rivista AGC novembre dicembre 2016

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Amici di Gesù Crocifisso Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

In caso di mancato recapito inviare al CPO di Macerata per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Novembre - Dicembre 2016 - Anno XVII n. 6


CARI AMICI

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Luciano Temperilli

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ARI AMICI,

scrivo queste righe dopo la paura del terremoto del 26 ottobre che ha causato paura e sgomento in tanti di noi che hanno avvertito la scossa. Credo che, passata la paura, dobbiamo riconoscere che il nostro piccolo pianeta inquieto ci ha dato l’occasione per ricordare quanto fragile sia la nostra vita. E’ come un’ombra l'uomo che passa e come un soffio sono i nostri giorni (Salmo 38/39). Sappiamo però che Dio si ricorda di noi ci ha coronandoci di gloria e di onore (salmo 8), conta i nostri capelli perchè valiamo più di molti passeri (cfr. Lc 12). C’è un contrasto innegabile tra la nostra umana esperienza e il desiderio del cuore. Sappiamo, in fondo, che questa è la vita, che così va il mondo, che così è la nostra inquieta terra ma non ci rassegniamo. Coltiviamo, in fondo al cuore, il nostro desiderio di felicità e la speranza di un mondo migliore. A noi credenti e facenti parte della famiglia passionista viene incontro la grande risposta che Dio ci ha dato in Gesù crocifisso e risorto. Lì troviamo il fondamento della nostra speranza e dell’umana solidarietà verso i crocifissi. D’altra parte stiamo vivendo l’anno della misericordia. Abbiamo avuto più occasioni per riflettere e per confrontarci su questo “nome di Dio” e sull’invito ad essere come il Padre. I ritiri e gli esercizi spirituali quest’anno ci hanno aiutato a vivere questa dimensione della vita cristiana (cfr. pag. 7 e ss.). Dobbiamo saper contare i nostri giorni (salmo 89) per raggiungere

quella sapienza del cuore. E l’invito del salmista giunge ancora una volta opportuno, per noi, sia per quanto succede sia per quanto è successo. E’ un anno che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo la perdita P. Alberto. Il ricordo del suo transito, pur nel dolore della perdita, deve essere un’occasione per fare “memoria”, come dice spesso papa Francesco, di coloro che ci hanno permesso di scoprire o riscoprire il Signore, perché questa scoperta o riscoperta può e deve essere la gioia della nostra vita. E’ quanto vorremo celebrare il 18 dicembre a Morrovalle nel fare memoria della persona del P. Alberto. Il Consiglio Esecutivo farà sapere presto le modalità di partecipazione nella speranza che siamo in tanti per ringraziare il Signore del dono del P. Alberto. La nostra vita va avanti. Si è tenuto recentemente il Consiglio Nazionale per il rinnovo del Consiglio Esecutivo e l’elezione del Presidente. Troverete tutto a pag. 14. Il mio intervento e quello del superiore regionale, P. Dario, ha sottolineato la difficoltà di questo momento sia per gli AGC sia per i religiosi passionisti per i cambiamenti in corso e, soprattutto, per il ridotto numero del personale disponibile. Questo invita tutti ad un maggiore impegno ed una migliore testimonianza perché siamo al servizio del regno di Dio e perché abbiamo “segni” che il carisma della passione interroga e consola tante persone. La nostra testimonianza diventa un vera opera di misericordia spirituale. In questo CN è stato approvato il pro

gramma di massima pe il prossimo anno. Lo troverete nell’ultima pagina di copertina. Per la catechesi ci è parso opportuno ascoltare quanto ha detto il papa al Convegno della Chiesa Italiana, a Firenze, di tornare a riflettere sulla sua esortazione “Evangelii gaudium”. Ringrazio qui tutti i collaboratori, consiglieri spirituali, responsabili delle fraternità, i componenti del CE, per il lavoro svolto. Ringrazio quanti hanno accettato o riaccettato il sevizio del CE e Calvarese Pio per il rinnovato impegno, accettato con generosità. Incoraggio le fraternità , nel rinnovare i responsabili, a scegliere sempre persone che abbiano passione e tempo per il servizio ai fratelli e alle sorelle dl gruppo, con pazienza e dedizione. Stimolo la partecipazione a queste rivista di collegamento e al sito degli AGC con testimonianze, articoli, esperienze etc…Vi prego però di mettere sotto le foto data, avvenimento e personaggi ripresi. Si avvicina il Natale. Mando i migliori auguri. Con quanti ci incontreremo avremo o occasione di farceli di persona e arriveranno, per quanti ho la mail, per posta elettronica. Faccio mie le esortazioni di S.. Paolo della Croce che in occasione del Natale, scrivendo ai religiosi, li esortava a “rinascere nel Divin Verbo ad una vita tutta santa, ricca di ogni virtù” per poter essere “delle pietre fondamentali”. Lui parlava della “pietre” della nuova congregazione noi possiamo augurarcelo per tutti gli appartenenti agli AGC. Essere pietre importanti, per Paolo, significava farsi “ancor noi bambini con esso, nascondendoci sempre più nel nostro vero nulla, umili, semplici come bambini,” perché “Dio si compiace di quelli che si fanno piccoli e diventano come piccoli fanciullini. Questi se li tiene nel suo seno divino e li allatta con quel latte divino e mosto dolcissimo del santo amore, che inebria chi lo beve, ma questa è una santa ubriachezza che fa divenire sempre più savio”. Il Signore ci faccia ubriacare, usando le parole di Paolo, del suo amore. Buon Natale!


MedItIAMo suL MIsteRo PAsquALe IL RIsoRto sIede ALLA destRA deL PAdRe IN quALItA’ dI CAPo e sALvAtoRe (At. 5,27-33) Roberto Cecconi

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arissimi “Amici”, in questo numero ci soffermiamo sul brano nel quale Pietro e gli altri apostoli annunciano con coraggio Gesù morto e risorto anche davanti al sinedrio, la massima autorità religiosa della Gerusalemme di allora (At 5,27-33): 27Li condussero e li presentarono nel sinedrio; il sommo sacerdote li interrogò 28dicendo: «Non vi avevamo espressamente proibito di insegnare in questo nome? Ed ecco, avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento e volete far ricadere su di noi il sangue di quest’uomo». 29Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. 30Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce. 31Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore, per dare a Israele conversione e perdono dei peccati. 32E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono». 33All’udire queste cose essi si infuriarono e volevano metterli a morte.

Losfondosucuièpostoilbrano Il testo evangelico che stiamo considerando è collocato all’interno di un brano più ampio che potremmo intitolare persecuzione contro gli apostoli (At 5,1742). Tutto inizia con il sommo sacerdote e quelli che stanno dalla sua parte (la setta dei sadducei) che fanno arrestare gli intimi di Gesù (At 5,17-18) per invidia (At 5,17). Durante la notte, però, un angelo del Signore libera gli apostoli dalla prigione e li esorta a proclamare nel tempio il messaggio evangelico (At 5,19-20). Il mattino seguente, le autorità religiose vengono a sapere che gli apostoli stanno insegnando al popolo (At 5,21-25). A questo punto, le guardie del tempio, dopo averli prelevati, li conducono davanti al sinedrio (At 5,26-27).

L’annuncio di Gesù capo e salvatore Il sommo sacerdote prende la parola e ricorda agli apostoli che era già stato comandato loro di non insegnare nel nome di Gesù (At 5,28). La più alta autorità religiosa di Gerusalemme fa riferimento ad un ordine che precedentemente era stato dato a Pietro e Giovanni e che, ovviamente, si estendeva anche agli altri apostoli: «ordinarono loro di non parlare in alcun modo né di insegnare nel nome di

Gesù» (At 4,18). Pietro, a nome di tutti, risponde – ribadendo quanto aveva detto nella precedente occasione in cui era comparso davanti al sinedrio assieme a Giovanni (At 4,19-20) – affermando che bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini (At 5,29). Detto questo, Pietro annuncia che Dio ha risuscitato quel Gesù che loro, i capi, hanno crocifisso appendendolo al legno della croce (At 5,30). L’apostolo prosegue proclamando che Gesù è stato innalzato alla destra del Padre come capo e salvatore. In altre parole, il Risorto, partecipe della signoria di Dio sul mondo, conduce, quale buon pastore, gli uomini verso la salvezza eterna. Gesù opera tutto questo suscitando nel cuore dell’uomo la conversione, ossia il pentimento del male commesso, sul quale scende il perdono di Dio.

