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mici di Gesù Crocifisso A Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

Luglio - Agosto 2009 - Anno X n.4

SOMMARIO † Eucaristia, pegno della gloria futura † Perché la santità è amore † Il Crocifisso è il vangelo di Paolo † Riflessione sulla Via Crucis † 17 maggio Festa del Ventennale † Tre giorni di ritiro del MLP † Ricordo di Maria Luisa Paolorossi † Testimonianze S. Maria Goretti

† Consacrazioni


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Eucaristia: Pegno della gloria futura

II – Perché la santità é amore

Luglio - Agosto (CCC 1402-1405; 1419)

di Coltorti M. Grazia

di P. Alberto Pierangioli

“I

o sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti… Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno… Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (Gv 6,48 ss). Ci sono dei pensieri che si affacciano spesso alla nostra mente e che non possiamo evitare: verso dove siamo in cammino? Che cosa ci attende dopo la nostra morte? Tutto finisce nel buio e nel nulla? Come prepararci a questo grande passo? Gesù ci aiuta a capire e a prepararci a questo passo con il dono dell’eucaristia. Gesù eucaristia è il pane della vita. Chi ne mangia non muore, ma vivrà in eterno e sarà risuscitato nell’ultimo giorno. Gli Ebrei, nel deserto, mangiarono per quarant’anni la manna, pane misterioso dato da Dio, eppure sono morti. Gesù promette un pane che libererà per sempre dalla morte. L’eucaristia, non assicura l’immortalità su questa terra, ma è pegno e certezza di una vita senza fine dopo la morte, è seme della vita eterna e anticipo della gloria del cielo. Una antica preghiera eucaristica acclama: “O sacro convito nel quale ci nutriamo di Cristo, si fa memoria della sua passione; l’anima è colmata di grazia e ci è donato il pegno della gloria futura”. La fede ci dice che il Signore è presente in mezzo a noi con l’eucaristia, anche se è una presenza nascosta. Per questo celebriamo l’eucaristia “nell’attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo”, pregando “di ritrovarci insieme a godere della tua gloria, quando, asciugata ogni lacrima, i nostri occhi vedranno il tuo volto e noi saremo simili a te, e canteremo per sempre la tua lode” (Pregh.eucar.III). L’eucaristia è il pegno più sicuro della speranza dei “nuovi cieli e della terra nuova” (2Pt 3,13). Ogni volta infatti che viene celebrato questo mistero, noi spezziamo “l’unico pane che è farmaco d’immortalità, antidoto contro la morte, alimento dell’eterna vita in Gesù Cristo” (S.Ignazio di A.). Il Figlio di Dio si è fatto uomo prendendo la nostra natura umana ed è venuto ad abitare in mezzo a noi, senza lasciare di essere Dio. Dopo la sua morte

e risurrezione, egli ritorna al Padre, portando in cielo la sua natura umana, risorta e trasformata, ma resta in mezzo a noi con l’eucaristia. II Verbo prima si è fatto carne, poi si è fatto eucaristia. Prima ha condiviso la nostra carne corruttibile, poi con l’eucaristia ci ha comunicato la sua car­ne incorruttibile. Prima è venuto a condividere la nostra natura mortale, poi ci ha chiamato a condividere la sua vita risorta. Prima ha visto come si vive quaggiù, poi ci ha mostrato come si vive lassù. Guardare l’eucaristia dal punto di vista del Risorto ci aiuta a comprendere meglio la vita terrena e poi quella celeste a cui siamo chiamati. La nostra vita si svolge nella tensione tra due vite diverse: quella presente e quella futura. Quella presente è la vita di ogni giorno. Quella futura è la partecipazione al corpo di Cristo glorioso, già radicata in noi col battesimo e in cre­scita tramite l’eucaristia. Abitare nella tenda di questo mondo è un cammino sempre difficile. Gesù è sceso sulla terra per sperimentare ciò che noi siamo; ora viene con l’eucaristia per farci sperimentare quello che egli è e che anche noi saremo. (Cf Gabriele Cingolani: “La sua Tenda una dichiarazione d’amore”). Il viatico per l’ultimo viaggio L’eucaristia è chiamata anche “viatico”, cioè nutrimento per il viaggio verso l’eternità. In qualsiasi età e situazione della vita, la Chiesa offre l’eucaristia come viatico, soprattutto a coloro che stanno per lasciare questa vita: ricevuta nel momento di passaggio al Padre, la

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Maria Maddalena Marcucci

Fabio e Patrizia si consacrano per sempre a Gesù Crocifisso.

P

comunione al corpo e al sangue di Cristo ha un significato e una importanza particolare. É seme di vita eterna e potenza di risurrezione. É il sacramento di Cristo morto e risorto, sacramento del passaggio dalla morte alla vita, da questo mondo al Padre. Come il battesimo, la cresima e l’eucaristia sono i sacramento della iniziazione cristiana, così la penitenza, la sacra unzione e l’eucaristia, come viatico, sono i sacramenti che concludono il nostro pellegrinaggio terreno e ci preparano all’ingresso nella vera patria. La Chiesa raccomanda che coloro che sono in pericolo di morte ricevano il conforto della comunione, ripetendola spesso fino a quando perdura il pericolo. Ha una grande responsabilità chi, per qualsiasi motivo, priva il malato di questa grazia, di questo aiuto e di questo grande conforto nel momento più importante della sua vita (CDC, nn. 921-922). É il viatico per il viaggio più importante della vita, è il seme divino che darà al nostro corpo mortale la possibilità della risurrezione per una vita senza fine.

oiché Dio è tutto amore, “Deus charitas est” (Gv 4,8), e la santificazione consiste nel lasciare che Dio operi in noi fino a restare come trasformati in Lui, ecco perché la santità è amore. “Senza di me non potete far nulla” (Gv 15,5). Con questa frase di Gesù Maria Maddalena Marcucci inizia il suo cammino di illustrazione ed esemplificazione circa la santità intesa come puro amore. L’uomo nell’ordine naturale e ancor più in quello spirituale nulla può operare ed ottenere senza il concorso di Dio. Soprattutto coloro che lavorano alla propria santificazione assolutamente nulla possono fare che giovi alla propria anima senza l’opera di Dio attraverso la sua grazia. L’uomo, come possiamo constatare, vorrebbe levarsi di dosso il peso della sua impotenza, soffre di doversi sottomettere a qualcuno o a qualcosa nella realizzazione dei suoi progetti e risponde spesso con alterigia e superbia. Ci dice, invece, S. Agostino che l’anima umile, che cerca la santità, possiede già qualcosa di ciò che cerca: la grazia santificante che è la garanzia della felicità eterna. Cercando con la santità il Dio della santità e datore di ogni bene, l’anima umile cercherà di aumentare incessantemente questo tesoro. Accanto alla grazia santificante è necessario rendere operante quella che è definita grazia attuale, che è luce che

Dio comunica all’anima per dissipare le tenebre; è l’impulso che Dio dà alla volontà nostra per muoverla ad agire. La creatura da sola senza una rinnovata grazia attuale non può operare oltre i limiti del naturale e ciò non basta per santificarci, dice Madre Marcucci. Ma il Signore comandando alle sue creature di raggiungere le vette della santità e di compiere opere di vita eterna, ha preso anche un impegno certo di essere sempre con noi nel compiere questi atti, consapevole della nostra debole volontà. Non dubitare, anima che sospiri per la santità! Tutte le volte che sinceramente desideri Dio o compi un atto buono, Dio è con te; ti dà come un aumento di sé e compie tutto in te. Quando desideri mortificarti, quando soffri, ti immoli e taci, quando ti sacrifichi per il bene degli altri; quando preghi, ricevi i sacramenti, procuri di compiere bene i tuoi doveri, quando ti umili e ti penti dopo una colpa e continui ad andare avanti senza scoraggiarti né perdere la pace, quando procuri che altri facciano lo stesso…se hai cura di purificare la tua intenzione, spogliandola di ogni mira umana e cerchi solo la volontà di Dio…tutti questi sono atti soprannaturali…E’ dovuto venire il Signore in tuo aiuto con una grazia. Bisogna sempre invocare l’aiuto divino in ogni frangente, anche quello che ci può sembrare il più insignificante, e così la nostra unione con Dio si farà sempre più intima e abituale. Tutti gli uomini sono sempre alla presenza del

