maggio 1997

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“Voi siete miei Amici” (Gv.15,14)

AMICI DI GESU’ CROCIFISSO

n. 61 maggio 1997

DAVANTI AL CROCIFISSO SECONDA PAROLA: “OGGI SARAI CON ME NEL PARADISO” “Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». Ma l'altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».(Lc 23,39-43) “Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro». Allora egli disse loro questa parabola: «Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione”. (Lc 15,1-7).

Per la comprensione - Gli evangelisti Matteo e Marco scrivono che tutti e due i malfattori crocifissi con Gesù lo insultavano. Probabilmente gli evangelisti usano il plurale di categoria, ma in realtà uno solo ha insultato il Signore. Oppure davvero in un primo momento tutti e due i condannati insultavano Gesù e imprecavano contro di Lui; ma poi uno, colpito dal comportamento umile e paziente di Gesù, incomincia a riflettere e cambia atteggiamento. - Solo Luca, evangelista della misericordia del Signore. ci trasmette la notizia del pentimento del buon ladrone e del generoso perdono di Gesù. - Secondo Luca il comportamento dei due condannati è molto diverso: tutti e due chiedono la salvezza a Gesù; ma uno lo fa insultando e imprecando; l’altro lo fa implorando e confessando le proprie colpe.

Rifletti - Gesù aveva detto: “Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori” (Mt 9,13). Sta morendo sulla croce proprio per ottenere la salvezza ai peccatori e vuole subito iniziare a esercitare la sua missione di salvatore, a beneficio di uno crocifisso come lui. - Il buon Ladrone è colpito profondamente dal comportamento di Gesù. Sicuramente aveva sentito parlare di Lui; sapeva che aveva fatto del bene a tutti, che aveva compiuto tanti miracoli, che era stato sempre misericordioso; ora mentre i capi e il popolo lo insultano, egli prega per loro e li scusa presso Dio. Non poteva essere un uomo qualsiasi. - Il buon ladrone ripensa alla sua vita e al male compiuto; la giustizia umana giustamente lo ha condannato, ma ora sta per comparire davanti alla giustizia divina. Si pente del male fatto e cerca di cambiare anche il cuore del suo compagno di misfatti e di pena, che continua a offendere il Signore: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». - E subito rivolge lo sguardo e la parola all’altro misterioso compagno di sventura; ma si rivolge a lui, come a un salvatore, come a un’ancora di salvezza: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». La risposta di Gesù è immediata e superiore a ogni aspettativa: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso». E’ la risposta della misericordia e dell’amore. Così il ladrone pentito è il primo frutto della passione di Gesù. Il paradiso incomincia a popolarsi di peccatori pentiti e perdonati..


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- Gesù, dall’alto della sua Croce, incomincia ad attirare tutti a sé. Aveva detto: “Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di Lui” (Gv. 3,179. Gesù ha fretta di iniziare subito la sua opera di Salvatore; vuole che quel Sangue che sta versando sulla croce, incominci a lavare e salvare questo compagno di sventura. - Il buon Pastore ha ritrovato una pecorella smarrita: se la carica sulle spalle e la riporta nel recinto sicuro del paradiso. Nello strazio dell’agonia, questo fu per Gesù un momento di gioia.

Confronta - Quando ti senti oppresso dai tuoi peccati e ti senti degno della condanna di Dio, ricorri al buon Pastore, inginocchiati ai piedi del Crocifisso, bacia quelle piaghe e lasciati lavare dal suo sangue. Sentirai subito anche tu la parola della misericordia e del perdono; Gesù ti assicurerà che anche per te si sono riaperte le porte del cielo. - Pensa spesso al “paradiso”, che il Signore ha promesso al ladrone pentito e ricorda le parole di S. Paolo: “Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano” (1Cor 2,9). - Quanto sei facile a giudicare e condannare gli altri e invece come sei pieno di scuse e di attenuanti verso te stesso, quando non puoi nascondere il male fatto! Impara da Gesù a usare misericordia con tutti, a pregare e fare penitenza per i peccati dei fratelli, a non giudicare e condannare nessuno. Chiedi a Gesù un cuore paziente e misericordioso, ricordando le sue parole: “Non giudicate e non sarete giudicati, non condannate e non sarete condannati, perdonate e vi sarà perdonato” (Lc 6,37).

