i N I P i CAM noi 1982 2022
siamo
|Giugno 2022 |Editore e Pubblicità Sportmedia
Campioni morali, campioni per sempre BS SPECIALE Firenze ama ancora “I ragazzi dell’82” I CAMPIONI SIAMO NOI EDITORIALE
21 giugno 2022
|3| Uno Scudetto ogni 13 anni, quell’incantesimo spezzato
• MARIO TENERANI
È
come un romanzo quella stagione. Anche se finito male. Ma sfogliare quelle pagine è comunque affascinante, con un sottile ma tangibile senso del dolore. L’81/82 rimane un’annata mitica per tante ragioni. E poi in quell’epilogo di rabbia c’è qualcosa di iconico. La Fiorentina di Picchio De Sisti, tecnico emergente rimane la più forte degli ultimi 50 anni. La migliore dopo quella del ’69 perché è stata la formazione che più delle altre ha accarezzato l’idea dello Scudetto. Una formazione imbottita di campioni e fuoriclasse. Alcuni di loro, esattamente in cinque, dopo poche settimane avrebbero vinto i mondiali spagnoli: Antognoni, Graziani, Vierchowod, Galli e Massaro. Quando ricapiterà su una rosa di 22 (oggi 23) di vincere la Coppa del Mondo con una pattuglia così folta di viola. Incredibile perdere uno Scudetto così, solo con una vergogna arbitrale sull’asse Cagliari- Catanzaro poteva accadere. Incredibile non vincere il tricolore facendo 45 punti in 30 partite. C’era riuscito solo il Toro nel ‘76/’77 a perderlo con 50 punti dietro alla Juve 51… La Fiorentina di De Sisti su 30 gare ne perse solo 2 e nel girone di andata, per inciso in trasferta: a Cesena e a Roma. Poi stop, solo una cavalcata che doveva rivelarsi trionfale e invece come sappiamo così non fu. Anche l’incidente ad Antognoni non aiutò, seppur il suo sostituto Miani cesellò un campionato d’autore. Il Capitano mancò più di tre mesi e resta il grande dubbio su come sarebbero andate le cose con Giancarlo in campo. Un gruppo granitico, straordinario, uomini veri. Gregari e primi attori saldati tra loro, in missione per un sogno. La gente ha amato quella squadra e continua ad amarla, se possibile più di ieri. Per i tifosi viola quello scudetto è vinto, non ci sono discussioni. Campioni d’Italia morali, campioni per sempre.
Tutti i diritti riservati: vietata la riproduzione, anche solo parziale, di contenuti e foto di questa pubblicazione Chiuso in redazione il 16/06/2022 alle ore 13
Direttore responsabile Mario Tenerani Caporedattore Tommaso Borghini
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Redazione redazione@brividosportivo.it Grafica e impaginazione Rossana De Nicola grafica@brividosportivo.it
Stampa Baroni e Gori Foto Massimo Sestini Foto storiche archivio Paolo Melani
Hanno collaborato Giacomo Cialdi, Daniele Taiuti, Lucia Petraroli Ruben Lopes Pegna, Matteo Calamai Ilaria Masini, Massimo Sandrelli
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SPECIALE I CAMPIONI SIAMO NOI
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“
IL COSTRUTTORE DELLA SQUADRA
Tito Corsi: “Traditi da un episodio Lo spareggio avrebbe fatto giustizia”
“I torti di Cagliari e Catanzaro rovinarono tutto Ma non abbiamo rimpianti”
• MATTEO CALAMAI
L
ui quella domenica era seduto in una tribunetta quasi attaccata al rettangolo di gioco. Tito Cor-
si, a quei tempi direttore sportivo della Fiorentina, ha ancora negli occhi quel “momento” che rovinò la stagione alla Fiorentina. Una ferita che quarant’anni dopo brucia ancora maledettamente. “Da dove partiamo? Cross di Antognoni, se non ricordo male, Daniel Bertoni e Lamagni che vanno a cercare la palla quasi indietreggiando. Il portiere del Cagliari esce e si crea il contatto”. La palla arriva a Graziani che la deposita in rete. “Ma l’arbitro Mattei aveva fischiato un attimo prima punendo un presunto fallo di Daniel. Dalla mia posizione ho avuto la sensazione che fossero stati il
Tito Corsi, ds della Fiorentina 81/82
portiere e il difensore del Cagliari eventualmente a commettere un intervento irregolare. Non Bertoni”.
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IL COSTRUTTORE DELLA SQUADRA • segue da pagina 4
Il duello con la Juve visto dal Brivido
Corsi allestì una Fiorentina vincente
Parlò a fine partita con l’arbitro Mattei? “No. Primo perché non si poteva. Secondo perché ormai quella rete era stata annullata e per niente al mondo si sarebbe potuti tornare indietro”. Come prese la famiglia Pontello quel torto arbitrale? “C’era grande delusione nella proprietà. Un’amarezza forte. La stessa che accompagnò il ritorno di tutta la squadra a Firenze. Ero e resto convinto che quello scudetto doveva essere assegnato con uno spareggio”. Alla fine quell’episodio ha regalato lo scudetto alla Juve. “Ricordo un boato partito dalle migliaia di nostri tifosi presenti a Cagliari quando la radio annunciò un possibile rigore a Catanzaro per fallo di Brio su Borghi. Quando ho rivisto l’immagine di quel contatto alla moviola sono saltato per aria. Era rigore netto. Così come, per onestà, era rigore a favore della Juve quello trasformato da Brady nel gol scudetto. Però, lo ripeto, c’era un rigore prima per il Catanzaro”. Tornando alla partita di Cagliari la Fiorentina dopo il gol annullato a Graziani quasi uscì dalla partita. “Non era una situazione facile. Il Cagliari quella domenica si giocava la permanenza in Serie A. Fu una gara dura. Non era facile costruire occasioni da gol. Peccato perché quell’episodio negativo andò a rovinare una stagione memorabile”.