Signore, ma l’anima non si avvicina a Lui se non in proporzione ai progressi che fa nella carità. A volte però si è portati a pensare che la santità si raggiunga con molta fatica conducendo una continua lotta. M. Maddalena ci rassicura, ricordandoci che Dio è un Padre tenero che conosce la nostra debolezza e, proprio per questo, nel Vangelo ci ripete spesso “Non temete!.. Non abbiate timore!”. Proprio alle fine della sua esistenza terrena ci ha anche detto “Sarò con voi”, non solo per aiutarci nelle vicende della vita, ma anche per venire in noi stessi per mezzo dell’Eucaristia e portare così a compimento quest’opera di santificazione che mai potremmo compiere senza di Lui. L’anima che ama Dio può, se vuole, fare che Dio si unisca ad essa in tutto ciò che fa, dice e pensa. Il Signore, quasi obbligato dalle attenzioni e dai desideri di compiacerlo, si china fino ad essa, la stringe sul suo petto e infonde in essa il suo amore per poi prendere stabile dimora in essa. Tutto questo, ci ricorda Madre Marcucci, non già per il merito delle opere compiute, ma per l’intensità dell’amore rivolto al Signore: Così, la santità è tutta opera di amore..L’anima prova un grande piacere nel sapere che quando opera il bene c’è la presenza del Signore a dare vita, efficacia e valore. Così, afferma l’autrice, si può capire come possano uscire cose buone e anche grandi da esseri poveri e deboli. Il mistero di tante vite che agli occhi del mondo suscitano stupore e meraviglia si capisce solo pensando che Dio ha dimorato in queste persone e le ha sostenute con la sua grazia: “Io sono la vite e voi i tralci”(Gv 15,5). “Chi, se non Lui, sostenne senza che venisse meno, presso la Croce del Figlio morente, la più tenera delle madri…la medesima forza che sosteneva il Figlio in Croce, sosteneva la Madre ai piedi di essa, tranquilla e serena nella sua profonda desolazione…La santità è amore e opera di amore, che suppone e reclama sempre amore. Amore, grande e tenero da parte di Dio…Amore anche da parte dell’anima, poiché questo sottomettersi gioiosamente all’amoroso impero del suo Dio altro non è che un movimento prodotto dall’amore, che la eleva al mondo soprannaturale, dove la santità si realizza”.


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IL CROCIFISSO E’ IL VANGELO DI PAOLO

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Pensiero Passionista - Luglio/Agosto 2009

di Gabriele Cingolani cp

L’

affermazione è dimostrabile dall’insieme dell’epistolario paolino, ma in questa sede la basiamo sulla Lettera ai Galati. Questa comunità era composta da cristiani provenienti dal paganesimo, che avevano accettato con entusiasmo il vangelo predicato da Paolo, secondo cui la salvezza deriva dalla fede nel Cristo crocifisso e risorto. In seguito erano arrivati tra loro cristiani convertiti dall’ebraismo, i quali ritenevano che per ottenere la salvezza bisognava assumere o conservare elementi del vecchio testamento, come la pratica della circoncisione. Erano chiamati giudaizzanti. Molti della comunità avevano dato loro retta, fino a denigrare il ministero di Paolo. La salvezza è da Cristo non dalla Legge Si tratta di un problema gravissimo e di uno dei drammi più pericolosi che hanno segnato gli inizi della chiesa. Condividere quella impostazione significava ammettere che il Crocifisso non basta per la nostra salvezza. Paolo ne è indignato. Comincia la lettera definendosi “apostolo non da parte di uomini ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti”, e augurando “pace dal Signore nostro Gesù Cristo che ha dato se stesso per i nostri peccati”, 1,1-4. Poi subito apostrofa i suoi destinatari: “Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo siate passati a un altro vangelo”, 1,6. E più avanti: “O stolti Galati, chi mai vi ha ammaliati, proprio voi agli occhi dei quali fu presentato al vivo Cristo Crocifisso”, 3,1. E ancora: “È dunque annullato lo scandalo della croce? Dovrebbero farsi mutilare coloro che vi turbano”, 5,11b-12. Paolo difende il suo titolo di apostolo affermando che gli deriva da Cristo, il quale gli ha consegnato il suo vangelo con rivelazione personale, che però egli ha assimilato vivendo nella comunità e poi ha sottoposto alla verifica di Pietro e di altri apostoli. Le pratiche della vecchia legge sono state giudicate non necessarie dagli apostoli sotto la guida dello Spirito

Santo nel concilio di Gerusalemme, ma i giudaizzanti continueranno a non tener conto di quella decisione ancora per decenni. L’Apostolo chiama la salvezza col consueto termine di giustificazione, essere resi giusti, quindi graditi a Dio. Sostenere, come fanno i giudaizzanti, che osservando la legge di Mosè si è giustificati, significa dichiarare che la morte di Cristo in croce è inutile. “Se la giustificazione viene dalla legge, Cristo è morto invano”, 2,21. Ma il vangelo di Paolo è incentrato sul potere salvifico del Crocifisso. Quel che giustifica è la fede in lui, non le opere prescritte dalla legge, compresa la circoncisione. Crocifissi col Crocifisso “In realtà mediante la legge io sono morto alla legge per vivere per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne io la vivo nella fede del Figlio di Dio che mi ha amato e ha dato se stesso per me”, 2,19-20. È una delle sintesi più dense del linguaggio paolino. Essere morti alla legge mediante la legge è lo stesso che essere crocifissi con

Cristo, credere, essere battezzati. Infatti con la morte di Cristo la legge perde il suo effetto di mettere in qualche modo in comunione con Dio. Tuttavia Cristo muore come conseguenza della legge che diceva: chi pecca deve morire. Egli è apparso peccatore in nostra vece, quindi è stato condannato “legittimamente”, cioè in forza della legge, della quale è risultato trasgressore. “Ci ha riscattati dalla maledizione della legge, diventando lui stesso maledizione per noi”, 3.13. Ma morendo per legge egli fa morire la legge, poiché essa non serve più, essendo incapace a salvarci. Data l’unione mistica tra Cristo e il credente – Paolo parla di se stesso ma vale per tutti i cristiani – anche il credente muore alla legge, cioè non ne tiene più conto, perché nella fede e nel sacramento condivide la morte di Cristo che fa morire la legge. “Non sono più io che vivo” indica lo stato di identificazione mistica personale tra Paolo e il Crocifisso, ma è anche un principio generale, quasi una formulazione dogmatica dello stato dei cristiani, come l’Apostolo descrive altrove: “Portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale”, 2Cor 4,10-11. “Se noi viviamo, viviamo per il Signore; se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore”, Rm 14,8. “Per me infatti vivere è Cristo e il morire un guadagno”, Fil 1,21.Vivere questo stato “nella fede del Figlio di Dio” non è un’astrazione, ma la condizione concreta che trasforma l’esistenza. Sono affermazioni essenziali per la dottrina spirituale, il cui culmine è la conformazione e identificazione al Cristo. Dal Crocifisso la libertà La lettera tocca altri punti salienti della biografia e della teologia di Paolo, pur ruotando sempre attorno al nucleo della salvezza in Cristo Crocifisso. Tornano due motivi tipici del suo linguaggio. Primo: l’essere in Cristo in virtù della fede, battezzati in lui quindi rivestiti di lui e unificati in lui. “Tutti voi siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, poiché

quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è più giudeo né greco, né schiavo né libero, né uomo né donna, perché tutti siete uno in Cristo Gesù”, 3,26-29. L’unica certezza è che il Cristo Crocifisso e Risorto ci ha liberati e resi figli di Dio. In questa certezza si entra per la fede. Andare in cerca di altre certezze significa ricadere nel ginepraio della legge come in una trappola. La cosa più urgente nel vangelo di Paolo è proclamare questa nuova relazione tra noi e Dio in Cristo Crocifisso per mezzo della fede. Credere è diventare ciò che si crede, cioè diventare come Gesù. Vivere, amare, soffrire, morire, risorgere, essere “figli”, sedere alla destra del Padre come Gesù. Per questo non si capisce mai abbastanza l’importanza della fede. Il sacramento – dal battesimo in poi – è più una conseguenza, pur essenzialmente collegata, che la causa di questa novità. Difatti la via “straordinaria” della salvezza è più trafficata di quella ordinaria. È più la gente che si salva senza sacramenti che con essi. Secondo: il Crocifisso ha eliminato il giogo della legge sostituendolo con il dono della libertà nella fede. “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi. Non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù. Se vi fate circoncidere, Cristo non vi gioverà nulla”, 5.1-2. L’orgoglio di avere ricevuto da Dio il dono della legge resta per i giudei un ostacolo insormontabile. Sarebbero pur disposti ad accettare Cristo, ma senza lasciare la legge. Paolo è altrettanto intransigente. La salvezza è dono gratuito per tutti, alla sola condizione di credere. Non si possono confondere le due cose e non si può ridurre il vangelo ad un’altra legge. “Voi, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Purché questa libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne, ma

mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri”, 5,13. Vivere secondo la carne significa vivere da peccatori. Liberandoci dalla legge e facendoci figli, il Crocifisso ci ha liberati dalla soggezione alla carne e ci ha reso possibile vivere da figli. Come avviene questo? La spiegazione è paradossale. Se diventiamo servi gli uni degli altri per amore non siamo più schiavi della legge perché l’amore è dono, non costrizione. Ciò che libera dalla schiavitù della legge è l’amore che ci pone al servizio dei fratelli. Questo è quanto Cristo ha realizzato donando la vita per noi sulla croce. Parlando di amore, il discorso non può non sfociare nello Spirito Santo, sempre unito al Figlio “in missione congiunta”, CCC 689, nell’opera della salvezza. Come in Rm 8,15, così in Gal 4,7 l’evento della giustificazione tocca il culmine nel grido filiale che lo Spirito eleva dall’intimo del nostro essere: Abbà, Padre. Lo Spirito, che opera e espande la potenza del Crocifisso – Risorto, è la sorgente della libertà cristiana. Il Vangelo del Crocifisso “Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo del quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mon-