IL CAMMINO DEGLI AMICI V - MARIA NELLA NOSTRA SPIRITUALITA’ A maggio siamo abituati a celebrare le grandezze e le glorie di Maria; ma, come Amici di Gesù Crocifisso, dopo aver contemplato Gesù sulla croce, sentiamo il bisogno di fissare il nostro sguardo su Colei che fu unita indissolubilmente alla croce di Gesù. Maria ci si presenta come la prima vera Amica di Gesù Crocifisso, come modello insuperabile del nostro cammino di fede e di amore. Maria vive nell’ombra, quando Gesù è acclamato; ma “stava” ai piedi della croce, quando Gesù è crocifisso e abbandonato da tutti. Accanto alla croce di Gesù, in mezzo a una marea di nemici, di curiosi e di indifferenti, troviamo solo un piccolo gruppo di amici, soprattutto donne, con Maria e Giovanni: essi sono i precursori e i rappresentanti ufficiali di quel grande esercito di santi e sante, che lungo i secoli si sono dati il turno, per stare in profonda contemplazione e adorazione di amore dinanzi al Crocifisso. Al primo posto di questo gruppo di amici, come intensità di amore e profondità di partecipazione, c'è Maria Addolorata. "Stava presso la Croce": non significa stare accanto al legno, ma accanto a Colui che pendeva dal legno; gli stava accanto, non tanto per vicinanza fisica, ma per vicinanza di fede, di sentimenti, di amore, per condivisione di dolore. Con lei stavano, come per forza di attrazione, poche altre donne e Giovanni: il gruppo dell'amore di fronte alla marea dell'odio. Stavano con Lei, attingendo da Lei energia ed esempio: la fortezza d'animo della Madre tiene in piedi, presso la croce, anche gli altri pochi fedeli. La Madre "stava": "stabat Mater"! Questo atteggiamento silenzioso ed eretto commosse sempre le generazioni cristiane, che cercarono di capire perché la Madre fosse lassù, perché stesse ai piedi della croce. S. Ambrogio, uno dei grandi padri della Chiesa, ha scritto al riguardo una pagina commovente: "La Madre stava ritta ai piedi della Croce e, mentre gli uomini fuggivano, ella rimaneva là, intrepida... La Madre mirava con occhio pietoso le piaghe del Figlio, dal quale sapeva che sarebbe venuta la redenzione del mondo: e dimostrava un comportamento non diverso da quello del Figlio. Il Figlio pendeva dalla croce e la Madre si offriva ai persecutori. Se fosse stata là anche soltanto per essere uccisa prima del Figlio, già sarebbe lodevole il suo comportamento materno, per cui non voleva a Lui sopravvivere. Ma vi stava desiderando di morire con Lui, appunto perché sperava di risorgere con Lui ".


