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A mici di Gesù Crocifisso Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

Luglio - Agosto 2005 Anno VI n°4

Sommario Vogliamo amare Gesù Credere Passionista Comastri: Lettera ai genitori Due mamme riflettono sulla Lettera Il Maestro umile: V. Nazareno Santolini

Formarsi per formare gli altri Consacrati: messi a parte per uso santo Consacrazioni a Fossacesia e Roccaraso Testimonianze e notizie


Amici di Gesù Crocifisso

Il rifiuto dell’amore e il tradimento LUGLIO 2005

“G

esù si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà». Giovanni, reclinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: «Quello che devi fare fallo al più presto»…. Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte” (Gv 13, 21…30).

sù amava”, si diventa come i santi, come santa Gemma. Nella preparazione alla prima comunione, la piccola Gemma Galgani aveva sentito dire dal sacerdote: «Chi si ciba di Gesù, vivrà della sua vita». Ricorda la santa: “Queste parole mi riempivano di tanta consolazione. Ragionavo tra me: dunque quando Gesù sarà con me, io non vivrò più in me, perché in me vivrà Gesù. E morivo dal desiderio di arrivare presto a poter dire queste parole, nel meditarle, passavo intere notti”. Questi sentimenti l’accompagnarono in tutta la vita. Diceva a Gesù: «Tu ardi, o Signore, io brucio. Senza nessun fuoco vicino, mi sento bruciare, senza nessuna catena addosso, a Gesù mi sento stretta e legata. O Gesù, mi cerchi amore; non ne ho più: mi hai rubato il cuore”. Questa è la comunione dei santi; questa deve essere la comunione degli Amici di Gesù.

Molte volte i vangeli ci parlano della commozione di Gesù. Egli si commuove spesso per tenerezza, per compassione, di fronte al dolore, per la morte di un amico. Questa volta la commozione di Gesù è un dolore profondo per il tradimento di un amico, uno dei dodici, che lo tradisce per 30 denari! La reazione di Gesù rivela tutta la gravità del tradimento: “Gesù si commosse Purtroppo nel Cenacolo profondamente e dichiarò: non c’era solo Giovanni; «uno di voi mi tradirà…”. c’era anche Giuda. Anche Gesù ha scelto Giuda come davanti alla mensa eucaristiapostolo fra tanti. Gli ha dato ca c’è sempre un Giovanni, un segno particolare di fiduuna Gemma Galgani; ma c’è cia costituendolo amminisempre anche “chi mangia e stratore della comunità degli beve senza riconoscere il Apostoli; Giuda risponde corpo del Signore”, chi con il tradimento. È il tradimangia e beve con indiffemento dell’amore. Quanto renza, per abitudine, distratpiù grande è stato l’amore di tamente, senza una preparaGesù per Giuda, tanto più zione e un ringraziamento; grave è il suo peccato. Quanpeggio ancora, c’è sempre do una passione entra nel anche “chi mangia il pane o cuore, vi entra la notte, vi enbeve il calice del Signore in tra satana. Il bacio di Giuda. Codice miniato, secolo XV. modo indegno”, rinnovando Giuda tradisce Gesù con Biblioteca Palatina di Parma. il bacio di Giuda. San Paolo un bacio: cambiare un segno ci ammonisce: “Chiunque in di amore in un segno di morte modo indegno mangia il pane o beve il calice del Siè l’atto più ripugnante per eliminare un amico. È l’ipognore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. crisia più ripugnante. Il mistero di Giuda fa paura: da Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di apostolo a figlio della perdizione. Tutti possiamo essequesto pane e beva di questo calice; perché chi manre tentati di nascondere mancanze anche gravi dietro la gia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, facciata di una devozione superficiale, di una pietà apmangia e beve la propria condanna” (1Cor 11,27-29). parente. Tutti possiamo passare da una promessa soNel banchetto eucaristico c’è sempre la comunione lenne di amore a Gesù all’abbandono dell’amore. del santo, del tiepido, del sacrilego. Nell’accostarci alla Comunione, dobbiamo ricordare sempre le due condizioni essenziali del vecchio caL’Eucaristia è uno dei doni più grandi del Signore, è techismo: “essere in grazia di Dio e poi sapere e davvero un bacio di amore che Gesù ci dà e che noi pensare chi si va a ricevere”. E quanto ci ha ricordadiamo a lui, è l’intimità più profonda tra noi e Lui: to san Paolo, con parole gravi e accorate. Questo anno “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dieucaristico accresca la nostra fame eucaristica e l’immora in me e io in lui” (Gv 6, 56). pegno di ricevere Gesù in un cuore limpido e acceso Ricevendo Gesù con fede e amore, posando il nodi vero amore. stro capo sul suo petto, si forma un cuore solo con P. Alberto Pierangioli Lui, si diventa come Giovanni, “il discepolo che Ge-

La comunione del tiepido e del traditore

La comunione di Giovanni

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Amici di Gesù Crocifisso

“Chi ci separerà dall’amore di Cristo?”(Rm 8,15) AGOSTO 2005

Amò sino alla fine

gli conforme nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti” (Fil 3, 9-11). Così tutti i santi. Le prove si presentano “Gesù… , dopo aver amato i suoi che erano nel nelle forme più varie: mondo, li amò sino alla fine” (Gv 13,1), cioè fino al- Prove esteriori: malattie, insuccessi e delusioni nella l’eccesso, fino a dare la vita. Ha amato il Padre, fino vita, difficoltà sociali ed economiche, malignità, perad agonizzare, per fare la sua volontà. secuzioni, calunnie, odi, divisioni in famiglia… Gesù è stato tentato dal maligno, ma ha vinto per sé - Prove interiori: dubbi nella fede, silenzio di Dio, e per noi: “Viene il principe del mondo, egli non ha aridità nella preghiera, difficoltà con il proprio canessun potere su di me; ma bisogna che il mondo saprattere, problemi affettivi, angoscia, depressione, inpia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi comprensioni… ha comandato. Alzatevi, andiamo”. (Gv 14, 30-31). E - Il peccato: debolezze morali, abitudini cattive che con coraggio va incontro alla croce. non si riesce a cambiare, la Dopo il discorso sull’Eucontinua tentazione di caristia, nella sinagoga di “vivere secondo la Cafarnao, Gesù è contecarne e non secondo stato e abbandonato da lo Spirito” (Rm 8, 5). molti discepoli. Allora La tentazione e le dice agli apostoli: “Forprove della vita, nel se anche voi volete anpiano di Dio, servono a darvene?” Gli rispose crescere nella fede e Simon Pietro: “Signonell’amore autentico. re, da chi andremo? Tu Nel piano del maligno, hai parole di vita eterservono ad allontanare na; noi abbiamo creduda Dio, a spingere alla to e conosciuto che tu ribellione contro di Lui. sei il Santo di Dio” (Gv Basta ricordare la storia 6, 67-69). Gli apostoli ridi Giobbe. masero con Gesù. Dopo la confessione Nell’ultima cena, Gesù di Pietro a Cafarnao, dice con tristezza agli Gesù commenta con triapostoli, impauriti dalstezza: “Non ho forse l’annunzio della passione scelto io voi, i Dodici? imminente: “Ecco, verrà Riccardo si consacra a Gesù Crocifisso: Eppure uno di voi è un l’ora in cui vi disperdeRoccaraso, 25-6-05. diavolo!”. Egli parlava rete ciascuno per conto di Giuda, che stava per proprio e mi lascerete tradirlo” (Gv 6,70). solo…. Voi avrete tribolaCommenta san Paolo: “I desideri della carne porzione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il tano alla morte… infatti sono in rivolta contro Dio. mondo!” Gv 16, 32-33). Quelli che vivono secondo la carne non possono Tutta la vita di Gesù è stata “croce e martirio”. È piacere a Dio” (Rm 8, 6-8). stato provato in tutti i modi. Ha sperimentato le tenta“Vivere secondo la carne” significa lasciarsi guizioni del maligno, la persecuzione, l’odio, le avverdare dall’egoismo, dalle passioni, dal mondo. Invece sità, una dolorosissima passione, fino a morire dissan“tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” guato e straziato sulla croce. Ma Egli ha vinto, è rima(Rm 8,28). Da questo il grido di vittoria dell’apostolo: sto fedele al Padre e a noi fino alla fine. “Le grandi “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Chi ci seacque delle prove non hanno potuto spegnere l’aparerà dunque dall’amore di Cristo? Forse la trimore” nel cuore di Cristo (Conf. Ct 8,7). bolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né Siamo discepoli di un “Maestro crocifisso”, che ha vita, né angeli né principati, né presente né avveniportato una croce pesantissima; per questo siamo re, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’alchiamati anche noi a prendere la nostra croce e a setra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, guirlo. Egli ci ripete: “Abbiate fiducia; io ho vinto il in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rm 8, 34-39). mondo!” (Gv 16, 33). Dobbiamo avere paura che qualcosa, o qualcuno, Dice la Scrittura: “Figlio, se ti presenti per servire possa separarci dall’amore di Cristo. Solo una fede il Signore, preparati alla tentazione” (Sir. 2,1). Chi profonda e un amore sincero e totale sono le armi vuole seguire seriamente il Signore, deve essere didella vittoria e la sicurezza che “nessuna creatura sposto a partecipare alla sua passione, per poter partepotrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo cipare alla sua gloria, come san Paolo che desidera Gesù, nostro Signore”. P. Alberto Pierangioli “partecipare alle sofferenze di Cristo, diventando-

Sulle orme di Cristo

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Amici di Gesù Crocifisso

PENSIERO PASSIONISTA luglio-agosto 2005

CREDERE PASSIONISTA La fede cristiana nasce dalla croce. Il passionista, grazie al proprio carisma e alla propria spiritualità, si trova alle sorgenti della fede. Il modo in cui il passionista crede e pratica la fede deve testimoniare alla chiesa che la fede reca l’impronta del Crocifisso Risorto.