do”, 6,14. Il cantore della potenza del Crocifisso ha già detto che la croce è al centro di tutto, mistero d’amore infinito e gratuito, fonte di salvezza. È il tutto dell’amore di Dio. Basta accoglierlo nella fede. La legge e la circoncisione hanno ormai raggiunto il loro compimento che è l’amore. Non c’è più nessuna ragione di vantarsene. Il Crocifisso è la novità, la “buona novella” del vangelo. Ciascuno si vanta o si gloria di ciò che gli dà appagamento e sicurezza. Gli ebrei per la legge e le opere della legge, specie la circoncisione. I greci per la filosofia. I buddisti e gli scintoisti per il presunto superamento della natura nella meditazione trascendentale. Gli islamici per la loro sottomissione al Dio potente e vincitore. L’età moderna per le conquiste della scienza e delle tecnica. Paolo, e ogni cristiano, per l’amore di Cristo Crocifisso. Il quale amore non è una sensazione emotiva, ma una Persona vivente in me e nella quale io vivo e sono immedesimato, 2,20, perché “il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo”. Dato che io conto solo sul Crocifisso e sono io stesso crocifisso con lui, il mondo non mi condiziona in nulla, se non nell’amore che gli debbo in nome del Crocifisso e in unione con lui. I valori del mondo e della carne, il peccato, le malignità dei giudaizzanti: come se non esistessero, perché sono crocifissi e morti. Perciò Paolo può concludere la sua lettera ai Galati: “D’ora in poi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stimmate di Gesù nel mio corpo”, 6,17. C’è dolore per l’ostilità dei giudaizzanti e dei cristiani che danno loro retta, ma soprattutto abbandono nell’amore del Crocifisso. L’allusione al corpo e alle sue ferite può essere sia fisica che morale. È malato, ha sofferto flagellazioni, naufragi e una lapidazione. Ma le sue sofferenze hanno ormai un nome nuovo: le stimmate di Gesù. Parlano solo d’amore. Non come il marchio della circoncisione, che parla solo di legge.


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I - RIFLESSIONE SULLA VIA CRUCIS

7 di Fabrizio Cortigiani

Chi è Gesù Gesù, dopo trent’anni passati nella comune esistenza quotidiana fatta di lavoro, famiglia e di una normale vita sociale consona alla società del tempo, inizia il suo ministero. Gesù Figlio di Dio, ma uomo a tutti gli effetti, tranne che nel peccato, avverte quello che tutti noi sentiamo: emozioni, pensieri, desideri, voglia di stare con gli amici, il piacere di stare a tavola, di ridere e di scherzare. Ogni attimo della sua vita diventa motivo di relazione, di scambio, di ascolto, di tenero sguardo, che non esita tuttavia a manifestare la sua forza profonda, penetrante, avvolgente e coinvolgente. Non traspare mai un rimprovero rabbioso, ma una amore correttivo, un avvertimento soave, consapevole della sofferenza dell’umanità. Ogni sua azione è compenetrata dall’amore del Padre, ogni suo pensiero è manifestazione dell’infinita Essenza Trinitaria, ogni sua emozione non è mai fine a sé stessa, ma espressione di un amore speciale, un amore che rispecchia il “tu” dell’altro fino a muovere il tumulto delle passioni, degli istinti, dei desideri gretti e meschini tipici dell’essere umano e dello stato di “male”, di “errore”, di “peccato” nel quale ogni uomo si trova. Quando le tenebre incontrano la luce c’è un’esplosione nucleare negli strati sommersi della psiche, dell’anima, di tutto il nostro essere. Ecco che Gesù appare come l’uomo della discordia e del tumulto; egli stesso afferma di essere venuto a dare la pace, la sua pace, non quella del mondo. Con il suo amore è venuto a dividere e a mettere in luce il male e la perversione. La sua sola presenza luminosa disturba il mondo delle tenebre. Portatore di vera gioia, anche nel dolore Ma lo stesso Amore, che glorifica il Padre, quando entra nel nostro cuore, trasmette il calore della vita donando pace, gioia e serenità anche nel dolore. Sembra impossibile, sembra un assurdo; provare gioia nel dolore, contraddizione delle contraddizioni. Tale gioia, tuttavia, non è quella dello svago e del divertimento, non è quella

Germana si consacra a Gesù Crocifisso a Civitanova della risata dopo avere ascoltato una barzelletta e non è neppure quell’enfasi che si può provare quando si fa qualcosa che ci piace. La gioia di Gesù è uno stato d’animo di quiete, un lago tranquillo in mezzo ad un oceano tempestoso, è la pacatezza che fa vivere a pieno l’emozione senza farci degenerare in livelli emozionali patologici. La pacatezza gioiosa di Gesù non ci impedisce di essere contenti per una serata passata con gli amici o per un trenta e lode di un esame universitario; la gioia di Gesù ci permette di vivere la più profonda essenza sia delle realtà spirituali, sia di quelle materiali. La gioia di una promozione sul posto di lavoro o una serata passata in lieta armonia vengono vissute nella loro globalità e non solo nella superficialità dei discorsi egocentrici. Se abbiamo questa gioia nell’animo, siamo in grado di trasformare la banalità in sostanzialità, il discorso apparentemente vuoto in spunto di riflessione per arrivare al cuore della persona. Nella gioia di Gesù niente rimane superficiale, banale, tiepido e scontato. Gesù è lo Spirito che albeggia dentro di noi, è il palpito del nostro cuore quando incontriamo la persona che amiamo, è l’essenza delle coccole fra

due innamorati, è l’amore “provato” di due sposi che stanno insieme da anni, è il sorriso calmo e penetrante del malato terminale o dell’anziano che racconta le sue esperienze passate. La gioia di Gesù è tutto fuori che gioia effimera, riso ubriaco, gioia squallida vissuta a capo basso o con ostentata beatitudine. L’Università della Sapienza della Croce La pace che si prova in un letto di ospedale o mentre siamo nell’anticamera della sala operatoria anelando che il medico si affacci per dire che sta procedendo tutto bene, è la serenità dello Spirito Santo. Si può continuare a provare dolore per sé stessi o per una persona cara, si può sentire male e ciò nonostante non diventare preda dell’angoscia e della disperazione, della preoccupazione che fa perdere la lucidità, della rabbia che divora la vita. Si può passare attraverso questa rabbia, si può anche battere la testa nei tanti “perché” che ci logorano, ci si può rifugiare nella logorrea che ossessiona chi ci sta vicino oppure possiamo elaborare tante filosofie che ben presto si traducono in delusione, ma alla fine bisogna comunque imparare a convivere col nostro dolore, con la nostra croce, senza