C’era la Nazionale che doveva partire per il Mondiale. “Lo spareggio era già programmato per mercoledì. I nostri Nazionali e quelli della Juve avrebbero potuto tranquillamente raggiungere un giorno dopo i compagni in ritiro”. Ripensando a quell’episodio e a quel campionato c’è qualche altro rimpianto? “No. La Fiorentina disputò un grande campionato e davanti aveva non una Juventus normale ma una grande Juventus. Ricordo anche lo scontro diretto al Franchi (allora stadio Comunale) a poche giornate dal termine del torneo. Finì 0 a 0. Un vero peccato, perché se lo avessimo vinto...”. I tifosi della Fiorentina non riescono a dimenticare quel gol annullato. “Nessuno di noi potrà mai dimenticarlo”.
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L’ALLENATORE
De Sisti: “I vincitori siamo noi anche se l’almanacco dice Juve”
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SPECIALE I CAMPIONI SIAMO NOI
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• GIACOMO CIALDI
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na pagina indelebile nella storia della Fiorentina, una ferita ancora aperta per tanti tifosi viola. La stagione 1981/82 è ancora fresca nella memoria di chi, allora, assaporava il terzo, meritato scudetto gigliato. Invece il tricolore prese poi un'altra direzione, segnando per sempre la rivalità con la Juventus. Per farci raccontare quel campionato e l'ultima incredibile gara sull'asse Cagliari-Catanzaro, il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Giancarlo De Sisti, allenatore di quella grande Fiorentina. De Sisti, come iniziò la stagione 1981/82? «Quell'estate Pontello rinforzò molto la squadra, arrivarono giocatori importanti e sentimmo crescere su di noi le aspettative. Tifosi e proprietà avevano aspettative medio/alte, e noi sentivamo di poterle rispettare».
“
“Ancora oggi aspettiamo spiegazioni Ci resta l’affetto di Firenze”
Quando capiste che sarebbe potuto essere l'anno giusto per vincere lo scudetto? «Non lo capimmo mai, in realtà. Partita dopo partita la squadra cresceva, sentivamo di poter correre per traguardi importanti, lottare per stare lassù, ma mai ci dicemmo che avremmo potuto vincere lo scudetto. Soltanto alla fine, a poche giornate dalla conclusione della stagione, con Inter e Roma fuori gioco iniziammo a prendere più consapevolezza di cosa stavamo facendo». Quali erano i punti di forza della sua squadra? «Avevamo un ottimo organico, dal portiere all'ala sinistra avevamo giocatori di grande spessore. E poi era un bellissimo gruppo, un gruppo di amici. Quest'ultimo fattore sembra superfluo, ma le assicuro che non è così». Foste costretti ad affrontare anche momenti difficili, nel corso della stagione... «Senza dubbio. L'inizio non fu facile, ci servì un periodo di apprendistato. E poi, ovviamente, ci fu l'infortunio di Antognoni. Perdere Giancarlo per così tante partite fu un duro colpo per noi: era il nostro capitano, un giocatore incredibilmente forte e un fattore di preoccupazione per gli avversari...
Giancarlo De Sisti
Era tutt'altro che facile farne a meno. Nel finale, poi, ci mancò Pecci per cinque partite: un'altra perdita molto importante». Le assenze però furono compensate, almeno in parte, dal gruppo. Un gruppo nel quale non mancarono sketch, immagino... «Ce ne sarebbero tanti di aneddoti da raccontare, mi creda. [ride, ndr] Il primo che mi viene in mente è quello appena successivo all'infortunio di Antognoni. Stavamo per scendere in campo per un'amichevole, poggiai le maglie sul tavolo e dissi "Ragazzi, c'è da sostitui' Giancarlo: chi pija la 10?". Ci fu un attimo di silenzio e poi, lesto lesto, Sacchetti agguantò la maglia di Antognoni. A quel punto si sentì un "No, il 10 no!" generale.
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L’ALLENATORE segue da pagina 9
Per cui i ragazzi presero il cerotto che veniva usato per legare i calzini, lo tagliarono a misura e lo attaccarono sulla maglia di Sacchetti: così divenne 10-. A ripensarci mi viene ancora da ridere! Questo è un semplice esempio che testimonia, secondo me, quanto fosse unito e bello quello spogliatoio».
Una cover del Brivido dedicata a De Sisti
E così arrivaste alla partita finale, a Cagliari, cullando sogni di tricolore. Cosa accadde? «Accadde che noi non mostrammo tutta la fame di vittoria che avevamo. Conducemmo la partita per tutto il tempo, ma ci mancò qualcosina. Anche se un gol, che per me era buono, l’avevamo fatto con Graziani ma l’arbitro vide un fallo sul portiere di Bertoni. Sull'altro campo, Catanzaro, stava intanto avvenendo qualcosa di poco chiaro: ai padroni di casa fu negato, sullo 0-0, un rigore SO-LA-RE; dopodiché fu assegnato un penalty per la Juventus, che venne poi concretizzato. Quindi noi pareggiammo senza segnare, mentre i bianconeri vinsero 1-0. E così terminò quella stagione...». Cosa disse ai suoi ragazzi nello spogliatoio, immediatamente dopo la gara? «Può immaginare l'umore di quei ragazzi, di noi tutti: musi lunghi, diverse lacrime... Dissi loro che non dovevano demoralizzarsi, che avevamo l'onore delle armi e uscivamo a testa altissima. Dissi anche che potevamo ripartire, l'anno successivo, ma era francamente difficile rincuorare dei ragazzi così delusi e amareggiati». Quarant'anni dopo, quindi, cosa rimane di Lei cosa pensò in quei momenti? E cosa pensa ancora oggi? «Pensai che ci dovevano una spiegazione, e lo penso ancora oggi dal momento che una spiegazione chiara e credibile non ci è mai stata data. Sa cosa mi resta più indigesto quarant'anni dopo? Le parole dell'arbitro che disse "È così, è così e basta!" Lì percepimmo rabbia e cattiveria nei nostri confronti, e questo francamente è ciò che fa più male».
quella stagione storica? «Rimane la bella cavalcata fatta da una grande squadra; rimane l'intensa amicizia che lega tutti noi; rimane il ricordo e, soprattutto, rimane l'affetto di Firenze: i tifosi continuano ad applaudirci come se fossimo vincitori...».
Forse perché, come recita il famoso slogan coniato proprio dal Brivido Sportivo, "meglio secondi che ladri"... «Non c'è alcun dubbio! Quello fu un motto azzeccatissimo e perfetto per sintetizzare l'umore di una piazza che sognava e meritava la vittoria finale. Uno slogan forte, se vogliamo, così come fu forte la delusione di tutti noi. E vabbé, è andata così... nell'almanacco c'è la Juventus, ma in fondo, in un certo senso, siamo vincitori anche noi».
