi, e ci volgeremo ai nostri fratelli e sorelle come annunciatori di speranza. robicp@libero.it


IL SUPERIORE GENERALE PADRE JOACHIM REGO INCONTRA GLI AMICI DI G.C. E I GIOVANI DELLA TENDOPOLI omenica 1 marzo 2015, per gli Amici di Gesù Crocifisso e i giovani della Tendopoli, rimarrà una data memorabile, per la gioia di avere conosciuto per la prima volta, al ritiro mensile di Morrovalle, il Superiore Generale dei Passionisti: Padre Joachim Rego. La giornata è iniziata con la catechesi “Chiesa e famiglia”, animata con slide in power point da Padre Luciano Temperilli: “Oggi c’è molta confusione sul significato di famiglia. La famiglia cristiana è solo quella formata da padre, madre e figli e ha come modello la Famiglia di Nazareth: Giuseppe, Maria e Gesù. Non esistono altre vere famiglie; non ha senso parlare di genitore 1 e genitore 2.” P. Alberto ci Ha ricordato che noi AGC non siamo un semplice gruppo di preghiera, ma un gruppo ecclesiale, impegnato a pregare e poi a testimoniare la nostra fede a tutti, impegno compendiato nella “Promessa di Amore”: “Signore, fa che io ti ami e ti faccia amare”. Dopo la pausa pranzo, sono arrivati i giovani della Tendopoli con P. Francesco Cordeschi. Poco dopo è venuto in sala il Padre Generale, Joachim Rego, accompagnato dal segretario P. Francesco Foppoli che traduceva in italiano l’inglese del Padre Generale. Il P. Generale è nato in Birmania, poi emigrato con la famiglia in Australia, dove è diventato passionista e poi superiore dei Passionisti di Australia. Nel 46° capitolo generale del settembre 2012 a Roma è stato eletto superiore generale della congregazione.

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Il P. Generale con gli Amici di Gesù Crocifisso e i Tendopoilisti a Morrovalle Il presidente degli AGC, Pio Calvarese, gli ha presentato in breve il cammino di 26 anni di vita degli AGC, la formazione che seguiamo nelle 16 Fraternità degli Amici, la nostra Consacrazione a Gesù Crocifisso che non è altro che il rinnovo consapevole della consacrazione battesimale, alla luce del Crocifisso Risorto. Ha poi fatto dono al P. Generale dei libri e programmi di formazione degli AGC. Poi due giovani sposi, Venanzio e Lucia, hanno presentato il programma della Tendopoli e gli hanno donato una bellissima stola. Subito dopo, il P. Generale ci ha rivolto il suo saluto e incoraggiamento: “Tutti i gruppi laicali passionisti puntano in vari modi a Gesù Crocifisso e sono al suo servizio. La prima vocazione viene dal Battesimo ed è la vocazione a seguire Gesù; è Lui che ci muove ed è Lui la nostra sorgente. La chiamata alla

Il Padre Generale con i nostri Laici

Santità per noi non è soltanto stare in ginocchio e pregare, ma è impegno ad amare e fare amare Gesù Crocifisso. La santità è crescere sempre di più nell’amore di Cristo e accettare il dono che ci ha fatto facendosi uomo e dando la vita per noi. Tutti noi battezzati, fedeli singoli e sposati, religiosi e sacerdoti, formiamo il popolo di Dio, la Famiglia Passionista, tutti chiamati a seguire uniti Gesù Crocifisso e Risorto. In ascolto dello Spirito Santo, camminiamo insieme e ognuno ha qualcosa da dare agli altri e da ricevere dagli altri. Non importa il numero e il nome, La cosa più importante è seguire Gesù Crocifisso”. Il salone, dove di solito ci incontriamo, era gremito. Il P. Generale si è comportato con tanto affetto con tutti, abbracciando e baciando tutti. Noi eravamo meravigliati e commossi. Ci ha detto che anche in Australia ci sono tanti laici che seguono la spiritualità passionista, presso comunità passioniste e non sono chiamati Laici, ma “compagni Passionisti”, cioè partner dello stesso carisma. Il Presidente Calvarese Pio ha ringraziato il Padre Generale per le parole rivolte a noi laici, assicurandolo che noi siamo innamorati dei Passionisti e loro ci vogliono bene; ha chiesto a lui un’attenzione particolare per tutti i Movimenti Laicali Passionisti”. La giornata si è conclusa con la S. Messa presieduta dal P. Marco Pasquali, che rappresentava il P. Provinciale e concelebrata dal Padre Generale e altri passionisti. Grazie, Gesù, per questo giorno di grazia che ci hai dato con la venuta del Padre Generale Joachim Rego che ci ha illuminati e incoraggiati nel nostro cammino di laici passionisti. Pina e Rita di Giulianova

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I TESTIMONI:

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Luigi Martin e Zelia Guérin

Famiglia, diventa ciò che sei

a cura di Manuela Peraio a santità è propria dell’individuo, perché è perfezione dell’amore (cfr Mt 5,48; Lc 6,36). Ogni persona è chiamata a giungere alla «misura della pienezza di Cristo» (Ef 4,13). Tutti sono chiamati a diventare santi, ma solo alcuni vengono indicati dalla Chiesa come modelli e potenti intercessori in forza della riconosciuta eccezionalità della foro vita: Il beato Giovanni Paolo Il ha scritto: «è ora di riproporre a tutti con convinzione questa “misura alta” della vita cristiana ordinaria: tutta la vita della comunità ecclesiale e delle famiglie cristiane deve portare in questa direzione» (Novo Millennio Ineunte, 31). Nel catalogo dei santi finora sono stati annoverati per lo più consacrati, vescovi e membri del clero, religiosi e in misura minore i laici; maggiore varietà si constata tra i martiri. Negli ultimi tempi si è iniziato a considerare anche coppie di sposi. L’idea che in famiglia si può imparare la via della santità forse non è del tutto nuova, ma certamente lo è la beatificazione di coppie sante. Giovanni Paolo Il ha beatificato Luigi Beltrame Quattrocchi e la moglie Maria Corsini il 21 ottobre 2001, mentre il 19 ottobre 2008 a Lisieux sono stati beatificati i genitori di s. Teresa di Gesù Bambino, Luigi Martin e Zelia Guérin. Sono le prime due coppie di sposi dei quali viene riconosciuta la santità; nell’antichità si contano numerose coppie di martiri. Luigi (1823-1894) e Zelia (1831-1877) appartengono in qualche modo alla famiglia carmelitana: quattro delle foro figlie divennero mona-