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Maria era stata voluta e creata da Dio proprio per questa "Ora". Infatti, era stata concepita immacolata, la sola Immacolata tra tutti i figli e le figlie di Adamo, in previsione di quest'Ora; per quest'Ora si era inconsciamente preparata come vittima pura, con la sua offerta verginale a Dio; quest'Ora aveva lontanamente intravisto quando pronunciò il "Si" dell'Annunciazione; quest'Ora le era stata preannunziata dal vecchio Simeone nel Tempio: “Anche a te una spada trapasserà l'anima" (Lc 2,35). Adesso che l'Ora era giunta, toccava a Lei viverla come Dio si attendeva, perchè, come dice il Concilio, "non senza un disegno divino stette ai piedi della croce, soffrì profondamente con il suo Unigenito e con animo materno si associò al suo sacrificio, acconsentendo con amore all'immolazione della Vittima da lei generata" (LG 58). Il Vangelo non ci parla di miracoli compiuti da Maria. Ma un miracolo continuo ha riempito la sua vita: i suoi continui "sì" a Dio. Sul Calvario, Maria è chiamata all'ultimo e più grande "sì", all'offerta libera e generosa del Figlio al Padre; è chiamata ad "acconsentire con amore" alla morte del Figlio innocente, per la salvezza dei figli peccatori, avuti in eredità dal Figlio morente sulla croce. Proprio ai piedi della croce Maria accetta le estreme conseguenze e implicazioni del primo "sì", pronunciato liberamente a Nazaret: "Eccomi, sono la serva del Signore: si compia in me la sua parola" (Lc 1, 38). Adesso anche Maria può dire con il suo Figlio: "Tutto è compiuto" (Gv 19,30). Come "Amici di Gesù Crocifisso", anche noi ci siamo messi nel corteo del Calvario, con Maria. Scrive Giovanni Paolo II: "La Beata Maria continua a precedere il popolo di Dio. Maria non cessa di essere la stella del mare per tutti coloro che ancora percorrono il cammino della fede. Essi alzano gli occhi verso di Lei" (RM 6). Maria ci è sempre accanto quando giunge la nostra "ora"; Ella è sempre vicina a chi è nella prova, perchè esperta del dolore e perchè è madre, come fu vicina all'Ora del suo Figlio. Quanta forza hanno attinto da Lei tanti suoi devoti! Pensiamo a S. Gabriele, come possiamo leggere nella pagina seguente. Dobbiamo imparare da Maria a capire e santificare la nostra "ora". Mentre Maria "stava" ai piedi della croce, anche Lei sarà stata torturata dal "perché", che Gesù aveva gridato nella sua agonia: "Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato?" (Sal 21,1). Tutta la vita di Gesù e di Maria è punteggiata di perchè angosciosi. Dio non ha mai dato una riposta diretta a questi perché. Dopo la morte di Cristo, il cielo rimase muto per tre giorni. Solo al "terzo giorno", con la luce della risurrezione, venne la riposta di Dio ai perchè di Gesù e di Maria: era anche la risposta globale a tutti i perché della storia, ai nostri perché. Gesù, prima e dopo la sua passione e risurrezione aveva spiegato che "bisognava" che Cristo patisse, per entrare nella gloria. Maria aveva assimilato certamente a fondo questo insegnamento di Gesù. Questo non le impedì di essere "l'Addolorata"; ma il suo dolore immenso fu sempre confortato dalla certezza della risurrezione. Questo è l'insegnamento e il conforto che Maria dà a tutti i suoi figli, in particolare a noi, Amici di Gesù Crocifisso. Inoltre Maria ci fa capire che non c’è amore senza dolore; è il dolore che rende fecondo l’amore. Gesù è il Redentore sulla Croce: dall’alto della Croce attira tutti a sé. Maria ai piedi della Croce diventa la Corredentrice, la Madre di tutti i salvati. La nostra consacrazione di amore a Gesù Crocifisso è autentica quando siamo disposti ad abbracciare la sua croce.

I GRANDI AMICI DEL CROCIFISSO IL SERAFINO DI MARIA ADDOLORATA

S. Gabriele dell’Addolorata San Gabriele dell’Addolorata (Francesco Possenti) è uno dei santi più popolari del nostro tempo. E’ stato definito il santo dei giovani, il santo del sorriso, il santo del sì, il santo dei miracoli, il santo mariano per eccellenza, il santo del quotidiano. Nato ad Assisi il 1 marzo 1838 da Sante di Terni e Agnese Frisciotti di Civitanova Marche, rimane orfano di madre a 4 anni, trascorre la fanciullezza e la prima giovinezza a Spoleto. Intelligente, aperto, amico di tutti, fedele ai doveri religiosi; gli piace divertirsi, ha fama di ballerino, ma non scende mai a compromessi con la sua coscienza.