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IL CAPITANO
Antognoni: “La delusione diventò festa Dopo Cagliari in 5mila sotto casa mia”
• ILARIA MASINI
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iancarlo Antognoni, cominciamo dalla fine. Dopo lo scudetto sfumato all’ultima giornata nel 1982, migliaia di tifosi arrivarono a casa sua per ringraziare comunque. Come ricorda quel momento? «Vennero in cinquemila in Via Bolognese, dove abitavo. Suonarono il campanello, io ero a guardare la televisione e non me lo aspettavano davvero anche perché era un orario un po’ insolito visto che erano quasi le dieci di sera. Era il giorno successivo alla gara di Cagliari e vennero tutti per dire grazie, nonostante il secondo posto e che lo scudetto fosse andato alla Juventus nel modo in cui sappiamo. Via Bolognese era completamente invasa di gente».
E cosa le dissero i tifosi della Fiorentina quella sera? «Mi festeggiarono come se avessimo vinto comunque. Un gesto bellissimo. Poi andarono dal presidente di allora, Pontello, per manifestare il loro affetto. Tifosi straordinari e attaccati, come sempre nella nostra città e allora lo stadio era quasi sempre tutto esaurito». In quella stagione Trapattoni alla Juventus aveva una vera e propria corazzata. Le vostre migliori qualità quali erano? «Eravamo forti anche noi, ottimi giocatori in tutti i ruoli. Forti tecnicamente, sennò sarebbe stato impossibile competere per il primo posto fino alla fine». Qual è stata, secondo lei, la sua partita più bella di quell’anno? «Per me è stata quella di Napoli quando feci un bel gol e vincemmo 1-0 in trasferta. Fu una rete molto importante per me che tornavo dall’infortunio e in più furono tre punti fondamentali in chiave classifica. Per me quello fu un anno bello, con soddisfazioni ma anche molto travagliato».
Cucina senza glutine
Giancarlo Antognoni
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“Ricordo ancora via Bolognese invasa di gente I tifosi vennero per dirmi grazie”
E a questo proposito non si può dimenticare lo scontro con il portiere del Genoa, Silvano Martina, il 22 novembre 1981 che la tenne fuori per quattro mesi. «Non ebbi nemmeno paura al momento perché persi i sensi e quando mi svegliai ero già negli spogliatoi.
Più che altro era una zona complicata perché la testa non sai mai come reagisce, però alla fine è andato tutto bene». Il giorno del suo rientro contro il Cesena il 21 marzo 1982 c’era un enorme striscione in curva che recitava “Forza Antonio, l'Inferno è finito, il Paradiso ci attende". «Era una giornata con grande tifo ed emozioni. Poi l’ho rivisto e letto ancora meglio dai giornali successivamente ed è una scritta che nel tempo è rimasta indelebile». Ma lei quello scudetto mancato, a distanza di tempo, come lo rivive? «In una stagione ci sono sempre degli episodi particolari, però quella partita l’ultimo giorno a Cagliari era determinante, decisiva. Fu pesante».
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Una cover del Brivido dedicata al ritorno di Antognoni
Antognoni in maglia viola
L’arbitro Mattei che annullò il gol di Graziani, per fallo di Bertoni su Corti, l’ha più rivisto dopo quella partita? Ci ha riparlato? «Ho avuto modo di rivedere il direttore di gara al centro tecnico federale di Coverciano dopo diversi anni, ci siamo incrociati gli sguardi, ma non ci siamo detti niente». Perché secondo lei nei successivi quaranta anni, la Fiorentina non è mai più arrivata a competere per lo scudetto fino alla fine? «I tempi cambiano, cambiano i presidenti e tante altre cose, anche se spesso i viola sono stati in zone alte di classifica per piazzamenti europei, ma mai per il primo posto». Eppure, nel tempo, ci sono state altre Fiorentina davvero forti. «Pensavo che quando c’era Batistuta ed eravamo campioni d’inverno, con Trapattoni in panchina, potessimo arrivare a lottare fino alla fine per il tricolore. Poi però si infortunò Batistuta e non ce l’abbiamo fatta. Tuttavia è stata la volta in cui ci siamo andati più vicini». Se lei invece non si fosse fatto male nell’81-82 le cose sarebbero andate in modo diverso? «Credo di sì, senza nulla togliere a Miani, ma io in quel periodo ero in stato di grazia fra gol e assist, compreso il giorno in cui mi sono infortunato. Nei momenti cruciali a me è mancata la fortuna». Adesso la Fiorentina è tornata in Europa, con la Conference League. È felice? «Mi fa piacere per i tifosi e per la città».
Cucina senza glutine
SULLO SFONDO
La “Firenze rock” dei mitici anni ‘80 dove tutto sembrava facile
relli a TeleLibera
Un giovane Sand
Firenze
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Prosperavano etichette, concerti, locali, radio e tv Tra la voglia di dimenticare gli anni di piombo e il terrore del “Mostro”
• MASSIMO SANDRELLI
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Massimo Sandrelli
e al nord c’era la “Milano da bere” Firenze era una “città rock” nell’accezione che fu di Adriano Celentano: rock è bello. Erano gli anni ottanta e il rock a Firenze c’era davvero. Una montagna di etichette, una nuvola di concerti dai Litfiba ai Genesis, un pullulare di locali dal Tenax al Caffè Voltaire. Qualcuno parla addirittura di “nuovo rinascimento”. Firenze era “rock” anche per molto altro. Televisioni e radio private prosperavano grazie alla pubblicità. I commercianti avevano capito che potevano fare più business nonostante spot un po’ underground trasmessi attraverso l’etere minore. Pippucci, Marino Groovy, Carnicelli, Tuthunci diventarono delle vere e proprie icone nella comunicazione dell’epoca. Tutto sembrava facile e a portata di mano. Addirittura una delle famiglie più prestigiose della città decise di impegnarsi con la Fiorentina. I Pontello, in verità, erano per lo più interisti. Solo Claudio, avvocato e onorevole, era di sicura fede viola. Il gruppo, uno dei più importanti tra i costruttori italiani, ruppe gli indugi. Callisto, conte e capofamiglia, ripudiò ogni prudenza, voleva vincere e lo fece sapere senza ritegno. Illustrò il suo “manifesto” durante una trasmissione di Telelibera Firenze con una franchezza disarmante, tanto da lasciare interdetti i due conduttori, Giordano Goggioli e chi scrive. L’obiettivo era ben definito: lo scudetto. Gli altri? Si dovevano mettere in coda, Agnelli compreso. Fu una specie di dichiarazione di guerra, dietro la quale intere coorti del tifo viola si schierano con un orgoglio rinnovato e una fede assoluta. Approfittando della riapertura delle frontiere, alla Fiorentina arrivò l’argentino campione del mondo Daniel Bertoni. Poi Eraldo Pecci e Francesco Graziani, Paolo Monelli, Daniele Massaro e Pietro Vierchowod.In panchina fu chiamato Giancarlo “Picchio” De Sisti. In due campionati nacque una Fiorentina sfrontata quanto vogliosa di successo.