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che a Lisieux e un’altra, Leonia (1863-1941), entrò tra le Visitandine di Caen. Nell’omelia della messa di beatificazione, il cardinal José Saraiva Martins, prefetto emerito d e l l a Congregazione delle Cause dei Santi, sintetizzava il messaggio spirituale dei coniugi Martin indicando tre prospettive complementari. La loro esperienza illumina il cammino e il progetto di vita di tanti fidanzati, invitandoli a scelte contro corrente e all’impegno di costruire il proprio futuro nel dialogo reciproco, nel rispetto, nella purezza e nell’ascolto obbediente del progetto di Dio. Luigi e Zelia furono fedeli alle promesse matrimoniali. La loro unione durò solo 19 anni, ma in ogni situazione di vita, furono capaci di rendere la propria famiglia una piccola chiesa. Anche i tempi di malattia divennero occasione di amore e di dono reciproco; la vedovanza fu per Luigi un lungo tempo di purificazione e di memoria grata del dono ricevuto. Ambedue, sempre pronti a spendersi per i figli — ne ebbero nove, anche se sopravvissero solo cinque ragazze — seguirono la loro crescita

I coniugi Martin globale, generandole anche alla fede e alla vita spirituale. I beati coniugi Martin ci ricordano una verità essenziale e per questo forse assai scomoda: la vita cristiana si attua nel quotidiano concreto, noi piccoli gesti abituali, nelle faccende e nel lavoro, nei rapporti personali all’interno della famiglia. La vocazione alla santità non riguarda solo ed esclusivamente momenti eccezionali o gesti eroici; il più delle volte è qualcosa di molto nascosto e feriale. La figlia più nota di Luigi e Zelia, s. Teresa di Gesù Bambino, scrisse «O mio Dio, per amarti sulla terra, tu lo sai, non ho che l’oggi!» (Poesia n. 5, II mio Canto per Oggi): non è lontano dal vero pensare che sia stata educata a questa mistica del quotidiano proprio dalla mamma e dal Papà.

GIUBILEO STRAORDINARIO DELLA MISERICORDIA 8 dicembre 2015 - 20 novembre 2016 na domanda è presente nel cuore di tanti: perché oggi un Giubileo della Misericordia? Semplicemente perché la Chiesa, in questo momento di grandi cambiamenti epocali, è chiamata ad offrire più fortemente i segni della presenza e della vicinanza di Dio. Questo non è il tempo per la distrazione, ma al contrario per rimanere vigili e risvegliare in noi la capacità di guardare all’essenziale. E’ il tempo per la Chiesa di ritrovare il senso della missione che il Signore le ha affidato il giorno di Pasqua: essere segno e strumento della misericordia del Padre. E’ per questo che l’Anno Santo dovrà mantenere vivo il desiderio di saper cogliere i tanti segni della tenerezza che Dio offre al mondo intero e soprattutto a quanti sono nella sofferenza, sono soli e abbandonati, e anche senza speranza di essere perdonati e di sentirsi amati dal Padre. ... Ecco perché il Giubileo: perché questo è il tempo della misericordia. E’ il tempo favorevole per curare le ferite, per non stancarci di incontrare quanti sono in attesa di vedere e toccare con mano i segni della vicinanza di Dio, per offrire a tutti, a tutti, la via del perdono e della riconciliazione”. (papa Francesco)

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CORSO DI FORMAZIONE PER RESPONSABILI S. Gabriele 6-8 Febbraio 2015 *** bbiamo partecipato con entusiasmo al corso di formazione per gli AGC tenuto da padre Fernando Taccone dal 6 all’8 febbraio 2015 a San Gabriele, per migliorarci ed essere di aiuto alle nostre Fraternità. Ci siamo ritrovati in circa 50 AGC di varie Fraternità. Il corso ci ha dato la possibilità di rivederci e di scambiarci tante notizie ed esperienze. Tutto si è svolto molto bene perché padre Fernando è comunicativo e chiaro nell’esporre le tematiche trattate. Il sussidio preparato da P. Fernando aveva per titolo: “La chiesa in uscita”. Il nostro desiderio di approfondire il cammino passionista per trasmetterlo alle Fraternità è stato esaudito. È stato interessante il lavoro nei 5 gruppi di circa 10 membri ciascuno, dove ognuno ha potuto comunicare le sue idee ed esperienze. Abbiamo riflettuto su tre domande date dal P. Fernando: 1) Cosa dovrebbe avere e cosa non avere una Fraternità ideale? 2) Quali sono le difficoltà maggiori nella Fraternità e come superarle? 3) Quali mezzi per far crescere le persone e la Fraternità? Le considerazioni finali di ogni gruppo sono state poi oggetto di confronto tra noi laici e i padri presenti e sono riportate in sintesi in queste pagi-

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Partecipanti al gruppo di formazione

ne. Gli insegnamenti ricevuti sono utili non solo per la vita delle nostre Fraternità, ma anche nella vita di famiglia, nei posti di lavoro e in varie situazioni della vita. Abbiamo così capito che si vince quando si perde e

che si cresce nella fede donandola ad altri; ogni sacrificio fatto per il Signore sarà da Lui ben retribuito. Siamo ripartiti pieni di entusiasmo, dopo aver salutato il nostro caro S. Gabriele. Paola De Simone Fossacesia CH

SINTESI DEI LAVORI DI GRUPPO 1) Cosa dovrebbe avere e cosa non avere una Fraternità ideale? Per una Fraternità ideale sono importanti soprattutto tre cose: l’ascolto, l’esempio e l’accoglienza. Bisogna sempre cercare di mettere a proprio agio il fratello, avere un sorriso, una parola buona al momento giusto, sapere accettare l’altro con i suoi pregi e difetti, vedendo il Signore nel suo volto,

amando tutti, senza aspettarsi nulla in cambio! La comunità non deve prevalere sulla persona, né la persona sulla comunità. La comunità si deve nutrire della Parola di Dio e dell’Eucarestia per creare la comunione con Dio e tra noi. Ognuno deve essere consapevole che appartiene a un gruppo in cammino per il Regno di Dio, sotto la guida dello Spirito Santo. Le

diversità di ognuno sono ricchezza per tutta la comunità. Per arrivare a questa unità, ognuno deve impegnarsi a saper stare con l’altro. È necessario formarsi per formare gli altri. È necessario interessarsi dell’altro, aiutarlo a sentirsi più importante di se. Un gruppo ideale deve prendere coscienza dello scopo per cui esiste, per noi è avere come centro e fine Gesù

