Maggio giugno2016

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Amici di Gesù Crocifisso Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Maggio - Giugno 2016 - Anno XVII n. 3


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verso l’assemblea generale dei laici passionisti Leone Masnata

CARI AMICI, Al Santuario di S. Gabriele il 19 – 20 aprile c’è stata una riunione dei religiosi assistenti spirituali dei gruppi laicali passionisti. E’ stata convocata dal Padre Provinciale, Luigi Vaninetti, per avviare l’Assemblea Generale dei Laici Passionisti, auspicata dal Capitolo Provinciale (maggio 2015). Superate le autonomie giuridiche precedenti, e raggiunta l’unione di tutti i religiosi in un'unica Provincia, la nuova situazione non può non avere anche un riflesso sulla comunione dei Laici passionisti delle tre nazioni (Italia, Francia e Portogallo) che compongono l’unica Provincia religiosa (MAPRAES). Il Padre Provinciale da tempo aveva nominato un’équipe composta dai Padri Giuseppe Adobati, Consultore generale, Luciano Temperilli, Antonio Brambilla,

José Joaquin Queiròs de Sà e Leone Masnata. L’Equipe, nella sua prima riunione propose di anticipare l’Assemblea dei Laici passionisti con un raduno dei religiosi, assistenti spirituali. La riunione dei Religiosi non era però finalizzata a prendere decisioni che si avranno solo con i Laici stessi, ma perché i Religiosi si domandassero come potessero essere di aiuto ai Laici nell’organizzare l’Assemblea Generale. L’incontro ha permesso di conoscere la realtà e la varietà dei vari Gruppi laicali presenti nelle nostra Provincia, accostare alcuni elementi giuridici sui Gruppi ecclesiali nella Chiesa (P. Leonello Leidi), offrire una proposta di coordinamento dei vari Gruppi laicali (P. Luciano Temperilli), e confrontarsi con l’esperienza della Congregazione di Don Orione che nei recenti anni ha dato inizio a un nuovo volto al proprio laicato, con l’avvio di una semplice ed essenziale comunione tra i vari Gruppi, lasciando a ognuno di essi la propria identità di cammino. Le parole che però hanno caratterizzato di più l’incontro dei Religiosi sono state: Spiritualità e Famiglia. a) Spiritualità passionista: ormai “non pochi Istituti” sono pervenuti alla convinzione più decisa che “il loro carisma può essere condiviso con i Laici, perciò hanno invitato questi ultimi a partecipare in modo più intenso alla loro spiritualità e missione” . Sempre più oggi le Congregazioni religiose ritengono la comunione con i Gruppi laicali un investimento positivo per il futuro. Nella riunione si è chiarito che il criterio principale di discer-

nimento, per definire un Gruppo laicale passionista, è la spiritualità della “Memoria Passionis”, secondo il carisma di S. Paolo della Croce e la tradizione vissuta dalla sua Congregazione. b) Famiglia laicale passionista. Il rapporto tra una Congregazione religiosa e i Laici si esprime ormai seguendo la grammatica della collaborazione, attraverso un linguaggio nuovo di reciproco ascolto e di più concreta e cordiale comunione reciproca , per cui sono da cancellare i pregiudizi qualora siano ancora presenti tra Religiosi e Laici. Abbiano ritenuto che il termine “Famiglia dei Laici passionisti”, o “Famiglia laicale passionista”, possa riunire sotto di sé tutti Gruppi laicali passionisti, pur essendo essi distinti per storia e cultura, ecc. Come in ogni vera famiglia i figli, pur avendo caratteri e personalità distinte, cammini e responsabilità personali, conservano una comunione originale di fondo, indistruttibile, si convocano e s’incontrano ogni tanto, nei momenti belli come in quelli tristi, così pure i diversi Gruppi hanno un proprio volto e una propria storia, ma sono una solo famiglia e in certe circostanze esprimono l’appartenenza alla stessa spiritualità di famiglia carismatica. La Provincia religiosa, come la Chiesa, è perciò uno spazio per l’incontro e la collaborazione. Le modalità sono da studiare e da decidere insieme nella prossima Assemblea Generale che si pensa di tenere il 23-25 aprile del 2017, preparandola con un cammino di tappe intermedie, da parte di tutti i Gruppi laicali, con l’aiuto di schede apposite, preparate dalla Commissione preparatoria, integrata dai qualche laico. Intanto è stato preparato un formulario di preghiera per invitare ogni Gruppo a pregare per la prossima Assemblea Generale.


la regina e madre di misericordia Gabriele Cingolani

Maggio La madre del Verbo Incarnato è la prima destinataria dell’amore misericordioso della Trinità e la più intimamente associata al Figlio nell’attuazione della salvezza del mondo per la misericordia divina. Perciò ha un’importanza unica nel discorso sulla misericordia. Il primo segno della misericordia divina verso di lei è la concezione immacolata. “È la prima salvata dall’infinita misericordia del Padre, quale primizia della salvezza che Dio vuole donare a ogni uomo e donna, in Cristo” (Francesco, Angelus, 8 dicembre 15). Noi siamo amati di amore redentivo, ella è amata di amore preventivo. Noi siamo stati riscattati dal peccato. ella è stata preservata dal peccato. La misericordia di Dio ha realizzato la manifestazione suprema nel dono del Figlio e, in connessione, nell’immacolatezza della madre. In lei la misericordia tocca il culmine con la maternità divina. Affidare a una creatura umana la generazione del Verbo nella carne è un gesto di immensa misericordia, prima verso la madre poi verso l’intera umanità. Il seno della vergine non sfiorata dal peccato, diventa seno purissimo della Trinità. Con il sì dell’Annunciazione, Maria diventa accoglienza pura della misericordia trinitaria, e consente a questa ondata infinita di amore di rovesciarsi sul mondo per la salvezza dell’umanità. Spalanca, e in un dato senso è ella stessa, la porta della misericordia. Il Verbo che palpita come uomo nel suo seno è la misericordia incarnata. Ella è Madre della misericordia, perché la genera nel suo grembo, e madre di misericordia perché lo offre a tutti noi. Il Verbo concepito e generato da Maria è poi affidato a lei per la sua crescita umana. Dal grembo alle braccia della madre. La vita generata ha bisogno di essere nutrita e custodita altrimenti verrebbe meno. Il CCC ha una sezione sui misteri dell’infanzia e della vita nascosta del Verbo incarnato (522-534), che elenca chiamandoli Natale, circoncisione, epifania, presentazione al tempio,

fuga in Egitto e ritrovamento nel tempio. Sul rapporto trentennale tra la Madre e il Figlio nella casa di Nazaret tace la rivelazione. La Parola sta in sia in silenzio, ma il silenzio della Parola parla al cuore del contemplativo, dove lo Spirito può guidarci nel congetturare. È certo che la Madre dà l’impronta allo sviluppo umano del Figlio. Gesù impara da Maria ad essere uomo. Dipende da lei nella sua crescita fisica, psicologica, culturale, sociale. Ella lo inizia alla conoscenza storica e letteraria della Legge quantunque egli, nella sua coscienza di essere il Figlio amato del Padre, ne sia l’autore e il contenuto principale. Da lei il bambino e poi adolescente assimila l’esperienza del femminile umano, cosa di cui come ebreo ha particolarmente bisogno. In seguito altre donne contribuiranno ad affinare la sua comprensione di questo rapporto.È certo che il Figlio determina la crescita della Madre nella fede, e il consolidamento della sua personalità spirituale. Gradualmente la Madre diventa la prima discepola e seguace del Figlio. Il legame della carne sarà integrato in quello della fede. Alla luce della Parola, di cui insieme si nutrono, si ritrovano sempre più uniti nell’amore misericordioso del Padre per la salvezza del mondo. Il Magnificat è considerato la sintesi della trentennale comunione tra la Madre e il Figlio nella dimora di Nazaret. Durante il ministero di Gesù, la