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Può aspirare a una splendida carriera nel mondo, ma il suo cuore è inquieto, è insoddisfatto. Sente che Dio lo chiama a mete più alte. Non ha il coraggio di rompere con tanti sogni. Il 22 agosto 1856, durante la processione della sacra Icone di Maria per le vie di Spoleto, la Vergine Santa lo fissa profondamente e gli parla al cuore: “Francesco, non sei fatto per il mondo; Dio ti chiama, ti vuole per sé”. Francesco, che ha 18 anni e mezzo, risponde con uno scoppio di pianto e con un sì irreversibile. Nessuno riesce a trattenerlo, né le lacrime del padre, né l’amore degli amici, né le attrattive del mondo, né i suoi sogni giovanili. Il 10 settembre 1856 era già a Morrovalle, per iniziare l’anno di noviziato tra i passionisti. Il 21 settembre 1856 veste l’abito passionista e cambia nome e vita: sarà Gabriele dell’Addolorata. Inizia la corsa contro il tempo, nel suo cammino lampo verso la santità: ha a disposizione appena 5 anni e mezzo. Poco meno di due anni a Morrovalle; un anno a Pievetorina, due anni e mezzo a Isola del Gran Sasso. Preghiera e studio, vita comunitaria e silenzio, sogni di apostolato e sacrifici quotidiani. Cinque anni e mezzo passano presto. La mattina del 27 febbraio 1862, consunto più dall’amore di Dio che dalla tubercolosi, vola al cielo in una visione di paradiso. Sepolto nella chiesina del convento, rimane solo, perché i suoi confratelli sono presto cacciati dal convento. Ma dopo 30 anni di silenzio, nel 1892, incomincia l’esplosione dei miracoli, che lo porta nel 1920 alla gloria degli altari. Perché? Dov’è il segreto della sua santità? Che cosa ha fatto di straordinario? Diceva il suo direttore spirituale, il Ven. Norberto Cassinelli: “Gabriele ha lavorato con il cuore”. Da Morrovalle scriveva al padre: “La mia vita è un continuo godere”. Invece la sua vita, specialmente la vita religiosa, fu una continua croce: ma quando c’è l’amore tutto cambia aspetto, tutto diventa dolce, anche la croce diventa gioia. Gabriele, innamorato di Gesù Crocifisso e di Maria Addolorata, ha saputo fare questa trasformazione. Perché Francesco Possente scelse i Passionisti e non i Gesuiti o i Fratelli delle Scuole Cristiane, dai quali era stato formato allo studio e alla pietà? Certamente fu il richiamo del Crocifisso e di Maria Addolorata, che aveva imparato ad amare fin da piccolo, dopo la perdita della mamma. Diventato passionista, ai tre voti religiosi, aggiunge il voto specifico dei passionisti: fare memoria e aiutare altri a fare memoria della passione di Gesù. Il giorno della professione dei voti, riceve in consegna un Crocifisso: è l’unica proprietà che può portare sempre con sé e che lo accompagnerà fino alla tomba. Da quel momento il Crocifisso divenne il suo “libro”: da esso imparò la grande lezione dell’amore di Dio, che trasformò la sua vita. Da esso apprese il desiderio di diventare anch’egli un piccolo crocifisso, di mortificarsi continuamente, di accettare con gioia ogni prova. Per questo poteva scrivere che la sua vita era un continuo godere. Meditava continuamente la Passione di Gesù; aveva sempre davanti agli occhi una immagine di Gesù Crocifisso, sia quando studiava che quando pregava in coro. Da Gesù Crocifisso attingeva la forza per impegnarsi, per mortificarsi, per donarsi generosamente. In questo modo si preparava a diventare un apostolo del Crocifisso. Scriveva al padre: “Chi non porta la croce dietro a Gesù, non può essere suo discepolo. Mi direte che voi la croce l’avete: orbene, questo è un segno buono; questo è quanto il Signore vuole da voi; verrà poi il tempo della consolazione. Tenete gli occhi fissi su Gesù e Maria e vedete se qualsiasi tribolazione può uguagliare le loro pene”. Ma l’amore grande di Gabriele a Gesù Crocifisso è legato al suo straordinario amore a Maria Addolorata, “il suo Paradiso”. Il nome preso quando divenne passionista fu un programma di vita. Accanto all’immagine del Crocifisso aveva abbinata una immagine dell’Addolorata: due amori inseparabili. L’Addolorata e il Crocifisso diventano talmente collegati nella sua esperienza da sentirli come due facce dello stesso mistero: Gabriele ha imparato a contemplare la passione di Gesù nel cuore addolorato di Maria e a contemplare i dolori di Maria nel cuore trafitto di Cristo. Come aveva fatto il voto di fare e diffondere la memoria della passione di Gesù, così ottiene di poter fare per i dolori di Maria. Scriveva: "Non ci dimentichiamo dei dolori di Maria: compatiamola e saremo da Lei compatiti, e nel punto della nostra morte la Madonna ci assisterà e, se sarà utile per noi, ci farà vedere il suo volto materno”. La Vergine santa fu fedele a questo appuntamento con Gabriele. L’amore di Gabriele a Maria Addolorata non fu solo sentimento: fu amore vero, fu generosità. Aveva promesso di non dire mai di no quando gli fosse chiesta una cosa per amore di Maria. Nelle difficoltà si ripeteva: “Non vorrai vincerti per amore di Maria?”. Fu l’arma vincente della sua vita.