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SINTESI DEI LAVORI DI GRUPPO *** Crocifisso; deve essere aperto, accogliente, attivo nella pratica della carità e nell’apostolato. Non deve esagerare nell’esaltare le singole persone, deve vivere le differenze di età come un arricchimento prezioso. Non ci devono essere nel gruppo gelosia e invidia: facciamo tutti parte della grande famiglia passionista, dove si cresce grazie alla comunione e all’impegno di tutti. 2) Quali sono le difficoltà maggiori nella Fraternità e come superarle? Difficoltà ci sono sempre nelle Fraternità. Le più frequenti sono l’individualismo, la troppa loquacità di alcuni fratelli, che non permettono agli altri di esprimere il proprio pensiero. Altre volte c’è la lamentela di persone anziane che si sentono emarginate. Per superare i problemi, bisogna “accettare, sopportare e supportare” tutti.. Esprimere nel gruppo le proprie difficoltà può essere un aiuto per superarle, occasione per ritrovare armonia tra gruppo e ogni fratello, purché si faccia con serenità e pace. La “correzione fraterna”: è cosa buona se fatta con il sorriso e il rispetto per l’altro. Non è facile stimolare tutti al dialogo. Molti tacciono per la paura di essere giudicati o di non sentirsi all’altezza! Tutto ciò si supera se si mette a proprio agio il fratello, rendendolo partecipe delle iniziative del gruppo, della preghiera comunitaria, incoraggiandolo, anche con una semplice telefonata! Elementi negativi sono diversità di vedute, esperienze passate negative, immaturità, carattere…. È compito della guida comporre queste diversità, mettendo insieme le esigenze di ciascuno e quelle del gruppo,

Gruppo di formazione in aula

coltivando nelle persone il senso di appartenenza al gruppo e la realizzazione della persona. Le difficoltà si superano con piccoli passi e con la volontà di sentirsi parte integrante del gruppo e di formare una vera famiglia. 3) Quali mezzi per far crescere le persone e la Fraternità? Quando la comunità cresce, crescono anche i membri e viceversa! Per fare crescere i membri della Fraternità, occorre “stimolarli” con nuove iniziative, come modi nuovi di pregare, di meditare la parola di Dio, d’inserirsi nella Fraternità. Per trasmettere la fede e il carisma passionista agli altri, occorre prima la crescita personale di ciò che si vuole trasmettere. Il gruppo aiuta la persona a crescere se la persona desidera crescere sinceramente. Alle persone che hanno difficoltà a inserirsi nel gruppo

bisogna ricordare lo scopo del gruppo, per aiutarle a realizzarsi nella Fraternità. Si cresce attraverso un cammino personale, mettendo al primo posto la meditazione della parola di Dio, l’Eucaristia e la carità fraterna. Il gruppo cresce poi se si aiuta il fratello in difficoltà. L’accoglienza è un grande mezzo per avvicinare le persone. Deve essere impegno di tutti. Quando c’è un volto nuovo, si deve fare a gara a chi può avvicinarlo di più. Da questo dipende la perseveranza o l’allontanamento dei nuovi arrivati. Per fare crescere la Fraternità, è importante, da parte di tutti, prestare molta attenzione ai nuovi membri, amare la Fraternità e cercare di farla conoscere e amare. Se tutti i membri cercano di crescere nell’amore di Dio e dei fratelli, anche la Fraternità crescerà davanti a Dio e davanti agli uomini.


TESTIMONIANZE SINGOLE

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Un ottimo corso di formazione Il corso di formazione ha mostrato una buona partecipazione, interesse, impegno e grande senso di appartenenza agli AGC. Tutti hanno vissuto intensamente i vari momenti che hanno scandito il tempo in queste due giornate. Raccoglimento profondo nei momenti di preghiera liturgica e nelle celebrazioni eucaristiche. Molto interessanti i temi trattati, sia per un miglioramento personale, sia per essere buone guide nelle fraternità. Un bel momento è stato il lavoro di gruppo che tutti hanno potuto condividere. Tutti sono rimasti contenti di questa esperienza trascorsa insieme. Pio Calvarese

Partecipazione al Corso: una “Chiamata”! Caro padre, sono negli Amici da soli quattro anni, ma il suo invito al corso è stato una “chiamata” e io l’ho accolta. Ora posso dare solo un ottimo giudizio, perché, oltre ad essere stato molto interessante, mi ha fatto riflettere molto. Sono stati messi in luce comportamenti che ogni componente delle fraternità deve tenere per sostenere il gruppo, ma la cosa più importante emersa è che bisogna vivere pienamente la spiritualità passionista dell’amore e trasmetterla agli altri soprat-

tutto con l’esempio. Dobbiamo quindi diventare testimoni dell’amore di Gesù ed impegnarci attivamente, perché la forza del gruppo dipende molto da come ognuno di noi si relaziona con l’altro, vedendo in lui il volto di Dio, accoglierlo, amarlo, aiutarlo. Solo in questo modo si soffocheranno gelosia e invidia, che distruggono i gruppi. È molto importante collaborare, stimolare tutti al dialogo, farli sentire accolti, amati, anche con piccoli gesti di affetto, un sorriso, un abbraccio. Fra di noi non devono esistere distinzioni e si deve respirare un clima di umiltà, pur essendo necessario che ci sia un assistente, che guidi il gruppo e lo sostenga. Ho compreso che non è la mia appartenenza al gruppo che mi fa crescere spiritualmente, ma è necessario che ci sia la mia volontà di cambiare e di vincere la paura di andare contro corrente, rischiando anche la solitudine, perché chi mi vive accanto non comprende il mio modo di vita e pensa che io stia vivendo “fuori dal tempo”. Il nostro movimento “AGC” si rafforzerà solo se tutti ci impegneremo a fare nostro il vero amore, amando l’altro come Gesù ci ha amato; anch’io cercherò, insieme ai fratelli e sorelle, di far si che nella nostra fraternità ci sia più partecipazione e nel nostro cuore maturi la volontà di “crescere” spiritualmente. Grazie a te, padre, a P. Fernando Taccone per i suoi insegnamenti e a tutti gli AGC

