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A mici di Gesù Crocifisso Rivista del Movimento Laicale Passionista “Amici di Gesù Crocifisso”

Novembre - Dicembre 2004 Anno V n°6

Ripartire da Cristo rrezione Salvezza come morte e risu Spiritualità del mese Da funaio a santo La famiglia cristiana r gli altri Luigi Rocchi: un uomo pe ale Amici XIV Consiglio Nazion . Gabriele Giornata di spiritualità a S Testimonianze


Amici di Gesù Crocifisso

Ripartire da Cristo: Dicembre 2004 Gesù Bambino Figlio di Maria Carissimi Amici,

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anticipo e trasformo in lettera la riflessione di dicembre, per anticiparvi gli auguri di Buon Natale e felice Anno Nuovo. Anche in questo anno mi servo delle parole del nostro santo Fondatore, S. Paolo della Croce, per farvi gli auguri, perché non saprei trovare parole più sentite, affettuose e profonde: “Gli auguri ve li farò dall’altare soprattutto la sacratissima notte di Natale e porrò i vostri cuori sotto il manto, anzi nella braccia santissime di Maria Immacolata, perché vi impetri dal suo divino Bambino copiosi tesori di grazie sia spirituali che temporali. Prego il sovrano divino Infante di concedervi ali di fuoco, ali di viva fede, di fiducia e fervida carità, affinché il vostro spirito voli in alto “nel seno del Padre”. Porrò i vostri cuori tra le fasce del dolce Bambino, perché li riscaldi con il fuoco della divina carità e Maria SS. li innaffi con le sue dolcissime lacrime d’amore, versate nel vedersi il Re dei Re tra le braccia, avvolto in poverissimi panni. Abissatevi sempre più nel considerare l’infinita bontà di Dio, che ha voluto farsi piccolo, nascondendosi nel seno della Vergine Immacolata. Il divino Infante rinnovi nei vostri cuori ogni giorno, anzi ogni momento, la mistica natività, perché possiate rinascere sempre più a vita deifica e santa, nel più profondo della solitudine interna, in sacro silenzio di fede e di santo amore”. Il Signore ci conceda di prepararci con questi sentimenti di fede e di amore a celebrare il Natale da veri Amici di Gesù. In questa pagina dovrei presentarvi Gesù come Figlio di Maria. Sarà invece Maria stessa a presentarci il suo Figlio, come lo presentò ai Pastori, ai Re Magi, a Simeone e Anna. L’immagine più diffusa di Maria è la Vergine che tiene Gesù Bambino in braccio, nell’atto di additarlo a noi. Ho davanti agli occhi l’immagine della “Madre della Santa Speranza”, immagine tanto cara a tutti i Passionisti, perché riunisce la natività e la passione del Signore: Gesù Bambino, stretto alla Mamma, mostra la croce, mentre Maria sorregge il Figlio e gli sorregge la croce. È l’unione intima del presepio con il calvario. È l’unione della missione del Figlio e della

Madre: il Figlio di Dio nasce da Maria per incamminarsi verso la croce, per la nostra salvezza. È significativo che il nostro Fondatore, il più grande innamorato del Crocifisso, sia stato uno dei più grandi innamorati di Gesù Bambino, perché nei due grandi misteri della vita di Gesù egli leggeva una sola parola: Amore! Come egli ha bagnato di lacrime di amore e di dolore tante immagini di Gesù Crocifisso, così ha bagnato di lacrime di tenerezza tante immagini di Gesù Bambino. Egli ci ottenga di affrontare sempre con fede e amore la “morte mistica”, per camminare speditamente verso la “divina rinascita” e vivere così da veri Amici di Gesù i due grandi misteri della nostra fede. Prego il Signore per la vostra perseveranza nel cammino della santità passionista. L’avvenire del nostro movimento dipende dagli Amici più fedeli nell’amare e fare amare Gesù, ma anche nell’aiutare altri a fare lo stesso cammino, impegnati nella vita della Chiesa, nell’amore per i “crocifissi”. Ringrazio con voi il Signore per quanto ci ha con cesso in questo anno 2004: per tutti gli iscritti, che hanno raggiun to i 2360, per gli Amici che in questo anno si sono consacrati a Gesù Crocifisso, per i due corsi di Esercizi Spirituali presso il santuario di San Gabriele, per il grande convegno del MLP e per la giornata di spiritualità il 26 settembre. Ringrazio il Signore per i vostri Parroci che vi hanno accolto con tanta disponibilità; per gli Assistenti e gli Animatori, che si impegnano per voi. Nell’ultima pagina della rivista trovate le tappe fondamentali del nuovo anno 2005, nel quale approfondiremo il tema: “Vogliamo amare Gesù”, dopo aver approfondito nel 2004 “Vogliamo vedere Gesù”.

Invio a tutti tante benedizioni e gli auguri più sinceri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo, pieno di benedizioni del Signore. P. Alberto Pierangioli


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Ripartire da Cristo: Novembre 2004 Gesù: Re dell’Universo Re per natura e per conquista

L’anno liturgico è tutto centrato su Cristo: inizia con l’Avvento, per prepararci ad accogliere il Verbo che si fa carne e termina con la solennità di Cristo Re e Signore dell’universo, istituita dalla Chiesa nel 1925. “Gesù è il Signore!”, fu il grido di fede e di vittoria ripetuto centinaia di volte dai primi cristiani. “Viva Cristo Re!” fu il grido con cui affrontarono la morte migliaia di “cristeros”, gli eroici cristiani messicani, insorti per difendere la loro fede dalla violenza della massoneria. Cristo Re! Può sembrare un titolo anacronistico nei nostri giorni, in cui i re tradizionali stanno scomparendo. Ma oggi sorgono tanti nuovi “signori”, che con inganno e prepotenza cercano di dominare tutto, anche la vita e le coscienze degli uomini. San Paolo ci ammonisce: “Anche se vi sono molti dei e molti signori, per noi c’è un solo Dio e un solo Signore Gesù Cristo” (1Cor 8,5-6). Gesù è vero Re e Signore. A Pilato che lo interroga: “Tu sei re?”, risponde chiaramente: “Tu lo dici, io sono re”. - Egli è re per natura, perché il Creatore dell’universo: “Tutto è stato fatto per mezzo di lui”(Gv 1,3). - È re per conquista: “Ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto” (Col 1,13-14). Ci ha riscattati a caro prezzo dal dominio del maligno: “Tu sei stato immolato e hai riscattato per Dio con il tuo sangue uomini di ogni popolo.” (Ap. 5, 9-10).

Re di amore

sia, la Germania, la società moderna, le ideologie atee e libertarie… Si cerca in tutti i modi di cacciarlo dalla società, dalla vita, dai valori, dalle coscienze. Ma Gesù rimane Re e Signore. Anzi vuole essere unico Re e Signore e ci ammonisce chiaramente: “Non potete servire a due padroni” (Mt 6,24). Il cristiano deve dare a Cesare quello che è di Cesare, ricordando però che al di sopra di tutti e di tutto c’è Dio. Tanti cristiani hanno affrontato il martirio per rimanere fedeli a Dio. Il compromesso è il pericolo maggiore di oggi. Si diventa conformisti, con la scusa: “Tutti fanno così”. Non si può essere amici del mondo e amici di Dio; non si può seguire i valori del mondo e pretendere di essere buoni cristiani. Oggi più che mai, è necessaria la scelta chiara di Giosuè a Sichem: “Se vi dispiace di servire il Signore, scegliete oggi chi volete servire... Quanto a me e alla mia casa, vogliamo servire il Signore” (Gs 24, 15). Davanti a Gesù che ha dato tutto per noi dobbiamo essere pronti a dare tutto per Lui, a metterlo al primo posto. Dobbiamo prendere posizione. L’indifferenza è già una scelta. La nostra scelta deve essere chiara: Gesù è nostro Re e nostro Signore: tutto in Lui, con Lui, per Lui. Nelle difficoltà e nelle tentazioni, ripeteremo con Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” (Gv 6, 68). Ricordiamolo: a Gesù o diamo tutto, o non diamo niente. P. Alberto Pierangioli

Molti compresero che Cristo era re, ma equivocarono sulla natura del suo regno. Erode cercò di ucciderlo, perché temeva che Egli potesse prendere il suo regno. Gli Ebrei lo volevano re, ma un re potente, che scacciasse i Romani. Vedendolo umile e mansueto, gli si voltarono contro e lo accusarono a Pilato che voleva usurpare il regno di Cesare. Pilato chiede spiegazioni a Gesù sulla sua regalità, Gesù taglia corto: “Il mio regno non è di questo mondo” (Gv 18,36). Gesù è un Re venuto a servire e non a essere servito, è venuto a salvare, beneficare, a morire per amore, versando il suo sangue. La sua corona è di spine, lo scettro è una canna, il trono è la croce. Egli regna dalla croce: “Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12, 33). Gesù è un Re venuto a donare il suo regno: “Oggi sarai con me in paradiso” (Lc 23,43).