Madre resta nel nascondimento, ma non nella estraneità. Ella prosegue nel suo ministero materno fatto di preghiera, ascolto, sequela di Gesù e attuazione della sua Parola, come tipo della chiesa che già prefigura, e come preludio della sua maternità spirituale che sarà proclamata sulla croce. È già ministero di misericordia, come quello che il Figlio sta svolgendo in opere e parole. L’evangelista Giovanni fa capire l’importanza di Maria nel ministero di Gesù, presentandola come promotrice dell’inizio di esso alle nozze di Cana, e come madre al termine sul Calvario. Infatti quando la misericordia incarnata diventa la misericordia crocifissa, la madre sta alla croce, com’è sempre stata accanto al Figlio. Sente che quello è il suo posto non solo come madre fisica, ma soprattutto come associata nel mistero. Non può farne a meno, sia per esigenza affettiva che per responsabilità di missione. È il momento supremo della sua offerta del Figlio al Padre e di se stessa insieme al Figlio, anche qui tipo dei credenti a cui sarà richiesto che all’altare dell’Eucaristia “offrano la vittima divina e se stessi con essa”, LG 11,“… offrendo l’ostia immacolata non soltanto per le mani del sacerdote ma insieme con lui, imparino a offrire se stessi”, LG 48. La prima delle tre parole del Crocifisso riportate da Giovanni è per lei, con risonanze che includono ciascuno di noi: Ecco tuo figlio, ecco tua madre, Gv 19,26-27. Per disegno eterno della Trinità, colei che è Madre nella carne al Figlio di Dio è anche la madre nello spirito dei figli nel Figlio. Per volere del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo è madre del Salvatore e madre dei salvati. Come il Figlio è il volto della misericordia del Padre, così la Madre è il riverbero più luminoso della misericordia del Padre rivelato dal Figlio. Essendo la più intimamente associata all’opera del Cristo, ella condivide tutti gli aspetti della missione di lui, compresa quella di rivelazione del volto misericordioso del Padre. Ella è al centro del mistero della misericordia.

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misericordia della croce

4 Giugno

Gabriele Cingolani

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racconti evangelici riportano sette parole di Gesù morente sulla croce. Di queste, una è riferita negli stessi termini da Matteo e Marco, tre sono proprie di Luca e tra di Giovanni. Luca ci trasmette le affermazioni conclusive con cui Gesù rivela la misericordia del Padre. Per questo evangelista, la croce non è un patibolo, come per Matteo e Marco. Non è neppure un trono come per Giovanni, ma è una cattedra da cui Gesù imparte le ultime lezioni: come perdonare in senso assoluto, come perdonare a chi chiede perdono e come morire abbandonandosi al Padre. Prima lezione: perdonare e basta, anche a chi non chiede perdono. Crocifissero lui e i due malfattori. Gesù diceva: ‘Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno’, Lc 23,33-34. Dal contesto appare che Gesù stia pronunciando queste parole mentre lo fissano coi chiodi sulla croce, quindi intenda i soldati esecutori. Ma è ovvio che i destinatari del suo perdono sono anche coloro che lo insultano lì intorno, e l’umanità di tutti i tempi e ogni essere umano compresi me e te. Lo scopo della frase non è solo di scusare o attenuare la responsabilità degli Ebrei, ma è soprattutto di confermare l’esigenza cristiana del perdono. Gesù l’aveva enunciata nel discorso della montagna: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano”, Lc 6,27-28. Il Maestro sa che questa è la lezione più difficile da imparare per il discepolo, perciò ne dà l’esempio per dire che è possibile anche nella situazione più impossibile: perdonare chi ti sta uccidendo. Nel capitolo 7 del libro degli Atti degli Apostoli Luca dimostrerà che la prima comunità cristiana aveva imparato bene questa lezione. Stefano, il primo martire, muore perdonando i suoi lapidatori, seguendo il Maestro fino a quel punto. Dal cuore di Gesù morente ci è

offerto il perdono e ci è chiesto l’impegno di perdonare. Nella sua morte di croce Gesù sta rivelando l’amore di Dio. Esso va oltre le possibilità umanamente immaginabili dell’amore. Ama anche quando non è amato o è rifiutato e ucciso. È un dono che arriva sino al perdono. Questa è la suprema rivelazione di che cosa sia la misericordia. Abbiamo bisogno di rimetterci dinanzi a questa parola e sentirne la potenza trasformatrice. Quando ci rifiutiamo di amare quello che la vita ci offre, o ci consumiamo dietro valori che non contano e finiscono, dimenticando di cercare in Dio il rapporto che risolve la nostra vita, noi non sappiamo quello che facciamo. La nostra miseria è così profonda che Dio non può fare altro che perdonarci. Seconda lezione: perdonare a chi chiede perdono. Così un ladro può rubare il paradiso. Marco infatti chiama ladroni i due crocifissi con Gesù e dice che anche loro gli lanciavano gli insulti che sentivano scagliare da certa gente attorno alle croci 15,27.32. Luca invece li chiama malfattori, e riferisce che uno dei due, per tradizione quello di sinistra, lo apostrofava con arroganza: Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi, Lc 23,39. L’altro si dissocia dal generale atteggiamento di odio e di insolenza che infesta lo scenario. Forse è stato colpito dalle parole precedenti di Gesù e dal suo silenzio colmo di preghiera e, intuisce, di

amore. Comincia col rimproverare il compagno: Neanche tu hai timore di Dio e sei nella stessa condanna? Noi giustamente. Egli invece non ha fatto nulla di male, Lc. 23,40-41. La mancanza di timore di Dio rende arroganti, quindi chiusi al perdono. Chi teme Dio entra nell’abbraccio della sua misericordia, come canta Maria nel Magnificat, Lc.1,50. Il ladrone è diventato “buono”. Si riconosce colpevole e testimonia che Gesù è innocente. Basta vedere come s’è comportato da quando siamo partiti tutti e tre con la croce sulle spalle. Non può che essere un grande. C’è un altro modo di dimostrarsi re, oltre quello di scendere dalla croce. È starci come ci sta lui. E si abbandona al rischio della fede. Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno, Lc. 23,42. Il salto non si perde nel buio, ma approda nelle sponde dell’amore. La risposta è immediata e super generosa, col linguaggio delle grandi rivelazioni: In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso, Lc. 23,43. È salvo. Chi esige di salvarsi come pretesa e sfida non si salva. Chi lo chiede riconoscendo i propri peccati e cedendo all’amore si salva. Il “buon ladrone” è diventato discepolo, segue Gesù tra i primi della fila. Riportando questa seconda parola, Luca dimostra il potere salvifico della morte di Gesù. Perciò non si capisce come qualche autore possa sostenere che in Luca il potere redentivo non deriverebbe dalla morte ma solo dalla risurrezione. È chiaro invece che la salvezza zampilla dalle piaghe e dall’amore, come il sangue che scorre, versato per voi, Lc. 22,20. Gesù, sempre amico dei peccatori e largo di perdono con loro, sceglie la loro compagnia anche per morire, e se ne porta appresso un altro mentre sta per partire. Egli è l’infinita manica larga di Dio. Basta un palpito d’amore prima che il cuore si fermi, per afferrare al volo il paradiso ed entrarci a pieno diritto. È l’ansia di Dio perché nessuno si perda.


meditiamo sul misero pasquale la vita, morte e risurrezione di gesù nel disegno di dio

(at 2, 22-24)