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SPECIALE I CAMPIONI SIAMO NOI
Alcuni simboli-cult della Firenze anni '80
SFONDO | 16 | • SULLO segue da pagina 15 Era come una nuova frontiera del calcio italiano. Se Firenze perdeva residenti (circa il 10 per cento), i comuni limitrofi ne guadagnavano, stava crescendo una nuova realtà metropolitana. Dopo Gabbuggiani due sindaci repubblicani Alessandro Bonsanti e Lando Conti furono la novità politica del momento. Si tentava di dimenticare, non senza fatica, gli anni di piombo, anche se proprio Lando Conti disgraziatamente ne fu poi una delle ultime vittime. I giovani amoreggiavano sotto lo slogan “occhio ragazzi” e i genitori si rassegnarono: se proprio lo volete fare, fatelo in casa. il Mostro con le sue turpi pratiche e la sua dissennata voglia omicida, terrorizzava Firenze e i suoi dintorni. Erano i mitici anni ottanta. Imperversava l’edoni-
Uno dei delitti del "Mostro di Firenze"
smo reaganiano, il piacere della frivolezza, condito da uno sfrenato individualismo. Fu anche la stagione di una nuova “primavera editoriale”. Crebbero nuovi quotidiani locali, nacque la Città tutta cronaca e sport, quindi tanta Fiorentina. Insomma entusiasmo ed energia si rincorrevano come in un cinodromo. La sensazione era che si potesse far tutto, anche nel calcio come nella vita. Nella stagione 81/82 la Fiorentina partì alla grande. Nel girone di andata con due sconfitte e, nonostante un drammatico incidente ad Antognoni, i viola si aggiudicarono il pur platonico titolo di campioni d’inverno. Sembrava l’anno giusto. I confronti diretti con la Juventus finirono a reti bianche. Qualche pareggio di troppo e si arrivò all’ultima partita con 44 punti a testa. La Fiorentina doveva giocare a Cagliari, la Juventus a Catanzaro. Si era alla vigilia dei mondiali di Spagna. Si dice che la Federazione temesse un prolungamento del campionato per un eventuale spareggio. Ci furono tormenti e lunghe riflessioni, paure e sospetti, ci furono anche cambi nelle designazioni arbitrali. Cagliari-Fiorentina finì 0-0. La Juve vinse su rigore. A Firenze la rabbia si intrise di lacrime, ne scaturì una miscela esplosiva. Non ci furono sommosse, non ci furono incidenti, fortunatamente. La nazionale evitò Coverciano per la spedizione spagnola. Sulla città campeggiava idealmente un monito, come un arcobaleno, che accusava: vergogna. A Firenze l’odio spesso si declina con il sarcasmo e dal Brivido Sportivo nacque un'effige che si sarebbe incastonata nella storia: un marzocco che, con una pernacchia, rinfacciava a tutti i potenti il proprio malcontento e vinse il rock. “Meglio secondi che ladri…”.
L'ESTATE DEI SOGNI
I Pontello fanno le cose in grande Fiorentina regina del calciomercato • TOMMASO BORGHINI
Al timone c’è uno dei figli, il presidente Ranieri che
“L
presenta orgogliosamente i gioielli acquistati nel
a Fiorentina è la regina del mercato”. Nell’estate del 1981 il parere della stampa è unanime: il club viola è quello che
ha speso di più e meglio, costruendo una squadra fortissima. Merito della famiglia Pontello che, nella
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corso del calciomercato, grazie alla sapiente regia del direttore sportivo Tito Corsi. I nomi sono altisonanti: il centravanti Francesco Graziani e il regista Eraldo Pecci, già campioni d’Italia con il Torino nel 1976, sono i fiori all’occhiello. Spiccano poi Anto-
stagione precedente aveva rilevato la società. Il Con-
nello Cuccureddu, esperto difensore proveniente
te Flavio Callisto è ambizioso e non si accontenta di
dalla Juve, e Pietro Vierchowod giovane stopper sof-
partecipare, vuole vincere.
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fiato (seppur in prestito) alle big. Senza dimenticare le promesse Paolo Monelli (attaccante possente) e Daniele Massaro (esterno instancabile), provenienti dal Monza oltre al jolly Luciano Miani, che
Il nuovo giglio fa storcere la bocca Ma non incrina l’entusiasmo
arriverà dal mercato di riparazione (allora tra ottobre e novembre). Innesti di enorme spessore che vanno ad aggiungersi ai campioni già presenti in rosa, su tutti il Capitano Giancarlo Antognoni, il “Puntero” argentino Daniel Bertoni e il portiere Giovani Francesco Grazian
ni Galli.