Pietro conclude il suo discorso affermando che lui, gli altri apostoli e lo Spirito Santo sono testimoni «“di questi fatti”» (At 5,32).

Come intendere la testimonianza operata dallo Spirito? In primo luogo, Egli agisce nel cuore dei discepoli (cf. At 1,8; 2,11), li abilita alla predicazione, facendo loro comprendere la vera identità di Gesù, il suo amore per noi, la sua vittoria sulla morte, la sua partecipazione al governo di Dio sul mondo. In secondo luogo, la testimonianza dello Spirito ha un risvolto esteriore: si tratta dei carismi, doni particolari che la terza persona della Trinità suscita nei credenti e che rimandano al Risorto. È Lui infatti che, dopo essere stato innalzato alla destra di Dio, ha effuso lo Spirito sui credenti (At 2,33; cf. 5,32). Le parole di Pietro suscitano la reazione furiosa delle guide religiose del popolo che vorrebbero eliminare gli apostoli (At 5,33), perché si sentono minacciate dalla loro predicazione. Tuttavia Gamaliele, un dottore della legge stimato da tutti, riuscirà a placare il sommo sacerdote ed il sinedrio (At 5,34-42).

La Buona Notizia La persecuzione accompagnerà sempre l’attività missionaria della Chiesa. Tuttavia, le vessazioni che essa subisce a motivo di Cristo, per misericordia divina vengono trasformate in occasione di annuncio evangelico: «“metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza”» (Lc 21,12-13). robi.cp@libero.it

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GIuBILeo sINtesI e RICoRdI (I)

4 Novembre

A conclusione del giubileo della misericordia siamo in grado di prendere atto delle nuove luci che ha proiettato sulla teologia, la catechesi e la pastorale. 1. MIseRICoRdIA È IL NoMe dI dIo Il Dio che l’apostolo Giovanni definisce Amore (1Gv 4,8.16), da parte nostra va inteso come misericordia. Il Dio della rivelazione cristiana ha rapporti all’interno di sé perché è uno in tre persone. In quell’ambito infinito e misterioso non può aver luogo la misericordia perché le persone sono l’unico Dio, ognuna all’altezza dell’amore che dona e riceve. Ma quando un Dio così si comunica al di fuori di sé, quell’amore è misericordia perché nessuno è in grado di riceverlo o esigerlo. Questa impostazione dottrinale e catechetica può essere documentata da un excursus che va dalla creazione al mistero pasquale, dal nuovo futuro prospettato all’umanità dopo il peccato di Adamo, alla celebrazione della salvezza descritta nel libro dell’Apocalisse. Anche se la dimensione della misericordia non è molto accentuata nel comportamento del Dio dei patriarchi, essa spicca fin dall’inizio della rivelazione mosaica. Dio interviene nella storia perché mosso da misericordia. Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido. Ecco il grido degli israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto come gli egiziani li opprimono, (Es 3,7.9). E quando Mosè lo mette alle strette perché dica qualcosa sulla propria identità, e dia credenziali credibili per l’impossibile compito affidatogli, la risposta è una conferma e un chiarimento circa la misericordia. Io sono colui che sono, (id 3,14.) O òn, colui che c’è, che sta nell’umanità. Affermazione di presenza assoluta che non ammette dipendenza né limitazione alcuna. Un Dio che conosce l’essere umano e la sua storia, ci sta in mezzo, è attento al grido di chi soffre e lo difende da chi lo fa soffrire. Un altro modo di dire misericordia. L’excursus non può proseguire in questa sede, ma la rivelazione del

Gabriele Cingolani Dio-misericordia emerge ad ogni svolta della storia, come quando il popolo amato si sceglie come dio un vitello d’oro o mormora nelle prove della traversata del deserto. Rivela che la misericordia è la proprietà che più lo caratterizza e lo distingue dall’essere umano. L’intimo di Dio si rifiuta di abbandonare il popolo al suo destino per le troppe infedeltà all’alleanza: Il mio cuore su commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione. Non darò sfogo all’ardore della mia ira, perché sono Dio e non uomo, (Os 11,8-9). Appare chiaro che la misericordia è proprietà divina e non può appartenere all’uomo. Ma la rivelazione crescerà, finché un bel giorno il Figlio, volto umano della misericordia del Padre, verrà a dirci che anche noi possiamo diventare, nell’onda dello Spirito suo e del Padre, misericordiosi come il Padre, (Lc 6.36). 2. CReAtI e sALvAtI PeR MIseRICoRdIA, CI sALveReMo PeR LA NostRA CooPeRAZIoNe NeLLA MIseRCoRdIA. Dio che ci salva in Cristo nella sua misericordia, non porterà a compimento la nostra salvezza senza il nostro impegno di misericordia, cioè la pratica della fede che opera per mezzo della carità (Gal 5,6). Misericordia si chiama tutto quello che Dio compie per noi, e tutto quello che noi possiamo fare in risposta di amore. È il tema delle opere di misericordia corporali e spirituali, che papa Francesco richiama all’attenzione della chiesa e del mondo con il suo accorato magistero e ministero. Tutte sono basate sull’insegnamento e sul comportamento di Gesù, ma quelle corporali corrispondono anche a un preciso elenco riportato nel vangelo: Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi, (Mt 25,35-36). Da cui risulta che i verbi che condizionano la salvezza umana sono i più quotidiani del nostro linguaggio: mangiare, bere, accogliere,

vestire, visitare. Dio si rapporta con noi come Padre misericordioso. Noi possiamo rapportarci con lui nella misura in cui riusciamo ad essere misericordiosi. La nostra salvezza dipende non solo dal nostro rapporto con Dio, ma anche dal nostro rapporto con gli altri. La misericordia è allo stesso tempo il vertice della perfezione divina e il vertice della possibile perfezione umana. Difatti l’evangelista Matteo riporta in termini di perfezione (siate perfetti com’è perfetto il Padre vostro, 5,48) ciò che l’evangelista Luca preciserà in termini di misericordia (siate misericordiosi com’è misericordioso il Padre vostro, 6,36). La riflessione s’intreccia qui con la tematica del rapporto con i poveri e i bisognosi del mondo, altro aspetto-cardine dell’attuale discorso ecclesiale sotto l’impulso di papa Francesco. La nostra crescita nel rendere presente nel mondo la misericordia del Padre implica il nostro atteggiamento verso i poveri come categoria sociale o culturale, dato che la loro presenza è ormai maggioritaria nell’umanità, ma soprattutto come categoria teologica (EG n. 198), perché i poveri sono destinatari essenziali della nostra condivisione e della nostra testimonianza nella pratica delle opere di misericordia. La scelta di essere a favore dei poveri fa parte della nostra fede cristologica, cioè nel Cristo che si è fatto povero per noi. Dunque la nostra salvezza dipende anche dal rapporto con beni materiali, che non diventino idoli ma siano condivisi. Per la spiritualità passionista, che coglie nelle sofferenze umane la memoria della Passione di Cristo, la dimensione della misericordia deve diventare sempre più l’ambito della preghiera, formazione, rapporti e apostolato.


