Printlovers, n. 95, 2022

Page 50

DESIGN, MATERIALI E TECNICHE PER LE APPLICAZIONI
STRATEGO GROUP | Via Cassanese, 224 | 20054 Segrate (Milano) | ITALIA | € 14,00 95/2022
DI STAMPA printlovers.net

Da oltre 30 anni al fianco di designer, agenzie di comunicazione e aziende per la stampa offset e digitale di packaging, prodotti commerciali, shopping bag, grande formato.

commerciale@graficametelliana.com tel. 089 349 392 graficametelliana.com

Design Creostudios Carta Fedrigoni Sirio Ultra Black 280 g/m2 Nobilitazione LUXOR® Light Line SB LiquidSelect Microembossing M714-001 by h+m STAMPA E NOBILITAZIONE

Aug idibu efeste dalle nos e sedi ing op ilm do!

SHANGHAI PARIS GENEVA BUCHAREST
MILANO NEW YORK

Durante il liceo il mantra di alcuni miei docenti era: «è brava, ma non si applica». Avrei dovuto studiare di più, smettere di basarmi sull’intuizione e di cercare soluzioni creative a problemi che richiedevano memoria, metodo scientifico e precisione matematica. Non so se nel frattempo sia decaduto l’approccio pedagogico di assegnare valutazioni in base alle potenzialità non espresse piuttosto che ai risultati effettivamente conseguiti. Ma questa frase mi è tornata in mente spesso parlando con chi materialmente e quotidianamente “applica” le idee creative dei designer, ossia gli stampatori, che da quando il peso della comunicazione si è sbilanciato verso il digital ricevono spesso progetti bellissimi, ma praticamente da rifare in prestampa. Ciò che emerge è uno scollamento tra la dimensione puramente creativa e quella materiale del design, tanto che quella dei designer che hanno una cultura progettuale basata sulla stampa è una cerchia amata e venerata all’interno della filiera. Questo perché arrivare in macchina con un progetto già definito nei minimi dettagli, dopo aver valutato insieme la fattibilità tecnica e la sostenibilità economica della produzione, permette a tutte le parti coinvolte – cliente, stampatore, designer, fornitore di materiali – di risparmiare tempo e denaro, ma non solo: un progetto nato tenendo conto di tutte le possibilità della stampa e degli ultimi trend in fatto di materiali ha molte più probabilità di essere innovativo, di spiccare e fare la differenza agli occhi di chi, alla fine, dovrà fare scelte d’acquisto. Qual è la morale, se c’è? Che bisogna studiare di più? Forse sarebbe meglio parlare di avere, fin dai primi anni di formazione in ambito grafico, esperienza concreta e costante delle materie di studio. Aprire sempre più le porte delle aziende di stampa da un lato, avere la volontà di affondare le mani nella “materia stampa” dall’altro. PRINTlovers, come rivista, fa del suo meglio per mettere in comunicazione e collaborazione la filiera, e non è dunque un caso che sulla copertina di questo numero troviate in evidenza un nuovo payoff, nato dopo un’accurata riflessione su come siano cambiati i paradigmi del settore: “Design, materiali e tecniche per le applicazioni di stampa”. Sono tutte parole che stanno bene insieme – Sont les mots qui vont tres bien ensemble, cantiamolo pure – e definiscono ancora più chiaramente la nostra mission editoriale, ma il resto è soprattutto nelle vostre mani. Perché diciamocelo, quando nasce un nuovo progetto nessuno vorrebbe vederlo rimbalzare avanti e indietro col giudizio implacabile: «è bello, ma non si applica».

5
L'EDITORIALE di MICHELA PIBIRI È BELLO, MA NON SI APPLICA

Le classiche shopper di tela sono ormai di tendenza. Qui facciamo il punto tra design innovativi, tecniche di stampa e cura dei materiali per realizzare accessori unici e duraturi.

Cosa rende un accessorio moda veramente “di valore”? Un tempo era la manifattura della pelle. Oggi nuovi approcci –anche etici – e la stampa digitale sulla pelle sintetica danno vita a collezioni esclusive.

Ha uno spazio sempre più importante e discusso in mercati come quello della moda e dell’interior design. Abbiamo approfondito tutti gli aspetti principali di come si presenta e si stampa questo materiale.

Il preventivo è cruciale nell’intero processo produttivo di uno stampato. Ecco qualche consiglio su come trasformare questa fase in un momento di studio e progettazione.

6
designer e
che
e la
la
che dà
suoi
PAG
Il
naso
ha creato CULTI MILANO, brand specializzato nelle profumazioni per l’ambiente
persona, ci racconta
visione
vita ai
progetti.
DI CATERINA PUCCI DI ROBERTA RAGONA
MICHELA
DI LORENZO CAPITANI
DI
PIBIRI
PAG PAG PAG PAG 12 18 23 41 48 Le “sportine” non sono mai state così belle Accessori d’artista Come si stampa la pelle sintetica? Come chiedere e valutare i costi di stampa La cultura d’ambiente di Alessandro Agrati
DI ELENA PANCIERA

è nata, quasi quarant’anni fa.

negozio

Laddove comunicare importa più che vendere, “flagship” e “pop up” store si impongono come modello definitivo di negozio. Il minimo comun denominatore?

Packaging Design Award: un successo di filiera

EDITORIALE

INSIDE

Cominciamo un viaggio tra i molti premi di packaging design, nazionali e internazionali, che sono stati vinti nel 2022 da progetti stampati e allestiti in Italia. Dando la parola proprio a loro: gli stampatori.

CONCORSI & AWARDS

L’Italia sbanca ai Pentawards 2022 74

SPAZIO ROBILANT ASSOCIATI

La nuova anima di Sangre de Toro 36

PERCORSI DI LABELING So.ve.mec, etichette tra heritage e contemporaneità 38

GRANDANGOLO

Il calendario Grafical 2023 è “Magick” 64

EVENTI

BRL 2022 apre nel segno della Metamorphosis 72

CONCORSI & AWARDS

I fantastici 13 degli Oscar della Stampa 76

CONCORSI & AWARDS Proclamati i Creative Hero 2022 79

ABBIAMO PARLATO DI Persone e aziende citate in questo numero 80

CREATIVE FRAME

Il progetto Lumadea firmato Creostudios 81

DIRETTORE RESPONSABILE

Enrico Barboglio

COORDINAMENTO EDITORIALE

Michela Pibiri michela.pibiri@strategogroup.net

HANNO COLLABORATO

Sara Bonini, Lorenzo Capitani, Elena Panciera, Achille Perego, Caterina Pucci, Roberta Ragona

TRADUZIONI Marta Sanders – The Language Switch

ART DIRECTOR Stefano Torregrossa › onicedesign.it

PRINTLOVERS

www.printlovers.net redazione@printlovers.net

STRATEGO GROUP srl Via Cassanese 224, 20054 Segrate (MI) amministrazione@strategogroup.net

PUBBLICITÀ

Deborah Ferrari | t. 389 9004599 › deborah.ferrari@strategogroup.net Segreteria pubblicità › brando.zuliani@strategogroup.net

REA MILANO 1190227 Autorizzazione Tribunale Milano n. 706 | 11/10/2004

STAMPA PRESSUP – Nepi (VT)

ABBONAMENTI

T. 02 49534500 | F. 02 26951006 abbonamenti@strategogroup.net Annuale 60 euro – Bonifico bancario a STRATEGO GROUP srl IBAN: IT70 C034 4020 6000 0000 0264 200

Gli articoli firmati impegnano esclusivamente gli Autori. Dati e caratteristiche tecniche sono generalmente forniti dalle Case costruttrici, non sono comunque tassativi e possono essere soggetti a rettifiche in qualunque momento. Tutti diritti sono riservati. Notizie e articoli possono essere riprodotti solo a seguito di autorizzazione dell’editore e comunque sempre citando la fonte. Testi e fotografie, qualora non espressamente richiesto all’atto dell’invio, non vengono restituiti. Desideriamo informarLa che il D.Lgs. 196/03 (Testo Unico Privacy) prevede la tutela di ogni dato personale e sensibile. Il trattamento dei Suoi dati sarà improntato ai principi di correttezza, liceità e trasparenza e della Sua riservatezza. Ai sensi dell’art. 13 del Testo Unico, Le forniamo quindi le seguenti informazioni: il trattamento che intendiamo effettuare verrà svolto per fini contrattuali, gestionali, statistici, commerciali, di marketing; il trattamento, che comprende le operazioni di raccolta, consultazione, elaborazione, raffronto, interconnessione, comunicazione e/o diffusione si compirà nel modo seguente: archiviazione su supporto cartaceo e archiviazione informatizzata su personal computer. Il titolare dei dati è: Stratego Group srl nella persona del Rappresentante Legale. Il responsabile del trattamento dei dati è: Enrico Barboglio [enrico.barboglio@strategogroup.net, via Cassanese 224, Segrate MI, T. 02.49534500]. Al titolare del trattamento Lei potrà rivolgersi per far valere Suoi diritti così come previsti dall’art. 7 del D.Lgs. 196/03.

7
Gli allestimenti personalizzati.
È bello, ma non si applica. Di Michela Pibiri 5 COM'È FATTO PRINTLOVERS #95 8 I materiali e le tecniche NEWS 10
GRANDANGOLO Il progetto speciale di Luxoro per Pupa Milano 17
Textiles nella collezione Fontana Grafica
GRANDANGOLO Le tele Van Heek
29
Aganis, collezione di vini firmata Advision 30
DI CATERINA PUCCI
ACHILLE PEREGO PAG 60
DI
Le regole del
perfetto PRINT BUYER NUMERO 95/2022
PAG 66
DI MICHELA PIBIRI

ni inedite e materiali di altissima qualità studiati per design unici. Che si tratti di packaging, etichette, editoria, alta sicurezza, cosmetica, automotive, elettrodomestici o moda, le proposte dedicate alla nobilitazione sono sempre all’avanguardia e sorprendenti. Grazie a rigorose politiche aziendali volte alla sostenibilità ambientale, Luxoro è da tempo una realtà a energia 100% rinnovabile e sostenitore WWF nel progetto di tutela e sostenibilità per fauna e ambiente. C www.luxoro.it

ed editoriali, shopping bag. È certificata per l’etichettatura di prodotti con marchi FSC®. Grafica Metelliana è sempre attenta ai trend di mercato e alle esigenze di comunicazione di tutti i settori merceologici. Ha ampliato la gamma dei servizi offerti con il grande formato e l’allestimento indoor/outdoor. Tra gli ultimi investimenti tecnologici la Scodix Ultra 6000, formato 70x100, per la nobilitazione con UV e foil digitali. C www.graficametelliana.it

La stampa della controcopertina numero 95 di PRINTlovers, su Sirio Ultra Black 280 g, è realizzata da Grafica Metelliana su macchina Heidelberg XL 6 colori UV, attraverso un passaggio preliminare di bianco offset sotto gli elementi colorati per far sì che la quadricromia risulti nitida e brillante.

La sfera di luce alle spalle delle figure centrali e le stelle sono impreziosite con una stampa a caldo realizzata con foil Luxoro SB LIQUID SELECT, impresso con cliché microinciso.

SB LIQUID SELECT

È un bellissimo olografico metallizzato quello che fa risplendere la sfera di luce e le stelle. Le figure sono così in risalto e il design diventa luminoso e cangiate come una galassia.

L’effetto a caldo utilizzato è SB LIQUID SELECT della linea di olografici LIGHT LINE®.

La stampa a caldo è ottenuta con cliché hinderer + mühlich, e le stelle presentano una dettagliata e precisa microincisione che dona un effetto sfaccettato al design, percettibile sia alla vista che al tatto.

Conflitto interiore, di genere, tra generazioni, fra ideologie, guerra: cos’hanno in comune tra loro?

Sono scontro di incontri. Lo scontro nasce da un incontro che degenera, ma che al contempo ci dà la consapevolezza di esserci, di non essere soli, di partecipare all’universo in un duale che ritorna uno, quando ritorna incontro. Lo scontro mette alla prova la nostra intelligenza, ci dà libertà di scelta, ci pone di fronte a un bivio: crescere, rinnovarsi, rinascere o fermarsi, regredire, morire. Non sappiamo come andrà a finire, ma sappiamo che la vita è una grande danza cosmica. L’incontro che diventa scontro e che ritorna incontro, è il nostro pensiero di futuro. Fonte di ispirazione per questa creatività è stato uno scatto dell’Osservatorio Europeo Meridionale (ESO) che mostra la nuova galassia Ngc 7727, nata da una collisione cosmica che somiglia proprio a una danza.

Dal 1888 Fedrigoni significa eccellenza nella produzione di carte speciali. Il Gruppo è tra i maggiori player in Europa nella produzione e vendita di diverse tipologie di carta ad alto valore aggiunto per packaging e grafica, e di prodotti autoadesivi per l’etichettatura. Con circa 4.000 dipendenti tra Italia e sedi estere e 25.000 referenze in catalogo, il Gruppo vende e distribuisce in 130 Paesi nel mondo. A Fedrigoni fanno capo nella divisione paper Cordenons e lo storico marchio Fabriano, con oltre 750 anni di storia, e, nella divisione Self-Adhesives, Arconvert e Ritrama, che hanno portato il Gruppo a divenire terzo player globale nel mondo pressure sensitive labels. C www.fedrigoni.com

La rivista è ricca di contenuti digitali: inquadra i QR code con il tuo smartphone per accedere.

IN COPERTINA

Fedrigoni SIRIO WHITE/WHITE 280g

Carta naturale ad elevato grado di bianco, realizzata con fibre di pura cellulosa vergine ECF. Estremamente versatile, Sirio White/White si distingue per la superficie vellutata e l’ottima tenacità.

IN CONTROCOPERTINA

Fedrigoni SIRIO ULTRA BLACK 280g

Con una nuance unica, intensa come nessun’altra, Sirio Ultra Black è la carta nera per eccellenza. Naturale e tenace, di pura cellulosa ECF, Sirio Ultra Black è colorata in massa con pigmenti neri resistenti alla luce e senza l’utilizzo di Carbon Black.

Sirio White/White e Sirio Ultra Black sono certificate FSC®.

Execution
Copy
COVER E CONTROCOVER È DI C
Creativity &
Riccardo Ferro Giulia La Ganga Selene Rigatelli Sara Scarano Concept &
Giovanna Guglielmi Eladia Sillo IL DESIGN DI
pagina 81
CARTA COPERTINA E CONTROCOPERTINA

IMPRESE ISEM PACKAGING GROUP, UN GRUPPO IN COSTANTE ESPANSIONE

CONCORSI & AWARD

Isem nasce a Vigevano nel 1949. Dopo una crescita costante negli anni '70 e '80, l'azienda è oggi leader nel mercato europeo delle scatole rigide di lusso per profumeria, cosmetica e champagne, servendo clienti esclusivi come Coty, L'Oréal, Shiseido e LVMH. Dai primi anni 2000, Isem ha aggiunto il “Full Service”, ovvero l’inserimento del packaging con i prodotti inviati direttamente dai clienti: profumi, creme e affini, servendo oltre 40 marchi. Ad agosto 2018, Isemgroup si è fusa con Grafiche Bramucci, leader nella produzione di packaging e materiale promozionale di alta qualità per la cosmesi, arrivando ad una produzione annua di 80 milioni di scatole pieghevoli e 9 milioni di scatole rigide, di cui 7 con servizio completo, diventando uno dei primi produttori di packaging di lusso in Europa. A settembre 2022 è stato suggellato il closing di aggregazione del Gruppo Industrial Pack e del Gruppo Isem; due realtà che rappresentano business complementari e una lunga storia nel panorama europeo del packaging di lusso, con l'obiettivo di rafforzare il perimetro del gruppo puntando sullo sviluppo nel settore luxury. Il nuovo Gruppo ha l'ambizione di fornire ai mercati di riferimento un'offerta d’eccellenza, una capacità produttiva agile e flessibile e una risposta efficace alle esigenze di sostenibilità che permea anche il settore del packaging di lusso.

PENTAWARDS

APRE LA CALL FOR ENTRIES 2023

Sarà aperta dal 6 febbraio al 24 marzo 2023 la call for entries per la nuova edizione dei Pentawards. Dalla sua prima edizione nel 2007, il prestigioso concorso internazionale di packaging design ha ricevuto oltre 20.000 candidature da 64 Paesi di tutto il mondo. Quest’anno la giuria sarà annunciata a gennaio, mentre a luglio sarà pubblicata la shortlist, con le premiazioni attese per l’autunno. Il concorso accetta candidature di progetti realizzati da designer, brand, supplier di stampa e materiali e studenti e si articola in otto categorie (Beverages, Food, Body, Health & Beauty, Home, Leisure & Other Markets, Brand Identity & Connected Packagung, Sustainable Design, Professional Concepts e Student Concepts & Brief) a loro volta suddivise in sottocategorie merceologiche. La partecipazione prevede agevolazioni per la presentazione di più di un progetto e sconti in base alla data di invio delle candidature. Maggiori informazioni su www.pentawards.com

CONCORSI & AWARD SONO APERTE LE

ISCRIZIONI

AI FESPA AWARDS 2023

25 gennaio 2023. È questa la data entro cui gli stampatori possono iscrivere i propri lavori all’edizione 2023 dei FESPA Awards, per mostrare la loro eccellenza di stampa e le loro capacità in una (o più) delle 17 categorie. Tutti i lavori iscritti entro il 25 gennaio parteciperanno automaticamente al People’s Choice Award, il premio in cui il pubblico decide il vincitore. Tutti i lavori vincitori saranno esposti in un’area a FESPA Print Global Expo (Monaco, 23-26 maggio 2023). In contemporanea si terrà anche la tradizionale serata di gala durante la quale i vincitori riceveranno i premi. www.fespaawards.com

FORMAZIONE AL VIA IL BRAND REVOLUTION TRAINING

Brand Revolution inaugura una sezione dedicata al training, una serie di corsi che avranno luogo durante l’anno. Nel BR Training si concentra tutta la competenza tecnica e creativa di Brand Revolution: la Unit ha come obiettivo quello di aiutare brand, creativi e stampatori a comprendere le dinamiche dei rispettivi ambienti di lavoro, e rappresenta il luogo in cui trovare risposte sulla fattibilità dei progetti o imparare a ingegnerizzare un prodotto stampato. Il primo corso è stato pensato per brand e agenzie: 10 ore formative per migliorare i basic su come si stampa, come si nobilita, come si allestisce un progetto. Si parlerà anche di carte e di preparazione dei file per la stampa. I temi: Colore e tecniche di stampa; Nobilitazioni; Carte e Finishing; Prestampa.

Info: www.brandrevolutionlab.it e brl@strategogroup.net

CHIC & GREEN FUTURA, LA NUOVA CARTA CHE PROVIENE DAL TESSUTO

Dal lavoro di ricerca e collaborazione di Albini_next (il think tank di Albini Group nato nel 2019) e il reparto R&D di Fedrigoni nasce una nuova carta che prevede la trasformazione di scarti e sotto-prodotti dell’industria tessile altrimenti destinati allo smaltimento o a processi di down-cycling. Il suo nome è Futura, pensata nel rispetto dell’ambiente e delle persone: la componente di fibra tessile proveniente dalle produzioni di Albini Group è del ben 25%, risparmiando quindi la quantità di cellulosa vergine utilizzata normalmente nella produzione cartaria. I tessuti selezionati vengono sfilacciati per essere convertiti in fibra, che in seguito Fedrigoni aggiunge all’impasto di cellulosa. Grazie a questo processo innovativo, ad oggi sono state prodotte circa tre tonnellate di carta, utilizzando 950 kg di scarti di tessuto.

Per le ultime notizie visita www.printlovers.net NEWS
us on
Glamorous, authentic, intense, striking or tactile – our sustainable paperboards bring your brands to life. Discover more at www.kapag.com EcoLine Grass Close Up Follow

LE "SPORTINE" NON SONO MAI STATE COSI BELLE

Le classiche buste in tela, un tempo utilizzate solo per fare la spesa o sbrigare qualche commissione, sono ormai un accessorio di tendenza. Design innovativo, cura dei materiali e scelta delle tecniche di stampa più indicate sono requisiti imprescindibili per realizzare accessori unici e duraturi. Ne abbiamo parlato con Sai Devi, Teefactory, Gedshop e Solution Group.

12 TEXTILE
di CATERINA PUCCI
The SymptoMS Collection, progetto di AISM, DLV BBDO, Athena, Solution Group

Un tempo le chiamavamo sportine. Oggi diciamo tote bag (dall’inglese to tote: portare) e sono un “must have” che ha conquistato proprio tutti: festival del cinema, case editrici, brand di moda e “it girls”. In And Just Like That, reboot della nota serie televisiva Sex and the City, Carrie Bradshaw abbandona la sua baguette Fendi per una borsa di stoffa targata NPT, cioè la National Public Radio di New York per cui, nel corso della stagione, conduce un podcast. Proprio come le t-shirt, anche le tote bag sono diventate uno statement, che racconta moltissimo di noi: a quali riviste siamo abbonati (vi vedo, lettori di Vogue e New Yorker), quali libri leggiamo, i film che apprezziamo, le illustrazioni che amiamo. La natura personalizzabile e mutevole di questo accessorio (trattasi letteralmente di tela bianca) ha aiutato ad alimentarne il mito.

Dagli yacht alle librerie indipendenti Se pensate si tratti di un’invenzione moderna, vi sbagliate di grosso. Già negli anni Quaranta venivano utilizzate per le gite in barca per via della loro comodità, resistenza, nonché ampiezza. Amatissime dai frequentatori di yacht, naturalmente erano utilizzate anche dai lavoratori (venditori porta a porta o chi consegnava i giornali). La catena di negozi L.L. Bean ne propose una versione più moderna e originale che si fece presto largo tra le casalinghe, grazie alla sua capacità, praticità e accessibilità. Da allora viene rivisitata in ogni modo possibile. Nel mercato dell’editoria si fanno strada grazie a The Strand, storica libreria indipendente newyorkese fondata nel 1927. Una specie di istituzione per i bibliofili dell’East Village (come Shakespeare & Co. per Parigi), fu la prima libreria a proporre una tote bag con il suo logo stampato sopra come comodo accessorio da abbinare agli acquisti libreschi dei propri frequentatori. Dal 2005, dopo un restauro della sede principale, la libreria include anche uno spazio per il merchandising dove si trovano moltissime tote, con l’iconico logo rosso della libreria stampato sopra, circondato da pattern diversi: illustrazioni che celebrano la città o la lettura, citazioni di autori classici. Esistono anche diverse edizioni limitate, realizzate in collaborazione con artisti come Art Spiegelman o Rose Wong. L’anno scorso Bottega Veneta ha trasformato un feticcio per booklovers in un accessorio di lusso, con una rivisitazione in pelle disponibile in tre differenti versioni, presentate duran-

13 TEXTILE
"The Strand fu la prima libreria a proporre una tote bag con il suo logo stampato sopra".
Tote bag Adelphi con illustrazione di Tullio Pericoli The SymptoMS Collection, progetto di AISM, DLV BBDO, Athena, Solution Group

te la New York Fashion Week dal direttore creativo Matthieu Blazy con una cena intima dentro i locali di Strand. L’iniziativa aveva lo scopo di aiutare la libreria, che dopo la pandemia sembrava costretta a chiudere, e ha prodotto circa 25 mila ordini online nel giro di pochi giorni. Oggi, secondo una ricerca di Technavio, il mercato delle tote bag ha un valore complessivo di 334,5 milioni di dollari. Ne esistono per ogni fascia di prezzo: possono essere gratuite come quelle che Vogue o New Yorker regalano a chi si abbona alla rivista o costare 3.250 dollari come quella progettata da Dior. Ma quali sono le caratteristiche da tenere in conto quando si progetta una “sportina”? Quali sono le tecniche di stampa più utilizzate o i supporti più richiesti dai clienti? Che cosa determina il successo di una shopper? Lo abbiamo chiesto ad alcune aziende che le progettano e realizzano quotidianamente: Sai Devi, Teefactory, Gedshop e Solution Group.

Naturale o sintetica, purché sia creativa

The Good Idea ha un’esperienza ventennale nel settore del merchandising con particolare attenzione al tema della sostenibilità. È infatti

la prima Società Benefit in Italia nel suo settore. Un'azienda che con l’acquisizione di Sai Devi –tra i leader del mercato del beauty e private label da oltre 30 anni – ha potenziato la sua offerta e arricchito la rete di servizi a disposizione dei propri clienti. Il team creativo è sempre attento a intercettare le ultime tendenze e a ricercare nuovi materiali per fornire soluzioni innovative e all’avanguardia. Tra i gadget a disposizione ci sono naturalmente le borse, spesso fornite come gadget promozionale durante eventi, fiere di settore o per il lancio del nuovo prodotto di un brand. «Dopo decenni in cui la plastica ha dominato incontrastata, vediamo affermarsi l’utilizzo di supporti naturali (tela, cotone, canapa, juta) così come di materiali riciclati» spiega Mauro Moschitta, della Branch specializzata nel beauty & design di The Good Idea. «Tutti i nostri fornitori possiedono le principali certificazioni dell’industria tessile, indispensabili per lavorare con i brand, in particolar modo di calibro internazionale: GRS, OCS, GOTS, OEKO-TEX, FAIRTRADE». Dal punto di vista creativo, esistono due strade. Alcuni clienti arrivano con un’idea, altri chiedono di proporre un design che sia coerente con la brand identity o

14 TEXTILE
"Abbiamo realizzato una sorta di calcolatore interno che rende misurabile il proprio impatto ambientale".
Teefactory Sai Devi Teefactory

con i prodotti o l’evento che si sta sponsorizzando. «Spesso – aggiunge Serena Carcassoli, fondatrice di Sai Devi, oggi responsabile della Branch – ci è capitato di collaborare con designer e illustratori che hanno realizzato creatività ad hoc per i clienti, che raccontassero la storia del brand o una specifica campagna promozionale. Per una catena di hotel, ad esempio, abbiamo realizzato delle shopping bag con illustrazioni che richiamassero la localizzazione delle strutture alberghiere. Anche la scelta dei supporti da utilizzare e dei colori sono elementi che giocano un ruolo fondamentale e aiutano a rimanere impressi nella memoria degli utenti finali». Chiaramente l’utilizzo di supporti riciclati o realizzati con materiali post-consumo ha un costo maggiore, ma è una sfida a livello produttivo che Sai Devi ha deciso di intraprendere attraverso un dipartimento interno che si occupa specificamente di consulenza alla sostenibilità, aiutando le aziende a intraprendere un percorso in tal senso. «Abbiamo realizzato una sorta di calcolatore interno che rende misurabile il proprio impatto ambientale e ha convinto molti clienti a preferire supporti sostenibili per le loro collezioni».