Gesù è un re rifiutato e combattuto

Dice mestamente san Giovanni: “Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto” (Gv 1,9). I Giudei gridarono “Non vogliamo che costui regni su di noi” (Lc 19,14) e “non abbiamo altro re al di fuori di Cesare” (Gv 19,15). Il rifiuto e la lotta contro Cristo durano da 2000 anni. Oggi come ieri. I duemila anni di cristianesimo sono stati duemila anni di persecuzioni: iniziarono gli Ebrei, seguirono i vari governi pagani e atei di tutti i tempi; ai nostri giorni, il Messico, la Spagna, la Rus-

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Amici di Gesù Crocifisso

Pensiero passionista - Novembre - Dicembre 2004

SALVEZZA COME DISCESA E ASCESA MORTE E RISURREZIONE

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a salvezza cristiana è annunciata fin dall’inizio in termini di abbassamento-esaltazione, stoltezza-sapienza, debolezza-potenza, perdere per trovare, morire per vivere. Le citazioni dal Nuovo Testamento sono numerose. H.Kessler ne ha contate più di cento. Eccone un assaggio: “Il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare tra noi”, Gv 1,14. “Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, umiliò se stesso facendosi obbediente sino alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato”, Fil 2,6-9. “Cristo morì per i nostri peccati, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno”, 1Cor 15,3. “Nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell’uomo che è disceso dal cielo”, Gv 3,13. “Ricordati che Gesù Cristo è risuscitato dai morti. Se moriamo con lui, vivremo anche con lui”, 2Tim 2,8. “Chi vorrà salvare la propria vita la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà”, Mc 8,35 e par. “Ha rovesciato i potenti dai troni e ha innalzato gli umili”, Lc 1,52. cf 1,46-55. “Che io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti”, Fil 3,10.11. Portiamo “sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo”, 2Cor 4,10. “Chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato” Lc 14,11.

La Croce come Pasqua

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La prima comunità cristiana, guidata dallo Spirito Santo, ha subito interpretato la croce alla luce della risurrezione. Altrimenti sarebbe stato impossibile presentare la croce come qualcosa di positivo alle mentalità ebraica o ellenistica. Il più antico credo cristiano contiene solo questa verità: “Dio ha risuscitato Gesù dai morti”, martellata ad ogni incontro o scontro con il pubblico o le autorità. Questa prima sintesi della fede derivava dall’annuncio degli apostoli. Con coraggio e franchezza mai visti, gli inviati di Gesù asserivano in faccia a tutti l’evento sconcertante: “Quel Gesù che avete inchiodato sulla croce e avete ucciso, Dio lo ha risuscitato”, At 2,23-24. Piuttosto che minacciare vendetta, l’annuncio invitava alla conversione e alla fede, perché quella morte era presentata come l’evento salvifico definitivo, preparato per secoli e atteso con ansia dal mondo ebraico, in parte anche dal mondo pagano e in fondo dall’umanità di sempre. La sfida della fede non si riferiva tanto alla morte di croce in se stessa, fatto storico di cui molti erano stati testimoni e comunque verificabile. La fede ri-

guardava il senso di quella morte: essa ha valore redentivo, e questo è comprovato dalla risurrezione. Ciò spiega perché gli apostoli ribadiscono con tanta insistenza il valore decisivo della fede nella risurrezione di Gesù. “Se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede. Se Cristo non è risorto, è vana la nostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati”, 1Cor 15,14.17.

Come spiegare la morte La ragione umana sbuffa impaziente dinanzi all’annuncio che per entrare nella vita bisogna passare per la morte. Eppure questo dinamismo contiene una logica che anche l’intelligenza può accettare. Il mistero non è tanto nella necessità della morte ma nella sapienza e amore con cui Dio l’ha assunta e trasformata. All’inizio della prima lettera ai Corinzi, Paolo Apostolo osserva che la croce è stoltezza per i filosofi greci. Possiamo dire che lo è per il pensiero umano di ogni tempo. Non è logico che uno vada a finire sulla croce e pretenda che questa sorte abbia un valore. Chi muore così ha torto. È uno sconfitto e basta. È da stolti considerarlo un salvatore. Ma Paolo subito controbatte che per i credenti Cristo Crocifisso è la “sapienza di Dio”. La sua morte ha valore perché è scelta e offerta per amore, tant’è vero che sfocia nella risurrezione. La risurrezione dimostra che quella morte non era stolta ma intelligente. Addirittura, manifestava la sapien-


Amici di Gesù Crocifisso za di Dio. Scegliendola, Cristo non ha avuto torto ma ragione. Lo stesso argomento vale per gli ebrei. Loro non s’interessano della filosofia ma cercano i segni straordinari e potenti. Chi muore in croce è un debole e un perdente. Non può essere un salvatore. Ma la potenza di quella morte è nell’amore con cui è vissuta, tanto che esplode nella risurrezione. Questa è un potenza superiore ad ogni aspettativa, altro che debolezza e vergogna. Resta però il fatto che l’abbassamento, il dolore e la morte sono per noi realtà laceranti. Né l’annuncio di fede, né lo sforzo del ragionamento possono evitare che il dolore faccia paura. Perciò la condizione umana continua a lanciare verso Dio i suoi perché dinanzi alla sofferenza e alla morte. L’eco di questi perché rimbalza anche nella bibbia. Il Vecchio Testamento non offre risposte, anche se mostra una progressiva convinzione che il male e la morte non possono venire da Dio e non necessariamente sono il contrappeso dei peccati personali. Il libro di Giobbe presenta il punto più alto di questa persuasione. Il libro della Sapienza giunge ad affermare che “Dio non ha creato la morte”, 1,13, ma essa “è entrata nel mondo per invidia del diavolo”, 2,24. Ma siamo già alle porte del Nuovo Testamento. Pur non riuscendo a spiegarsi il dolore e la morte, la fede biblica non riesce mai ad ammettere che essi dipendano da Dio. Troppo viva è la consapevolezza che Dio è vita, felicità, potenza, amore. Infine Paolo Apostolo arriva a sintetizzare: “A causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e con il peccato la morte”, Rm 5,12.