Roberto Cecconi

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arissimi “Amici”, da questo numero iniziamo a meditare sul Mistero Pasquale (termine che designa nel suo insieme la passione, morte, risurrezione e ascensione al cielo di Gesù) così come ci viene presentato negli Atti degli Apostoli. A modo di introduzione, diciamo che questo libro è stato scritto dall’evangelista Luca. Esso costituisce il proseguo del Terzo Vangelo e narra dell’espansione della Chiesa primitiva sotto l’impulso dello Spirito Santo. Disponiamoci all’ascolto del testo biblico su cui intendiamo riflettere: “Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene –, consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere”. i segni della presenza di dio in gesù Il brano biblico su cui stiamo meditando è una parte del discorso pronunciato da Pietro nel giorno di Pentecoste (At 2,14-41). Diciamo subito che, con queste parole, l’apostolo ha voluto mostrare

come all’origine del dono dello Spirito Santo disceso sulla Chiesa nascente vi sia la figura di Gesù risorto dai morti. Più avanti, infatti, in un passaggio su cui rifletteremo la prossima volta, Pietro dirà: “Gesù […] dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso” (At 2,32-33). Pietro invita innanzitutto i suoi interlocutori (Giudei e quanti abitano in Gerusalemme) all’ascolto: “Uomini d’Israele, ascoltate queste parole”. Egli vuol richiamare l’attenzione su quanto sta per dire, perché di primaria importanza. In primo luogo, fa notare che Gesù era un uomo. Luca mette fortemente in rilievo il fatto che il Figlio di Dio sia diventato uno di noi, dando un «volto umano» alla misericordia del Padre. Allo stesso tempo però, l’Evangelista sottolinea che Gesù è stato accreditato da Dio per mezzo di miracoli, prodigi e segni. Vale la pena soffermarsi un attimo sul verbo «accreditare». In greco è apodeíknymi. Si tratta di un parola composta da apó («da») + deíknymi («mostrare», «far conoscere», «provare»). Potremmo tradurre: «mostrare a partire da». Sulla base di quanto detto, possiamo affermare che i portenti operati da Gesù sono stati il segno a partire dal quale Dio ha mostrato all’uomo di essersi avvicinato a lui e di avergli comunicato la salvezza. Pietro, dopo aver delineato l’aspetto salutare del ministero pubblico di Gesù, parla della morte del Cristo. In modo particolare, sottolinea che la consegna di Gesù agli abitanti di Gerusalemme e alle autorità religiose rientrava in un disegno soprannaturale: “consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio”.

Questo punto è degno di essere sottolineato. La passione del Signore non è stata un «incidente di percorso». No! Pur nella sua drammaticità, rientrava in un progetto amoroso del Padre. Contemporaneamente, gli interlocutori di Pietro restano ugualmente responsabili della morte di Gesù: “voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso”. Il disegno di Dio non toglie all’uomo la sua libertà e responsabilità. All’agire degli uomini si contrappone quello del Padre. Egli risuscita Gesù e lo “scioglie” dai “dolori della morte”. Dio, con il suo intervento, ridona la vita al Figlio e lo libera dalla morte, presentata qui in tutto il suo aspetto di sofferenza e oscurità. la buona notizia Dio, in Gesù, è entrato una volta per sempre nella nostra storia. Essa, nonostante le ombre che porta in sé, reca i segni della presenza del Signore. Basti pensare al sole che sorge e tramonta, alla vita che sboccia dall’amore dei coniugi e agli eventi prodigiosi che Dio, nella sua misericordia, compie in determinate situazioni. La presenza di Dio nelle vicende umane non è venuta meno neanche durante la passione, morte e risurrezione di Gesù. Il Mistero Pasquale, infatti, rientrava nel progetto del Padre. Questo dato, che in un primo momento potrebbe turbarci, ci dà una certezza: Qualsiasi sia la situazione in cui ci venissimo a trovare, possiamo star certi di non essere mai soli nel cammino della vita. Dovremmo solo essere più attenti a saper scorgere i segni della presenza del Signore nelle alterne vicende che scandiscono il nostro quotidiano. robi.cp@libero.it

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san vincenzo strambi e la divina misericordia

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Tito Paolo Zecca

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an Vincenzo Maria Strambi (1745-1824) è stato il secondo vescovo passionista. Fu nominato pastore della diocesi di Macerata-Tolentino nel periodo burrascoso dell’impero napoleonico, soffrì l’esilio perché non volle giurare fedeltà all’imperatore e infine fu chiamato dal papa come suo consigliere spirituale nella sua residenza del Quirinale. Suo padre Giuseppe era farmacista a Civitavecchia (Roma); la mamma si chiamava Elena Gori. Nonostante fosse figlio unico di una famiglia benestante e molto impegnata nella pietà e devozione egli decise di intraprendere la carriera ecclesiastica, entrando nel seminario di Montefiascone (VT) all’età di 15 anni. Ebbe ottimi insegnanti nelle materie ecclesiastiche sia a Montefiascone che a Roma. Vincenzo conobbe san Paolo della Croce nel 1767 e chiese di entrare nella nuova congregazione della Passione. Il padre aveva già a fatica concesso il permesso che diventasse presbitero diocesano. Fece quindi una forte resistenza anche per questa ulteriore decisione del figlio. Per anni Vincenzo si dedicò alla predicazione delle missioni popolari, degli esercizi spiri-

tuali e con lo stesso impegno si dedicò all’educazione dei giovani studenti passionisti. Quando Roma fu occupata dai giacobini francesi che deportarono in Francia il papa Pio VI (Braschi), egli si adoperò per sedare gli animi dei romani esasperati per le angherie delle truppe di occupazione. Eletto nel conclave di Venezia il benedettino Barnaba Chiaramonti, con il nome di Pio VII, il nuovo papa si ricordò di padre Vincenzo e lo promosse vescovo di Macerata-Tolentino. Qui egli esplicò appieno tutte le sue doti di pastore, maestro, guida e padre spirituale. Una delle sue preoccupazioni principali fu quella di venire incontro alle difficoltà di tanta parte della popolazione impoverita dalle guerre, dalle tasse per la sussistenza dei soldati e da persistenti carestie. Mise in pratica tutte le opere di misericordia, sia quelle spirituali che quelle cosiddette corporali. Macerata era considerata, all’epoca, “la metropoli della Marca”, essendo un importante polo amministrativo e culturale. Il commercio era scarso per cui vi era una netta separazione tra i nobili possidenti e la popolazione artigiana e proletaria. La città in quel periodo contava quasi 14.000 abitanti. Richiamò con forti accenti ai propri doveri una certa parte del clero che non condivideva l’integrità dei suoi costumi, il suo zelo e l‘amore verso i poveri. Scelse per sé un regime di vita sobrio e morigerato e tale desiderava che facesse anche il suo clero. Si preoccupò della buona educazione dei giovani sia ecclesiastici che laici. Ai signori più ricchi raccomandava con espressioni molto forti la solidarietà e l’obbligo grave di aiutare i più bisognosi. “I poveri sono miei padroni”, diceva, “io non

sono che il loro economo: quando mi domandano elemosina, non fanno che richiedere il proprio”. Avrebbe voluto possedere di più come rendita episcopale per poter dare di più ai bisognosi. Specialmente in inverno si affacciava alla finestra e diceva al suo economo: “Signor don Nicola, si sentono i clamori dei poveri… I poveri urlano, urlano”. Per sé riservava solo l’indispensabile come vitto, vestiario e servizio dei domestici. Vendette tutti i preziosi anelli e le croci pettorali gemmate che aveva ricevuto in dono nel giorno della sua ordinazione episcopale, per dare il ricavato ai poveri. Arrivò ad eliminare carrozza e cavalli e girava per la città a piedi. A chi, specialmente qualche nobile, lo criticava per questo, rispondeva: “Se io tenessi i cavalli e carrozza, che cosa vi resterebbe per i miei poveri?”. Chiedeva la collaborazione dei parroci per informarsi sulle famiglie più bisognose, specialmente di quelle decadute e restìe a manifestare le proprie necessità. Quando si sparse la voce che forse sarebbe stato trasferito, il vice-commissario pontificio di Tolentino scrisse una lettera accorata alla Segreteria di Stato per scongiurare il ventilato trasferimento. “Non si dimenticherà giammai – scriveva tra l’altro – la paterna carità colla quale prestavasi a ricondurre la pace nelle famiglie, a riconoscere ed apprezzare i bisogni dei poveri e dell’innocenza specialmente, ch’egli trovava vacillante tra la fame e il delitto”. Ricordava il suo attivismo in occasione di una delle tante carestie. “Fu desso che, con amorosa sollecitudine, il sollievo immaginò della classe dei poveri. Fu desso che non si contentò di profonder ricche elemosine a tal uopo, ma altre ne raccolse dal ceto dei possidenti, che muover seppe colle sue persuasioni e molto di più coll’esempio”. San Vincenzo M. Strambi, come autentico pastore, ebbe addosso come dice papa Francesco, “l’odore delle sue pecore”.


