IL BRIVIDO SPORTIVO SPECIALE VLAHOVIC DEL 06/02/2022

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5 FEBBRAIO

2022

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La Fiorentina sta vivendo un momento molto delicato E il campo non aspetta

La cessione di Dusan Vlahovic ai bianconeri ha riaperto anche brucianti ferite del passato E le parole di Commisso pesano come macigni È stato solo uno sfogo o c’è dell’altro?

Il presidente Rocco Commisso con il dg Joe Barone e il ds Daniele Pradè • Mario Tenerani

“S

ono amareggiato e deluso, devo fermarmi a riflettere”. Ha cominciato così il lungo sfogo ai canali ufficiali viola il presidente Rocco Commisso. Parole dure che potrebbero aprire scenari di cessione del club.

Tutti i diritti riservati: vietata la riproduzione, anche solo parziale, di contenuti e foto di questa pubblicazione Chiuso in redazione il 03/02/2022 alle ore 13

Direttore Editoriale Luca Calamai Direttore responsabile Mario Tenerani Caporedattore Tommaso Borghini

Ovviamente il numero uno della Fiorentina ha parlato anche della vicenda Dusan Vlahovic che ha scioccato Firenze, riaprendo vecchie ferite del passato che bruciano ancora e che ripercorriamo in questo nostro speciale: ”Non posso accettare le offese, insulti inaccettabili. I procuratori di Vlahovic ci volevano rovinare e negli ultimi tempi il giocatore non mi salutava

Editore e pubblicità SPORTMEDIA info@brividosportivo.it N° ROC 26744

BS| 5 febbraio 2022

Redazione redazione@brividosportivo.it Grafica e impaginazione Rossana De Nicola grafica@brividosportivo.it

Editoriale rubrica

Non più i migliori, non più alla Juve

più. Abbiamo incassato 75 milioni cioè quanto fattura la Fiorentina in un anno. Pensavo di aver dato tanto a Firenze e ci sono rimasto male. Per questo devo riflettere per il futuro”. Chissà se la cessione di Vlahovic a gennaio, della quale avremmo fatto volentieri a meno, avrà un effetto a catena. Chissà se il presidente Commisso è stato solo vittima di uno sfogo oppure sta prendendo in esame davvero la possibilità di vendere la società dopo poco più di due anni e mezzo dal suo insediamento. È un momento molto delicato per i viola, proprio quando dopo la sosta per le nazionali riparte il campionato. Tante domande, poche certezze. Cabral e Piatek sapranno far dimenticare Vlahovic? La Fiorentina continuerà a correre per l’Europa o da questo frullatore uscirà ridimensionata? Non dovremo attendere molto per saperlo, ci affideremo a Mister Italiano. Toccherà a lui rimettere le mani sul gioco. E alla società invece un altro compito: non cedere più i migliori giocatori della rosa, soprattutto alla Juventus…

Stampa Baroni e Gori Foto Massimo Sestini Foto storiche archivio Paolo Melani

Hanno collaborato Lucia Petraroli, Giacomo Cialdi, Daniele Taiuti, Francesca Bandinelli Ruben Lopes Pegna


LE ParOLE Di rOccO

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Commisso: “Sono deluso, devo fermarmi e riflettere”

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“La cessione di Dusan scelta dolorosa, ma vale i ricavi di un anno Ora guardiamo con fiducia al futuro”

il duro sfogo del presidente viola ai microfoni del canale ufficiale: “inaccettabili le critiche e le offese che ho ricevuto in questi giorni i procuratori di vlahovic sono stati disonesti e bugiardi Rifiutavano tutte le offerte perché avevano già un accordo con la Juve”

• ToMMaSo BorGHini

U

no sfogo dettato dalle pesanti critiche (e dagli insopportabili insulti) che gli sono piovuti addosso nel corso di questa fase frenetica dell’esistenza viola, oppure la volontà di cedere davvero la Fiorentina? Dopo le pesanti parole di Rocco Commisso, rilasciate al canale ufficiale del club nella serata di martedì scorso, Firenze si è addormentata con questo dubbio amletico. Difficile dare oggi una risposta, ma il tempo è galantuomo e presto si capirà il reale intendimento del patron gigliato. Che certamente sta vivendo uno dei momenti più delicati da quando, poco più di due anni e mezzo fa, ha rilevato il club dai Della Valle.

Rileggiamo tutte le sue dichiarazioni, parole che misurano lo stato d’animo del dirigente e dell’uomo Commisso. LO SFOGO "Sono molto amareggiato e deluso, devo fermarmi e riflettere. Pensavo di aver dimostrato con i fatti quali fossero i miei principi e i miei valori. Per la Fiorentina non mi sono mai tirato indietro. Ci ho messo tutte le energie e la mia disponibilità economica. Ma non posso accettare le offese, le minacce e le cattiverie di questi giorni. Mi lasciano tanta delusione, e mi fanno riflettere sulle scelte che ho fatto e che dovrò fare in futuro. A novembre i dottori mi avevano sconsigliato di viaggiare, ma sono partito ugualmente con la volontà di far ragionare Vlahovic e i suoi procuratori. E invece mi sono ammalato e arrabbiato ulteriormente con loro. L’ultima volta che ci siamo visti Vlahovic non mi ha neanche salutato”. IL CASO VLAHOVIC “Dusan si arruffianava con i tifosi, a fine novembre ho provato a chiudere per il rinnovo del contratto, ma i suoi procuratori sono stati disonesti e bugiardi. L’incontro sembrava essere andato bene e il giorno dopo avevamo l’appuntamento per chiudere. E invece ci hanno fatto una sorpresa: il contratto che avevamo offerto, da circa 5 milioni netti l'anno, non lo volevano più. Dusan chiedeva 8 milioni netti l'anno e i suoi manager hanno alzato le pretese fino al 10 per cento sulla futura rivendita e l'esclusiva. I miei dirigenti hanno trattato con club inglesi e altri esteri, ma loro hanno sempre detto no perché, probabilmente, avevano già un accordo con la Juventus e forse anche a scadenza".