Croce e misteri della fede Secondo gli evangelisti Matteo, Marco e Luca, la professione di fede nasce alla vista del modo in cui Gesù muore in croce: “Davvero costui era figlio di Dio”, Mt 27,54 e Mc 15,39, esclama il centurione romano che aveva proceduto all’esecuzione capitale del Crocifisso. In Lc, il centurione “glorifica Dio”, e chiama Gesù “giusto”, 23,47. Questa impostazione è un invito a inginocchiarci ai piedi della croce per capire chi è Gesù e per renderci conto che la croce include e rivela tutti i contenuti della fede e della salvezza. Mentre realizza il mistero della passione e morte del Signore, la croce riflette tutte le altre dimensioni del mistero salvifico.

Il mistero della Trinità Dopo aver parlato diverse volte del Padre e dello Spirito Santo, sulla croce Gesù rivela la loro azione e la loro presenza, e si rivela intimamente unito a loro. Immerso nel dolore della morte, Gesù prega il Padre per noi e si abbandona nelle sue mani. Si sente dono del Padre per la nostra salvezza e ci fa sentire che il Padre guida l’evento che si sta consumando. L’amore con cui Gesù si dona alla morte per noi è l’amore trinitario, che si esprime nella persona dello Spirito Santo. Sulla croce Gesù è sostenuto dallo Spirito. Egli vive come amore al Padre e a noi la vicenda che noi percepiamo come dolore. Secondo l’evangelista Giovanni, Gesù dona lo Spirito al mondo nel momento stesso in cui muore. Spirare significa sia dare l’ultimo respiro che effondere lo Spirito. E ne offre il segno nel sangue e acqua del cuore trafitto. Così sulla croce si anticipa anche il mistero della Pentecoste. L’unità e trinità di Dio è il mistero più incomprensibile della fede cattolica, ma accanto a Gesù che muore in croce possiamo percepirne bagliori illuminanti.

Il mistero dell’incarnazione

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Questo mistero non si compie solo nella concezione verginale di Maria o nella nascita di Gesù a Betlemme. Quelli sono gli inizi. La vita terrena di Gesù ne è lo sviluppo. Ma solo la morte ne è il compimento. Non basta credere che il Figlio di Dio è nato come uomo per dire che fu perfettamente uomo. Era necessario che morisse, perché la vicenda umana si compie nella morte. Noi non siamo completamente uomini o donne finché la nostra esistenza non sarà consumata nella morte. Non possiamo dire di aver fatto tutto finché non avremo compiuto la cosa più importante, che è la morte. Morire bene è l’impresa di cui dobbiamo preoccuparci più di ogni altra. La croce rivela non so-

lo che Gesù è Figlio di Dio, ma che è anche veramente uomo. Davvero Dio s’è incarnato.

Il mistero della Risurrezione Ai piedi della croce si comprende che quella morte non poteva essere la fine. Per noi oggi questa deduzione è ovvia, perché abbiamo sviluppato la dottrina dell’unità del mistero pasquale. La fede del centurione romano non poteva percepire in quella morte i segni della risurrezione, ma quella fede stessa era già un bagliore di risurrezione. L’evangelista Giovanni presenta la passione e morte di Gesù come il cammino del suo trionfo, l’anticipo della sua risurrezione. La potenza dell’amore con cui Gesù si dona al Padre per noi è un’energia di vita tale che già si chiama “la potenza della risurrezione”. Nel rapporto trinitario, il Padre glorifica il Figlio, e lo Spirito Santo lo rende “spirito vivificante” nel momento stesso in cui esce dal tunnel della morte. Allora Gesù entra anche come essere umano, risorto e asceso, nel cuore della Trinità alla destra del Padre, dove come Dio-Figlio risiede dall’eternità.

Il mistero dell’Eucaristia Nella messa proclamiamo che l’Eucaristia è “Mistero della Fede”, fonte e culmine di tutti gli aspetti del mistero della salvezza rivelati, attuati e comunicati all’umanità. Nell’Eucaristia la Trinità compie il piano della salvezza nella storia, prolungando la presenza di Dio nel mondo iniziata nell’incarnazione. Il Risorto, nella potenza del suo Spirito e tramite il ministero della chiesa, rende presente sull’altare la sua morte. Nell’Eucaristia è presente la stessa realtà del Calvario, più la graduale attuazione storica della sua efficacia, perché il Risorto unisce al suo sacrificio la chiesa sua sposa ancora in cammino nel tempo.

Il mistero della maternità spirituale di Maria Prima di spirare sulla croce Gesù ci dona sua Madre. Per l’evangelista Giovanni è un altro momento essenziale della missione di Gesù. Egli ha già istituito l’Eucaristia, ci ha rivelato e donato il Padre, ci ha lasciato la parola, la comunità e i sacramenti. Ma a tutti questi beni c’era da aggiungere anche sua Madre. Gesù ci

Via Crucis a S. Gabriele: 22-5-2005.


Amici di Gesù Crocifisso

offre questo dono immediatamente prima del dono della propria vita e dello Spirito Santo. Difatti dopo aver detto: “Ecco tua Madre, Ecco tuo figlio”, esprime la sua sete del dono supremo, quindi afferma che tutto è compiuto, e muore. Tra i compiti affidati dal Padre c’era anche quello di donarci la Madre. Il Padre ha fatto dono di Maria-Madre non solo al Figlio per l’incarnazione, ma anche a tutti noi per la nostra santificazione. Maria è nostra Madre nell’ordine della grazia per opera dello Spirito Santo. È Madre di tutti i credenti per volontà del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Fede e vita sacramentale La fede non è una lista di verità da accettare, ma la vita di Dio da vivere. Ci è offerta nella rivelazione e comunicata nei sacramenti. Ai piedi del Crocifisso Risorto scopriamo le verità della fede, ma è nei sacramenti che queste verità diventano vere in noi, cioè diventano nostra vita come vita di Dio partecipata. In effetti la croce non solo è rivelazione delle verità della fede, ma anche scaturigine dei sacramenti della fede, come viene significato dal sangue e acqua che sgorgano dal cuore squarciato di Gesù. In ogni sacramento noi siamo in contatto con Gesù che muore in croce. È come se morissimo amando come lui. Per questo nei sacramenti attingiamo la salvezza. Credere è entrare nel mondo di Dio, essere innesta-

ti in lui, comunicare del suo essere e della sua vita. Significa pensare volere agire amare in Dio e come Dio. Noi ci esprimiamo con queste liste di operazioni, ma Dio è semplicissimo e ci ammette ad attingere dalla sua pienezza. La dottrina cristiana usa anche altri termini per descrivere il rapporto tra Dio e la creatura umana. Parla di grazia, che è la natura divina a noi partecipata, e di virtù teologali, che sono le facoltà con cui tale vita si esprime. Sono realtà divine, non umane. Dio vive in noi e noi siamo vissuti da Dio. Fede è l’espandersi della vita trinitaria sulla creatura umana. È come la Trinità ad extra. È l’inizio dell’integrazione dell’esistenza umana nell’esistenza divina, il cui compimento avverrà nella ricapitolazione universale operata dal Risorto. I mistici medievali parlavano della fede come grembo che Dio ci dona per essere concepito e per nascere in noi e nel mondo. Da soli non potremmo mai concepire, cioè avere idee e concetti su Dio. Il cervello umano non è capace di pensare Dio. Perciò Dio ci dona la fede. Maria di Nazareth è Madre del Verbo incarnato perché come donna poteva concepirlo anche fisicamente, ma prima che nel grembo fisico lo ha concepito nel grembo della fede. Nella fede tutti dobbiamo essere come lei.