SAntA GIAnnA berettA MollA Un misterioso dramma di amore materno misericordioso

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ianna nacque, decima di tredici figli, a Magenta (Milano) da genitori profondamente cristiani il 4 ottobre 1922, festa di San Francesco d’Assisi. Il papà di Gianna, uomo dalla fede profonda, dalla pietà sincera, convinta e gioiosa, fu in famiglia di grande esempio cristiano: ogni giorno si alzava alle 5 per recarsi alla S. Messa. Anche la mamma, si recava ogni giorno alla S. Messa, insieme ai suoi figlioli. Mamma Maria si occupò di ciascun figlio come se ne avesse avuto uno solo; correggeva i suoi figlioli aiutandoli a capire i loro sbagli e talvolta bastava il solo sguardo. Gianna, sin dalla prima giovinezza, accolse con piena adesione il dono della fede e l’educazione limpidamente cristiana che ricevette dai suoi ottimi genitori, che la portarono a considerare la vita come un dono meraviglioso di Dio, ad avere una fiducia illimitata nella Divina Provvidenza, ad essere certa della necessità e dell’efficacia della preghiera. Fu da loro educata all’essenziale, alla sensibilità verso i poveri e le missioni. La Comunione divenne “il suo cibo indispensabile di ogni giorno”. Crebbe serena, prodigandosi per i fratelli e le sorelle, senza mai stare in ozio: amava tutte le cose belle, la musica, la pittura, le gite in montagna. Proprio nell’anno della maturità classica perse entrambi i genitori. In seguito si iscrisse e frequentò la Facoltà di Medicina e Chirurgia e a Pavia si laureò il 30 novembre 1949. Scriveva nel suo diario: "...la nostra missione non è finita quando le medicine non servono più. C'è l'anima da portare a Dio...Che Gesù si faccia vedere in mezzo a noi. Che egli trovi tanti medici che offrano se stessi per lui". “A Dio piace chi dona con entusiasmo” (2 Cor. 9,7): così faceva lei con il suo impegno generoso di apostolato tra le giovani nell’Azione Cattolica e di carità verso i vecchi e i bisognosi, nelle Conferenze delle Dame di San Vincenzo: amava Dio e desiderava e voleva che molti lo amassero. Si

specializzò in Pediatria e predilesse tra i suoi assistiti, poveri, mamme, bambini e vecchi. Nell'aprile 1955 Gianna si fidanza con Pietro Molla: un amore vissuto fin dal principio alla luce della fede. Gianna e Pietro si unirono in matrimonio il 24 settembre 1955. Fu moglie felice e il Signore presto esaudì il suo grande desiderio di diventare mamma di tanti bambini: nel 1956 nacque Pierluigi, nel 1957 Mariolina e nel 1959 Laura. Nel settembre 1961, verso il termine del secondo mese di una nuova gravidanza, Gianna fu raggiunta dalla sofferenza e dal mistero del dolore: un fibroma all’utero. Alcuni giorni prima del parto, pur confidando sempre nella Provvidenza, era pronta a donare la sua vita per salvare quella della sua creatura. “Mi disse esplicitamente” - ricorda il marito Pietro - “con tono fermo e al tempo stesso sereno, con uno sguardo profondo che non dimenticherò mai: Se dovete decidere fra me e il bimbo, nessuna esitazione: scegliete - e lo esigo - il bimbo. Salvate lui”. Nel pomeriggio del 20 aprile 1962, Venerdì Santo, Gianna inizio il travaglio del parto e il mattino del Sabato Santo, diede alla luce Gianna Emanuela e per lei iniziò il calvario della sua passione. All’alba del 28 aprile, Sabato in Albis, morì alle ore 8 del mattino: aveva solo 39 anni.

Tutti i cristiani sono chiamati alla santità, cioè a lasciare che la misericordia di Dio impregni le giornate e la vita intera in tutti gli aspetti. La misericordia c'è sempre quando l'amore umano eccede le misure dettate dalla norma. Senza tener conto di questa immersione nella misericordia divina, non si capirebbe in maniera giusta l'esperienza di questa madre che diede la propria vita per garantire quella che portava in grembo. E' il marito a spiegare il gesto di Gianna: "quello che ha fatto era perché si sentiva una mamma...la sua profonda persuasione che la creatura che portava in sé era una creatura completa con gli stessi diritti degli altri figli...un dono di Dio, al quale era dovuto un rispetto sacro." Consapevole che procedere con la sua gravidanza le poteva costare la vita Gianna si decise per una "meditata immolazione" come la definì il beato Paolo VI. Aveva la coscienza chiara di dover obbedire a Dio che dice di non uccidere, la consapevolezza che non si possono curare tre bambini sacrificandone un altro. La Provvidenza di Dio, senza questa l'uomo si agita e fa i suoi calcoli fino ad uccidere convinto di fare il bene della propria e della vita degli altri. Se c'è l'umile fede nella Provvidenza allora la ragione dell'uomo percepisce le sue evidenze: agli altri tre figli lei era necessaria, ma a quello che portava in grembo lei era indispensabile. Senza di lei Dio poteva provvedere ai suoi tre figli, ma neppure Dio poteva provvedere a quello che lei portava in grembo se lei lo rifiutava. " Sii fedele fino alla morte" così il marito ha scritto nella cappella dove è sepolta. Quella di Gianna Beretta Molla fu proprio una fedeltà misteriosa che può essere sintetizzata così: fu una madre che preferì dimenticare se stessa piuttosto che dimenticare la creatura che portava in grembo e che solo lei poteva salvare.

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FeStA InSIeMe II edIzIone

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l 19 marzo in occasione della festa di San Giuseppe abbiamo organizzato un evento per poter vivere una giornata in comunione fraterna insieme riflettendo sulla figura dell' "uomo". "L'uomo come Dio l'ha pensato", siamo partiti da qui! Siamo stati pensati da un Dio che ci ama da sempre e per sempre. Padre Luciano, come sempre nel suo stile, è stato veramente chiaro, semplice e nello stesso tempo incisivo nelle riflessioni e considerazioni. La catechesi è stata un escursus delle figure maschili fondamentali della Bibbia di cui Dio si è servito per scrivere la storia dell'uomo. A partire da Noè, "un uomo giusto ed integro che camminava secondo la volontà di Dio"(Gen 6,9) senza avere la controprova, semplicemente si fidava di Dio. Poi con Abramo, che "ha creduto in Dio e fu chiamato amico di Dio"(Gc 2,23) e San Giuseppe giusto perchè la sua vita è aggiustata ai progetti di Dio. Il filo conduttore di tutte queste figure è compiere la volontà di Dio, fidandosi ed affidandosi totalmente al progetto divino, ognuno nella propria condizione e con le proprie caratteristiche, ad esempio una fede operosa come quella di Abramo o una fede vissuta nel silenzio come quella di San Giuseppe. Anche oggi e sempre la storia ha visto l'opera di uomini "giusti", dove il giusto è un eroe con un piccolo valore aggiunto: la capacità di dimenticare l'opera fatta. la serata è proseguita con una bella cena insieme, sentita e partecipata in vera comunione e collaborazione, poi abbiamo concluso con la proiezione di un film "Courageous", molto commovente e con contenuti su cui poter riflettere. E' bello poter vivere momenti e giornate come questa che creano comunione e ci aiutano a sentirci parte di una famiglia. Ringrazio di cuore Padre Luciano per il lavoro, la disponibilità e il tempo che ogni volta ci dedica, che è una vera grazia e un grande dono per tutti noi.