Morire alla morte Così stando le cose, occorreva un gesto che eliminasse il peccato e la morte con tutte le conseguenze, e così l’umanità potesse vivere

secondo il progetto di Dio che è vita e crea solo vita. Tale gesto è la morte e risurrezione di Gesù, partecipati a noi nel battesimo. Consegnandosi liberamente alla morte per amore, Gesù resta come noi afferrato dalla morte e portato nel sepolcro. Ma risorgendo distrugge la morte, cioè le toglie il potere oppressivo e distruttivo sull’essere umano. Per sconfiggere la morte, Cristo entra nelle morte e muore con essa, ma poi risorge e lascia morta la morte. Unendoci a sé nel battesimo, il Risorto rende anche noi morti alla morte, cioè al peccato con le sue conseguenze, e vivi nella vita nuova della grazia. Tuttavia questo dinamismo resta in noi un processo che dura tutta l’esistenza terrena. La nostra morte alla morte causata dal peccato deve continuare nelle scelte storiche della nostra libertà, con la forza della grazia attinta nella fede e nei sacramenti, soprattutto l’Eucaristia. Paolo Apostolo descrive questo cammino come “mortificare” quel che appartiene al peccato, cioè continuare a restare nella morte alla morte, e vivere la vita nuova da risorti col Risorto, la grazia. Oppure come “spogliarsi” del vecchio e “rivestirsi” della novità. Il battezzato è una creatura nuova, già morto alla morte causata dal peccato e vivo della vita del Risorto. L’uso dei verbi nella lingua originale di questi testi indica che il morire-vivere o spogliarsi-rivestirsi non sono eventi accaduti una volta per tutte nel battesimo, ma condizioni permanenti dell’esistenza cristiana. Il dolore che ancora ci colpisce è trasformato in amore. Quando la morte fisica arriva, essa non è altro che il compimento della morte già avvenuta e accettata con amore nel battesimo. In fondo, a quella morte noi eravamo già morti.

L’icona ecclesiale in Maria La teologia mariana più antica è quella sintetizzata dall’evangelista Luca nel Magnificat, 1,46-55. Maria di Nazareth percepisce se stessa come la “serva del Signore”. Così si presenta all’angelo dell’annunciazione e così si sente davanti a Dio. Dal nulla del suo abbassamento contempla l’opera di Dio e la descrive come capovolgimento delle sorti: ha disperso i superbi, ha rovesciato i potenti dai troni e ha innalzato gli umili, ha rimandato a mani vuote i ricchi e ha colmato di beni gli affamati. Quanto a lei, Dio ha guardato l’umiltà della sua serva, e per questo tutte le generazioni la chiameranno beata. L’esaltazione è già cominciata con la sua maternità del Verbo nella fede e nella carne verginale. Ma resta nascosta nel silenzio che la unisce alla kenosi del Figlio. Al compimento del Mistero Pasquale, l’esaltazione di Maria sfocia nell’Assunzione in cielo col suo corpo glorificato e l’ingresso nel regno quale Regina. Divenuta anch’ella spirito vivificante nel Figlio risorto, genera ora i credenti come madre nell’ordine della grazia per opera dello Spirito Santo. L’esaltazione di Maria è inseparabile dal suo abbassamento, vissuto come serva e come associata al Figlio sino alla croce. L’Assunta, la Regina e la Madre scaturiscono dalla serva e dall’Addolorata. In quanto prima salvata e madre dei salvati, ella è tipo e immagine di ogni salvato e della chiesa intera. Gabriele Cingolani cp

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Amici di Gesù Crocifisso

Spiritualità del mese 21 novembre: Gesù Cristo Re dell’Universo

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Agnello immolato è degno di ricevere potenza, ricchezza, sapienza, forza e onore: a lui gloria e potenza nei secoli, in eterno. Così recita l’antifona d’ingresso della penultima domenica di novembre, con cui si conclude l’anno liturgico: è la solennità di Cristo Re! La regalità di Cristo è per noi fede, amore e impegno alla coerenza. Gesù regna dall’alto della croce. Il Vangelo di Luca ci presenta la scena del Calvario con i sacerdoti e i soldati che “schernivano Gesù dicendo: “Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto”, e il ladrone pentito, crocifisso con Gesù, che chiede al Signore: “Gesù ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. La conclusione del dialogo ci mostra Gesù crocifisso e apparentemente sconfitto, pienamente consapevole della sua posizione di re vittorioso, tanto da poter assicurare al ladrone: “Oggi sarai con me in paradiso”. Le parole di Gesù sulla croce sono le parole di un vero Dio, di un re, che parla dal suo trono, manifestando la sua gloria e potenza. Noi, liberati sulla croce dalla schiavitù del peccato, ci accostiamo al Signore con cuore umile e fiducioso, come il buon ladrone, con la speranza di entrare anche noi nel suo regno. Importante però è ricordare che il regno di Cristo ha come distintivo l’amore e che il suo regno si fa visibile solo dove c’è amore. Come Amici di Gesù Crocifisso ci sentiamo impegnati a diffondere questo regno di Cristo nel mondo. Ascoltiamo ancora una volta il nostro Padre Fondatore che ci ricorda che la Passione di Gesù è opera grande, stragrande e stupenda dell’infinito Amore divino, e che noi dobbiamo riamare chi tanto ci ha amato e portare il suo amore a coloro che non lo conoscono o lo rifiutano.

Natale nell’esperienza di Maria

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n che Giuseppe salì in Giudea e alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme a Mari sua sposa, che era incinta.” (Lc 2, 4-5) Quali i pensieri, i sentimenti di Maria? Certamente per lei fu un viaggio pesante. Erano poveri e il futuro non poteva prospettarsi roseo. Ma nella forza del non temere dell’Annunciazione si abbandonava totalmente all’amore di Dio. Non fu facile trovare un alloggio. Si rifugiarono in una delle numerose grotte attorno a Betlemme. Era l’abitazione delle famiglie più povere e la dividevano con qualche animale domestico. «Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia» (Lc 2,7). È il Natale del Signore! Quella mangiatoia resterà sempre il primo segno di contraddizione. Un Natale così ha tutti i colori della leggenda e può scatenare la fantasia, ma per il cristiano è la nascita del Figlio di Dio che viene a condividere la miseria della condizione umana, e adora quel bambino come il suo Dio, come fecero per primi Maria e a Giuseppe. Nessuno si accorse di questa nascita, unica nella storia, ad eccezione delle due creature chiamate ad essere la famiglia del Dio fatto uomo. Nessuna coppia contemplerà mai con tanta esultanza il figlio, come Maria e Giuseppe in quella notte di mistero e di grazia. La presenza del bambino diede ali al cuore di Maria e la grotta diventò il tabernacolo del Dio vivente. Maria in quella notte, nello squallore della grotta, sperimentò la pienezza della beatitudine dei poveri e sarà questa povertà a farla sentire sorella di tutte le mamme che coraggiosamente accettano il figlio, lo portano avanti e lo partoriscono, nonostante la povertà, la solitudine, l’abbandono, il rifiuto di una cultura di egoismo e di morte. Il gloria «dell’esercito celeste» resterà per sempre il canto del Natale. Anche il non credente è coinvolto dall’atmosfera del gloria natalizio e sente che qualcosa di misterioso si compì per l’uomo in quella notte di povertà e di gloria. (Cfr. “ Maria di Nazaret vera nostra sorella” di Luigi Alunno CP). “In questo Natale possa la venuta di Gesù portare a ciascuno di noi quella pace e quella gioia che Egli brama di darci. Preghiamo molto per la venuta di questa grazia di pace e di gioia nel nostro cuore, nelle nostre comunità, nelle nostre famiglie e nella Chiesa.” (B. Madre Teresa di Calcutta)

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Coltorti Maria Grazia


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Un funaio mancato e un santo trovato B. Grimoaldo Santamaria