Rocco Commisso

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LE ParOLE Di rOccO

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“i veri pagliacci sono altri adesso dovrò pensare alle decisioni da prendere”

IL VALORE DELL’OPERAZIONE “La cessione di Vlahovic la considero una buonissima operazione, quasi un capolavoro, come l’ha definita qualcuno. La Fiorentina oggi ha ricavi annuali di 75 milioni e abbiamo preso il 100 per cento in base ai nostri ricavi. I soldi arriveranno nell'arco di tre anni, fino ad arrivare a 80 milioni. Grazie a questa operazione abbiamo l'opportunità di guardare al futuro. E' impossibile competere con squadre che hanno il fattura-

Il presidente si è rivolto anche ai tifosi viola

to della Juventus. Con i nostri ricavi, il proprietario deve mettere 40-50 milioni a perdita e questo non è possibile. Abbiamo già speso 314 milioni. Esclu-

remare tutti dalla stessa parte e sostenere Italiano

con la Curva Fiesole e con i tifosi non si basa su co-

dendo il Viola Park, i milioni spesi sono 280: 180 per

che sta facendo un eccellente lavoro. Con il lavoro

comprare la Fiorentina e 110 per mettere i conti a

municati, ma su fatti concreti. Nel maggio del 2021

e la dedizione si può superare qualsiasi ostacolo.

ho dato a tutti i fiorentini l’opportunità di comprare

Conta solo la squadra e non il singolo giocatore”.

la Fiorentina e nessuno si è fatto avanti. Spero che

posto. Tutto ciò in soli 2 anni e mezzo. L'operazione Vlahovic è soprattutto un fatto economico, chi non guarda l'economia del club deve fare altro e non guardare la Fiorentina. Io ho promesso solo una cosa: con me il club non fallirà mai”. IL MESSAGGIO AI TIFOSI "Sono consapevole che la scelta di cedere Dusan possa non piacere a tutti. E’ stata una scelta dolorosa, fatta per il bene della Fiorentina. Ho visto un sondaggio che evidenziava che la grande maggioranza dei tifosi votanti era a

LA REAZIONE AGLI INSULTI "E’ incredibile che le istituzioni cittadine, a parte l'assessora Albanese, non abbiano preso posizione su un'immagine così offensiva per me, che è stata appesa su un monumento come Ponte Vecchio. E nessuno cerca i colpevoli. Forse si stratta solo di una o poche persone, ma è stato offeso un luogo sacro per Firenze. I veri pagliacci sono altri. Ci sono stati momenti in cui

ciò faccia riflettere qualcuno: oggi sapete cosa e chi avete, ma non sapete cosa vi offrirà il futuro". IL VIOLA PARK "I costi si sono alzati fino a 90 milioni e i lavori proseguono spediti. Mi auguro non ci siano più brutte sorprese. Per esempio non mi piacciono le voci che dicono che non possiamo fare campi sintetici. Voglio ricordare ai politici che

favore del nostro mercato. Noi vogliamo soltanto

c’erano solo striscioni “Io sto con Rocco”. Adesso in-

gli impegni presi si rispettano. Abbiamo già pagato

far crescere la Fiorentina. Capisco l'amarezza di una

vece ho capito che c'è qualcuno che gradisce i miei

3 milioni di oneri al Comune per i parcheggi e que-

parte del tifo e ringrazio coloro che mi hanno soste-

soldi, ma non la mia presenza a Firenze. Per questo

sti dovranno essere pronti e anche la tranvia dovrà

nuto. Non posso però giustificare gli insulti, che mi

dovrò fare un'analisi approfondita e prendere de-

essere avanti. Noi a dicembre il Viola Park lo voglia-

toccano nel profondo e mi fanno riflettere. Bisogna

cisioni trasparenti nel rispetto dei tifosi. Il rapporto

mo inaugurare".


Le risposte al rialzo alle proposte di rinnovo in viola, le pretese del manager e l’indifferenza verso le offerte degli altri club Ecco lo scenario che ha spinto la Fiorentina a cederlo a gennaio Una mossa che ha sconvolto Firenze, scatenando le polemiche

• franCeSCa BanDineLLi

P

artiamo dalla fine: Dusan Vlahovic è un nuovo giocatore della Juventus. Per la Fiorentina, club che lo ha fatto conoscere sul palcosceni-

co del calcio che conta, che lo ha trasformato in uno degli attaccanti più competitivi del panorama europeo, non c’è stato spazio nemmeno per una parola, per un «grazie» di circostanza. No. La famiglia a cui il serbo ambiva ad unirsi era quella della Juventus, quella che gli ha permesso di trascorrere «il più bel compleanno possibile». Al suo posto, nelle casse dei viola entrerà una cifra compresa tra gli 85 e i 90 milioni, incluso il contributo di solidarietà Fifa e gli oneri accessori. L’intesa tra i club è stata trovata a 75 milioni

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Pradè ha rotto gli indugi in diretta tv E la trattativa è decollata

LA RICOSTRUZIONE La Fiorentina si era mossa per tempo. È dal dicembre 2020 che i viola stavano lavorando ad una proposta di rinnovo del contratto da far sottoscrivere a Vlahovic. Da una prima offerta di 1,2 milioni l’anno bonus esclusi (ma facilmente conquistabili) si è progressivamente saliti: prima a 2 milioni, poi a 4. Questa offerta, a dire il vero, era stata inizialmente accettata e poi ricusata. Commisso ha detto stop dopo la proposta finale di 23 milioni di euro per quattro anni, fino al 2025: 5 milioni per il primo anno e 6 per ciascuno degli altri tre. Elementi di rottura sono sempre state le percentuali sulla futura rivendita, la richiesta di mandato esclusivo a vendere avanzata da Ristic e, soprattutto, le commissioni per l’entourage, quelle che comunque hanno visto Ristic discutere fino all’ultimo pure con la Juve. Nel mezzo, a Firenze, erano arrivate offerte

di euro di base fissa, a cui si posso-

ricchissime da parte di diverse squadre di Premier,

no aggiungere altri 5 milioni di bo-

dall’Arsenal fino al Tottenham passando per il New-

nus più complicati da raggiungere:

castle, l’unico a spingersi solo per il cartellino vicino

al calciatore, invece, è stato garan-

ai 90 milioni. Il giocatore, di fatto, non ha mai voluto

tito un contratto fino al 2026, a 7

ascoltare nessuna di queste proposte, ammiccando

milioni di euro netti a stagione.

in maniera importante proprio alla Juventus e spin-

Ristic, invece, si è “accontentato”

gendola a farsi avanti a pochi giorni dalla fine del

di 12 milioni di euro, trasformando

mercato. Appurato che l’unica strada percorribile

l’unico calciatore di spessore della

era questa, e alla luce del rischio concreto di vederlo

sua agenzia nel proprio Re Mida.

partire a zero euro, ecco che la Fiorentina ha dettato le condizioni sotto il profilo economico.

Dusan Vlahovic

crONaca Di uN aDDiO aNNuNciaTO

Dusan voleva la Juve e l’ha avuta

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crONaca Di uN aDDiO aNNuNciaTO

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Gli striscioni offensivi allo stadio e il duro comunicato della Fiesole

E N I D R O N U U P I A I U I NUMERIGVIOLA L T T E O F C ! F DI VLAHOVIC C A E A L E R IN VIO ra

anticipare il tesoretto da oltre 75 milioni che era

stato stanziato dal Cda non troppi giorni fa e che avrebbe dovuto essere il bacino a cui attingere in estate.