Ranieri Pontello
• continua a pagina 18
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SPECIALE I CAMPIONI SIAMO NOI
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L'ESTATE DEI SOGNI • segue da pagina 17
L’allenatore è Giancarlo De Sisti, ingaggiato in corsa l’anno prima, e protagonista di una clamorosa rincorsa che aveva portato, dalla zona retrocessione, al quinto posto finale. “Picchio”, poi, conosce alla perfezione l'ambiente perché è stato il capitano del secondo Scudetto viola del 1969 e anche questo è considerato un elemento di buon auspicio. Di fronte a tanta grazia, dopo anni di "vacche magre" e poche soddisfazioni, il popolo viola sogna finalmente in grande, trascorrendo una delle estati più esaltanti della storia gigliata. Questo nonostante alcune scelte della nuova proprietà non siano piaciute a una parte della tifoseria. Lo stemma della società cambia radicalmente, con il giglio alabardato che per metà raffigura una grande F, anche l’inno
Eraldo Pecci
ufficiale di Narciso Parigi è sostituito da una nuova
di lanciare la sfida alla Ju-
canzone, “La Fiorentina”, considerata più al passo
ventus e alle altre grandi
con i tempi, ma mai troppo apprezzata dai sosteni-
del campionato italiano.
tori viola. La maglia, infine, è la novità più clamorosa:
Stavolta Firenze sente di
al centro un grande disco bianco con il giglio alabar-
partire alla pari con le
dato in rosso, i pantaloncini che da bianchi diventa-
big, sostenuta da una
vano viola e i bordini rossi al colletto e alle maniche.
proprietà
Con il nome dello sponsor, la ditta di abbigliamento
mente forte, e di avere
J.D. Farrow's, scritto grande sul petto. La casacca è
quindi concrete chan-
presentata il 21 luglio 1981 e non mancano le po-
ce di poter conquista-
lemiche per quella che fu una delle prime opera-
re il terzo Scudetto, a
zioni di marketing applicate al calcio, volute dalla
13 stagioni dall’ultima
famiglia Pontello certamente all’avanguardia sotto
grande impresa fir-
questo profilo. Contrasti che non arginano l’entusia-
mata dalla Fiorentina
smo dilagante attorno a una squadra che promette
ye ye.
economica-
Il chiaro messaggio del Brivido Sportivo
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TUTTO IL CAMPIONATO MINUTO PER MINUTO
L’inizio è buono, poi arrivano le (uniche) due sconfitte
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SPECIALE I CAMPIONI SIAMO NOI
| 19 | do la squadra di De Sisti batte il Torino a Firenze 2-1 con i gol di Casagrande al 33' del primo tempo e di Bertoni al 24' della ripresa (per i granata accorcia le distanze al 90' Pulici). All'ottava giornata, l'8 novembre, la Fiorentina subisce, però, la seconda sconfitta del campionato. Sarà anche l'ultima. A Cesena perde 2-1 nel giorno in cui anche la Juve è battuta a Marassi dal Genoa. I romagnoli si portano sul 2-0 con i gol segnati nella ripresa da Verza all'8' e Lucchi al 21'. Antognoni accorcia le distanze al 23'. La formazione viola è comunque quarta in classifica a 3 lunghezze dalla capolista Roma, a 2 dalla Juve e a una dall'Inter.
Casagrande esulta dopo il gol al Como alla prima giornata • RUBEN LOPES PEGNA
I
l campionato a 16 squadre (30 giornate) inizia il 13 settembre 1981. La Fiorentina affronta al Comunale il Como. De Sisti manda in campo la seguente formazione: Galli; Cuccureddu, Ferroni; Casagrande, Vierchowod, Galbiati; Bertoni, Pecci, Graziani, Antognoni, Massaro. La Fiorentina vince 1-0 con un gol di Casagrande al 22' del secondo tempo. La settimana dopo, il 20 settembre, i viola pareggiano 0-0 a San Siro con il Milan. Il match della terza giornata in programma a Firenze il 27 settembre con l'Ascoli viene sospeso dopo 7 minuti per impraticabilità del campo. Sulla città si è abbattuto un violento temporale e il terreno di gioco è allagato. Con un po’ di pazienza e la partita si sarebbe potuta tranquillamente disputare. Mezzora dopo la sospensione, infatti, c'è già il sole. Alla quarta giornata, il 4 ottobre, i viola ottengono la prima vittoria in trasferta. Si impongono per 2-0 a Catanzaro, segnando i 2 gol negli ultimi 12 minuti. Al 33' della ripresa Vierchowod realizza la sua prima rete con la maglia gigliata e 60 secondi dopo Bertoni chiude il match. Intanto, per l'infortunio di Cuccureddu, Contratto diventa il terzino destro titolare. E lo rimarrà
per tutto il torneo. La settimana dopo, l'11 ottobre, la Fiorentina batte al Comunale l'Avellino per 1-0 con un gol segnato da Graziani dopo un minuto. Così, alla quinta giornata, la squadra di De Sisti è seconda con Inter e Roma, a 3 lunghezze dalla capolista Juventus (all'epoca la vittoria è premiata con 2 punti e non con 3 come ora) ma con una gara da recuperare. Dopo la sosta del campionato per la partita della Nazionale, il 25 ottobre la Fiorentina subisce all'Olimpico di Roma la prima sconfitta del campionato contro i giallorossi. I viola perdono 2-0 per i gol segnati da di Di Bartolomei e Pruzzo. Queste sono le prime 2 reti subite dalla formazione gigliata dall'inizio del torneo. 3 giorni dopo, il 28 ottobre, nel recupero con l'Ascoli (la gara riprende dal primo minuto) al Comunale la Fiorentina pareggia 0-0. Un gol di Graziani, però, non viene convalidato (secondo l'arbitro non è entrato in porta) e Antognoni fallisce un rigore nel finale. Va meglio il 1 novembre quan-
La cover del Brivido dopo il pari di Milano
• continua a pagina 22
LA FIORENTINA
Mario Paradisi
Renzo Contratto
Marco Baroni
Luciano Miani
CAMPIONATO1981/82
Luigi Sacchetti
Andrea Orlandini
Luca Bartolini
Paolo Monelli
In piedi da sinistra: Giancarlo Antognoni, Daniele Massaro, Daniel Bertoni, Giovanni Galli, Roberto Galbiati, Francesco Graziani Accosciati da sinistra: Antonello Cuccureddu, Francesco Casagrande, Armando Ferroni, Pietro Vierchowod, Eraldo Pecci
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SPECIALE TUTTO IL CAMPIONATO MINUTO PER MINUTO I CAMPIONI SIAMO NOI • segue da pagina 19
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1. giornata - 13 settembre 1981 FIORENTINA-COMO 1-0 FIORENTINA: Galli G., Cuccureddu, Ferroni A., Casagrande, Vierchowod, Galbiati, Bertoni D., Pecci, Graziani, Antognoni, Massaro. All. De Sisti. COMO: Giuliani, Galia, Tendi, Mirnegg, Fontolan, Albiero, G. Butti, De Gradi, M. Mancini, Gobbo, G. De Rosa. All. Marchioro. ARBITRO: Milan di Treviso. RETE: 67’ Casagrande.