r.i.p. Ida Palmieri ved. Fiordaliso, è tornata al Padre il 19-04-2016 all'età di 95 anni. La ricorderemo sempre perché è stata una colonna del nostro Movimento. Una delle prime iscritte, si è sempre distinta per la sua immensa fede e per la grande umiltà. P. Alberto era solito dire: ... quando, se Dio verrà, andremo in Paradiso, avremo delle grandi sorprese, troveremo in mezzo ai santi, tante nostre anziane a cui non avevamo data nessuna importanza! Credo che Ida sarà tra quelli. piera


dAlle FrAternItA’

palermo Il lunedì della Settimana Santa giorno 21 Marzo, gli Amici di Gesù Crocifisso hanno contribuito ad animare la “ Via Crucis con san Paolo della Croce”, secondo lo schema usato dal beato Paolo VI al Colosseo, nel Venerdì Santo del 1975. Presieduta da don Giuseppe di Giovanni, la Via Crucis si è svolta per le strade del territorio della parrocchia di san Basilio Magno e ha visto la partecipazione, oltre che dei membri del gruppo, incaricati di leggere a turno le riflessioni di san Paolo, di un nutrito gruppo di scout San Benedetto che ha animato insieme agli Amici la via Crucis e di numerosi fedeli. Si è trattato dell’ultimo incontro prima della celebrazione della Santa Pasqua. trasacco Oggi, 10 aprile2016, alle ore 16,30, presso le Suore Passioniste, si è riunito il Consiglio di fraternità di Trasacco per fare il punto della situazione. Abbiamo messo in evidenza il cammino fatto nel tempo forte d’avvento, portando nelle famiglie la statua dell’Immacolata Concezione, per attendere la nascita di Gesù lasciandoci prendere per mano da Maria. Durante il tempo forte della Quaresima abbiamo organizzato la

Peregrinatio Crucis perché, come dice il Santo Fondatore S. Paolo della Croce, è l’opera più grande dell’amore di Dio. Attraverso queste iniziative è nostra intenzione coinvolgere nella fraternità nuove famiglie per assicurare alla fraternità continuità, vista la difficoltà che abbiamo proprio nel coinvolgere nuovi iscritti. Il 20 marzo, domenica delle Palme, abbiamo vissuto insieme alle altre confraternite ed associazioni della cittadini, il Giubileo della misericordia. La giornata si è aperta con la solenne celebrazione dell’entrata di Gesù a Gerusalemme, attraversando la Porta Santa della nostra Basilica e la Messa della Passione. La giornata si è conclusa con la Via Crucis animata da tutte le confraternite ed associazioni. Gli incontri si sono regolarmente svolti, sostituiti nel periodo di Avvento e Quaresima dagli incontri nelle famiglie. Fossacesia Anche quest’anno la Peregrinatio Crucis è andata molto bene e ci sono state delle donazioni da parte delle famiglie che hanno accolto la

Croce per i bisognosi. Non siamo del tutto d’accordo a chi offrirli decideremo nella prossima riunione. Per finire abbiamo aggiornato il calendario e ricordato la festa di San Gabriele domenica 24 aprile a San Giovanni in Venere. Paola De Simone Questo è il terzo anno che svolgiamo la Peregrinatio Crucis a Fossacesia. Proseguendo con l’idea iniziale di andare nelle nostre case, quest’anno siamo riusciti ad entrare in due nuove famiglie e ringraziamo Dio di questo. Il nostro parroco Don Leo ci appoggia ed è ben contento di questa iniziativa. Padre Tito Paolo ci guida nei nostri incontri, ma essendo stato nominato missionario della Misericordia dal Papa, ha avuto altri impegni in Quaresima e quindi in sua assenza ha mandato un valido sostituto, fra Gabriele. Durante queste tappe abbiamo avuto modo di avere sempre spunti per approfondire le varie riflessioni fatte sulla passione di nostro Signore Gesù Cristo. E’ sempre un momento di vera formazione per noi. Ringraziamo i padri per la loro amorevole guida e le famiglie che ci hanno accolto con gioia e tutti i partecipanti. Amici di Gesù Crocifisso Fossacesia

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Domenica 10 aprile Consacrazioni a Fossacesia. La giornata si è svolta diversamente dal solito sia per il ritiro che è avvenuto nel pomeriggio e sia per la mancanza dei nostri assistenti spirituali anche se sono stati egregiamente sostituiti. Il Signore non fa mancare mai il suo aiuto. L’adorazione eucaristica sul tema “Misericordia e Verità s’incontreranno” guidata da fra Gabriele Violante ci ha dato molti spunti di riflessione personale. Nella messa in abbazia si è svolto il terzo rinnovo di Stante Matilde. Tutti insieme ci siamo radunati attorno all’altare così abbiamo condiviso con lei questo momento di grazia che il Signore concede alle persone che vogliono seguirlo più da vicino. Nell’omelia Padre Angelo Picelli ha ben ribadito la richiesta di amore che Gesù Cristo Risorto ci fa e che Matilde con il suo “eccomi” ha risposto alla sua chiamata. Come ben diceva Padre Alberto che dal Cielo ci guida ancor più di prima, un altro cuore si avvicina all’amore Dio. Auguri alla nostra cara Matilde per il suo cammino. Un augurio di pronta guarigione va anche a padre Tito Paolo ancora indisponibile causa malattia. Ringraziamo vivamente Padre Angelo, fra Gabriele, la comunità dei passionisti di San Giovanni in Venere, il coro, i partecipanti e tutti quelli che hanno collaborato per la buona riuscita della giornata. amici di gesù crocifisso Fossacesia

teStiMoniAnzA Il terzo rinnovo della mia Consacrazione coincide con l’Anno Santo della Misericordia che è il perdono di Dio, un perdono che salva. Ora più che mai medito sul volto del Crocifisso: è il volto della Misericordia, è la via che porta al Padre. E’ attraverso Gesù

infatti, che posso conoscere e amare Dio Padre, nei fratelli, soprattutto nei crocifissi di oggi, in famiglia, negli amici e nemici. Il volto della Misericordia è Gesù Cristo che cammina con me , mi aiuta, mi conforta. I momenti formativi nel gruppo di fraternità con la nostra guida spirituale: Padre Tito Paolo Zecca , mi hanno consentito di approfondire il significato del termine”misericordia”, in ebraico “RAHAMIM” che significa viscere materne che portano la nuova creatura, così dobbiamo far spazio dentro noi, per accogliere l’altro, spazio di un “sentire con, “patire con”, di un “gioire con”. La misericordia è , dunque, il rifiuto dell’indifferenza verso l’altro. E’ compassione cioè mettersi nei panni degli altri per capirli, è condivisione. Tutto questo non è facile, ma ci provo. Nel logo della “Divina Misericordia” c’è il motto “Misericordiosi come il Padre”; L’immagine non può sfuggire alla mia attenzione in questo momento particolare della mia formazione. Si può osservare ,infatti ,il Buon Pastore,che si carica sulle spalle l’uomo smarrito; Gesù tocca in profondità la carne dell’uomo e lo fa con un amore tale da cambiargli la vita. Ciò che emerge di più nell’immagine sono gli occhi del Cristo che si confondono con quelli dell’uomo: Cristo vede con l’occhio del peccatore che a sua volta vede con l’occhio di Cristo e allora nello sguardo di Gesù posso contemplare l’amore di Dio Padre che redime. I tre ovali concentrici dell’iconografia, dal colore scuro all’interno, al più chiaro verso l’esterno, richiamano l’immagine di Gesù Salvatore che porta l’umanità fuori dal buoi

del male. Un altro evento importante accompagna questo mio rinnovo“ l’assenza” come “Presenza” del caro Padre Alberto, un figura passionista forte nella fede e grande nei suoi silenzi che parlavano attraverso i suoi umili gesti, il suo sorriso, la sua testimonianza autentica, i suoi scritti, la sua coerenza di vita con la Parola di Dio. L’ho conosciuto negli ultimi quattro anni della sua vita , ma ha lasciato un segno di benedizione e di Grazia in me, nella mia famiglia e nella Fraternità. Padre Alberto ha assisitito al secondo rinnovo della mia consacrazione ed è stata la sua ultima presenza a Fossacesia , nell’Abbazia di San Giovanni in Venere.Ricordo che durante la celebrazione eucaristica, delle colombe erano entrate in Chiesa e volavano sull’altare quasi a volere simboleggiare in modo suggestivo la profonda spiritualità di Padre Alberto. In ogni cuore egli ha lascito tracce del suo Amore. Se è vero che la parola Responsabilià è una Risposta a colui che mi chiama, devo rinnovare , la mia promessa d’Amore a Gesù con più fede, cercando di mettere in pratica, per quanto possibile, le Opere di Misericordia. Stante Matilde