Fede e sofferenza Durante la vita e il ministero di Gesù, la gente e gli apostoli avevano avuto barlumi di fede, ma erano adesioni superficiali. La prova della Passione ha spazzato via ogni traccia di fede. La sofferenza e la morte sono la prova cruciale della fede. Possono farla vacillare o perdere, ma anche renderla incrollabile. Nel vangelo di Marco, nessun uomo osa affermare che Gesù sia Dio. Il Padre lo proclama nel battesimo e nella trasfigurazione, i demoni lo urlano quando sono scacciati dagli ossessi, ma la gente si domanda fino all’utimo chi sarà (segreto messianico). Sotto la croce qualcuno proclama la verità. L’identità di Gesù è intuita e accettata nel vedere il modo in cui soffre e muore. San Paolo apostolo svilupperà la dottrina affermando che la fede cristiana è legata alla risurrezione, ma sia lui che i vangeli unificano i due momenti del mistero pasquale. La spiritualità passionista ha la missione di dare valore alla sofferenza alla luce della fede. Nei raduni internazionali, nei quali sia laici che religiosi passionisti condividono le esperienze del carisma nelle diverse aree geografiche e culturali, questo aspetto emerge in maniera sempre più evidente. La società odierna ha aumento a dismisura il benessere, ma ha anche moltiplicato il dolore sia fisico che morale. La gente affolla i centri di spiritualità dei passionisti o accorre ai loro conventi quando il dolore bussa alle porte con la miseria, i lutti, le malattie, le lacerazioni familiari. I passionisti sono chiamati a credere e sperimentare che il dolore è l’occasione più preziosa per amare; che quando si soffre si può amare più che in ogni altra situazione della vita; che soffrendo e amando si è allo stesso tempo crocifissi e risorti. Allora saranno in grado di testimoniare e annunciare la sapienza e potenza della croce, che è la potenza dell’amore, cioè la potenza della risurrezione. Gabriele Cingolani cp

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Amici di Gesù Crocifisso

III - Lettera ai genitori la visione di vita che ha alle spalle e che, dolcemente e allegramente, vuole trasmettere ai telespettatori, coinvolgendoli in una avventura apparentemente innocua, mentre, in realtà, è velenosa e demolitrice di ogni valore. Durante una visita ad una scuola elemenII primo compito dei genitori è dare tempo ai figli, tare di un piccolo paese delle Marche, nel dialogo trascorrere ore ed ore con loro, lasciarli parlare, diaspontaneo e simpatico con i ragazzi mi sentii rivolgelogare con loro sui problemi che crescono con 1’età e re una domanda assolutamente inattesa (inattesa da un si modificano con gli anni. Molti genitori invece, per ragazzo di terza elementare!): “Lei, cosa ne pensa del sottrarsi a questo fondamentale dovere paterno e ma‘Grande fratello’?”. Rimasi addolorato per il fatto terno, suppliscono al furto del tempo moltiplicando che un ragazzo di terza elementare seguisse uno spetregali, vacanze e fine settimana pieni di mille sorpretacolo televisivo cosi vuoto e cosi insidioso e mi perse, ma vuoti di dialogo e di affetto. Cari genitori, tormisi di dire: “Se al posto di quelle persone ci fossero nate a dare tempo ai figli! Ritagliate ogni giorno uno tuo papà e tua mamma, tuo fratello e tua sorella, tu spazio significativo per diventare amici dei vostri figli saresti contento?”. II ragazzo si fece un pochino pene per tenere il polso della loro vita che cresce e si pososo e poi rispose: “Penso di no!”. Presi una decisiopola di interrogativi, che devono avere in casa la prine. Tramite la maestra, chiesi di poter incontrare la ma risonanza e la prima fondamentale risposta: questa mamma del bambino. Dopo alcuni giorni avvenne è la vostra insostituibile missione! 1’incontro con grande rispetto e grande cordialità. Domandai, a un certo punto, alla mamma: “Ritenete che sia un bene, per il vostro bambino, fargli seguire il ‘Grande fratello’?”. La mamma (la vedo ancora!) mi guardò con occhio interrogativo e poi replicò: “II bambino! E mio mariLo scrittore franto?…non perde cese Georges Berneppure una punnanos, in una acuta tata... anche di analisi sullo svuotanotte. Pensi un mento spirituale che po’!”. C’era veracaratterizza la società mente da pensare... moderna, così scriveva: che se questi sono gli “Non è possibile capire la adulti di oggi, come saransocietà contemporanea se no quelli di domani, crenon si prende atto, che essa P . i sciuti alla luce di questi moc è costituita da una vera conco l i 005 delli? Non dimentichiamo un 2 A o m i giura contro 1’interiorità. Ma, ic i a S g an Gabriele: 22 mag fatto fondamentale: da questi moattenti bene! Una civiltà non crolla delli (il modello di vita “Grande fratelcome un edificio. Si direbbe più esattalo”!) non possono nascere famiglie, non possono namente che una civiltà crolla svuotandosi a poco a poscere “padri” e “madri”, non possono maturare impeco della sua sostanza, finché non resta che una scorza gni, non può svilupparsi un senso della vita come missenza più un contenuto. E allora avviene il crollo”. sione bella e seria. Aveva ragione Georges Bemanos. E qualcosa di simiPer questo motivo è urgente riportare all’interno le può accadere alle persone quando si lasciano guidadella famiglia una circolazione di sapienza e di fede re dai “modelli frivoli e vuoti” che popolano il mondo vissuta. Bisogna rientusiasmare i figli nei confronti televisivo e il mondo dello sport e il mondo dello di ideali che diano senso alla vita e, in parallelo, è spettacolo e il mondo della politica. Bisogna, infatti, necessario aiutare i giovani a sviluppare una capache ci ricordiamo sempre che la vita (e, in modo particità critica nei confronti dei modelli falsi e autodicolare, la vita di un figlio che cresce e cerca segnali struttivi, che la nostra società offre con ingannevole per prendere la giusta direzione) dipende fondamendisinvoltura. Non bisogna nascondere i problemi, talmente dai modelli ai quali ognuno fa riferimento non bisogna rimandarli, non bisogna incipriarli, ma, per ispirare le proprie scelte. Ecco, allora, una domana tempo opportuno, bisogna avere il coraggio di afda da esame di coscienza per tutti i genitori, per tutti frontarli insieme ai figli, dando ad essi la ragione gli educatori e per tutti i responsabili della comunicadelle scelte fatte e vissute dai genitori; questo signizione: quali modelli stiamo proponendo ai nostri gio(continua) fica educare! vani? II caso televisivo “Grande fratello” mi ha subito Mons. Angelo Comastri preoccupato e turbato per questo preciso motivo: per

La prima via dell’educazione: stare insieme!

La seconda via dell’educazione: offrire modelli di vita

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Amici di Gesù Crocifisso

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Due mamme riflettono sulla Lettera ai genitori Impegno di una mamma

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uando ho letto per la prima volta la lettera di mons. Comastri ai genitori, mi si è aperto il cuore e una grande consolazione è scesa in me. Da tempo avevo gli stessi pensieri, ma non sempre mi sono sentita sicura della validità di essi dato che, guardandomi attorno, spesso vedo segni contrari. L’urgenza di crescere i miei figli, difendendoli dalla nostra società anticristiana e antiuomo, dalla cultura della morte e del vuoto esistenziale, dalla filosofia dilagante del relativismo (di cui ci ha parlato molto bene Benedetto XVI), è stata una causa e anche un effetto del mio riavvicinamento al Signore e della mia comprensione e adesione a quei principi morali che la Chiesa ci propone riguardo alla vita della famiglia. Ho sentito subito forte la necessità di radicare bene la crescita dei miei figli nella fede e nella vita della Chiesa, sicura che solo qui c’è la salvezza e la possibilità di condurre una vita piena, felice e sicura. Fin da piccolini ho cercato di inserirli nelle organizzazioni parrocchiali adatte a loro, in modo da far trovare lì i loro amici di gioco: feste, gite, campi scuola, servizio alla messa, mese di maggio, partecipazione alla messa. Non ho aspettato che fossero loro, una volta cresciuti, a scegliere, perché le “occasioni” del mondo non aspettano, e, quando gli interessi sono rivolti altrove, è difficile cambiare rotta. Non è stato facile, non perché loro opponevano resistenza, ma perché ho incontrato critiche proprio nelle persone più vicine, che vedono quasi un “handicap” per un giovane frequentare la Chiesa in maniera “eccessiva”. Comunque non mi sono mai fatta influenzare, vedendo che i ragazzi, ormai cresciuti, sono tranquilli e sicuri di quello che fanno e non temono il giudizio di coetanei e più spesso degli adulti. In famiglia, grazie alla loro presenza, abbiamo da anni cominciato a pregare insieme, sia al mattino, prima di partire ognuno per i propri impegni, che alla sera prima di coricarci. Sento la necessità di seguirli da vicino, senza dar loro l’impressione di controllarli. Questo viene dall’esperienza della mia adolescenza, vissuta senza una presenza costante dei genitori e senza un’educazione morale e religiosa ben definita; cogliendone gli errori, i pericoli scampati, vedo le insidie che il