Celebranti alla fine del corso di formazione in aula

che hanno vissuto con me questo momento di intensa riflessione. Cinzia Mosca

“Amare fino alla fine” E’ la prima volta che entrambe partecipiamo ad un corso di formazione. Ci siamo rese conto di quanto possa essere importante essere attive e donarsi sempre più. La diversità tra i vari membri delle Fraternità la possiamo considerare come una grande risorsa dove attingere e completarci. Crescere personalmente e spiritualmente equivale a donare ciò che hai ricevuto. La forza grande sta in ognuno di noi se riusciamo ad amare l’altro così come è, vedere nell’altro il volto di Dio e accorrere in aiuto ogni qualvolta qualcuno è in difficoltà: ciò vuol dire essere Chiesa in uscita, come ci ripete Papa Francesco, cioè uscire da noi stessi, morire a noi stessi; “perdere” ogni giorno qualcosa per gli altri è la via che ci porta alla salvezza! Questa esperienza la potremmo racchiudere in una semplice frase: “amare fino alla fine”, come Gesù! Tiziana G. e Olga E. di Giulianova

Desiderio di sempre più

crescere

Mi viene spontaneo fare il confronto tra il mio primo Corso di Formazione del 2008, e quello appena terminato. Nel primo ero come un pulcino senza la sua chioccia, non conoscevo nessuno, per me era tutto nuovo, non ero ancora entrata nell’ottica di far parte di una meravigliosa famiglia. Poi pian piano gli anni mi hanno aiutata a formarmi e a capire la vera Spiritualità Passionista. L’assistente mi disse una volta,che mi vedeva gioiosa e lo sono, perché ho trovato fratelli e sorelle, ho trovato una vera famiglia e un padre spirituale, che con affetto e dedizione mi ha fatto crescere nell’amore per Gesù, che ora è il mio confidente in ogni momento della giornata. Questo corso ha portato in me un po’ di ansia: mi sono esaminata ed ho dedotto che non faccio abbastanza per il nostro Movimento e per Gesù, che mi ha ricolmato di tanti doni. Nel confronto con gli altri fratelli e sorelle, molto più attivi di me, io so fare poco. In ogni incontro cerco di imparare qualcosa di più per essere di aiuto nella crescita del nostro


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Movimento e proseguire il mio pellegrinaggio terreno. Germana Germani Civitanova

Per crescere in Cristo Per una comunità ideale è importante garantire l’unità, evitando episodi di individualismo, sostenendosi a vicenda e comprendersi nelle prove della vita. Più che l’autorità serve la comprensione, cercare il bene comune, accogliendoci con amore cristiano, senza conflitti di sorta. È bene vivacizzare gli incontri con fantasia e creatività, rimanendo fedeli al carisma passionista. La vera conversione porta al nostro cambiamento personale. Lo Spirito Santo ci aiuta nella crescita interiore che ci porta al rispetto e amore per il prossimo. Fondamentale è la preghiera personale per formare una vera comunità e crescere in Cristo, nostro fine e nostra meta. Olga Orlando San Nicolò

Necessità della comunione All’inizio del corso si è parlato della fede che aumenta non solo con l’aiuto di Dio, ma anche donandola con la testimonianza della parola e della vita. Ci sono dei momenti in cui Dio prende l’iniziativa, ti coinvolge e ti accompagna con la sua grazia per fare di te un apostolo. La cosa più importante che ho compreso è la necessità di comunione tra i fratelli del gruppo, sia negli incontri di Fraternità che nel consigliarsi. Questa comunione deve portare a un dialogo come in una famiglia, dove ognuno esprime il proprio pensiero, arricchendo tutti. Il coordinatore non si senta migliore degli altri, ma si ponga a servizio degli altri con umiltà, altrimenti il gruppo muore. Non è il gruppo ad aver bisogno di noi, ma siamo noi ad aver bisogno del gruppo per camminare verso Dio! Clara Guglielmi Civitanova

Chiesa in uscita”, ho capito che il mio ruolo di responsabile è quello di testimoniare. Come responsabile, debbo dimenticare me stessa per dedicarmi all’altro; vedo nella Fraternità una grande opportunità con la sensibilità per l’altro. Insieme si va verso un’unica strada, il carisma passionista, che è necessario approfondire per dare e ricevere: ogni fratello, anziano o giovane, anche l’ultimo entrato, ha qualcosa per far crescere la Fraternità. Sono ripartita consapevole del grande lavoro che devo fare ancora su di me per togliere gli “spigoli” rimasti; per questo confido nella Misericordia di Dio. Ringrazio gli organizzatori, tutti i partecipanti, compresi i nuovi amici di Rimini. Pina Mastropasqua Giulianova

La comunione tra noi è base delle comunione con Dio Ho potuto partecipare al corso grazie all’aiuto di Fabio, mio marito. Mi sono trovata bene con tutti, grazie alla cordialità e apertura di tutti e l’interesse per i temi trattati da Padre Taccone.

Quaterna del corso Per fare maturare la persona, bisogna valorizzare il carisma, viverlo e confrontarlo con gli altri per essere un gruppo unito. Riconoscere nella Santissima Trinità un grande mistero e modello di amore e comunione. Comprendere che fare memoria della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù è la più grande e stupenda opera del Divino Amore. Capire che la Croce di Gesù è dentro di noi, ci aiuta a vivere e se occorre anche a perdere, a spogliarci del nostro egoismo, per far crescere il legame d’Amore tra Dio e noi. Cercare l’unità, la pace e l’amore fraterno nel gruppo e con il gruppo per far passare il nostro piccolo amore

Dare e ricevere Ringrazio il Signore di aver partecipato al mio primo Corso di Formazione per responsabili. Sono stati due giorni come un grande dono del Spirito. Stare in comunione con i fratelli e sorelle delle altre Fraternità mi ha arricchita di fede e di amore per Gesù Crocifisso, per trasmetterla agli altri. Già dal titolo del sussidio: “La