E-commerce e personalizzazione, le chiavi del successo

Dal 1981 Teefactory.it si dedica alla personalizzazione di supporti tessili. Inizialmente focalizzato sulla pubblicità per imprese e gli eventi

sportivi, al momento lavora principalmente con marchi di abbigliamento. La sede è a Barcellona, ma l’attività è dislocata in tutta Europa. «Le tote bag o shopper sono state il secondo oggetto che abbiamo realizzato dopo le magliette, che sono il nostro prodotto di punta» spiega il management dell’azienda. Oggi, pur non essendo più produttori diretti di abbigliamento ma rivenditori di marchi noti sul mercato, le shopper continuano a essere uno dei loro articoli più venduti. Il mercato del tessile ha visto un aumento importante della domanda di materiali sostenibili, per questo motivo le borse vengono realizzate soprattutto in cotone biologico o RPET. Il lavoro di Teefactory consiste nel personalizzare il materiale di partenza con il design fornito dal cliente. «Non disponiamo infatti di un nostro portfolio, ma parte del nostro lavoro consiste nel consigliare e guidare i clienti, ritoccando i loro disegni, se necessario, e guidandoli durante l’intero processo di sviluppo del progetto e di relativo acquisto» aggiunge il team. All’interno del reparto stampa dell’azienda si trovano macchinari per ogni esigenza di personalizzazione, dalle più artigianali alle più moderne: serigrafia, ricamo, sublimazione, DTG

(direct-to-garment), DTF (direct-to-fabric) e così via. Per quanto riguarda i tessuti, le shopper più vendute sono in 100% cotone, anche se negli ultimi anni la richiesta di tessuti organici e riciclati sta diventando sempre più importante. Per il mondo promozionale, invece, Teefactory realizza anche borse in tessuto non tessuto, TNT, un tipo di materiale tessile formato da una serie di fibre unite da processi meccanici, termici o chimici che non richiedono la trasformazione delle fibre in filati. Questo materiale garantisce una grande capacità di resistenza alle alte e basse temperature e all’acqua, oltre a non essere abrasivo.

A ciascuna shopper il suo materiale

Gedshop.it è uno shop online specializzato nella customizzazione di prodotti di ogni genere, dal gadget promozionale al capo di abbigliamento tecnico, da lavoro e tempo libero. Grazie a un’esperienza decennale è in grado di gestire ogni tipo di richiesta, collaborando con piccole e grandi imprese, enti pubblici, società e associazioni di qualsiasi settore e privati, accompagnandoli in tutte le fasi di vendita. Da tre anni Gedshop rien-

15 TEXTILE
Teefactory Teefactory

dell’e-commerce. «Ancor più delle fidelity card, le tote inducono all’acquisto data la forte componente psicologica che interessa gli acquirenti nel ricevere una borsa “gratis” da poter riutilizzare in moltissime occasioni e situazioni diverse. Gli utilizzi sono davvero infiniti: si possono rivendere nel proprio punto vendita, si possono utilizzare al posto delle buste al momento dell’acquisto, si possono distribuire durante fiere ed eventi» spiega Alessandro Condonello, co-fondatore di Gedshop. «La scelta fondamentale non riguarda tanto la forma, che è standard, quanto i materiali che determinano la durabilità e resistenza della borsa e della stampa». Il cotone è la scelta più classica perché garantisce durabilità, morbidezza, resistenza antistrappo e possibilità di lavaggio in lavatrice, oltre a essere composta di fibre naturali e biodegradabili. Anche il polipropilene riscuote un certo successo, data la resistenza e l’ottima resa delle stampe sulla superficie.

Fai del bene e stampalo

Attiva dall’85 nella distribuzione di oggetti promozionali e merchandise per multinazionali, dal 2018 Solution Group ha iniziato una vera transizione etica ed ecologica con una serie di investimenti che si stanno dimostrando un asset

strategico. «Alcuni clienti hanno sviluppato una particolare attenzione al tema della sostenibilità e questo ci impone di ricercare materiali e processi a ridotto impatto, nonché partner dotati di tutte le certificazioni dell’industria tessile» spiega Manuel Xueref, Marketing Manager di Solution Group. Nel corso dell’ultimo Brand Revolution, Solution Group, in collaborazione con l’agenzia creativa DLV BBDO e AISM Milano (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), ha realizzato cinque tipologie di shopper in 100% cotone organico del peso di 259 g/mq. Ciascuna è concepita per rappresentare e dare corpo a un sintomo tipico della sclerosi multipla. La personalizzazione di ciascuna shopper è realizzata in serigrafia, ricamo e tecniche differenti che ricoprono il ruolo fondamentale di arricchire la user experience delle persone. Oltre a leggere nozioni sull’argomento, infatti, possono “imparare coi loro sensi” e in modo completamente originale ciò che provano le persone con sclerosi multipla. I modelli sono stati realizzati già valutando la possibilità di una produzione in grande scala. La vendita delle borse non solo supporterà AISM raccogliendo donazioni, ma permetterà di rendere questa malattia visibile a tutti, raccontandola in un modo immediato e quotidiano, soprattutto per i giovani.

16 TEXTILE
"La vendita delle borse non solo supporterà AISM raccogliendo donazioni, ma permetterà di rendere questa malattia visibile a tutti".
The SymptoMS Collection, progetto di AISM, DLV BBDO, Athena, Solution Group

SENZA CONFINI PER UN PACKAGING COSMETICO SPAZIALE

Il settore cosmetico, grazie ai nuovi media e alla crescente attenzione all’ambiente, è al centro di una sana rivoluzione concettuale. Sostenibilità e originalità del marchio sono le tendenze dominanti, e il packaging si evolve come espressione del cambiamento. Design personalizzati e da collezione, capaci di rispettare l’ambiente, sono i principali influencer per attrarre il pubblico e rendere il marchio memorabile. Dalla sinergia tra le soluzioni di nobilitazione fornite da Luxoro, il design di Paolo Proserpio e le proposte di make up di Pupa Milano è nato il concept set Let’s Make up! Una composizione che abbatte i confini del packaging attraverso un effetto a matrioska che racchiude creatività, qualità, originalità e sostenibilità. Il progetto, non in commercio ma realizzato come operazione di marketing, si svela in più livelli attraverso grafiche, packaging nobilitazioni diversi per custodire due prodotti della famosissima casa cosmetica Pupa Milano: un blush sui toni del rosato e una trousse dalla palette spaziale.

La Cover e la Box, una giungla di sguardi indiscreti

Il design della cover è una giungla di foglie. Su tutta la superficie è stato applicato, con la nobilitazione digitale, l’effetto lucido LUMAFIN® Clear che dona alle foglie un’aria tropicale. Grazie alla struttura a rilievo ottenuta con i cliché hinderer + mühlich sono evidenti le venature perfettamente riprodotte con la stampa a caldo. La cover è incorniciata da una linea dorata ottenuta anch’essa con la metallizzazione digitale. Tra le foglie fanno capolino, grazie alla presenza di fessure, gli occhi indiscreti che caratterizzano la sottostante box principale: un pattern di iridi dorate e luminose stampate con argento a freddo KPS SX+ poi sovrastampato. Aprendo la box l’attenzione si sposta sugli interni che rivelano un’altra opera di design: un mix di nobilitazioni tra scritte turchesi metallizzate e costellazioni dai tratti finissimi in argento olografico, tutto realizzato in digitale, che, a uno sguardo più dettagliato, presentano elementi di anticontraffazione. L’intera confezione

è completamente riciclabile, perché gli effetti di trasferimento non intaccano la composizione del substrato su cui sono stati applicati.

I Packaging Cosmetici dall’aspetto stratosferico

La box contiene due astucci in cartotecnica che riprendono il design tropicale sui toni del verde e del fuxia. Il focus è tutto sulle scritte dorate, frutto di un oro stampato con un rilievo a caldo che presenta delle texture ottenute con clichè hinderer + mühlich. I pack contengono i due pezzi protagonisti del set: il blush e la trousse, caratterizzati da una nobilitazione a caldo di un intenso blu metallizzato di base a copertura totale della superficie in PET, una decorazione attenta all’ambiente grazie al processo privo di emissioni e il prodotto di trasferimento che non intacca la riciclabilità del substrato. La base blu presenta una sovrastampa in due versioni, una dorata e una fuxia, in cui i cliché microincisi hinderer + mühlich riproducono la superficie lunare sul blush e le costellazioni sulla

trousse, un risultato perfetto e preciso dalla qualità unica.

L’intero pack è un’opera omnia di design e nobilitazioni su diverse superfici, che spaziano dalla stampa a caldo fino alla stampa a freddo passando per la più moderna e flessibile stampa digitale. La scelta dei materiali e ogni passaggio del processo rientrano in un ottica di sostenibilità e qualità. Grazie alla professionalità di tutti i partner, il risultato è unico nel suo genere: un apripista verso un nuovo modo di concepire il packaging dei brand.

Progetto realizzato da Luxoro con: Pupa Milano

Paolo Proserpio: Design

Tipografia Valdostana: Stampa e nobilitazione di box e cover

ISEM: Stampa e nobilitazione degli astucci interni Micys Company: Stampa e nobilitazione pack primari in PET

Mondi Group: carta di cover, box e astucci

MAKE UP!
LET’S
NOBILITAZIONE
17 GRANDANGOLO

Accessori d’artista

Cosa rende un accessorio moda veramente “di valore”? Un tempo era principalmente la materia prima, la pelle, lavorata e decorata con metodi tradizionali. Ma nuovi approcci – anche etici – e nuove tecnologie hanno creato un mercato di accessori di pregio su PVC e pelle sintetica, complice la stampa digitale che si allea con l’espressione artistica. Molte collezioni esclusive nascono così: ne abbiamo parlato con Canon Italia, Bagful, Pattern Thetravellovebag, ScarletVirgo e gli illustratori Andrea Tarella e Debora “Senz’h” Giudici.

di ROBERTA RAGONA
DECORATIVE
Pattern Thetravellovebag

BAGFUL

Il progetto nasce come esercizio creativo 100% Made In Venice a sostegno di Disability Friendly, un’attività di sensibilizzazione e inclusione sui temi della disabilità motoria e cognitiva radicato nel territorio veneto e portato avanti da Famiglie e Abilità e Oltre Il Muro.

La tecnologia e la lingua vanno a due velocità diverse: parlare di “pelletteria” nel senso di “l’insieme di oggetti, soprattutto di quelli che costituiscono accessorî dell’abbigliamento, come borsette, cinture, guanti, ornamenti varî” in questo momento non significa più parlare solo di pelle naturale lavorata. PVC e pelle sintetica a partire da tessuti naturali o sintetici spalmati con polimeri, sono il supporto per capsule collection ricercate affidate all’estro di illustratori e artisti visivi, realizzate sfruttando le potenzialità della stampa digitale diretta.

Ma quali fattori hanno contribuito a questo cambiamento? Innanzitutto la concezione del pubblico, come fa notare Matteo Dittadi, responsabile progettazione di Smartmix, l’agenzia dietro il progetto Bagful: «È cambiato il modo in cui vengono considerati i materiali: da parte del consumatore c’è una attenzione maggiore al design e all’innovazione anche con materiali di partenza non “nobili”. Il valore aggiunto lo dà la progettazione, la stampa e le finiture. In questo cambiamento ha inciso moltissimo la maggiore accessibilità di strumenti per la stampa online, che ha messo a disposizione di un bacino di creativi le competenze che una volta erano limitate al settore industriale delle arti grafiche. Il confine tra la produzione industriale e l’homemade è diventato più una questione di tirature che di tecnologie».

Paolo Organo, Product Business Developer LFG&TDS di Canon Italia, racconta come il perfezionamento di materiali e tecnologie di stampa inneschi un feedback reciproco di innovazione: «Per Canon il progetto Jjamapa è iniziato due anni fa in collaborazione con un produttore di pelle sintetica.

A partire da uno dei suoi supporti – una mescola poliuretanica spalmata su ordito in tessuto di cotone e poliestere – siamo arrivati a una gamma di cinque materiali con finiture diverse ottimizzati per i device di stampa Colorado UVgel. I materiali hanno superato i test abrasione di riferimento per il mercato, mostrando una resistenza significativa al deterioramento, senza dover applicare uno strato protettivo on top, con notevole risparmio in termini di tempi di produzione. Al momento sono pensati per il mercato principale della stampa digitale diretta – il fashion in primo luogo – ma allargheremo a breve la gamma al settore arredo/ contract, con un occhio attento verso nuove opportunità nel settore nautico».

19

E proprio i materiali realizzati per i rivestimenti nei settori nautico e automotive sono la materia prima da cui nascono le borse ScarletVirgo, in abbinamento coi tessuti d’artista realizzati appositamente per il brand. Spiegano Céline Claire e Federico Gastaldi, fondatrice e fondatore: «Noi lavoriamo con pelle sintetica di produzione italiana realizzata per uso in ambito automobilistico e nautico: ha delle caratteristiche di altissima resistenza, ed è trattata per essere idrorepellente e ignifuga. Per la stampa ci affidiamo a GLM Printing Textile, un laboratorio di fiducia nel comasco. Tendiamo a usare con prudenza la parola “sostenibile”, ma l’impronta dei nostri prodotti è una considerazione fondamentale nel lavoro. Cerchiamo di realizzare borse e accessori che durino nel tempo, e anche le collaborazioni d’artista che portiamo avanti da più di cinque anni sono parte integrante della stessa filosofia: quando il prodotto ha qualcosa da raccontare i clienti tendono a prendersene maggiormente cura e far durare i propri acquisti».

Lo dimostra anche Sigilli Ancestrali, la capsule collection più recente di ScarletVirgo, disegnata dall’illustratrice Debora Giudici, in arte Senz’h: «Quando si tratta di una collezione illustrata la sintonia tra artista e progetto è fondamentale, perché a differenza di un lavoro di comunicazione più classico, la possibilità di esplorare temi e linguaggi

personali si traduce in una forza espressiva a cui le persone rispondono». E per trasporre in maniera fedele questa forza dalle tavole ai prodotti è importante trovare i materiali giusti, come commenta Federico Gastaldi: «Realizziamo delle tirature di prova su cui studiare gli abbinamenti tra tessuto e pelle sintetica, anche giocando sulle dimensioni dei pattern: è un momento fondamentale per trovare il giusto supporto, a seconda della lucidità del materiale, della texture e dell’assorbimento di inchiostro».

Ma quando si tratta di accessori d’artista, cosa gioca a favore della scelta di usare la stampa digitale, rispetto alle altre tecniche disponibili? Risponde Paolo Organo: «La possibilità di ripetere in maniera esatta le cromie e la resa finale è uno dei punti di forza della stampa digitale. Questo permette di fare tirature singole ridotte che semplificano la gestione del magazzino – specie quando parliamo di accessori d’artista, che di norma prevedono la realizzazione di un numero limitato di pezzi disponibili per un tempo limitato – ma mantenendo costante e immutato il livello di qualità dei prodotti».

JJAMAPA

La collezione di borse realizzata tramite le tecnologie di stampa Canon riproduce le opere realizzate con tecnica a smalto di Pasquale Nasta, artista e docente dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. La prima tiratura di circa 500 pezzi è stata commercializzata come capsule collection nei grandi magazzini Selfridges.

SCARLETVIRGO

Il brand nasce nel 2010 da Céline Claire e Federico Gastaldi. Entrambi provenienti da percorsi artistici, la loro ricerca nell’ambito della pelletteria comincia inizialmente da un lavoro sul recupero di eccedenze tessili e di magazzino, per poi focalizzarsi su accessori realizzati artigianalmente con materiali ad alta resistenza e tessuti d’artista disegnati in esclusiva per ScarletVirgo.

20 DECORATIVE
Bagful

PATTERN

THETRAVELLOVEBAG

Il marchio è nato a Bergamo nel 2016. Tutte le borse sono realizzate in pelle sintetica decorate con soggetti legati ai viaggi, rappresentati attraverso pattern raffiguranti elementi significativi del luogo. Ogni borsa è accompagnata da una breve storia che rievoca il ricordo del viaggio.

Lo conferma anche Michela Fiorendi, fondatrice di Pattern Thetravellovebag: «La stampa digitale ci consente di non dover fare eccessivo stoccaggio. Poter replicare i soggetti mantenendo la stessa resa estetica – in particolare grazie alla possibilità di fare stampa a tessuto piazzato – è fondamentale. Col piazzato i soggetti sono stampati in maniera tale da comparire in un punto determinato delle confezioni. In questo modo il posizionamento degli elementi è costante da una borsa all’altra, cosa che non avremmo potuto ottenere con una stampa a rotolo».

Ma chi è il target degli accessori d’artista? Matteo Dittadi dipinge un ritratto piuttosto preciso: «Il pubblico di questi prodotti è principalmente adulto, in particolare tra i 25 e 55 anni: adulti e giovani adulti, persone il cui gusto è meno legato alle mode e più alla ricerca di prodotti che rispondano sia alle loro esigenze pratiche che a un gusto personale che ha avuto tutto il tempo di affinarsi».

E quando si entra nell’ambito delle personalizzazioni la fascia d’età si amplia ulteriormente,

fa notare Michela Fiorendi: «Sono spesso le figlie a regalare una borsa personalizzata alle proprie madri o alle nonne, o le madri stesse a gratificarsi con un regalo. Spesso il soggetto sono gli animali domestici, per cui l’articolo stampato non è più solo un accessorio ma diventa parte del proprio mondo emotivo e di affetti. Questo tipo di pubblico è disposto ad aspettare, perché il valore dell’oggetto non è la gratificazione immediata ma un acquisto che lo accompagnerà negli anni. Capita spesso che le clienti ordinino soggetti legati a un viaggio specifico prima di partire per quella stessa destinazione: si sentono parte di una comunità di persone accomunate da un certo tipo di sensibilità».

Si tratta spesso quindi di un tipo di acquisto legato all’aspetto valoriale dei propri consumi, che si traduce in pensiero progettuale, come spiega Céline Claire: «La customizzazione dei prodotti è parte della stessa idea di oggetti che devono durare: nel nostro negozio, Casa Madre, è possibile personalizzare i prodotti scegliendo da tutto il campionario di forme, colori, abbinamenti e tessuti, e offriamo un servizio post vendita pressoché illimitato. Usando pelli sintetiche molto resistenti e sostituendo le parti in tessuto le borse possono avere una vita lunghissima. Questo rispetto per il materiale comincia in fase di design, ragionando su come tagliare le pezze per ridurre al minimo

21 DECORATIVE

gli scarti, anche in un’ottica di economia circolare. Al momento stiamo lavorando per il riutilizzo del materiale tessile sia delle fodere che degli sfridi con un’associazione che lavora con artigiane in Marocco per creare una linea di tappeti».

Nel settore degli accessori d’artista spesso il rapporto tra i prodotti e il contesto è pensato come un’esperienza totale, e il dialogo con l’allestimento comincia dai materiali. Paolo Organo sottolinea infatti come la pelle sintetica sia un materiale sempre più utilizzato nell’indoor, sia per le sue capacità fonoassorbenti che per la resa estetica d’impatto, che rafforza il legame tra setting e prodotto.

Per la capsule collection di Tod’s dedicata al pop up store di Isetan con le illustrazioni di Andrea Tarella trovare un linguaggio comune tra i prodotti e l’allestimento site specific è stato un punto cardine: «Il progetto con Tod’s è iniziato per celebrare l’anniversario della Holly Bag, una delle borse più iconiche del marchio. L’idea era di ripercorrere la storia della borsa attraverso un video animato realizzato tramite illustrazioni dallo stile surreale. Il lavoro è proseguito per lo spazio Isetan Shinjuku, la cui particolarità è che tutti i pop-up

store devono proporre una collezione legata esclusivamente a quel luogo e acquistabile solo al suo interno. Trattandosi di una collezione estiva ho elaborato una serie di design che poi sono stati riprodotti sugli accessori, nell’allestimento del negozio in un’unica immagine applicata in wrap around a tutto lo stand, sino alle vetrine e alla comunicazione».

Tarella trova che questo dialogo tra un supporto e l’altro si rifletta anche a livello di concezione progettuale: «C’è molto pensiero modulare quando si lavora su progetti simili. Per me è parte integrante del flusso di lavoro: disegno ogni elemento a mano, separatamente, perché possa essere scomposto sui vari supporti senza perdere forza espressiva».

E con l’avvento dei neomateriali sostenibili, sono sempre più numerosi i produttori di accessori d’alta gamma che propongono collezioni stampate realizzate in vegan leather ricavata da materie prime vegetali: una tela bianca per gli artisti ricavata da funghi, ananas, bucce di mela e fibre di cactus. Chissà che non possa diventare anch’essa una fonte di ispirazione.

TOD’S ISETAN CAPSULE COLLECTION

La capsule collection Tod’s disegnata da Andrea Tarella è stata realizzata per il centro commerciale Isetan Shinjuku di Tokyo. Una collezione legata esclusivamente a quel luogo e acquistabile solo al suo interno.

22 DECORATIVE
ScarletVirgo

Come è fatta e come si stampa la pelle sintetica?

In mercati come quello dell’abbigliamento, delle calzature, dell’interior design, la pelle sintetica ha uno spazio importante e discusso. Deve rispondere a esigenze ambientali ed economiche. Abbiamo cercato di approfondire tutti i nodi di questo materiale sempre più diffuso, intorno al quale ci sono ancora molti fraintendimenti.

MATERIALI
di ELENA PANCIERA

Abbiamo iniziato le ricerche per questo articolo usando il termine ecopelle. Ma ben presto è emerso che questo termine non è corretto per indicare il materiale di origine non animale di cui volevamo parlare. Intorno alla pelle sintetica (nota con moltissimi altri nomi, come vedremo) ci sono ancora falsi miti, fraintendimenti, incertezze, e perfino speculazioni commerciali. Sì, perché la finta pelle, per quanto possa essere prodotta con materiali di altissima qualità, continua ad avere un valore commerciale molto inferiore rispetto alla pelle, al cuoio e a quella che legalmente si può definire ecopelle. E sono in molti ad approfittare dell’ignoranza del pubblico. In questo articolo cercheremo di fare i dovuti distinguo tra materiali naturali, artificiali, sintetici e misti. Ci concentreremo poi sul materiale prodotto dall’accoppiamento di un tessuto e una resina (con qualche eccezione); capiremo come viene prodotto e quali lavorazioni subisce. Ci interrogheremo su alcuni aspetti fon-

damentali da tenere in considerazione quando lo si lavora e decora: Qual è la destinazione d’uso del prodotto finito? Dove verrà usato fisicamente il prodotto finito? Che resistenze sono necessarie? Quali lavorazioni sono necessarie per arrivare al prodotto finito? Quali tecniche di decorazione posso usare? Iniziamo con un approfondimento fondamentale, visto il terreno scivoloso sul quale ci stiamo avventurando: cerchiamo di capire quali sono le definizioni corrette e le differenze tra i diversi materiali usati nel settore pelletteria, calzature, abbigliamento e arredamento come alternative a cuoio e pelle naturali. E teniamo presente che queste definizioni sono spesso usate in modo arbitrario anche tra addetti ai lavori.

La

composizione della pelle sintetica

L’invenzione della pelle sintetica risale probabilmente all’Ottocento, anche se si è diffusa a cominciare dagli anni Venti del Novecento (le informazioni al riguardo non sono univoche). Di sicuro ha avuto ampia diffusione durante la Se-

conda Guerra Mondiale, come alternativa al cuoio naturale. Solitamente viene realizzata impregnando o spalmando un tessuto con resine viniliche o poliuretaniche. Esistono però anche finte pelli prive di supporti tessili, costituite dal solo film polimerico. La mano, la morbidezza della similpelle dipendono dal tipo di materiale plastico usato, e quindi dalle sue proprietà fisiche e resistenze, ma anche dal suo spessore. Questo per quanto riguarda le pelli sintetiche a imitazione del cuoio: e come si ottiene invece l’effetto scamosciato o nubuk? Le alternative sintetiche vengono ottenute con particolari lavorazioni generalmente della microfibra di poliestere, senza usare resine: sono di fatto materiali esclusivamente tessili – e per questo motivo non li approfondiremo ulteriormente in questo articolo. In tutti i casi i prodotti sintetici a imitazione di pelle e cuoio si presentano in rotoli, facilmente trasportabili e ulteriormente lavorabili con stampe e decorazioni successive.

24 MATERIALI

I prodotti sintetici a imitazione di pelle e cuoio si presentano in rotoli, facilmente trasportabili e ulteriormente lavorabili con stampe e decorazioni successive.

Cosa c’è dietro la pelle sintetica: i materiali di supporto

I materiali generalmente usati come supporto per le pelli sintetiche sono tessuti: fibre naturali come cotone e lino, ma soprattutto poliestere e misto cotone/poliestere. Alcune aziende producono anche finte pelli con base carta, spesso usate in legatoria o nell’arredamento d’interni. La scelta del supporto dipende molto dalla qualità che deve avere il prodotto finito e dai suoi usi. Per esempio, cotoni e lini naturali vengono generalmente privilegiati per prodotti di alta qualità, mentre il poliestere viene usato per prodotti di qualità inferiore. A seconda delle necessità e delle aziende produttrici, possiamo trovare materiali di supporto sintetici riciclati, ovviamente più ecosostenibili. La scelta del supporto condiziona le lavorazioni successive in vari modi. Nel caso in cui per il capo o per il prodotto finito sia prevista una fodera, e quindi il retro non sia visibile, si può optare per soluzioni visivamente poco gradevoli. In caso contrario, bisognerà curare anche questo aspetto. Se c’è l’esigenza di avere una finta pelle con particolari proprietà elastiche, sarà bene scegliere come supporto un tessuto a maglia, o addirittura uno che contenga fibre di elastan. Come base per coagulazione e spalmatura possono essere usati anche TNT (tessuti non tessuti) agugliati e interlacciati, che sono economici ma hanno una buona stabilità dimensionale.