sINtesI e RICoRdI (II) Dicembre 3. LA MISERICORDIA NON È SOLO PERDONO DEI PECCATI Nessuna creatura può meritare l’amore di Dio. Dio è misericordia non solo perché perdona, ma perché ama senza poter avere da noi reciprocità adeguata. Chi non commette peccati o non ha bisogno di conversione (Lc 15,7) vuol dire che ha ricevuto misericordia più grande di chi ha bisogno del perdono dei peccati, perché è stato avvolto previamente nell’amore misericordioso di Dio. Fa già parte della festa degli amici di Dio e non invidia la festa chi vi è riammesso dopo le lacerazioni del peccato. Può accadere che anime devote si trovino poco sensibili al tema della misericordia perché in effetti non hanno rilevanti esperienze di peccato. Non ho peccati, non faccio nessun peccato, si sente ripetere di sovente. Nella misura in cui questo è vero, vuol dire che la misericordia divina accompagna queste persone con particolare tenerezza, il che esige più generosa corrispondenza. La Vergine Maria non si sentiva certo peccatrice – tanto più che s’era sentita chiamare piena di grazia, (1,28) – ma nel suo Magnificat loda Dio perché ha effuso la sua misericordia su di lei e su tutto Israele, (Id 1,50.58). Il fatto che certi santi si ritengano grandi peccatori si spiega con la loro nuova percezione del peccato in seguito alla più intima unione con Dio, che faceva loro giudicare in modo esagerato eventuali peccati precedenti anche solo veniali, e le inevitabili imperfezioni umane. Soprattutto erano tormentati dall’incapacità di rispondere all’amore da cui si sentivano attratti e consumati. La misericordia di Dio ci raggiunge non solo in quanto peccatori, ma semplicemente in quan-

5 Gabriele Cingolani

to creature umane coi nostri limiti, sofferenze e debolezze, peraltro conseguenze del peccato. Ridotti come siamo, dobbiamo fare immensa compassione al suo amore infinito. Gesù stesso, nel rivelarci il volto misericordioso del Padre, non si presenta preoccupato prima di tutto dei peccati. Si dice consacrato con l’unzione, cioè inviato speciale, a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, (Lc 4,18). La sua compassione – termine prevalente con cui il nuovo testamento esprime la misericordia – è rivolta ai malati d’ogni genere che gli si stringono attorno, ai soggiogati da dipendenze umilianti, alle folle abbandonate e affamate come pecore senza pastore, ai poveri in senso materiale e spirituale, alle madri o alle sorelle a cui muore una persona cara. Il suo rapporto coi peccatori è discreto, come di chi capisce senza parlare. Perdona e basta, perché sa che dinanzi al peccato le forze umane soccombono. Solo dinanzi al peccato dell’ipocrisia reagisce seriamente, e rivendica il suo diritto di perdonare chi trova disposto. Accetta la morte di croce per nostro amore ma senza metterla in rapporto col peccato. Lo faranno gli autori biblici, interpreti della sua morte e risurrezione, specialmente l’apostolo Paolo e l’evangelista Giovanni. 4. MIseRICoRdIA È IL NoMe dI tuttA L’AttIvItÀ PAstoRALe deLLA CHIesA Finora lo si riteneva supposto e implicito. Se la chiesa continua nella storia l’opera salvifica di Cristo, come strumento del Risorto e del suo Spirito inviati dal Padre, è ovvio che la sua attività catechetica, sacramentale e caritativa è nella linea della misericordia divina. La storia della santità della chiesa è storia di misericordia realizzata, mentre la storia delle miserie umane della chiesa dimostra che anch’essa ha bisogno della misericordia di Dio.

La consapevolezza che la chiesa è il primo spazio su cui si riversa la misericordia divina deve renderla consapevole della responsabilità di accogliere, impetrare e testimoniare misericordia. Dopo millenni in cui si è insistito nel denunciare il peccato, è ora di dare la precedenza all’annuncio della misericordia, come aveva dichiarato Giovanni XXIII all’inizio del Vaticano II. Il compito profetico della chiesa deve trovare nuovo equilibrio nella catechesi della misericordia. Un conto è dire: tu sei peccatore, se non ti converti vai all’inferno; altro è dirgli: Dio ti ama e vuole abbracciarti nella sua misericordia. All’intransigenza sulla norma generale deve succedere lo sguardo misericordioso sul caso particolare. Ci si lamenta che è scomparso il senso del peccato. Forse è più grave la perdita del senso della misericordia. Gesù mangiava coi peccatori senza parlare di peccato, perché sapeva che avevano bisogno di misericordia. L’umanità di oggi è ferita. Papa Francesco ha paragonato la chiesa a un ospedale da campo, e l’ha invitata a uscire per andare ad accogliere i feriti e per curarli, soprattutto con la medicina della misericordia. Le loro piaghe sono le piaghe di Cristo. Non bisogna aver paura di toccarle, di metterci il dito e di fasciarle. Sono le piaghe dolorose del Crocifisso, che alla cura della misericordia sono destinate a diventare le piaghe gloriose del Risorto. Il clima di misericordia dovrebbe diventare così intenso nei rapporti e nei servizi della chiesa, da proiettare il suo influsso sulla dimensione secolare del mondo. La nostra società ha rimosso dal linguaggio non solo il termine ma persino il concetto di misericordia, ritenuto sconveniente per la dignità umana. Eppure nessuno dei conflitti in corso – a livello interpersonale, familiare, nazionale e internazionale – potrà essere risolto senza la misericordia. Pertanto il valore della misericordia è la nuova atmosfera di speranza che lo Spirito sta creando nella chiesa e nell’umanità perché tutti possiamo scoprire la gioia di nuovi rapporti con Dio come figli amati, e tra di noi come fratelli e sorelle nell’amore, in cammino nella pace.


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BeAto doMeNICo BARBeRI deLLA MAdRe dI dIo Tito Paolo Zecca

Nella ricca costellazione dei santi e sante della Famiglia Passionista brilla di una particolare luce il beato Domenico Bàrberi (17921849). L’aspetto della misericordia che va sottolineato in questo beato è quello dell’apertura incondizionata verso i cosiddetti “fratelli separati” della comunione anglicana, sostenuta da una robusta carità intellettuale. Domenico visse e morì per l’unità dei cristiani. Il culmine di questo suo ardente anelito ecumenico è rappresentato dall’accoglienza da lui fatta nel seno della Chiesa Cattolica del più colto e celebre ministro anglicano di quell’epoca: John Henry Newman (+ 1890). Evento che avvenne l’8 ottobre del 1845 a Littlemore, presso Oxford, dove il Newman, con altri suoi amici anglicani, si era ritirato già dal 1842. Ripercorriamo brevemente il lungo cammino compiuto da Domenico fino a quella memorabile data. Era nato il 22 giugno del 1792 a Casale della Pace, presso Viterbo. I suoi genitori si chiamavano Giuseppe e Mariantonia Pacelli. Il bambino, ultimogenito, visse nella campagna viterbese che dava sostentamento a tutta la numerosa famiglia. Rimasto ben presto orfano di padre e poi anche della madre, venne accolto in casa dallo zio Bartolomeo, fratello della mamma, che lo portò a casa sua a Merlano, tra Viterbo e San Martino al Cimino. Anche qui si dedicò al lavoro dei campi ma non lasciò di interessarsi alle letture, per la sua

intelligenza molto acuta accompagnata da una felice memoria. Nutrì una certa affezione per una ragazza. Quando però verrà a sapere che essa era impegnata con un altro giovanotto, Domenico si sentirà libero e pacificato. Una fosca nube sembrò cadere su Domenico quando l’imperatore Napoleone, per rimpolpare i suoi eserciti, imporrà anche in Italia la leva obbligatoria attraverso l’estrazione a sorte dei coscritti. Per fortuna di Domenico e di suo fratello Salvatore, i loro numeri non uscirono al momento della leva. E’ notevole questo episodio della chiamata sotto le armi perché in questa occasione Domenico formulerà il primo proposito di farsi religioso se fosse riuscito a scampare al servizio militare. Nel frattempo egli conobbe i passionisti che, sempre per il dispotismo di Napoleone, come tutti gli altri religiosi e suore, erano stati cacciati dai loro conventi e monasteri. Alcuni di loro trovarono rifugio a Merlano, nella tenuta della famiglia di p. Giuseppe Molajoni (il quale in seguito sarà eletto vescovo di Nicopoli in Bulgaria). Domenico cominciò a frequentarli ed entrò in confidenza soprattutto con p. Giuseppe e p. Gioacchino Pedrelli. I due gli fornirono le coordinate per lo studio sistematico sia dell’italiano che del francese. La frequentazione di questi due ottimi religiosi fu decisiva per il discernimento vocazionale e la sua scelta di entrare tra i passionisti. Un’altra prova, però, attendeva Domenico. Il suo cuore si accese di interesse per un’altra ragazza. Solo a fatica, aiutato dal fratello Salvatore, durante la festa di santa Rosa di Viterbo, ebbe la forza interiore di sganciarsi da questa nuova forte attrattiva che si presentava con tutti i crismi di un matrimonio serio e benedetto da Dio. Ma il Signore aveva su Domenico altri disegni. Caduto Napoleone, e ritornati finalmente i passionisti nella loro case forzatamente abbandonate, Domenico cominciò a frequentare il ritiro di Sant’Angelo in Vetralla (VT), ancora carico dei ricordi del Fondatore, di suo fratello