psicologia umana conosce il proprio limite, sperimenta l’oblio di sé stessa, cadono le illusioni, le sovrastrutture, i vecchi schemi stereotipati delle nevrosi umane, entra nel Cuore del Crocifisso e diventa psicologia di Dio, cristoterapia, neurocardiochirurgia Vascolare dello Spirito Santo. La vita continua, ma l’approccio all’esistenza cambia radicalmente. La Croce di Cristo ci impregna, ci conferma e ci consacra separandoci dal mondo, ma facendoci rimanere nel mondo, testimoni eucaristici del pane vivo disceso dal Cielo. Consacrati e familiari nella parrocchia di S. Carlo a Civitanova La nostra ultima cena, quella che preribellarsi, senza fuggire, senza vane atte- siamo entrati, ma fuori troveremo solo le se, senza mettere la testa sotto la sabbia nostre paure e i nostri fantasmi, la mente viene l’evento traumatico e spesso inconsapevole viene alla luce della nostra subdola che vive di autoinganni. come fanno gli struzzi. coscienza quando Gesù, re e sacerdote In quello spazio-tempo fra il nostro ci consacra sull’altare del nostro unico e dolore e il desiderio disatteso che le cose La sala operatoria dello Spirito specifico dolore. Egli ci spezza come il cambino a nostro piacimento, in questo Se invece decidiamo di ascoltare la pane e pronuncia le sacre parole: “Prenluogo psichico dove il confine fra il reale voce che esce da quel Cuore di luce calda dete e mangiatene tutti. Questo è il mio e l’irreale diventa sempre più rarefatto, e rimaniamo nella sala operatoria dello corpo – Fate questo in memoria di me”. in questa terra di nessuno nella quale ci Spirito, Gesù ci chiederà se siamo dispoDio ci prende, ci considera il suo pane, troviamo momentaneamente proiettati, sti a portare per un po’ la sua corona di il nutrimento a sua disposizione per sfaspaesati, smarriti, in questo nostro despine, se accettiamo di lasciarci traspormare chi ha bisogna di mangiare per rinserto fatto di solitudine, di sgomento, di tare come “bimbo svezzato in braccio a forzarsi, convertirsi e diventare anch’egli tentazioni di trovare le soluzioni più cosua madre” (Sal.139) negli abissi della testimone della vita. Nel memoriale rimode e apparentemente meno dolorose, sua passione, nel mistero della sua morte vive qui ed ora la passione e morte di proprio qui veniamo trivellati, scolpiti, e resurrezione. Gesù Risorto attraverso di noi. Poi Gesù potati nei nostri rami secchi, distrutti prende il vino, la nostra sostanza vitale, e Un’immagine cara, quella di Gesù nel nostro orgoglio, nella cieca razionaliripete le sacre parole rendendo grazie al Bambino disteso sulla Croce, ma non tà che poco tempo prima ci sembrava la inchiodato, ci fa comprendere l’eterna Padre. Nel momento in cui siamo elevati più grande ancora di salvezza. diventiamo strumenti di Dio, manifeIn questa università della Sapienza giovinezza di chi risorge dalla passione stazione della sua volontà, mantenendo della Croce, nell’aula magna del Sacro di Cristo; la corona è posta da un lato, tuttavia, la nostra unicità e individualità Cuore, sperimentiamo l’impotenza, il segno tangibile che chi risorge alla vita consapevole e necessaria per rinnovare senso del limite, la nostra nullità di fron- di Cristo non ha più spine da portare. ogni giorno il nostro “Fiat” al sacrificio Se accettiamo di vivere l’avventura te a colui che dà la vita. Proprio quel Dio eucaristico. che ha detto: “Io sono la Via , la Verità della vita, Gesù Crocifisso ci attrae come Tutto questo non è una richiesta e la Vita” col suo amore incondizionato un magnete attira i corpi metallici, in un di sofferenza da parte dell’uomo, ma vortice di energia la Croce di Cristo ci ci chiede, ma non ci ordina, se vogliamo un’adesione totale al piano di provvirisucchia e si fonde con noi e in noi; il “spogliarci” e “lavarci” o se preferiamo denza di un Dio che ci vuole figli della dolore diventa carne, la mente di Cristo rimanere con il nostro abito sporco fatto di vanità, presunzione, superbia, ama- entra nella nostra mente, trasforman- luce e testimoni dell’amore per colorezza e delusione. Possiamo anche uscire do il pensiero e l’emozione; cambiano ro che ancora non l’hanno incontrato. da quest’aula magna esattamente come vi le modalità di ragionamento, cambia la (continua). percezione, cambiano le sensazioni. La


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17 Maggio festa del ventennale INCORAGGIAMENTO DEL SUPERIORE GENERALE ne di poter conciliare le date e di essere presente. Ho letto il Roma Curia Generalizia Passionisti 23 aprile 2009 programma dei Ritiri, Esercizi Spirituali e degli incontri delle Caro P.Alberto, sono appena tornato dal Capitolo della Provarie Fraternità e ricevo con interesse i Fogli e Rivista del Movincia di S.Giuseppe, celebrato in Inghilterra e pertanto posvimento e mi sembra che state facendo un buon cammino di so rispondere all’email che mi hai inviato. Ringrazio molto formazione e di approfondimento della spiritualità con l’espedell’invito ricevuto di presiedere l’Eucarestia del rienza della vita di fraternità nei giorni che vivete 17 maggio prossimo nel Santuario di S.Gabriele insieme. Queste brevi parole vogliono essere un per gli Amici di Gesù Crocifisso in occasione incoraggiamento e uno starvi vicino con la predel grande pellegrinaggio, ma purtroppo il 4 ghiera, così come è anche vostro compito pregare maggio partirò per le Filippine per la celebraper la Congregazione e per le vocazioni. Vi saluzione del Capitolo Provinciale PASS che inizierà to uno per uno personalmente e vi auguro ogni il giorno 11 maggio. Me ne dispiace perchè era bene mentre invoco sulle vostre famiglie, amici un’occasione opportuna per incontrarci e celee conoscenti la protezione di S.Paolo della Croce brare con il numeroso gruppo di laici, Amici di nostro comune Padre, e di S.Gabriele dell’AddoGesù Crocifisso, che è impegnato nel vivere la lorata nostra fratello. “memoria della Passione di Gesù” alla luce del carisma passionista. Spero in un’altra occasioP. Ottaviano D’Egidio. Superiore Generale cp. UN SALUTO DALLA SPAGNA DAL CONSULTORE GENERALE PASSIONISTA, P. LUIGI VANINETTI. Carissimo p. Alberto, seguo con attenzione e gioia le informazioni, i programmi e le catechesi che periodicamente ricevo sulla realtà degli Amici di Gesù Crocifisso. In questi giorni ho ricevuto la catechesi e il ricordo in occasione del ventennale del Movimento che avete celebrato presso il Santuario di S. Gabriele lo scorso 17 maggio. Desidero rallegrarmi con te per la dedizione e la fedeltà con cui ti sei dedicato e continui a dedicarti ad annunciare e ad esprimere la nostra bella spiritualità nei laici. Ringrazio il Signore per quanto sta realizzan-

do attraverso questa opera e quante grazie vorrà effondere su tutti. Davvero “la Passione è la più grande e stupenda opera del divino Amore” ed il “miracolo dei miracoli dell’Amore di Dio”. Sono in Spagna da diverso tempo per la visita alle comunità delle tre Province in preparazione ai prossimi Capitoli provinciali. Rinnovo la mia stima ed il mi ricordo affettuoso, ti spero sempre bene in tutto e ti accompagno con la preghiere. Un abbraccio. P. Luigi cp

RICORDI DEL VENTENNIO DA UNA VETERANA

­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­­La celebrazione di un ventennio è sempre un motivo di gio-

ia, specialmente quando questo periodo di tempo è trascorso in un cammino di fede con tanti momenti di grazia. Con questo spirito di letizia lo rivivo e lo celebro nel mio intimo quale festa della memoria e del ringraziamento. E’ festa della memoria, perché è un ritorno con il pensiero ai primi passi nell’entrata del gruppo, alle prime difficoltà di inserimento; festa del ricordo del bene ricevuto in mille modi dai nostri assistenti e dalla comunione con tanti fratelli. Con animo commosso non posso non ricordare la giornata della mia consacrazione, quando il Signore accettava la mia umile offerta, come riposta d’amore, mostrandomi dalla croce le braccia aperte della sua misericordia. Ogni anno di cammino è stato una miniera di

suggerimenti, di parola di Dio, di preghiera, di grazia impossibile a descriversi: è un patrimonio di bene impresso nel mio cuore in maniera indelebile. Da questa fonte di bene sento, ora, di dovere ripartire senza incertezze, affidando il tempo passato alla misericordia di Dio e confidando nel suo infinito amore, che ho cominciato a capire, vivendo la spiritualità passionista, la spiritualità dell’Amore. Questa celebrazione ventennale assume per me anche l’impegno di una fiduciosa ripresa e diventa la festa del ringraziamento. Grazie al Signore per quanto mi ha dato, ai Passionisti che mi hanno guidato nel cammino, ai tanti fratelli, AGC, con i quali ho trascorso momenti indimenticabili di condivisione. Margherita Padovani