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erdinando, primogenito di cinque figli, nasce a Pontecorvo (Fr) il 4 maggio 1883, da Pietro Paolo e Cecilia Ruscio. Tra i passionisti prenderà il nome, un po’ strano per la verità, di Grimoaldo. Se non lo conoscessimo potremmo pensare ad una ricercatezza, ma è soltanto il nome del patrono di Pontecorvo. È un ragazzo mite e buono. Subito dimostra una autorità superiore alla sua età. Alla mamma confida che lui prega per i ragazzi cattivi perché diventino buoni. È l’esempio del paese. Sta molto tempo in chiesa. Serve la messa come chierichetto, canta nel coro parrocchiale. Si iscrive presto all’associazione dell’Immacolata. Don Vincenzo, il parroco, lo vede spesso ed a lungo assorto in contemplazione. Alcuni compaesani gli riferiscono di aver visto il figlio del funaio, questo era il mestiere del padre, rapito in estasi davanti all’immagine della Madonna. Don Vincenzo va avanti col pensiero, fantasticando sul futuro del ragazzo e non si sbaglia. Ferdinando è anche dedito alla penitenza; prega con chicchi di granturco o sassolini sotto le ginocchia. Questa era la punizione che i maestri dell’epoca davano ai coetanei indisciplinati o poco diligenti. Lui invece desiderava volontariamente “seguire Gesù nella sua sofferenza”. Faceva veglie di preghiera e digiuni. Era pronto per il progetto del parroco don Vincenzo e dei Passionisti del vicino santuario della Madonna delle Grazie che egli frequentava spesso. Ma papà Pietro Paolo non è molto d’accordo, non per cattiveria. A quel tempo nelle famiglie di artigiani, il primogenito era quello destinato a proseguire il mestiere del padre e a sostituirlo in caso di inabilità o prematura scomparsa. Era in altre parole, la colonna della famiglia. Pertanto cerca di fargli cambiare idea prima con le cattive poi con le buone. Ma quando il papà gli parla per convincerlo, Ferdinando guarda il fiume che scorre li vicino e saggiamente replica: “la vita scorre come l’acqua….. i nostri giorni vanno via veloci….. e poi?”. Alla fine il papà vista l’inutilità dei suoi sforzi, addolcito dalle pressioni di mamma Cecilia, buono com’è, cede. Dice alla moglie Cecilia: “il nostro ragazzo non vuole essere funaio; il suo interesse è solo per la chiesa”. Anzi, è lui ad accompagnarlo alla stazione quando parte per il noviziato. Ferdinando si è preparato applicandosi allo studio del latino, della grammatica e della retorica. Ha studiato anche di notte a lume di candela ed in pochi mesi ha fatto quello che si faceva in tre anni di scuola regolare. A sedici anni decide di entrare in noviziato e il 15 febbraio 1899 arriva a Paliano, il 5 marzo veste l’abito e sceglie di chiamarsi Grimoaldo. Irreprensibile a casa, ancor più in convento. Un suo compagno afferma che “mai notò in lui difetto alcuno e che faceva tutto in grado eroico, perché desiderava essere santo”. Dopo la professione si trasferisce a Ceccano. Continua gli studi delle materie classiche e poi quelli della filosofia e della teologia in preparazione al sacerdozio. È lodevole nell’impegno scolastico. “Sempre ilare anche nelle umiliazioni, nelle contrarietà, nelle difficoltà degli studi”, dovute all’affrettata preparazione di base. Come per S. Gabriele, di cui vuole essere imitatore, già da studente, la sua fama si diffonde intorno al convento.

Molti fedeli si affidavano alle sue preghiere. E le preghiere di Grimoaldo spesso ottengono le grazie richieste. La sua vita scorre gioiosa e nel vigore della giovinezza. Sembra un colosso di salute. Ma il 31 ottobre 1902, durante una passeggiata pomeridiana, Grimoaldo avverte lancinanti dolori alla testa e disturbi visivi. La diagnosi del medico è severa e chiude la porta ad ogni speranza: meningite acuta. Mostra subito grande pazienza nell’accettare la malattia e spesso ripete di essere “contentissimo di fare la volontà di Dio”. Negli ultimi istanti di vita il suo volto diventa splendido come il sole, i sui occhi si fissano su un punto della stanza. Muore al tramonto del 18 novembre del 1902, sereno e tranquillo, come bambino tra le braccia di sua madre. I genitori non sono presenti alla sua morte; Grimoaldo appare loro per confortarli. Viene sepolto nel locale cimitero di Ceccano. Alla esumazione, nella tasca del suo abito viene trovato un pezzetto di stoffa ed un biglietto con scritta: “abito del venerabile Gabriele dell’Addolorata”. È morto giovane anche lui e di lui si è scritto: “Questo angelo è stato un perfetto imitatore del nostro venerabile Gabriele, tenerissimo devoto della Vergine, di squisita purità d’intenzione, di continuo ed intimo tratto con Dio; docile e maneggevole come cera nelle mani dei superiori”. È dichiarato venerabile il 14 maggio 1991 e beato il 29 gennaio 1995. Francesco Valori

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La Famiglia cristiana

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ome descrivere la felicità di quel matrimonio che la Chiesa sigilla, l’offerta eucaristica conferma, la benedizione garantisce, gli angeli annunciano in cielo, il Padre approva? Quale giogo è mai quello di due fedeli uniti in un’unica speranza, in un solo desiderio, in un unico rispetto, in un unico servizio! Essi sono fratelli l’uno per l’altro e si servono reciprocamente; nessuna distinzione fra carne e spirito. Anzi sono veramente due in una carne sola, e dove la carne è una è uno anche lo spirito. Pregano insieme, insieme s’inginocchiano, insieme digiunano; si ammaestrano l’un l’altro, si esortano l’un l’altro, insieme si sostengono. Sono uguali nella Chiesa di Dio, uguali al banchetto di Dio, uguali nelle angustie, uguali nelle persecuzioni, uguali nelle consolazioni. Nessuno ha segreti per l’altro, nessuno evita l’altro, nessuno è per l’altro di peso. Visitano liberamente i malati, danno sostentamento ai poveri. Le elemosine sono fatte con libertà e i sacrifici senza conflitti, le incombenze quotidiane non conoscono impedimenti. Il segno di croce non si fa di nascosto, il saluto non causa trepidazione, la benedizione non la si deve dare in silenzio. Tra di loro risuonano salmi e inni; insieme lodano il Signore, meglio che possono. Cristo vede queste cose e se ne rallegra, invia loro la sua pace. Dove vi è una tale coppia, là anche Egli si trova; e dove è Lui non vi è posto per il male.

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(Alla moglie, 11, 8,6-8)

Tertulliano, uno dei primi scrittori cristiani, nato a Cartagine verso il 160, così descrive la vita di una coppia cristiana:

Mario e Simona: una coppia cristiana, con quattro bellissimi fiori.


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6 - LUIGI ROCCHI: UN UOMO PER GLI ALTRI

Innamorato di Dio e della vita

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i è piaciuta molto questa frase: “All’Amore che ti trascina non chiedere dove va”. Così io non chiedo mai a Dio dove porta la mia croce. So che Egli mi ama e questo basta. Siamo tutti affidati alle mani di Dio; e io credo, come diceva il Santo Padre Pio XII, che non ci sono mani migliori”. Negli ultimi anni Luigi è costretto all’immobilità assoluta, per cui ha bisogno di essere assistito in tutto. Ai primi di marzo del 1979 viene ricoverato a Tolentino non essendo più capace di respirare autonomamente e l’8 marzo entra in sala di rianimazione all’ospedale di Macerata: è intubato e attaccato al respiratore automatico. Il tubo per la respirazione, passando attraverso le corde vocali, gli impedisce di parlare. Rimane sempre lucido e, per comunicare, si serve di un alfabeto indicando con un cenno del capo le lettere che devono comporre le parole che vuole trasmettere. Padre Tarulli, agostiniano, lo confessa. Molte persone telefonano all’ospedale per avere sue notizie e parecchie vengono a visitarlo da varie parti d’Italia, confessando di aver ricevuto tanto bene da Luigi. Gli infermieri sono colpiti dalla sua tenacia nel combattere la malattia con serenità, nonostante i forti dolori, senza mai disperarsi pur essendo consapevole che non sarebbe tornato più a casa. Le ultime parole trasmesse ai parenti sono: ”Vi abbraccio tutti e vi amo tutti”. Alle ore 22,00 del 26 marzo 1979 si spegne per arresto cardiocircolatorio. Sono presenti gli amici di Tolentino, i familiari, gruppi di amici di Pescara e di Milano. Il funerale in chiesa è pervaso da serenità e da una atmosfera quasi familiare. La concelebrazione di diversi sacerdoti, i canti, i molti amici presenti sottolineano la convinzione che in quella bara non c’è un morto, ma una persona viva. A Tolentino la fama della sua santità, al momento della morte, è sentita solo dai familiari e dai pochi amici che lo conoscono più da vicino, mentre nella cerchia dei suoi ascoltatori, lettori e amici di Pescara, di Milano e di altre città d’Italia tale fama è ampiamente diffusa. Molti si affrettano a chiedere reliquie alla mamma, che dà via tutto del figlio. Comincia ad essere invocato come intercessore in ogni difficoltà della vita, e i favori divini, attribuiti alla sua intercessione, non si fanno attendere. La pubblicazione dei suoi scritti permette di rivelare la sua personale santità, e diffondono anche un messaggio di speranza per tutti i sofferenti che trovano in lui un esempio di serena accettazione di una malattia inguaribile e penosissima, trasformata in strumento di salvezza per sé e per gli altri. Il fatto poi che Luigi Rocchi abbia raggiunto tali vette di santità partendo da una situazione umana povera e senza particolari doni straordinari, è di incoraggiamento a tutti i laici battezzati che vivono in una situazione di