Dulcis in fundo


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al grande amore di Dio. Per avere comunione tra noi, ci deve essere una vera comunione con Dio e con la Chiesa. Per fare crescere il gruppo occorre che ci sia l’impegno da tutti. Patrizia Marini Civitanova Eccomi, caro padre, sono una delle nuove arrivate, con tanta voglia di capire me stessa e quello che il Signore vuole da me. Dal corso di S. Gabriele, ne sono uscita arricchita da questa prima e nuova esperienza ma altrettanto frastornata da tutte quelle nozioni (che pur facendo parte del vivere quotidiano), non mi ero mai soffermata ad analizzare. È facile dire: “Come è bello stare insieme ad un gruppo”. Il difficile è capire, conoscere e saperci restare. Cosa dire di questi due giorni intensi di apprendimenti, che ogni “cristiano” dovrebbe già sapere e mettere in pratica? Si sta bene insieme solo se c’è rispetto e amore. Mi chiedo: c’era bisogno di fare un Corso di Formazione per capirlo? Si! Siamo talmente stolti da non capire che è più semplice volersi bene che angosciarsi, per trovare il modo di ferire qualcuno. Amore e Rispetto sono i primi messaggi che ci vengono inculcati fin dai primi anni di vita; perché mai dobbiamo dimenticarli quando crediamo di aver raggiunto l’età della ragione? Confido nel Signore Gesù Crocifisso, che abbiamo condannato, che mi dia la forza di migliorare “almeno” qualche momento della mia vita, affinché possa, insieme agli AGC, intraprendere un cammino fatto di salite e cadute. Ma ci sarà pure qualche discesa o pianura, per riprendere fiato e rimettersi in cammino, perché questa breve vita, che è fatta di un lungo cammino, mi consenta di arrivare con gioia fra le braccia di chi tanto ci AMA. Grazie per avermi accolto con affetto fraterno. Ivana Traini Carissimo padre, sono partita per il corso di formazione con il desiderio di ascoltare e conoscere gli amici di Gesù Crocifisso dei vari gruppi e sono ritornata con la consapevolezza che per prima cosa devo ascoltare e conoscere me stessa in un santo silenzio ai piedi di Gesù Crocifisso; sono arrivata timorosa per la mia piccolezza e ne sono tornata forte del Suo Divino Amore; sono arrivata come figlia fedele e ne sono tornata missionaria/sacerdote! Quanto grande è la

gioia di essere anch’io serva per amore. Il desiderio di evangelizzare e arrivare alla Meta è immenso. E grande è l’entusiasmo per le nuove idee di preghiera da proporre al Gruppo. La preghiera è ciò che ci fa sentire uniti pur nelle nostre umane diversità. Ringrazio il Signore di tutto perchè è davvero solo una Sua Grazia che mi permette di crescere nell’amore verso il mio prossimo più vicino, come la famiglia, i colleghi e gli Amici di Gesù Crocifisso. E ringrazio te e tutti i passionisti per l’opportunità che ci donate di avvicinarci più a Cristo e di vivere davvero! Pelusi Lorena San Nicolò

Luce dal gruppo di Rimini 1. Carissimo padre sono Mirella da Rimini. Volevo dirle che l’esperienza del corso a San Gabriele è stata importante per la nostra crescita spirituale. Ne abbiamo parlato nel nostro gruppo di preghiera ed abbiamo provato a mettere in pratica il suo insegnamento. Mercoledì ci siamo trovati in casa di amici, abbiamo portato il Crocifisso ed abbiamo recitato il Santo Rosario: i misteri gloriosi leggendo le sue meditazioni. Poi abbiamo pregato la Promessa di Amore e letto il brano numero 5, “Maria nel cammino spirituale”. Alla fine ognuno di noi ha estratto nella pesca delle virtù dalla Passione. Pensi io ho estratto il numero 41: Gesù mi ha veramente parlato. Nel nostro piccolo contiamo di perseverare in questo cammino. Cercheremo di coinvolgere tutte gli amici del gruppo di preghiera. Io ed una amica ogni mese scriviamo il giornalino degli amici della parrocchia e sarebbe bello inserirvi anche qualche sua catechesi. Aspettiamo sue notizie al più presto. Con affetto l’abbracciamo. Mirella e Marco Rimini

Partecipanti da Rimini

2. Carissimo padre, l’incontro al corso di S. Gabriele è stato meraviglioso, perchè mi ha permesso di conoscere e vivere situazioni “ gruppo-fraternità” che nella mia esperienza nel MLP non avevo vissuto; mi ha insegnato a come comportarmi nei confronti degli altri componenti (importante lo scambio di idee) che è anche insegnamento del vivere quotidiano. Essere “Amici di Gesù Crocifisso” è nella mia intenzione proporlo anche al gruppo MLP di Casale unitamente al Beato Pio Campidelli già esistente e al riguardo ci siamo già mossi con gli amici Marco e Mirella, visitando una famiglia della nostra zona dove nella recita del Santo Rosario ci accompagnava anche il Crocifisso. Siamo solo all’inizio di questa avventura e sono certo che con l’aiuto dello Spirito Santo porterà grossi frutti. Nel frattempo se hai del materiale sulle catechesi da voi fatte, sarei molto felice di poterle leggere. Ancora un grazie per quanto il Signore tramite S. Gabriele ci ha donato nell’incontrare persone piene di vita e sprint. Con affetto fraterno. Felice Mantovani Rimini


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PEREGRINATIO CRUCIS

(Gv 4,5 ss) ***

Il Crocifisso accresce la fede Il 19 febbraio abbiamo iniziato la Peregrinatio Crucis presso la casa di Elia ed Emanuela Torresi con la partecipazione del P. Alberto. Abbiamo pregato la meditazione:“Offro la vita liberamente” (Cfr Gv 10,17). Il dialogo si è sviluppato intorno a due frasi che più ci hanno colpito: “Alzatevi, andiamo”, “Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi”. In questo inizio di Quaresima il Signore ci ha parlato esortandoci a camminare verso i nostri fratelli con la testimonianza della Parola e l’esempio della nostra vita, assicurandoci che non saremo mai soli, perché Lui sarà sempre al nostro fianco. Abbiamo anche approfondito le difficoltà che incontriamo nel nostro tempo in cui il Cristianesimo diventa spesso motivo di derisione e di essere “attaccati” a causa della nostra fede. Ciò che ci ha colpiti maggiormente nell’insegnamento di Gesù è stato il suo silenzio: “Gesù taceva”. Gesù c’insegna a tacere e perseverare nel cammino cristiano. È stato veramente un buon inizio per la nostra Peregrinatio Crucis svolta in un clima sereno e con una preghiera molto sentita. Grazie a tutti coloro che si sono uniti a noi, soprattutto grazie a Elia, Emanuela e ai loro genitori per la calorosa accoglienza.