Simile al vero: i materiali usati per la superficie esterna

I polimeri che vengono usati per produrre la similpelle sono prevalentemente due: il PVC e il poliuretano (PU). Anche in questo caso la scelta di uno o dell’altro dipende da diversi fattori, ma la sostenibilità ambientale del processo e del prodotto è un elemento sempre più decisivo. Il PVC è estremamente duraturo, e per questo è più difficile smaltirlo e riciclarlo rispetto al poliuretano. Anche i processi produttivi del PVC sono meno sostenibili, a cominciare dal fatto che per renderlo malleabile ed elastico devono essere aggiunti plastificanti, che tendono a spostarsi sulla superficie ed entrare quindi in contatto con l’esterno (e con la nostra pelle). Per questi motivi, per prodotti di alta qualità viene generalmente preferito il poliuretano, dotato anche di resistenze e caratteristiche fisiche e meccaniche superiori. Inoltre, sono sempre più numerosi i produttori italiani di finte pelli il cui reparto di R&D lavora per produrre poliuretani sempre più sostenibili dal punto di vista ambientale, come per esempio quelli derivati da particolari lavorazioni del mais, del cocco e perfino dagli scarti della lavorazione della frutta e del vino. Queste resine non sono di origine fossile, ma vegetale, e quindi l’impatto ambientale è molto minore. Le plastiche che finiscono sulla superficie delle finte pelli si possono presentare sotto forma di granuli (pellet), che devono quindi essere fusi ed estrusi per poter essere spalmati sul supporto, oppure anche sotto forma di liquidi che lo impre-

25 MATERIALI

Ecopelle, pelle sintetica, similpelle (eccetera) sono la stessa cosa?

Spulciando i dizionari Treccani scopriamo che il termine ecopelle è nato nei primi anni Novanta del XX secolo. Inizialmente è stato usato per “designare un materiale artificiale di aspetto simile alla pelle, prodotto con polimeri sintetici derivati dal petrolio (quindi non ecologico), spesso di importazione”. Questo termine “ha progressivamente sostituito l’uso già affermato di similpelle e di vilpelle”, sinonimo del marchio registrato Vinilpelle. In questo momento storico, il prefisso eco- stava a significare “economico”, anche se qualcuno poteva interpretarlo come “ecologico” – dato che il prodotto non è di origine animale. Ma la normativa UNI EN 11427 del 2011 Cuoio – Criteri per la definizione delle caratteristiche di prestazione di cuoi a ridotto impatto ambientale ha stabilito che questo uso è improprio: oggi ecopelle definisce un materiale di origine animale (non sintetico, quindi) “a ridotto impatto ambientale”, il cui processo produttivo deve rispondere a specifici requisiti. Di fatto è quindi sbagliato definire ecopelle il materiale di cui parliamo in questo articolo, anche secondo la normativa italiana: la legge n. 8 del 14 gennaio 2013 stabilisce che “i termini ‘cuoio’ e ‘pelle’ e quelli da essi derivanti o loro sinonimi, anche tradotti in lingua diversa dall’italiano, sono riservati esclusivamente ai prodotti, con o senza pelo, ottenuti dalla lavorazione di spoglie di animali sottoposte a trattamenti di concia o impregnate in modo tale da conservare inalterata la struttura naturale delle fibre, nonché agli articoli con esse fabbricati, purché eventuali strati ricoprenti di altro materiale siano di spessore uguale o inferiore a 0,15 millimetri”.

L’ecopelle è quindi un materiale di origine animale. Suoi sinonimi sono pelle ecologica, ecocuoio, cuoio ecologico, pelle a ridotto impatto ambientale, ecoleather. Oggi quindi il prefisso eco- sta a significare “ecologico”. La finta pelle invece è ottenuta rigorosamente da materiali di origine non animale. Per questo viene detta anche pelle vegana. Altre definizioni sono similpelle, vinilpelle, vilpelle, sky o skai, pelle PU (se è composta con poliuretano) o PVC (se è composta con cloruro di polivinile), pelle spalmata (da uno dei procedimenti usati per produrla). Altro materiale ancora è il rigenerato di fibre di cuoio, un materiale artificiale che si ottiene dalle fibre di cuoio derivate dalla demolizione meccanica o chimica di residui di cuoio. Viene chiamato anche rigenerato di cuoio, cuoio rigenerato o pelle rigenerata. Queste ultime due definizioni possono essere però leggermente fuorvianti, per un pubblico di non addetti ai lavori, perché possono far credere che il materiale sia naturale, quando è invece artificiale.

La normativa e l’attenzione all’ambiente

La normativa di riferimento quando si parla di similpelle è il Regolamento REACH (Registration, Evaluation, Authorisation and restriction of CHemicals), in cui l’Unione europea ha regolamentato le sostanze chimiche. Il REACH impone obblighi relativi al contenuto di sostanze chimiche pericolose nei prodotti tessili fabbricati nell’UE e fuori. Nel 2018 è stato poi approvato il Regolamento UE 2018/1513 che stabilisce una restrizione nei prodotti tessili per determinate sostanze, classificate come cancerogene, mutagene e tossiche per la riproduzione. Dal punto di vista del processo produttivo, le aziende possono decidere autonomamente di conseguire diverse certificazioni, non obbligatorie: la ISO 14001: 2005 dimostra che l’organizzazione ha un sistema di gestione in grado di tenere sotto controllo l’impatto ambientale della propria attività e cerca sistematicamente di migliorarlo; l’analisi del ciclo di vita di un prodotto (LCA, in inglese Life-Cycle Assessment) permette di quantificare i potenziali impatti sull’ambiente e sulla salute dell’uomo partendo dal consumo di risorse e dalle emissioni, ed è regolamentata dalle norme ISO 14040:2006 e ISO 14044:2018.

In generale, le iniziative di controllo del processo produttivo sono lasciate alle singole aziende: nel momento della scelta di un fornitore di materiale è importante verificare quali procedure sono state adottate per ridurre l’impatto sull’ambiente.

gnano. Nel caso in cui le pelli sintetiche ottenute debbano essere stampate, viene preferita una colorazione bianca. In alternativa il materiale polimerico può essere tinto in massa.

Spalmatura, accoppiatura, coagulazione

Esistono diverse tecniche per abbinare il supporto alla resina: le principali sono la spalmatura, l’accoppiatura e la coagulazione. La spalmatura può essere diretta o indiretta; in questo secondo caso è nota anche come accoppiatura. Una terza tecnica è l’impregnazione, nota anche come coagulazione. Nel caso della spalmatura diretta il tessuto viene fatto passare, teso, attraverso una macchina spalmatrice che applica il materiale polimerico con una racla. In questo caso non vengono usate colle: la resina si attacca direttamente al supporto. Il prodotto spalmato mantiene l’aspetto del tessuto di base, sul quale possono essere applicate quantità molto basse di materiale polimerico. Il risultato non è una superficie con effetto pelle o liscia; quindi, è generalmente poco adatto a lavorazioni successive come la stampa digitale. La spalmatura può però avvenire anche in modo indiretto, o transfer. Il procedimento, a

26 MATERIALI

Il grande vantaggio di questo materiale rispetto al vero cuoio – e uno dei motivi per cui i costi della produzione sono molto più bassi – è che può essere stampato in modo industriale e continuo.

secco, è simile a quello che avviene nella stampa a sublimazione indiretta. La carta o il tessuto transfer per spalmatura non serve però per trasferire un’immagine al sottile strato di resina, ma una texture. A questo punto il film polimerico viene letteralmente incollato al supporto con colle solitamente a base poliuretanica. Il procedimento può avvenire a umido o a polvere (con polveri adesive termofondenti), in quelli che vengono definiti “gruppi di accoppiaggio”; la carta transfer viene poi scollata ed eventualmente riutilizzata. Le linee di coagulazione danno luogo a un processo a umido. Il supporto viene prima impregnato nel poliuretano e dopo in una soluzione di solvente (DMFA, dimetilformammide) e acqua. La coagulazione viene attivata attraverso una reazione chimica. All’uscita delle vasche di coagulazione una serie di fularde spreme il materiale, eliminando la soluzione coagulante. La coagulazione è usata soprattutto per ottenere materiali leggeri dalla mano particolarmente morbida; si possono realizzare anche materiali traspiranti e con effetti estetici che la rendono molto simile al vero cuoio.

Asciugatura, calandratura e goffratura

I materiali che escono dalle macchine spalmatrici, accoppiatrici e coagulatrici devono essere

asciugati in forni ad aria speciali detti ramose. I parametri da tenere sotto controllo sono la velocità (m/min) e la temperatura delle rameuse, che dipende dal tipo di resina: il PVC ha bisogno di temperature tra 185° e 210°C, il PU tra i 90° e I 150°C. I prodotti che risultano dalla coagulazione, dopo l’essiccatura vengono smerigliati sul retro e infine riavvolti. Per ottenere la texture tipica della pelle, ma anche altri effetti tattili, il materiale viene passato attraverso calandre o cilindri per goffratura. L’aspetto naturale viene ottenuto grazie a cilindri con le tipiche “nuvolature”, che possono essere più o meno ampie, più o meno profonde, a seconda dell’effetto estetico che si vuole ottenere. Questa lavorazione viene realizzata a caldo, in modo da termoformare il materiale (sia PVC che PU sono materiali termoplastici).

La decorazione analogica e digitale

A questo punto la finta pelle può essere decorata e stampata, digitalmente e non. I rotoli possono essere preparati con speciali pretrattamenti che servono ad aumentarne l’adesione, la bagnabilità e le resistenze, a seconda del tipo di lavorazione e delle chimiche d’inchiostro che verranno usate. Il grande vantaggio di questo materiale rispetto al vero cuoio – e uno dei motivi per cui i

27
MATERIALI

ARTIFICIALE

Materiale creato a partire da materiali naturali, elaborati attraverso un processo chimico.

FOULARDA, FOULARD

O FULARDA

Strumento usato nel settore tessile per strizzare il tessuto; è composto da due rulli dalla distanza e pressione regolabili.

MANO

Aspetto tattile del materiale: può essere morbida o rigida, liscia o ruvida. È un termine mutuato dal settore tessile.

NUVOLATURA

Effetto decorativo simile a un insieme di nuvole; viene usato per descrivere la trama naturale sulla superficie della pelle, che viene imitata nella pelle sintetica.

RACLA

Barra o lama metallica che viene usata per spalmare in modo uniforme un materiale vischioso su un supporto, come per esempio un inchiostro su un cilindro inchiostratore.

RAMOSA O RAMEUSE

Particolare tipo di forno usato nel settore tessile, che serve ad asciugare il rotolo in continuo tramite aria calda.

SINTETICO

Materiale creato a partire da materiali non naturali, attraverso un processo di sintesi chimica.

TERMOPLASTICITÀ

Proprietà di un polimero da acquistare plasticità (passando a uno stato viscoso, e quindi formabile), all’aumentare della temperatura, in modo reversibile.

TNT O TESSUTO NON TESSUTO

Prodotto industriale simile al tessuto, ottenuto però da procedimenti diversi rispetto alla tessitura e alla maglieria. Le fibre non sono disposte in modo ordinato, ma casuale.

costi della produzione sono molto più bassi – è che può essere lavorato in modo industriale e continuo, dato che si presenta sotto forma di rotoli, con scarti minimi. Nel caso in cui i rotoli siano di dimensioni e peso notevoli sono necessari avvolgitori e svolgitori speciali. Tra le tecniche di decorazione tradizionali abbiamo la serigrafia, la tampografia, la flessografia, la stampa a quadri e a rotocalco. Per quanto riguarda la stampa digitale, le tecnologie d’inchiostro più usate sono l’UV e UV LED e la tecnologia latex, benché venga usato anche l’ecosolvent. Tutti questi inchiostri permettono una buona resa colore e buone resistenze. A seconda della composizione chimica possono essere più o meno performanti: per questo motivo è necessario avere presente la destinazione d’uso del prodotto finito. Solitamente l’UV e UV LED hanno buone resistenze superficiali e una buona coprenza, che però non sempre vanno di pari passo con l’elasticità, e per questo possono essere poco indicati nel caso in cui il prodotto finito debba subire piegamenti ripetuti. Il latex ha una coprenza solitamente inferiore rispetto all’UV, ma essendo a base acqua è più ecosostenibile, e ha un’ottima elasticità (caratteristica fondamentale quando

si pensa alle lavorazioni successive che deve avere la pelle sintetica: piegatura, taglio, cucitura).

In generale, possiamo dire che non esiste la chimica d’inchiostro perfetta in ogni occasione, ma sta all’esperienza dello stampatore determinare quale sia la soluzione migliore sulla base del prodotto che deve essere realizzato. In alcuni casi è possibile lavorare le pelli sintetiche con particolari post-trattamenti protettivi che agiscono, come i pretrattamenti, sulle resistenze. C’è un ulteriore aspetto da tenere in considerazione: sulla base dell’inchiostro o della vernice scelti si può avere la possibilità di nobilitare o meno il prodotto finito con hot foil. Di solito si sceglie di tenere in macchina inchiostri sovrastampabili, per motivi pratici. Nel caso in cui siano necessarie resistenze chimiche o meccaniche superiori, si può passare a quelli non sovrastampabili. Altri tipi di nobilitazioni sono le verniciature totali, o parziali.

Contributo tecnico e scientifico di Giuseppe Bosio (esperto tessile)

Massimo Iafrate (Marketing Manager, NGW Group)

Marco Musuruana (Chief Technology Officer, Fiscatech)

Marco Scatto (Polymer Scientist)

28
Anna Laura Biscaldi e Giuseppe Bocca (Product Manager, Giardini)
Piccolo glossario dei materiali, delle proprietà e delle tecnologie
MATERIALI
Sta all’esperienza dello stampatore determinare quale sia la soluzione migliore sulla base del prodotto che deve essere realizzato.

Nonostante cambino i tempi, la tela rimane uno degli indiscussi bestseller di Fontana Grafica, grazie alla qualità dei filati e varietà della collezione.

La rappresentata Van Heek Textiles è un’azienda con una storia lunga 160 anni nell’industria tessile. Nel novembre 2021 ha iniziato la transizione per passare all’utilizzo della viscosa LENZING™ ECOVERO™ certificata FSC al 100%. Il passaggio in produzione è avvenuto gradualmente, colore per colore, per evitare di sprecare le risorse disponibili. Grazie a tale innovazione e alla collaborazione con questa azienda, Fontana Grafica sarà in grado di fornire ai clienti i materiali di rivestimento realizzati con la viscosa più sostenibile al mondo.

Le fibre LENZING™ ECOVERO™ sono prodotte utilizzando come materia prima la cellulosa derivante dal legno, risorsa rinnovabile. L’impatto ambientale è ridotto rispetto alle produzioni legate all’utilizzo della viscosa comune.

Tra i vantaggi delle fibre LENZING™ ECOVERO™ si annoverano:

• il consumo inferiore di acqua e la riduzione delle emissioni di CO₂ nella produzione, rispetto alla viscosa normale;

l’uso di un derivato da legno e polpa biodegradabili, provenienti da risorse certificate e controllate;

• il certificato Ecolabel UE;

• le caratteristiche del materiale identiche alla viscosa comune, eccezionale al tatto e resistente.

Usare il legno in modo responsabile nella produzione di materiali e tessuti oggi è più importante che mai, per questo Fontana Grafica lavora con materiali certificati. Negli ultimi mesi sono stati aggiunti altri colori ad alcune delle collezioni, fra cui si annoverano Brillianta® che ora conta ben 61 tonalità e Fancy Linen, una tela spalmata resistente allo sporco e all’acqua, caratterizzata da una palette di colori vivace.

VAN HEEK
29 GRANDANGOLO
TELE
TEXTILES: FIORE ALL’OCCHIELLO DELLA COLLEZIONE FONTANA GRAFICA

AGANIS. TRE COLLEZIONI DI VINI, UNA SOLA ANIMA INCANTATA

Raccontare territorio e miti attraverso label & packaging design e una nuova brand identity. È questa la sfida raccolta da Advision, che ha creato l’identità di Aganis, la nuova impresa della famiglia Cecchetto. Un progetto complesso realizzato magistralmente insieme ai partner Grafical, Avery Dennison e Luxoro.

ADVISION

È un’agenzia di comunicazione integrata con sede a Marano di Valpolicella che si definisce «Grande agenzia ma di piccolo formato». Un ecosistema unico nel suo genere, caratterizzato da un equilibrio dinamico straordinario e una particolare stabilità evolvente. «Crediamo che comprendere il mondo di chi decide di affidarsi a noi e imparare il suo mestiere, sia il primo passo per fare bene e meglio il nostro. Ci piacciono

le sfide da togliere il fiato» dicono di sé. Advision si occupa di identità visiva e branding, packaging design, advertising, fotografia, video & storytelling. Etichette fuori dagli schemi, packaging sorprendenti e adv graffianti sono solo alcune delle cose pazzesche che non vedono l’ora di creare. www.ad-vision.it

30
Cliente : Aganis Design: Advision Stampa e nobilitazione: Grafical Carte autoadesive: Avery Dennison Colori a caldo e cliché: Luxoro INSIDE

Già proprietaria dei brand Ca’ di Rajo e Terre di Rai, la famiglia Cecchetto, radicata nel trevigiano, nel corso del 2022 ha deciso di uscire dai confini regionali per acquisire e dare nuova vita a una realtà friulana da tempo dismessa nelle vicinanze di Borgo Salariis a Treppo Grande, in provincia di Udine. Un investimento importante e una pianificazione quinquennale che punta su varietà autoctone e vitigni internazionali di successo, su sostenibilità ed enoturismo, proiettando gli stessi valori e la stessa passione che hanno permesso alla famiglia di radicarsi e prosperare da generazioni nel suo territorio d’origine.

È nato così il Progetto Friuli – Aganis, che ha visto l’agenzia veneta Advsion impegnata fin dalle primissime battute, a partire dall’ideazione del naming fino allo sviluppo delle etichette per le tre linee di vini: gli Autoctoni fermi (Ribolla Gialla, Friulano, Refosco e Malvasia), gli Spumanti (Ribolla Gialla e Rosé da Pinot Nero) e gli Internazionali (Merlot, Cabernet Sauvignon, Sauvignon, Chardonnay e Pinot Grigio).

31 INSIDE

«Ci siamo approcciati al concept creativo con grande rispetto, identificando nella tradizione popolare e nelle caratteristiche uniche del territorio friulano la chiave di lettura per l’intero progetto, che esaltasse l’unicità di un paesaggio incantato e la forza di una cultura ancora radicata nelle storie e nei racconti popolari» spiega Ilaria Bontempo, Art Director di Advision. «Un rispetto per le tradizioni, volto a esaltare il senso di appartenenza al territorio, che però non ha voluto rinunciare a modernità, dinamismo, ambizione e visione internazionale, qualità che caratterizzano la famiglia Cecchetto, cercando di uscire dai paradigmi soliti del mondo vinicolo».

A innescare la scintilla dell’ispirazione sono state le fate e le ninfe acquatiche della tradizione, le agane: la parola dialettale indica infatti figure femminili della mitologia alpina che abitano nelle vicinanze dei corsi d’acqua.

Proprio loro, le agane, diventano il centro di una narrazione che riconduce al vino come momento di incontro magico, capace di unire e raccontare una storia antica, ma non solo: è dall’astrazione stilizzata di una figura femminile accucciata sulla riva di un fiume che nasce il lettering distintivo del brand, caratterizzato da una sinuosa “A” graziata che diventa un potentissimo elemento figurativo. Non più solo lettera, ma vero e proprio pittogramma che vive di vita propria ed è immediatamente riconoscibile.

Quello che contraddistingue Grafical è la capacità di interpretare la stampa a 360°, e questo ha posizionato naturalmente l’azienda tra le leader nel settore litotipografico. Il significato che Grafical attribuisce alla propria realtà è quello dell’officina, dove tra tecnologie e grande maestria hanno origine quei manufatti contenenti il valore aggiunto dell’azienda, che si può definire con una parola: speciale. Ogni etichetta, ogni stampa, ogni packaging racconta una storia. La storia di Aganis è una storia di territorio, natura, miti e leggende. Il design e le illustrazioni dei vini Autoctoni e Internazionali sono stati interpretati da Advision, ispirati alle forme del Tagliamento e alle silhouette delle sue ninfe. Insieme ai designer Grafical ha studiato nei minimi dettagli le tecniche di stampa e nobilitazione, ideali per esaltare al meglio il Visual delle etichette. Colori a caldo, braille serigrafico e vernice serigrafica ruvida hanno fatto la differenza. La serigrafia ruvida richiama la texture dei ciottoli del Tagliamento. L’argento a caldo di Luxoro e la vernice serigrafica lucida sono due forti richiami agli specchi d’acqua friulani. Infine la forma sagomata dell’etichetta studiata per il range “Internazionali” si sposa perfettamente con la silhouette della bottiglia, dando una forte identità ai vini nel loro complesso. → www.grafical.it

32 INSIDE
NOBILITAZIONE:
STAMPA E
IL TOCCO SPECIALE DI GRAFICAL

PAESAGGI CHE BRILLANO DI LUCE PROPRIA CON GLI EFFETTI A CALDO LUXORO

Le linee di etichette pensate per i prodotti della cantina Aganis hanno tutte e tre un richiamo brillante che pone un punto luce sul design ispirato al territorio e alla tradizione popolare, tre effetti a caldo che evidenziano la narrazione legata alla terra e alla natura tra mito e folklore. Nella prima linea, Internazionali, troviamo una stampa a caldo con l’argento satinato della linea ALUFIN®: a essere nobilitato è il sigillo identificativo che distingue il marchio. Nella linea Autoctoni l’oro a caldo LUXOR® 385 è stampato con un design diverso per ciascun vino. L’effetto dà l’idea di anticato, di qualcosa di ancestrale e delicato, si armonizza con tutta la grafica che esprime l’anima spirituale della terra. L’oro aggiunge il tocco di eleganza che non intacca la semplicità. Infine per la linea Spumanti l’effetto scelto è il LUXOR® 429, un oro classico che risalta sul nero dell’etichetta. La luce dell’oro è preponderante, la protagonista dell’opera. Il calore che viene emesso dalla stampa a caldo dorata mette in evidenza le grafiche tono su tono e tutto il design brilla come di luce propria. → www.luxoro.it

«C’è un fil rouge che si stende – dice Alberto Della Rossa, Copywriter di Advision e autore del naming – come il filo de lissia teso da una parte all’altra della valle su cui di notte le fate stendevano i panni lavati della povera gente, esausta dopo una giornata di lavoro nei campi. Un filo che attraversa le etichette del brand».

Nascono così i nomi dei singoli vini, direttamente dal dialetto friulano, a rappresentare un mondo sospeso tra mito e realtà: sono Po’ Folc, Vivarôs, Incjant, Di Flabe e Flôr, che descrivono le bottiglie di vini autoctoni, mentre le due bottiglie degli spumanti utilizzano lo stesso artificio retorico per evocare la gioia della festa, con Slusint e Peteç. In coerenza con questa scelta filologica per gli autoctoni, i cinque vini della linea internazionale mantengono semplicemente il nome classico della DOC come da disciplinare di produzione.

«Sotto il profilo grafico – racconta Silvia Silvagni, Packaging & Brand designer di Advision – le etichette stilizzano il paesaggio friulano, con i suoi torrenti spumosi che si snodano tra gole rocciose e radure fiorite che ancora oggi ospitano fate e folletti del folklore». Alla base della costruzione dell’identità

INSIDE

LE CARTE AUTOADESIVE AVERY DENNISON, MATERIA PER LA NARRAZIONE

che ne rende la texture unica e molto riconoscibile, perfetta per etichettare prodotti di alta gamma con una forte personalità. È quindi adatta per raccontare attraverso l’etichetta l’essenza magica del territorio in cui le uve maturano, vengono raccolte per poi diventare dei vini di eccellenza che tutto il mondo ci invidia. Prodotta con cellulosa certificata FSC®, la carta ha uno speciale trattamento anti spappolo e anti muffa, per resistere negli ambienti umidi come la cantina, il frigorifero e il secchiello del ghiaccio. Inoltre, la tecnologia Plus rallenta l’ingrigimento dell’etichetta in presenza di condensa oppure a contatto diretto con l’acqua e il ghiaccio del secchiello, impedendo la formazione di grinze e il sollevamento dei bordi. In questo modo l’etichetta rimane integra fino all’ultimo sorso di vino. Adatta ad ogni tipo di stampa, riesce a far risaltare al meglio il progetto grafico pensato dal designer e tutte le nobilitazioni Luxoro-KURZ. Cotton Touch Craft FSC® è una carta naturale certificata FSC® che contiene anche fibre di cotone, una pianta che si rinnova annualmente riducendo l’impatto ambientale della carta. La presenza del cotone conferisce all’etichetta una texture raffinata, dall’aspetto antico – quasi fosse fatta a mano – e una morbidezza che stimolano sia la vista che il tatto rendendo la carta perfetta per premiumizzare qualsiasi prodotto. Offre un’elevata stampabilità con tutti i sistemi di stampa e nobilitazione ed è particolarmente adatta per la stampa a rilievo o bassorilievo grazie alla grammatura importante (120 g/m2). Come la maggior parte delle carte Fasson®, anche Cotton Touch Craft è trattata per resistere all’umidità e alla muffa in quanto è progettata per tutti quei vini o liquori destinati all’invecchiamento in cantina, oppure ai bianchi, ai rosé e alle bollicine che sviluppano condensa una volta tolti dal frigorifero.