malattia più o meno grave ed invalidante. Preghiera e sofferenza, accettata con grande spirito di fede e con amore, ed offerta a Dio in unione al sacrificio di Cristo per la salvezza delle anime, sono i mezzi con cui egli sale, giorno per giorno, i gradini della santità manifestata attraverso la sua testimonianza di gioia. Nel 1992 si apre il processo di beatificazione. Il 24 febbraio 2003 la Congregazione per le Cause dei Santi ha protocollato la stampa della “Positio” e l’iter va avanti. Ora sta ai fedeli pregare Dio perché, per intercessione di questo suo Servo, conceda un miracolo come segno della volontà che Luigi sia venerato come modello di santità da tutta la Chiesa. Terminiamo con il dono di alcuni suoi pensieri: “Da dove vengo? Dall’Amore. Che faccio? Amo. Dove vado? All’Amore. Perché tanta sofferenza? Che male ho fatto? Perché, Gesù?”. Ho sentito allora lo sguardo del Nazzareno, del Figlio di Dio, che mi ha turbato e mi ha detto: “Non una lacrima andrà perduta. La vita passa attraverso la morte, la gioia attraverso il dolore”. “Da allora la mia vita non fu solo dolore, il dolore si è fatto veicolo di gioia, di amore, di vita. Sono sicuro che anche voi vi siete posti queste domande, che anche voi cercate la gioia: questa dipende dalla vostra volontà di amore verso coloro che soffrono, perché il Regno di Dio venga nel cuore degli uomini, verso quegli innocenti che, attraverso la loro sofferenza, preparano la nuova venuta di Gesù. Non vi stancate di sorreggere un po’ la croce, di asciugare le loro lacrime, di tenere accesa la speranza della risurrezione, quando ci saranno “cieli nuovi e terre nuove” per tutti. Dio vi benedica”. Maria Grazia Coltorti Il vescovo di Macerata mons. Carboni apre il processo diocesano di beatificazione di Luigi (1992)

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Amici di Gesù Crocifisso

XIV Consiglio Nazionale Amici

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l 18 settembre si è svolto a Morrovalle il XIV Consiglio Nazionale degli Amici di Gesù Crocifisso, presieduto dal P. Piergiorgio Bartoli, provinciale, con la partecipazione degli Assistenti spirituali: P. Fernando Taccone, P. Alberto Pierangioli, P. Bruno de Luca, P. Adalberto di Donato, dei membri del Consiglio Esecutivo uscente e dei responsabili delle Fraternità e Gruppi Famiglia, in tutto 40 partecipanti. Il Consiglio inizia alle ore 9.30 con la preghiera Consiglio Nazionale Am ici Morrovalle: 18-09-200 delle Lodi. Presiede il Superio4 re Provinciale che ha esortato tutti a fissare con amore lo sguardo su Gesù per accogliere il suo messaggio di 2 - Consacrazioni. Si svolgeranno generalmente amore e a verificare il nostro modo di porci di fronte a presso le singole Fraternità, ma bisogna sceglierne la Lui, che ci ha amato fino a dare la vita per noi. data fin dall’inizio dell’anno per permettere una buona preparazione e programmazione. P. Alberto invita a - Introduzione ai lavori del Presidente Piera Iucci: partecipare a queste giornate per portare solidarietà ha espresso la gioia di ritrovarsi in una giornata molto soprattutto alle fraternità più giovani o isolate. importante per la vita degli Amici di Gesù Crocifisso, dovendo programmare il nuovo anno sociale e poi 3 - Corsi di formazione. Molto positivo il corso di eleggere il nuovo Consiglio Esecutivo, per il quale informazione svoltosi a San Gabriele nel febbraio 2004, vita a scegliere persone disponibili a lavorare e che animato dal P. Fernando Taccone. Si sente la necessità abbiano anche il tempo necessario per farlo. Esprime di ripetere l’esperienza. Il C. E. dovrà stabilire il capoi soddisfazione e riconoscenza ai padri Bruno de rattere di questi corsi, gli argomenti, il luogo e tempo. Luca e Fernando Taccone per la collaborazione con P. 4 - Esercizi spirituali. I due corsi di quest’anno sono Alberto, nei due corsi di esercizi spirituali a S. Gastati molto positivi. Per il 2005 le date sono state fisbriele. sate per l’8-13 e 15-20 agosto. Per l’argomento si svi- Relazione dell’Assistente Spirituale: Il P. Alberto lupperà un aspetto di “Amare Gesù”. Pierangioli dà un quadro generale della situazione de5 - Gruppi Famiglia e diffusione. Incontrano diffigli Amici di G. C., come viene sintetizzato in altra pacoltà in alcuni luoghi, ma sono ottimi mezzi per attiragina della rivista. re altri fedeli al Movimento e mezzi di crescita per gli - Saluto dell’Assistente PIET del MLP, P. Fernaniscritti che desiderano avere più incontri mensili. Si do Taccone, che dà tre spunti di lavoro al C.E.: sente comunque la necessità di una maggiore collaboBasare la programmazione degli Amici sul documento razione nell’animazione di questi gruppi. Buono è il della C.E.I. “Il volto missionario delle Parrocchie in Gruppo delle Famiglie giovani a Civitanova. Si ricorun mondo che cambia” e sulle conclusioni del prosda anche la Peregrinatio Crucis quaresimale come simo Sinodo Passionista. momento importante per avvicinare altri fedeli, ma è Rivedere lo Statuto degli Amici alla luce del nuovo necessario che sia coinvolto un maggior numero di Statuto provinciale del MLP Piet. Amici nell’animazione delle varie tappe. Invito ai laici, che ne abbiano desiderio e possibilità, a 6 - Elezione del nuovo Consiglio Esecutivo. svolgere attività missionaria con i Passionisti. Dopo il pranzo fraterno con la comunità passionista, si riprendono i lavori alle ore 15,00. Terminata la diDiscussione dell’Ordine del giorno scussione sugli argomenti all’ordine del giorno, si procede alla elezione del nuovo Consiglio Esecutivo. Risultano eletti: Coltorti Maria Grazia, Fragola 1 - Programma di formazione 2005: sarà “Amare Solennità della Passione: Nello, Garbuglia Tarquini Letizia, Gelao Gianni, Gesù”, dopo il “Conoscere Gesù” del 2004. Don Giancarlo benedicePiera, Moscetta Grandinetti Simonetta, Iucci Dall’ampia discussione sono emersi validi suggerii Crocifissi Peregrinatio Marco, Serafino Vito. della Piera Iucci viene confermamenti che saranno di aiuto al P. Alberto nello stilare le e l’Assemblea ta come Presidente e Gianni Gelao viene eletto Vi12 tappe in cui si articolerà l’argomento prescelto, che ce presidente. sarà poi sviluppato anche nei ritiri mensili, sulla rivi(Sintesi del Verbale) sta e nel secondo incontro delle Fraternità.