Vlahovic

ella Juve

aglia d con la m

LA MOSSA VIOLA Il primo a parlare è stato il ds Pradè, in diretta tv: «La valutazione di Vlahovic è importante, sopra ai 70 milioni, senza contropartite o pagamenti dilazionati. Le nostre porte sono aperte a tutto, già in questa finestra di gennaio. Siamo una società che fattura 75 milioni all’anno, non possiamo permetterci lo svincolo a parametro. Aspettiamo una risposta dagli agenti». La risposta è arrivata coi fatti che si sono susseguiti dalla notte tra il 24 e il 25 gennaio. Sì, perché a farsi avanti è stata la Juventus, lesta nel formulare la sua offerta, aspettando nel frattempo la negatività del giocatore al Covid. La Fiorentina ha fatto in modo di alzare al massimo la posta, la Juventus, dal canto suo, ha potuto

PRESENZE IN SERIE A: 98 GOL IN SERIE A: 44

LA FUGA La città, intanto, non è rimasta a guardare. I cancelli attorno al Franchi sono diventati un enorme murales di striscioni contro l’attaccante serbo, così come Radio, Siti internet e Tv si sono trasformati in un’enorme tribuna dove esprimere il proprio disappunto. Nel mirino, col passare dei giorni, c’è finita la dirigenza, come fatto sapere in maniera plateale dal comunicato della Curva Fiesole che ha chiesto spiegazioni direttamente al presidente Commisso, invocando il suo ritorno. Il giocatore, ancora positivo, ha lasciato Firenze nella tarda serata di giovedì 27, a poche ore dal suo 22mo compleanno. Certo, dovrà anche rispondere di come sia stato possibile violare l’isolamento domiciliare a seguito della segnalazione fatta dall’Asl Toscana Centro, ma di quello non si è preoccupato. Contava chiudere alla svelta questa esperienza fiorentina iniziata nel 2018. Fu Corvino ad anticipare il suo acquisto pur non disponendo di un posto da extracomunitario: Vlahovic venne la prima volta a Firenze con una sorta di stage, col

o c n a i a a h C n a No nviol a I a l i d e i Rich PRESENZE IN COPPA ITALIA: 10 GOL IN COPPA ITALIA: 5 PRESENZE TOTALI: 108 GOL TOTALI: 49

permesso del Partizan Belgrado. Poi si unì alla Pri-

mavera, con cui ha vinto una Coppa Italia di categoria. Con la prima squadra, nel 2021 è stato il miglior

marcatore del campionato nazionale, con 33 centri, gli stessi segnati da Cristiano Ronaldo nel 2020. Dal portoghese - o anche da Franck Ribery, tra i primi a congratularsi di questa sua nuova avventura con la Juventus - ha ereditato la maglia. A Firenze, di certo, sarà battaglia sotto tutti i punti di vista. «Il rispetto non si compra con i gol»: Vlahovic è avvisato e qui dentro c’è tutta l’anima di Firenze.

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L’erede di Dusan

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Dai primi gol in Brasile, all’esplosione con la maglia del Basilea

• LUCA CALAMAI

“I

l nuovo Adriano”, “Un armadio che la butta sempre dentro”, “Un attaccante che non farà rimpiangere Vlahovic”. King Arthur piace a tutti. Non c’è stata una voce che abbia posto dubbi sull’operazione condotta dalla Fiorentina. Anzi, tecnici, giornalisti e tifosi hanno già promosso l’attaccante brasiliano titolare. Dirottando l’altro nuovo acquisto Piatek in panchina. Certo, la sua sfida è complicata. Far dimenticare Vlahovic e le sue magie sembra un obiettivo impossibile. O quantomeno molto complicato. Ma la storia di questo brasiliano racconta di come lui abbia già dribblato, strada facendo, tanti ostacoli micidiali. Ma chi è King Arthur? Il suo percorso calcistico nasce con la maglia bianconera del Cearà (uno dei più importanti club di Fortaleza). Nella stagione 2018 chiude come il terzo attaccante brasiliano più prolifico di tutto il Paese, dietro Gustavo (detto “Gustagol”, del Fortaleza) e Gabriel Barbosa (detto “Gabigol”, del Santos). Quello che poi ha tentato senza fortuna di sfondare in Italia con la maglia dell’Inter. Cabral segna 24 gol. Reti messe a segno con il giusto cocktail di classe e potenza. Funziona male, invece, la storia con il Palmeiras e allora King Arthur accetta la corte del Basilea.

King Arthur Cabral, il goleador che piace a tutti Il centravanti brasiliano ha già dribblato tanti ostacoli, adesso dovrà vincere la sfida più difficile della carriera: far dimenticare ai tifosi i gol e le magie di Vlahovic Il talento non gli manca, così come la volontà di imporsi

ABRAL

Prestito con obbligo di riscatto a sei milioni. Una cifra ridicola visto quella che sarà poi la crescita di questo formidabile talento. In Svizzera Cabral decolla. Finisce la sua stagione d’esordio con 18 gol in tutte le competizioni, che porterà a 20 in quella

DI C I NUMERI Età: 23 anni

Nazionalità: Brasile Ruolo: Centravanti RETI IN QUESTA STAGIONE 27 gol in 31 partite Qualificazioni Conference League

8 gol in 6 partite Super League Svizzera 14 gol in 18 partite Conference League 5 gol in 6 partite RETI TOTALI 95 gol in 188 partite Cabral mostra la maglia viola (FOTO ACF FIORENTINA)


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Nella fame di migliorare somiglia al serbo Ora dovrà inserirsi nel calcio di italiano

giovanili della squadra di San Paolo fu fatto tornare senza rimpianti in provincia. Cabral non è uno che si spaventa. E allora proviamo a immaginarlo nuovo idolo dei tifosi viola. Dopo Batigol potrebbe essere lui a vedersi dedicata una statua. Non da Re Leone ma da King Arthur, naturalmente.

Arthur Cabral appena arrivato a Firenze

successiva (la 2020/21) e a 27 in quella dopo ancora, cioè quella corrente, con metà stagione ancora da giocare. Il 22 settembre dello scorso anno, dopo una vittoria per 2-0 del Basilea sul San Gallo decisa da una sua doppietta, diventa il giocatore ad aver segnato di più nella storia del campionato svizzero dopo sette partite (record strano, va detto). King Arthur entra nel mirino dei grandi club. Piace in Bundeslinga (che segue sempre con attenzione il campionato svizzero), attira persino l’interesse del Barcellona. Per lui questo sarebbe un sogno visto che potrebbe indossare la stessa maglia del suo idolo e cioè Ronaldo, il Fenomeno. Il Barcellona resta un sogno. A ottobre scorso, invece, Cabral vede realizzarsi un altro dei suoi desideri segreti: indossare la maglia della Selecao. Il cittì Tite lo convoca per la prima volta per sostituire l’infortunato Matheus Cunha. In conferenza stampa si dice pronto a fare qualsiasi ruolo pur di giocare con la maglia verdeoro. «Sono del Paraíba, di Campina Grande, terra del calcio e di persone molto umili». Uno con questa umiltà non può non piacere al popolo viola. Arthur Cabral non è Vlahovic. È un bomber con caratteristiche diverse. Non ha l’animo del leader, non è un trascinatore. Ma è un guerriero. È un vincente.