→ www.averydennison.com

visiva del marchio e dei singoli vini, infatti, c’è l’evocazione, ossia la capacità di immaginare, immergendovisi, nel territorio in cui questi vini nascono: la natura abitata dalle ninfe. E così corsi d’acqua, flora, rilievi vengono stilizzati ed esaltati con forme e colori pastello che si alternano a colori decisi, proprio come l’anima di Aganis: forte e delicata insieme, decisa, di carattere, femminile, elegante e raffinata. «Dal punto di vista tecnico, le etichette sono realizzate da Grafical su carta Avery Dennison in stampa offset CMYK e nobilitate da tecniche di braille serigrafico, debossing e l’utilizzo di colori a caldo Luxoro per i dettagli in oro e argento», concludono Bontempo e Silvagni.

34 INSIDE
Avery Dennison ha partecipato a questo progetto con due carte molto amate e iconiche della collezione Premium Labeling Materials Fasson®. In particolare, per la stampa degli Spumanti e della Linea Internazionali è stata scelta Rustique Blanc FSC® Plus. Per la Linea Autoctoni, le etichette sono state stampate su Cotton Touch Craft FSC®. Rustique Blanc è una delle carte naturali più iconiche di Avery Dennison grazie alla caratteristica marcatura a feltro
QUI IL CATALOGO
RICHIEDI

MAG DATA PROTEZIONE, BELLEZZA E SOSTENIBILITÀ DEGLI STAMPATI

QQuali tipologie di materiali e servizi al cliente offre oggi Mag Data?

Il Gruppo Mag Data è leader europeo nella fornitura di film per laminazione, imballaggio flessibile, labelling e alcune applicazioni industriali. La nostra “ricetta vincente” è la più ampia gamma di materiali disponibile sul mercato, unita a un livello di servizio che non teme confronti. Abbiamo uno stock di oltre 10.000 posti pallet nella sola sede centrale di Colorno (PR), cui si aggiungono quelli delle filiali in Italia ed all’estero. Disponiamo di 14 linee di taglio, cui se ne aggiungeranno altre a breve, per garantire un servizio non solo veloce ma anche customizzato. Infine, offriamo ai nostri clienti supporto nella gestione delle normative, ad esempio in ambito sicurezza e idoneità alimentare, grazie alla competenza di figure professionali certificate, appositamente inserite in azienda.

Quali sono le richieste di mercato e i trend più attuali in termini di applicazioni?

Le richieste sono diversificate a seconda del settore. Nella produzione di libri, la domanda è principalmente per i film lucidi e opachi, a cui si aggiunge il soft per alcuni titoli di pregio. Moda e cosmetica ricercano invece soluzioni di valore, che preservino e aumentino l’attrattività del prodotto. I film più apprezzati in quest’ambito sono i materici, che trasformano la carta in un materiale diverso (velluto, sabbia, lino, pelle, legno), e gli antigraffio-antimpronta. Assistiamo poi alla crescita di richieste di film olografici e metallizzati per il mondo delle card da collezione, oltre che per packaging e shopper d’impatto. Interessante infine la crescente richiesta di soluzioni connesse col mondo dell’alimentare, verso il quale molte aziende di stampa hanno allargato la loro

offerta. Con oltre 150 diverse tipologie di film in portafoglio, riusciamo a soddisfare una gamma di esigenze davvero ampia.

Parlare di plastificazione degli stampati sta diventando un tabù, ma voi siete la dimostrazione che si può pensare a un finishing protettivo che sia anche sostenibile: può raccontarci di più sui nuovi film in distribuzione?

La “problematica” della plastica non è certamente colpa della plastica stessa, ma di chi manca di responsabilità nei propri comportamenti.

La plastica è riciclabile, per produrre energia o nuova plastica, e in gamma abbiamo infatti film in PET PCR (Post Consumer Recycled) nei quali il 90% del materiale origina dalle bottigliette d’acqua smaltite correttamente. Quando è accoppiato con carta di grammatura idonea, il polipropilene può essere conferito nel riciclo della carta. È il concetto di “eco-

nomia circolare” che cerchiamo di promuovere insieme ai nostri clienti. Sappiamo però che il mercato ha bisogno anche di prodotti biodegradabili e compostabili: il nostro cavallo di battaglia è l’Acetato di Cellulosa, che origina dalla polpa di legno (foreste certificate PEFC) e dal cotone, con caratteristiche fisiche ed estetiche eccezionali. È resistente ai graffi e ha un effetto tattile setoso particolarmente gradevole. Attualmente lo stiamo testando anche per applicazioni backlite.

Il nostro reparto R&D è comunque costantemente attivo nella ricerca di nuovi materiali ecologici, con l’obiettivo di trovare prodotti che combinino caratteristiche ecologiche con prestazioni e lavorabilità corrette.

35 MAG DATA www.mag-data.com COMUNICAZIONE D'IMPRESA
Dall’editoria alla cosmesi fino al mondo food, la scelta del giusto film per il finishing degli stampati fa la differenza sul mercato. Davide Froldi, CEO di Mag Data, azienda specializzata dal 1981 nel taglio e distribuzione di film speciali, ci racconta tutto sulle ultime tendenze e sulla vasta scelta di effetti che è possibile ottenere. Paola e Davide Froldi, Group CEO di Mag Data

La nuova anima di Sangre de Toro

36 SPAZIO ROBILANT ASSOCIATI

Fabio Molinaro

Conl’obiettivo di rinnovare la propria leadership e acquisire rilevanza presso i target emergenti a livello globale, Familia Torres ha intrapreso un delicato percorso di rebranding, sviluppatosi intorno al forte sedimento identitario che la marca ha costruito in quasi 70 anni di storia nella mente di milioni di consumatori.

Un’interpretazione estremamente contemporanea e inedita che attinge agli elementi iconografici più tipici della cultura spagnola, riscrivendoli in maniera dirompente, originale, proprietaria, secondo uno stile che bene interpreta e dà conto tanto delle origini e del DNA della Cantina e dei suoi vini, quanto della sua vocazione internazionale e della sua proiezione verso il futuro. È questo l’approccio che ha guidato il nostro progetto per la storica azienda vi-

nicola spagnola Familia Torres, consolidando in questo modo la collaborazione tra le due realtà.

Lo studio della Cantina, della sua storia, della sua iconografia più identitaria e caratterizzante, unito all’osservazione dei competitor, ha portato come primo passo alla cristallizzazione del posizionamento di marca in una tagline – Alma de España – capace di restituirne l’essenza in particolar modo sui mercati esteri. La progettazione dell’identità di marca parte dall’icona centrale del toro e dal brand name che lo richiama. Passato da un ruolo istituzionale a uno protagonista, il toro, completamente ridisegnato, diventa un portatore di elementi culturali e naturali, vicini alla descrizione organolettica del prodotto, guidando la navigazione attraverso le referenze e risultando al contempo fiero e sofisticato interprete della passione e della potente verve

comunicativa di matrice iberica. Visivamente il toro si integra elegantemente con il logotipo, anch’esso reso più distintivo e contemporaneo al fine di generare un blocco marca di forte impatto visivo. I colori sono l’altro strumento, rafforzato e rinnovato: l’Original, il capostipite, ritrova nel rosso un connotato identitario e passionale, a cui il nero tono su tono fa da contraltare per il Reserva, mentre una ricca palette declina tutte le altre referenze in modo chiaro e coerente con la loro proposition; il tutto a vantaggio di una architettura dell’offerta fresca e rinnovata oltre che di immediata decodifica. Radicato dal 1954 nel Penedés, prestigiosa regione vitivinicola catalana, Sangre de Toro è distribuito in oltre 130 Paesi e si può ritenere il fiero interprete dello “Spanish Way of Wine”, ovvero del senso spagnolo di intendere la vita, le relazioni e i piaceri del palato.

37
SPAZIO ROBILANT ASSOCIATI
Direttore Creativo di Robilant Associati. Dopo la laurea in Design della Comunicazione al Politecnico di Milano, entra in Robilant Associati nel 2003 fino a ricoprire il ruolo attuale e diventarne Partner. Ha una forte specializzazione nel settore degli Spirits, Fine & Luxury Good, Food & Wine con un’attenzione speciale ai clienti internazionali e ai progetti multi-country. Guest Professor alla Scuola Politecnica del Design e alla Domus Academy.

Mario Coppola e Antonella Coppola

Antonella Coppola è specializza in Marketing e Business internazionale. Dopo aver lavorato come Assistant Brand Manager Marketing in un’azienda di import e posizionamento di prodotti italiani in Cina, nel 2019 torna in Italia e crea l’ufficio Marketing all’interno dell’azienda di famiglia, occupandosi sia di vendite sia promuovendo il profilo aziendale in eventi, fiere e contest.

Mario Coppola si è specializzato in Economia e commercio, lavorando fin da piccolo nell’azienda di famiglia in concomitanza con gli studi. Ha imparato l’arte della stampa acquisendo sempre di più le abilità da stampatore che gli consentiranno di investire sempre di più nelle nuove tecnologie per ampliare la produzione aziendale.

PERCORSI DI LABELING

L'identità del brand tra Heritage e contemporaneità

So.ve.mec.

La So.ve.mec. nasce da un’idea di Antonio Coppola a Nola (NA) nel lontano 1984 come azienda per modulistica varia e successivamente si apre anche al settore delle etichette adesive. Negli anni a seguire, grazie all’ingresso in società delle nuove generazioni, si specializza con stampe a caldo, rilievo a secco, serigrafia tattile e oro tridimensionale. Infine, in risposta alle esigenze del settore del beverage, la So.ve.mec. decide di avviare anche un reparto produttivo dedicato al packaging, offrendo ai suoi clienti capsule per bottiglie di vino, olio, liquori etc.

Il mondo del vino, e del beverage in senso più ampio, ha vissuto negli ultimi anni una profonda trasformazione in termini di design e applicazioni di stampa. Il capo del filo sono le esigenze dei consumatori finali che mutano di pari passo all’evoluzione della società. Se prima c’erano molti meno prodotti e molta meno esigenza di battere la concorrenza, oggi il mercato è saturo e i consumatori, avendo un eccesso di scelta del prodotto, sono diventati sempre più esigenti.

Anatomia dell’etichetta contemporanea Un tempo l’etichetta doveva catturare l’attenzione del cliente coinvolgendo solo l’ambito visivo. Ora, invece, deve emozionare. La percezione sensoriale è ampliata: non basta più solo vederla, ma bisogna toccarla, percepirla, sentirla. Le nuove tecnologie di stampa permettono di raggiungere questo obiettivo, e da stampatori abbiamo visto come la configurazione delle macchine sia cambiata repentinamente. Prima si configuravano le macchine da stampa fino a 7 colori; oggi nascono macchine solamente per il finishing, che sono in

grado di nobilitare l’etichetta anziché colorarla utilizzando lamine speciali, embossing , debossing, depastillage o vernici trasparenti a rilievo.

In termini di design, in passato era di tendenza riportare un quadro o una raffigurazione di epoca romana sul fronte dell’etichetta per evidenziare la storicità del prodotto. Oggi i quadri lasciano spazio a fondi di tinte piatte; le gradazioni del retino che creavano sfumature vengono completamente accantonate per far risaltare forme stilizzate e geometriche. L’etichetta moderna è un’etichetta essenziale ma ricca di elementi percettibili attraverso il tatto. La semplicità è la chiave fondamentale per comunicare al consumatore più informazioni in meno tempo possibile. L’evoluzione del design è stata influenzata anche soprattutto dall’esigenza di creare un packaging sempre più sostenibile, visto che il consumatore di oggi è molto più sensibile ai temi che riguardano l’eco-sostenibilità e la salute, quindi parole come bio, doc, docg o igp vengono messe ancora di più in risalto, si prediligono carte meno lavorate e preferibilmente che derivino da materiali riciclati.

38 PERCORSI DI LABELING

IL POGGIO

La famiglia Fusco, proprietaria della cantina Il poggio, voleva modernizzare la sua etichetta senza cambiare l’impostazione di base, quindi insieme alla graphic designer Annalisa Fusco abbiamo lasciato immutata la grafica, tenendo persino la firma del titolare, tecnica molto usata in passato per trasmettere affidabilità del prodotto. Quello che abbiamo fatto è stato aggiungere un elemento tattile: riprendendo le immagini del mosto in macinazione abbiamo ricreato la stessa texture con la tecnica del rilievo a secco tono su tono sul fondo dell’etichetta, rendendo il design moderno e innovativo. Da classica etichetta da vino è diventata un’etichetta contemporanea senza perdere la storicità che ha sempre trasmesso, in più mostrando anche uno dei processi della vinificazione che avvalora ancora di più il prodotto al suo interno.

Il rebranding: diventare iconici senza perdersi di vista

BUE APIS

Un esempio concreto di etichetta modernizzata senza perdere di vista i simboli legati all’identità aziendale è il progetto “bue apis” della cantina del Taburno. Il vino prende il nome di una famosa statua egizia rinvenuta a Benevento ed esposta in città, all’inizio del Viale di San Lorenzo. La vecchia etichetta riportava l’immagine stilizzata della statua usando una lamina dorata e il nome della cantina, un’immagine iconica per chi conoscesse già la storia della statua ma un po’ meno per chi non avesse mai sentito parlare. Nella nuova etichetta, insieme alla graphic designer Annalisa Fusco, abbiamo cercato di rendere la statua in maniera più viva possibile, non più stilizzata ma raffigurata in ogni suo dettaglio, coperta con una vernice a rilievo sabbiata che riprende la sensazione materica della pietra. L’identità del brand esce rafforzata dalla verosimiglianza dettagliata di questo simbolo del beneventano e delle vigne sannite.

La storicità del prodotto è sempre stata tra i valori più significativi nel mondo del vino. Se quello del rebranding è un lavoro molto delicato su qualunque prodotto, sulle etichette lo è ancora di più. Il messaggio del brand deve rimanere lo stesso, ma deve essere comunicato in modo differente: modernizzare un’etichetta non significa eliminare l’aspetto storico dell’azienda, ma comunicare la sua storicità in maniera più contemporanea. La prima cosa da fare è individuare i punti riconoscibili e memorabili dell’etichetta, come un font particolare, un colore distintivo del brand, un logo, e lasciarli completamente invariati. È il caso del progetto Bue Apis della Cantina del Taburno, mentre un progetto modernizzato in chiave pop è Terra Viva della cantina Villa Dora, che ha conquistato l’oro al Fedrigoni Top Award nella sezione Label (ne parliamo a pagina 69).

La richiesta arriva dai brand, ma con tante sfumature Nella nostra esperienza, la richiesta di rinnovamento parte sempre dai clienti e i motivi sono diversi: perché si trovano davanti a un’evoluzione del mercato, per attirare un nuovo pubblico o perché si trovano in un momento di crescita aziendale. L’obiettivo principale che cerchiamo di perseguire insieme ai clienti è quello di diventare iconici: scegliere un elemento identificativo e applicarlo a tutte le linee di prodotti con leggere modifiche, in modo tale da essere sempre riconosciuti e identificati anche nelle nuove linee. Per questo bisogna essere predisposti al “think outside the box”: non immolare modelli di design già visti, ma raccontare la propria senza perdere di vista gli ideali e i valori che contraddistinguono il proprio marchio. Ma molti clienti sono restii a cambiare etichetta, un po’ per la paura di perdere la riconoscibilità acquisita negli anni e un po’ per abitudine; in questi casi l’approccio migliore è rinnovare senza cambiare impostazione ma apportando qualche accorgimento che si gioca tutto in sala stampa. È il caso del progetto Il Poggio della Famiglia Fusco.

39 PERCORSI DI LABELING
Discover the future of luxury, perfume, and cosmetics packaging 16 – 18 May 2023 | Fieramilanocity, Milan REGISTER NOW USING CODE 1023 packagingpremiere.it/en/

HOW IT'S MADE COME CHIEDERE E VALUTARE I COSTI

DI STAMPA

Quanto mi costa? Il preventivo è cruciale nell’intero processo produttivo di uno stampato, ora più che mai vista l’incertezza economica. L’analisi dei costi però non dovrebbe essere l’unico elemento di valutazione: ecco qualche consiglio utile su come trasformare questa fase in un momento di studio e progettazione, trovando insieme allo stampatore le soluzioni più adatte e convenienti per il nostro progetto.

di LORENZO CAPITANI

41

Il momento del preventivo rappresenta una delle fasi cruciali dell’intero processo produttivo di uno stampato. Non dovrebbe limitarsi alla mera raccolta e analisi dei costi e, di conseguenza, alla decisione di assegnare o meno un lavoro a un certo stampatore, ma andrebbe inteso in modo più ampio e costruttivo come un vero e proprio momento di studio e progettazione di quanto vogliamo realizzare.

Questo è ancor più vero in un momento di incertezza come quello attuale, in cui le materie prime e i costi industriali salgono in modo incontrollato e imprevedibile e l’attenzione al bilanciamento economico è spesso il primo pensiero.

Eppure, proprio perché i costi sono determinanti così come l’esigenza di tenere sotto controllo obiettivi, margini e risultati, si dovrebbe uscire dalla logica miope del cliente/fornitore, cercando di vedere lo stampatore non come mero fornitore di un servizio cui fare un ordine e dare una deadline di consegna, ma piuttosto come un partner per trasformare in realtà le nostre idee creative, trovando insieme le soluzioni più adatte e convenienti.

Avere le idee chiare

Parlando con gli stampatori il panorama dei print buyer spesso appare desolante. Molto spesso ci si limita a mandare un capitolato più o meno ben fatto che descrive quel che si vuole stampare spesso a ridosso della chiusura dei pdf chiedendo tempi spesso appena sostenibili, come se gli stampatori lavorassero a capacità infinita con tutta la carta in casa e noi fossimo gli unici a voler far stampare un lavoro. Altre volte, che di questi tempi è ancora peggio, quando i lavori sono routinari, si cerca di chiudere (dovrei dire imporre) accordi quadro che durino tutto l’anno ma non tengono conto della fluidità dei costi di energia e materie prime. A riprova che si ragiona a compartimenti stagni: il print buyer è soddisfatto con i costi messi al riparo dietro a listini fissi, lo stampatore lavora in perdita costretto a onorare quanto ha firmato. Ma non è solo una questione di costi, quanto di cercare di lavorare bene, nel senso più ampio del termine e da entrambe le parti. Comprare bene non significa solo spuntare il prezzo più basso chiedendo lo sconto sul totale scritto in fondo al preventivo, bensì trovare lo stampatore giusto al momento giusto per il la-

42 HOW IT'S MADE

voro che in quel momento si deve far stampare. Considerare lo stampatore semplicemente come il trasformatore di pdf in carta stampata, nei migliori dei casi lo costringe a lavorare per approssimazione, a tenere contingency eccessivamente cautelative perché tanto gli si chiederà lo sconto, o ancora a lavorare al costo o sotto. Insomma, due sono gli errori più comuni: non rendersi conto che un buon stampato nasce prima di trasformarsi in ordine e che la fase di preventivazione è cruciale per determinare la buona riuscita di un lavoro. Perché il preventivo non è affare solo dello stampatore, ma anche del buyer che con lui lo deve costruire, avendo ben chiaro cosa si vuole realizzare e sapendo valutare la correttezza del costo richiesto.

Stendere un buon capitolato Prima ancora di chiedersi a chi mandare la richiesta di preventivo è necessario stendere un buon capitolato che descriva nel dettaglio e in modo chiaro le caratteristiche dello stampato senza omettere o dare per scontato nulla. Per prima cosa diamo un titolo al nostro lavoro che descriva in sintesi cosa si richiede: volume cartonato “Pinoc-

chio”, invito sfilata S/S 2023 a quartino con busta, volantino 24 pagine Offerte di Natale 2022… Serve per classificare il preventivo, per aprire l’eventuale commessa e per usare un riferimento comune. Riportiamo il formato chiuso e aperto, se comune a tutto lo stampato, altrimenti andrà dichiarato parte per parte, in centimetri secondo la notazione base x altezza unità di misura (fto chiuso 21x28,7 cm, fto aperto 42x28,7 cm) e diamo al capitolato una struttura articolata ben definita, dividendolo nelle singole parti che lo compongono. Partendo dalla copertina (o sovraccoperta se prevista), si dichiara il numero di colori di stampa di ciascun lato, secondo la notazione 4+4 se a colori o 1+1 se il lavoro è a un colore, esplicitando anche il colore. Se ci sono colori speciali devono essere dichiarati (4+4 + Pantone Blu Reflex). Si passa poi alla carta: se generica si riporta la finitura richiesta (Patinata Lucida 300 g), ovvero il nome preciso di cartiera e carta, specificando la grammatura e l’indicazione FSC, se deve essere certificata. Infine, si riportano eventuali altre lavorazioni: dal tipo di vernice o di plastica, fino a nobilitazioni come sbalzo, fustellatura o stampa a caldo, anche in questo caso con

l’indicazione del nastro da usare.

Lo stesso dettaglio va riservato anche agli interni di cui si riporteranno il numero di pagine ed eventuali segnature eccentriche come pagine battenti o più corte: per questo è importante riportare anche il formato aperto o eventuali misure diverse. Nel caso di segnature o schede ad esempio più basse si dovrà indicare se andranno pareggiate in testa o al piede. Anche altre parti accessorie allo stampato principale devono essere descritte: è il caso ad esempio di un eventuale cofanetto per un volume, una fascetta, un segnalibro o, nel caso di un invito, la busta. Non devono mancare anche in questo caso il numero dei colori di stampa, il tipo di carta e l’indicazione di una verniciatura e di che tipo, intendendo non solo la finitura, ma anche la copertura, perché nel caso di una verniciatura lucida a registro solo ad esempio sulle immagini, questo deve essere ben chiaro, perché non solo determinerà un costo, ma anche la fattibilità all’interno del parco macchine del fornitore e la verifica degli impianti quando verranno forniti i pdf. Ovviamente devono essere specificate le nobilitazioni e come devono essere assemblati i pezzi. Se per esempio il

43
HOW IT'S MADE
+ + + È necessario stendere
buon
che
un
capitolato
descriva nel dettaglio e in modo chiaro le caratteristiche dello stampato.

segnalibro deve essere in un punto preciso o casuale o se l’invito deve essere imbustato. Ogni parte ha delle proprie lavorazioni e ogni lavorazione un costo. Una cartolina inserita in un punto preciso di un catalogo, se non macchinabile, implica il tempo di trovare manualmente, copia per copia, quel punto preciso.

Anche la parte della confezione è determinante perché da essa dipende la forma dello stampato e per confezione non si intende solo i classici punto metallico, brossura fresata o cucita (con il colore dei punti o del filo se non i soliti usati) e cartonato con lo spessore del cartone e il tipo di dorso (tondo o quadro), ma anche rilegature diverse dal semplice accavallamento libero delle segnature stile quotidiano al filo colla, a tutte quelle legature artistiche come la bodoniana, la svizzera, la giapponese eccetera, con tutti i dettagli come risguardi (stampati o no e su quale tipo di carta), la presenza di capitelli e segnalibri e il loro colore. Anche il tipo di piega di flyer, brochure o foglietti, il taglio di schede o la fustellatura devono essere descritti qui con le misure se non sono uguali. Questo livello di dettaglio è necessario tanto se si vuole realizzare uno stampato complesso come un volume

cartonato con sopra-copertina, quanto per un adesivo fustellato a mezzo taglio o per un biglietto da visita.

Infine, occorre dare indicazioni anche sul tipo di imballo richiesto, che deve essere considerato per determinare i costi: cellophanare a copia singola ha un prezzo e una tempistica diversi rispetto a un pacco termo a più copie, così come il reso in scatole, soprattutto se queste devono essere fatte ad hoc per formato, stampa o etichettatura. E non va sottovalutata la consegna, non tanto per le tempistiche, che comunque hanno un costo, quanto per le necessità che essa si porta dietro: dalle scatole al tipo di bancale (EUR, fumigato), al fatto che sia richiesto di consegnare in zone a traffico limitato della città o senza possibilità di avere un muletto per lo scarico.

Circoscrivere il parco fornitori

La bozza del capitolato, prima di essere inviata per la quotazione, andrebbe discussa con il fornitore in modo da non essere fraintesa e da non scoprire tardi che qualcosa non è fattibile perché fa sforare il budget. Allo stesso modo deve essere condivisa anche all’interno. Il più delle volte, chi si occupa della produ-

Tutte le persone coinvolte nel progetto devono aver ben chiare opportunità, criticità, limiti e peso economico delle tecnologie, delle lavorazioni, dei materiali e delle nobilitazioni.

zione e quindi parla con gli stampatori non si occupa anche della realizzazione grafica o della creatività. E tutte le persone coinvolte nel progetto devono aver ben chiare opportunità, criticità, limiti e peso economico delle tecnologie, delle lavorazioni, dei materiali e delle nobilitazioni. Sarebbe come se un architetto non conoscesse le differenze tra infissi in pvc o in legno, vetri singoli o doppi. A volte una leggera modifica può far cambiare il costo. Ad esempio, un volume fresato formato 14x24 cm in piana richiede la carta da 72x102 che al netto della disponibilità potrebbe costare di più rispetto al 70x100. Basterebbe, quindi, scendere al 13,5x23,5 cm.