mondo può tendere ad un giovane che è costretto a cercare affetto e riferimenti di appartenenza fuori della famiglia latitante, perché occupata in altre cose, magari necessarie, ma non fondamentali per la vita di un figlio. È vitale per i figli crescere con la certezza di avere accanto a sé i genitori a sostenerli e ad amarli come sono, dando loro la capacità di andare per il mondo gradualmente da soli, distinguendo il bene dal male. Il punto fondamentale è la presenza viva del Signore nei loro cuori, vivendo tutto a seconda dell’età, da bambino, adolescente, ragazzo, adulto, ma, sempre all’interno del rapporto con Dio. Questo è molto importante anche per favorire l’ascolto della chiamata vocazionale che il Signore prepara per ogni suo figlio; e noi genitori siamo responsabili in questo compito che ci è stato affidato. Far capire questa presenza reale di Dio nella nostra vita, è un pensiero guida nell’educazione dei figli, perché, oltre ad essere di conforto e di aiuto, fa capire che la vita dobbiamo viverla con impegno cristiano. Qualcuno penserà ora che i miei figli siano dei santi e la mia famiglia un modello di santità. Non è così naturalmente; i ragazzi sono come gli altri, con tutti gli alti e bassi della crescita. Però sono sicura che, qualunque cosa possa succedere nella loro vita, il Signore è con loro e loro lo sanno. Da parte mia li affido a Dio ogni giorno per mezzo di Maria e cerco di confidare sempre più nella luce e nella misericordia di Dio. Questa è la mia esperienza di genitore e di figlia: sarebbe bello poter conoscere altre situazioni di vita famigliare per confrontarci e crescere insieme. Maria Grazia Coltorti

Rosella e Alvaro, Amici di G.C., celebrano il 25° di matrimonio con i loro tre figli.

La professione e la famiglia

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nvio una piccola riflessione che mi ha suscitato la “lettera ai genitori” di Mons. Comastri e quella di una mamma Amica. Vorrei mandare un saluto anche alla mamma, rassicurandola perché non è sola. Nutro un’ammirazione enorme per le donne che hanno scelto il part-time per seguire la famiglia e sono convinta che sia questa la scelta migliore sia per se stesse che per i propri cari. La mia professione non consente questo (lavoro nella direzione di un ospedale), al contrario, è il luogo ideale per i “carrieristi”. Io sono praticamente l’unica a fare un orario di lavoro regolare, mentre i miei colleghi e le mie colleghe sono ininterrottamente in ufficio. Fra di loro alcuni non sono sposati, nonostante la non più verde età, altri sono divorziati e con bambini anche piccoli, altri ancora hanno una famiglia che non vedono praticamente mai. Noto come il luogo di lavoro sia frequentemente un attentato all’unità della famiglia; mi è capitato spesso di sentirmi denigrare per aver espresso la mia gioia e realizzazione nella mia vita di coppia. Io, però, sono davvero felice ed appagata così e, grazie a Dio, non ho problemi di depressione o di esaurimento, come invece accade a colleghi più “moderni”. Spero solo, in futuro, di poter dedicare più tempo alla mia famiMaria Laura Equizi glia e prego che questa cresca sempre nell’amore”.

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Amici di Gesù Crocifisso

Il Maestro umile

VEN. NAZARENO SANTOLINI con gioia che consideriamo un santo Passionista Marchigiano. Nazareno Santolini nasce infatti a Caldarola (MC) il 23 ottobre 1859 da Domenico e da Filomena Gualdi. La famiglia è numerosa, lui è il quarto di dodici figli. Il papà è medico e piuttosto autoritario. Nazareno è molto vivace, ma buono e aiuta i fratellini più piccoli. Dopo le scuole elementari, all’età di dodici anni, si trasferisce a Roma nel famoso Collegio Caprinica, dove stava già da due anni il fratello Nicola. Il papà, affidandolo al rettore, ha qualche dubbio: “Sarà difficile che vi rimanga. È troppo vivace”. Ma non sarà così. Già si conosceva la sua diligenza nello studio e in collegio diventa calmo e riflessivo. Il cardinale Camillo Laurenti, suo compagno, dirà di lui: “Non si poteva notare in lui nessuno di quei difetti o mancanze in cui sogliono spesso cadere i giovani. Nello studio non conosceva che una legge: il proprio dovere”. Fatto il ginnasio, consegue la laurea in filosofia e la licenza in teologia presso la pontificia università gregoriana. In una gita ai castelli Romani, a Montecavo, incontra i passionisti che lì avevano una casa. In particolare viene attratto dallo sguardo umile di uno di loro. Nasce la vocazione passionista. Quando comunica la sua decisione in famiglia, il dott. Santolini mostra il suo disappunto. I passionisti erano famosi per la durezza della regola e il convento non era la via più giusta per la carriera ecclesiastica. Però non si oppone più di tanto e alla fine, preso a sé Nazareno, gli dice: “Figlio mio, se questo è il volere di Dio, ti do il mio consenso”. Giunge in convento a Roma nel novembre del 1881. L’umiltà l’aveva attratto e umile vuole vivere, chiedendo di rimanere come fratello laico, ma i superiori lo vogliono sacerdote. Vive con Bernardo Silvestrelli, Norberto Cassinelli, direttore di

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Noviziato S. Giuseppe, m. Argentario: custodisce le spoglie del P. Nazareno.

S. Gabriele e Germano Ruoppolo, direttore di S. Gemma Galgani. Il 10 marzo del 1883 viene ordinato sacerdote. È pieno di zelo e di carità e si sente «Il Maestro» (1859-1930) chiamato dal Signore all’apostolato nelle missioni. Ma anche qui deve obbedire e nel 1885 si trasferisce nel convento della Scala Santa in Roma per essere assistente spirituale degli studenti passionisti. Nel 1893 gli viene affidato il compito di maestro dei novizi; non ha l’età richiesta ed è necessaria la dispensa. Non si ritiene all’altezza del delicato compito, ma lo svolge in maniera esemplare. Nel successivo capitolo provinciale “con mirabile concordia è confermato nell’incarico a pienissimi voti”. Nella congregazione svolge vari compiti, ma è nell’ufficio di maestro dei novizi che esercita per circa 29 anni, che Nazareno dà il meglio di sé. Si è formato alla luce del vangelo, dell’insegnamento della Chiesa e della regola del Fondatore; guida i giovani con questa luce, ma soprattutto con l’esempio. Sa trattare bene con i giovani, è molto attento ai loro problemi, li ascolta con bontà e con paterna confidenza. Ma è anche deciso e severo con chi lo merita. Fra i suoi novizi si annoverano diversi servi di Dio, tra cui il venerabile Galileo Nicolini. Raccomanda la preghiera, l’abbandono alla volontà di Dio; vuole che i novizi mettano Gesù crocifisso al centro della propria vita. A 69 anni, l’età e la malattia limitano di molto le sue capacità, ma ancora c’è bisogno i lui. Sentite con quanta umiltà e mitezza scrive al provinciale: “Credevo arrivato il momento di attendere unicamente a me stesso per prepararmi alla morte, che non deve essere molto lontana (e non si sbaglia). Dovrei tirarmi indietro, ma lei mi assicura essere volontà di Dio che abbassi di nuovo la testa ed io non posso, non voglio oppormi alla divina volontà. Farò del mio meglio, al resto supplirà il Signore”. Ormai sta diventando “come un tronco che si regge appena sulle gambe informi ed inabili: per il freddo gli si screpolano pure i talloni, per cui non può poggiarli a terra e deve reggersi sulle punte dei piedi”. In comunità tutti gli vogliono bene e ricorrono alla sua preghiera per ottenere dal Signore grazie di ogni genere e ne ottiene molte, sia in vita che dopo la sua morte. Ma anche lui chiede ad un confratello di pregare e quegli risponde: “Sì, prego il Signore che ti faccia guarire presto”. E lui: “No, non pregare così; prega che si compia la volontà di Dio in tutte le cose”. La vigilia della sua morte dice al confratello infermiere: “Fratel Evaristo, toglimi il segno dal mantello (è il distintivo del passionista sacerdote), perché voglio morire come fratello laico”. Alle prime ore del 4 gennaio 1930 torna alla casa del Padre, nel convento di S. Giuseppe sul Monte Argentario. È stato proclamato venerabile il 7 settembre 1989. Francesco Valori