L’ErEDE Di DuSaN

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E, soprattutto, è uno che ha fame di migliorare. In questo è molto simile a Dusan. La sua forza è la varietà di esecuzioni in zona gol. E la velocità di pensiero che gli permette spesso di bruciare sul tempo i difensori avversari. Il segreto è depositare il pallone in rete. In qualsiasi modo.In Europa League, contro il Qarabag, l’attaccante brasiliano ha segnato scivolando a terra nella zona del primo palo e deviando il pallone in rete con la schiena. Italiano sa che avrà da lavorare su King Arthur. Sa che l’ex Basilea per rendere al meglio ha bisogno di una squadra che esalti le sue qualità. La Fiorentina e Cabral dovranno conoscersi a memoria e dovranno farlo il più velocemente possibile. La squadra viola ha bisogno dei gol del suo nuovo gioiello per conquistare un posto in Europa. Ad Arthur Cabral i gol non sono mai mancati, ma certo raccogliere l’eredità di Vlahovic è di sicuro la sfida più difficile di una carriera che a 23 anni lo ha già abituato a rovesciare diverse volte le aspettative che erano state riposte su di lui. Dopo Salah non sarebbe il primo attaccante emerso dalla periferia del calcio mondiale e passato per Basilea ad affermarsi a Firenze. Oggi, però, l’asticella è stata spostata più in alto di quando fu venduto senza troppe remore dal Palmeiras, e molto più in alto di quando dalle

IL MERCATO DI GENNAIO ARRIVI

JONATHAN IKONÉ (a) (definitivo, Lille) 14 mln + bonus KRZYSZTOF PIATEK (a) (prestito con diritto di riscatto, Hertha Berlino) ARTHUR CABRAL (a) (definitivo, Basilea) 14,5 mln + bonus TOTALE SPESE: 28,5 mln + bonus

PARTENZE DUSAN VLAHOVIC (a) (definitivo, Juventus) 75 mln + bonus MARCO BENASSI (c) (prestito, Empoli) ERICK PULGAR (c) (prestito, Galatasaray) CHRISTIAN DALLE MURA (d) (prestito, Pordenone) TOFOL MONTIEL (a) (prestito, Atlético Baleares) MICHELE CEROFOLINI (p) (prestito, Alessandria)

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Dal viola al bianconero

Dalla Fiorentina alla Juve: le 10 cessioni del Dopoguerra, tra top e flop • Ruben Lopes Pegna

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ono stati 12 i giocatori della Fiorentina ceduti alla Juventus. I primi furono il portiere Ugo Amoretti (58 presenze in viola dal 1934/35 al 1935/36) e la mezzala Cinzio Scagliotti (71 partite con 18 reti dal 1933/34 al 1935/36), entrambi passati alla squadra bianconera nell'estate del 1936. Allora però non c'era grande rivalità tra i due club, quella che sarebbe maturata dagli anni 50 in poi. SERGIO CERVATO Fu il primo grande a passare alla Juve. Il difensore dal 1948/49 al 1958/59 disputò con la squadra viola 315 partite di campionato, segnando 31 reti. Vinse lo scudetto nel 1955/56 e indossò la fascia di capitano a Madrid nella finale di Coppa dei Campioni del 30 maggio 1957 persa con il Real per 2-0. La indossò anche nelle due ultime stagioni alla Fiorentina. Conquistò anche la Coppa Grasshoppers nel 1957. Alla Juve giocò nel 1959/60 e nel 1960/61 62 partite in serie A, segnando 7 gol e vincendo 2 scudetti e 2 Coppe Italia. ROBERTO BAGGIO Il trequartista di Caldogno giocò nella Fiorentina dal 1985/86 al 1989/90 94 partite in serie A, segnando 39 gol. Alla Juve dal 1990/91 al 1994/95 disputò 141 gare di campionato, realizzando 78 reti. In quel periodo vinse 1 scudetto, una Coppa Uefa, una Coppa Italia oltre al Pallone d'oro.

EMILIANO MORETTI Il difensore romano giocò nella Fiorentina 36 partite in serie A nelle stagioni 2000/01 e 2001/02. Vinse la Coppa Italia nel 2000/01. A luglio del 2002, prima del fallimento, fu ceduto alla Juve con cui disputò solo 8 gare di campionato (vinse comunque la Supercoppa italiana) fino a gennaio 2003. GIORGIO CHIELLINI Giocò nella Fiorentina nel 2004/05 37 partite in serie A segnando 3 gol. La Juve lo aveva comprato nel 2004 dal Livorno e girato in prestito secco alla Fiorentina. Alla fine di quella stagione andò al club bianconero, con cui ha giocato 416 partite di campionato, realizzando, 27 reti e vincendo 19 trofei . VALERI BOJINOV L'attaccante bulgaro giocò in maglia viola da gennaio 2004 fino alla stagione 2005/06 36 partite di campionato, segnando 8 reti. Nell'estate del 2006 fu ceduto in prestito secco alla Juventus in serie B (18 gare e 5 reti). Al termine della stagione 2006/07 tornò alla Fiorentina che lo cedette al Manchester City. FELIPE MELO Il centrocampista brasiliano giocò nella Fiorentina 29 partite di campionato, realizzando 2 reti nella stagione 2008/09. Ceduto alla Juventus, nel 2009/10 e nel 2010/11 collezionò 58 presenze in serie A, siglando 4 reti.

NORBERTO NETO Il portiere brasiliano giocò con la Fiorentina dal 2011/12 al 2014/15 72 gare di campionato. Nell'estate del 2015 andò, a parametro zero, alla Juventus con cui dal 2015/16 al 2016/17 giocò 11 partite in serie A, vincendo 2 scudetti, 2 Coppe Italia e una Supercoppa italiana. FEDERICO BERNARDESCHI Con la Fiorentina dal 2014/15 al 2016/17 ha giocato 72 partite in serie A, segnando 14 gol. Ceduto alla Juve, dal 2017/18 a oggi ha disputato 124 gare di campionato, realizzando 8 gol e vincendo 3 scudetti, 2 Coppe Italia e 2 Supercoppe italiane. FEDERICO CHIESA Con la Fiorentina dal 2016/17 a ottobre 2020 ha giocato 137 partite in serie A, segnando 26 reti. Alla Juve, da ottobre 2020, ha disputato 44 gare di campionato, realizzando 10 gol e vincendo una Coppa Italia e una Supercoppa italiana. DUSAN VLAHOVIC Con la Fiorentina dal 2018/19 a gennaio 2022 ha giocato 98 partite in serie A, realizzando 44 reti.