Giovanni Battista e delle prime generazioni dei religiosi della Passione. Qui il Signore cominciò a farsi sentire in modo sempre più esplicito fino alla decisiva locuzione del 1 ottobre del 1814 quando, mentre pregava in chiesa davanti all’immagine della Vergine Maria, sentì assicurarsi che sarebbe diventato sacerdote e missionario, destinato per il Nord Europa e per l’Inghilterra. Questa locuzione fu talmente esplicita che Domenico non la dimenticherà mai e, nonostante tanti altri impegni nei quali venne chiamato una volta entrato in congregazione, non lo sfiorò mai il dubbio che si fosse trattato di una autosuggestione. Del resto egli non aveva nessun particolare interesse a privilegiare come campo di apostolato l’Inghilterra rispetto a tanti altri luoghi dove la messe era altrettanto molta e gli operai pochi o assenti del tutto. Domenico, oltre alle doti intellettuali e morali di cui era abbondantemente fornito, ebbe dal Signore insigni doni e carismi, soprattutto quelli dell’intelletto e della scienza, per cui era dotato di una prodigiosa fecondità nell’insegnamento, nella guida delle persone e nello scrivere. Purtroppo ancora oggi tanti suoi scritti sono rimasti sepolti negli archivi; le poche opere pubblicate finora ci rendono edotti della sua straordinaria perspicacia teologica e profondità mistica, che lo rendono uno dei teologi più acuti del suo tempo. Il filone della mistica mai del tutto estinto nella famiglia Passionista trova in Domenico un rappresentante di primo piano. Per questo, in quella piovosa notte dell’8 ottobre 1845 a Littlemore, il grande John Henry Newman, che sarà più tardi insignito con la porpora cardinalizia, e sarà anch’egli beatificato da papa Benedetto XVI nel 2010, ebbe il privilegio di essere accolto nella Chiesa Cattolica dal più insigne passionista del suo tempo. Due personalità spiccanti, due luminosi esempi della carità intellettuale che non può essere mai disgiunta dall’esercizio della vera misericordia. tpkoala@gmail.com


esercIzI spIrItuAlI sAN gAbrIele 16-20 Agosto 2016 testImoNIANze e rIsoNANze

Gli esercizi spirituali si sono appena conclusi e siamo pieni di euforia. Quest'anno ne eravamo 58 con Padre Lorenzo Baldella e Padre Bruno De Luca che ci hanno guidato. Fin dall'inizio ha aleggiato tra noi un profondo spirito di comunione che ha superato ogni aspettativa. L'argomento trattato era la "Misericordia" nella vita quotidiana di ognuno di noi. Tra le varie meditazioni sviluppate le più coinvolgenti sono state " Eterna è la sua misericordia" e " Misericordiosi come il Padre ( il perdono delle offese)". Le discussioni all'interno di ogni gruppo hanno messo in luce i vari aspetti del rapporto tra fratelli e la fragilità di ognuno di noi nell'affrontare il perdono e la misericordia verso gli altri. Infatti all'apparenza sembra facile perdonare, ma nella realtà si innescano diversi fattori che mettono in luce le debolezze della nostra natu-

ra umana (fragilità, orgoglio, superbia, egoismo). Fra tutte le note positive emerse, la più sentita è stata l'atmosfera di gioia e comunione che aleggiava fra noi e che ci ha agevolato nelle varie condivisioni, resa anche possibile dalla presenza del "Coro Misericordia", nato proprio durante i giorni degli esercizi. Il coro è formato da componenti della fraternità di Morrovalle, fraternità di Bari e la famiglia Cafà di Mascalucia (Catania). Un momento molto commuovente lo abbiamo vissuto il giovedì sera, quando Elia ed Emanuela ci hanno fatto dono, nella basilica antica, di un concerto in memoria di padre Alberto. E’ stato un evento che ha coinvolto tutti nel profondo. *** Il tema. Misericordiosi come il Padre, era scontato visto l'anno giubilare indetto sulla Misericordia da Papa Francesco. Padre Lorenzo

attraverso le sue meditazioni ci ha fatto riscoprire un Dio del Vecchio Testamento che non è punitivo ma ci tiene alla sua creatura. Dio non vuole che essa si allontani da Lui. Il nome di Dio è “Misericordia”. Nei lavori di gruppo è emersa la consapevolezza che ogni peccato, anche se piccolo, rompe l'armonia con Dio e con il prossimo. Nei lavori di gruppo ci siamo esaminati sul fatto se siamo capaci di andare incontro a tanti nostri fratelli che soffrono, vedendo in loro Cristo sofferente. Una bella sensazione di essere tutt'uno con l'intero gruppo dal quale mi sono sentita sostenuta, presa per mano, spinta a camminare. Quest'anno sono riuscita a cogliere lo stretto legame che c'è tra un passionista con la misericordia e che impegna, ciascuno di noi, a non giudicare e non condannare, a perdonare, a compiere opere di misericordia e a partecipare a qualche iniziativa diocesana o parrocchiale. Maria Noviello

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A San Gabriele gli esercizi si sono svolti con la massima organizzazione grazie al nostro Presidente che ha saputo dividere i vari compiti per la perfetta riuscita del tutto. L'ultimo giorno di permanenza, durante la Santa Messa, abbiamo pregato per Michele Malerba di Cosenza che rinnovava la sua Consacrazione a Gesù Crocifisso. Affermo di essere rimasta piacevolmente colpita, dal clima di solidarietà e comunione fraterna fra tutti noi, la gioia e la serenità si vedeva sui volti di tutti. Torno a casa con un po’ di nostalgia, ma arricchita spiritualmente per tutto ciò che ho appreso, e carica di forte volontà per proseguire su questo cammino, di fede e di speranza, e mi impegno di donare anche ad altri la gioia che queste esperienze preziose mi hanno dato. Germana