Sulla base di questo capitolato finalmente lo stampatore potrà iniziare le proprie valutazioni e quindi elaborare il costo della fornitura. Ma a chi chiedere un preventivo se non so qual è la tecnologia più adatta al mio progetto? Ecco perché è bene prendersi il tempo necessario per confrontare i preventivi e ancora una volta dialogare con gli stampatori. In un certo qual modo sarà anche la nostra esperienza e conoscenza tecnica di print buyer che farà la differenza e ci indicherà il corretto approccio. Molte realtà, però,

44
+ + +

demandano direttamente al fornitore tutta la produzione e non hanno figure tecniche interne. Se è vero che esistono stampatori che hanno quasi tutte le tecnologie dalla roto offset alla piana fino alla stampa digitale, e sono in grado di indirizzare e preventivare di conseguenza, è altrettanto vero che la realtà del mercato è fatta di tipografie con al massimo due tecnologie, che poi a loro volta hanno una rete di sub fornitori cui appoggiarsi quando non possono realizzare un lavoro. Apparentemente funziona, ma a ogni passaggio si aggiunge un markup e un rischio sul controllo della qualità finale. La realtà schizofrenica del mercato attuale e delle condizioni di fornitura rende ancora più complesso lo scenario, perché certezze che fino a qualche tempo fa erano nette ora non lo sono più. Pensiamo al digitale come alternativa all’offset: la vulgata è sotto le 500 copie conviene il digitale, sopra la piana almeno fino a 5.000. Ma la tecnologia corre veloce e, detto che tutto dipende dal tipo di stampato, oggi è vero che il digitale è arrivato a fare concorrenza alla rotativa ma è altrettanto vero che la piana in determinate condizioni fa concorrenza al digitale stesso anche a

La realtà schizofrenica del mercato attuale e delle condizioni di fornitura rende ancora più complesso lo scenario, perché certezze che fino a qualche tempo fa erano nette ora non lo sono più.

tirature molto basse. Un esempio: 1.000 copie di un volume di 120 pagine formato 12x19,5 stampato a 4+4 colori su uso mano da 80 g con copertina stampata a 4+0 su patinata lucida da 300 g con plastifica lucida potrebbe costare meno in offset piuttosto che in digitale, cosa non vera per 300 copie di un volume leggermente più grande (17x24 cm), stesse caratteristiche con in più l’UV lucido a registro in copertina. Si dirà: più la tiratura è alta più si spalmano i costi fissi. È vero fino a un certo punto, e la scelta giusta, un po’ salomonicamente, dipende dallo stampato e dalle nostre abitudini di stampa. Se i nostri lavori sono periodici, hanno quasi sempre le stesse caratteristiche e tirature più o meno costanti, il nostro parco fornitori sarà più o meno fisso perché il tempo e l’esperienza avrà selezionato quelli più adatti: al più faremo scouting per capire se c’è qualche nuovo player. In questo caso, potremmo renderci quasi autonomi nel calcolare i costi sulla base di listini o calcolatori che tanti stampatori mettono a disposizione dei clienti abituali. Al massimo, al momento dell’ordine un ritocco dato dai costi delle materie prime potrà spostare un minimo il costo. Ci sono casi in cui si

arriva al Print on Demand vero, come quello offerto dal portale PODRotomail o da Lampi di Stampa per la stampa di libri in cui si carica la propria libreria di pdf e man mano che servono si attiva la stampa, annullando di fatto il magazzino. Verifica dei pdf, costi e tempi sono sotto controllo e si può arrivare fino alla copia singola. Insomma, per lavori semplici, con una tecnologia semplice, i software consentono la preventivazione immediata; per lavori più sofisticati, serve quel livello di precisione che solo un bravo preventivista può garantire.

La giusta tecnologia al giusto prezzo

Il discorso cambia se abbiamo una produzione vasta ed eterogenea. Allora conviene avere un parco fornitori diviso per tipologia di lavori oppure rivolgersi a broker di stampa che fanno da intermediari. È vero che c’è un passaggio in più, ma il loro parco fornitori di solito è molto ampio e cercano la soluzione migliore per ogni lavoro che gli viene affidato. Oggi definire a priori quale tecnologia è la più adatta è facile solo per tipologie di stampati ben precise: un volantino della GDO da migliaia di copie è sicuramente da roto ma già per

45
+ + +

un libro d’arte la piana, che prima era una scelta indiscutibile, se la gioca, soprattutto per qualità, con il digitale. Ecco che allora conoscere le potenzialità del parco macchine dei fornitori diventa importante. Poi entrano in gioco le caratteristiche del lavoro stesso come la carta: certo 200 g in roto non passano, così come non si può fare un coldfoil. Una volta individuato il panel di fornitori cui chiedere un prezzo è opportuno aver ben chiaro come è composto il costo che verrà esposto. La cosa più importante per operare dei confronti e quindi poter scegliere, è avere un costo omogeneo di solito espresso in euro a copia. Anche le spedizioni varrebbe la pena averle a parte cosicché sia chiaro il costo di stampa e confezione. Ogni stampato ha dei costi fissi e altri variabili. Sono fissi i costi di matrici e avviamenti di ogni tipo di lavorazione che li richieda, ma nel digitale sono marginali o trascurabili, anzi a differenza dell’offset oltre certe tirature il costo cresce in modo diverso. Il break-even cambia da macchina a macchina. Un esempio per tutti: 2 piane stesso formato che debbono stampare lo stesso lavoro potrebbero avere costi fissi diversi a seconda dell’anzianità o delle tecnologie a bordo per velocizzare gli avviamenti o i setup di inchiostrazione.

Ma come si calcola il costo di uno stampato? Semplificando al massimo, si parte dall’impostazione del lavoro in base alle esigenze di stampa e confezione, quindi dal numero delle segnature che determina il numero di avviamenti, e di conseguenza di matrici (compresi il ripping, le scritture e i materiali), poi si considerano i giri macchina (che dipendono dal costo della linea di produzione), la carta e altre materie prime, coprenza dell’inchiostro, scarti di stampa, legatoria e altre lavorazioni compresi, e l’avviamento di legatoria e i costi a copia per la confezione richiesta, infine l’imballo. Ovviamente se sono previste lavorazioni speciali si sommeranno altri costi di avviamento, di matrice (es. i cliché per la stampa a caldo), di passaggio (scarti compresi) e di trasferimento se quella lavorazione è prevista da un subfornitore. Al totale dei costi industriali andrà aggiunto un markup di vendita, che è l’unico fattore sul quale lo stampatore può intervenire quando gli viene chiesto uno sconto. Tutto questo diviso per la tiratura dalla quale dipendono tutti i costi variabili e che tende a far diminuire i costi fissi perché spalmati sul numero delle copie.

Come si vede le voci di costo sono chiare, sono i valori che variano in fun-

zione, oggi, soprattutto del mercato. O le oscillazioni sono trascurabili o, in caso di aumenti, il costo industriale eroderà il margine dello stampatore. Oggi anche farsi in casa il preventivo prima di interpellare i fornitori può avere senso per avere un’idea di massima dei costi, ma nulla di più. Gli stampatori aggiornano periodicamente i loro costi e listini, ma voi, a meno di non fare lo stesso con un parco di fornitori circoscritto, vi trovereste con preventivi non realistici. Senza dimenticare che un preventivo ha una scadenza proprio per la liquidità del mercato. Quindi va bene prendersi il tempo per raccogliere le idee e fare le valutazioni, ma non pensate che il prezzo che vi hanno mandato l’anno scorso sia valido anche quest’anno. Così come non date per scontato che i supporti che avete immaginato di usare siano subito disponibili, soprattutto la carta. Un’altra tendenza che è molto cambiata nel tempo è l’acquisto diretto della carta da parte del committente. A parte i costi di magazzino e la necessità di gestire gli ordini alle cartiere, di fatto il risparmio si dimostra illusorio in quanto il potere di contrattazione è direttamente proporzionale ai volumi acquistati e inevitabilmente lo stampatore otterrà prezzi più favorevoli.

46
+ + +
Conoscere le potenzialità del parco macchine dei fornitori diventa importante.

La parola allo stampatore

Tre domande a Franco Mussa, Sales Executive di Logo, azienda veneta che dal 1998 è attiva in numerosi settori: dall’editoriale al manifatturiero, dal fashion alla GDO, dal food&beverage alla cosmetica, alla farmaceutica all’arredamento, con tecnologie di stampa offset, digitali e di cartotecnica e packaging.

Con un vasto parco macchine come scegliete la tecnologia giusta per proporre il giusto prezzo al cliente?

In fase di preventivazione viene richiesta la specifica della produzione da effettuare, da lì si sceglie la tecnologia idonea in base alla qualità richiesta, optando per il prezzo migliore. È la tipologia di stampato che guida la scelta.

Qual è la voce di spesa maggiore nel costo di uno stampato?

Le voci di spese sono molteplici, dalla carta alla manodopera per arrivare ai costi indiretti (energia elettrica, trasporti). Certamente l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia sta influendo anche sui costi stampa. Purtroppo oggi non solo energia elettrica e gas hanno subito forti aumenti, ma tutte le materie prime. Il cliente lo sa e cerca a sua volta soluzioni sostenibili. Il problema è che lo stampatore è nel mezzo e non può assorbire questi rincari senza conseguenze a lungo termine.

Come è cambiato il mercato negli ultimi anni?

Il mercato ha subito una forte variazione soprattutto sulle tirature, rendendo sempre più necessario orientarsi sulla stampa digitale, che offre maggiore flessibilità senza scorte di magazzino. Il che rende un servizio per il cliente che ordina just in time, ma lato nostro per essere competitivi e soprattutto avere le materie prime, bisogna ritornare a una logica di scorte.

Il preventivo

Dopo aver atteso qualche giorno, finalmente avremo il nostro preventivo. Troveremo certamente la descrizione del lavoro richiesto che dovrebbe rispecchiare il nostro capitolato con eventuali rettifiche in base alla fattibilità, il prezzo e la validità dell’offerta. Ma cosa comprende il costo esposto? Ovviamente lo stampato che si richiede più tutta una serie di servizi accessori finalizzati alla produzione, dalla ricezione dei file e produzione delle cianografiche (digitali o cartacee) per il visto si stampi al controllo tecnico dei pdf, alla possibilità di essere presenti all’avviamento quando la qualità dello stampato lo richiede, ma sono esclusi gli interventi per rendere stampabili i materiali consegnati, i rifacimenti richiesti dal cliente e le prove colore contrattuali che sono a carico e devono essere fornite dal committente, e a norma ISO 12647–7 (vedi documento TAGA.DOC.05). Ovviamente quanto non specificato è escluso, ad eccezione dei fermi macchina, dei guasti e delle rotture che restano in capo allo stampatore. Una chiara definizione delle norme di fornitura è contenuta nel documento TAGA.DOC.18 “Clausole e regolamen-

tazione del settore grafico” reperibile facilmente in rete, che rappresenta un riferimento per chi direttamente o indirettamente opera nel settore grafico. Il documento non solo definisce il perimetro di preventivi e ordini, ma definisce attori e flussi, riporta gli standard di riferimento e norma anche le tolleranze qualitative e gli scarti.

Infine, la domanda cruciale: come si capisce se il prezzo fornito è giusto? Sostanzialmente operando una comparazione tra i diversi preventivi. Ecco perché è utile chiedere un prezzo a più di un fornitore: interrogare il mercato è sempre la strategia più utile. Per spuntare il prezzo migliore, certamente, ma anche per allargare sempre la rosa dei fornitori e per imparare a capire come si muovono commercialmente. Inevitabilmente delle differenze si riscontreranno e non ci si deve illudere di trovare un preventivo giusto a priori. È un po’ come andare ad acquistare un’auto: si comparano le diverse offerte dei vari concessionari, non si discute il valore della macchina. Tutt’al più, con l’esperienza, si può cercare di costruirsi un prezzo target per farsi, per così dire, un’idea.

47

La cultura d’ambiente di Alessandro Agrati

Non c’è design senza funzione, non c’è benessere senza il rispetto dell’unicità della persona. E tutto parte dalla natura, dal territorio e dalla sua storia. Alessandro Agrati, designer e naso che ha creato CULTI MILANO, brand specializzato nelle profumazioni per l’ambiente e per la persona, ci racconta la visione che dà vita ai suoi progetti.

DESIGN

Mentre parlo con Alessandro Agrati dalla redazione di PRINTlovers a Segrate, lui è in macchina, diretto verso un cantiere. Sposta la videocamera del telefono dall’inquadratura del suo viso a ciò che si vede dal finestrino. «Vedi Michela? – mi dice – sono a solo mezz’ora da Milano, circondato da vigneti e cipressi. Questo paesaggio, questo territorio è tutto, non serve aggiungere niente. Vivere nella natura, ispirarsi alla natura è l’esperienza che tutte le persone dovrebbero fare». Una constatazione apparentemente semplice, che però, espressa da un designer, sintetizza un’intera visione del mondo e il germe stesso di ogni progetto. Sessant’anni, lombardo, Agrati è nato nella terra del design e dell’industria del mobile, dove, nei primi anni ’80, comincia a fare esperienza con i grandi marchi della Brianza. Mentre lavora come designer si scopre naso e decide di creare un marchio legato alla cultura d’ambiente. E “cultura” è la parola chiave da cui discende il nome stesso di CULTI, che richiama un’idea di conoscenza profonda, esperienza e ritualità.

Come nasce CULTI MILANO?

Nel mondo della progettazione di ambienti, nei primi anni ’80, mancava completamente il concetto di benessere. Scoprendomi naso ho pensato di unire design, profumo e funzione; e in qualità di naso – non di chimico – ho dato vita a una profumeria innovativa che ricalcasse lo stile della mia terra e la sua semplicità irreplicabile. Se ci pensiamo, quando si parla di cibo la semplicità del pane e dell’olio non può essere imitata in alcun modo, e così gli elementi essenziali del nostro territorio, in barba alle alte profumerie complesse inglesi e francesi. E così nel 1988 è nata CULTI, con il primo showroom aperto in Brera nel 1990, che offriva al cliente legni, tessuti e profumi: una sorta di battitore libero che si muoveva in un campo ancora inesplorato in cui il benessere della persona e la sua unicità fossero messi al centro. Dopo una fase che potrei definire di start-up durata circa 25 anni, 5 anni fa CULTI MILANO si è quotata in borsa senza mai rinunciare alla componente di artigianalità che la contraddistingue.

49 DESIGN
«Ho dato vita a una profumeria innovativa che ricalcasse lo stile della mia terra e la sua semplicità irreplicabile».

Prodotto e packaging, quando si parla di CULTI, sono indivisibili, frutto di una visione olistica. Quanto sono importanti i materiali che racchiudono il prodotto?

Le materie prime sono quelle della persona e dell’ambiente che abita: il profumo e i tessuti che si indossano, il legno che arreda. Dall’importanza del legno sono nati i midollini da inserire nella bottiglia per diffondere le fragranze: è un’idea di CULTI che è stata poi adottata da tutti. Oggi è diventata un’abitudine, ha trasformato il gesto del profumare gli ambienti in esperienza. Per CULTI ho scelto materiali innovativi ma soprattutto funzionali, che non miravano solo all’effetto wow: nel 1988 non c’era, come oggi, una filiera di partner a supportare il progetto, le bottiglie venivano sabbiate a mano, le etichette di tessuto venivano tagliate e applicate una alla volta. La mia prospettiva era quella dell’alto artigianato in grado di mettere insieme aziende diverse: quando si studia un prodotto si deve fare sistema, non affidarsi al caso ma creare qualcosa che abbia una visione lungimirante.

Cosa intende con visione lungimirante, e in che modo si può applicare al packaging?

Né le fragranze né il packaging di CULTI si sono mai basati sulle mode del momento: i nostri profumi di maggior successo sono stati creati 30 anni fa. Vengono poi create delle capsule collection, certo, che hanno un grande valore dal punto di vista commerciale ma non sono mai prevaricanti. Essere lungimiranti significa “togliere il tempo agli oggetti”, unendo innovazione, tradizione e cultura. Per CULTI la fusione tra prodotto e packaging è intrinseca alla sua stessa natura, ma posso tranquillamente dire, in generale, che i progetti più belli del mondo si fanno togliendo e non aggiungendo. Il packaging deve essere bello, ma ridotto al minimo. Fatto con poche cose, ma unico. Il prodotto deve restare ben protetto e ben presentato, quindi quando si toglie bisogna togliere bene.

CULTI ha partecipato a Brand Revolution 2022. Come ha vissuto il lavoro di interpretazione realizzato dall’agenzia Advision e dei partner myCordenons, Eurolabel, Luxoro e Varigrafica?

Quando si lavora sul marchio è importante dare input giusti e restituire messaggi chiari. È uno scambio: da parte del brand è fondamentale mantenere la coerenza e allo stesso tempo avere la capacità di lasciare libertà. Da parte dei partner, serve capacità di ascolto, ricezione del messaggio e condivisione. In Brand Revolution questo scambio c’è stato. Nella vita ho scartato progetti bellissimi ma non coerenti col marchio, perché voglio che un progetto nasca per me. Quando parlo di coerenza non parlo mai di DNA, ma parlo di “anima”: credo molto nel toccare le corde dell’anima, in tutti gli ambiti della vita, anche nella conversazione che stiamo avendo ora. Per farlo bisogna lasciare un segno che sia bello e coerente, credere in quello che si sta facendo, mai lasciarsi sovrastare dalla negatività.

50
«Essere lungimiranti significa “togliere il tempo agli oggetti”, unendo innovazione, tradizione e cultura».

Sinestesie per l’anima

Il progetto di CULTI MILANO a Brand Revolution LAB 2022 Sinestesia. È su questo concetto che si basa il progetto realizzato per CULTI MILANO dall’agenzia Advision insieme ai partner Eurolabel, Luxoro, myCordenons e Varigrafica durante l’ultima edizione di Brand Revolution che ha aperto le porte a Milano lo scorso ottobre. Dal concept creativo alla realizzazione finale, l’obiettivo è stato regalare una nuova dimensione all’esperienza d’acquisto vissuta all’interno dei punti vendita CULTI

MILANO e lasciare un ricordo unico e indelebile. Da qui la creazione di un vera e propria esplosione di sinestesie in tutti gli elementi del pack, dalle etichette agli astucci, dalla brochure alle mouillettes, dalla gift box fino a una speciale Senses Box in grado di sviluppare nuove dimensioni percettive. L’esperienza sinestetica si concretizza nella scelta di carte di struttura successivamente lavorate in debossing, in grado di far emergere la loro espressività grazie alle texture studiate e personalizzate per ogni famiglia olfattiva.

LE ETICHETTE DELLE LINEE STILE E DECOR

Advision ha progettato insieme a Eurolabel e Luxoro le etichette per due linee di fragranze, Stile e Decor, ciascuna declinata in sei varianti corrispondenti ad altrettante famiglie olfattive. Scegliendo un supporto autoadesivo dalla consistenza materica importante, bianco per la linea Stile e nero per la linea Decor, è stato possibile lavorare con cliché hinderer + mühlich per la stampa a secco. Le etichette della linea Stile presentano il nome della fragranza stampata a caldo con LUXOR® 1081442N Rusty Earth e, grazie alla particolare fustella, fanno da cornice a un centro in cui si esprime l’identità del Brand: nella linea Stile il logo CULTI MILANO è stampato sulla stessa foglia Rusty Earth. La linea Decor invece presenta il nome del brand stampato in bianco serigrafico sulla cornice, mentre la parte centrale dell’etichetta è stampata in quadricromia digitale in 6 diverse varianti che offrono un prodotto personalizzato per i clienti top di gamma.

Bassorilievi stampati a secco in sei varianti connotano anche gli astucci per i flaconi da 500 ml realizzati da Varigrafica, per i quali è stata scelta la carta myMoondream di myCordenons da 400 g/mq. Con un nome e un concept emozionale, ispirata alla luce della luna, myMoondream è una carta innovativa e tecnicamente avanzata. Lavorata con lo sbalzo a secco permette di ottenere effetti tridimensionali quasi scultorei, e si è quindi rivelata perfetta per questo progetto. La stampa è realizzata in Pantone 876U.

LE MOUILLETTES E LA BROCHURE MULTISENSORIALE

Perfettamente abbinate a etichette e cofanetti sono le mouillettes su cui provare le diverse fragranze, realizzate in sei varianti e indicanti sul retro la fragranza specifica. Sono realizzate da Varigrafica su myMoondream da 400 g/mq con texture in debossing e stampa Pantone 876U in bianca e volta. Le mouillettes sono pensate per essere raccolte in un’apposita brochure di 16 pagine in formato 15×15 cm che racconta le famiglie olfattive e i valori del brand. È realizzata da Varigrafica su carta myDivina White da 170 g/mq, una carta myCordenons specificamente studiata per l’editoria di alto livello, con stampa a 4 colori, finishing digitale con Rusty Earth e foratura con plotter da taglio.

LA SENSES BOX

Per arricchire l’esperienza sinestetica Advision ha ideato un cofanetto di formato chiuso 22×20 cm con struttura ad alveare interna, realizzata da Varigrafica con myStardream Copper da 285 g/mq e logo stampato in bianco. La box racchiude sei mini pack a manicotto, ciascuno corrispondente a una famiglia olfattiva e contenente un campione di fragranza da annusare, un piccolo gift goloso da assaggiare e un QR code con una playlist da ascoltare. Le scatoline sono realizzate con myMoondream da 240 g/mq, con sleeve stampate a secco con cliché hinderer + mühlich.

LA GIFT BOX

Per completare l’esperienza d’acquisto è nata la gift box con maniglie in tessuto bianco, in due diversi formati: 45×31 cm e 31×26 cm. Le box sono completamente abbattibili grazie alla peculiare soluzione cartotecnica realizzata da Varigrafica, il che consente di risparmiare l’85% di spazio in tutte le fasi di trasporto, stoccaggio e utilizzo. La presenza dei manici applicati con rivetti e la presenza di una chiusura a calamita permette di non utilizzare shopper. L’anima di cartone rigido è rivestita con myInsize Dalì da 120 g/mq, carta marcata a feltro dedicata a progetti che richiedono carte classiche e sofisticate. Il brand CULTI MILANO è stampato in bianco su un quadrato di carta myStardream Copper da 285 g/mq accoppiata in triplice strato per ottenere spessore e alloggiato in un apposito abbassamento del cartone realizzato con cliché da 7,5×7,5 cm.

51 DESIGN

Prima abbiamo parlato di benessere: come si è evoluto questo concetto nel tempo? Sono cambiate le richieste dei committenti nel suo lavoro di architetto e designer d’interni? Come si vivono oggi gli spazi?

Ciò che è cambiato nel tempo è la nostra capacità di essere visionari. Nei miei progetti per alberghi, spa e masserie ho sempre messo al centro la persona: siamo tutti esseri unici e distinti. E questa unicità si riflette negli spazi, che non sono luoghi da riempire ma da rispettare. Il benessere è andare incontro alle proprie abitudini, lasciarsi guidare dalla natura applicando i suoi principi a tutto e facendola entrare ovunque con forza e autenticità, dal living al giardino. Il mio approccio al progetto parte dal territorio, dal recupero di luoghi persi, per poi concedersi il lusso del vuoto usando pochi materiali ma giusti, e una luce rispettosa, sia naturale sia artificiale. Difficilmente mi cimento in un progetto nuovo, perché prefe-

risco recuperare l’antico senza aggiungere nuovi volumi. Recuperare luoghi persi significa portare a galla la verità dopo decenni di inaridimento architettonico di cui il nostro Paese è vittima. Se è vero che non si può replicare la storia, è anche vero che si può riportarla in vita, ed è quello che ho fatto con la prima Spa CULTI aperta in Puglia nel 1990 recuperando una masseria e creando un’accoglienza naturale, legata alla nostra cultura e alla nostra storia. Non si troverà mai, in un mio progetto, un bagno turco: basta conoscere le tradizioni del territorio, da Roma agli scavi di Pompei, per trovare l’ispirazione per fare i bagni più belli del mondo. Recupero e integrazione con la natura implicano un approccio che è sempre stato sostenibile, ma tutt’oggi si fa ancora troppo poco per la sostenibilità. La nuova sostenibilità deve agire a tutti i livelli, usare la tecnologia per essere autonomi e vivere bene, avere una visione olistica e mettere l’unicità della persona al centro.

Cosa significa per lei “innovazione”?

Sembrerà banale, ma per me innovare significa portare del bene. Generare qualcosa che allunghi e migliori la qualità della vita: il bello e il buono sono fondamentali.

La sua visione del futuro?

Credo molto nella forza dei giovani. Spesso non abbiamo la capacità di lasciare loro spazio e opportunità per creare i loro progetti. Se avessi un peso politico, oggi, finanzierei start-up con la visione di riportare in vita tutto quello che abbiamo lasciato a terra: le idee imprenditoriali che hanno fatto la nostra storia, il sapere artigianale, le idee che rendono noi Italiani unici al mondo. Promuoverei il nostro modo di essere unici, riportando a galla il mondo dei laboratori per tornare a sporcarsi le mani e metterle in pasta. In una parola, riscoprire l’arte. E a esser sincero, sono molto ottimista su quello che accadrà.

52 DESIGN
«Bisogna concedersi il lusso del vuoto usando pochi materiali, ma giusti».

Print & sprint: da 220 anni l’innovazione made in Lazzati.

Siamo fortunati perché abbiamo vissuto una lunga storia imprenditoriale nel mondo della stampa fatta di colore, creatività, conquiste, saper fare e bellezza. Ma è il continuo fermento il nostro segreto di lunga vita: ricercare, esplorare, guardare oltre, osare, unendo conoscenza e temerarietà. Questo spirito innovatore vive in ogni creazione cartacea firmata Lazzati, un continuo viaggio di scoperta dove la tecnologia è stata messa al servizio della passione e la dimensione umana al centro dell’impresa. Fai il pieno di energia su www.lazzati.biz stampa di pregio - packaging di lusso - nobilitazioni - digitale HP Indigo 15K

220 yrs #neverstopstarting

PINALLI BEAUTY STORE DI PROSSIMITÀ

Fondata nel 1984, Pinalli è nata come profumeria d’altri tempi, quelli in cui la relazione con la clientela era strettissima e personalizzata. E non ha smarrito l’approccio su misura, la cura per i dettagli e la relazione di prossimità nemmeno ora che mira alla soglia dei 100 punti vendita e vanta un e-commerce di successo. Tutto grazie (anche) al potere della comunicazione, compresa quella stampata.