Amici di Gesù Crocifisso

Formarsi per formare gli altri La formazione dei laici Giovanni Paolo II, nella sua lettera apostolica “I fedeli laici” aveva insistito sulla loro formazione e aveva affermato, tra l’altro: “La formazione dei fedeli laici va posta tra le priorità della Chiesa. Essa ha come obiettivo fondamentale l’approfondimento della propria fede e l’impegno a viverla concretamente e a diffonderla nella società. Occorre rendersi sempre più capaci per questa missione, certo con l’aiuto della grazia di Dio, ma anche con il proprio impegno e preparazione. La formazione spirituale deve occupare un posto privilegiato; ma oggi è sempre più urgente anche la formazione dottrinale e professionale. Anche i gruppi ecclesiali devono impegnarsi nella formazione dei propri membri, offrendo una formazione specifica, integrando e concretizzando la formazione ricevuta da altre fonti. La formazione non è il privilegio di alcuni, ma un diritto e un dovere per tutti, co-

me l’apostolato e l’impegno ecclesiale. Per questo occorre formare soprattutto i formatori, coloro che, a loro volta, dovranno formare altri laici”. Per seguire questa direttiva, nel febbraio 2004 abbiamo organizzato presso il Santuario di S. Gabriele un primo corso di formazione per gli animatori dei gruppi del MLP “Amici di Gesù Crocifisso”. Il corso è stato guidato dal P. Fernando Taccone C. P., professore dell’università del Laterano. Per proseguire il cammino intrapreso, il 23-24 aprile di quest’anno si è svolto il secondo corso, sempre guidato dal P. Taccone. Sono stati due giorni di lavoro intenso e partecipato. Il relatore ha supposto l’aspetto spirituale e dottrinale della formazione e ha trattato soprattutto l’aspetto pratico, concreto. Ecco alcune linee guida:

Chi? Perché? Cosa? Come? La prima formazione pratica per un animatore sta nella conoscenza dello statuto del movimento, per approfondire lo scopo, il cammino e la meta del movimento stesso. Siamo stati poi aiutati a rispondere ad alcuni interrogativi: Chi è l’animatore? Perché lo fa? Cosa, quando e dove lo deve fare? Come lo deve fare? La qualità principale di un animatore è la capacità di accogliere ed accompagnare gli aderenti: 1. Sa ascoltare. Tutti hanno bisogno di parlare; anche le persone più chiuse si aprono quando c’è uno che sa ascoltare. Deve dialogare con serenità, rispettando la riservatezza di ciascuno. 2. È attento alle varie situazioni: dentro una piaga aperta, una freddezza, stanchezza si nasconde spesso il bisogno di aiuto. 3. Mostra sempre piena disponibilità, amicizia, pazienza. Sa condividere anche un cammino lento. 4. Accoglie le persone come sono, rispettando i ritmi di crescita di ognuno. Accoglie suggerimenti e proposte di tutti: anche l’ultimo arrivato può avere qualcosa da dare. 5. Dà importanza ai piccoli dettagli: prepara l’occorrente per gli incontri, ricorda a tutti le date, ha un elenco dettagliato dei partecipanti. 6. Valorizza i doni e le capacità di tutti: ognuno ha qualcosa da dare. Non rassegnarsi ai pesi morti. 7. Cura molto la comunione e la mutua conoscenza dei membri. L’animatore deve conoscere la realtà del proprio gruppo e i diversi livelli di formazione dei componenti, perché l’animazione e le iniziati-

ve devono basarsi su tale realtà. Deve promuove la conoscenza, l’amicizia e l’aiuto scambievole tra i componenti. Non deve adagiarsi in una routine che potrebbe rendere noiosa la partecipazione alle riunioni, ma cerca sempre nuovi stimoli per sé e per gli altri. Dopo aver approfondito e discusso insieme questi aspetti generali, si è passato al metodo di lavoro nella guida di un gruppo. Statuto alla mano, il P. Taccone ha presentato con quale metodo si devono svolgere le varie attività proposte dallo statuto del movimento. È necessario che ogni singola attività abbia un suo metodo semplice e chiaro per essere realizzata bene, con frutto e soddisfazione di tutti.

Corso Animatori a S. Gabriele: 24 aprile 2005

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Amici di Gesù Crocifisso

Testimonianze e reazioni

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Sono state numerose le reazioni chiede la Chiesa, incominciamo ad evangelizzare e a positive dei partecipanti che, torsostenere i valori che Gesù ci ha insegnato” (Pina). “Questo corso è stato di una bellezza e di una imnando a casa, hanno espresso quelportanza unica, perché è riuscito a focalizzare i punti lo che più li ha colpiti soprattutto in repiù importanti e significativi della nostra appartenenlazione alla situazione dei propri gruppi. Ne sinza agli Amici di Gesù Crocifisso e a tutto il MLP. Sotetizziamo alcune. no tornata a casa ricolma di gioia, perché ciò che ci è “Il lavoro da fare, per quanto mi riguarda, è quello stato insegnato e spronato a fare era quello che da di rivedere il rapporto con il gruppo. Per “svegliare” tempo avevo nel cuore, ma non riuscivo a comunicarle persone, bisognerà razionalizzare meglio la prolo agli altri” (Fiorella). grammazione, dare a chi frequenta una copia del pro“Il corso ci ha dato tanti suggerimenti pratici per gramma e del materiale del corso, cercando di sviscerendere vitali i nostri gruppi: è importante che i consirarlo insieme a loro. Migliorerò la mia preparazione, gli di fraternità si riuniscano mensilmente per formucercando di essere comprensivo al massimo con tutti. lare alcune direttive Il lavoro da noi fatto in specifiche, seconquesto corso apre, do le esigenze del per me, nuovi orizgruppo, nel rispetzonti di lavoro che to dello statuto. La faciliteranno una relazione di ogni migliore preparariunione del Consizione personale e glio di Fraternità con questa un risulfornisce all’assitato diverso da stente spirituale la quello passato” (Riccardo). situazione esatta “Al primo corso, del gruppo; ciò dello scorso anno, serve per miglioraavevo capito chi re e cambiare ciò fosse l’animatore e che non va, con quale fosse il suo suggerimenti e diruolo, ma nel conrettive dell’assicreto non avevo porstente e del coorditato o visto niente di natore. L’animatore Amici al Corso Animatori: 24 aprile 2005. nuovo nella vita del deve sviluppare un forte spirito d’appartenenza, coinvolgendo tutti segruppo. Certamente perché mancavano due compocondo le attitudini di ognuno, valorizzando l’apostonenti essenziali dell’animatore: la sua formazione ed il metodo di lavoro nel gruppo, ampiamente illustralato della sofferenza specialmente degli anziani e mateci quest’anno da P. Fernando. Il messaggio che mi è lati, partecipando alle attività della parrocchia, facenarrivato è che tutti noi che facciamo parte del movido sempre la verifica dopo ogni iniziativa. Bisogna mento dobbiamo essere animatori, ognuno con un studiare ogni mezzo utile per conoscerci meglio tra ruolo ben preciso, secondo le proprie possibilità, noi anche per nome. Per farci conoscere e dare più vicapacità e caratteristiche personali. Dobbiamo prosibilità al gruppo in parrocchia, è stato suggerito di digarci per donare vitalità ai nostri gruppi, perché i istituire la giornata della gratitudine, invitando tutti i parrocchiani a partecipare” (Olga). gruppi servano per evangelizzare” (Mariella). “Esprimo la mia soddisfazione per il corso per ani“Molte Fraternità hanno partecipato al corso per rimatori appena concluso: è stato veramente molto inflettere “come animare un gruppo che vuole essere evangelizzante”. Gli insegnamenti pratici sono stati teressante. Mi auguro di riuscire a fare tesoro di quantanti e tutti realizzabili, se ognuno si caricherà di un imto ho appreso, sia per la piccola fraternità di Recanati, pegno anche piccolo. L’impegno non deve fermarsi al sia per l’impegno che mi è stato assegnato per tutti gli gruppo, ma deve estendersi a tutto il movimento. Si è AGC” (Gianni). “Al termine del corso ho portato con me la consariflettuto molto sul metodo che ogni animatore deve utipevolezza di poter fare del nostro gruppo delle familizzare. Occorre vivacizzare l’incontro del gruppo, renglie, una comunità di persone che, secondo il proprio derlo gioioso, servendosi anche del canto. Anche l’acmodo di essere, si adoperi a conoscere, amare e secoglienza deve essere gioiosa. In questo corso mi ha guire Gesù secondo la spiritualità passionista. Ognumolto colpito la fattiva presenza del gruppo delle copno di noi possiede una ricchezza che solo lavorando pie di Civitanova; l’ho visto cresciuto e impegnato. Mi insieme possiamo rendere pratica” (Letizia). auguro che possa diventare una realtà in tutte le frater“Ho partecipato ad entrambi gli incontri per la fornità e che giovani e anziani siano sempre più uniti negli mazione dell’animatore ed ho verificato la convinzioincontri, per vivacizzare tutti i gruppi” (Maria Luisa). “Nell’incontro della fraternità abbiamo cominciato a ne che avevo già maturato da tempo, cioè che si può riflettere sul corso degli animatori. Ho cercato di impoessere operativi senza togliere niente alla crescita spistare il discorso sul fatto che tutti, potenzialmente, porituale. Inoltre è molto importante conoscere in modo trebbero essere animatori, ma, soprattutto, che tutti depiù capillare gli altri componenti del gruppo ed aiuvono partecipare con tutte le proprie forze e capacità tarli a crescere. Importante è anche invitare chi non alla vita del movimento. È stata una bella serata. Mi è appartiene al gruppo, iniziando semplici dialoghi e sembrato che tutti fossero interessati. (M. Grazia). scambi di opinioni per poi in seguito invitarli ai nostri incontri. Dobbiamo prendere iniziative e invitare più Piera Iucci persone possibili; è ora che noi cristiani laici, come