Misericordiosi come il Padre. È stato questo il tema del corso di esercizi spirituali svoltosi a San Gabriele dal 16 al 20 agosto u.s.. Padre Lorenzo Baldella ci ha magistralmente condotti nello studio – meditazione - preghiera della Parola di Dio con otto catechesi , partendo dalla misericordia di Dio Padre nell’A.T.. E’ stata per molti partecipanti una riscoperta in quanto siamo soliti considerare Cristo, l’unica fonte di misericordia. Così da Noè a Mosè abbiamo ripercorso la storia della salvezza e scoperto il Dio misericordioso, che non rompe mai l’alleanza con il suo popolo, una alleanza di eterna misericordia con l’uomo. Una storia meravigliosa, che abbiamo celebrato lodando il Signore con il salmo 136. E se è vero che ogni corso di esercizi spirituali deve potersi dire in qualche modo un pellegrinaggio, recitando in modo litanico suddetto salmo, ci siamo sentiti veri pellegrini con Gesù durante le feste ebraiche e con lui abbiamo esaltato la Misericordia del Signore. I salmi sono una preghiera con Dio , il colloquio infinito con lui in ogni stato d’animo nella speranza e nella disperazione. Perciò, dovendoci preparare al sacramento della riconciliazione, P. Lorenzo, nostra sapiente guida, ci ha preparato ad una contestuale meditazione sul salmo 51 , il così detto “miserere”. È stato letto e meditato in tutte le sue parti principali: “il peccato”, “la confessione e domanda di perdono”, “il desiderio e richiesta di un cuore nuovo” e la bellissima finale dell’orante, che si prepara davanti a Dio ad offrire un sacrificio per essere perdonato. Così preparati , pieni di fiducia nella misericordia divina e riconciliati nel sacramento , abbiamo iniziato il cammino della misericordia, recandoci con canti penitenziali nella chiesa di S. Gabriele per attraversare la porta santa . È stato un momento di intensa gioia e commozione, in quanto ciascuno ha percepito il calore dell’amore misericordioso del Signore. Noi laici passionisti non potevamo tralasciare la meditazione della Passione e non vedervi “la più grande e stupenda opera del divino amore” come si esprime il nostro fondatore S. Paolo della Croce. A tale necessità hanno dato risposta le catechesi di P. Lorenzo su Gesù Crocifisso, che hanno avuto come tematica: “Gesù Crocifisso, segno di misericordia e “il Crocifisso un’esistenza per gli altri”. Argomentazioni che hanno evidenziato la croce come “apice dell’amore” e la vita di Gesù “la misericordia crocifissa”. Imitarne l’esempio e le virtù esercitate nella sua vita è quanto necessita per diventare anche noi “misericordia”. Una parola che racchiude il binomio amore – perdono, nell’ottica di amare come Cristo ci ha amati. Non è facile e tale difficoltà è stata evidenziata durante il corso, che non ha mancato di offrirci i mezzi idonei per affrontarne la difficoltà. A tal fine, la Chiesa ci consiglia le opere di misericordia corporale e spirituale, che sono state l’argomento delle ultime catechesi, sintesi del tema del corso , un perfetto itinerario di fede. Infatti, si iniziava al mattino con la recita delle lodi per continuare in seguito la catechesi con l’adorazione eucaristica che P. Bruno De Luca, quale sapiente buon pastore, ci preparava ogni giorno ad integrazione delle catechesi collegate ad una mistica preghiera. La santa messa quotidiana era il culmine dell’orazione comunitaria, che i canti del coro, integrando mirabilmente il testo liturgico con elevato misticismo trasformavano, l’assemblea in un’unica voce orante. La giornata terminava con la recita dei vespri e a tarda sera con il rosario; era il momento in cui i figli affidavano alla “madre della misericordia” le domande insolute, le pene e le gioie della giornata. Il corso è stato per me un felice pellegrinaggio, vissuto insieme a tanti fratelli in un clima di condivisione e di gioia reciproca. Siamo partiti tutti con più ottimismo, fiduciosi dell’amore di Dio, che, non a caso, ci invita in questo anno giubilare, ad essere misericordia, poiché questo tempo di conflitti ha bisogno, più di ogni altro, di uomini di speranza, “misericordiosi come il Padre”. Margherita


esercIzI spIrItuAlI per coppIe mADoNNA DellA stellA 16-20 Agosto 2016 testImoNIANze e rIsoNANze Quest’anno alla Madonna della Stella ,abbiamo avuto la grazia di vivere giorni e notti presso il Santuario a lei dedicato dove i padri passionisti e in particolare padre Luciano ci hanno accolto in modo unico e generoso. Ci è sembrato veramente di essere a casa .Oltre alla straordinaria esperienza di vivere in comunione con le diverse famiglie che hanno partecipato, abbiamo ricevuto dai nostri giovani e giovanissimi una forte spinta ad andare avanti per la realizzazione del progetto di Dio su di noi sia come famiglie che come fraternità anche se a volte le prove non mancano .Il nostro relatore Robert Cheaib, docente di teologia presso diverse Università romane, catechista itinerante come si autodefinisce è un cristiano, marito e padre, innamorato della propria vocazione che, attraverso itinerari di vita vissuta e di studio approfondito e ampio, ci ha mostrato quanto sia importante vivere il matrimonio con la forza dell’amore. E’ molto più che vivere in coppia. E’ un avventurarsi in una realtà dinamica, dove nessuno dà per scontato l’altro come fosse un libro stampato letto e riletto ma una realtà dove scoprirsi è veramente un essere felici insieme. Mi hanno colpito molte riflessioni che via via egli ci ha rilevato. L'amore di tenerezza crea le condizioni per un rivelarsi reciproco. Chi lavora per acquisire un buon possesso di sé nella logica dell' essere, ha un rapporto libero verso le cose. E questo è un ottimo spunto per un nuovo inizio. M. Letizia AGC Civitanova Marche

La Madonna della Stella, quest'anno, mi ha dato l'impressione che abbia aperto un secondo capitolo della nostra storia! Abbiamo vissuto, rapporti diversi, emozioni diverse, nella consapevolezza che nonostante i nostri problemi, le nostre enormi debolezze, siamo cresciuti e abbiamo più fervore e determinazione nel portare avanti e far crescere ciò che il Signore, con l'aiuto dei suoi "servi amici", ha seminato nei nostri cuori in questi anni. La disponibilità e la ricerca continua di persone eccellenti da parte di p Luciano, fanno sì che la nostra formazione continui ad essere sempre più interessante e mirata alle esigenze di noi famiglie. Siamo partiti con nel cuore la nostalgia.....San Gabriele, padre Alberto.....inevitabile, ma come sempre, "Lui" ci viene incontro donandoci molto di più di ciò che era previsto. Ringraziamo di cuore chi ci ha accolto, formato, e servito con grande passione. Dio li benedica tutti!!! Fiorella

tutto coopera al bene una storia accaduta

È il 24 settembre e finalmente torno a casa. Più di tutti ho voglia di riabbracciare Stefano che ho visto l'ultima volta il 17 agosto. A casa riconosco ogni cosa, tutto è rimasto al suo posto come se fossi mancato solo i quattro giorni previsti dall'uscita. Il mio respiro però è diverso e racconta di giorni faticosi. Come ogni anno dopo ferragosto io, mia moglie e mio figlio Stefano (disabile dalla nascita) ci uniamo agli amici di Gesù Crocifisso per gli esercizi spirituali ed è un po’ un rifornimento di energia e di gioia da spendere durante tutto l'anno. Quest'anno per la prima volta non siamo a San Gabriele ma al santuario di Madonna della Stella. Dopo una piacevolissima serata passata insieme ai nostri amici andiamo a letto. La mattina seguente mi sveglio con qualche dolore allo stomaco e penso subito ad una cattiva digestione. Le ore passavano e io continuavo a stare male così Leonardo, Mauro e Sandro mi accompagnarono all'ospedale di Foligno. Al pronto soccorso hanno fatto difficoltà a decifrare i sintomi ma dopo un paio d'ore la diagnosi arrivò ... avevo un infarto in corso. Urgente il trasferimento all'ospedale di Terni per un guasto alla macchina con cui avrebbero dovuto eseguire un' angioplastica. Durante il viaggio i miei pensieri vanno a mio figlio Simone a Città del Messico per lavoro, a Jessica e ai miei nipoti, a Daniela e a Stefano e tutte le mie preghiere sono per loro. Signore dammi la possibilità di riabbracciarli, non sia fatta però la mia ma la tua volontà. Immediato l'intervento dei cardiochirurghi che mi hanno subito operato e trasferito nel reparto di terapia intensiva. Non finiva lì però perché avevo bisogno di un intervento per poter uscire. Circondato dall'affetto dei miei cari e dalle preghiere dei miei amici mi sono fatto coraggio. Due notti prima dell'intervento sono stato scosso dal terremoto che tanti angeli ha portato in cielo e ho pregato in cuor mio anche per loro. L'intervento subito il 25 agosto mi ha regalato tre bypass e altri cinque