FIORENTINA: Galli G., Contratto, Ferroni A., Casagrande, Vierchowod, Galbiati, Bertoni D., Pecci, Graziani (75’ Monelli), Antognoni, Massaro. All. De Sisti. AVELLINO: S. Tacconi, F. Rossi, Ferrari, Valente (46’ Facchini), Venturini, Di Somma, G. Ferrante, Redeghieri, Tagliaferri (59’ Ipsaro), Vignola, Chimenti., All. Vinicio. ARBITRO: Ballerini di La Spezia. RETE: 1’ Graziani.
2. giornata - 20 settembre 1981 MILAN-FIORENTINA 0-0
6. giornata - 25 ottobre 1981 ROMA-FIORENTINA 2-0
MILAN: Piotti, Tassotti, Maldera, Battistini, Collovati, Baresi II, Buriani, Novellino I, Mandressi, A. Moro, F. Romano. All. Radice. FIORENTINA: Galli G., Cuccureddu, Ferroni A., Casagrande, Vierchowod, Galbiati, Bertoni D., Pecci, Graziani, Antognoni, Massaro. All. De Sisti. ARBITRO: Longhi di Roma.
I TABELLINI
5. giornata - 11 ottobre 1981 FIORENTINA-AVELLINO 1-0
3. giornata – Recupero 28 ottobre 1981 FIORENTINA-ASCOLI 0-0 FIORENTINA: Galli G., Contratto, Ferroni A., Casagrande, (46’ Sacchetti), Vierchowod, Galbiati, Bertoni D., Pecci, Graziani, Antognoni, Monelli. All. De Sisti. ASCOLI: Brini, Anzivino, S. Boldini, Scorsa, Menichini, Mandorlini, Trevisanello II (75’ Zahoui), De Vecchi, De Ponti, E. Nicolini, Torrisi (68’ Greco). All. Mazzone. ARBITRO: Benedetti di Roma.
4. giornata - 4 ottobre 1981 CATANZARO-FIORENTINA 0-2 CATANZARO: Zaninelli, Sabadini, Ranieri, Boscolo, Santarini, Celestini, Mauro II, Braglia, Nastase, Sabato, Bivi. All. Pace. FIORENTINA: Galli G., Contratto, Ferroni A., Casagrande, Vierchowod, Galbiati, Bertoni D. (88’ Monelli), Pecci, Graziani, Antognoni, Massaro. All. De Sisti. ARBITRO: Mattei di Macerata. RETE: 78’ Vierchowod, 79’ Bertoni D.
ROMA: Tancredi, Nela, Marangon (78’ Spinosi), Turone, Falcao, Bonetti I, Chierico, Di Bartolomei, Pruzzo, Ancelotti (10’ Maggiora), B. Conti. All. Liedholm. FIORENTINA: Galli G., Contratto, Ferroni A. (65’ Monelli), Casagrande, Vierchowod, Galbiati, Bertoni D., Pecci, Graziani, Antognoni, Massaro. All. De Sisti. ARBITRO: D’Elia di Salerno RETI: 20’ Di Bartolomei, 35’ Pruzzo.
7. giornata - 1 novembre 1981 FIORENTINA-TORINO 2-1 FIORENTINA: Galli G., Contratto, Ferroni A., Casagrande, Vierchowod, Galbiati, (84’ Sacchetti), Bertoni D. (89’ Orlandini), Pecci, Graziani, Antognoni, Massaro., All. De Sisti. TORINO: Terraneo, Cuttone, Francini, Danova, Zaccarelli, Beruatto, Ferri I, R. Salvadori (70’ Ermini), Bonesso (76’ P. Mariani), Dossena, P. Pulici., All. Giacomini. ARBITRO: Pieri di Genova. RETI: 33’ Casagrande, 69’ Bertoni D., 90’ P. Pulici.
8. giornata - 8 novembre 1981 CESENA-FIORENTINA 2-1 CESENA: Recchi, Mei, Ceccarelli, A. Piraccini, Oddi, Perego (75’ D. Conti), Genzano, Verza, Garlini, Lucchi, Filippi. All. G.B. Fabbri. FIORENTINA: Galli G., Contratto, Ferroni A. (70’ Monelli), Casagrande, Vierchowod, Galbiati, Bertoni D., Pecci, Graziani, Antognoni, Massaro. All. De Sisti. ARBITRO: Agnolin di Bassano. RETI: 53’ Verza, 66’ Lucchi, 68’ Antognoni.