Amici di Gesù Crocifisso

Consacrati: messi a parte per uso santo! onsacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, anch’io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità” (Gv 17,18-19). Il vero seguace di Gesù sa di essere un pellegrino in questo mondo, perché la sua vera casa è in cielo. Così rimaniamo nel mondo ma senza essere del mondo. “Per loro consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità”. Cristo si è consacrato per noi, e noi siamo consacrati a lui nella verità. Con quale profonda gioia e gratitudine dovremmo contemplare questo fatto! Essere “consacrati” vuol dire essere messi a parte per un uso santo. La nostra consacrazione ha origine nel Battesimo: il sacramento che ci ha “messi a parte” per il servizio di Cristo, come sua proprietà. Dice San Gregorio il Grande: ”Dio ha ristabilito in noi la sua somiglianza, e trova in essa l’immagine della sua bontà, consentendoci così di fare quel che lui fa, illuminando i nostri intelletti e infiammando i nostri cuori, così che non solo noi amiamo lui, ma anche quello che lui ama”. Questo passo di san Gregorio ci fa comprendere che, con il Battesimo, noi non siamo più per noi ma, vivendo in Cristo e della sua vita, siamo interamente, anima e corpo, suoi. La Consacrazione Solenne degli Amici mi appare come una chiara e forte presa di coscienza di questo fatto: “Siamo tuoi, Signore! Ci hai chiamati alla vita e ci hai donato la tua vita. Ci nutri con il tuo corpo e il tuo sangue; ci doni lo Spirito, perché non abbiamo più a vivere per noi, ma per Te, in Te e con Te”. Facendo la Consacrazione a Gesù Crocifisso, significa che abbiamo preso coscienza di tutto ciò e che ci vogliamo “arrendere” totalmente all’amore di Gesù, per cercare e compiere sempre la sua volontà, vivere in profonda unione con Lui e con i fratelli, non stupirsi delle difficoltà esterne e interne, vivere la vita da figli di Dio. Sono ormai tre anni che ho ricevuto da Dio la Consacrazione perpetua a Gesù Crocifisso. Mi guardo indietro e, ancora una volta, devo dire con Maria: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e santo è il suo Nome! La sua misericordia si estende su tutte le creature, frutto del suo amore.

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Morrovalle: Amici consacrati a Gesù Crocifisso: 12 giugno 2005 Contemplando ciò che Egli ha operato nella mia vita, e ciò che opera nella vita di ogni uomo, vedo quanto ci ama e ci segue, anche, e soprattutto, se siamo lontani e dimentichi di Lui. Solo dieci anni fa (e mi sembra sia passato un giorno!) ero lontanissima da Lui, non frequentavo la chiesa, niente sacramenti e molta polemica nei confronti dei suoi collaboratori, sacerdoti e laici. Oggi mi ritrovo pienamente inserita e coinvolta nel nostro movimento passionista, così come nella vita della mia parrocchia. Su proposta del parroco sto frequentando un corso per ricevere il mandato di ministro straordinario dell’Eucaristia! Mai mi sarei immaginata la mia vita in questo modo. Vedo che molte persone attive nelle parrocchie hanno vissuto un’esperienza simile alla mia. Da non credenti, da non praticanti, da indifferenti ad innamorati di Cristo e, di conseguenza, servitori premurosi della Chiesa e dei fratelli tutti. È come se il Signore girasse per il mondo in cerca di operai per i suoi campi e li cercasse particolarmente tra i più lontani. Sono le meraviglie del suo Amore! Apre i nostri cuori, li fa innamorare del suo Cuore e poi, passo dopo passo, ci porta dove vuole Lui, secondo il progetto di vita da sempre pensato per noi. Signore, rendici liberi da noi stessi e dal mondo, per amarti sempre di più! Maria Grazia Coltorti

Un giorno anch’io potrò fare la consacrazione

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arissimo padre, è una grande gioia sapere che a volte vengono ammessi alla consacrazione anche degli Amici che non hanno gruppi vicini. Se il Signore lo vorrà, forse un giorno sarà permesso anche a me, che vivo a Signa, FI; è un’offerta che desidero fare con tutto il cuore, anche perché amo molto la famiglia passionista (che ho conosciuto tanti anni fa), quindi vorrei davvero farne parte. Nel frattempo mi impegnerò con entusiasmo e costanza ad approfondirne la spiritualità, con l’aiuto delle preghiere di tutti voi. Naturalmente io prego per lei e per tutti gli Amici ogni giorno, soprattutto mi unisco spiritualmente alla sua S. Messa del mattino, recitando la mia Promessa appena arrivo in ufficio (lavoro nella direzione di un ospedale). Le chiedo una preghiera particolare oggi, festa della Visitazione, e per le prossime feste dei S. Cuori di Gesù e Maria, perché il Signore mi conceda un amore autentico verso di Lui e la sua Mamma e carità paziente per tutti”. Maria Laura Equizi

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Consacrazioni a Fossacesia

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l 16 e 17 aprile la Fraternità di S. Giovanni Batista di Fossacesia (CH) ha avuto la gioia di incontrare P. Alberto. Il pomeriggio del Sabato è stato a disposizione per le confessioni e i colloqui personali. La sera c’è stato un incontro con una catechesi. Sono sempre doni di Dio questi momenti perché aiutano a capire meglio il cammino che stiamo affrontando. La domenica P. Alberto ha animato la giornata di ritiro spirituale, svolgendo il tema: “Sono con voi tutti i giorni”. Dalla meditazione è emerso che l’Emmanuele, il “Dio con noi”, è un Dio sempre presente, nelle gioie, e nelle prove, se noi non ci allontaniamo da lui. Gesù è sempre presente su tutti gli altari e offre al Padre se stesso e il suo corpo mistico, che siamo noi. Anche noi dobbiamo unirci continuamente a questa offerta di Gesù, offrendo tutto a Dio, gioie e dolori, con amore, pazienza, ma soprattutto con fede. Quest’anno gli Amici della fraternità di Roccaraso faranno le consacrazioni nel proprio paese. Il responsabile Riccardo però ci ha fatto la bella sorpresa di venire a condividere con noi questa giornata di grazia. Hanno partecipato anche alcuni Amici di Pescosansonesco, di Recanati e di Termoli. Dopo il pranzo comunitario, c’è stata l’adorazione eucaristica e poi la Messa solenne in basilica, presieduta dal P. Alberto e concelebrata dal P. Angelo Picelli, nostro nuovo Assistente Spirituale. Una coppia ha fatto la prima consacrazione; tre Amiche hanno fatto il rinnovo e cinque di noi abbiamo fatto la Consacrazione Perpetua a Gesù Crocifisso. La sensazione più bella che ho provato è stata quella di una grande pace e serenità. Sicuramente l’esempio degli altri Amici è stato determinante per effettuare questo passo. Comunque non dimenticherò mai il sostegno di mia madre e il suo invito a iniziare questo cammino. Abbiamo ricevuto tanti rallegramenti per il cammino intrapreso. La giornata si è conclusa con l’invito della nostra responsabile, Anna, a partecipare a un momento di fraternità e di festa nei locali dell’Abbazia. Ringraziamo gli Assistenti spirituali, il Superiore e la Comunità Passionista di S. Giovanni in Venere e tutti quelli che si sono impegnati per preparare bene questa giornata

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Fossacesia: Consacrazione di Francesco e Graziella, 17 aprile 2005.

Consacrati a Fossacesia: 17 aprile 2005.

Questo cammino mi ha cambiato il cuore Il 17 aprile ho fatto la mia consacrazione perpetua a Gesù Crocifisso. Questo passo per me è stato una grazia. Nonostante la mia poca salute, sono riuscita a fare tutto. La Messa è stata proprio bella ed ho provato una grande gioia. È stato molto importante aver incontrato P. Bruno De Luca ed aver iniziato nel 1999 a frequentare questa Fraternità. Mi è piaciuto subito e così sono riuscita ad approfondire meglio la mia fede, cosa che volevo fare da tanto tempo. In questi anni ho dovuto superare molte difficoltà, come l’ultimo intervento al polmone, ma ho offerto tutto a Gesù Crocifisso. Questo cammino mi ha cambiato il cuore; durante il giorno mi ricordo di essere un’amica di Gesù Crocifisso e di non aver più paura di nulla. Voglio continuare a frequentare la Fraternità fino a quando il Signore non mi richiamerà a sé. Marrone Adele