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DAlle frAterNItA’

giorni di rianimazione. Uscito dalla rianimazione però qualcosa non andava. Una nuova crisi cardiaca, l’infartodi nuovo in corso e la coronografia urgente. Un'altra settimana in terapia intensiva. Il 6 settembre mi riportano in reparto dove c'è mia moglie ad aspettarmi. Sempre accanto a me fino al 10 settembre quando finalmente vengo spostato in un centro di riabilitazione cardiologica ad Amelia. Quindici giorni di riabilitazione in cui ho dovuto imparare a dosare le forze e risparmiare il respiro. Mi hanno insegnato a conoscere il nuovo me e a superare le mie paure, su tutte l'ansia di non farcela. Il 24 settembre finalmente torno a casa e riabbraccio i miei cari. Nel cuore in tutti questi giorni ho conservato la voglia di ringraziare tutti gli amici che per me hanno pregato, padre Luciano e padre Alberto che ho sentiti vicino allo stesso modo come se non ci fosse distanza fra questo mondo e il regno dei cieli. Con la preghiera ci si unisce in un solo, unico, caldo abbraccio con tutti. Quella sensazione di sentirsi portati in braccio dal Signore mi fa salire su ali d'aquila e mi fa trovare l'unico modo per ricambiare l'affetto di tutti, pregare per voi. Uniti nella fede di nuovo un grande grazie e un abbraccio a tutti. Aldo

uN’oRA dAvANtI AL tABeRNACoLo Giovedì 11 agosto è stato l’ultimo incontro, prima della pausa estiva, di UN’ORA DAVANTI AL TABERNACOLO. Questa iniziativa è partita nella nostra fraternità di Giulianova nel 2014. Come AGC, nella nostra parrocchia, ogni ultimo venerdì del mese siamo responsabili dell’Adorazione Eucaristica alle ore 17. Questo orario non permette a chi lavora di partecipare e quindi con l’accordo del nostro parroco Don Ennio e la benedizione di Padre Alberto da circa due anni ci ritroviamo, liberamente, due volte al mese , alle ore 21 circa per pregare il Signore. Ci disponiamo in semicerchio davanti al Tabernacolo, proprio per sentirci più vicini al nostro Amico Gesù! Iniziamo sempre invocando lo Spirito Santo e subito dopo dal libro “Voi siete miei amici” leggiamo un passo del Vangelo o altre preghiere .Sono stati preparati dei libricini e alterniamo gli incontri con : “Misteri dolorosi con Suor Faustina Kowalska”, “Senza di Te non sarei nulla”, “ Un’ora davanti al Tabernacolo”, “Eccoci Signore alla Tua presenza”. Vogliamo sottolineare durante questi incontri l’importanza della preghiera silenziosa davanti al Signore, lontano dai rumori della giornata. olga erasmi “CoN MAMMA AFRICA soNo CoMe Neve AL soLe” IN AFRICA CoN PAdRe FuLGeNZIo CoRtesI Non mi era mai capitato di soffermarmi su questo versetto: “Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo.” Gv 8, 9.Ad un certo punto tutti vanno via, resta solo la donna e Gesù. Che capolavoro di Misericordia! Questa immagine mi fa pensare al momento in cui ognuno di noi va dal sacerdote per confessarsi. Nel confessionale non c’è nessuno: solo io e Gesù. Lui non ha bisogno di testimoni, di giudici, ha bisogno solo di cuori pentiti. La Sua Misericordia è davvero immensa, è il momento dell’incontro tra l’umana natura di un cuore duro come la pietra e l’infinito Amore di Dio. Per me quest’anno è stato segnato proprio da questo incontro... Per noi ACG (Amici di Gesù Crocifisso), chiamati a vivere la vita consacrata e donata tutta a Gesù, è sempre un dono incontrare il Suo Amore. Solo così permettiamo al Maestro di modellarci a sua immagine. Questo è ciò che mi è successo prima di partire verso “Mamma Africa”. Sembrava mi stesse aspettando! Il Signore ha preparato il mio cuore rigenerato dall’incontro con la Sua Parola durante gli esercizi spirituali presso il Santuario “S. Gabriele dell’Addolorata” a Teramo. Mi ha inviato a donarlo nella terra dell’Amore. Si, questa è l’Africa per me: La terra dell’Amore. Poter raccontare ciò che i miei occhi han visto appena arrivato in Africa è davvero difficile.


DAlle frAterNItA’

L’idea dell’Africa mette in crisi già all’aeroporto in Italia, tutto era già in discussione di me stesso. Piccole paure mi hanno assalito e limiti si sono affacciati, superati però con forza di volontà: dovevo raggiungere la “Mamma”. Essa mette a nudo, scruta dentro e fa uscire ogni piccola cellula del tuo corpo. Ti piomba addosso un dolce “peso” e credo che chiunque abbia paura di fare i conti con se stesso, chiunque non sia in grado di sopportare questo peso forse è meglio che non parta per un’esperienza di questo tipo. Finalmente l’ho incontrata, sono in Africa! La “Mamma” ti crea sensazioni nuove e al tempo stesso mette in discussione tutte quelle che già vivi di tuo da una vita. Che strana sensazione essere avvolto da odori che di solito sono sgradevoli ma in quella terra assumono un fascino diverso. Proseguendo nell’esperienza mi accorgo che non esiste distinzione, non esiste nessuno che non porga un saluto ai passanti. Che sia un bianco o un nero, italiano, spagnolo, asiatico, africano, tutti salutano con un sorriso: l’arma più potente del mondo. L’Africa distrugge quella parte di te egoistica con i suoi sorrisi. Guardando intorno a me vedo, almeno secondo i criteri fittizi che ci siamo costruiti noi occidentali, un vita di degrado. Si, lì c’è la povertà, ma non è morte, per loro è “ESSENZIALITA’” .Camminando per le strade mi affaccio in un scenario variegato dove una casa quasi del tutto a pezzi è affiancata da un immenso palazzo brillante e nel bel mezzo di un mercato, decisamente poco indicato per i deboli di sorge un centro commerciale. È strano anche vedere correre i bambini inseguendo una ruota che rotola per terra di fronte ad un palazzo al cui interno c’è la Apple, Samsung, Sony. Si, l’Africa è un mixer di persone, cose, sensazioni, emozioni, delusioni, gioie, tutto però coronato dall’immenso Amore! L’incontro coi bambini del “Villaggio della gioia” è il vero incontro con Dio fatto carne. Nei loro occhi, sorrisi, abbracci e carezze, c’è tutto l’Amore di Dio; difficile restare immobile quando li vedevo correre verso di me. Mi stringono forte come se mi conoscessero da una vita e avviene così il miracolo della Misericordia di Dio. Nessun cuore, neanche il più duro, credo possa resistere a quell’amore e quindi sciogliersi come neve al sole. Sono loro i veri protagonisti del mio viaggio. Loro insegnano l’essenzialità! Uno scambio di due parole anche al buio, visto la poca luce, sono mille volte meglio di WhatsApp, Facebook e ogni sorta di social network. Questi “angioletti neri”, chiamati così dal loro papà e fondatore del villaggio Padre Fulgenzio Cortesi (missionario passionista), uomo innamorato di Dio, insegnano che è bello guardarsi negli occhi. Specchiare i propri sentimenti con quelli del tuo interlocutore, fare comunione non solo di parole, ma anche di gesti, sensazioni ed emozioni è la vera ricchezza che l’Africa ti dona. E’ stato straordinario vedere come erano felici quando per loro si “faceva qualcosa”. Il compito di noi volontari è stato quello di pitturare le case-accoglienza, le stanze, dando una semplice rinfrescata. Per loro è stato come aver costruito una nuova casa. Ogni tanto, usciti prima da scuola, venivano a vedere noi mentre lavoravamo. Le loro bocche aperte dallo stupore erano la vitamina che ci dava energia. Finire la giornata di lavoro sapendo che tornati in ostello avremmo trovato fuori tutti i bimbi, era la medicina contro ogni stanchezza. Era una gioia immensa vederli ridere perché con la vernice eri ancora più muzungu (bianco). Ricordo quando ero piccolo in televisione andavano sempre in onda, da parte di associazioni, spot di sensibilizzazione sociale: “Aiuta l’Africa”, io credo invece che “(ti) Aiuta l’Africa”. Essa cambia dentro, ti aiuta a tornare ad amare. Rientrando in Italia noto la nostra povertà e mi consolo col film di San Francesco (la versione interpretata da Raul Bova). Quando però Francesco arrestato e messo in carcere chiede allo sconosciuto che sta nella cella accanto alla sua (Frate Leone), come si può vivere ciò che è scritto nella bibbia, il detenuto gli risponde: “Amando ogni cosa su cui si posa il tuo sguardo”, per un attimo sono tornato dalla “Mamma”. Questo mi ha insegnato l’Africa: ama senza riserve, dona tutto te stesso per questo amore. In cambio avrai solo un abbraccio, una carezza, ma nel cuore avrai una certezza: quello è l’abbraccio e la carezza di Dio! Nicola de Candia