Il Crocifisso presso la famiglia Torresi Accanto ai “crocifissi” La nostra Peregrinatio Crucis, ha avuto l’obiettivo di raggiungere soprattutto famiglie non appartenenti agli AGC. Abbiamo collaborato molto tra noi, per raggiungere famiglie anche fuori della nostra zona, aiutati dall’entusiasmo di Padre Bruno che ha guidato molte serate. Ci sono stati momenti molto toccanti, perché nel meditare la Parola di Dio, persone che non avevano mai parlato di fede con altri, con il nostro aiuto, hanno aperto il cuore per esternare le loro difficoltà e la loro fede. Un’altra tappa emozionante è stata

a Macerata presso la casa di Barbara, una giovane mamma, colpita dalla SLA, dove abbiamo sentito fortemente il dolore e la difficoltà nell’accettare prove così grandi.

Accanto ai crocifissi Sulla croce con la gioia La serata più viva e gioiosa è stata dove c’era la croce più pesante, a casa di Enzo Ferretti, un gigante buono, anche lui malato di SLA. Era entrato a far parte degli AGC nella Peregrinatio Crucis del 2013, quando era all’inizio della malattia, ora molto avanzata, ma la gioia non è diminuita in quella casa. Qui P. Alberto ha celebrato la Messa, voluta fortemente da Enzo e dalla moglie Enrica, desiderosi di unire il loro sacrificio al sacrificio di Gesù, in un clima di festa. Portano una croce pesantissima, ma con tanta serenità e diremmo tanta gioia, quasi come coloro che sono già passati dal Calvario al monte della risurrezione, Quello che è rimasto impresso nei nostri pensieri, dopo questi due incontri, è stato pensare che, oltre alla malattia che condividevano, hanno lo stesso sguardo sereno e luminoso e lo stesso sorriso soave e dolce. Possiamo veramente dire di aver visto in loro Gesù sulla via del Calvario, carico di amore per i suoi fratelli. Nadia e Cinzia

la Peregrinatio Crucis. Tre anni fa sono caduta accidentalmente, con gravi conseguenze di salute. Un aiuto l’ho avuto dalla preghiera e dalla Fede. Per una infezione di osteomielite, ho girato tanti medici e ospedali, senza trovare una cura adeguata. Una sera, mentre pregavo San Gabriele, ho sentito come una voce che mi diceva di non temere perchè Lui mi sarebbe stato vicino. La notte, nel sonno, ho visto San Gabriele davanti alla parete della camera e mi ha detto: “Non ti preoccupare che l’infezione non c’è più”. Ringrazio San Gabriele per la forza che mi dà ogni giorno. Il Crocifisso è venuto a casa mia durante il triduo in parrocchia in onore di San Gabriele, animato da noi AGC. Davanti al Crocifisso ho unito la mia croce alla sua Croce e ho ricordato le parole di San Paolo della Croce: “La Passione di Gesù è la più grande e stupenda opera del Divino Amore... Prendete in mano il Crocifisso, fatevi fare una predica da Lui, oh che predica sentirete!... De Iure Lorella Giulianova

Lorella miracolata dal Crocifisso e da San Gabriele Abbracciare la croce, non trascinarla. Carissimi fratelli e sorelle del gruppo consacrato all’amore a Gesù Crocifisso, ringrazio voi e Luigi

Sulla Croce con gioia Miracolata da San Gabriele e dal Crocifisso Noi AGC, nella Quaresima, riviviamo la Passione di Gesù Crocifisso aspettando la Risurrezione, anche con

La famiglia Giorgini accoglie il Crocifisso


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Giorgini e Gianna, fratello e cognata del P. Fabiano Giorgini, per aver organizzato questa serata di preghiera. È stato un bel dono reciproco; pregando insieme, le difficoltà diventano meno faticose. Anche Gesù diceva: “Dove due o più sono uniti nel mio nome, lì IO sono in mezzo a loro”. Affidiamoci anche alla Madonna chiedendole di intercedere per noi, affinché aiuti noi ad abbracciare le nostre croci e non trascinarle. Con questa speranza che per noi cristiani deve essere certezza, risorgeremo con Cristo Signore e Salvatore. Angela L’amore e misericordia di Gesù Anche quest’anno abbiamo condiviso con gioia un momento di preghiera con gli Amici di Gesu’ Crocifisso. Nella nostra famiglia ogni giorno sperimentiamo l’amore che Gesù ha per noi. Per questo ci affidiamo a Lui che ci illumina, ci protegge e ci custodisce nel cammino della nostra vita terrena. Caro

Il Crocifisso porta amore e misericordia Gesù Crocifisso, quando le preoccupazioni e le ansie ci assalgono, queste parole ci sono di conforto: “Se io dovessi camminare in una valle oscura, il tuo bastone e il tuo vincastro non mi faranno temere alcun male!”. Grazie, Gesù, per l’amore e la misericordia che ci doni ogni giorno. Emilia e famiglia Accogliere il Crocifisso in casa Il Crocifisso della Peregrinatio è venuto nella mia casa. Ho provato molta emozione ma poi ho capito che l’unica cosa necessaria era accettarlo e aprire il cuore a Dio e al prossimo. Subito il Crocifisso è entrato a far parte della famiglia; tutte le volte che si passa davanti viene spontaneo salutarlo, come si fa con un padre affettuoso, farsi il segno della croce o inginocchiarsi a pregare; e Lui è sempre a disposizione delle nostre necessità. Nella preghiera comunitaria, ho avuto la gioia di vivere la casa come Chiesa domestica; di con-