9 ECHI DI UNA GRANDE GIORNATA: LA CARICA DEI 400! Alle ore 12 c’è stata nella nuova basilica la solenne concelebraIl 17 maggio ci siamo ritrovati in circa 400 presso il santuario di zione presieduta dal P. Luciano con i padri Alberto, Bruno, AdalSan Gabriele TE, per ringraziare il Signore dei 20 anni di cammino berto e altri sacerdoti. Al termine della messa abbiamo rinnovato del MLP “Amici di Gesù Crocifisso”. E’ stato per tutti noi, vecchi e le promesse di santità, rispondendo a ogni invito:“Sì, lo prometnuovi, una commovente ed indimenticabile “festa”, piena di gioia. to”. Ognuno ha chiesto la grazia dello Spirito per mantenere fede Alle ore nove ci siamo raccolti tutti nella cripta dinanzi a questo impegno, con coerenza e perseveranza. all’urna di san Gabriele, provenienti dalle nostre 16 FraterPoi il pranzo al sacco, consumato sotto le piante o nelle sale, nità, abbiamo recitato le lodi, ringraziando il Signore per la in letizia e sincera amicizia e fraternità. splendida giornata che ci donava, scandita da tanti momenti d’intensa preghiera e di profondo raccoglimento. Alle ore 15 una raccolta via Crucis dentro la nuova basilica a causa del tempo non favorevole. E’ stato un momento imAlle ore 9,45 ci siamo trasferiti nel salone Stauros. Il P. Alportante per noi, rivivere con il nostro Salvatore il percorso berto, assistente nazionale, ha presentato una sintesi dei 20 del suo Calvario. anni degli AGC, partendo dal contesto in cui nacque il gruppo nel 1989, presso il santuario della Madonna della Stella; Poi di nuovo nel salone Stauros per la preghiera del vespro egli pensava a un gruppo di 25-30 laici che avrebbero volue il saluto conclusivo dell’assistente nazionale, che ci ha fatto to santificarsi seguendo la spiritualità passionista; dopo 20 sentire parte della grande famiglia passionista e ci ha ricordaanni siamo arrivati a 3000 iscritti. Ha ricordato che il fine to che il nostro cammino è come scalare una montagna: si fa del movimento è di aiutare ogni amico a tendere alla santità, fatica a salire, ma chi non si stanca, man mano che sale, vede che è amore e vivere il carisma della Passione, con l’impegno un panorama sempre più ampio e più splendido. P. Alberto di amare e fare amare Gesù Crocifisso e riconoscere e amare ha concluso l’incontro con l’invito a partecipare sempre con Gesù Crocifisso nei crocifissi. gioia ai nostri incontri, perché Gesù è in mezzo a noi. Durante l’incontro ho pensato molto ai miei genitori, che parteciparoC’è stata poi la catechesi di P. Luciano Temperilli “La Santità no ai primi ritiri spirituali presso la Madonna della Stella nel è amore”, lo stesso tema con il quale nacque il nostro movimento lontano 1989, tornarono profondamente colpiti dal tema del nel 1989, seguendo gli insegnamenti della serva di Dio M. Madconvegno “La santità è Amore”. Furono tra i primi ad iscridalena Marcucci, monaca passionista. La concreta e sentita cateversi agli Amici di Gesù: sono certa che i miei cari, insieme chesi ci ha toccato nel cuore: con molta umanità ci ha invitato a a tanti altri Amici che sono in cielo, hanno gioito con noi e riflettere sulla nostra fragilità e a partire da essa per vivere nella lodato Dio per quanto sta operando in noi. santità, per comprendere la santità, per raggiungere la santità ed Marika Astorri Lazzarini immergerci nell’amore di Dio e del prossimo.

IMMERSI NELLA LUCE DELLA CROCE GLORIOSA Partecipare a questa festa del 17 maggio ha donato alla nostra famiglia una grande gioia. Nonostante gran parte dei presenti ci fossero sconosciuti fisicamente, si è subito avvertito il senso di fraternità ed accoglienza e il desiderio di trascorrere insieme un giorno di lode e ringraziamento a Dio per il dono di averci fatto incontrare luoghi e persone che ci hanno avvicinato alla spiritualità passionista. La semplicità con cui la giornata è trascorsa ha segnato il nostro cuore e ha mostrato che per tutti l’amore per la croce è al centro della propria vita spirituale, fino a diventare, come Padre Luciano ha ricordato, amore incondizionato e misericordioso, che sempre perdona, conforta, accetta ed offre. La grazia di questo giorno ci ha im-

mersi nella luce della croce gloriosa che ci ha rinnovati dal profondo, ci ha chiamati Amici, ad uno ad uno, ci ha stretti forte pur nella diversità di esperienza, età, sesso e dolore. L’Eucaristia ha rappresentato il momento spirituale più intenso. Un segno ha arricchito il nostro cuore: una sorella della fraternità di Civitanova, colpita da un lutto giovane e drammatico, ci ha più volte stretti fraternamwente, con grande affetto, come in un abbraccio universale, rivolto amorevolmente a ciascuno di noi, ai piedi della croce, accanto a Maria, come suoi figli, tutti con tanta strada ancora da percorrere, tanto amore e servizio da donare. Patrizia ed Enrico Lattanzi


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Sprazzi di luce e di gioia “Nella mia fragilità vedo la misericordia di Dio che mi abbraccia”. Questa frase, dalla conferenza del padre Luciano, è scesa nel mio cuore e risuona ancora in me, come le note sulle corde di un’arpa. Ogni creatura è fragile, sì, ma il Signore vuole abbracciare ogni figlio, donandogli il suo amore. Siamo chiamati ad amare nella sua pienezza, nel cuore scolpita la passione di Cristo, sul volto la luce radiosa del Risorto, nell’agire la tenerezza della Vergine Maria, madre della Speranza. Dio sana le nostre ferite con l’amore del suo Figlio crocifisso e ci dà il fuoco del Risorto, fuoco dello Spirito Amore, per “incen-

diare il mondo di Amore”, come scrive il nostro fondatore Paolo della Croce. Il Signore si è fatto piccolo in noi, per renderci grandi nell’amore ed essere dono per ogni fratello. Ci siamo riscoperti fratelli, amici di un Dio, che si è calato nella nostra umanità per viverla e donarla. Ecco il Passionista, ecco noi laici, chiamati alla Famiglia Passionista. Manuela Piacenti Peraio Mi sono sentita parte di una grande famiglia La giornata del 17 maggio è stata un susseguirsi di momenti intensi, vissuti nella pace e calore che solo il Signore può trasmettere. Partecipare alla messa e alla via crucis con tante persone che condividono la stessa spiritualità mi ha fatto sentire parte di una grande famiglia. In questi anni il Signore ha seminato tanto, servendosi delle persone che ha posto sul nostro cammino; ora dobbiamo far crescere questo seme, per ricambiare il suo amore e aderire al progetto che ha su di noi, singolar-

mente e come gruppo. Ringrazio i Passionisti che ci hanno accolto e seguito, per insegnarci a vivere da laici questa meravigliosa “spiritualità”, continuando ad attingere da “Lui” che è il “Sommo Bene”. Fiorella Torresi Toccanti le promesse di santità Ringrazio il Signore per la giornata intensa al santuario di San Gabriele per il ventennale degli AGC. Molto interessante la storia della realizzazione del nostro movimento ampiamente descritta dal P. Alberto, che ha ricordato i primi aderenti, vivi e defunti, come “fondatori” e lo sviluppo inatteso di questi anni. La catechesi di P. Luciano ci ha stimolato di più nel cammino di santità che si realizza prendendo come modello Maria, sempre disposti ad amare e perdonare. Toccanti le promesse di santità fatte alla fine della Messa. Rappresentanti delle varie fraternità hanno animato la via crucis. E’ stata un’occasione anche per conoscere i fratelli di altri gruppi. Alla fine abbiamo ripreso con gioia la via del ritorno, dandoci appuntamento per il 27 giugno per la giornata della Famiglia Passionista. Paola De Simone

La fraternità di Giulianova ha partecipato, con circa 70 persone, alla festa del ventennale degli Amici. Durante il viaggio, il coordinatore Pio Calvarese, ha spiegato ai nuovi partecipanti il significato del ventennale e come si svolge il nostro cammino di laici passionisti, invitandoli a partecipare ai nostri incontri e dando a loro un volantino con la storia del nostro movimento, la Promessa d’Amore e il programma della giornata. E’ stata una giornata di intensa spiritualità, piena di unione fraterna tra noi e con gli altri gruppi, un “pieno di Parola di Dio”, vissuta intensamente. La catechesi “La Santità è Amore”, è la luce del nostro cammino, per chi, come me, è partita proprio dal sottosuolo. É bello scalare questa montagna, giorno dopo giorno, guardando la cima che invita a salire nonostante le cadute. Adesso posso dire che ho un vero Amico, che è sempre fedele e non mi abbandona mai. Rita Maraessa Essere a San Gabriele a festeggiare i 20 anni degli AGC è stato come aprire un libro da cui abbiamo imparato a leggere, da cui abbiamo appreso che Dio è Amore, che è Lui che ci vuole suoi figli, che la Santità è possibile anche per noi. Tra le pagine abbiamo trovato risposte a mille domande. Accanto ad ogni rigo una postilla d’Amore, che, come perla preziosa, abbiamo imparato a custodire nel nostro cuore. Che imperscrutabile silenzio nella sala Stauros, mentre p. Alberto e p. Luciano sgranavano come corona di rosario, posta dopo posta, i venti anni del movimento! E a ogni “Mistero” della corona, la parola era sempre la stessa “Amore”. Quell’Amore che diventa offerta in ogni momento della giornata, anche se non comprendo; quell’Amore che mi aiuta a incontrare l’altro, senza pregiudizi o schemi. Amore che solo la “sapienza della Croce” trasforma in un’opera perfetta agli occhi di Dio e come sasso gettato nell’acqua produce onde infinite. A sera, accanto al ricordo di una giornata unica, ognuno con un carico di fede, ha ripreso i passi verso casa, per iniziare il nuovo giorno con una promessa: AMARE. Giulia di Pompeo

Quello che più mi ha colpito di più sono state le “Promesse per una vita santa”, alle quali noi tutti abbiamo risposto: “Sì, lo prometto” Pina Mastropasqua Il movimento AGC, in 20 anni, ha fatto passi da gigante, come ricordava il P. Alberto, che non avrebbe mai immaginato di raggiungere il attuale di Amici. La giornata è stata piena. Mi ha impressionato una frase di Chiara Lubich, ricordata da P. Luciano: “Quando amate il prossimo, Gesù è in mezzo a voi; quando non lo amate, Gesù non c’è”. Ho pensato subito che mi calza a pennello, perché sul lavoro, e non solo lì, incontro difficoltà. Se mi lascio “travolgere” dall’amore di Dio, Egli cambia la mia vita, come uno scultore fa di un tronco grezzo una opera d’arte. Quando, al temine della messa, sono state proclamate le promesse di santità, ho provato un nodo alla gola nel rispondere: “sì, lo prometto”. Pensavo se riuscirò a mantenere ciò che ho promesso! Poi mi sono detta: con la grazia di Dio si può tutto! Olga Erasmi