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sANtA MessA dA tIZIANA Lunedì 22 agosto alcune sorelle della nostra fraternità e una piccolissima rappresentanza della fraternità di S. Nicolò ci siamo recate (come quasi ogni anno) dalla nostra amica aggregata Tiziana Malizia. Tiziana è gravemente ammalata da diversi anni ormai; attualmente parla poco e non ricorda più. E’ una consacrata perpetua per mano di Padre Alberto. Vive con il fratello Domenico, la cognata Anastasia che la cura con grande dedizione e i nipotini Rachele e Francesco; erano presenti le altre sorelle tra cui Suor Pia Regina, suora Passionista. Ci siamo ritrovate con parenti e amici nella cappellina di famiglia costruita proprio adiacente la loro casa di campagna. Padre Francesco ha celebrato la Santa Messa e lì in quel piccolo luogo “santo” abbiamo ricevuto la testimonianza dell’amore di Dio che si manifesta nell’accudire gli ammalati. In questo giorno ci sono state tre bellissime ricorrenze: la Chiesa ricorda la Beata Vergine Maria Regina; 8 mesi dalla dipartita di Padre Alberto e in ultimo ma non meno importante, proprio il 22 agosto 1856 durante una processione, la chiamata alla vita religiosa del giovane Francesco Possenti, poi Gabriele dell’Addolorata. Tanti motivi di gioia per questa particolare celebrazione!

RoCCARAso

Da noi, come in tutte in tutte le nostre Fraternità degli AGC, si celebra mensilmente una S. Messa in suffragio del nostro amatissimo Padre Alberto. Il 22 agosto volta la S.. Messa è stata celebrata nel Santuario della Madonna della Portella così chiamata per la posizione geografica che la pone alle porte dell’Altipiano delle Cinque Miglia sull’antico tratturo dei pastori transumanti. La devozione del santuario è legata ad una immagine scolpita nella pietra raffigurante la Vergine con il Bambino che in un giorno non identificato veniva portato a spalla da un pastore di Scanno che tornava a casa dalle Puglie. Secondo la tradizione, nei pressi di una antica chiesa il peso della pietra divenne improvvisamente insostenibile e tale fenomeno fu interpretato come un segno della volontà della Madonna che la icona fosse deposta nella vicina chiesa. Grande è la devozione dei paesi vicini Rivisondoli, Roccaraso, Pescocostanzo, Pietransieri. Proprio in questo ridente Santuario alla presenza di tutti gli AGC dei tre paesi Don Daniel Arturo Cardenas, parroco di Rivisondoli durante il Sacrificio Eucaristico ha ricordato Padre Alberto e il suo Ministero svolto all’Insegna del Crocifisso. Tutti i viandanti che entrano si trovano avvolti da silenzio e da pace. All’uscita tutti possono leggere su lapide scultorea quanto segue: O PASSEGER-CHIUNQUE TU SIA-SOSTA PER MORMORAR-AVE MARIA-TI SEMBRA COSI ‘DI ESSERE BAMBINO-E RIVEDRAI-LA MAMMA A TE VICINO-SOSTA E SOGNA :LA MENTE RASSERENAE DISACERBA-OGNI SEGRETA PENA… O PASSEGGER-RIPRENDI LA VIA-ED ACCANTO-AVRAI LA VERGINE MARIA.

Riccardo


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IL P. GeNeRALe A FossACesIA Il Superiore generale col suo consiglio è venuto a Fossacesia per gli esercizi spirituali annuali. Si è incontrato con gli AGC . Dietro loro richiesta ha tradotto in inglese la Promessa

A PRoMIse oF Love o Jesus my crucified beloved, the very fullness of charity and mercy, I praise and thank you for the eternal love which which you have loved me. dear Jesus I want to love you alone and hand over to you all the love of my heart. I renew my promise of love to you through the hands of Mary and with every beat of my heart. Grant that I may love you and make you loved. Grant that my life may be one continual act of love and make me live constantly performing acts of love. May I always put You in the first place and find in You my true peace. teach me to love all others, but especially the crucified, in You, with You and for You. I give myself completely to You and abandon myself into your arms; then do with me whatever You will. My crucified Jesus, I love you; have mercy on me, a sinner. Mary my most sweet mother through your motherly intercession help me to be always faithul to this promise of love. May I die, still loving, in your maternal arms. Amen. the friends of Jesus Crucified.

uNIveRsItÀ LAteRANeNse: GIuBILeo CAttedRA GLoRIA CRuCIs Bellissima giornata il 5 ottobre a Roma con il nostro gruppo degli Amici di Gesù Crocifisso. Altre persone si sono aggregate per vivere insieme a noi il Giubileo della cattedra ''Gloria Crucis'', avente come direttore il P. Fernando Taccone, a noi molto caro per gli insegnamenti che ci ha dato in questi anni di cammino e che continua ad offrirci invitandoci sempre ai vari seminari da lui organizzati. Le ore sono state scandite da momenti emozionanti, a partire dall'udienza del Papa, il suo passaggio tra noi , il suo saluto a tutti i presenti sotto un sole inaspettato. A seguire , il passaggio della Porta Santa in San Giovanni in Laterano, pranzo, poi tutti nell' Aula Magna dell'università accolti anche dal Rettore della Lateranense, S.Ecc. Mons. Enrico Del Covolo per trascorrere insieme un piacevolissimo pomeriggio a suon di musica con una Corale di Rimini accompagnata da fisarmoniche: veramente straordinaria! Anche il rientro a casa è stato divertente, in pullman dopo il rosario, una serie di... sante barzellette.


sINtesI deL veRBALe

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xxvII CoNsIGLIo NAZIoNALe AMICI dI Gesu’ CRoCIFIsso MoRRovALLe 22 ottoBRe 2016

Presenti: P. Dario di Giosia Superiore Reg.le; P. Luciano Temperilli Assistente Naz.le; Consiglio esecutivo; P. Federico Di Saverio, P. Gabriele Ranocchiro, P. Piergiorgio Bartoli, P. Lorenzo Baldella, P. Tito Paolo Zecca, Suor Emanuela, Vito Serafino Assistenti Spirituali; Coordinatori e vice di Fraternita’ e Gruppo delle famiglie. L’incontro ha inizio alle ore 9,30 con la preghiera delle lodi di san Giovanni Paolo II presiedute dal P. dario di Giosia: il Padre Dario nel salutare tutti ha ricordato come ci ritroviamo dopo un anno in cui sono cambiate molte cose, sia per gli AGC che per la congregazione. L'ultima in ordine di tempo è la partenza di P. Bruno De Luca, Vice Ass. Naz.le, per il Santuario del Beato Pio Campidelli. In questa giornata la Chiesa fa memoria del Santo Papa Giovanni Paolo II e noi lo vogliamo ricordare in particolare per il ruolo svolto nei confronti dei laici Padre Luciano temperilli: sottolinea come a tutti manca molto la presenza di Padre Alberto. La Congregazione, vive un momento di cambiamento di cui risente necessariamente anche il movimento AGC. Tra la fine del 2016 e il 2017 ci saranno degli incontri per cercare di delineare il rapporto di collaborazione dei laici passionisti e i religiosi. P. Luciano ha poi ringraziato tutti i collaboratori che lo hanno aiutato ad entrare nella conoscenza degli AGC. Propone di formare un specie di "consiglio dei saggi" composta dai vecchi collaboratori della prima ora, come gli ex-presidenti degli AGC, per avere supporto, consiglio e memoria storica della vita del movimento. - Pio Calvarese: dopo aver salutato e ringraziato i presenti, invita tutti a condividere il cammino fatto in questo anno per mettere a fuoco le cose positive e anche quelle negative. Invita gli anziani a rimanere vicini al movimento. Siamo presenti in 5 regioni e stiamo crescendo anche in Sicilia. oRdINe deL GIoRNo: • RINNovo CoNsIGLIo NAZIoNALe e eLeZIoNe PResIdeNte AGC: Dopo aver spiegato il regolamento delle votazioni, si procede all’appello e alla verifica degli aventi diritto al voto nel Consiglio Nazionale. Il nuovo Consiglio Esecutivo, di 8 componenti più l’Assistente nazionale risulta così composto: P. Luciano Temperilli, Assistente nazionale Calvarese Pio, confermato Presidente Coltorti Maria Grazia, Maraessa Rita, Gironelli Sonia, Cipolletti Laura, Fragola Nello, Germani Germana, Mosca Cinzia. Prima riunione del nuovo consiglio esecutivo sabato 26 novembre alle ore 9.30 presso il convento di Morrovalle.