Consacrazione di due coniugi Grazie ad alcuni Amici, ho conosciuto il Movimento degli Amici di G.C. e il 17 aprile mi sono consacrata a Gesù Crocifisso, insieme a mio marito, con profonda emozione. Desideravo tanto fare questa consacrazione. Ora provo una grande gioia e una sicurezza che prima non avevo: dentro di me è cambiato il cuore, mi sento più vicina a mio marito e pur non avendo il dono di un figlio, ho tanta gioia verso gli altri. Nella Consacrazione ho pianto tanto, sentivo di avere un grande “Amico” dentro di me che mi diceva di stare tranquilla. Nella vita ho cercato sempre di amare specialmente chi aveva bisogno. Ora cerco di mettere sempre al primo posto Gesù Crocifisso. Graziella Colantonio in Petrosemolo Far parte degli Amici di G.C. per me è stata una grande esperienza Con questo gruppo si cresce spiritualmente. Il giorno 17 Aprile ho fatto la Consacrazione insieme a mia moglie ed è stata una grande esperienza. Eravamo tutte e due molto emozionati. Io stavo facendo un passo più grande del matrimonio, avevo donato il mio cuore a Gesù. Il Signore ci ha chiamati; dopo un pellegrinaggio a Medjugorie; un’esperienza vissuta con grande gioia ed emozione. Con questi doni del Signore, sto vivendo la mia vita diversamente da quella che era prima. Grazie a voi tutti. Petrosemolo Francesco


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Consacrazioni a Roccaraso Perché hai chiamato proprio me? Alla vigilia della mia Consacrazione Perpetua, consapevole del passo che stavo per compiere, mi ero chiesto: “Signore Gesù, perché hai chiamato proprio me?”. Il Signore mi ha fatto capire che Egli desidera che tutti vengano a Lui e lo ricambino con il dono di un amore sincero. Dopo la splendida giornata di spiritualità del 22 maggio al Santuario di s. Gabriele, il 23, 24, 25 maggio abbiamo avuto la gioia di avere con noi a Roccaraso il nostro padre spirituale, P. Alberto, insieme alla presidente, Piera Iucci, con la sua forte carica di umanità. Per la prima volta abbiamo avuto le Consacrazioni a Roccaraso. Intenso è stato il lavoro del padre, per prepararci a questo grande giorno. Numerosa è stata la partecipazione agli incontri, per approfondire tre temi importanti: Amici di Gesù Crocifisso: Chi siamo? La nostra identità, il nostro ruolo nella Chiesa. La Consacrazione a Gesù Crocifisso alla luce della consacrazione battesimale. L’Eucaristia alla luce di Maria. Il 25 maggio, nella messa celebrata del padre Alberto, Anna Luisa e Lucia hanno confermato la loro Consacrazione annuale e io ho fatto la mia Consacrazione Perpetua, tra la commozione generale e l’affetto dimostrato dai nostri Amici, dal diacono Vito, Paolo, Mariella, Fiorella e Elisabetta arrivati da Civitanova, da Anna di Pescosansonesco.

Roccaraso: Consacrazione di Lucia e Anna Luisa, 25 maggio 2005 ginocchio per dirgli: “Grazie, Gesù: tienimi stretto e non lasciarmi più. Ti chiedo di rivestire il mio cuore del mistero della tua Passione, perché possa farne memoria continua. Mi hai teso la mano ed hai operato in me perché potessi riconoscerti ed amarti nei fratelli più sfortunati e bisognosi. Ti sono grato, Signore, per la gioia e la serenità che infondi nel mio cuore: fa che io possa donarle sempre agli altri. Sostieni il mio cammino, perché possa vivere pienamente questa mia donazione a Te. Ti ringrazio anche per l’auto datomi dai fratelli e sorelle delle varie Fraternità che sento molto vicini, per l’aiuto morale e spirituale del nostro Padre Spirituale, di tutti i Passionisti e del mio parroco Don Antonio: Riccardo Rucci

“Eccomi” “Mille volte grazie, Signore, per avermi chiamata a confermare il mio“Eccomi”. Aiutami a vivere la mia vita, amando la tua Passione, così come tu hai amato tutti gli uomini. Sorreggimi, perché senza di te sono debole e incapace di gettarmi tra le tue braccia. Solo vicino al tuo cuore trovo riposo e conforto. Grazie, Signore, per tutti i tuoi benefici e per l’opportunità che mi dai di pregare per la salvezza delle anime”. Lucia Frazzini

Roccaraso: Messa delle Consacrazioni. Dopo la cerimonia, la Fraternità si é ritrovata nei locali della “Casa del Giovane”, per l’agape fraterna. Non è mancata una preghiera per il nostro parroco Don Antonio Agapite, che, assente per motivi di salute, con la sua disponibilità ha reso possibile la grazia di questi giorni. Ringraziamo anche tutte quelle sorelle, che con il loro impegno e preghiere hanno contribuito alla riuscita di queste giornate. È passato qualche giorno dalla Consacrazione, ma lo stupore per la santa giornata continua ad aleggiare in me e in tutti coloro che hanno partecipato e gioito con noi. Sento con certezza che il Signore mi sta vicino e mi conduce per mano. Mi accorgo di aver ricevuto da Lui un valore inestimabile che arricchisce la mia povertà. Non posso fare altro che mettermi in

Compendio di spiritualità

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aro p. Alberto, voglio complimentarmi per il libro “Voi siete miei Amici”, è davvero un compendio di spiritualità fatto benissimo e, direi, irrinunciabile, da portare sempre dietro; ci si trova tutto, la spiritualità passionista emerge in maniera perfetta ed anche il formato è ideale...davvero grazie di cuore per questo strumento. Qui dove sono io non c’è nessun gruppo e mi dispiace molto perché questo mi impedisce di arrivare alla consacrazione solenne...chissà, forse un giorno... Maria Laura Equizi

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Amici di Gesù Crocifisso

Testimonianze e notizie “Entrerò in chiesa quando vedrò i cristiani uscirne sorridendo” Non so chi ha pronunciato questa frase ma, da quando me l’hanno riferita, sono sempre più convinta che noi cristiani siamo troppo musoni e seriosi, non ridiamo facilmente. Sembriamo sempre sull’orlo di una catastrofe, andiamo in chiesa per raccontare al Signore le nostre disgrazie e ne usciamo riportandoci a casa tutto il “fardello”: ci scordiamo persino che eravamo andati lì proprio per offrirlo a Dio! Penso che se, quando ci rechiamo in chiesa, il Signore ci togliesse le nostre ansie e croci, noi saremmo subito pronti a fabbricarcene delle altre. Mi sembra che quest’atteggiamento pessimista sia in contrasto con l’Eucaristia. Posso entrare in chiesa triste, pieno di amarezze, ma poi chiedo perdono al Signore e, se è necessario, mi confesso e mi preparo a ricevere l’Eucaristia, che è il sacramento della vita e della gioia. Ascolto la Parola di Dio, prego e quindi rivivo la Pasqua nel suo memoriale. Offro a Dio il Corpo e Sangue del suo amatissimo Figlio, insieme a tutti i miei problemi e ai momenti belli che Egli mi concede di vivere. Tutto offro in remissione dei peccati, in suffragio di una persona cara, per un malato… Qui deve terminare la tristezza. Abbiamo messo tutto nelle mani del Signore e Lui, in questo scambio d’amore, ci dona suo Figlio nell’Eucaristia. Come posso ancora rimanere “impantanata” nelle mie preoccupazioni? È possibile che, dopo aver vissuto tutto questo, non riesco ad avere un momento di serenità, di “orgoglio” per essere il figlio tanto amato, un membro del suo corpo mistico? No, se ho vissuto con fede tutto questo, uscirò dalla chiesa serena e regalerò un sorriso ad ogni mio fratello che incrocerò sulla mia strada. Rimango sempre una povera creatura e, come tale, so che questa felicità non durerà molto, però ora ho capito perché “non posso fare a meno della domenica”. Rosina Vallorani

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Mia suocera: una mamma straordinaria “O Gesù, Amore mio crocifisso, anche quest’anno sei entrato nella mia casa durante la Peregrinatio Crucis, proprio pochi giorni dopo che si era spenta mia suocera, la “regina” del nostro focolare domestico. Una donna che aveva speso la sua vita per la famiglia, educando i figli a sani principi morali, timore di Dio e venerazione verso la Mamma celeste Maria. La sua forza è stata una infinita dolcezza e tanta umiltà. Ora, Gesù, è in Paradiso con Te ed io voglio ringraziarti per averla messa nel mio cammino. Ti voglio ringraziare per come mi ha insegnato ad amare la famiglia e mi ha fatto capire che, a volte, si ottiene di più con il silenzio che con le parole, con la dolcezza piuttosto che con l’arroganza. Soprattutto, Gina, mi ha insegnato a tenere il rosario in mano e ad avere costanza nella preghiera. Per tutto questo ti dico grazie, o mio Gesù, perché ancora una volta mi hai dato un segno della grandezza del tuo amore verso di me, mettendo al mio fianco una persona che, nell’ordinario, ha vissuto in maniera straordinaria: la mia cara mamma Gina”! Nadia Montechiari Iommi

Un riconoscimento per gli Amici Don Lauro ci ha chiesto di animare l’adorazione mensile di maggio. Ha anche informato il gruppo, che presto riceverò il mandato di ministro straordinario dell’Eucaristia. Ha specificato che ha scelto me proprio per il fatto che faccio parte di un gruppo che vuole stare vicino ai crocifissi. Penso che sia stato un bel riconoscimento per tutti noi! Maria Grazia

Un’adesione commovente dalla Sardegna Carissimo padre, in due sere ho praticamente “divorato” il materiale che mi ha mandato. Non sa con quanta gioia ho appreso di essere entrata a far pare della Famiglia Passionista e di essere accolta come “effettiva”, nonostante la grande lontananza. Ringrazio il Signore per avermi fatto incontrare lei e per avermi fatto

Giornata degli Amici a S. Gabriele: 22 maggio 2005.


