LA CATTEDRALE DI SANTA MARIA E SAN GENESIO A SAN MINIATO: ANALISI STRATIGRAFICA DELLA FACCIATA Marie-Ange Causarano (Università di Padova) marieange.causarano@unipd.it
La chiesa, oggi cattedrale, intitolata a Santa Maria e San Genesio, conserva nei paramenti esterni le strutture romaniche di fine XII inizio XIII secolo. L’edificio, forse costruito su una chiesa più antica, è realizzato interamente in mattoni. L’impianto medievale fu in parte trasformato dai molteplici interventi susseguitisi tra XV e XIX secolo, che hanno alterato in maniera definitiva l’assetto degli spazi interni. La facciata conserva ancora in parte l’aspetto originario, punto di incontro e di sintesi della variegata cultura architettonica del romanico ‘valdelsano’. Presenta un notevole sviluppo in altezza, con un profilo a salienti che riflette la ripartizione interna a tre navate. La sua struttura originaria risulta modificata soprattutto dalla creazione di nuove aperture: i tre portali ed i quattro oculi tondi oggi visibili, insistono, infatti, su elementi più antichi e più volte modificati (fig. 1). Nonostante ciò, il prospetto mantiene ancora molti dei caratteri stilistici nativi e l’originalità del partito decorativo: il sapiente utilizzo di mattoni incisi con graffiature di vario tipo; il coronamento degli spioventi ad archetti sormontati da una cornice a listelli in cotto decorato (fig. 2); i rombi gradonati che si affiancano alla croce ‘a traforo’ e all’occhio marmoreo nel timpano; gli archi in laterizi finemente decorati, appartenenti all’originario sistema di finestre, poi tamponate, al centro della facciata; infine, l’elemento ornamentale di maggior spicco, costituito dai 31 bacini ceramici (24 dei quali smurati in seguito all’intervento di restauro del 1979), di produzione tunisina, con decorazioni in cobalto e manganese, inseriti nelle murature della facciata al momento della sua costruzione, con uno schema che solo in apparenza è indipendente dalle strutture architettoniche.
Fig. 5 Fig.4
L’arco a tutto sesto che decorava l’originaria bifora posta sopra il portale centrale (fig. 3) è inquadrato su entrambi i lati da due gruppi di bacini ceramici, posti simmetricamente a sottolinearne l’andamento curvilineo e organizzati in ‘file’ speculari che, se lette dall’alto verso il basso, sono composte da due allineamenti di due forme ceramiche più uno da tre, oppure, da due ‘file’ di tre bacini, più un singolo bacino posto all’altezza dell’imposta dell’arco. In maniera analoga, l’archivolto della monofora che in origine inquadrava il registro superiore della facciata (figg. 4 e 5) è anch’esso affiancato da due gruppi di bacini speculari tra loro, organizzati su due ‘file’ rispettivamente di quattro e due forme ceramiche, a cui si aggiungono, sul lato sinistro, altri due bacini posti a sottolineare l’andamento della cornice ad archetti, che non si ritrovano sull’altro lato della facciata. E’ questa l’unica ‘irregolarità’ di una disposizione delle ceramiche altrimenti attenta nel sottolineare l’asse centrale della parete e la sua verticalità, focalizzando l’attenzione sui due elementi architettonici che maggiormente la caratterizzavano: la bifora centrale e la monofora superiore. Mentre i bacini disposti nella parte centrale del prospetto sono raggruppati intorno all’arco della bifora, dilatandone la centralità con la loro presenza, quelli distribuiti ai lati della soprastante monofora si allargano fino ad arrivare all’attacco dei due spioventi laterali, sottolineando la tripartizione della facciata e dando respiro all’intero registro superiore della parete. La loro distribuzione, infatti, assolveva la duplice funzione di guidare lo sguardo lungo direttrici ben definite e modulare le superfici con un vivace contrasto cromatico. Fig. 1. Lettura muraria della facciata. In giallo (ante 1378), tamponamento delle finestre del prospetto di fine XII-in. XIII sec.; in arancio (età moderna), chiusura delle finestre circolari e della bifora superiore per l’apertura di grandi finestre rettangolari (in grigio); in verde, l’inserimento delle cornici in pietra dei portali (XVIII secolo); in blu, l’apertura degli oculi (1859-1861). Fig. 2. Resti dell’originaria finestra sopra il portale centrale, con in evidenza le principali USM. Si noti la dispozione dei bacini ceramici, suddisivisi in due gruppi simmetrici e speculari tra loro, su tre file. Fig. 3. Particolare degli archetti di coronamento e della cornice soprastante. Figg. 4 e 5. I bacini ceramici si diponevano simmetricamente intorno alla monofora che in origine decorava la parte superiore del prospetto di facciata.
Fig. 1
Fig. 2
Fig.2
Fig. 3
Fig.4 Fig. 4