SERGIO CERVATO Terzino 50 milioni di lire

1990

ROBERTO BAGGIO Fantasista 25 miliardi di lire

2002 EMILIANO MORETTI Terzino 2,5 milioni di euro

2005

2009

FELIPE MELO Centrocampista 25 milioni di euro

2015

NORBERTO NETO Portiere a parametro zero

2017

FEDERICO BERNARDESCHI Attaccante 40 milioni di euro

2020

GIORGIO CHIELLINI Terzino fine prestito

FEDERICO CHIESA Attaccante 60 milioni di euro

2006

2022

VALERI BOJINOV

DUSAN VLAHOVIC Attaccante 75 milioni di euro

Attaccante in prestito

DaL viOLa aL biaNcONErO

1959


STiPuLiaMO poLizze aSSiCUraTive ai PrEZZi PiÙ ConCorrenziaLi DeL MerCaTo


il direttore sportivo di lungo corso, fiorentino doc: “Vlahovic si è comportato malissimo, come il suo entourage, ma in certe situazioni la società deve usare il bastone Non si possono assecondare sempre le volontà dei calciatori” • LUCia peTraroLi

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Come vive da fiorentino l'ennesima cessione di un nostro talento ai bianconeri, dopo quelle di Chiesa e Bernardeschi?

bS| 5 febbraio 2022

“io avrei portato molto più avanti il braccio di ferro Ora serve investire bene”

“Si è comportato malissimo, non c'è riconoscen-

a partenza di Dusan Vlahovic ha sconvolto Firenze. Il bomber da 17 reti è volato a Torino in meno di 36 ore e adesso in città è fermento. Pino Vitale, direttore sportivo di lungo corso e soprattutto fiorentino doc, ci offre il suo personalissimo punto di vista sulla vicenda senza risparmiare critiche... Pino Vitale, cosa pensa della cessione di Vlahovic alla Juve? “Non mi è piaciuto il comportamento di Vlahovic. La scusa della giovane età non regge. Sono senza parole anche per il comportamento del suo entourage. Per quanto riguarda Commisso, ovvio non si poteva rinunciare ad un'offerta simile: 75 milioni sono tanti. Ma, da giugno ad oggi, le parole del presidente non mi sono piaciute. Bisogna usare il bastone in certe situazioni, nella gestione del giocatore, non si può andare dietro ad agenti e giocatori e accontentarli sempre e comunque. Si poteva portare questo braccio di ferro più avanti. Ok l'accordo con la Juve, ma col tempo potevano subentrare altre situazioni molto più vantaggiose, come in Premier per esempio. E poi potevamo portarci avanti prima col mercato in entrata, sapendo che lui sarebbe andato via”.

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ParOLa aLL’ESPErTO

Vitale: “Forti a parole, deboli nei fatti”

za. L’errore principale, però, è di Barone perché quando è esploso un anno fa bisognava rinnovargli subito il contratto. Da 800 mila euro, a guadagnare 7 milioni ti cambia la vita a 22 anni. Chi lo ha influenzato negativamente sono le persone che gli stanno accanto, purtroppo è tutta una questione d’interesse”. Cosa pensa della reazione della tifoseria viola? “I tifosi viola sono delusi. È normale sia così perché Firenze è costretta sempre a subire. Una storia vissuta troppe volte”. Come si riparte: basterà l'arrivo di Cabral? Pino Vitale

“Bisogna essere ottimisti, abbiamo una buona squadra e un ottimo allenatore. Perdiamo il bomber da 17 gol, ma ho fiducia in Italiano e sono certo che farà giocare bene la squadra. Credo se la gio-

“I giocatori citati volevano tutti la Juventus e questo, da fiorentino, fa rabbia. Baggio, invece, non voleva andare a Torino e sarebbe rimasto a Firenze. Commisso, ogni volta che è interpellato, ci dice che i soldi non sono un problema e poi finisce sempre così. Ogni tanto facciamolo allora un braccio di ferro vero, non diciamo sempre no a parole e poi...”.

cherà fino infondo per entrare in Europa”.

Cosa pensa del comportamento di Vlahovic nei confronti della società che lo ha lanciato?

La speranza è che Commisso smentisca le critiche

Come investirebbe i tanti soldi in arrivo? “Questo dobbiamo chiederlo alla società, mi auguro per Firenze e per la Fiorentina che i tanti soldi in arrivo siano investiti bene. Abbiamo criticato tutti i presidenti in passato, come i Pontello per esempio. ricevute, facendo davvero grande la Fiorentina”.


Brivido nella storia/1

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Gli incontri segreti con Mario Cecchi Gori non bastarono perché i Pontello avevano già deciso

Baggio “vittima” di un sogno rubato Per Firenze era come un figlio e lui non voleva la Juve, ma alla fine fu costretto ad accettare il trasferimento e in piazza Savonarola scoppiò una mezza rivoluzione Poi quella sciarpa viola raccolta, simbolo d’amore e rispetto

• LUCA CALAMAI

D

ue mesi prima aveva detto: “Non me ne vado da Firenze. Sono pronto a legarmi davanti al Duomo”. Robi Baggio non scherzava. Era stanco di una storia che non gli apparteneva. Era stanco di venire continuamente avvicinato alla Juve. Come se

fosse un mercenario del pallone. Lui che aveva i colori viola stampati sulla pelle, che aveva imparato a parlare fiorentino vedendo gli spettacoli del suo amico Benigni. Lui che non era considerato un campione ma il figlio della città. Era l’estate del Novanta. La Fiorentina stava chiudendo l’era Pontello. Ma c’erano ancora gli ultimi passaggi dell’addio da certificare. Trovare il compratore giusto e soprattutto vendere il gioiello di famiglia alla Juve. Non solo per una questione di soldi ma anche di rapporti di lavoro. La storia del divorzio tra Robi e la Fiorentina è stata oggetto di film, di libri. Di migliaia di articoli. Baggio voleva restare almeno un altro anno in maglia viola (per poi andare dodici mesi dopo al Milan di Berlusconi?). In questo senso aveva raggiunto un accordo con il proprietario entrante e cioè Mario Cecchi Gori. Il leggendario Rigoletto Fantappiè, amico del produttore cinematografico e simbolo dell’amore di Firenze per la sua squadra, organizzò almeno tre incontri tra il giocatore e Cecchi Gori. Tra i due era nata una simpatia immediata. Non avrebbe potuto essere altrimenti. Entrambi avevano il gusto della battuta. La storia narra di incontri nella notte, di Roberto nascosto nel bagagliaio di una macchina (ma questa è probabilmente una leggenda) di un patto di ferro che però i due “nuovi amici” furono costretti a stracciare. Il motivo? Cecchi Gori e Baggio si trovarono a fronteggiare una specie di ultimatum: i Pontello non avrebbero venduto la società al produttore cinematografico se prima Roberto non si fosse accordato con la Juve. E per rendere ancora più forte questo autentico ricatto scesero in campo altre figure di prestigio che fecero arrivare all’orecchio del giocatore la voce che un suo rifiuto a trasferirsi in bianconero avrebbe avuto come effetto la mancata convocazione per i Mondiali del ’90. I nostri mondiali quelli dell’Inno di Gianna Nannini e della mascotte Pinocchio.