Amici di Gesù Crocifisso

Gli Amici di Gesù Crocifisso in cifre 1. Iscritti agli Amici di Gesù Crocifisso al 18 settembre 2004: Totale: 2345. Defunti: 102. Nuovi iscritti finora nel 2004: 45. Nel 2003: 60. Nel 2002: 167 Dei 45 nuovi iscritti del 2004: 13 provengono dall’Abruzzo. 14 dalle Marche. 17 da altre regioni. 2. Consacrati nel 2004: Consacrazioni nuove: Consacrazioni rinnovate: Consacrazioni perpetue:

Fatte: 14. Da fare 20 Fatte: 28. Da fare 32 Fatte: 25. Da fare 4

3. Fraternità: 13. Partecipazione agli incontri: buona in alcune, discreta in altre, scarsa in alcune, specialmente al secondo incontro.

6. Ritiri mensili a Morrovalle: una partecipazione buona, complessivamente sempre sopra ai cento partecipanti. 7. Giornata di spiritualità a S. Gabriele: un appuntamento importante per tutti gli Amici. In questo anno si svolgerà il 26 settembre. 8. Rivista “Amici di Gesù Crocifisso”: Si stampano 1350 copie circa. Sono inviate agli iscritti poco più di 1100. Le altre copie servono per la promozione. Nel 2003 hanno inviato una offerta per la rivista 618 iscritti. 9. Libro: Voi siete miei Amici. La prima edizione, curata direttamente dall’autore, fu stampata in 1650 copie e fu esaurita in poco più di un

Giornata di spiritualità Amici - San Gabriele: 26-09-2004

4. Gruppi Famiglia: una trentina. Una bella realtà è specialmente il Gruppo delle Famiglie giovani di Civitanova Marche, animato dal diacono Vito. Dopo la buona esperienza degli Esercizi, si sta tentando una nuova via anche per i piccoli e giovani Amici. 5. Esercizi spirituali: Ottimo il primo corso degli anziani, con 60 partecipanti. Molto buono anche il corso delle famiglie, con 70 partecipanti; bene hanno fatto Enzo e Lorenzo con i ragazzi e gli adolescenti.

anno. La seconda edizione è stata curata dalla editrice Ancilla di Conegliano TV; ne sono state acquistate per gli Amici 1160 copie, esaurite; ora ne sono state acquistate altre 100 copie che sono in deposito. Non si conosce quante copie sono state stampate e vendute dalla Editrice. 10. Immaginette con promessa di Amore: stampate finora oltre 25.000. Pagelline degli Amici: stampate finora oltre 10.000. (Sintesi dalla relazione dell’Assistente generale al Consiglio Nazionale del 18 settembre 2004)

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Amici di Gesù Crocifisso

Giornata di Spiritualità con San Gabriele

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l 26 settembre si è svolta la quinta Giornata parte c’è il desiderio dell’uomo che vuole aprirsi e di Spiritualità degli Amici di Gesù Crocidonarsi a Gesù fisso presso il Santuario di San Gabriele Te. Hanno partecipato in più di 350, con pullman e Redentore e dall’altra il desiderio struggente di auto da Morrovalle, Montecosaro, Civitanova, MaceGesù che dalla Croce grida “Ho sete” della tua vita. rata, Recanati, Porto S. Elpidio, Giulianova Lido, FosUna giornata di spiritualità rimette al centro questa sacesia, Roccaraso ecc. La pioggia ha favorito il racamicizia reciproca e profonda. Gesù sussurra al cuore: coglimento e la comunione! “Voi siete miei amici se Alle ore 9,00 eravamo già tutti farete quello che vi coraccolti nella grande mando”. Sappiamo che cripta, davanti allo l’amicizia non si nutre sguardo e al sorriso di comandi, ma la vodi S. Gabriele. lontà dell’uno diventa Il P. Alberto ha comando per l’altro, guidato le Lodi in per essere un cuor solo onore di S. Gabriele, e un’anima sola. esortandoci a spalancare il cuore a Cristo. 2. Significato di quePoi il P. Fernando sta giornata Taccone, Assistente Questa giornata di provinciale del MLP, spiritualità davanti al ha tenuto una sentita giovane S. Gabriele, catechesi, svolgendo grande innamorato di il tema: “Voi siete Gesù Crocifisso e della miei amici se farete Vergine Addolorata, riquello che vi comanchiama anche i più dido”, che riportiamo di di Roccaraso stratti a concentrarsi Riccardo e Teresa Rucci seguito. Alle ore 11, Amici e nal zio per ritrovare l’unità e Na glio nsi Co al abbiamo partecipato e il senso della vita, poianimato la solenne ché siamo continuaconcelebrazione nella mente risucchiati e ci affanniamo per mille basilica gremitissima. cose. È da saggi chiedersi che senso ha la vita se non è Dopo il pranzo fraterno al sacco nei locali del santuavissuta all’ombra dell’amicizia con il suo Creatore. rio, abbiamo visitato i luoghi del Santo e alle ore Sono tante le cose che non vanno in noi e intorno a 15,00 ci siamo ritrovati nella vecchia basilica per la noi, a volte ci gettano nella depressione e nella dispesolenne Via Crucis animata dagli Amici, con pensieri razione e diventano un grande ostacolo per conservare di S. Gamma e una riflessione finale del P. F. Taccone. la nostra amicizia con Dio. È l’eterno problema del C’è stato quindi il vespro cantato, con pensiero conmale che spesso allontana da Dio perché riteniamo clusivo del P. Alberto, che ha ringraziato il Signore Dio responsabile del nostro male. per la numerosa e attenta partecipazione, augurandosi Dobbiamo scuoterci e accogliere una sfida: “Io ho che questa giornata di spiritualità diventi sempre più vinto il mondo”. È la posizione di partenza degli uno degli avvenimenti centrali nel cammino annuale Amici, come di ogni cristiano che voglia affrontare e degli Amici di Gesù Crocifisso. Al termine, la presivincere se stesso e il mondo circostante. Gesù ha landente Piera ha salutato e ringraziato tutti per questa ciato questa sfida prima di affrontare la morte in Crogiornata di grazia e di comunione tra tanti Amici di ce e ha aggiunto, “dopo tre giorni risorgerò”. VogliaGesù Crocifisso, con l’augurio di ritrovarci nel prossimo fare nostro lo sguardo di Gesù sulle vicende umamo anno ancora più numerosi a ripetere questa grande ne, per diventare i suoi Amici. esperienza di fede. Pia 3. La riscoperta del battesimo

“VOI SIETE MIEI AMICI SE FARETE QUELLO CHE VI COMANDO” (Gv 15,14) Relazione alla giornata di spiritualità

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l. Amici di Gesù Crocifisso Il vostro Movimento ha un bel nome “Amici di Gesù Crocifisso”. Avere una bella e buona amicizia è un sogno per tutti. Si dice che trovare un amico è trovare un tesoro, ma i tesori non si trovano facilmente. Per il movimento che vi riunisce, l’amicizia diventa l’incontro di due amori sinceri. Da una

I nostri Vescovi riconoscono che al fondo della pastorale della vita adulta del cristiano sta la riscoperta del battesimo (cfr. CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, 9). Quando abbiamo ricevuto il battesimo eravamo piccoli e non capivamo la sua importanza. Ora lo dobbiamo riscoprire e vivere davanti ad ogni decisione da prendere. Il vecchio Nicodemo, che va di notte a parlare con Gesù per diventare suo discepolo e amico, illumina la nostra storia di battezzati. Non si tratta di rientrare nel grembo materno, ma di rinascere quotidianamente dall’Alto. “Il battesimo di-