Ringrazio Dio della bella giornata del 17 maggio. E’ stato molto bello incontrarci con altri gruppi e pregare insieme davanti a S. Gabriele per il nostro cammino passionista. Margherita Valentini

Ho trascorso la giornata con il cuore colmo di gioia. Notavo i visi di tutti pieni di gioia; ci sentivamo come fratelli in un unico abbraccio, per dirci: “Coraggio, non siamo più soli, perché, oltre al nostro Dio e alla Madre Celeste, ci siamo tutti noi uniti nell’amore e nella preghiera”. Eva Silvestrini

Ho atteso con grande emozione il 17 maggio e non sono rimasta delusa. La gioia era visibile su tutti i volti. Una giornata intensa, dalle Lodi del mattino davanti a S. Gabriele, alla profonda catechesi del P. Luciano che ci ha interrogati tutti sul nostro amore verso il Signore e verso il prossimo. Dire grazie è davvero poco, ma voglio dirlo con tutto il cuore, perché tutto questo è stato possibile. Santina Taglieri

Ascoltando P. Luciano mi sono sentita piena di gioia, quando ci ha detto che l’Amore non è un oggetto che si compra ma è un dono di Dio, che abbiamo dentro di noi. Queste parole mi fanno riflettete tanto. Ripenso alla Quaresima quando abbiamo recitato il rosario nelle famiglie, portando con noi Gesù Crocifisso e abbiamo trovato tante porte spalancate. Giuseppina Mariani

Nella giornata del ventennale, mi ha colpito molto la catechesi di P. Luciano: “La Santità è Amore”. E’ stata una giornata intensa, vissuta con amore e comunione con tutti. Teresa Casaccia. Da anni faccio parte degli AGC, ne sono felice, mi sento più vicina al Signore e ai fratelli. Quando stiamo tutti insieme, Gesù sicuramente è tra noi e a me sembra di essere in paradiso! Ivana Lesti

Ho ascoltato tante testimonianze anche di sorelle che non fanno parte della Fraternità. Per tutti è stata una giornata straordinaria. In tutti i volti si leggeva la gioia e la pace, anche in persone con problemi di salute. La catechesi “La Santità è Amore”, ci ha ricordato che la nostra vita deve essere un continuo atto di amore per il Signore e per i fratelli.

Ho vissuto la giornata immersa in profondo stupore, come se il mondo non ci fosse, con una sensazione di pace che pervadeva l’anima. É stato un susseguirsi di emozioni, dalla discesa in cripta, all’impatto della vista del Santo, al desiderio di ringraziare cento volte Dio per quello che mi ha donato; poi la conferenza di padre Luciano, che mi ha commosso fino alle lacrime per la mia “fragilità” che sarà un ostacolo alla santità del mio cuore. Saprò mai amare senza pregiudizio? Saprò vedere ogni volta chi mi trafigge e uccide come una persona nuova? Saprò mai usare bene il mio tempo? Teresa Ettorre É stata una giornata di preghiere e di lodi a Dio, per capire di più il nostro cammino che è basato sulla Santità che è Amore verso Dio e verso i fratelli, soprattutto i Crocifissi. Elisabetta Marà Viola Non si poteva forse scegliere un luogo migliore del santuario di S. Gabriele per dare nuova linfa alla nostra Spiritualità. Il percorso in pullman è stato pervaso dall’impegno sentito e sereno del programma previsto. L’incontro con p. Alberto e p. Luciano ha avuto la partecipazione attenta di tutti e ognuno vi ha trovato una risposta personale. E’ possibile accettare e rafforzare la Spiritualità solo sentendosi in “Fraternità”. Al ritorno, nelle nostre case, abbiamo riportato la gioia che solo Gesù Crocifisso può darci! Anna Maria


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AMICI Tre giorni di ritiro del MLP

Ricordo di Maria Luisa Paolorossi di P. di Alberto Francesco Pierangioli Valori

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al 29 maggio al 1 giugno 2009 si sono svolti a Caravate (VA) tre giorni di esercizi spirituali del MLP. É stato un appuntamento nazionale, che ha visto riuniti una quarantina di laici passionisti, provenienti da varie regioni d’Italia e una decina di religiosi passionisti. Il corso ha sostituito il convegno biennale del MLP. Sono stati giorni di preghiera, di ascolto, di silenzio e di discernimento. Nella prima parte del ritiro ci ha fatto da guida il P. Danilo Mazzoni, che con competenza e profondo sentimento ci ha fatto meditare la preghiera sacerdotale di Gesù nell’ultima cena (Gv 17. 1-26), approfondendo soprattutto la preghiera al Padre: “Padre, è giunta l’ora, glorifica il Figlio tuo”, Il P. Danilo ci ha invitati a salire con Gesù a Gerusalemme per immergerci con amore nella sua passione, ma prima dobbiamo fare tappa nel Cenacolo e chiederci: “Che cosa vuole Cristo da me?”. Il vero peccato della nostra vita è non trovare tempo per Cristo. Poi, dopo la risurrezione, Gesù invita Tommaso e noi a guardare le sue mani bucate, per trovare in esse la certezza della risurrezione, ma anche la prova suprema del suo amore. Le mani bucate di Gesù ci invitano ad avere anche noi le mani bucate, con l’amore per Lui e per il prossimo. Gesù non ha inventato la croce, l’ha trovata e l’ha sperimentata; da quel momento, ogni nostra croce è unita alla croce di Cristo. Gesù ha portato sulla sua croce tutte le nostre croci. Nessuna croce deve essere separata dalla croce di Cristo, ma vissuta in lui, con lui, per lui. Quando baciamo la croce, dobbiamo baciare anche tutte le croci dei fratelli. I discepoli gioirono al vedere le piaghe gloriose di Gesù. Le piaghe accettate per amore portano la speranza e la gioia. Nella seconda meditazione il padre Danilo ci ha invitati a riflettere sul grande anelito di Gesù: “Che siano una cosa sola”. L’amore del prossimo, l’amore concreto. Dopo aver contemplato le mani bucate di Gesù, dobbiamo guardare le nostre mani, se l’amore le rende bucate, pronte al perdono, all’amore concreto. Anche i nostri piedi devono essere piagati, come quelle del buon Pastore, per ricercare la pecorella smarrita. Dopo la sosta del Cenacolo, ne dobbiamo spalancare le porte per anda-

Dott.ssa Adele Caramico Stenta mi sembra facile; dare la vita per Lui non mi sembra più tanto difficile, basta pensare che Lui è morto in Croce per noi, senza chiederci una contropartita. Sarò sempre fedele alla mia Promessa di Amore. Da tempo provo solo gioia; quando prego, quando vado a Messa e posso ricevere la Comunione, quando ci riuniamo con il gruppo. Spero di non mancare alle riunioni, perché sono il pane per la mia anima, tengono vivo il mio spirito e mi fanno crescere nella conoscenza di Dio, mio unico bene”.

Il 14 maggio 2009 il Signore ha portato con sé in cielo Paolorossi Maria Luisa di 73 anni. Iscritta agli AGC dal 3-51995, consacrata perpetua a Gesù Crocifisso il 21 maggio 2000, coordinatrice della Fraternità di Macerata fino al gennaio del 2009, quando, per l’aggravarsi del suo male, dovette rinunziare. Ci ha lasciato l’esempio di una grande fede, di una dedizione piena agli AGC e un impegno grande in parrocchia. Al suo funerale ho sentito molte voci che dicevano: “É una grande perdita!”. Riportiamo alcuni stralci di sue testimonianze, che sono l’elogio più bello che possiamo farle. P. Alberto

Esercizi Spirituali a Caravate (VA) re a portare la parola e l’amore di Gesù a tutti. Le riflessioni offerte dal P. Danilo con semplicità, convinzione profonda e partecipazione personale e poi l’ora abbondante di silenzio e riflessione personale davanti al Crocifisso hanno creato in tutti noi una partecipazione intensa e piena. Nella seconda parte del ritiro il P. Giuseppe Adobati ci ha aiutato a meditare i passi più salienti di uno dei brani più belli del vangelo di Giovanni (Gv 12, 20-36): “Vogliamo vedere Gesù… L’anima mia è turbata, ma per questo sono giunto a quest’ora…. Padre, glorifica il tuo nome… Quando sarò elevato da terra attirerò tutti a me”. Le catechesi sono state accompagnate da ore di silenzio e riflessione personale; dalla liturgia delle ore e dalle solenni concelebrazioni, animate da vari padri, con profonde e ricche riflessioni sui vari aspetti della spiritualità passionista; da

momenti simbolici e di forte impatto spirituale: come la preghiera universale per tutti i continenti, la grande Via Crucis nel bosco, la consegna di una immagine di mano bucata, l’adesione alla spiritualità passionista con la consegna del Segno Passionista nell’ultima eucaristia, presieduta dal provinciale padre Giuseppe Martinelli. Uno dei momenti più belli è stato un recital musicale sui “Quaranta giorni di solitudine e preghiera di S. Paolo della Croce a Castellazzo”, realizzato in anteprima per noi da un brevissimo gruppo di giovani. La fraterna, affettuosa e generosa accoglienza della comunità passionista di Caravate e la partecipazione di confratelli di altre comunità e province ha arricchito la nostra partecipazione. Ringraziamo il Signore e i confratelli e laici della provincia CORM per questa magnifica realizzazione.