TUTTO IL CAMPIONATO MINUTO PER MINUTO
L’Angelo biondo che dribblò l’Inferno Antognoni vince la partita più dura
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21 giugno 2022
SPECIALE I CAMPIONI SIAMO NOI
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• TOMMASO BORGHINI
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Terribile scontro col portiere Martina fiato sospeso al Comunale Ma alla fine sarà recupero record L'attimo dell'impatto tra Antognoni e Martina
a storia è fatta di episodi che ne determinano il corso e la storia di Fiorentina – Genoa della stagione 1981-82 è una delle più incisive, purtroppo in senso negativo, dell’epopea viola. E’ il 22 novembre 1981, il giorno in cui Giancarlo Antognoni rischia la morte. Lo stadio, allora chiamato “Comunale”, è gremito. L’undici schierato da “Picchio” De Sisti è tra i più forti di sempre: Galli tra i pali, Galbiati libero, Vierchowod stopper, Contratto terzino destro, Miani (per l’occasione) terzino sinistro, Casagrande a far legna, Pecci in cabina di regia, Massaro sull’ala, Graziani e Bertoni di punta. Poi c’è Antognoni, “La Luce” che brilla in mezzo al campo. I viola sono uno spettacolo. Il “Puntero” Bertoni segna subito. Il Genoa pareggia, quasi per caso, con Gorin. Ma “Antonio” sale in cattedra e riporta avanti la Fiorentina su calcio di rigore. Passano 3’ e lo stesso Antognoni s’inserisce in area su lancio perfetto di Bertoni, il numero 10 viola è in netto vantaggio, ma tra lui e la porta c’è Martina. L’uscita del portiere genoano è incomprensibile. Antonio allunga la testa per deviare il pallone e viene abbattuto dal ginocchio alto dell’estremo ligure che lo colpisce dritto alla tempia. La botta è terrificante e fa crollare a terra, esanime, il “Ragazzo che gioca guardando le stelle”. Il silenzio sulle tribune dello stadio è “assordante”, i gesti dei giocatori in campo gettano tutti in un profondo sconforto. Il capitano del Genoa Onofri corre via con la testa tra le mani, Ciccio Graziani sembra in preda a una crisi di nervi. Anche l’arbitro Casarin pare smarrito di fronte a un’immagine così agghiacciante. E’ come se il tempo si sia fermato con il cuore di Antognoni che, per qualche secondo, cessa di battere. Il primo a intervenire è il medico sociale del Genoa, il professor Gatto. Giancarlo non respira e ha la bava alla bocca, il polso è fermo e inizia il massaggio cardiaco. Subito dopo arrivano il dottor Anselmi, responsabile dello staff viola, e lo storico massaggiatore “Pallino” Raveggi che effettua la respirazione bocca a bocca. Trascorrono secondi interminabili. E, finalmente, Antonio dà segni di vita. Entra la barella, ma durante il trasporto è necessario un altro massaggio cardiaco. Poi il capo di Antognoni si solleva leggermente, qualcuno intorno salta di gioia e dalle tribune scoppia un applauso spontaneo. La partita riprende, ma tutti pensano a lui, sugli spalti e in campo. Fino all’annuncio dell’altoparlante: “Giancarlo Antognoni ha ripreso conoscenza!”.
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21 giugno 2022
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Lo stadio esplode in un boato infinito, anche i calciatori si abbracciano, come se fosse stata segnata una rete, il gol più importante. La Fiorentina, poco dopo, segna davvero con Graziani. Il Genoa accorcia le distanze con Pasquale Iachini che, due anni più tardi sarà viola. Il risultato finale è 3-2, ma molti tifosi hanno già lasciato lo stadio per correre all’ospedale di Careggi e informarsi sulle condizioni del Capitano che, nel frattempo,
Una cover del Brivido post infortunio
Un approfondimento del Brivido sul trauma del Capitano
si è svegliato. Accanto ha sempre Rita, la moglie, che non lo lascia un minuto. La Tac parla di frattura temporale sinistra avvallata e frattura frontale lineare. La stagione pare inevitabilmente finita e si teme anche per la partecipazione al prossimo Mondiale, ma nessuno può garantire che possa tornare a giocare. La presenza di una falda ematica rende necessario l’intervento chirurgico che è effettuato dal professor Pasquale Mennonna. Due ore e mezzo sotto i ferri per asportare l’ematoma e ridurre le fratture. Martedì 24 novembre le speranze si riaccendono: gli esami escludono lesioni celebrali, il decorso è regolare. Antonio ha un recupero quasi miracoloso. Il popolo viola gli starà sempre vicino, assediando l’ospedale durante la degenza e accompagnandolo nella fase di riabilitazione. Dopo appena 4 mesi l’Unico 10 tornerà in campo, nella sfida interna col Cesena, con la Fiorentina in piena lotta per lo Scudetto, spalla a spalla con la Juventus. E quando la sua inconfondibile chioma (anche se i capelli sono più corti) sbuca dal sottopassaggio, un boato da brividi lo accompagna sul tappeto verde. Firenze ha di nuovo il suo Capitano e con lui al comando tutto è possibile.
IL TABELLINO 9. giornata - 22 novembre 1981 FIORENTINA-GENOA 3-2 FIORENTINA: Galli G., Contratto, Miani, Casagrande (78’ Sacchetti), Vierchowod, Galbiati, Bertoni D., Pecci, Graziani, Antognoni (58’ Ferroni A.), Massaro. All. De Sisti. GENOA: Martina, Gorin II, Testoni (70’ C. Sala), Romano II, Onofri, Gentile, Vandereycken, Faccenda, Briaschi, P. Iachini, Manfrin (53’ Boito). All. Simoni. ARBITRO: Casarin di Milano. RETI: 24’ Bertoni D., 36’ Gorin II, 52’ rig. Antognoni, 71’ Graziani, 82’ P. Iachini.