Amici di Gesù Crocifisso venta un vero ingresso nella santità di Dio attraverso l’inserimento in Cristo e l’inabitazione del suo Spirito” (NMI 3 1). Questa nascita continua terminerà quando entreremo nella Casa del Padre. Quelli che sono veramente coscienti delle esigenze del battesimo ripetono ogni giorno: “Non vivo più io, ma Cristo vive in me, da Paolo apostolo, a S. Gabriele, S. Gemma, S. Pio da Pietrelcina, B, Teresa di Calcutta. Ognuno di loro conclude: “Per me vivere è Cristo e il morire è un guadagno”. 4. La santità come comunione e amore Concentrarsi sul battesimo vuol dire “affermare il primato dell’essere sul fare. Il battesimo comporta esigente adesione al vangelo, è via alla santità, sorgente di ogni vocazione” (CEI, Il volto..., 9). I percorsi della santità sono personali, come ogni tralcio è diverso dall’altro e ha diversa capacità di fecondità. S. Gabriele è un tralcio vitale, ma con il suo carattere, la sua intelligenza e sensibilità umana e cristiana, con la sua storia. Ha avuto il coraggio di scrivere ai suoi parenti: “Non cambierei un quarto d’ora di meditazione davanti al Crocifisso e alla Vergine Addolorata con tutti i divertimenti e piaceri del mondo”. Ma ha anche giudicato se stesso chiedendo l’aiuto del direttore spirituale: “Padre, me lo dica se nel mio cuore c’è qualcosa che a Dio non piace, perché la voglio strappare”.

na è tesa all’annuncio, alla condivisione della Buona Novella di Cristo”. I Vescovi ci garantiscono che questo è possibile “se ci lasciamo purificare e santificare dall’amore misericordioso di Dio, dall’ascolto della Parola della Croce ... La Parola della Croce è l’appello più forte per la conversione e la perseveranza fino al martirio (CEI, Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, 7). Non vi arde il cuore in petto mentre diciamo queste cose? Non sto forse a parlare a gente che ogni giorno si è prefissa di meditare la Parola della Croce? Da qui deve nascere la passione per l’evangelizzazione. “Sta a noi, concludono i Vescovi, metterci al servizio della missione dell’Inviato del Padre, assumendo la vocazione alla santità” (id.). I santi sono i più grandi evangelizzatori. Ma i santi nascono sotto la Croce di Cristo e lì ricostruiscono e promuovono la loro amicizia con Cristo fino al martirio. 6. I campi di apostolato “Oggi la fede è stimata e valorizzata se aiuta a dare unità e senso alla vita frammentata e dispersa. Più difficile risulta introdurre alla fede come apertura al trascendente e alle scelte stabili di vita nella sequela di Cristo, superando il vissuto immediato, coltivando anche un esito pubblico nella propria esperienza cristiana” (CEI, Il volto..., 9). Tra i campi di apostolato aperti ad ogni cristiano c’è l’attenzione all’adulto e al giovane, con un accostamento personale di serena e umile amicizia.

Giornata di spiritua lità Amici, a San Ga briele:

L’amicizia porta i partner alla comunione, alla fusione di mente e di cuore. “Tutti i fedeli di qualsiasi stato o grado sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità” (LG 40). “Sarebbe allora un controsenso accontentarsi di una vita mediocre, vissuta all’insegna di un’etica minimalistica e di una religiosità superficiale” (NMI 3 1). Essere Amici di Gesù Crocifisso è tradurre nell’attimo presente quanto esprimete ogni giorno nella Promessa d’amore: “Fa che la mia vita sia un continuo atto d’amore”. 5. Dall’amicizia alla missione I nostri vescovi ci ricordano che “Gesù pensa l’amicizia con lui in funzione della missione” (CEI, Il volto...,n.7). È l’ansia di dare un volto missionario alle Parrocchie in un mondo che cambia. Non possiamo tenerci in cuore l’amicizia con Gesù. “La vita cristia-

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C’è poi il vasto campo della famiglia che va dalle situazioni di malattia, a matrimoni difficili e a situazioni irregolari. C’è il campo del lavoro dove è indispensabile assumere comportamenti coerenti con le scelte cristiane. Ovunque dobbiamo operare per edificare un ambiente impregnato di Vangelo. Un richiamo va fatto al genio femminile da sviluppare nell’evangelizzazione per l’innata attenzione della donna alla persona. Sono tanti i talenti che Dio ci dà, facciamoli fruttificare perché Lui sia tutto in tutti e noi gioiremo perché avremo accolto la parola di Gesù: “Se siete miei amici farete quello che vi comando”. P. Fernando Taccone

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Amici di Gesù Crocifisso

Testimonianze

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lo, Gesù ha operato nella mia vita. Questo mio “sì” alMille volte “grazie”! la “Consacrazione Perpetua” mi sembra voluto prima Carissimo padre Alberto, perdonaci per il dal Signore e poi da me. È stato per me un cambio di ritardo con cui ti inviamo questa nostra testimonianza, rotta, un dirigere la mia prora, i miei pensieri verso il che tu hai chiesto così sentitamente alle coppie che Signore. Sento tutta la responsabilità di questa consahanno partecipato agli incontri riservati alle famiglie crazione perpetua che ho fatto insieme a mia moglie. durante l’anno. Pieni di dubbi e paure siamo arrivati a Ti svuota per far si che Gesù possa entrare e riempirti s. Gabriele, sapendo che eravamo chiamati per ricevedi Grazia. Quello che è stato detto nelle catechesi a S. re la prima consacrazione, per noi un impegno mediGabriele dal P. F. Taccone ha fatto un po’ di chiarezza tato a lungo ma desiderosi di portarlo a termine. su come impostare la vita della mia piccola “chiesa Le catechesi a cui abbiamo assistito sono state fondomestica”. Ora, come Amico di G. C., mi preoccupa damentali e molto reali; sentiamo la necessità di elendi non riuscire a perseverare, di inciampare nelle procare alcuni punti: lo spirito che opera in noi non opera ve della vita, di non riuscire ad essere coerente con senza di noi; la capacità di risolvere i nostri problemi ciò che crediamo. Ho capito però, che, per essere cridi coppia in una visione cristiana, mentre la realtà che stiani, ci vuole coraggio e tanta preghiera, poiché reci circonda ci insegna una via più breve, che è quella mare contro corrente in questa società è molto duro! dell’egoismo; l’invito ad una riflessione sulle promesMa se Gesù è al comando della nostra barca, sarà difse di matrimonio, così facilmente pronunciate ma ficile naufragare. troppo spesso non mantenute; la necessità di ristabiliEmili Domenico. re i ruoli di padre, di madre e di figli. Abbiamo vissuto una settimaMi sono sentita na di ansia nel “ribattezzata” cuore per il desiMio caro paderio di sapere e dre, è difficile conoscere sempre esprimerle in podi più il nostro Siche righe tutte le gnore, e di questo emozioni e gli stati dobbiamo ringrad’animo che ha suziare te, padre Alscitato in me queberto, padre Tacsta “Consacrazione cone, ma anche Perpetua”, insieme tutti gli altri Amia mio marito. Posci di Gesù Crociso dire che mi sofisso che con le no sentita “ribatloro testimoniantezzata”. Non so se ze vissute ci avviquesto termine può cinavano sempre rendere l’idea! Agpiù alla grande fagiungo: lavata da miglia di Gesù. ogni timore, fortifiOggi, ritornati a cata nella mia umicasa, stiamo cerle fede, più concando di mantecentrata verso la nere il nostro impreghiera. Ora depegno preso verso Paolo e Mariella, Pina e Luigi, Antonella e Domenico vo riuscire a persei figli, verso il laverare e a non lavoro e verso il si consacrano a Gesù Crocifisso (S.Gabriele: 19-08-2004) sciarmi scoraggiaprossimo più re dalle tante tentaprossimo, nella zioni e problemi quotidiani che cercano di rallentare il nodimensione regale che ci compete. Una cosa imporstro cammino. “Vogliamo vedere Gesù” è il titolo di una tantissima che teniamo a dire è che per riuscire ad avdelle catechesi che mi ha colpita maggiormente, poiché il vicinarsi a queste realtà c’è tanto bisogno di perseveverbo “vedere” oggi può sembrare un eufemismo, ma, con ranza ma anche trovare tanti amici come li abbiamo la luce della fede, la mente spazia e comprende mille cose! trovati noi, sempre pronti ad ascoltarti e a dimostrarti Forse, Padre, quando ognuno di noi sente il desiderio di che ti vogliono tanto bene. Grazie, Signore Gesù. “vedere Gesù”, cioè di conoscerlo, già è arrivato a metà Grazie cento, mille volte anche a te, padre Alberto, strada verso la meta a cui ogni cristiano aspira: “la sanper quello che ci dai: non riusciamo a dirtelo persotità”. Non so, Padre, se sono riuscita ad essere chiara nelnalmente ma dobbiamo scrivertelo. l’esprime il concetto che volevo trasmettere, perché, a volLuigi Pina e figli te, è difficile scrivere tutto ciò che pensiamo. Ai prossimi incontri avremo modo di ritornare e approfondire i tanti Se Gesù è al comando della barca argomenti interessanti che abbiamo toccato a S. Gabriele. Anche per me è arrivato il momento di dare una Emili Bigoni Antonella. piccola testimonianza di fede, per tutto ciò che di bel-