Amici di Gesù Crocifisso capire che era proprio quella la via che volevo iniziare ferenze del S. Padre, che ha vissuto le sue a percorrere. Proprio ieri sera voi vi siete riuniti in presofferenze come la Passione di Gesù, mi ghiera e io dalla Sardegna mi sono unita a voi spiritualconfortava e mi aiutava a vivere meglio mente. Ho 28 anni, vivo in provincia di Nuoro, sono la mia vita, stando vicino a mia madre sposata e ho una meravigliosa bambina di 4 anni. Dopo con più pazienza e più amore. Ho seun’adolescenza un po’ lontana da Dio, il Signore mi ha guito alla TV il funerale del Santo Paattirato per sempre a sé e non mi ha più “mollata”! dre; mi sembrava che lui ci parlasse Nonostante mia madre sia abruzzese, ho conosciuto ancora, mentre il Vangelo, sopra la bara, San Gabriele solo due anni fa, facendo una breve visisi apriva e si chiudeva per il vento, ma non cadeva. ta al suo santuario. Ho conosciuto S. Gemma, tramite Ho pensato che lo Spirito Santo ci volesse dire: “Ecco un libro donatomi da una mia amica. Ho imparato a lui vi ha insegnato tutto quello che dovete fare per viconoscere Gesù soprattutto tramite il RNS, che ora vere il Vangelo”. Mi è sembrato di rimanere orfana non riesco a frequentare più assiduamente per probleper la seconda volta. Ma grazie a Dio e allo Spirito mi del mio lavoro. Ho imparato soprattutto a conosceSanto abbiamo avuto Benedetto XVI, che è un altro re la “Passione” di Gesù come un grande dono. Ringrande Papa, umile e pieno di amore di Gesù. Elsa Menchi grazio il Signore per tutto ciò che ha permesso e permetterà nella mia vita e prego perché su di me sia fatta solo la sua volontà, anche se è ciò che io non desidero. Preghi tanto perché, se è Con mia moglie e con Maria e volontà di Dio, possa avere anGraziella della Fraternità di che una piccola “GemRecanati, il 17 aprile ma”, o un piccolo “Gaabbiamo condiviso la briele”. Ho seri progiornata di grazia blemi di salute, con gli Amici di come le ho acFossacesia. Ducennato per terante il viaggio lefono, ma sono abbiamo pregafelice e le poche to il Signore volte che sono per la buona assalita da dubbi riuscita di questa e paure, mi dico: giornata e Lui, “Isabella, come fai come sempre, non ad aver paura se sei I piccoli Amici Benedetta, Maria, ci ha deluso. L’Abbanel palmo delle mani di Riccardo e Lorenzo di Civitanova con il sorriso zia di San Giovanni in Dio?”. E tutto torna sereno! della prima Comunione: 8 maggio 2005. Venere è una bellissima Voglio offrire ogni attimo della costruzione romanica del mia vita a Lui, lo voglio fare con l’edodicesimo secolo tutta in pietra sempio che ho sempre dinanzi di santa Gemma e viva arroccata in una splendida posizione geografica, di san Gabriele, che vorranno “scusarmi” perché li con vista sul mare. L’accoglienza è stata come semconsidero miei “fratelli”. Tantissime volte ho potuto pre molto calda. La catechesi del P. Alberto, la mensa sperimentare la loro potente intercessione e sentire il fraterna, la partecipazione alla messa di consacrazioloro caldo abbraccio. Spero che lei voglia accogliermi ne, tutto ci ha riempito di forti emozioni. Siamo riparcome sua “figlia spirituale”, anche se così lontana. La titi per Recanati rinfrancati nel corpo e nello spirito, mia vita, come quella di tutti i cristiani, è un continuo grati a Dio per questa bellissima giornata di grazia. dono di Dio. Come non donare a Lui la mia vita? Gianni Gelao Sere fa, mentre pregavo, mi è venuta in mente una immagine del volto di Gesù Crocifisso, simile all’immaginetta che poi lei mi ha mandato, con a fianco san Gabriele. Solo ora capisco che quella era una chiamaCon vera gioia la nostra Fraternità di Roccaraso e di ta specifica. Ringrazio ancora e per sempre il Signore Rivisondoli ha effettuato un pellegrinaggio al santuaper avermi permesso di iniziare un cammino nella Fario del Beato Nunzio Supplizio a Pescosansonesco. miglia Passionista. Chiedo a lei e a tutti i fratelli di Siamo stati accolti da Don Paolo, sostituto del Parropregare per tutte le persone che si sono affidate alle co don Luca, e da Anna e altre sorelle della Fraternità mie preghiere, in particolare le voglio raccomandare di Pescosansonesco con altre sorelle. Don Paolo ci ha caldamente dei “detenuti” che ho conosciuto in Gerparlato della vita del Beato Nunzio che tra sofferenze mania (parlo tedesco), dove ho insegnato italiano in fisiche inaudite, orfano dei genitori e maltrattato dai un carcere per diversi mesi e con alcuni di loro sono suoi parenti, aveva affidato la sua giovane esistenza ancora in contatto. Preghi, perché sia uno strumento alla Vergine Santa ed a Gesù Eucaristia. Portato tropdel Signore per poter evangelizzare, anche se so di espo tardi a Napoli per essere curato dalle sue piaghe, se sere ben poca cosa! La saluto in Gesù. ne volava al cielo. Ma dopo la sua morte le sue ferite Isabella Bomboi putrescenti spandevano profumo di viole e di rose. Da allora questo giovane Santo spande le sue grazie a quanti lo invocano. Dopo la preghiera e la Messa celebrata da don Paolo, Anna e le altre Amiche ci hanno offerto un’affettuosa agape fraterna. Ringraziamo il Nella Settimana Santa ero triste perché non potevo Signore e la fraternità di Pescosansonesco per questa partecipare alle funzioni solenni della Passione di Gecalda e splendida accoglienza. sù, dovendo assistere mia madre; il pensiero delle sofRiccardo

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Pellegrinaggio al B. Nunzio

Orfana una seconda volta

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Amici di Gesù Crocifisso

AMICI NEWS Venite a gioire e pregare con noi 1. Professione perpetua di C. Marco Cola e C. Vincenzo di Clerico: Santuario di San Gabriele: 2 luglio 2005, ore 16,30. 2. Ordinazione sacerdotale Enzo, Lorenzo e Marco. di P. Lorenzo Mazzoccante: Parrocchia SS. 12 Apostoli di CHIETI SCALO: 15 luglio 2005, ore 18,00. Prima Messa solenne a Chieti Scalo: 17 luglio, ore 11,00. Prima Messa solenne a Morrovalle: 24 luglio, ore 11,00.

Esercizi Spirituali per AGC e Laici impegnati Esercizi Spirituali per AGC e Laici impegnati Sede: Santuario di S. Gabriele TE: T. 0861. 97721 08-13 agosto: per tutti. Guida: P. Alberto. 15-20 agosto, con orario per coppie con figli: Guida: P. F. Taccone e P. Alberto P. Inizio: lunedì pomeriggio – Fine: pranzo di sabato Prenotazione: P. Alberto: 0733.221273 – 349.805.7073

Appuntamenti 2005 03 luglio:

Ritiro a Civitanova e consacrazioni: Catechesi del P. Roberto Cecconi.

08-13 agosto:

Esercizi sp. per tutti a S. Gabriele.

15-20 agosto:

Esercizi sp. per famiglie a S. Gabriele

11 settembre:

Ritiro mensile a Morrovalle

24 settembre:

Consiglio Nazionale a Morrovalle

25 settembre:

Consacrazioni al Lido S. Tommaso di Fermo

Ricordiamo al Signore i nostri defunti. Il Signore ha chiamato a sé due consacrati perpetui: Lesti Recanati Giuliana di Civitanova: 18-5-2005 – Morresi Maria di P. S. Giorgio: 31-05-05

Un grazie sincero a coloro che hanno inviato offerte per le spese di stampa. Luglio-Agosto 2005 - Anno VI n. 4 Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1, Comma 2, DCB Macerata. Tecnostampa – Recanati - C. c. p. 11558624 Dir. Tonino Taccone - Red. P.A. Giuseppe Pierangioli Piazzale S. Gabriele 2 - 62010 Morrovalle Mc T. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394 E-mail albertopier@tiscalinet.it http://www.passionisti.org/mlp/amici


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