PAROLA AI BRAND

È la prima catena italiana di profumerie, e la terza in assoluto dopo Douglas (tedesca) e Sephora (francese e di proprietà del gruppo LVMH) sul territorio nazionale. E vuole crescere ancora di più con un ambizioso piano quinquennale partito nel 2022 e che conferma, potenziandola, quella svolta iniziata cinque anni fa quando Pinalli, con l’arrivo al vertice del nuovo Amministratore delegato Raffaele Rossetti, da realtà di provincia emiliana, decise, con anche un bel po’ di coraggio, di fare il grande salto sviluppando il brand in tutta Italia, partendo per ora dal Centro-Nord, e facendo anche della comunicazione del marchio – per cui si pensa anche di rafforzare il progetto di un marchio private label – del packaging, dell’allestimento dei punti vendita e di iniziative di successo come il calendario dell’Avvento e di Natale (il cosiddetto Pinallone) dei punti di forza e di riconoscimento presso i consumatori e i fornitori. Per arrivare, con un corposo piano di investimenti, spiega Raffaele Rossetti, a raddoppiare i ricavi a 200 milioni, avere più di 100 punti vendita che oggi servono oltre 550 mila clienti e circa 700 dipendenti diretti, quasi il doppio degli oltre 400 attuali.

PPinalli nasce nel 1984 a Fiorenzuola d’Arda (Piacenza), quando Luigi Pinalli e la moglie Liliana Segalini decidono di aprire la loro prima profumeria: un luogo accogliente dove i clienti vengono accompagnati nella scelta dei prodotti più adatti alle loro esigenze. Nel 1992 la famiglia amplia il business e inaugura un nuovo store a Piacenza. Nel corso degli anni l’azienda cresce costantemente, con nuove aperture in Emilia-Romagna e Lombardia (1998), Liguria e Piemonte (2006) e progressivamente in altre zone strategiche del Nord e Centro Italia, fino ad arrivare agli attuali 63 beauty store in otto regioni italiane

55 PAROLA AI BRAND

(Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte, Liguria, Toscana, Trentino Alto Adige, Marche).

Particolare importanza riveste l’organizzazione della logistica, che viene gestita dall’azienda attraverso un modello di business rapido ed efficiente: gli addetti del magazzino – i cui spazi sono raddoppiati dai 2.500 mq del 2018 agli attuali 5.000 – sono dipendenti diretti di Pinalli e partecipano ai processi decisionali strategici per l’attività con furgoncini e camion che approvvigionano i punti vendita con scritto sulla carrozzeria il logo dai toni grigi dell’azienda.

punti distintivi, grazie alla sinergia tra digitale e fisico che consente di vivere un’esperienza di acquisto unica.

PPilastro del modello adottato dall’azienda, ricorda ancora Raffaele Rossetti, è la prossimità: i punti vendita si trovano principalmente nei centri storici di città di piccole/medie dimensioni. Questo permette di conservare nel tempo la capacità di creare relazioni sincere con la clientela e di rimanere punto di riferimento per consigli reali e personalizzati. Pinalli è stata inoltre una delle prime aziende del settore a puntare sul canale e-commerce già nel 2012: oggi la piattaforma di vendita online – recentemente rinnovata – è tra le prime del mercato. L’omnicanalità è uno dei suoi

Esperienza d’acquisto che, sia per l’avvento del digitale sia per la scelta di sostenibilità ambientale, ha comportato un minore consumo di carta, spiega Giovanna Baratello, responsabile marketing e comunicazione di Pinalli. E così, messi nel cassetto brochure e cataloghi cartacei, aggiunge Baratello, «gli oltre 170 touch point digitali presenti negli store consentono al cliente di navigare nell’e-shop anche da negozio e di finalizzare con semplicità gli acquisti anche in assenza dei prodotti sul punto vendita». Prodotti per la cura della pelle del viso e del corpo, profumi, make up, articoli per la cura dei capelli, spaziando dai brand classici a quelli più moderni, con una particolare attenzione ai brand italiani indipendenti, spesso proposti in esclusiva come Veralab, uno dei marchi per la cura del corpo in maggiore ascesa specialmente tra la clientela più giovane.

Nel corso degli anni Pinalli ha ampliato la propria offerta, andando oltre la sola vendita di prodotti e promuovendo una beauty experience a 360 gradi, con una proposta integrata che in alcuni store si arricchisce di trattamenti estetici e di hairstyle. Pinalli Benessere è un vero e proprio istituto di bellezza, che nasce all’interno della profumeria, con cabine attrezzate per trattamenti viso e corpo. Pinalli Hair Lab è invece l’angolo dedicato alla cura dei capelli.

CCoinvolgimento, vicinanza, fiducia, sono i valori, ricorda ancora Rossetti, in cui crede Pinalli. In particolare, il punto vendita fisico è fortemente caratterizzato da una grande attenzione alla persona, che viene sempre accompagnata nelle sue scelte da personale preparato e competente. Ma il punto vendita è anche lo spazio nel quale si esprime la comunicazione di Pinalli con, sottolinea Baratello, i cartelli autoportanti in stampa digitale, A4, A5 o A6 in forex 3 millimetri con piedino per sorreggerli e renderli appunto autoportanti. I punti vendita si avvalgono anche di vetrofanie in stampa digitale easydot, pop-up a scaffale sempre realizzati in digitale a quattro colori (i Pantone di Pinalli sono al momento, richiamando i colori tradizionali del brand, il Cool Gray e Warm Red) e anche flyer in carta spessa 300 grammi.

Realizzazioni per le quali Pinalli si affida da tempo a uno stampatore di riferimento come Kreati, un laboratorio creativo piacentino che affianca le aziende nella realizzazione delle attività di marketing nell’ambito della grafica, del web e della stampa.

Del resto la strategia sul fronte dei fornitori, anche quelli del mondo della stampa, di Pinalli è sempre stata quella, secondo Baratello, di sce-

56
PAROLA AI BRAND

gliere partnership durature nel tempo privilegiando aziende grafiche in grado di assicurare un corretto rapporto tra prezzo e qualità e poi, per commesse più estemporanee, ampliare il parco fornitori di volta in volta in base alle offerte giudicate migliori.

Oltre a Kreati gli altri due partner per quanto riguarda la stampa e la cartotecnica di Pinalli sono Lito Group, azienda modenese con quasi trent’anni di attività alle spalle, e Rajapack Italia che, con sede a Castel San Giovanni nel piacentino, appartiene al Gruppo Raja, leader nella distribuzione di prodotti di imballaggio, presente in 18 paesi europei con 21 società.

In Lito Group viene stampato quello che è diventato un must di Pinalli, il Pinallone. Il calendario dell’Avvento che, aggiunge la responsabile marketing Giovanna Baratello, «accompagna un passo alla volta verso il magico periodo del Natale». In vendita da ottobre negli store e attraverso l’e-commerce, il Pinallone 2022 ha rappresentato una sfida creativa sia per Pinalli sia per Lito Group. Un vero e proprio “miracolo” di cartotecnica, con le sue 25 caselle perfettamente intersecabili e un tabellone, il Pinallone non è un semplice calendario dell’Avvento: si trasforma infatti in un divertentissimo gioco da tavolo ed è quindi destinato, in una logica di sostenibilità, ad avere una seconda vita.

Carta e cartoncino del resto sono da sempre la scelta sostenibile per il packaging e gli allestimenti dei punti vendita dove la plastica si può

dire che sia ormai stata bandita. Ridotto, come detto, il materiale comunicativo stampato in favore delle informazioni sia per la clientela sia per i gestori dei negozi – e se oggi anche quella che si può definire la pubblicità viaggia tutta online in futuro, anticipa l’AD Raffaele Rossetti, si sta pensando al ricorso a mezzi più tradizionali come la radio, la tv e la stampa – rimane fondamentale l’attenzione all’imballaggio. In particolare quello secondario perché, essendo Pinalli una rete di distribuzione di marchi, sono gli stessi brand della cosmesi che si occupano del packaging primario. Un packaging sul quale «noi non abbiamo voce in capitolo».

Quali sono invece le strategie sul fronte imballaggio del gruppo emiliano? Quelle che riguardano innanzitutto l’imballo per l’e-commerce realizzato da un’azienda leader del settore come Rajapack. Scatole in varie misure rigorosamente in cartoncino – come in carta e non in plastica sono i materiali inseriti all’interno per proteggere i prodotti – grezzo di colore grigio e con il logo dell’azienda al servizio delle vendite online che, aggiunge l’AD di Pinalli, vengono realizzate tutte attraverso la piattaforma diretta dell’azienda.

Per la gestione degli ordini online così come per il rifornimento dei punti vendita Pinalli ha investito moltissimo nella logistica interna, compresa la flotta di camion e furgoni per l’approvvigionamento dei negozi mentre per l’e-commerce ci si avvale di spedizionieri terzi. Il packaging firmato Pinalli, e in questo caso a seconda delle commesse realizzate da cartotecniche che possono essere anche scelte di volta in volta in base al tipo di commessa, riguarda le scatole premium, quelle pensate per regali o ricorrenze – come il Natale anche se non c’è una vera e propria scatola natalizia – o per offerte, promozioni, campagne mirate. Si tratta di scatole personalizzate, nobilitate anche da fiocchi e, sempre in cartoncino, con i Pantone caratteristici dell’azienda.

QIn futuro le commesse di lavori cartotecnici e di packaging da parte di Pinalli però è destinato ad aumentare con lo sviluppo, previsto dal piano quinquennale, della linea di prodotti a marchio della catena. Limitato per ora agli accessori con numeri limitati, il private label viene considerato dall’azienda un’altra opportunità di crescita e quindi, conclude Raffaele Rossetti, è destinato nei prossimi anni a crescere per rafforzare l’identità e il riconoscimento del brand Pinalli.

57
PAROLA AI BRAND

FEDRIGONI SELF-ADHESIVES PRESENTA LE ULTIME NOVITÀ NEL MONDO GRAPHICS

Il 2022 è stato un anno importante per il mondo Graphics di Fedrigoni Self-Adhesives. Da una parte si è rafforzato il legame tra le diverse business unit del gruppo, che comprende anche il brand Ritrama, e dall’altra si è lavorato per colmare il gap esistente nel segmento dei film autoadesivi di grande formato introducendo nuove soluzioni. È inoltre previsto per gennaio il lancio ufficiale di un media che mette l’accento sulla sostenibilità. Ci racconta tutto Paola Cerchiai, Business Development Manager di Fedrigoni Self-Adhesives.

QQuali sono le ultime novità in termini di prodotto della gamma Ritrama Graphics di Fedrigoni Self-Adhesives?

Il 2022 è stato un anno particolarmente ricco per noi, perché ci siamo focalizzati sullo sviluppo di due prodotti ed una gamma intera di soluzioni per il mondo della comunicazione visiva. La prima è il nuovo Ri-Jet C50 Ultimate S&T, un materiale cast per decorare, o meglio wrappare gli automezzi; la seconda, il Ri-Mark Platinum, è una gamma

di colorati polimerici di lunga durata – parliamo di otto/dieci anni – che rientrano nella categoria dei vinili da intaglio. La terza invece è una poliolefina il cui lancio ufficiale avverrà a Gennaio 2023, e rappresenta il secondo prodotto senza PVC che abbiamo introdotto sul mercato.

Qual è il vostro focus principale in questo momento in termini di applicazioni?

Ci stiamo concentrando moltissimo sul cast, perché siamo certi di avere tra le mani un prodotto asso-

lutamente eccellente. Una qualità confermata non tanto da noi, che saremmo di parte, ma soprattutto dagli applicatori con cui stiamo lavorando, che hanno testato il prodotto e ci hanno restituito dei feedback estremamente positivi sulla stampabilità, la conformabilità e la facilità di applicazione: è un materiale che semplifica il lavoro di chi lo utilizza. L’obiettivo, adesso che abbiamo una soluzione che soddisfa le necessità del mercato, è quello di organizzare open house su territorio europeo e non per promuoverlo.

In termini di richieste del mercato, quali sono le ultime tendenze?

La sostenibilità direi che sicuramente è il leitmotiv. Anche nell’ambito Graphics, così come nelle altre aree di applicazione dei prodotti Fedrigoni, i clienti sono sempre più alla ricerca di soluzioni che possano essere considerate sostenibili, e dico “essere considerate” perché ad oggi nel Graphics si ricercano più che altro film senza PVC, mentre sappiamo come la sostenibilità sia un concetto un po’ più complesso. La problematica che riscontriamo

58 FEDRIGONI SELF-ADHESIVES www.selfadhesives.fedrigoni.com COMUNICAZIONE D'IMPRESA

quotidianamente, e a cui cerchiamo di rispondere facendo corretta informazione, consiste nelle attese in merito di stampabilità, prezzo e applicazione che il mercato si aspetta da una soluzione senza PVC, che non possono eguagliare quelle di un prodotto con PVC. Essere trasparenti su quella che sarà la resa finale è fondamentale, così come continuare a investire in un trend destinato a crescere nei prossimi anni, motivo per cui proprio a gennaio 2023 è previsto il lancio ufficiale della nostra poliolefina.

Ci racconta nel dettaglio un esempio di progetto realizzato con i vostri materiali?

Non rientra nelle ultimissime novità ma c’è un progetto che ci sta particolarmente a cuore perché esprime molto bene il livello estremo di personalizzazione che si può ottenere utilizzando i materiali autoadesivi per il grande formato di Fedrigoni Self-Adhesives, che sono adatti ad ambienti esterni e interni e possono essere utilizzati su superfici come pareti, finestre, veicoli e pavimenti. Si tratta di quello re-

alizzato da Grafox, azienda che si occupa di allestimenti, stampa e prototipi, che si è dedicata alla personalizzazione di scuole per l’apprendimento conscio e subconscio dei ragazzi. Aule, palestre, corridoi e arredi scolastici sono stati decorati per raccontare temi legati all'educazione e al sociale, come ad esempio il cyberbullismo: una parete non è più solo una parete, ma diventa un messaggio per gli studenti, oltre a rinnovare e riqualificare gli spazi scolastici. Un eccellente lavoro di squadra anche grazie al

contributo di MCA Digital, nostro distributore che ha fornito i materiali per il primo progetto di rinnovamento della scuola Enrico Tosi di Busto Arsizio dove i materiali da stampa Ri-Jet sono stati applicati sulle pareti e sui banchi dell’istituto dando vita, all’interno delle aule, a soggetti futuristici e scientifici dal grande impatto visivo e dall’effetto wow.

59 FEDRIGONI SELF-ADHESIVES www.selfadhesives.fedrigoni.com COMUNICAZIONE D'IMPRESA

Le regole del negozio perfetto

Laddove comunicare importa più che vendere, “flagship” e “pop up” store si impongono come modello definitivo di negozio. Tutti diversi ma con un trait d’union: allestimenti personalizzati e studiati nel dettaglio, per garantire ai consumatori una shopping experience fuori dall’ordinario.

Spuntano all’improvviso tra le vie principali delle città. A volte restano per qualche settimana o mese, altre si fermano un po’ di più. Possono essere piccolissimi o molto grandi, quasi sicuramente affollati. Li definiamo temporary store o pop up (che in inglese significa letteralmente sbucare dal nulla) anche quando di temporaneo hanno ben poco. Sono tutti diversi fra loro, ma hanno anche moltissimo in comune: design concepito ad hoc, assortimento di prodotti specifici, allestimenti personalizzati e spazi destinati a eventi e altre attività di intrattenimento. Un nuovo modo di concepire l’esperienza d’acquisto in negozio ha cominciato a farsi strada da un po’ di tempo: se fino a qualche anno fa la progettazione in ambito retail aveva come fine ultimo la vendita, oggi la presenza di uno store fisico ha soprattutto lo scopo di consolidare la brand identity e regalare agli utenti una shopping experience fuori dall’ordinario, quasi per niente di garantire l’acquisto. Che tanto, nella maggior parte dei casi, avviene successivamente, spesso online. Purché l’esperienza in negozio sia stata positiva.

60 RETAIL
di CATERINA PUCCI

La crisi del negozio tradizionale Secondo ilSole24Ore l’affermazione del modello “pop up” potrebbe essere legata al timore delle aziende di “vincolarsi”, investendo sul lungo periodo nel retail fisico, dopo lo smacco subito durante la pandemia. Un tempo i contratti di locazione nelle grandi vie dello shopping vincolavano l’affittuario per almeno 4-6 anni, mentre oggi la formula “temporary” consente di testare l’andamento di un punto vendita e smontarlo in caso di flop entro 12 mesi dall’apertura. Sempre a ilSole Franco Rinaldi, responsabile delle attività di property management di Cbre (Commercial Real Estate Services), società che si occupa di consulenza immobiliare, ha spiegato che in futuro il 10-20% della GLA (gross leseable area, superficie totale affittabile) di un centro commerciale avrà questa formula dinamica di affitto, che porta più reddito alla proprietà e rende più dinamici e interessanti i centri anche per la clientela.

Flagship, il “fiore all’occhiello” di un brand Una strategia che potrebbe rinnovare gli stessi flagship store (i negozi vetrina), salvandoli dalla crisi che stanno vivendo. Costosi, date le metra-

ture importanti, benché molto più originali di un negozio tradizionale, i flagship perdono di senso quando non sono più in grado di offrire un’esperienza rinnovata, in grado di portare ai clienti un valore aggiunto concreto. Attualmente comunque l’apertura di un flagship store segna il primo sviluppo di un brand nel contesto dei venditori di moda e del lusso, una sorta di consacrazione al grande pubblico. Con quasi tre milioni di prodotti venduti all’anno e un fatturato di oltre 60 milioni di euro nel 2021, Veralab è una delle imprese italiane di maggior successo nel settore cosmetico. All’e-commerce, con cui il brand ha raggiunto il successo in rete, si sono via via affiancati diversi punti vendita fisici: i monomarca aperti a Milano (2019) e Roma (2021), i corner nei punti vendita Rinascente sparsi in tutta Italia, le profumerie Pinalli e gli store Naïma e, recentemente, anche le farmacie. A settembre 2022 Veralab ha fatto il suo debutto all’interno della Stazione Centrale di Milano, con un pop up store dedicato alla bellezza inclusiva, in uno stile che rimanda all’architettura dello storico edificio in cui si trova, progettato da Ulisse Stacchini nel 1924. Il concept è stato affidato allo studio 23bassi, artefice anche del temporary

di Roma Termini, dei flagship presenti a Milano e nella Capitale e dei corner in Rinascente. «Veralab è un brand che ha costruito la propria identità soprattutto online, puntando su una comunicazione e su un’identità visiva dirompenti. Siamo rosa, anzi fucsia: prima di noi nessuno nel mondo del beauty lo era» racconta Laura Assini, responsabile marketing di Veralab. Proprio in virtù della sua natura di media company, il brand ha sentito la necessità di stabilire un contatto diretto con clienti e follower, regalando loro una customer journey in cui potessero ritrovare tutti gli elementi che contraddistinguono Veralab. «Tanto nella progettazione dei flagship quanto in quella dei corner abbiamo puntato ad accantonare il concept della classica profumeria o del tradizionale negozio beauty monomarca. La prima cosa che ci siamo chiesti è stata: a chi vogliamo parlare?» continua Assini. «Abbiamo deciso di puntare molto sulla consulenza e sull’acquisto assistito, rendendo il camerino il centro nevralgico dell’esperienza d’acquisto» spiega Chiara Frigerio, architetta e fondatrice di 23bassi. «In ogni store abbiamo inserito un elemento assolutamente ludico, che cambia di volta in volta, a seconda del contesto. A Milano, per esempio, abbiamo creato

61

lo “scivolone”, uno scivolo in plexiglass fucsia che collega i due livelli del negozio: le clienti lo usano per gettare i flaconi vuoti, ottenendo così un prodotto in omaggio. In questo modo si trasforma un gesto virtuoso come la raccolta delle confezioni usate in qualcosa di iconico».

Qualcuno guarda al metaverso

Le esperienze immersive che giocano sull’integrazione con le tecnologie digitali rappresentano la grande scommessa per il futuro. Le grandi aziende guardano al metaverso come la nuova frontiera dell’e-commerce, e l’evoluzione definitiva del retail stesso, con tutte le ricadute sulla distribuzione che si possono immaginare. Lo confermano anche i dati: secondo una recente analisi della società di investimenti Morgan Stanley, entro il 2030 questo nuovo modello digitale potrebbe generare un giro d’affari di 50 miliardi di dollari, in particolar modo nel settore luxury.

Benetton Group è una delle aziende di moda più note al mondo, con una rete commerciale di circa 4.000 negozi. Qualche mese fa ha deciso di rivoluzionare il suo negozio in Corso Vittorio Emanuele a Milano, con un allestimento speculare a quello del nuovo store virtuale, inaugurato in occasione della Fashion Week. Il flagship store,

infatti, è stato invaso dal colore rosa che ha ricoperto tutte le superfici: dalle vetrine agli interni, dalle grucce agli scaffali per creare un’esperienza cromatica coinvolgente e, al contempo, far risaltare la tonalità dei capi. In una nota aziendale, Massimo Renon, AD di Benetton Group ha detto: «Abbiamo voluto capovolgere l’esperienza immersiva, creando nel retail fisico lo stesso ecosistema emozionale del nuovo store virtuale». All’interno dello store Benetton nel metaverso non si fanno acquisti, ma i visitatori possono partecipare a esperienze di gaming e accumulare QR code per effettuare acquisti all’interno dello store fisico. Una strategia che crea un ulteriore touchpoint con il consumatore nella strategia omnichannel del marchio. «Siamo tra i primi brand a sperimentare l’omnicanalità diffusa, cioè la circolarità tra mondo fisico – metaverso –mondo fisico» spiega Antonio Patrissi, Chief Digital Officer di Benetton Group. «L’intento è offrire un ponte dimensionale tra presente e futuro, tra reale e virtuale, passando attraverso un’esperienza di brand».

Anche H&M è da poco sbarcata nel metaverso insieme Ceek, società che offre servizi digitali collegando artisti, atleti e creator digitali direttamente con i loro fan nel mondo digital, con l’apertura del suo primo negozio virtuale. L’allestimento ricorda

in tutto e per tutto quello di un negozio vero e proprio. In realtà lo store esiste soltanto a Ceek City, universo tridimensionale in cui sono già presenti teatri, sale concerto e campi sportivi e accessibile tramite abbonamento. La piattaforma vende sia oggetti digitali (inclusi NFT) sia vestiti reali (da ordinare e ritirare nei negozi fisici della catena). I pagamenti si effettuano con la valuta locale: i Ceek Coin. Roblox è un videogioco pubblicato per la prima volta nel 2004 da Roblox Corporation: al suo interno i giocatori possono personalizzare il proprio avatar e creare mondi in 3D, comprando oggetti e decorazioni tramite un’apposita valuta, i Robux. In questo luogo virtuale Gucci ha venduto una versione digitale della sua borsa Dionysus al prezzo di 350.000 Robux (circa 4.100 dollari). Un prezzo più alto rispetto a quello del prodotto reale, che costa circa 3.400 dollari. All’interno di Roblox, Gucci ha inoltre rilasciato Gucci Garden, uno spazio espositivo virtuale liberamente ispirato alle campagne pubblicitarie del brand. Mentre i visitatori ammirano la galleria, i loro avatar si trasformano in manichini che assorbono gli elementi della mostra, trasformandosi in opere d’arte digitali. Per tutto il tempo di apertura della mostra virtuale, i visitatori hanno anche potuto scegliere per ciascun avatar alcuni articoli in edizione limi-

62

tata, disponibili all’interno di una boutique creata appositamente per garantire questa esperienza. Anche Nike, tra le prime multinazionali dell’abbigliamento a cogliere l’importanza del metaverso, si è lanciata nella creazione di una dimensione virtuale. Nikeland, ispirata al quartier generale di Nike, include edifici di vario genere, oltre a campi e arene in cui i giocatori possono competere tra loro.

Rinnovati ma sostenibili

La sostenibilità resta un grande trend, ma anche una sfida. In media, un punto vendita ha una vita di circa 5 anni, dopodiché viene rinnovato per dare spazio a nuovi concept estetici. Il restyling implica spesso una completa ristrutturazione e l’eliminazione fisica dell’allestimento precedente: per un brand con migliaia di store in tutto il mondo significa tonnellate di materiali di rifiuti. Un modus operandi antieconomico oltre che poco sostenibile. Le aziende se ne stanno progressivamente rendendo conto e cercano di utilizzare materiali riciclabili, con contenuto riciclato, oppure riutilizzabili o recuperati. Oltre a progettare concept in modo che siano rinnovabili senza la necessità di gettare via nulla, in una logica più orientata al circular design. Un’abitudine sempre più diffusa è dotare i propri

flagship o pop up store della certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), inserendo all’interno degli allestimenti solo materiali con emissioni ridotte o pari a zero o che contribuiscono al risparmio energetico.

Athena nasce nel 2007 dall’idea di quattro giovani imprenditori desiderosi di offrire servizi di comunicazione fuori dai circuiti delle grandi città. Il suo centro stampa, inizialmente operante soltanto sul territorio calabrese, estende rapidamente i propri servizi a tutto il territorio nazionale. Avvalendosi di tecnologie all’avanguardia, professionisti nel campo della progettazione, e una serie di fornitori fidati per la scelta delle materie prime, l’azienda riesce ad acquisire nel tempo clienti importanti e si specializza nella fornitura di servizi di stampa per il mondo del retail e della GDO (che rappresenta il 45% del suo fatturato). «Nella comunicazione outdoor è ancora un’utopia, ma negli allestimenti indoor abbiamo già cominciato a sostituire i materiali plastici con alternative sostenibili. Siamo a buon punto: al momento circa l’80% dei supporti che utilizziamo proviene da fonti ecosostenibili» spiega Marino Fusco, Amministratore Unico di Athena. «Il cartone è molto richiesto, soprattutto nell’ambito della GDO, in cui i clienti ci

chiedono allestimenti “genuini”, motivo per cui si preferiscono tinte tenui o colori naturali. Certo, è necessario considerare le stringenti normative anti incendio che in molti allestimenti interni prevedono l’utilizzo esclusivo di materiali ignifughi».