Roberto Baggio in viola

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bS| 5 febbraio 2022

Quello di roby non può essere definito tradimento Fosse dipeso da lui sarebbe rimasto

Baggio con la famosa sciarpa raccolta

Come è finita lo sappiamo. Baggio alla Juve. Dopo tante lacrime, dopo la delusione per la finale persa di Coppa Uefa proprio con la squadra bianconera, dopo giorni e giorni di guerriglia cittadina. Con le signore che, seguendo gli scontri dalle terrazze di casa, aiutavano i tifosi viola a trovare rifugio nelle abitazioni per sfuggire alle cariche della polizia. Finì, purtroppo, con tanti giovani denunciati. Giovani che si sentivano derubati. Da un sogno. Finì con la prima conferenza stampa di Baggio che allontanava con fastidio una sciarpa bianconera che qualche mano anonima aveva sistemato davanti al campione. La storia di Baggio ha molto di romantico. Del resto, la storia ha poi confermato che Robi non accettò mai quel trasferimento forzato cercando nuove storie calcistiche appena il contratto con la Juve diventò attaccabile. È difficile, quasi impossibile, abbinare la parola traditore al Codino. È sempre venuto più naturale usare il concetto di “vittima” di un qualcosa che era più grande di lui. Di romantico c’è anche quel rigore non calciato quando il Codino si presentò da avversario al Franchi. E la scelta del campione di Caldogno di raccogliere una sciarpa viola lanciata da un tifoso quando l’allora mister Maifredi decise di farlo uscire dal campo e spedirlo negli spogliatoi. Un gesto di amore. O di rispetto. Fate voi. Un gesto che testimonia di un legame che anche oggi, è rimasto forte tra Robi e Firenze.

La vecchia

se

orentina de della Fi

di piazza

Savonarola

briviDO NELLa STOria/1

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briviDO NELLa STOria/2

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Due storie che s’intrecciano e dal finale molto doloroso per il popolo gigliato

Quando avevamo Fede… federico Bernardeschi e federico Chiesa, da pupilli a nemici calcistici da fischiare alla prima occasione Cresciuti e coccolati nel vivaio della Fiorentina Dopo l’esplosione hanno scelto entrambi la Juventus

• ToMMaSo BorGHini

“N

oi abbiamo Fede!”. Così titolò il Brivido Sportivo per esaltare le prestazioni in viola dei due Federico: “Berna” e “Chiesino”. Due gioielli coccolati, cresciuti nel vivaio gigliato e sbocciati in prima squadra nella quale, anche se per una sola stagione, hanno pure condiviso gioie e dolori, giocando insieme da titolari. Storie simili che s’intrecciano, così come simile è il ruolo occupato in campo, seppur con caratteristiche molto diverse e piedi forti opposti. Federico Bernardeschi arrivò a Firenze da ragazzino. A scoprirlo fu Ilario Saturni, talent scout del settore giovanile di allora guidato da Leandro Leonardi. Correva l’anno 2003 e il biondino di Carrara non aveva ancora 10 anni. Sinistro fatato e talento cristallino, non tardò a imporsi come uno dei migliori giovani viola in tutte le categorie, fino alla Primavera dove esplose definitivamente. Poi il prestito a Crotone per “farsi le ossa” e la consacrazione in serie A con la Fiorentina di Vincenzo Montella.

Federico Chiesa e Federico Bernardeschi in viola

I primi gol, ma anche il primo grave infortunio: frattura del malleolo. Infine con Paulo Sousa le vette più alte, con la conquista della gloriosa maglia numero 10. Ma l’amore appassì prematuramente. Nella calda estate del 2017, Federico fece intendere alla società di volere soltanto una squadra: la Juventus. Un desiderio così forte da “disertare” il ritiro di Moena, con tanto di certificato medico. Il famoso “mal di pancia” che fece scattare la reazione della tifoseria viola, che si sentì tradita da quel ragazzo che era stato soprannominato “Brunelleschi” per la sua bellezza calcistica. Il trasferimento alla Vecchia Signora non tardò ad arrivare: 40 milioni di buoni motivi per cederlo a titolo definitivo. Nel primo giorno da avversario allo stadio Artemio Franchi, “Berna” fu bersagliato dai fischi e si prese la sua rivincita con un gol su punizione.


Per la più classica delle vendette dell’ex. La storia viola dell’altro Federico, il figlio d’arte, è altrettanto bella quanto dolorosa per il suo esito finale. “Chiesino”, come lo chiamavano affettuosamente i tifosi, è nato a Genova, ma è cresciuto a Firenze, dove ha sempre abitato con la famiglia.

Chiesa, in

bianconero

vute al suo fisico gracile, a scalare a grandi passi le gerarchie. Fino al clamoroso debutto di Torino contro la Juve, voluto forse provocatoriamente da Paulo Sousa, già in rotta con il club. Era il 26 agosto 2016, Federico aveva appena 18 anni e 10 mesi. Non fu una partita memorabile, ma da quel giorno partì la sua incredibile ascesa che lo portò a segnalarsi come il giovane più promettente d’Italia.

, insegue Vl

ahovic

bS| 5 febbraio 2022

il primo disertò il ritiro mandando un certificato il secondo litigò con barone

briviDO NELLa STOria/2

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vecchia società lo avrebbe probabilmente già ceduto nell’estate del 2019. Era già tutto apparecchiato eppure il neo presidente viola si oppose con forza. “Non sarà il mio Baggio” dichiarò Rocco. “Chiesino” fece resistenza e nella tournée americana scoppiò il celebre alterco con il dg Joe Barone, all’interno dell’autobus della squadra parcheggiato sulle rive dell’Hudson. La partita la vinse Commisso, con Chiesa “costretto” a restare in viola. Per un solo anno, però, perché alla fine la guerra la vinse il ragazzo che ottenne la cessione, rifiutando qualsiasi proposta di rinnovo, il 5 ottobre del 2020. La formula, prestito biennale a 10 milioni con obbligo a 40 e bonus di 10, suscitò ulteriori polemiche. Una parte della tifoseria contestò la rateizzazione stabilita a favore degli acerrimi rivali. Da quel Allevato calcisticamente al Romagnoli di Coverciano dalla Settignanese di Maurizio Romei, è passato alla Fiorentina con la pesante etichetta di figlio del grande Enrico. Un macigno che si è scrollato di dosso a suon di accelerate sulla fascia che lo hanno portato, dopo iniziali difficoltà do-

giorno Federico per il popolo viola non fu più La Fiorentina di Della Valle lo erse a simbolo della ricostruzione della seconda era di Corvino, ma la corte della Juventus fu serrata fin da subito e fece breccia. Tanto è vero che, se non fosse arrivato Rocco Commisso, la

“Chiesino”, ma soltanto un nemico calcistico da fischiare alla prima occasione. Lo stesso destino di Dusan Vlahovic, che Fede ritroverà come compagno in bianconero, una volta superato il grave infortunio al ginocchio.


viOLa aMOrE MiO

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“Dimenticheremo vlahovic come chiesa e bernardeschi La Fiorentina è l’unica cosa che conta”

Sartoni: “Resta sempre e solo la maglia!”