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CiVitAnoVA MARCHe Quest'anno ho vissuto l'esperienza di ospitare la Croce della Peregrinatio Crucis come un'opportunità e non come una mera devozione o con una sorta di soggezione, come nella mia prima esperienza. L'opportunità di pregare il rosario, in famiglia ed insieme ad altre famiglie, in maniera partecipata, condivisa e m o d e r n a . Esperienza intensa, profonda ed informale; la recitazione del rosario, spesso meccanica ed anacronistica, è diventata viva ed animata. Abbiamo vissuto questa esperienza il 14 febbraio, festa di San Valentino, la festa “degli innamorati”; così abbiamo colto l'occasione per festeggiare il “Vero Amore”, quello per Gesù Cristo, quello per i nostri cari, quello per la vita; attraverso la preghiera ed accompagnati da Gesù, materialmente presente con la Croce. Riporto di seguito l'intenzione introduttiva del rosario: “Signore ti affidiamo le nostre famiglie, Donaci la vera pace, quella dinamica, da vivere indossando zaino e scarponi ed andare, aprendosi al mondo; non quella statica, da vivere in pantofole e vestaglia, nella chiusura delle nostre comodità. Donaci il Vero Amore, quello che ci consente di andare al di là del proprio io e di amare i nostri nemici. Aiutaci a non sprecare il talento della vita in Cristo e ad apprezzare in ogni momento i tuoi doni, che troppo spesso diamo per scontati,

per diritti acquisiti; nel rispetto di coloro che per poter professare la propria fede in Gesù Cristo Risorto non sanno se arriveranno alla sera, se rivedranno i loro cari.

Ti ringraziamo per la grande grazia ricevuta della preghiera, unica vera fonte di forza e sostegno per affrontare questo difficile cammino terreno. Ti preghiamo per coloro che soffrono e non ti conoscono come per coloro che invece si affidano a te. Grazie Gesù, proteggici.” Federica DAi VeRbALi DeLLe FRAteRnità Oggi si è riunito alle ore 21,30 il consiglio di fraternità di Civitanova Marche. Abbiamo deciso che, ad ogni incontro di fraternità, faremo sempre la preghiera per le vocazioni passioniste che si trova nel libro di P. Alberto “Voi siete miei amici”. Il quarto lunedì di maggio il 23, nel consueto incontro , faremo il pellegrinaggio alla Cattedrale di Fermo, organizzato dalla consulta Diocesana. Ci organizzeremo con le auto ,ci troveremo tutti di fronte alla

Chiesa di S. Gabriele alle ore 20 per essere alle 21 in Cattedrale. Olga Costanzo. GiULiAnoVA Durantela Quaresima, due Crocifissi della Peregrinatio Crucis insieme agli Amici di G.C. di Giulianova, hanno visitato e pregato in molte famiglie della parrocchia e dei paesi limitrofi. Ci sono state anche richieste per continuare a pregare dopo la Santa Pasqua. Le responsabili Teresa e Olga riferiscono al Consiglio di Fraternità che la preghiera, le riflessioni sulla Via Crucis, la meditazione del Santo Rosario, le preghiere di intercessione e la lettura delle Testimonianze tratte dal libro "Sarete Miei Testimoni", donataci da P. Alberto per il 25° degli A.G.C. ha creato un clima di unione tra i presenti alla Peregrinatio Crucis da ispirare parecchie testimonianze che verranno spedite per sito e rivista. E alcuni dei partecipanti invitati agli incontri di Fraternità hanno detto che verrano. Rita Maraessa teStiMoniAnze Domenica 28 febbraio io e la mia famiglia abbiamo avuto l'onore di ospitare la Croce di Gesù, grazie agli Amici di Gesù Crocifisso. Il momento della preghiera è stato molto forte e sentito grazie alla partecipazione dei presenti e delle nostre nipotine. Gesù era in mezzo a noi, Lui è anche là dove non si avverte la sua presenza, Egli è accanto a chi subisce soprusi e ingiustizie. E' con noi, con la nostra famiglia,


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Lui conosce il nostro personale dolore e quello dell'umanità intera. Si è fatto uno di noi fino a morire in croce. Con le nostre preghiere, speriamo di far avvicinare a Gesù, le persone lontane da Lui. Ringrazio di vero cuore per la bellissima esperienza. Maria Luisa

l'infanzia, un vero amico e collaboratore degli "Amici di Gesù Crocifisso", fin dai primi passi del Movimento. Abbiamo pregato per P. Alberto,P. Fabiano e per Claudio il figlio di Luigi e Giannina, adesso sicuramente sono insieme in paradiso. Claudia

Sono contenta di aver potuto partecipare alla visita degli Amici di Gesù Crocifisso in tempo di Quaresima, quest'anno per la sesta volta a casa della famiglia di Giannina e Luigi Giorgini, fratello di P. Fabiano (tornato alla casa del Padre il 28-04-2008). Abbiamo pregato, meditando in particolare la V° stazione della Via Crucis, quando a Simone di Cirene è chiesto di portare la Croce di Gesù. Inizialmente Simone è "scocciato" per quell'inconveniente, questo sentimento è sostituito presto, da una profonda compassione, vedendo come Gesù accettava ingiurie, insulti e percosse, senza lamentarsi mai. Anche a noi Dio Padre, chiede di portare la Croce come ha fatto Gesù, umilmente e perdonando. Ad ogni Santa Pasqua siamo chiamati a Risorgere con Gesù e a ricominciare fiduciosi il nostro cammino con Lui. Il Papa in questo anno Giubilare della Misericordia ci invita ad essere misericordiosi, prima di tutto coi fratelli e ci indica il modo: attraverso le Opere di Misericordia Corporali e Spirituali. Pio il coordinatore degli A.G.C. di Giulianova, ci ha letto tratto dal Libro di Testimonianze "Sarete Miei Testimoni", scritto per il 25° degli A.G.C. da P. Alberto Pierangioli che è tornato alla casa del Padre il 22 dicembre 2015,degli Aneliti di Santità e la biografia di P. Fabiano Giorgini. Vi riporto alcune frasi scritte dal P. Alberto e lette da Pio: P: Fabiano è un grande e Santo Passionista, un mio amico fin dal-

Il percorso di riflessione sulla Passione, Morte e Resurrezione di Cristo dovrebbe accompagnare ogni giorno la vita del cattolico che abbia la volontà di raggiungere una esperienza di Fede autentica. L'esperienza di preghiera insieme agli "Amici di Gesù Crocifisso", è stata piacevole ed intensa. E' proprio nella riflessione sulla Croce, infatti, che è possibile stringere un legame indissolubile con il Cristo Risorto facendo della propria religione non una semplice e superficiale impostazione culturale trasmessaci, ma una autentica scelta di vita. Il messaggio della croce è il messaggio dell'amore di Dio, per gli uomini. Egli si è fatto carne per noi, per noi Gesù ha sofferto, per liberarci dai nostri peccati ed indicarci la strada della vera salvezza. Solo contemplando la Passione di Gesù e partecipando vivamente ad essa è possibile aumentare quotidianamente e rinnovare costantemente la nostra Fede, scudo indispensabile per non perdersi e non lasciarsi sopraffare dagli eventi. La vita di ciascuno di noi è infatti piena di difficoltà, di croci piccole o grandi, che devono essere portate. Tuttavia in questo percorso non siamo mai soli. Gesù le ha sperimentate per noi, prima di noi e le ha vinte. così, ogni volta che siamo in preda all'angoscia o pieni di dubbi, è sufficiente trascorrere con lui qualche attimo nel getsemani e come lui vincere la tentazione pregando più forte.