Gesù ha riscaldato il cuore dei miei dividere la presenza di Gesù in Croce familiari con la preghiera intima e personale, ma Ho provato una grande gioia nell’acanche comunitaria ed universale. La cogliere Gesù Crocifisso nella mia famiCroce ci unisce nel bisogno di pregare, glia. Ho pregato Gesù di accrescere la di comunicare con il Padre; di ringramia fede e di accogliermi così come ziarlo per il dono della fede e della sua sono. Spero che Gesù riscaldi il cuore dei presenza che non ci lascia mai soli. miei familiari. Eravamo una decina di Davanti a Gesù che ha dato la vita per noi, la nostra sofferenza diventa più leggera. Pregare insieme davanti al Crocifisso ci porta alla dimensione dell’Amore; siamo inondati di pace e serenità, che il mondo non può dare. Quando il Crocifisso va via, la parte umana di noi soffre, perché la vive come separazione, mentre la fede lo accompagna con la preghiera nella nuova casa, Il Crocifisso riscalda i cuori a Monte San Giusto dove porterà speranza e certezza, rafforzerà la fede persone e ho notato che dopo il mio invied aprirà i cuori all’amore. to a partecipare alla preghiera della Via Federica Cerolini Civitanova Crucis, nessuno degli invitati è mancato all’incontro di preghiera. C’è un grande Da Giulianova a Nereto bisogno di stare insieme e di pregare. Abbiamo potato il Crocifisso a Daniela, Monte San Giusto Neretto presso i coniugi Giuseppe e Dina Fazzi, straziati per la morte improvvisa Peregrinatio nelle case di riposo di del figlio Adriano. Dina viveva da 7 anni Sulmona La Fraternità di Sulmona ha scelto di portare il Crocifisso presso tre case di riposo di Sulmona, per essere “famiglia” per chi è solo. Siamo andati noi AGC, con volontari AVULSS e le suore. Abbiamo pregato la via crucis dal libro “Voi siete miei amici”, in modo semplice e grande gioia di noi AGC e degli anziani ospiti. Commovente è stata una signora che ha preso tra le braccia il Crocifisso e non finiva di baciarlo e piangendo ci diceva di non portalo via. Nei giorni liberi, il Crocifisso è stato tenuto a turno nelle nostre case per pregarlo e contemplare le sue sante piaghe Il Crocifisso cambia in pace con le nostre famiglie. e gioia le lacrime di Dina Francesca Marinucci nel buio. Nella quaresima un giovane sacerdote, in una lunga confessione, l’ha aiutata a capire il male che stava facendo a sé stessa e alla famiglia, per la non accettazione della morte del figlio. Dina ha voluto in casa il Crocifisso per ringraziare il Signore. Il suo sorriso e il colore della sua maglia confermano la guarigione e la pace ottenute. Rita Maraessa

Peregrinatio a Casette d’Ete (FM)


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“SARETE MIEI TESTIMONI” a cura di Alberto Pierangioli

Dal Kenya 100 laici missionari Caro padre, grazie per i vari documenti che mandi. Sono utili anche a noi perché ci ispirano a essere creativi, ma qualche volta copiamo anche, col tuo permesso! Esempio: tradurremo le “Schede Passione” per i nostri laici catechisti e evangelizzatori. Li abbiamo già introdotti nella meditazione e contemplazione della Passione di Gesù. Abbiamo già più di un centinaio di laici, uomini e donne, ben preparati, che con il nostro P. Charles fanno le missioni. Diversi Vescovi ci chiedono questo servizio spirituale- pastorale, ma al momento ci siamo limitati alla nostra prima diocesi di Homa-Bay. Io tornerò in Italia dopo Pasqua; il mio servizio in Kenya è arrivato a conclusione. P. Filippo Astorri cp

Un nuovo amico, carabiniere di grande fede Carissimo padre, mentre leggevo le sue parole così dolci e rincuoranti, mi sono commosso fino alle lacrime. Sì, sono un uomo di grande Fede, ho sempre in tasca il Santo Rosario a proteggermi e prego in qualunque momento della giornata, anche se sono in moto fermo a un semaforo. Nella mia vita ho sempre cercato di aiutare in tutti i modi il mio prossimo, sempre, fossero parenti, amici, colleghi dell’Arma dei Carabinieri o semplici conoscenti. È un onore per me essere “Amico di Gesù Crocifisso” a cui affido il mio cuore e la mia vita, con Tiziana, dono di Dio perché con lei ho smesso di soffrire e sono rinato, più sereno. E anche la salute va meglio, grazie alla ritrovata serenità. Auguri di cuore anche per il Suo 60°

Peregrinatio a Fossacesia Anniversario di Sacerdozio, una vita dedicata al Signore. Angelo Capoccia Roma

Da Gesù Eucaristia a Gesù Crocifisso Caro padre, tu sai che faccio l’Adorazione Eucaristica al santuario del Divino Amore a Roma. Ora si svolge in una cappella molto intima e raccolta. Dietro l’altare, c’è un grande e realistico Crocifisso. Da alcune settimane, durante il mio turno di Adorazione, appena mi siedo, i miei occhi e i miei pensieri si fissano sul Crocifisso e così la mia ora di Adorazione Eucaristica si trasforma in un’ora di Contemplazione di Gesù Crocifisso! Mi viene spontaneo guardare le Sue piaghe e il sangue versato e chiedere perdono dei peccati commessi da noi tutti. Comincio anche a capire quanto diceva S. Paolo della Croce di “farsi fare una predica dal Crocifisso”. Per me Gesù è sempre Gesù,

sia quando lo vedo nella Eucaristia sia quando lo vedo in un crocifisso. Sto cercando di vivere bene questa Quaresima, pregando molto e offrendo a Gesù tutte le mie sofferenze, fisiche e morali. Non so se Germana te lo ha detto, ma ho iscritto il gruppo degli “Amici” alla Pia Unione, della Madonna del Divino Amore. Lucia di Roma

Gruppo delle Anziane

Sono AGC dal 1994. Ho una certa età e a chi mi chiede quanti anni ho, rispondo con orgoglio: ho la stessa età di P. Alberto, 85 anni! Mi piace partecipare alla preghiera. Ospito i vicini a casa mia, oppure andiamo come pellegrini in altre famiglie. Abbiamo come guida la “maestra” (io chiamo così Marvì che guida il nostro gruppo) che ci suggerisce un impegno dopo l’incontro. Io lo faccio, perché altrimenti la “ maestra “ che ci sta a fare? In questi incontri ho imparato tante cose e lo dico a tutti. Mi è capitato di parlarne in un negozio ma qualcuno ha messo in dubbio la mia fede e la mia costanza ed allora con fierezza ho mostrato lo stemma dei Passionisti che porto sempre al collo insieme alla medaglietta della Madonna, dicendo: “ecco la prova che faccio parte del gruppo di P. Alberto”. Sesta Lelli Civitanova