La parola a “passarella”, ex presidente del Collettivo autonomo: “Capisco la rabbia dei tifosi, che è la mia stessa rabbia ormai i calciatori dettano legge e non hanno senso d’appartenenza Ma ha sbagliato anche il presidente a fare certe affermazioni”

come ad esempio quella “mai alla Juve”, oggi riceverebbe molte meno critiche. Lanciandosi in certe affermazioni si espone all’attacco di chi oggi è giustamente incavolato. Certe cose non vanno dette, proprio in virtù del fatto che se un calciatore vuole una determinata squadra, prima o dopo ci andrà».

• GiaCoMo CiaLDi

I

tifosi della Fiorentina non hanno fatto in tempo ad assaporare i due colpi del mercato invernale, Pjatek e Ikoné, che si sono trovati costretti ad ingoiare il più amaro dei bocconi: Dusan Vlahovic alla Juventus. Un doloroso tradimento, l’ennesimo nella storia recente, che ha spaccato la città e che rischia di veder compromessa la fin qui ottima stagione viola. Per parlare del trasferimento a Torino del calciatore serbo e dei ricorsi storici - da Baggio a Chiesa -, il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Stefano Sartoni, ex leader del Collettivo Autonomo Viola. Sartoni, cosa significa la cessione di Vlahovic alla Juventus? «Significa che per l’ennesima volta un nostro giocatore desidera fortemente andare a Torino e vestire quella maglia. Il che è piuttosto incomprensibile, date le condizioni in cui versa attualmente il club bianconero. È una sconfitta per tutti noi, che facciamo di questa rivalità un tratto distintivo». La tifoseria si è spaccata: da un lato chi attacca il giocatore e sostiene la scelta della società, dall’altro chi invece imputa al Presidente Commisso una certa “d e b o l e z z a ” nei confronti del club bianconero. Lei da che parte sta? Stefano Sartoni

te del glorioso

lungo presiden Sartoni è stato a o Collettivo Autonom

«Io sto dalla parte della Fiorentina, prima di tutto. Capisco perfettamente la rabbia dei tifosi, perché è la mia stessa rabbia: avere la fortuna di poter ammirare in viola un bomber del calibro di Vlahovic e cederlo a gennaio dispiace. Tutti noi sapevamo che sarebbe potuto partire, preferibilmente a giugno, ma il fatto che si trasferisca proprio a Torino amplifica moltissimo la delusione. È difficile da accettare. Purtroppo la società si è trovata nella condizione di essere messa sotto ricatto dal giocatore e dal suo entourage, ed ha scelto di avallare la cessione adesso. Non so se sia giusto o meno, ma capisco la delusione dei fiorentini. Credo sia accaduto qualcosa negli ultimi giorni: mi è sembrata strana l’intervista di Pradè che fissa il prezzo di Vlahovic e parla proprio della Juve, così come è stato molto rapido l’acquisto di Cabral. Cose che noi non sappiamo...». Impariamo qualcosa da questo, ennesimo, “tradimento”? «Una cosa la sapevamo già, ovvero che i contratti oggi non valgono niente. I calciatori hanno la forza per decidere il proprio futuro, e spesso le società restano con il cerino in mano. Una cosa che invece dovremmo imparare, a mio parere, è a parlare meno: se il Presidente Commisso avesse evitato certe frasi,

Vlahovic è l’ultimo giocatore in linea temporale a trasferirsi dalla Fiorentina alla Juventus. Da Baggio a Dusan, passando per Bernardeschi e Chiesa. Trova dei punti di contatto? «Il periodo di Roby l’ho vissuto da molto vicino, e so che lui, a differenza di Vlahovic, voleva restare alla Fiorentina con tutto se stesso. Fu obbligato ad andarsene, fu ricattato, e soffrì veramente l’addio. Per cui non ci sono similitudini, se non nel fatto che c’è sempre la Juventus di mezzo. Con Bernardeschi e Chiesa, invece, ci sono eccome dei tratti comuni: tutti e tre desideravano andar via e volevano soltanto i bianconeri». Come si cambia questo trend? «Purtroppo è difficile da interrompere questo brutto vizio, soprattutto se parliamo di calciatori che vengono dall’estero e che non hanno coscienza di cosa è, per noi, la Juventus. L’unica cosa che possiamo fare è crescere: con una Fiorentina d’alta classifica, che gioca stabilmente le coppe europee, sarebbe un po’ più facile invogliare i buoni giocatori a restare». C’è chi dice che Firenze sia cambiata, nel corso degli anni, e accetti con molta più indifferenza certi fatti... «Cambiata? No, è sempre la stessa città, innamorata della Viola e pronta a dividersi su tutto. Sono cambiati i tempi e il calcio, tutto qui. Ci dimenticheremo anche di Vlahovic, come abbiamo fatto per Chiesa e Bernardeschi. Del resto non è una frase fatta: i giocatori vanno e vengono, la maglia resta!».


Vlahovic è solo l’ultima di una serie di plusvalenze Da Veretout, passando per Simeone e Chiesa: le tante cessioni di calciatori presi dall’ex diesse Ora potrebbe toccare a Dragowski e Milenkovic • Daniele Taiuti