gesù ci ha insegnato che con la Fede è possibile superare ogni prova ed ogni difficoltà. Attraverso la sua Passione Egli ha redento l'umanità sconfiggendo la morte attraverso la sua Resurrezione. La sofferenza di Cristo ci insegna che è proprio nella Croce, che è possibile manifestare l'Amore autentico e reale, l'Amore perfetto. E' nel sacrificio, nello spendersi per gli altri, nell'amore e nella misericordia, che la nostra esperienza di vita acquista un senso, un fine ultimo, senza il quale tutto sarebbe vano. In questo è racchiuso il messaggio di Gesù Crocifisso e Risorto, nel suo ultimo comandamento per noi:"amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi". Il messaggio cattolico è riassumibile in questo semplice ma potente comandamento, da cui scaturiscono in via necessaria tutti gli altri. Quello di Gesù è un messaggio di speranza, un messaggio di amore, il lieto annuncio che consegna la salvezza attraverso la FEDE viva nella sua persona, UNA e TRINA. Ogni volta che cadiamo possiamo guardare alla Croce, in quel momento il sacrificio di Gesù si rinnova per noi, ci libera e ci salva, ogni volta. Non esiste infatti un numero stabilito di volte in cui il Signore possa perdonarci. Egli ci accoglie infinite volte come un Padre amorevole, proprio grazie al sacrificio perfetto di suo Figlio Gesù. Nell'anno straordinario della Misericordia, l'augurio è che ciascuno di noi possa ripetere nel proprio piccolo e con le persone con cui viene a contatto, l'atto di Amore e Misericordia di Gesù per noi. non si può pretendere di essere perdonati, se non si è capaci di perdonare. non si può chiedere di essere amati se non impariamo ad amare. non possiamo chiedere aiuto se non siamo disposti ad offrire aiuto al nostro prossimo.


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Osservare la Croce, riflettere sulla Passione Morte e Resurrezione di Gesù, è la via maestra per imparare a perdonare, ad essere caritatevoli con gli altri e ad amare. Solo così la nostra vita sarà ricca di Pace, Speranza e Amore anche in mezzo alle difficoltà. Nella certezza che il nostro Padre Misericordioso non ci affiderà mai alcuna Croce che non siamo in grado di portare e vincere. Alessandra dal verbale consiglio di Fraternità 15 aprile 2016 Questa sera il Consiglio di Fraternità ha deciso di allargare il Consigliocon tutti i presenti all'incontro. Padre Luciano Assistente Nazionale degli A.G.C. ci ha inviato la relazione dell'incontro tenutosi alla Madonna Della Stella il 5-6 aprile per costituire un percorso di coordinamento tra i movimenti laicali e definire le relazioni tra la nuova Provincia MAPRAES ed i laici Passionisti. I laici sono "passionisti", non perché ricordano la Passione di Cristo,( la Passione del Signore è l'annuncio della chiesa), ma perché lo ricordano nella modalità passionista, riconosciuta dalla chiesa. Il carisma è nato tra i laici attraverso il contatto e l'impegno di confratelli e la vicinanza ai conventi. I gruppi laicali passionisti condivideranno e accetteranno i fondamenti della vita dei laici passionisti, attraverso i 14 punti proposti dal coordinamento. Ognuno dei gruppi laicali deciderà se aderire come interessati ad un cammino di formazione spirituale carismatica oppure essere dei gruppi non interessati alla formazione coerente alla proposta. E' gruppo laicale di spiritualità e formazione quello che pone al centro, come motivazione e contenuto della propria maturazione cristiana nella vita secolare, la

"Memoria Passionis", secondo il carisma di San Paolo Della Croce e della nostra Congregazione. Chi aderirà farà parte della Famiglia Laicale Passionista dopo l'approvazione dell'autorità provinciale e non più Movimento Laicale Passionista. I prossimi incontri ci saranno per i religiosi il 19-20 aprile a San Gabriele Dell'Addolorata e per i laici a settembre 2016. Maria Rosa Fraccaro a tal proposito, ci ha inviato un pieghevole da girare tra i laici per pregare. "Chiediamo al signore di mandare il Suo Spirito e di vigilare secondo la Sua Volontà su quanti saranno chiamati a lavorare per il futuro dei laici della Provincia MAPRAES". Padre Luciano , ha chiesto di aggiornare e spedire gli indirizzi di posta elettronica degli iscritti di Fraternità. Le catechesi mensili del 2016 sono state molto utili e complete per la formazione ai ritiri. Ma è stata rilevata una difficoltà nella nostra Fraternità di alcuni iscritti per la durata. Pio il coordinatore suggerisce di leggere il riassunto che si trova sulla rivista, poiché le catechesi sono ben fatte e chiare. Il Consiglio di Fraternità si è concluso alle 23.00 con il Salve Regina. Rita Maraessa MoRRoVALLe Domenica 3 aprile 2016, presso il convento dei Passionisti di Morrovalle, si è svolto il ritiro mensile degli A.G.C. La catechesi verteva sul tema :” Gesù Misericordia del Padre : parabole della misericordia. “ Il nostro Assistente Spirituale P. Piergiorgio Bartoli ha suscitato un grande interesse per l' argomento trattato, con profonda risonanza interiore in tutti gli ascoltatori,

facendoci riflettere riguardo la nostra misericordia verso i " Crocifissi" e suscitando vari interventi. Per la nostra fraternità é stata una giornata doppiamente gioiosa perché 10 nostri fratelli hanno ricevuto la consacrazione nel corso della S. Messa che si è svolta nel pomeriggio alle ore 15. Per la prima volta si sono consacrate a Gesù Crocifisso : Maria Rosaria Cesetti e Daniela Alessandrini. Hanno rinnovato la loro consacrazione :Formentini Giuseppina, Giannini Nazzareno, Campetella Maurizio, Pievaroli Lucia e Scoponi Rossella ed infine hanno emesso la consacrazione perpetua Mosca Cinzia e due anziani coniugi ,Persechino Antonio e Quacquarini Cecilia, che sono riusciti a partecipare malgrado problemi di salute ed erano molto felici ed emozionati. Un momento assai commovente è stato quando uno dei consacrati, nella preghiera dei fedeli, ha ricordato il fondatore del movimento, il nostro carissimo P. Alberto, che per la prima volta non era con noi. Tutti noi presenti alla funzione, abbiamo percepito la Sua presenza con la certezza nella fede, che dal cielo ci benediceva e pregava per noi. Grande è stata anche la commozione del P. Piergiorgio che come nostra guida spirituale, per la prima volta ha ammesso questi nostri fratelli nella famiglia Passionista. La giornata si è conclusa con un momento di festa insieme ai presenti delle altre fraternità. Nell'occasione abbiamo festeggiato anche il compleanno di P. Piergiorgio con una piccola torta e tanti auguri. Marika e nadia


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I consiglieri Marika, R i t a , Germana, N e l l o L a u r a , Mariella.

testimonianza Domenica 3 Aprile ho fatto la mia prima Consacrazione, è stata una giornata intensa, piena di emozioni. Sono 6 anni che frequento il gruppo AGC e quest'anno il MLP mi ha chiesto se volevo fare la consacrazione, e subito ho risposto che avrei accettato. Ero molto preoccupata prima di fare la consacrazione, credevo di non essere all'altezza ma poi sono stata aiutata dagli amici e dagli assistenti del nostro gruppo, e per questo li ringrazio. Ho provato una sensazione di rinascita a vita nuova. E ora è come se avessi una marcia in più. Mi impegnerò a vivere questo anno da consacrata, ad accettare il peso della Croce e a vivere sentendo la presenza di Gesù che vigila e cammina con me facendomi sentire protetta e sicura. Daniela Monte S. Giusto Dal ConSiGLio eSeCUtiVo Morrovalle 09/04/2016 presenti: p. Luciano Temperilli ass. naz.le – Pio Calvarese presidente AGC – la segretaria M. Grazia Coltorti