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Dopo un triste periodo, ora sono risuscitata “Nel 1994 ho incontrato il Movimento Laicale Passionista per mezzo di alcuni amici che mi hanno fatto conoscere P. Alberto. Dopo un triste periodo della mia vita, pregando, partecipando agli incontri e vivendo intensamente gli insegnamenti ricevuti, riacquistai la gioia, la fermezza che mi hanno risuscitata. Ho imparato come si prega, come ci si comporta, come si ama il nostro prossimo, perdonando sempre, senza riserve, senza risentimenti. Mi sono liberata di tutto; ora sono gioiosa, felice, vivo veramente una vita nuova. Ciò che riesco a fare per la parrocchia, per le missioni, per il Movimento ha riempito tutti i miei vuoti; ora ho capito il grande amore che Dio mi ha dato, mi dà e continuerà a darmi sempre. Da tempo seguo

Maria Luisa si consacra per sempre a Gesù Crocifisso il 21-05-2000

solo gli “Amici di Gesù Crocifisso”, mio vero cammino di santità. Quello che il Signore mi ha insegnato, attraverso i Passionisti, devo diffonderlo tra gli altri, seguendo i consigli e gli insegnamenti che gli assistenti spirituali ci danno. Dobbiamo crescere e responsabilizzarci al massimo, perché il movimento si rafforzi e cresca; per questo ho messo al servizio del Signore tutta me stessa, perché è Dio che ora guida della mia vita”. Sono completamente cambiata “Dopo un breve, ma intenso cammino di fede, mi sento completamente cambiata. Sono riuscita a mettere al primo posto Dio. Da Lui ho avuto e sto avendo tutto: la gioia, la serenità e tanta voglia di pregare. Ora so con certezza che solo Dio è nostra salvezza, solo Lui è abisso di carità e di misericordia. Lo voglio amare tanto e con tanta intensità da abbandon ar mi complet a mente tra le sue braccia. Amarlo, lodarlo e servirlo sempre Maria Luisa raccolta, mentre si prepara alla consacrazione.

Scintille dagli Esercizi Voglio confidarti come ho vissuto gli Esercizi Spirituali. E’ stata la mia prima esperienza e non volevo che finissero mai, tanto il mio amore, la mia anima e la mia mente erano pieni di questa profonda spiritualità, che è stata trasmessa a noi. Voglio riportare alcune espressioni ascoltate durante gli Esercizi e che vorrei attuare nel mio cammino: “Amare Dio significa fare di Lui lo scopo e il centro della nostra vita. Lavare i piedi a tutti è perdonare senza misura, come ha fatto Gesù con noi. La preghiera deve essere un prolungato atto di amore; prima di essere richiesta, deve essere lode, amore, ringraziamento. Rinnovando la nostra preghiera, rinnoviamo la nostra vita. E’ innamorato di Cristo chi non sa pensare che a Lui e non sa vivere che per Lui. La santità è amore: è desiderare di fare sempre la volontà di Dio ed essere una cosa sola con Lui: tutto in Lui, con Lui, per Lui. Rivestirci di Cristo significa essere una sua immagine viva: pensare, parlare, vivere come Lui. Maria è la strada che ci porta a Cristo e il canale che ci porta Cristo”. Felice di portare Gesù nelle case “La Peregrinatio Crucis è terminata da due giorni a Macerata, ma è finita solo materialmente, perché spiritualmente, Gesù Crocifisso, il Risorto, è sempre con noi, nel nostro cuore, nella nostra mente. Vi ha partecipato tanta gente. E’ stata una cosa stupenda; tutti abbiamo vissuto intensamente questa iniziativa Sono felice di avere portato Gesù nelle case, per rincuorarci, per darci forza, per alimentare la nostra. fede”. Maria Luisa Paolorossi


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TESTIMONIANZE

15 di P. Alberto Pierangioli

se davanti a tutto questo chieDiario dal Calvario diamo di trasformare la rabbia e Carissimo padre, Anna, la la ribellione in atto di amore, si mia bambina, è stata nuovachiudono le porte dell’inferno e mente ricoverata a Roma; ha si aprono per sempre quelle del avuto una serie di emorragie Paradiso. Da parte nostra è sufed è stata operata con urgenficiente dire: non capisco, non za senza speranza di vita. comprendo, ma sia fatta la tua Contrariamente alle aspetvolontà. L’ha fatto Maria, che era tative mediche, ha superato un essere umano come noi, lo l’intervento durato 9 ore. possiamo fare anche noi”. Ringrazio Dio, perché nelFabrizio – Firenze la sua Passione, sua e mia Eucaristia, ricevo la forza di rimanere sereno anche se nel Il Crocifisso a Roccaraso dolore, certo solo delle proCarissimo padre, ieri sera il messe di Cristo. Sono grato Crocifisso è tornato in chiea Dio per la testimonianza sa. Questa è stata per noi una alla quale Gesù Crocifisso Quaresima speciale perchè per Gabriella si consacra per sempre a Gesù Crocifisso mi chiama. Tante volte, prela prima volta anche la nostra gando, ho chiesto a Dio di Ringrazio Dio per avermi concesso la Fraternità ha ricevuto da Gesù rendermi testimone del Vangelo. Così grazia di inserire la mia piccola passiola grazia di portarlo nelle famiglie che mi sono rivolto al Dio dell’Amore: “Sine nella sua. Dal suo sangue ricevo ogni lo hanno desiderato e pregare insieme gnore, non sono nessuno, tante volte istante la forza necessaria per rimanere a loro. Gesù è stato accompagnato semsono caduto vittima dell’illusione di su questo campo di battaglia. Mi sento pre da molte nostre iscritte, sia quando essere più degli altri e ho annaspato di dire che solo con la Croce si vince. è stato consegnato, sia quando è stato in questo oceano di stoltezza; ammiro Anna ci permette ogni tanto di affacritirato per essere portato in altro luogo. tanto coloro che sono diventati santi; ciarci sull’al di là e tornare poi indietro. Non so descrivere la gioia di tutti coloro anch’io vorrei onorarti in questo modo, Tutto questo corrisponde ad un mirato che lo hanno ricevuto in casa e di coloro ma quando mi guardo, vedo solo un poprogetto di Dio che ancora non ho capiche lo accompagnavano. Non ti dico poi vero illuso, che vorrebbe fare il “santo” to, ma avendo Gesù Crocifisso nel cuola tristezza nel portarlo via, perchè tutte a poco prezzo. Perdona il mio orgoglio. re, non abbiamo niente da temere. le famiglie avrebbero voluto tenerlo per Sono debole, ma Tu sei la mia forza e la sempre. Ma Gesù è generoso. Quante Quando la grazia di Dio concede mia santità. Tu ti sei fatto crocifiggere grazie ha inviato e invierà, non solo sull’immersione nel dolore, l’incorporazioper sostituire il mio “nulla” con il tuo le famiglie, ma su tutto il nostro paese. ne nel suo stesso corpo, si respira con Tutto. Oggi nella mia piccola croce, mi Ai suoi piedi abbiamo pregato per tutti. il respiro di Cristo, si soffre con il corpermetti di scorgere l’alba della tua CroDesidero ringraziare tutte le amiche di po di Cristo, si sanguina con il sangue ce luminosa”. G. C. che hanno sempre accompagnato di Cristo, diventiamo noi stessi pane e Caro padre, lei è per me lo strumento il Crocifisso. Mando due testimonianze vino consacrati da Gesù stesso nella sua con cui Gesù Crocifisso risponde alle di persone semplici e amanti di Gesù più alta manifestazione sacerdotale che mie domande. Gesù mi sta facendo fare Crocifisso. è appunto la crocifissione. Il sacerdote l’Università della Croce. E questa è la dei sacerdoti ci consacra rendendoci Riccardo più bella laurea che si possa conseguire. dono per gli altri, il re dei re ci incorona I voti sono completamente ribaltati, la con la sua corona di spine, il profeta dei logica della Croce è opposta alla logiIl Crocifisso in albergo profeti ci permette di renderci consapeca umana. Anziché 30 e lode, bisogna Carissimo padre, Gesù ha organizvoli del nostro nulla per poter annunprendere “0” spaccato: zero in orgoglio, zato tutto da sé per venire nel nostro ciare la sacra parola e pur continuando zero in egoismo, zero in tutto tranne albergo di Roccaraso, nella settimana a soffrire, si sperimenta la sofferenza che in “Amore” per il quale è tassativo prima di Pasqua. Confesso che l’attesa come la via stretta verso la luce. Cosa il 30 e lode. E la cosa più bella è che per il suo arrivo mi causava un po’ di ancora più straordinaria, ci si innamora a questa università il sommo docente è ansia e il mio cuore batteva forte al solo della Passione di Cristo, perché si sente l’Umiltà Incarnata che mi accoglie e mi pensiero. Quando poi è stato portato in nel profondo dell’anima che solo quella incoraggia. Gesù non butta fuori nessualbergo e sistemato in una sala dove anPassione è l’unica e la vera fonte inesauno e quando si è chinato su di me, mi che i clienti potevano adorarlo, tutta la ribile della vita. ha fatto sentire che non gli importava nostra famiglia si è commossa e la gioia A tutti coloro che soffrono, a coloro la mia mancanza di santità; voleva che ha invaso i nostri cuori. Non ti dico poi che temono la sofferenza, mi sento di incominciassi ad amarlo partendo dal l’altra grazia che abbiamo ricevuto, perdire: “É vero, le spine fanno male, i colpi punto nel quale mi trovavo. chè, c’è stato un qualche giorno di ridi flagello causano un dolore acuto, ma