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Nei mesi precedenti abbiamo ammirato figure straordinarie di Amici di Gesù Crocifisso. Ora contempliamo il “cammino ordinario” di un “amore straordinario” per Gesù Crocifisso e Maria Addolorata: tutti possiamo seguirlo e imitarlo.

TESTIMONIANZE La Pasqua di Paola Il Signore ha chiamato a sé Paola Astorri di Fermo. Faceva parte degli Amici insieme al marito fin dal primo anno del nostro movimento. Viveva in modo pieno la spiritualità “passionista”. Nei primi anni aveva partecipato insieme al marito agli esercizi spirituali alla Madonna della Stella e ai ritiri mensili a Morrovalle. Poi problemi di salute resero più difficile questa partecipazione. Però mi confidava: “Alla sera io e mio marito non riusciamo ad addormentarci senza ripetere insieme la “Promessa di Amore” a Gesù Crocifisso”. Nei lunghi sette messi di malattia, ogni volta che ho avuto la gioia di amministrarle i Sacramenti, voleva sempre terminare con la Promessa di Amore insieme al marito e ai figli presenti. Il Signore l’ha chiamata a sé la sera del 29 aprile, mentre il marito e i 5 figli, riuniti intorno al suo letto, ripetevano con lei e per lei la Promessa di Amore. Giustamente il suo funerale, con la partecipazione di una marea di fedeli e tanti sacerdoti, non è stato una liturgia triste, ma la celebrazione gioiosa della Pasqua del Signore e di Paola. P. A. P. Devo tutto al Signore “Io devo molto al Signore, tutto. La mia vita, da qualche anno a questa parte, è cambiata, o meglio, sono cambiata io, con il mio modo di pensare e di vedere le cose. Mi sento amata in un modo che non so descrivere. Chi mi conosce bene e sa dei miei problemi (che poi sono più o meno uguali a quelli di tanta gente) e ha poca fede, direbbe: “Ma cos’hai, da stare così contenta?”. Ed invece io nonostante tutto, ho tutto, pure troppo! E’ quello che ci ripetiamo sempre con mio marito”. Simona Preghiera “Che cosa renderò al Signore per tutto quello che mi ha dato? Signore mio Gesù Cristo, aiutami a non rifiutare mai un momento della mia croce; ogni volta che mi trovo nella prova, fa che io pensi a Te, a quanto Tu hai sofferto per me. Dammi forza nella mia debolezza, aiutami a bere con amore ogni calice amaro; fammi sentire che sei tu che mi chiedi di bere; sono contenta quando bevo con Te. Signore, per la tua Passione e per la tua Croce, dammi forza per vivere la mortificazione e la spoliazione di tutto ciò che mi allontana da Te, per essere una cosa sola con Te, che sei l’Amore”. Lidia Oasi di pace nel deserto “Gesù è risorto per noi!... E’ bello fare memoria di questo avvenimento, nella certezza che Cristo è veramente il Vivente e potere scorgere la sua presenza in ogni fratello. Non siamo più tristi, ma la gioia della sua vittoria sul peccato invade i nostri cuori; possiamo anche noi risorgere dalle nostre debolezze ed essere in Gesù, con Gesù, per Gesù segno della sua infinita bontà. Dio è Amore! Durante la Quaresima, il mio “deserto” trovava oasi di pace contemplando la Passione di Gesù, necessaria tappa per poter assaporare la dolcezza dell’Amore di Gesù Crocifisso per noi. Vorrei trovarmi sempre ai piedi della croce del Signore e mettermi alla sua sequela, in compagnia della Madre sua e nostra.”. Asmara