1° punto) Andamento fraternità Dopo un momento di stasi probabilmente dovuto al cambiamento degli assistenti, le fraternità hanno ricominciato a riunire i propri consigli e dunque stanno ricominciando ad arrivare i verbali ad eccezione di Madonna della Stella, Porto sant’Elpidio, Roccaraso, Trasacco. Queste fraternità sono formate da persone dislocate in un territorio molto ampio e quindi distanti fra loro con la conseguente difficoltà a partecipare ai vari incontri. A questo proposito viene segnalato che San Tommaso e Castellano faranno un solo incontro al mese anche per agevolare l’assistente padre Gabriele che sarà presente per la catechesi. Per quanto riguarda la fraternità di Montecosaro (sono rimaste pochissime persone) l’assistente padre Gabriele ha preso la decisione di aggregarla alla fraternità di Morrovalle e pertanto gli incontri d’ora in avanti saranno uniti. Trasacco: ormai nota la difficoltà che suor Emanuela riscontra nel portare avanti la fraternità dovuta alla non accettazione dei gruppi da parte del parroco. Per quanto riguarda il ritiro mensile di Morrovalle si è notato un calo di presenze e quindi viene ribadito nuovamente il dovere di far sentire alla propria fraternità l’importanza

di questo appuntamento quale momento di unione di tutto il movimento. Padre Luciano ancora una volta ci ricorda che il nostro movimento è laicale e pertanto dobbiamo essere noi laici i protagonisti, i trainatori; i religiosi sono sempre di meno e sempre più impegnati quindi a loro toccherà solo il compito di consiglieri spirituali. 2° punto) Peregrinatio crucis 2016 E’ andata molto bene in tutte le fraternità; i crocefissi durante la quaresima hanno girato per le famiglie della parrocchia a volte accompagnati perfino dai parroci. In alcune fraternità ci sono state serate di preghiera con vari gruppi ecclesiali riuniti davanti al crocefisso. 3° punto) festa del 19/03 organizzata dal gruppo delle famiglie e festa del 6/1 presso il ricovero degli anziani. Queste due iniziative sono sempre ben riuscite e gradite anche se risulta scarsa la partecipazione delle varie fraternità. 4° punto) Consulta dei laici Il consiglio esecutivo è venuto a conoscenza che alcuni fra gli AGC partecipano alla consulta dei laici presso il Vescovo; queste persone verranno contattate dall’ass. naz. Padre Luciano per informazioni più precise a riguardo. 5° punto) giornata di spiritualità 2016 Sarà impostata come il “Giubileo degli AGC” presso il santuario di San Gabriele dell’Addolorata tanto che prima della messa tutti i partecipanti passeranno per la “Porta Santa”. Saranno presenti: il padre provinciale Vaninetti che celebrerà la messa, padre Leone Masnada per la conferenza e padre Antonio Brambilla. Per l’organizzazione si rimanda al prossimo consiglio. Varie ed eventuali: -si ricorda la messa per Santa Gemma Galgani presso le suore di


notIzIe VArIe

Loreto il 13/05/2016 che verrà celebrata da padre Bruno De Luca. - padre Luciano fa una breve relazione sul fondo cassa del movimento e spese sostenute; - Pina Bara della fraternità di Civitanova M. fa sapere che essendo titolare di un servizio postale

provvederà a consegnare porta a porta i giornalini di Civitanova e Macerata. Infine padre Luciano legge la relazione dell’incontro tenutosi il 3 e 4 aprile 2016 degli assistenti spirituali (padre Luciano Temperilli – padre Antonio Brambilla e padre

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Leone Masnada) dal quale è scaturita la “PROPOSTA DI COORDINAMENTO DEI GRUPPI LAICALI PASSIONISTI”. Prossimo esecutivo: 14/05/2016 Il consiglio termina alle ore 12,00. Mariella

SeMinARio SULLA MiSeRiCoRDiA SCoRSo PReSSo LA PontiFiCiA UniVeRSità Interessante

e

formativo

come sempre, il seminario svoltosi il 18 aprile scorso presso

la

Pontificia

Università Lateranense , organizzato dal nostro carissimo p. Fernando Taccone, responsabile della Cattedra Gloria Crucis, con il titolo "MISERICORDIA " "Dal dramma della passione di Cristo". La parola "misericordia"deriva il suo nome dal dolore per il "misero". Tutt'e due le parole sono presenti in questo termine: miseria e cuore. Quando il tuo cuore è toccato, colpito dalla miseria altrui,ecco, allora quella è misericordia . (Dall'intervento di S.E. Mons. Enrico prof. Del Covolo). Altri intervenuti, Mons. Giacomo Morandi, prof.Sabatino Majorano, p. Adolfo Lippi cp, ed eccezionalmente il Cardinale Walter Kasper con " La Croce- culmine della rivelazione della misericordia di Dio".Faremo tesoro di quanto abbiamo ascoltato e lo condivideremo con i nostri fratelli di cammino, affidandoci alla nostra Patrona Santa Gemma Galgani,della quale si è parlato anche in questa occasione. Un "grazie di cuore" al Signore e a quanti ci danno la possibilità di vivere questi momenti dal profumo di "fede, speranza e carità".


GIORNATA DI SPIRITUALITA' A.G.C.: il 3 luglio 2016 a San Gabriele ci sarà il "GIUBILEO DEGLI A.G.C." Nella giornata avremo la possibilità di attraversare la Porta Santa. Ci saranno il Padre Provinciale Vaninetti, Padre Leone Masnada e Padre Antonio Brambilla. P. Francesco e Pio invita tutta la Fraternità a partecipare e invitare anche parenti e amici. La festa di santa Gemma Galgani si terrà dalle monache passioniste a Loreto il 13 maggio alle ore 21.00 con padre Bruno

rItIrI 2016 misericordiosi come il padre ritiri mensili 2016 • 10 gennaio • 14 Febbraio • 6 marzo • 3 aprile • 8 maggio • 12 giugno giornata di spiritualità • 3 luglio • 16/20 agosto esercizi spirituali per tutti s.gabriele • 16/20 agosto esercizi spirituali per Famiglie madonna della stella • 11 settembre • 2 ottobre • 13 novembre • 11 dicembre

meditazioni mensili 2016 • gennaio n. 1 un dio Fatto uomo • febbraio n. 24 il comandamento nuovo • marzo n. 13 oFFro la mia vita liberamente • aprile n. 3 lo sguardo Fiso su gesu' crociFisso • maggio n. 52 ecco tua madre • giugno n. 21 questo e' il mio corpo dato per voi • luglio n. 5 l’agnello pasquale: il sangue cHe salva • agosto n. 59 la pietà • settembre n. 63 riaperte le porte del cielo • ottobre n. 69 maria e l'obbedienza nella Fede • novembre n. 57 emise lo spirito • dicembre n.19 li amò sino alla Fine: la lavanda dei piedi

SOMMARIO 2. p. leone masnata 3. p. gabriele cingolani 4. p. gabriele cingolani 5. p. roberto cecconi 6. p. tito paolo zecca 7. ***** 8. ***** 9. ***** 10***** 11***** 12. **** 13. ****

verso l’assemblea generale dei laici passionisti la regina e madre di misericordia misericordia della croce della “misericordia” meditiamo sul mistero pasquale s. vincenzo strambi e la divina misericordia santa gianna beretta molla Festa insieme dalle Fraternità testimonianze testimonianze testimonianze testimonianze calendario amici

Maggio - Giugno 2016 – Anno XVII n. 3 Autor. trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. Post. d.353/2003 (l. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, Comma 2, dCb Macerata. editoriale eCo srl - C. c. p. 11558624 dir. tonino taccone – red. P. l. temperilli Mad. d. Stella 06036 Pg – 3336998356 - temperlu@libero.it http://www.amicidigesucrocifisso.org


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