L’omnicanalità non è più un optional

Insomma il negozio fisico sopravviverà solo laddove saprà portare ai clienti un reale valore aggiunto. Se prima adottare una strategia multicanale era opzionale, oggi è fondamentale per continuare a esistere. I confini tra negozi tradizionali e flagship o temporary store si fanno sempre più sfumati. Per dirla ancora meglio, il negozio del futuro dovrà essere flagship di default, nel senso che le peculiarità di questo modello (allestimento curato ad hoc, customer experience immersiva e personalizzata) dovranno essere adottate fin dalle fasi di progettazione. E quindi, occorre concentrarsi su una customer experience rinnovata: fluida, attrattiva, realmente funzionale ai bisogni e alle aspettative dei clienti, senza fermarsi su ciò che il consumatore dà ormai per scontato. Altrimenti, arrivederci e online.

63
RETAIL

Nuovo anno, nuovo calendario firmato Grafical Una tradizione che si rinnova e conquista nuove fette di printlovers, perché quello che succede nell’azienda di stampa di Marano di Valpolicella riesce ad avere sempre dell’incredibile. Si potrebbe parlare di magia, se non sapessimo perfettamente che è tutto frutto della commistione esplosiva tra la creatività di Advision e la competenza tecnica di Grafical, che mescola insieme materiali scelti con cura e lavorazioni di stampa e nobilitazione innovative e sorprendenti. E allora la magia la lasciamo tutta al concept che caratterizza, pagina dopo pagina, i 12 mesi che ci aspettano.

IT’S A KIND OF MAGICK (sì, scritto proprio così, come il libro dell’occultista Aleister Crowley).

La scelta di dedicare il calendario 2023 alla Magia si pone in continuità col progetto presentato da Grafical a Packaging Première 2022, quando l’intero stand è stato dedicato a un’esperienza personalizzata nel mondo dei Tarocchi. È proprio Il Sole, il diciannovesimo arcano maggiore, ad aprire le danze diventando protagonista del mese di gennaio, per definizione sempre lungo e gelido. Niente di meglio del caldo abbraccio del nostro astro vitale, allora, per cominciare l’anno, scacciando la notte e il buio e riscaldando le nostre piccole esistenze.

Ma cos’è, veramente, la magia? Al di là dei sistemi simbolici – come i Tarocchi – di cui ancora le diverse civiltà si circondano per interpretare il reale, la magia risponde a un bisogno antropologico. “L’uomo è un animale cerimoniale”, replicava Wittgenstein a Frazer, commentando il Ramo d’oro, studio sulla magia e la religione. Non c’è una risposta univoca a ciò che si può definire magia: l’idea si frammenta e declina in idee diversissime tra loro, che nel tempo e nello spazio rispondono al desiderio di dominare, con la sola forza di volontà, il reale. E negli 11 mesi che seguono gennaio si scoprirà che la magia può essere ovunque. Nell’arte, per esempio, che ci sottrae alle regole della realtà

per inventare nuovi mondi. Una matita, nelle mani di chi sa dare spazio alla fantasia, può diventare la più potente delle bacchette magiche. Nello sguardo, che può tutto: stregare, pietrificare, ferire, far innamorare… e nelle cose che improvvisamente e inspiegabilmente a questo sguardo si sottraggono, come nei più raffinati trucchi illusionistici. È nelle danze rituali come la taranta salentina, che esorcizza e guarisce i dolori dell’anima. Nel potere evocativo dei nomi e delle parole giuste che definiscono l’essenza di ogni cosa animata e inanimata, nei misteri dell’antico Egitto, nei rituali che spingono alla ricerca della conoscenza nel confronto col concetto di sacro e divino. Nella trama

64 GRANDANGOLO
LA MAGIA SARÀ LO SPIRITO GUIDA DEL 2023 CON IL NUOVO CALENDARIO GRAFICAL

di un incantesimo, che può anche essere semplicemente una storia magnificamente raccontata, nel culto dei morti che assottiglia il confine con l’aldilà e l’ignoto diventando esso stesso un inno alla vita… ma, in fondo, tutto questo altro non è che una celebrazione della fantasia, la magia più grande di tutte, quella in grado di aprire tutte le porte.

Ogni pagina del calendario 2023, con le sue diverse tavole illustrate e soluzioni di stampa e supporti, è un inno alle diverse sfumature della magia, che riconducono a ciò che più di ogni altra cosa definisce l’essere umano: il linguaggio. La capacità di far sì che ogni gesto sia in grado di comunicare qualcosa. Proprio come la stampa, in fondo.

Il calendario è stato prodotto in soli 1.400 esemplari ed è disponibile per la prenotazione e l’acquisto qui:

65 GRANDANGOLO
66 Un successo di filiera raccontato dalle aziende di stampa PERCORSI DI ECCELLENZA Packaging Design Awards
di MICHELA PIBIRI

Di solito, sul palco a ritirare i premi di packaging design, ci salgono prevalentemente creative director e designer, talvolta brand owner. Professioniste e professionisti capaci di inventare l’inimmaginabile e sviluppare idee comunicative potenti, in grado di spiccare e diventare memorabili, anche a giudizio di giurie nazionali e internazionali iperqualificate. Ma tutto esisterebbe solo nella forma di esecutivi in PDF se a supportare la creatività non ci fosse chi, materialmente, realizza i progetti, spesso intervenendo fin dalle prime fasi della progettazione per indirizzare e consigliare sulle migliori soluzioni. Da chi crea i supporti con cui sono fatti, a chi li trasforma in prodotto finito grazie alla propria competenza e alle tecnologie nell’ambito della stampa, finishing e cartotecnica. E in un 2022 ricco di eventi, non si contano gli appuntamenti – finalmente di nuovo in presenza – che hanno conferito riconoscimenti di alto valore a progetti di etichette, packaging ed editoria realizzati da realtà importanti, da Nord a Sud, dell’industria grafica italiana. Ne abbiamo selezionato una parte – ma nei prossimi numeri ce ne saranno altri – e abbiamo chiesto agli stampatori di raccontarceli dal loro punto di vista.

Auroflex conquista, con Genesi, il premio più ambito alla Vinitaly International Design Competition

È siciliana l’etichetta dell’anno del concorso di design legato alla storica fiera veronese. È quella del Marsala Doc Superiore Riserva Genesi 2014 della Cantina Carlo Pellegrino, con design di Gianclaudia Marino e stampa e nobilitazione di Auroflex, azienda specializzata nella produzione di etichette autoadesive in bobina di Alcamo, in provincia di Trapani. Un’etichetta dal formato importante – al limite delle potenzialità dell’etichettatrice – il cui design essenziale riesce a raccontare un’intera storia familiare. L’idea è della Cantina Pellegrino, che fin da subito ha coinvolto Auroflex per capire come svilupparla. Sara Cruciata, Sales & Project Director di Auroflex, racconta: «L’etichetta doveva rappresentare le diverse personalità della famiglia Pellegrino. Diverse generazioni che attraversano il tempo tra tradizione e innovazione. Ed è proprio da questo binomio che è nata la nostra proposta di combinare stampa digitale e nobilitazioni tradizionali su un supporto classico, una carta Cotton di Avery Dennison. Due colonne di nomi sono stampate in digitale HP con caratteri eccezionalmente fini e precisi. Al centro, una linea verticale stampata a caldo con oro rosa Luxoro termina con una goccia di oro colato, richiamando il legame di sangue ma anche il colore del Marsala. Il nome del vino, Genesi, è stampato con serigrafia nera a rilievo. La scelta della stampa digitale – prosegue Cruciata – si deve al fatto che l’etichetta è destinata a cambiare nel tempo, quando si aggiungeranno i nuovi nati della famiglia Pellegrino. Mentre l’oro colato conferisce a ogni singola goccia un certo margine di discontinuità che rende ogni etichetta, di fatto, unica, proprio come il carattere di ogni componente della famiglia». Dietro l’apparente semplicità grafica, insomma, c’è un’estrema attenzione ai dettagli e un certo livello di artigianalità, perché quando si utilizza l’oro colato, spiega sempre Cruciata, sono necessari ritocchi in fase di avviamento e produzione, e così pure quando si sceglie la stampa digitale su un supporto così materico è necessaria un’attenta calibrazione. «Quello ottenuto al Vinitaly – dice Claudia Fuschi, Marketing Manager di Auroflex – è un riconoscimento importantissimo. La qualità del nostro lavoro è già riconosciuta dai clienti, mentre lo scenario di una competizione internazionale ci offre una platea molto ampia, e può aiutarci a comunicare non solo cosa siamo in grado di fare, ma il nostro approccio consulenziale. I nostri lavori di maggior successo sono quelli che abbiamo sviluppato fin dalla fase embrionale, mettendo insieme tutta la filiera. Questo fa davvero la differenza in un mercato come quello del vino, in cui l’offerta è ampia e la concorrenza spietatissima».

67 PERCORSI DI ECCELLENZA
ph. Luca Stabile

Varvaglione, è realizzata da Eurostampa l’etichetta premiata ai RedDot Awards

Jessica Liffredo, responsabile sviluppo grafico di Eurostampa, azienda specializzata in etichette che ha il suo quartier generale a Bene Vagienna nel cuneese, parla della realizzazione del progetto per l’olio extra vergine di oliva Varvaglione 1921, che si è aggiudicato un Best Award nella categoria Packaging & Communication Design ai RedDot 2022. L’etichetta, progettata dallo studio Idem Design, è un raffinato gioco di stampa a caldo che abbina il blind embossing all’applicazione della particolarissima foglia Spatial FX di Luxoro per riprodurre l’effetto luminoso e tridimensionale di gocce d’olio che si posano sulla carta dell’etichetta, una Tintoretto Gesso di Fedrigoni Self-Ahesives. «Eurostampa è stata coinvolta a design già definito – dice Liffredo – e dopo uno studio di fattibilità abbiamo avanzato alcune proposte migliorative con l’apporto del nostro Innovation LABels. In particolare abbiamo suggerito il tipo di materiale da utilizzare come texture per migliorare la resa dello Spatial FX. Abbiamo anche suggerito di aggiungere un retino di grigio per dare maggior risalto al bassorilievo». Un’esecuzione che ha richiesto il know how che contraddistingue l’azienda: non tutti infatti hanno la tecnologia abilitante per stampare lo Spatial FX e la competenza per gestire progetti con questo livello di complessità. «Lo Spatial – prosegue Liffredo – richiede attenzione massima al registro di stampa, e così il bassorilievo e i rilievi. La stampa, per quanto ci riguarda, è ancora un processo che richiede un alto livello di artigianalità e formazione da parte degli operatori». E sul conferimento del premio aggiunge: «Si tratta di un riconoscimento molto importante che dà un valore ulteriore al grande lavoro che è stato fatto nel realizzare un progetto così difficile».

Tre riconoscimenti internazionali per GustOsa, progetto per

di eccellenze alimentari realizzato da ICO e Grafical

Due argenti, uno ai Pentawards e uno agli European Design Awards, e un Award of Excellence ai Communication Arts 2022. Il progetto GustOsa, ideato dall’agenzia Lateral Creative Hub nell’ambito di Brand Revolution Lab 2021 si è avvalso di due partner per stampa e cartotecnica: ICO, azienda abruzzese specializzata nella produzione e lavorazione del cartone ondulato, e Grafical, etichettificio di Marano di Valpolicella (Verona). Se per quanto riguarda le etichette possiamo definire una consuetudine la partecipazione ai concorsi e l’ottenimento di riconoscimenti importanti – e Grafical ne ha ricevuto parecchi nel corso degli anni – a sparigliare veramente le carte è il successo ottenuto dal packaging in cartone ondulato. Merito dell’ingegnerizzazione cartotecnica e delle possibilità della stampa digitale HP, con una qualità che fino a pochi anni fa era impossibile immaginare su questo tipo di supporto. Riccardo Colalongo, tecnico commerciale di ICO che ha seguito il progetto insieme a Giorgia Lancia, Digital Printing Business Developer, Matteo Di Pillo, Product Designer, e Giorgio Labbate, addetto alla prestampa digitale, racconta: «Quando abbiamo ricevuto il modello di scatola abbiamo contribuito alla scelta della miglior composizione del cartone (doppia onda EB), in funzione delle sollecitazioni alle quali avrebbe dovuto essere sottoposta la scatola, e della copertina esterna per una miglior resa di stampa (KW patinato). Abbiamo anche suggerito la scelta della tipologia di fondo a coda di rondine, con l’inserimento delle falde interne e ottimizzazione della chiusura. Abbiamo scelto la stampa digitale per ottimizzare la resa grafica, simulando il fondo avana in quadricromia, e permettere la realizzazione di diverse varianti di colori, grafiche e messaggi, cuore del progetto comunicativo dell’agenzia». Un lavoro particolarmente impegnativo, spiega ancora Colalongo, che ha richiesto particolare attenzione anche in prestampa, perché i colori scelti inizialmente erano fuori gamut della HP PageWide C500, ma che una volta messo a punto è diventato completamente industrializzabile. «Indubbiamente siamo in una fase in cui alle caratteristiche funzionali degli imballaggi devono essere spesso associate caratteristiche estetiche e formali che aiutino i brand a trasmettere messaggi qualitativi oltre che quantitativi» dice Rita Lancia, Marketing Manager di ICO. «I riconoscimenti, importantissimi per le agenzie di comunicazione, sono rilevanti, oltre a essere motivo di orgoglio, anche per i trasformatori/stampatori che hanno così l’opportunità di mostrare le capacità e competenze tecniche, oltre all’attitudine a risolvere esigenze di confezionamento in modo creativo».

PERCORSI DI ECCELLENZA
e-commerce

A Parigi sono Antonella e Mario Coppola, Marketing Manager e CEO di So.ve. mec, etichettificio di Nola (Napoli), a ritirare il prestigioso oro della categoria “Label” al contest internazionale Fedrigoni Top Award 2022. L’etichetta è Terra Viva delle Cantine Villa Dora, con design di nju:comunicazione. «Un caso vincente, e non solo in senso metaforico, di rebranding», racconta Antonella Coppola. «La cantina è ubicata alle pendici del Vesuvio, e si è voluto dare importanza all’unicità delle sue vigne che crescono su un suolo vulcanico. La nuova etichetta riprende l’immagine del Vesuvio in stile pop-art: lo studio grafico non ha voluto riproporre la solita immagine da cartolina ma lo ha ridisegnato in chiave quasi fumettistica riprendendo il gioco di luci e di ombre dei raggi solari che illuminano le rocce del vulcano». «La proprietà –dice Stefano Marra, designer di nju:comunicazione – ha sentito l’esigenza di un rinnovamento dell’immagine aziendale dovuto a un ricambio generazionale nell’organico dell’azienda stessa. Con gli anni si è fatta sempre più forte la necessità di avvalersi di un identità di prodotto e di brand che esprimesse i valori dell’azienda in maniera più marcata. L’azienda stessa riteneva la propria comunicazione e il proprio packaging non adeguato ai propri valori. Abbiamo perciò lavorato a una brand identity e a un packaging più coerente con i concetti che l’azienda voleva esprimere. Vincere il primo premio rappresenta un grande risultato per un’azienda già consolidata negli anni per la qualità dei suoi prodotti. Cambiare la propria identità visiva rappresentava comunque un rischio, e il fatto di aver vinto è segno che la strada intrapresa è quella giusta. Credo che i punti di forza del progetto delle nuove etichette siano il forte impatto visivo, i rimandi storico-artistici che legano il progetto al territorio (e quindi alla cantina) e la qualità della stampa delle etichette, espressa soprattutto nei dettagli delle illustrazioni».

69 PERCORSI DI ECCELLENZA
So.ve.mec, il rebranding di Terra Viva vale oro al Fedrigoni Top Award

Viertel

Bier,

le etichette stampate da Litografia Castello in cima al podio di Best Label Solobirra 2022

Viertel Bier (ted: “Viertel” quartiere, “Bier” birra) è un prodotto del birrificio Sudhaus GmbH/Srl, nato in tempi di “social distance” con l’intento di restituire alle persone il senso di una comunità vicina e protettiva, legata alla dimensione di quartiere. Il progetto grafico dello studio Frei und Zeit è stato condiviso fin dall’inizio con Litografia Castello, etichettificio emiliano specializzato nella stampa personalizzata di etichette in bobina molto presente in Alto Adige, che ha individuato le tecniche di stampa e i supporti più idonei a comunicare il prodotto e il suo messaggio. «Si tratta di un’etichetta bella ed efficace, che segue un principio di ecosostenibilità in linea coi valori del prodotto, anche grazie alla carta 100% fibra naturale di cotone Fedrigoni Self-Adhesives» racconta Aldo De Vincenzo, Amministratore Unico di Litografia Castello. La sostenibilità di cui il prodotto si fa portavoce può essere pensata sia in termini di uso delle risorse, sia come soddisfazione delle persone nella società, in una qualità di vita più consistente, in un ambiente stabile e naturale. Le etichette di questo birrificio artigianale, molto legato al territorio e presente in canali distributivi selezionati, si declinano in sei varianti per esprimere in forma illustrata altrettanti concetti. «Per realizzare il versioning delle etichette e allo stesso tempo garantire la profondità dei colori, abbiamo utilizzato la stampa digitale con tecnologie combinate Epson e Gallus, che offrono una copertura dei Pantone del 97%» prosegue De Vincenzo. «Cinque etichette sono stampate esclusivamente in digitale, mentre su una variante sono state inserite delle nobilitazioni a caldo». Un altro esempio di come la collaborazione in fase progettuale tra studio di design e azienda di stampa abbia restituito risultati d’eccellenza: «La vittoria di questo premio – conclude De Vincenzo – è indubbiamente una soddisfazione personale per chi, come me, ha aperto la propria fabbrica appena 15 anni fa. Quello della stampa è un settore in cui si lavora sempre dietro le quinte, e ci si espone direttamente solo con i clienti. Se alle agenzie i riconoscimenti così portano sicuramente dei frutti, per gli imprenditori delle arti grafiche sono uno stimolo a cogliere nuove opportunità».

PERCORSI DI ECCELLENZA

Top Award

È Marco Pecoraro, Sales Manager di Grafica Nappa, storica azienda di stampa di Aversa (CE), a raccontare le peculiarità del packaging del gin italiano artigianale Xamorfos, prodotto dalla salernitana Distill Hub: «Ogni progetto curato dall’agenzia Lettera7, cui frequentemente diamo supporto tecnico-produttivo, ha come costante il confronto, lo scambio di competenze, di obiettivi, di esigenze, al fine di poter esprimere al meglio l’idea di base. Molto spesso la creatività raggiunge la migliore espressione proprio durante queste ore di laboratorio e sperimentazione». Un progetto nato dunque dalla collaborazione stretta tra designer e stampatore, che diventa anche pretesto per una sperimentazione: «Per Xamorfos – prosegue Pecoraro – è stata concepita un’etichetta bifacciale, in un mondo di etichette stampate solo da un lato. L’illustrazione stampata internamente, quindi, doveva essere visibile con l’etichetta applicata e offrire giochi di visualizzazione, grazie all’effetto di rifrazione dovuto al vetro e al liquido contenuto. La carta scelta è una Old Mill White di Fedrigoni, stampata fronte retro con tecnologia digitale, e con applicazione dell’etichetta grazie a un biadesivo e un elastico che avvolge la bottiglia». La realizzazione è del tutto macchinabile, ma presenta un aspetto di artigianalità nell’applicazione manuale degli elementi di fissaggio, che fa il paio con la lavorazione artigianale del gin stesso. Quanto al riconoscimento al Fedrigoni Top Award, Pecoraro conclude: «Per noi si tratta della terza affermazione consecutiva. Inutile dire che ci inorgoglisce profondamente perché frutto di un impegno continuo di questi anni. La nostra è un’azienda ultra centenaria che ha visto il cambiamento sempre come opportunità. L’innovazione è per noi un obiettivo costante, e dobbiamo ammettere che il mercato ce lo riconosce: i nostri clienti ci scelgono anche per quello. E probabilmente lo hanno riconosciuto anche i giurati del premio. Sappiamo anche che la responsabilità aumenta, ma non ne siamo preoccupati. Guardiamo al futuro con ottimismo ed energia».

WHAT'S NEXT ?

I progetti che hanno ottenuto riconoscimenti nel 2022 sono ancora tanti. Nel prossimo numero parleremo di:

OasyHotel, progetto di The 6th realizzato con Lazzati Industria Grafica, Grafical e myCordenons nell’ambito di Brand Revolution LAB 2021, che nel 2022 si è aggiudicato tre ori: Pentawards, Communication Arts e Epica Awards;

Luz Gin, progetto di O,Nice! Design stampato da La Commerciale Borgogno con supporti Luxoro e Fedrigoni Self-Adhesives che si è aggiudicato un RedDot Award;

Organic Texture Box – Magazzino 77, packaging realizzato da Polistampa Firenze e premiato al Fedrigoni Top Award nella categoria “Corporate Communication”;

Agricola Romaniello, progetto di Lettera7 realizzato da Arte Grafiche Lapelosa su carta Fedrigoni, premiato con il secondo posto nella categoria “Packaging” al Fedrigoni Top Award 2022;

Vesuvius, progetto di Basile ADV stampato da La Commerciale su supporto Avery Dennison che ha vinto il primo premio nella categoria Label a OneMorePack 2022;

Il secondo posto al contest Best Label del settore brassicolo Solobirra se lo è aggiudicato Grafical con il progetto Lume Beer by Benaco 70, birrificio artigianale sul Lago di Garda che ha instaurato una collaborazione con l’agenzia Advision per una limited edition studiata su due birre artigianali, una Honey e una Porter. «Il concept studiato da Advision – dice Anna Lonardi, Marketing Manager di Grafical – ci ha permesso di perfezionare insieme a loro una soluzione tecnica in grado di creare un livello di interazione d’impatto. L’agenzia aveva le idee ben chiare: è venuta da noi con un mockup fisico, e il contributo del nostro team di tecnici è stato determinante per individuare la modalità di esecuzione e realizzazione ideale». In campo sono scese due tecnologie che contraddistinguono l’azienda, come spiega ancora Lonardi: «La prima è la stampa serigrafica in bobina, che ci ha permesso di stampare i due colori della texture, un azzurro e un blu notte, entrambi opachi, su materiali UPM Raflatac. La seconda è l’accoppiatura in linea che ci ha permesso di de-adesivizzare una parte della carta, per rendere possibile lo scorrimento dell’inserto interattivo, all’interno dell’etichetta principale». Un progetto di non semplice realizzazione, che ha comportato delle sfide «ma i nostri tecnici – prosegue Lonardi – hanno lavorato in sinergia con i creativi per trovare in poco tempo la soluzione per rendere concreto e riproducibile il progetto. È stata necessaria anche una certa manualità, almeno per quanto riguarda l’integrazione tra le due etichette. Trattandosi di una limited edition questo non ha rappresentato un problema; ci sono però alcuni accorgimenti tecnici che consentirebbero di rendere macchinabile questo tipo di etichetta interattiva». E per quanto riguarda il premio, Anna Lonardi conclude: «Una grande soddisfazione per l’agenzia che ha sviluppato il progetto, ma anche per noi di Grafical. È sempre un piacere e un onore vedere progetti come Lume Beer avere un seguito dopo la loro realizzazione. Una piccola parte di questi successi è merito di quello che siamo in grado di offrire ai nostri clienti: esperienza, persone di talento e tecnologie d’avanguardia messe al servizio delle idee di chi sceglie e sceglierà Grafical come partner ideale per i propri progetti».

Design and the Wondrous: on the Nature of Ornament, catalogo dell’omonima mostra ideata da Elise Gray e Kevin Donnot stampato da Musumeci, che ha avuto una menzione speciale nella categoria “Publishing” al Fedrigoni Top Award.

Sei un’azienda di stampa e vuoi raccontarci un progetto vincitore di un concorso di packaging design dal punto di vista della sua realizzazione tecnica? Scrivici a:

71
PERCORSI DI ECCELLENZA
Best Label Solobirra 2022: Grafical per Lume Beer Limited edition by Benaco 70
Xamorfos, il Gin con etichetta stampata da Grafica Nappa ottiene una menzione speciale al Fedrigoni
redazione@printlovers.net

Brand Revolution LAB 2022: la Metamorphosis della comunicazione stampata

Il 27 e 28 ottobre sono stati esposti presso i Superstudio Più di Milano i progetti protagonisti di Brand Revolution LAB, nati da un processo creativo e di produzione durato nove mesi. Dal partecipatissimo vernissage, ai trend emersi nel corso di una giornata scandita da talk e visite guidate, ecco com’è andata.

Il tema dedicato alla “Metamorphosis”, intesa come trasformazione evolutiva, si è ritrovato nello spirito di tutti gli attori del laboratorio che hanno collaborato per vivere un’evoluzione migliorativa osando oltre il consueto.

Brand Revolution LAB ha fatto emergere diverse tendenze, sia nel modo di comunicare che nella realizzazione dei progetti.

Materiali, tecniche e trend degli stampati ecosostenibili dalle più svariate rese estetiche; soluzioni innovative per rendere sostenibile e riutilizzabile un packaging pensato per la logistica; la stampa digitale al servizio di una comunicazione personalizzata e sempre diversa; l’importanza dell’illustrazione nella comunicazione stampata; i nuovi codici comunicativi per coinvolgere ed emozionare; come sta cambiando la comunicazione del lusso, anche quella stampata, rispetto al cambiamento dei valori; come la stampa dà forma concreta a servizi e prodotti intangibili.

Tutti i temi sono stati commentati in 7 talk da 27 figure importanti del mondo dei brand, delle agenzie creative, della stampa e dei materiali durante il secondo giorno della manifestazione.

72 EVENTI

I progetti, in breve

The SymptoMS Collection

Sinestesie per

di sinestesie che prende forma nella Senses Box CULTI. L’esperienza si concretizza nella scelta di carte di struttura e lavorate in debossing per far emergere la loro espressività grazie alle texture studiate e personalizzate per ogni famiglia olfattiva.

Spread the good

Progetto di: Dynamo The Good Company | Ideato da: The Embassy

Realizzato con: Eurolabel, Ico, Tecno Tag

Una box per l’e-commerce studiata per il riuso come cassetto portatutto; una label personalizzata per ogni capo e accessorio, e gli sticker, uno strumento speciale di “Guerrilla Goodness” pensato per riconoscere e spargere il bene con un pizzico di allegria.