Far parte degli AGC: un regalo stupendo di Dio

Benedizione delle Croci a Giulianova

Carissimo Padre Alberto, ti facciamo i nostri auguri di una Santa Pasqua, ringraziando Dio per lo stupendo regalo che ci ha donato facendoci conoscere gli AGC e il nostro P. Alberto a cui vogliamo un mondo di bene. Grazie per gli insegnamenti che ci doni, per la tua dolcezza e pazienza verso tutti noi. Ti portiamo sempre nel nostro cuore durante le preghiere giornaliere, il Signore nostro Dio possa donarti tanta gioia e grazia per la missione che svolgi con tutti noi. Carlo e Tiziana Rimini


GIORNATA DELLA DONNA ivitanova: 08-03-2015. Il gruppo delle famiglie degli AGC di Civitanova ha voluto organizzare la “Giornata della Donna” in modo diverso e cristiano, nel salone della Parrocchia di S. Gabriele, con apertura a uomini e donne: con preghiera, canti e proiezioni a base di numerose slide in power point di Padre Luciano Temperilli, pranzo comunitario con 80 Amici, poi con la proiezione di un film pedagogico e conclusione nella messa parrocchiale alle 18,30. Così conclude l’animatrice del comitato organizzativo: “Care amiche, ci eravamo proposte una giornata tutta nostra e con l’aiuto di Dio ci siamo riu-

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scite! Come ci vorrebbe il mondo a noi non piace; finalmente si è parlato della donna come “Dio” l’ha progettata, voluta e amata. L’8 marzo abbiamo “messo a fuoco” che anche noi donne abbiamo grandi potenzialità, supportate da senso pratico, fantasia ed entusiasmo! La collaborazione è stata fondamentale: ognuna ha perso un po’ di se stessa per fare spazio all’altra e questo ha fatto sì che, anche con qualche ostacolo, tutto sia filato liscio e in sintonia. Ringraziamo il nostro parroco don Piero che ci ha dato subito l’ok, p. Luciano che ha preparato tutto, gli assistenti e diciamo a tutti che non sempre “Chi dice DONNA dice DANNO”, perché la donna è sempre pronta a DARE. Fiorella Torresi

GIORNATA DI SPIRITUALITÀ AGC S. Gabriele 05-07-2015 Ore 09,00: Ore 10,00: Ore 12,00:

Lodi nella cripta del Santo. Nel salone Stauros: Catechesi sulla famiglia di P. Dario di Giosia: “Dimensione sociale e passionista della famiglia” , con proiezioni. Messa solenne nella grande Basilica. Pomeriggio: Proiezione: di un filmato su S. Gemma con dialogo. Canti e festa, Giochi di gruppo, con estrazioni di premi.

Aspettiamo tanti pullman per il 26° anniversario della nostra nascita, più dei 600 Amici presenti il 6-7-2014 per il nostro 25°!

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ESERCIZI SPIRITUALI Centro di Spiritualità San Gabriele TE – Tel. 0861.9772101 “Proporre gli Esercizi Spirituali significa invitare ad una esperienza di Dio, del suo amore. Chi vive gli Esercizi in modo autentico sperimenta il fascino di Dio e ritorna rinnovato alla vita ordinaria, portando con sé il profumo di Cristo. Un buon corso di Esercizi rinnova in chi vi partecipa l’adesione piena a Cristo e aiuta a capire che la preghiera è un mezzo insostituibile di unione a Lui crocifisso”. Papa Francesco 1 - Ritiro Spirituale per Famiglie: 8 agosto ore 16,00 - 12 agosto pranzo. Tema: La vita secondo lo Spirito Guida: P. Luciano Temperilli e P. Alberto Pierangioli Quota: Camera singola: € 180,00 – Camera doppia: € 170,00 Per figli minori: quota a parte. 2 - Esercizi spirituali per tutti: 13 agosto ore 16,00 - 17 agosto pranzo. Tema: Consacrazione laicale passionista come presa di coscienza della consacrazione battesimale Guida: P. Alberto Pierangioli e P. Bruno De Luca Quota: Camera singola: € 180,00 - Camera doppia: € 170.00. Prenota: P. Alberto Pierangioli: P. San Gabriele 2 - 62010 Morrovalle MC - Tel. 0733.569033 Cell. 349.8057073 - Mail: alberto.pierangioli@gmail.com

CALENDARIO DEGLI AMICI MAGGIO-GIUGNO 2015 03 maggio 16 maggio 24 maggio: 14 giugno

Ritiro mensile e consacrazioni a Morrovalle S. Gemma Galgani, patrona del MLP: Loreto, Monache passioniste, 21,00. Ritiro e consacrazioni a Civitanova Marche e a Bari Ritiro mensile a Morrovalle

SOMMARIO 2. P. Luciano Temperilli La famiglia: i tempi della prova 3. P. Luciano Temperilli Le relazioni in famiglia 4. P. Roberto Cecconi Meditiamo la Risurrezione di Gesù 5. Pina e Rita Incontro con il Superiore Generale Passionista 6. Manuela Peraio I Testimoni 7. Vari Corso Formazione 8. Vari Corso Formazione 9. Vari: Corso Formazione 10. Vari: Corso Formazione 11. Peregrinatio Crucis 12. Peregrinatio Crucis 13. Peregrinatio Crucis 14. Sarete miei testimoni 15. Giornata della donna e Giornata di Spiritualità a S. Gabriele 16. Esercizi spirituali RICORDIAMO AL SIGNORE I NOSTRI DEFUNTI Gironelli Pilesi Graziella di Morrovalle: 04-03-2015; Natale Giulia di Fossacesia: 13-03-2015. Marrone Adele di Fossacesia: 27-03-2015. Maggio-Giugno 2015 – Anno XVI n. 3 Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, Comma 2, DCB Macerata. Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624 Dir. Tonino Taccone – Red. P. L. Temperilli Mad. d. Stella 06036 Pg – 3336998356 - temperlu@libero.it Amici G.C. P. S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle Mc T. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394 E-mail albertopier@tiscali.it http://www.amicidigesucrocifisso.org


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