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Galbiati: “il momento è davvero decisivo”

sogni viola sono in cerca di nuova linfa per continuare il loro viaggio; speranze e ambizioni pronti a sostenerne la corsa. Sono ad aspettarli alla stazione dell’affermazione. Al di là di Cremonese e Lech Poznan. Che si prestano a possibile percorso di conquista di una o, speriamo entrambe le coppe, senza trascurare la deviazione del campionato, da ultimare con la dignità che il Giglio richiede, per poter brillare. Delle prospettive viola, della partita con lo Spezia, ne parliamo con Roberto Galbiati di Cernusco sul Naviglio, “Il paese dei liberi” contando Scirea e Tricella, dai trascorsi finali di carriera spezzini 89-90, ma il cuore è viola. Colore che ha difeso dal 1978 al 82 e nella stagione 86-87. Vicino nel 1982 a quel sogno in sospeso nella storia gigliata, il terzo scudetto.

Roberto Galbiati, cosa si aspetta da questo finale di stagione della Fiorentina?

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“Si entra nella parte più importante, tanto complicata, quanto decisiva. Credo, però, che la Fiorentina possa concluderla in modo positivo, storico. Magari centrando un obiettivo… Che manca da anni a Firenze, un trofeo”.

Quali delle due coppe può dare soddisfazioni maggiori?

“La Coppa Italia è l’obiettivo più fattibile. La Conference è una possibilità in più, però più ardua da raggiungere.

La Viola è una fra le favorite, ma soprattutto nella parte opposta del tabellone ci sono squadre importanti. Dividendo le possibilità direi 80% Coppa Italia, mentre darei un 50% per la Conference League”.

Il campionato autorizza ancora lo sperare in una nuova qualificazione europea?

“Non bisogna lasciare niente di intentato, mai. Ci sono, tuttavia, tante squadre davanti a rendere difficile una possibile rimonta. Rispetto ai tre obiettivi è quello che regala margini minori, per me al 40%”.

Qual è il livello d’importanza della partita con lo Spezia?

“I liguri con Semplici sono migliorati molto a livello difensivo, quindi li ritengo degli avversari insidiosi. Tuttavia è un incontro da vincere a tutti i costi, se si vuole mantenere un barlume di speranza europea aperta”.

Che ricordi ha delle due Piazze?

“Firenze è una delle parti più importanti della mia carriera, non solo da calciatore, anche da allenatore. L’annata 82, anche se poi è finita male, è l’emozione che mi lega di più al viola. Lo Spezia mi ha dato la possibilità di finire bene il percorso di atleta, per poi affacciarmi al professionismo come tecnico sulla panchina ligure. Essere chiamato anche in questa veste mi fece molto piacere, perché vuol dire che avevo lasciato un ottimo ricordo nella mia precedente esperienza”.

Quanto può intaccare le prospettive future, la Viola lontana dal Franchi per almeno un biennio?

“Più che altro a livello economico, a seguire l’aspetto sportivo. Abbiamo già visto la Fiorentina giocare all’estero (ride n.d.r.). I più onerati da questa situazione sono i tifosi che debbono sostenere grossi sacrifici economici, per spostamenti e spese conseguenti. E anche per la società è una seria rimessa, considerando che il tifo viola è quello fra i più presenti in Italia”.

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