sItuAZIoNe deLLe FRAteRNItA':

Si ascoltano le varie Fraternità presenti tenendo conto che la maggior parte di esse ha già inviato una breve relazione. Bari ricorda che il 13 novembre ci saranno le consacrazioni e che la loro è una Fraternità abbastanza giovane e rivolta ai giovani. Fossacesia procede bene anche per la valida presenza del P. Tito. San Nicolò presenta la nuova coordinatrice neoeletta e ricorda che il 29 ottobre ci saranno le consacrazioni. Molviano con P. Federico informa che si sta strutturando una nuova Fraternità dalle ceneri di Villa Lempa. Trasacco procede in collaborazione con il parroco e cercando di fare breccia nelle coppie giovani che frequentano la scuola materna. Madonna della Stella sta riprendendo bene il cammino, dopo la dipartita del P. Adalberto, con collaborazioni di animazione con il Santuario. Roccaraso sottolinea una certa crescita di partecipazione a Rivisondoli e Pescocostanzo. Sulmona dopo un anno un po' difficile per vari motivi, ha eletto una nuova coordinatrice e sta riprendendo vita. Giulianova ricorda le consacrazioni il 13 novembre e fa notare l'ingresso positivo di coppie nella Fraternità. Recanati si dice in attesa di sapere quale sarà il nuovo assistente spir. dopo la partenza del P. Bruno. Porto sant'Elpidio e Castellano sottolineano un calo delle presenze negli incontri di Fraternità ma la loroforza rimane sempre nei numerosi incontri svolti presso le famiglie. Civitanova è stabile nell’andamento e ringrazia


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molto la disponibilità del P. Piergiorgio. Gruppo famiglie a Civitanova procede come sempre seguito dal Diacono Vito. Morrovalle dice di aver sentito molto la perdita di P. Alberto ma ora con P. Piergiorgio si sta rianimando. Al primo incontro del mese si sono aggiunte anche le sorelle della Fraternità di Montecosaro. Macerata è ora senza assistente. P. Piergiorgio fa sapere che da un po' di tempo sta tenendo degli incontri ad un bel gruppetto a Monte Urano. • dopo la pausa del pranzo, alle 14.30 riprendono i lavori secondo l’ordine del giorno – • PROGRAMMA DI FORMAZIONE 2016: P. Luciano suggerisce di riprendere l'invito del Papa Francesco ad approfondire l'EVANGELII GAUDIUM e presenta una traccia preparata da lui per individuare il cammino di formazione per i 12 mesi del 2017. • ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI P.ALBERTO: dopo aver valutato varie ipotesi si sceglie di organizzare una giornata incentrata sulla figura di P.Alberto presso il Convento di Morrovalle e precisamente il 18 dicembre. Naturalmente questa giornata verrà a sostituire il ritiro previsto per l'11. Il prossimo Consiglio esecutivo si occuperà dell'organizzazione della giornata. • ESERCIZI SPIRITUALI: si sottolinea da parte di tutti che quest'anno è andato molto bene. Le date del prossimo anno saranno: esercizi per tutti a San Gabriele 9 - 13 agosto 2017 esercizi per coppie alla Madonna della Stella 15 - 19 agosto 2017 • CORSO DI FORMAZIONE: si decide che si cercherà di organizzarne uno nel 2017. • GIORNATA DI SPIRITUALITA': si terrà a San Gabriele il 2 luglio. • RIVISTA E SITO: P. Luciano presenta il resoconto economico della rivista e spiega che il prossimo anno forse ci saranno nuovi collaboratori. Per quanto riguarda il sito si esorta come ogni anno ad incrementare l'invio di informazioni e foto per alimentarlo. Coltorti Maria Grazia

RIP Vogliamo comunicare che nella nostra fraternità di Trasacco ci hanno lasciato per tornare alla casa del Padre due sorelle; Marinetti Aurora e Cardarelli Francesca. Ci hanno lasciato una bellissima testimonianza di fede e fortezza come mogli, madri di famiglia, vivendo intensamente la nostra Spiritualità Passionista. In modo particolare Aurora era una consacrata perpetua, che si dedicava molto alla chiesina dedicata a S. Antonio Abate e curava la sua vita sacramentale molto intensamente. Ci hanno lasciato invocando Gesù Crocifisso ed offrendo la loro sofferenza nella malattia come preghiera per le famiglie ed i giovani. Insomma, pur sentendo la loro mancanza per la presenza serena e affabile, benediciamo il Signore per avercele donate. Le affidiamo inoltre alla preghiera di tutti gli Amici di Gesù Crocifisso se ce ne fosse bisogno. Con affetto e preghiera Sr Emanuela, Sonia Sgattoni e la fraternità di Trasacco.


ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI P.ALBERTO: Dopo aver valutato varie ipotesi si sceglie di organizzare una giornata incentrata sulla figura di P.Alberto presso il Convento di Morrovalle e precisamente il 18 dicembre. Naturalmente questa giornata verrà a sostituire il ritiro previsto per l'11. Il prossimo Consiglio esecutivo si occuperà dell'organizzazione della giornata. Parleranno persone che l’hanno conosciuto da vicino.

rItIrI 2017 “evangelii Gaudium” RItIRI MeNsILI 2017 • 08 GeNNAIo • 05 FeBBRAIo • 05 MARZo • 02 APRILe • 07 MAGGIo • 11 GIuGNo GIoRNAtA dI sPIRItuALItÀ • 02 LuGLIo • 09/13 AGosto eseRCIZI sPIRItuALI PeR tuttI s.Gabriele • 15/19 AGosto eseRCIZI sPIRItuALI PeR FAMIGLIe Madonna della stella • 10 setteMBRe • 08 ottoBRe • 05 NoveMBRe • 10 dICeMBRe

MedItAZIoNI MeNsILI 2017 • gennaio N. 2 La Passione trinitaria • febbraio N.7 Il servo del signore: l’uomo dei dolori • marzo N.12 Il chicco di frumento • aprile N.17 L’unzione di Betania • maggio N.47 Le pie donne • giugno N.28 L’angelo dell’agonia ed il . sudore di sangue • luglio N.32 Gesù davanti ad Anna: lo . schiaffo • agosto N. 43 ecco il vostro • settembre N. 68 La Passione di Gesù continua • ottobre N. 48 si prepara la vittima • novembre N. 67 Partecipare alla Passione di . Gesù • dicembre N. 62 Le piaghe gloriose

SOMMARIO 2. P. Luciano temperilli 3. P. P. Roberto Cecconi 4. P. Gabriele Cingolani 5. P. Gabriele Cingolani 6. P. tito Paolo Zecca 7. ***** 9. ***** 10. ***** 14 *****

maggio - giugno 2016 – Anno XVII n. 3 Autor. trib. di mc n. 438\99 del 17-12-1999 sped. Ab. post. D.353/2003 (l. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, comma 2, Dcb macerata. editoriale eco srl - c. c. p. 11558624 Dir. tonino taccone – red. p. l. temperilli mad. d. stella 06036 pg – 3336998356 lucianocpagc@gmail.com http://www.amicidigesucrocifisso.org

Cari Amici Meditiamo sul Mistero Pasquale Giubileo: sintesi e ricordi (I) Giubileo: sintesi e ricordi (II) Beato domenico della Madre di dio esercizi spirituali s. Gabriele: testimonianze esercizi spirituali Madonna della stella: testimonianze dalle fraternità: testimonianze sintesi verbale Consiglio Nazionale


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