dell’aborto spontaneo e naturalmente lei il Lupus sai il mio grande sì a Gesù Crocifisso, (la patolosai poi della grande grazia della nascita gia di cui di Gemma. Dopo questa nascita le mie ero affetta) analisi erano perfette, con grande stuè in fase topore dei medici, sai però che continuatalmente revo a prendere farmaci. Sono stata molto missiva, che male da settembre 2007 a ottobre 2008 vuol dire che per un’allergia; avevo prurito da impazsono guarita zire in tutto il corpo. Ad ottobre decie quindi per sero di sospendermi il cortisone (anche lei non c’è qui l’intervento di Dio) per verificare nessun imla natura e le cause dell’ allergia, non p e d i m e n to potevo fare i test allergici sotto l’effetto per un’altra del cortisone. gravidanza. Come se non Questo ha permesso di scoprire che bastasse, ad oggi, anche senza nessuna terapia, questa sera e dopo una gravidanza che di per sé mi ha teleavrebbe dovuto peggiorare la mia patoConsacrazione di Rosa a Gesù Crocifisso fonato per logia, le mie analisi sono perfette, tanto informarmi tardo nella riconsegna e dicevo in cuor da far pensare a una totale guarigione. che oggi a Cagliari si è tenuto un conmio: “Grazie, Gesù, per questo ritardo, Credo realmente che Dio permetta le gresso di reumatologia, con i migliori rimani ancora con noi e non andar via”. prove per farci vedere le sue grandi esperti italiani di Lupus, hanno anche Tutti i giorni alle ore 15 00 lo abbiamo opere; nella mia vita ne ha compiute esposto il mio caso, considerando la onorato e adorato e molte sorelle handi straordinarie. É verissimo quando mia malattia scomno partecipato alla nostra preghiera ed parsa. Continuerealla nostra gioia. Grazie Gesù, grazie mo a fare i controlli padre! ma non posso non Floriana dell’hotel Belvedere dire: “Lode, lode a Dio!”. Riepilogo Anche i figli davanti al Crocifisso quanto è accaduto in questi anni, per Carissimo padre, desidero ringrafarti capire quanto ziare Gesù Crocifisso per la sua venuta ha operato il Signore in casa nostra a Roccaraso. Ho visto in nella mia vita. Dopo questa occasione quanto la mia famila nascita di Sofia, la glia crede in Gesù. Ho molti figli e loro, prima figlia, iniziai a quando passavano davanti a Gesù, o stare male (ero stata gli mandavano un bacio o facevano il male anche da adosegno della Croce e lo stavano a rimiralescente) mi diagnore. Non sai, caro padre, quanto è stato sticarono un’artrite bello per una madre vedere questo afpsoriasica e iniziai fetto per Gesù. Anche altri miei parenti, Giulia si consacra per sempre a Gesù Crocifisso una terapia; dopo quando venivano a visitarmi, andavaun miglioramento no subito a salutare Gesù. Anche mio iniziale, mi trovai peggio di prima. Era fratello Gabriele quando ha saputo che si dice che dopo una grande sofferenil 2003. Mi ricoverai a Cagliari nella cliGesù andava da un’altra famiglia è veza c’è sempre una grande gioia. Ce nica reumatologica dove confermarono nuto appositamente per salutarlo. Tutto lo insegna Gesù sulla Croce; noi suoi la diagnosi di artrite ed aggiunsero quelquesto è stato molto bello a casa mia. Amici dobbiamo testimoniarlo costanla di Lupus, dicendomi che a scatenarlo Grazie Gesù! temente. Ti confido che in realtà non poteva essere stato il farmaco con cui so se starò sempre bene; forse questo è Beatrice di Battista ero in cura. Inizia una terapia forte che un modo per permettermi di avere altri mi fece bene, ma non avrei mai potuto figli da offrire a Lui. Come vorrei un fiprogrammare una gravidanza perché Guarigione e attesa di un sogno glio con l’abito Passionista! Affido tutto altamente nociva. Mi ammalai di moal Signore. Agli esercizi di agosto vorrei Carissimo padre, devo darti una grannonucleosi; i medici furono costretti a fare la mia consacrazione perpetua! de notizia. Sabato ho fatto la visita reucambiarmi terapia. Fu un intervento di matologica, e con mia grande sorpresa Isabella di Siniscola NU Dio. Sai bene quante lotte per poter inila dottoressa mi ha detto che secondo ziare una nuova gravidanza; sai anche


CONSACRAZIONI

Il 26 aprile la Fraternità di Civitanova M., nella messa parrocchiale delle ore 18,00, presieduta dal P. Alberto, nella parrocchia di S. Carlo Borromeo, ha festeggiato Germana Germani che ha fatto la prima consacrazione solenne a Gesù Crocifisso e la coppia Fabio Barbaresi e Marini Patrizia che hanno fatto la consacrazione perpetua. É seguita una grande festa con centinaia di partecipanti. Il 3 maggio, nella giornata di ritiro a Morrovalle, durante la messa concelebrata da padri Alberto, Bruno e Sandro, hanno fatto la prima consacrazione Fermanelli Alberto, Trivellini Santucci Paola; il rinnovo Menghi Elsa, Concettoni Daniele e Annavini Rosalba, Stramucci Aurelio e Ferroni Marina, Bibiana Marzetti;

Gruppo dei consacrati a Morrovalle il 3 maggio 2009.

la consacrazione perpetua Pasquali Gabriella, Froccani Rosa, Verdicchio Giulia. Anche qui una grande festa per tutti. Pia

ESERCIZI SPIRITUALI DEL VENTENNALE AGC E LAICI IMPEGNATI Sede: Centro di Spiritualità San Gabriele TE Tel. 0861.97721 - Tema: “La santità è amore” I Corso: 9-14 agosto 2009. Per tutti. Guida: P. Alberto Pierangioli e P. Bruno De Luca CP II Corso: 17-22 agosto 2009. Per famiglie. Guida: P. Luciano Temperilli e P. Alberto Inizio e fine: dal pomeriggio del lunedì al pranzo del sabato. Quota adulti: Camere doppie: € 200,00 - Singole: € 210,00 Bambini e ragazzi: condizioni a parte. Prenotazione: P. Alberto Pierangioli – Piazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle Mc Tel. 0733/221273 – Cel. 349. 805.7073 E-mail: albertopier@tiscali.it

CALENDARIO AMICI

05 luglio: Ritiro mensile a Morrovalle. 09-14 agosto: Corso di Esercizi spirituali a San Gabriele. 17-22 agosto: Corso di Esercizi spirituali a San Gabriele. 13 settembre: Ritiro mensile a Morrovalle. Ricordiamo al Signore i nostri defunti: Ramunno Salvatore, Sulmona AQ. 25-4-09. Monaco Iolanda, Rivisondoli AQ, 02-05-2009. Bolognesi Lidia, Macerata: 9-5-2009. Paolorossi Maria Luisa, Macerata: 14-5-09. Amatucci Graziano, Fermo: 02-6-2009. Orso Giustozzi Santa, Morrovalle: 08-06-2009. Un grazie sincero a coloro che hanno inviato la loro offerta per le spese di stampa

Luglio/Agosto 2009 – Anno X n. 4 Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, Comma 2, DCB Macerata Editoriale ECO srl - C. c. p. 11558624 Dir. Tonino Taccone – Redazione: P. A. Giuseppe Pierangioli Piazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle Mc Tel. 0733.221273 - Fax 0733.222394 - C. 349.8057073 albertopier@tiscali.it www.amicidigesucrocifisso.org


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