Amici di Gesù Crocifisso mino degli Amici di Gesù Crocifisso in memoria di Giulio, che avrebbe voluto farlo ma non ha potuto per la sua malattia; è stata davvero di grande esempio per tutti noi. La mattina presto, durante la buona stagione, prima di iniziare la sua giornata di assistenza alla madre cieca, la vedevo pregare seduta in giardino, con il libro degli Amici in mano. Partecipava attivamente a tutti gli incontri di fraternità. Ammalatasi di cancro, ha accettato con rassegnazione la sua malattia, offrendo le sue sofferenze al Signore, fiduciosa di andare a raggiungere il suo Giulio. Si è spenta serenamente stringendo nella sua mano il santino con la Promessa di amore a Gesù crocifisso che le avevo messo in mano poche ore prima di morire. Proprio come San Gabriele che morì stringendo tra le mani l’immagine del Crocifisso e dell’Addolorata. Mi auguro che queste due amiche mi aiutino, con il loro esempio e le loro preghiere, a diventare un buon Amico di Gesù Crocifisso, come loro, per poterle raggiungere un giorno nella gloria del Signore. Gianni Gelao

“Eccomi”! I “Piccoli Amici” al lavoro, durante il Congresso del MLP

Il ricordo di due Amiche di G. C. Sono arrivato al terzo rinnovo della mia consacrazione a Gesù Crocifisso. Ripenso al giorno della prima consacrazione e alle amiche della fraternità di Recanati che l’hanno fatta insieme a me e a mia moglie. Due di loro non faranno questo rinnovo perché già sono nella gloria del Signore. Sono state due partenze che mi hanno veramente segnato e mi hanno dato molto da riflettere. La prima che ci ha lasciati, Nicoletta, era un anima semplice, una madre sfortunata che aveva perso i suoi tre figli; due bambine al sesto mese di gravidanza e l’unico figlio giovanotto per un incidente stradale. Neanche l’affetto del marito riusciva a farle dimenticare la sofferenza per la perdita delle sue creature, il suo unico desiderio era poterli raggiungere nella gloria del Signore e questo è avvenuto in maniera tragica sulla riva di quel mare che a lei piaceva tanto. La seconda è stata Teresa, la mia vicina di casa per ben ventiquattro anni, una madre e moglie esemplare. Maestra elementare, ha insegnato a più generazioni di bambini; operata al cuore per una stenosi delle valvole, riprendeva l’insegnamento sino a quando non dovette smettere per problemi cardiaci. Poco dopo il pensionamento si ammalava anche il marito Giulio di una malattia della pelle che provoca delle piaghe su tutto il corpo. Lo ha assistito con grande amore sino alla fine. Con Giulio, è morta una parte di lei ed ha iniziato a dire che il suo desiderio più grande era di poterlo raggiungere il prima possibile. Ha intrapreso il cam-

Ho ricevuto la rivista degli Amici e con gioia ed avidità ne ho letto il contenuto, ripromettendomi di riprendere alcuni articoli e meditarli con calma. Ho sottolineato quelle frasi che dentro la mia anima producevano risonanza. Mi sono rallegrata e ho partecipato della ricchezza spirituale delle sorelle e dei fratelli che hanno dato testimonianza della loro fede, della loro gioia di essere consacrati alla Passione di Gesù. La profondità delle loro parole ha toccato la mia anima commuovendomi e ho lodato il Signore di tanta grazia! Mi torna in mente la visione di San Paolo della Croce che ho visto raffigurato in un quadro: Gesù Crocifisso col petto squarciato e delle colombe bianche che vanno al Suo Cuore. Dopo aver letto quelle testimonianze ho pensato che le “colombe bianche” sono quelle anime che si lasciano purificare e consacrare da Lui e desiderano vivere amando Gesù Crocifisso, con quell’amore che Lui ha mostrato nella Sua Passione,. Ho pianto quando ho letto la frase della formula di rito: “Mi hai chiamata: eccomi Signore”. Desidero continuare anch’io a dire il mio “eccomi” a Gesù tutti i giorni della mia vita, anche durante quelli bui e pieni di dolore, quelli in cui non mi sento bene e tutto mi pesa! “Eccomi Gesù, tienimi stretta a te alla Tua Croce, alla Tua Passione d’Amore. Sorreggimi tu perché sai che io da sola non ne sono capace, sono fragile, senza forza, senza alcun merito. Accoglimi e fa che questa tua serva trovi riparo nel Tuo Cuore Misericordioso.” Parteciperò spiritualmente alle giornate delle consacrazioni pregando per i fratelli e le sorelle che si stanno preparando a dire i loro “eccomi” a Gesù. Antonella

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Amici di Gesù Crocifisso

AMICI NEWS “Via Crucis eucaristica” Giuseppe Giulino, un Amico di G. C. di Torino, autore di varie opere di spiritualità, direttore della rivista “Santa Maria Regina Martyrum”, ha scritto un libretto edito dalla ed. Ancilla di Conegliano, intitolato: “Via Crucis eucaristica”. Un’opera originale, che raccomandiamo agli Amici, per-

ché i sentimenti di Gesù Eucaristia aiutano a capire i sentimenti di Gesù nella sua Via Crucis. Un’operetta che sarà molto utile per vivere bene l’anno dell’Eucaristia. Si può trovare nelle librerie cattoliche, oppure si può richiedere all’Editrice Ancilla, tel. 0438.61801.

NUOVO CONSIGLIO ESECUTIVO AMICI Iucci Piera Gelao Gianni Coltorti M. Grazia Fragola Nello Garbuglia Tarquini Letizia Grandinetti Simonetta Moscetta Marco Serafino Vito

Presidente Vice Presidente Segretaria

Calendario degli Amici 07 novembre: Ritiro mensile a Morrovalle: dalle ore 9,45 14 novembre: Messa di consacr. alla Madonna d. Stella PG: ore 9,30 20 novembre: Messa di Cons. al Lido S. Tommaso di Fermo: ore 14,30 21 novembre: Messa di consacrazioni a Recanati: ore 14,30 19 dicembre: Ritiro mensile a Morrovalle: dalle ore 9,45 31 dicembre: Adorazione e Messa di ringraziamento: ore 22,00. 06 gen. 2005: Messa e festa nella Casa di R. di Montecosaro: 0re 15,00. 09 gen. 2005: Ritiro mensile a Morrovalle: dalle ore 9,45. Ricordiamo al Signore i nostri defunti: D’Alesio Achille di Roccaraso, dec. 13-10-2004.

Un grazie sincero a coloro che hanno inviato offerte per le spese di stampa. Novembre - Dicembre 2004 - Anno V n. 6 Autor. Trib. di MC n. 438\99 del 17-12-1999 Sped. Ab. Post. D.353/2003 (L. 27/02/2004 n, 46) Art. 1, Comma 2, DCB Macerata. Tecnostampa – Recanati - C. c. p. 11558624 Dir. Tonino Taccone – Red. P.A.Giuseppe Pierangioli Piazzale S. Gabriele 2 – 62010 Morrovalle Mc T. 0733/221273 - C. 349.8057073 - Fax 0733/222394 E-mail albertopier@tiscalinet.it http://www.passionisti.org/mlp/amici


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