L

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I soldi incassati per il serbo si aggiungono agli altri introiti degli ultimi mercati

a Fiorentina e Pantaleo Corvino si uniscono ogni qualvolta il club e il navigato dirigente palesano l’intenzione di riaccendere il proprio fuIl Nantes nell’aprile del 2021 sancisce il distacco del giovane francese dai turo. Dal 2005 al 2012 e dal 2016 al 2019 Corvino ha abbinato spesso destini gigliati per 7,5mln di euro. Un maggior rimpianto si identifica con la gioventù alle ambizioni viola, buona parte di essa ha visto aggiungersi Veretout. Nell’estate 2017, la Viola sborsa 7mln di euro all’Aston Villa. Nonumerosi zeri alle intuizioni del dirigente di Vernole al momento di cedere, l’altra percentuale non ha trovato l’affermazione sperata. “Gli assegni nostante il rendimento deficitario della squadra circolari”, “Potenzialità che diventano qualità”, espressioni con cui Corvino viola in campionato nelle stagioni 17/18 e sentenzia gli acquisti migliori, il “distinguere la seta dalla lana”. Delle eredità 18/19, il francese risulta uno dei migliori. lasciate da Pantaleo, plusvalenze, vere e non fittizie, la Fiorentina acquisisce Ciò non lascia indifferente la Roma che, ancora nuova linfa per i progetti futuri. Vlahovic saluta tra i tumulti di orgoper averlo, sborsa una cifra complessiglio della tifoseria. Vi sono però 75mln di motivi per accettare la cessione va di 20mln di euro. Del lascito corvialla Juventus, il fatturato annuo della Fiorentina. Corvino lo porta a Firenze niano, sono ancora presenti e sospesi nel 2018; 1,5 mln di euro più bonus (500mila) a obiettivi raggiunti. Le prime Milenkovic e Dragowski in scadenza gioie in Primavera, poi Dusan trova in Prandelli l’ideale trampolino di lancio, nel 2023. Meno incerta la loro vocapace di regalare al suo immenso talento scenari rosei, purtroppo ancora lontà, sempre meno vicina ai colori a tinte bianconere. Commisso si è già dovuto arrendere nel recente passato viola. Per la Fiorentina in caso di alla volontà di lasciare di un proprio simbolo e al potere economico della loro cessione, si prefigurano nuove società bianconera. A Rocco va dato atto di aver rimandato il matrimonio fra Federico Chiesa e la Juventus, trattativa partita durante la gestione Della plusvalenze, nuove possibilità Valle. Dopo tutta la trafila nel settore giovanile Chiesa abbandona le proprie di crescita, firmate origini, cercando degli appigli concreti alle proprie aspirazioni. Il calciatore Corvia cui Corvino ha fatto firmare il primo contratto da professionista, risulta no. tuttavia ufficialmente ancora viola fino al 2025. La Juventus se vorrà avvalersi delle sue prestazioni future dovrà versare nelle casse viola un totale di 60 mln di euro complessivi, plusvalenza più che significativa. Dieci per i due anni di prestito, 2 mln 20/21, 8mln 21/22, a cui si vanno ad aggiungere i 40 mln per il riscatto previsto nel 2022 più i 10 mln di bonus facilmente raggiungibili. Meno importanti nelle cifre e nel valore, comunque meritevoli di riguardo le cessioni di acquisti corviniani quali Simeone, Lafont e Veretout, portatori di un buon plusvalore nelle casse sociali. Il primo arriva a Firenze dal Genoa nel 2017 per una cifra intorno ai 18mln di euro, non sono confermati i fasti argentini del passato buone qualità ma non fenomenali le qualità del calciatore. La società gigliata incassa, però, 16 mln di euro dalla vendita di Simeone al Cagliari nel 2020. Lafont giunge a Firenze nel 2018 coi sintomi del predestinato. In viola, tuttavia, alterna sprazzi di luce a momenti di buio. 8,5mln di euro il valore stabilito dal Tolosa. L'ex diesse viola Pantaleo Corvino

L’analisi

Il tesoretto di Corvino


iL PuNGiGLiONE

bS| 5 febbraio 2022

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i soldi della nemica acerrima serviranno per scatenarsi sul mercato estivo

Salvate il soldato Rocco vlahovic è nato a Belgrado, ben lontano da firenze Perché dare per scontato il suo amore eterno? E perché Commisso lo avrebbe dovuto tenere controvoglia? Rinunciando poi a degli introiti che faranno crescere il club

• LUCa Capanni

F

acciamo così: da ora in poi ogni calciatore deve giocare in una squadra della provincia in cui è nato o cresciuto. Sei nato a Careggi o a Torre Galli? Puoi giocare nella Fiorentina, nel Calenzano, nella Fortis Juventus (quella di Borgo San Lorenzo, occhio al Fortis davanti!) ecc. ecc. Così ogni gigliato giocherebbe fedelmente tutta la vita col Marzocco ruggente in corpo come se fosse un soldato rinascimentale a difendere la Signoria. E’ solo una provocazione, una proposta impossibile nella realtà e probabilmente anche nel metaverso (per i boomer: se non sapete cosa sia il metaverso, lo saprete presto perché l’economia mondiale ha bisogno di rifilarvi una nuova virtual-paccottiglia). Ma allora di che parliamo? Ah già… della partenza di Vlahovic. Non Baggio, non Batistuta, non Rui Costa. Chiediamo venia, ma ci ricordiamo rivoluzioni e lacrime per le partenze di questi fuoriclasse. Vlahovic, con tutto il rispetto, non solo non regge il confronto tecnico con i suddetti, ma non ha neanche mai sviluppato un rapporto viscerale con la città, non si è mai immerso nel fluido fiorentino fin sopra i capelli come invece avevano fatto loro. Domanda flash: qual è il monumento più importante di Belgrado? Okkei okkei, non lo sappiamo. Il Teatro Nazionale, secondo Wikipedia, ma non è questo il punto. Il punto è che Vlahovic viene proprio da quella città, così distante dall’alveo dell’Arno… E non ha scelto di diventare un fiorentino d’adozione, tutto qua (peggio per lui). A proposito di Arno: Commisso in versione Joker in uno striscione sul Ponte Vecchio, è accaduto una settimana fa circa. Uno striscione anonimo, che an-

Rocco Commisso con Dusan Vlahovic

che per questo lascia il tempo che trova. Ma non lascia il tempo che trova il comunicato firmato Curva Fiesole, in cui viene sminuito e disconosciuto tale striscione ma viene espressa delusione per l’affare concluso con la rivale storica, e richiesta la presenza fisica del patron a Firenze quantomeno per le scelte importanti. Un punto di vista da ascoltare e rispettare, e magari la prossima presenza fisica potrebbe tradursi in un faccia a faccia chiarificatore presidente-tifoseria. Noi la buttiamo lì. Detto questo, il campione da far crescere e mantenere non si chiama Vlahovic: si chiama centro sportivo, si chiama nuovo stadio polifunzionale e pulsante

sette giorni su sette (col massimo rispetto e affetto per il glorioso ma ormai anacronistico Franchi). Ne riparleremo. Tornando a Vlahovic che va a rinforzare l’acerrima nemica, staremo a vedere: di Salah ce n’è uno, tutti gli altri fan trentuno… minuti a partita se va bene (Bernardeschi, Kalinic, Badelj, Ljajic ecc.). L’acerrima nemica intanto ha rinforzato le casse viola, pecunia non olet! I soldi non hanno odore (anche se capiamo gli olfatti più… sensibili) e consentono di scatenarsi sul mercato. Quindi: benvenuto a chi onorerà la nostra maglia da ora in poi e, non facciamo scherzi… salvate il soldato Rocco.


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