Smile stories

Progetto di: Edenred | Ideato da: H2H | Realizzato con: Retail Pak

Ideare una soluzione di packaging senza avere un prodotto da vestire: un grande problema, oppure una grande opportunità. I buoni acquisto Edenred sono il prodotto da “confezionare” per accentuarne il valore. Un cofanetto che rappresenta un sorriso e cinque libretti che raccontano il voucher.

Le creature della Flobresta

Progetto di: Flob Flower | Ideato da: O,Nice! Design Studio | Realizzato con: Eurolabel, Ico Ogni pianta è unica: perché il pack in cartone che la protegge durante la spedizione deve essere identico per tutte? Un approccio che abbraccia personalizzazione e attenzione al trasporto. Il concime è un vero e proprio cibo grazie ai messaggi sempre ironici e diversi.

Dream box

Progetto di: Mulino Bianco | Ideato da: ArteficeGroup | Realizzato con: Leaderform Group, Luxoro Per il progetto “Dedicato a te” di Mulino Bianco e Pan di Stelle è stato realizzato un packaging in cartotecnica per trasferire i valori di esclusività, unicità e premiumness e in grado di offrire un’esperienza personalizzata ed emotivamente coinvolgente.

Make your water

Progetto di: Schenker Watermakers | Ideato da: Effige 2.0

Realizzato con: myCordenons, Retail Pak

Un kit per rendere potabile e di buon sapore l’acqua dei serbatoi di camper e barche. Due diverse soluzioni di design e di comunicazione per due confezioni supportate da uno storytelling coinvolgente che ne descrive contenuto e caratteristiche in modo chiaro.

Who is Stivaleria Savoia?

Progetto di: Stivaleria Savoia | Ideato da: Hello DTV

Realizzato da: Fontana Grafica, Luxoro, Retail Pak

Per Stivaleria Savoia scatole, card e shopper con un aggiornamento dell’immagine digitale e una campagna di “guerrilla marketing”. Un nuovo linguaggio di comunicazione, classico ed elegante, ma con un tono di voce più bold e contemporaneo.

TOM. The Secret Edition

Progetto di: TOM – Touch of Milano | Ideato da: Smith Lumen

Realizzato con: Grafical, Luxoro, myCordenons

TOM il gin pregiato che omaggia la città di Milano. Il packaging diventa metafora fisica della città con un elegante astuccio nero: una porta che si apre verso una Milano meno nota ma autentica. Il racconto continua sulla bottiglia, dove il logo TOM attira e guida lo sguardo a spingersi attraverso il vetro, trasformando il packaging in un oggetto di design vivo e interattivo.

Partecipa a Brand Revolution 2023

Brand Revolution torna nel 2023 con nuove idee, tecnologie di stampa di ultima generazione, materiali innovativi e sostenibili. Tutto dedicato a un pubblico specializzato nel mondo della comunicazione e del marketing. Che tu sia brand owner, azienda di stampa o fornitore di tecnologie o materiali, non perdere l’occasione di essere tra i protagonisti dell’edizione 2023. Scrivi a: brl@strategogroup.net

Al suo sesto anno di vita Brand Revolution introduce due nuove unit: Creative e Training per supportare la creatività e per formare la comunità dei brand, delle agenzie e degli stampatori con nuove competenze.

Printing & Materials, l’area dedicata ai materiali stampabili. Accanto all’area Touch & Talk, Brand Revolution LAB ha inaugurato quest’anno anche una nuova area della mostra, intitolata Printing & Materials, per dare al mercato l’opportunità di raccontare materiali e supporti in relazione alla loro possibilità e resa di stampa.

L’allestimento del vernissage e il catalogo realizzato in sei diverse varianti di copertina si sono affiancati ai progetti esposti in un omaggio all’inventore della stampa moderna Johannes Gutenberg, l’intramontabile figura del padre fondatore della tecnica a caratteri mobili, rappresentato in un welcome wall di 9 metri x 4 e in una serie di gigantografie in bianco e nero dove nella parte inferiore del visual riemerge dal passato e nella parte superiore si trasforma nel testimonial contemporaneo di Brand Revolution LAB, corredato di Ray-Ban, airpods e da un carattere tipografico vettoriale.

73 EVENTI
Dal successo di Brand Revolution LAB nascono Brand Revolution Creative e Brand Revolution Training Progetto di: AISM Milano | Ideato da: DLV BBDO | Realizzato con: Athena, Solution Group Una collezione di shopper dedicata alla Sclerosi Multipla. L’operazione nasce per informare le persone sulla malattia e invitarle a sostenere AISM. Ogni shopper rappresenta uno dei diversi sintomi invisibili con cui la Sclerosi Multipla si manifesta. l’anima Progetto di: CULTI Milano | Ideato da: Advision Realizzato con: Eurolabel, Luxoro, myCordenons, Varigrafica Un’esplosione

PENTAWARDS 2022

Due giorni di festival incentrati sul futuro del design allo Science Museum e una cerimonia di gala alla Royal Opera House di Londra. Si è conclusa in grande l’edizione 2022 dei Pentawards, il più importante premio di packaging design a livello mondiale. Giunto alla sua sedicesima edizione, quest’anno sono state oltre 2.000 le candidature pervenute da più di 60 Paesi, con Cina, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti, Giappone e Italia che hanno ricevuto il maggior numero di premi. Di tutte le candidature, oltre 600 sono state selezionate dalla giuria internazionale del concorso e inserite in shortlist. Tra le agenzie più premiate figurano Backbone Branding (Armenia) con 10 premi, Auge Design (Italia), Denomination (Australia), Pond Design (Svezia) e SeriesNemo (Spagna) con 5 premi ciascuna. Quest’anno sono stati assegnati anche i Premi speciali, che suggellano i risultati notevoli ottenuti da singoli e agenzie nel campo del packaging design: il premio “Design Agency of the Year” è andato a SeriesNemo, “Industry Disruptor Award” a Davide Mosconi di Auge Design, “First-ever Core Award (10+ wins)” a Backbone Branding, “NXT-GEN, Best Student Work” a Martí Garcés Muntalt, Lesley Melissa Batista Víquez eTrinidad Mosso Tupper di Elisava, Spagna.

Il premio Diamond – Best of show è andato a Pocket Neck Pillow by Urban Forest, Cina

Utilizzando un’estetica all’avanguardia e dando al contempo priorità alla sostenibilità e all’eco-consapevolezza, Shenzhen Urban Forest ha progettato un cuscino da viaggio compatto e portatile. L’imballaggio esterno, che si distingue per innovazione e funzionalità, funge sia da sacchetto per la conservazione che da pompa d’aria funzionante grazie alle proprietà elastiche del silicone, incoraggiando i consumatori a non smaltirlo e rivoluzionando in modo intelligente il modo in cui vengono utilizzati i cuscini gonfiabili.

L’Italia ai Pentawards

5 ori, 5 argenti e 8 bronzi vanno all’Italia, per un totale di 18 premi vinti. Due tra i progetti premiati sono stati realizzati nell’ambito di Brand Revolution LAB 2021, laboratorio di filiera che ogni anno mette insieme brand, agenzie creative, stampatori e fornitori di materiali. Un oro nella categoria Brand Identity & Connected Packaging è andato a “When in the Woods”, progetto realizzato da The 6th per Oasy Hotel in collaborazione con la cartiera myCordenons, gli stampatori Lazzati Industria Grafica e Grafical e il provider tecnologico HP. Un argento nella categoria Home,

74
L’Italia è tra i Paesi che hanno ricevuto il maggior numero di premi

Leisure & Other Markets a “Welcome Foodies”, realizzato da Lateral Creative Hub per GustOsa, insieme a ICO, Grafical, HP e Konica Minolta.

L’agenzia italiana più premiata è Auge Design, che ha ricevuto 5 Pentawards: un oro nella categoria Brand Identity & Connected Packaging con il progetto “The Perfect Pop”; due argenti, uno nella sezione Luxury Home & Decor con un progetto per Ginori 1735 e uno nella categoria Food con il packaging per l’olio extra vergine di oliva moncultivar La Leccia; due bronzi, entrambi nella categoria Food per il packaging realizzato per Bahlsen Seasonal Range e per quello realizzato per i Classici Sammontana. Due premi vanno a CBA per lo stesso progetto: il pack per il riso Meracinque vince infatti un argento nella categoria Sustainable Design e un bronzo nella categoria Food. Anche Berlin Packaging EMEA, fornitore di packaging in vetro, plastica e metallo e di chiusure, si aggiudica due premi: un oro nella categoria Professional concept con il pack primario e secondario per Ninu e un bronzo nella categoria Sustainable Design per i prodotti di homecare Branch Basics. Premiato anche Spazio di Paolo, già vincitore del premio “Designer of the year” ai Pentawards 2021, con un argento nella categoria Beverages per l’etichetta e il pack di Berlucchi FZ90. Gli altri premi conferiti sono: un oro nella categoria Food a nju:design per le etichette del frantoio Tenute Tortorella; un oro nella categoria Sustainable Design a Reverse innovation per il packaging degli affogati Carte D’Or; un argento a Emilio Lamura & Alessandro Latela nella categoria brand identity & connected packaging con il progetto per Concettina ai Tre Santi; un bronzo nella categoria beverages a River Advertising per “Dual immersive collection” di San Pellegrino e Acqua Panna; un bronzo a Onlab nella sezione Home, Leisure & Other markets per il progetto di stationary “Kit 365-2022-un anno epico”, un bronzo a Granzotto Mazzer nella sezione sustainable design per le etichette di VI-NO! e infine un bronzo nella categoria Student Concepts ad Amr Ibrahim Mousa del Politecnico di Milano.

75 CONCORSI & AWARDS
QUI SI PUÒ VISITARE LA GALLERY DI TUTTI I PROGETTI VINCITORI DELL’EDIZIONE 2022.

I

fantastici 13 degli Oscar della Stampa

2022

Premiate le migliori realtà italiane del comparto della stampa e i suoi imprenditori, sul palco sono salite molte aziende familiari rappresentate da più di una generazione. Gli Oscar della Stampa rappresentano l’evento culmine di un anno di ripartenza dell’industria italiana del printing, una delle maggiori a livello internazionale.

Una cena di gala molto affollata quella degli Oscar della Stampa che si è tenuta a Milano lo scorso 2 dicembre radunando oltre 300 tra stampatori e fornitori di macchine e materiali per l’industria grafica. Erano presenti sia i “Big” dell’industria ma anche diverse realtà più piccole, rappresentate dalle generazioni più giovani di questo comparto.

Quella del settore grafico è una grande famiglia, in tutti i sensi. Le aziende che ne fanno parte sono soprattutto composte e condotte da gruppi familiari che hanno saputo attraversare periodi anche prolungati di crisi mantenendo alta la loro performance grazie a peculiarità e risorse uniche. Lo dimostra l’analisi condotta dal Centro Studi Stratego e presentata durante il Print Economic Forum, la riunione annuale che fornisce un aggiornamento sul mercato e offre una visione del futuro dei settori stampa e converting. Durante il Forum sono stati analizzati i dati provenienti dai bilanci delle prime 850 aziende con ricavi singoli superiori ai 3 milioni di euro. Un panel che conta 54 mila addetti per un valore della produzione che ammonta a oltre 16 miliardi di euro e un valore aggiunto di oltre 4 miliardi. Una fotografia rappresentativa di un settore che nel 2021 ha saputo mantenere una crescita per ricavi e prestazioni pari al 9,9% rispetto al 2020 e un utile di bilancio al 1,7%.

perché diffidenti verso nuovi soci potenzialmente “scomodi”. Uno scenario che sta subendo cambiamenti, in particolare nel settore carta e cartotecniche in cui è cresciuto l’interesse da parte dei protagonisti del private equity. Dal punto di vista dei ricavi nella dislocazione geografica, le prime 850 aziende si concentrano in Lombardia (4,8 miliardi di euro), Veneto (3,3 miliardi di euro) ed Emilia-Romagna (1,8 miliardi di euro). Nelle tre regioni risiede il 62% del totale degli operatori sul territorio nazionale.

Molto di quello presentato durante il Print Economic Forum si è poi trasposto durante la cerimonia di premiazione degli Oscar della Stampa: sul palco si sono avvicendate infatti molte aziende familiari, undici su tredici provenienti dalle tre regioni dove si concentra appunto la presenza totale degli operatori. La novità più importante di questa trentunesima edizione è la partnership con l’Unione dei Grafici di Milano, che ha consolidato le origini storiche del premio milanese e al tempo stesso lo ha spinto oltre i confini, raggiungendo una più ampia compagine di aziende.

Un settore, quello grafico – cartotecnico, che ha sofferto di una certa diffidenza e chiusura: aziende piccole, spesso a conduzione familiare che dipendono dal credito delle banche e hanno della difficoltà ad aprirsi a investitori esterni

Gli Oscar della Stampa hanno visto nei loro oltre 30 anni di storia circa 100 imprenditori e personalità del settore salire sul podio a ritirare questo riconoscimento. Sono loro che hanno contribuito a fare grande questo mercato e questo premio, donne e uomini che giorno dopo giorno con grande professionalità ed impegno contribuiscono a fare dell’industria italiana del printing una delle maggiori a livello internazionale: al secondo posto in Europa per la stampa di imballaggi e al terzo per la stampa commerciale ed editoriale.

76 CONCORSI & AWARDS
77 Imprenditore dell’Anno Best Label Printer Industria Grafica dell’Anno Best Publishing & Commercial Printer Best Cartotecnica Best Converter Best ESG Performance Best Printer on Corrugated Cent’anni di stampa Best Nobilitazioni e Supporti Speciali Best Wide & Industrial Printer Best Technology Innovator Best Digital Printer Luciano Cozza Gruppo Aro L.E.G.O. L’Artegrafica Grafibox Sud Gerosa Group Postumia Sandra Nava Press ARSEA GR Group Grafiche Pizzi Fiordo IDA BLP IGA BC BC ESG POG 100 BTI BDP PREMIO SPECIALE SPONSOR HEIDELBERG SPONSOR BRAND REVOLUTION SPONSOR POLYEDRA SPONSOR PRINTGRAPH SPONSOR PRINT4ALL SPONSOR KONICA MINOLTA SPONSOR GRUPPO ITALIANO ROTOCALCO SPONSOR myCORDENONS SPONSOR ILPOLIGRAFICO SPONSOR KOENIG & BAUER PROMOSSO DA FEDERAZIONE CARTA E GRAFICA SPONSOR GALLUS SPONSOR OSCAR DELLA STAMPA PREMIO SPECIALE PREMIO SPECIALE N&SS W&IP BCPC PREMIO SPECIALE SOSTENIBILITÀ PREMIO SPECIALE I premiati
Abbonati subito! per 5 numeri all’anno di PRINT e l’accesso a esclusivi contenuti online su printlovers.net 60 €/anno ABBONATI SU strategogroup.net per 5 numeri all’anno di PRINT e 7 numeri all’anno de IL POLIGRAFICO 130 €/anno

Col boot camp dell’11 e 12 novembre si è conclusa l’edizione 2022 di Creative Hero, gara di creatività che ha coinvolto oltre 1400 studenti di 25 scuole a indirizzo artistico e grafico da tutta Italia per un totale di 514 squadre. Sono nove le finaliste che si sono riunite nella scuola grafica San Marco di Mestre, dove hanno potuto confrontarsi non solo tra loro ma anche con i briefer e i tutor per perfezionare i propri progetti. Nei due giorni di boot camp le squadre sono state coadiuvate dalla Presidente regionale della categoria grafici di Confartigianato Silvia Pasquariello e da Daniele Cazzola e Mariella Tedesco dell’agenzia Daamstudio di Thiene, e hanno incontrato ospiti speciali: Alex Tomaiuoli di Epson Italia, Andrea Lorenzon, illustratore e autore del canale YouTube “Cartoni Morti”, e Luca Pianigiani, insegnante e divulgatore di innovazioni nell’ambito della comunicazione visiva e del digital.

A trionfare come Creative Hero è stato il team “Logos” dell’ITT San Zeno di Verona, composto da Sara Merzari, Giacomo Residori e Thomas Zanoni, con il progetto realizzato per Ketofood, azienda di Quattro Castella (RE) specializzata in alimenti e integratori. Sono poi stati conferiti i premi ai team vincitori delle tre diverse challenge: per Ketofood il premio per il miglior progetto è andato al team “I cavalli” con Eladji Diagne, Mattia Macchia e Riccardo Pagotto dell’ITT Palladio di Treviso; il team “Cloud”, dell’ITT San Marco di Mestre con Alex Antonello, Giorgia Favero e Sara Valentini ha vinto la challenge di Allegro Natura, laboratorio di produzione di cosmeti-

ci e detersivi eco-bio di Leinì (TO); infine il team “Quokka” dell’Istituto Einaudi Scarpa di Montebelluna, composto da Aurora Dalla Costa, Giulia Ferrante e Kuhilila Bottacin, ha vinto la challenge di Stringhetto con le proposte per il packaging di confetture e cioccolato artigianale dell’azienda di Legnago (VR).

«Oggi ho visto dei progetti molto maturi. Questo mi ha particolarmente colpita» ha affermato Michela Pibiri di PRINTlovers, media partner di Creative Hero. «È un segnale positivo per tutto il futuro della comunicazione grafica e del comparto delle arti visive e della stampa».

«È stata un’edizione ricca di soddisfazioni, a partire dal numero di partecipanti che ha superato di gran lunga le nostre aspettative» ha continuato Silvia Pasquariello. «Creative Hero è diventata in pochi anni la sfida più importante a livello nazionale, pensata per valorizzare il nostro mestiere, quello della grafica applicata alla stampa, al packaging, al web e a molti altri ambiti creativi e comunicativi. Tutto questo è stato possibile grazie allo staff dell’Istituto Salesiano San Marco di Mestre, a Confartigianato Vicenza e al supporto di EBAV e dei partner che hanno creduto nel valore di questo progetto: TicTac Stampa, Epson, Cartes, Bagful e da quest’anno anche C&C Apple Premium Reseller e E.n.i.p.g.».

Molto soddisfatte le persone in rappresentanza di Stringhetto, Ketofood e Allegro Natura, che pur avendo dovuto scegliere i team vincitori nelle rispettive

challenge, hanno apprezzato tutti i lavori in gara e si sono portate a casa spunti interessanti per le prossime iniziative di marketing legate ai propri prodotti. «Fra qualche giorno partiremo con la pianificazione della nuova edizione –ha affermato in conclusione Matteo Dittadi, direttore della scuola grafica dell’ISSM di Mestre – e oltre ad alcune novità su cui stiamo già lavorando, apriremo da subito la call per selezionare le imprese briefer della prossima edizione. Alla luce del livello raggiunto dai progetti, ritengo che possa essere una bella opportunità sia per i brand che cercano idee fresche, sia per le scuole che possono confrontarsi in modo realistico e professionale con il mondo del lavoro».

79
CONCORSI & AWARDS - WWW.CREATIVEHERO.IT

ABBIAMO PARLATO DI | WE TALKED ABOUT

23bassi 61

Advision 30, 50, 64, 71, 73

Agrati Alessandro 48

AISM Milano 16, 73

Albini Group 10

ARSEA 77

Artefice Group 73

Assini Laura 61

Athena.................................................................16, 63, 73

Auge Design 74

Auroflex 67

Avery Dennison 34, 67

Backbone Branding 74

Bagful 19, 79

Baratello Giovanna 56

Benaco 70........................................................................71

Benetton Group 62

Berlin Packaging EMEA 75

Bontempo Ilaria 32

Brand Revolution LAB 72

C&C 79

Canon Italia 19

Cantina Pellegrino 67

Cantine Villa Dora 69

Carcassoli Serena 15

Cartes 79

Cazzola Daniele 79

CBA 75

CBRE 61

Cecchetto 31

Ceek....................................................................................62

Cerchiai Paola 58

Claire Céline 20

Colalongo Riccardo 68

Condonello Alessandro 16

Coppola Antonella 38, 69

Coppola Antonio 38

Coppola Mario.......................................................38, 69

Cozza Luciano 77

Creostudios 9, 81

Cruciata Sara 67

CULTI Milano...........................................................48, 73

Daamstudio 79

De Vincenzo Aldo 70

Della Rossa Alberto 33

Denomination 74

Di Pillo Matteo 68

Distill Hub 71

Dittadi Matteo 19, 79

DLV BBDO 16, 73

Dynamo The Good Company 73

Edenred 73

Effige 2.0 73

Enipg 79

Epson 70, 79

Eurolabel 50, 73

Eurostampa 68

Familia Torres 37

Fedrigoni 9, 10, 58, 68, 70, 84

Ferro Riccardo 9

FESPA 10

Fiordo 77

Fiorendi Michela 21

Flob Flower 73

Fontana Grafica 29, 73

Frei und Zeit 70

Frigerio Chiara 61

Froldi Davide 35

Fuschi Claudia 67

Fusco Annalisa 39

Fusco Marino 63 Gallus 70 Gastaldi Federico 20 Gedshop 14

Gerosa Group 77 Giudici Debora 20 GLM Printing Textile 20 GR Group 77

Grafibox Sud 77 Grafica Metelliana 2, 8 Grafica Nappa 71 Grafical 32, 64, 68, 71, 73, 74 Grafiche Bramucci 10 Grafiche Pizzi 77 Grafox 59 Granzotto Mazzer 75 Gruppo Aro......................................................................77

Guglielmi Giovanna 9 H&M 62 H2H 73 Heidelberg 9 Hello DTV 73 hinderer+muehlich 9, 17, 51 HP 67, 74 ICO 68, 73, 75 Idem Design 68 IlSole24Ore 61 Industrial Pack..............................................................10 Isem 3, 10, 17 Ist. Salesiano S. Marco 79 Kapag 11 Konica Minolta 75 Kreati 56 Kurz 8 L.E.G.O. 77

L’Artegrafica 77 La Ganga Giulia 9 Labbate Giorgio 68 Lamura Emilio 75

Lancia Giorgia 68 Lancia Rita 68

Latela Alessandro 75 Lateral Creative Hub 68, 75

Lazzati Industria Grafica..................................53, 74

Leaderform Group 73

Lettera7 71

Liffredo Jessica 68 Lito Group 57

Litografia Castello 70 Logo 47 Lonardi Anna 71 Lorenzon Andrea 79 Luxoro 8, 17, 33, 50, 67, 73, 83 Mag Data 35

Marino Gianclaudia 67 Marra Stefano 69 MCA Digital 59 Micys Company 17

Molinaro Fabio 37 Mondi Group 17

Moschitta Mauro 14 Mosconi Davide 74 Mulino Bianco 73 Mussa Franco 47 myCordenons 50, 73, 74

Nava Press..................................................................4, 77 nju:comunicazione 69 nju:design 75

O,Nice! Design Studio 73 Onlab 75

Organo Paolo 19 Oscar della Stampa 76 Packaging Première 40 Pasquariello Silvia 79 Patrissi Antonio 62 Pattern Thetravellovebag 21 Pecoraro Marco 71

Pentawards..............................................................10, 74

Pianigiani Luca 79 Pinalli 54

Pond Design 74 Postumia 77 Proserpio Paolo 17 Rajapack Italia 57 Renon Massimo 62 Retail Pak 73

Reverse innovation 75 Rigatelli Selene 9 Rinaldi Franco 61 Ritrama 9, 58 River Advertising 75 Robilant Associati 36 Roblox Corp. 62 Rossetti Raffaele 55 Sai Devi 14 Sandra 77 Scarano Sara 9 ScarletVirgo 20 Schenker Watermakers 73 Scodix 8 SeriesNemo 74 Sillo Eladia 9 Silvagni Silvia.................................................................33

Slution Group 73 Smartmix 19 Smith Lumen 73 So.ve.mec 38, 69 Solution Group..............................................................14 Spazio di Paolo 75 Stivaleria Savoia 73

Sudhaus............................................................................ 70

Tarella Andrea 22 Tecno Tag 73 Tedesco Mariella 79 Teefactory 14 The 6th 74 The Embassy 73 The Good Idea 14 TicTac Stampa 79 Tipografia Valdostana 17

TOM 73 Tomaiuoli Alex 79 Unione Grafici Milano 76 UPM Raflatac.................................................................71

Urban Forest 74

Van Heek Textiles 29 Varigrafica 50, 73 Veralab 61 Xueref Manuel 16

CREOSTUDIOS

Creostudios è una Creative Evolution Company, un’agenzia di comunicazione che si evolve incessantemente verso modi sempre nuovi di comunicare. L’evoluzione della creatività è la cifra caratteristica di una ricerca inarrestabile di nuovi significati, nuove forme, nuove soluzioni e nuove tecnologie capaci di connettere, ispirare, aprire orizzonti, potenziare e ampliare al massimo tutte le capacità comunicative.

www.creostudios.it

Lumadea

Il guscio della lumaca, una spirale geometrica ideale di bellezza, equilibrio e armonia ha ispirato il rebranding di Lumadea, marchio di cosmetici naturali a base di bava di lumaca. Visualizzare in una spirale aurea la successione dei numeri di Fibonacci, ha consentito di nominare ciascun prodotto, definendo una beauty routine ispirata all’idea della massima perfezione. Il nuovo nome è nato dalla necessità di esprimere il sommo ideale di bellezza, la dea, giocando con il suffisso lum- (dal latino lumen con significato di luce, splendore, lucentezza, gloria, luce della vita) e l’assonanza con lumaca, vera protagonista di tutta la linea di prodotti di eccellente qualità. Qualità, purezza, visione, luce: uno studio sulle forme della natura e sulla natura delle forme, con una traccia visiva pulita ed essenziale, una linea distesa ad avvolgere il naming e a unire natura e bellezza.

81 CREATIVE FRAME
See. Touch. Feel.
Let’s Make up! Un pack cosmetico concettuale che racchiude tutto il mondo della nobilitazione! L’approfondimento lo trovate su questo numero!
Scan the QR code to discover Materia Viva on website
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.