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Primavera meravigliosa“Sono stata felice di conoscere tante belle notizie sulla realtà degli “Amici”. Gesù benedica e renda feconda questa grande opera del suo Amore, che ha suscitato nel tuo cuore. Quanto bene ricevono queste anime e che cammino bello percorrono! Tanti “amici” mi scrivono: Roberto, Simona, Lidia, Luciana, Piera, Paola e tanti sono i motivi nelle loro lettere che mi inducono a ringraziare il Signore, per le meraviglie che compie in ogni anima, che si affida a Lui con fiducia. Ho messo l’elenco degli incontri che terrai bene in vista nella mia camera, per ricordarli ed essere presente con voi con la mia preghiera. Domani se ne terrà uno: è la festa del Battesimo di Gesù e io chiederò per tutti di far risuonare per ciascuno le parole che il Padre ha pronunziato anche per noi, nel giorno del nostro Battesimo: “Tu sei il mio figlio prediletto, oggi ti ho generato”. Possa la consapevolezza e l’esperienza dell’essere figli di Dio radicarsi sempre più nella nostra vita, per essere rinnovati e purificati nel Sangue e nella Passione di Gesù, per essere “santi e immacolati al suo cospetto”. Che gioia sapere che sorgono nuove “Fraternità” di Amici e anche diverse “fraternità familiari”. Che primavera meravigliosa sta vivendo la Chiesa! Con quanta gioia poi ho appreso che sono programmate per il prossimo novembre le prime consacrazioni solenni a Gesù Crocifisso. Quanti fiori sbocciano su quei rami intrecciati di spine, che forano il capo di Gesù e quanti germogli dall’albero della Croce, che abbelliscono come gemme la Chiesa di Dio e la Famiglia passionista. Sono felice di poter essere anch’io partecipe di questi eventi di grazia, perché alle fine dell’estate, se Gesù vorrà, farò i voti perpetui. Aiutami, perché è un anno troppo importante per viverlo con superficialità. Vorrei anch’io prepararmi bene a questo grande appuntamento con Gesù”. Sr. Loredana

COMUNICAZIONI Esercizi Spirituali Per Amici di G. C. e simpatizzanti: sono disponibili 65 posti letto, in camere a uno o due letti: verranno assegnati secondo l’ordine di prenotazione:

Data: Luogo: Tema:

18-23 agosto 1997 Santuario di S. Gabriele Te ”Pregate incessantemente" (Ef. 6,18). Catechesi ed esercitazioni guidate sui vari modi di pregare.

Quota: £. 200.000 Prenotazione: Rivolgersi a P.Alberto Pierangioli - Piazzale San Gabriele 2 62010 MORROVALLE MC Tel. 0733 \ 22.12.73 - Fax 0733\22.23.94 P.Alberto Pierangioli


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