Antognoni dopo l’operazione con la moglie Rita
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TUTTO IL CAMPIONATO MINUTO PER MINUTO
Senza Antonio reti bianche con la Juve Ma poi si vola: Viola campioni d’inverno
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• RUBEN LOPES PEGNA
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a prima partita senza Antognoni la Fiorentina la disputa il 29 novembre a Torino con la Juve. Con la maglia numero 10 gioca Miani, acquistato al mercato di ottobre dall'Udinese. I viola pareggiano 0-0 (Bertoni colpisce anche una traversa) e, dopo 10 giornate, sono quarti a 2 lunghezze dalle capolista Juventus e Inter e a una dalla Roma. Dopo la sosta per la partita della Nazionale, la Fiorentina il 13 dicembre vince a Bologna 2-0 con i gol dell'ex Pecci e di Miani, al suo primo centro con la casacca gigliata, e si ritrova in testa alla classifica insieme a Juve e Inter, sconfitte rispettivamente ad Ascoli e Napoli (il match della Roma a Catanzaro è sospeso). La settimana successiva, il 20 dicembre, al Comunale, la Fiorentina batte il Napoli 2-1. Segna Graziani al 32'. Claudio Pellegrini pareggia 60 secondi più tardi. Decisiva è la rete di Bertoni a 14 minuti dalla fine. Grazie al pareggio per 0-0 a San Siro tra Inter e Juve, i viola arrivano alla pausa natalizia, dopo 12 giornate, da soli in testa con un punto di vantaggio su nerazzurri e bianconeri oltre che sulla Roma. La ripresa del campionato, il 3 gennaio 1982, è favorevole alla Fiorentina che al Comunale vince 4-2 con l'Inter in una gara quanto mai emozionante. Bertoni segna il gol del vantaggio al 25'. Nella ripresa, al 3', i nerazzurri pareggiano con Aldo Serena. Bertoni, al 5', su rigore riporta avanti la squadra di De Sisti e al 12' Graziani firma la rete del 3-1. L'Inter non demorde e al 17' Serena accorcia le distanze. Il match lo chiude Pecci, al 20', realizzando il gol del definitivo 4-2. Ora la Fiorentina comanda la classifica con un punto di vantaggio sulla Juve e 3 sull'Inter e la Roma sconfitta a Napoli. La settimana dopo, il 10 gennaio, la formazione viola vince 2-1 a Udine con i gol di Bertoni al 17' del primo tempo e di Graziani al 17' della ripresa. Tra le 2 reti gigliate c'è il pareggio dei friulani con Muraro all'11' del secondo tempo. Grazie a questo successo e al pareggio della Juve a Napoli, la Fiorentina alla quattordicesima e penultima giornata del girone d'andata si laurea, con un turno d'anticipo, campione d'inverno con 2 punti di vantaggio sulla Juve e 3 sull'Inter e la Roma. Il girone d'andata la Fiorentina lo chiude, pareggiando, il 17 gennaio, 1-1 al Comunale con il Cagliari. Al gol di Sacchetti al Luciano Miani, va a lui 45' del primo tempo risponde Piras al 17' della ripesa. la maglia numero 10 di Antognoni
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La cover de l Br del successo ivido sul Napoli
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Il 2-2 a Torino contro i granata permette alla Juve il contro-sorpasso
A metà torneo i viola sono in testa alla classifica con un punto sulla Juve e 2 sull'Inter e la Roma. Il vantaggio non muta su bianconeri e nerazzurri (aumenta di un punto sulla Roma sconfitta ad Avellino) neppure la settimana successiva, il 24 gennaio, quando la formazione di De Sisti pareggia 1-1 a Como. L'ex Vierchowod segna la rete del vantaggio al 38' del primo tempo ma i lombardi replicano con un gol di Nicoletti a 12 minuti dalla fine. Il mese di gennaio si chiude (il 31) con il successo al Comunale sul Milan per 1-0 grazie alla seconda rete in maglia viola di Miani al 25' del primo tempo. La Juve non molla, però, mentre si staccano l'Inter (a 3 punti) e la Roma, raggiunta dal Napoli (a 5). Ormai è chiaro che il duello per la conquista dello scudetto sarà tra Fiorentina e Juve. La squadra di De Sisti, la settimana dopo, pareggia 0-0 ad Ascoli. I bianconeri invece vincono 2-0 a Como e raggiungono i viola al comando della classifica. La Fiorentina torna al successo al Comunale, il 14 febbraio, battendo il Catanzaro 1-0 con un gol di Graziani al 5', mentre la Juve vince col Milan a Torino 3-2.
Vittoria a Udine, viola campioni d’inverno
Le due squadre rimangono in testa anche dopo la ventesima giornata, il 28 febbraio (dopo la sosta per la partita della Nazionale). Quel giorno la formazione di De Sisti vince ad Avellino 2-1 con i gol di Bertoni al 64' e Massaro al 77' (ininfluente è la rete di Facchini all'85'). La Fiorentina batte anche la Roma al Comunale il 7 marzo per 1-0 con un gol di Miani al 36' ma pareggia 2-2 la settimana dopo a Torino con i granata. Segnano Graziani al 48', Ermini al 68'. Poi c'è un autogol di Pulici al 77' ma Pulici a 3 minuti dalla fine realizza la rete del 2-2. La Juve, invece, batte la Roma all'Olimpico 3-0 e si riporta da sola in testa alla classifica con un punto di vantaggio sui viola, quando mancano 8 giornate alla conclusione del torneo.
11. giornata - 13 dicembre 1981 BOLOGNA-FIORENTINA 0-2 BOLOGNA: Zinetti, C. Benedetti, Zuccheri, Paris, Fabbri, Carrera, R. Mancini, Neumann, Chiodi, (66’ Fiorini), Pileggi, Colomba. All. Burgnich. FIORENTINA: Galli G., Contratto, Ferroni A., Sacchetti, Vierchowod, Galbiati, Bertoni D., Pecci, Graziani, Miani (87’ Orlandini), Massaro (89’ Monelli ).All. De Sisti. ARBITRO: Mattei di Macerata. RETI: 1’ Pecci, 68’ Miani. 12. giornata - 20 dicembre 1981 FIORENTINA-NAPOLI 2-1 FIORENTINA: Galli G., Contratto, Ferroni A., Sacchetti, Vierchowod, Galbiati, Bertoni D. (80’ Casagrande), Pecci (87’ Orlandini), Graziani, Miani, Massaro. All. De Sisti. NAPOLI: Castellini, Bruscolotti, Citterio, Guidetti, Krol, Ferrario, Damiani (74’ Palanca), Vinazzani, Musella (74’ P. Benedetti), Criscimanni, Pellegrini III. All. Marchesi. ARBITRO: Pieri di Genova. RETI: 32’ Graziani 33’ Pellegrini III 76’ Bertoni D. 13. giornata - 3 gennaio 1982 FIORENTINA-INTER 4-2 FIORENTINA: Galli G., Contratto, Sacchetti, Casagrande (17’ Ferroni A.), Vierchowod, Galbiati, Bertoni D. (88’ Monelli), Pecci, Graziani, Miani, Massaro. All. De Sisti. INTER: Cipollini (58’ Pizzetti), Bergomi, Baresi I, Pasinato, Bachlechner (46’ Serena), Bini, Oriali, Prohaska, Altobelli, Marini, Centi. All. Bersellini. ARBITRO: Menegali di Roma. RETI: 25’ Bertoni D., 48’ Serena, 50’ rig. Bertoni D., 57’ Graziani, 62’ Serena, 65’ Pecci. 14. giornata - 10 gennaio 1982 UDINESE-FIORENTINA 1-2 UDINESE: Borin, Galparoli, Tesser (76’ L. Pin), Gerolin, Cattaneo, Orlando, Causio, Bacchin, Miano, Orazi, C. Muraro (69’ De Giorgis). All. Ferrari.
FIORENTINA: Galli G., Contratto, Ferroni A., Sacchetti, Vierchowod, Galbiati, Bertoni D. (88’ Bartolini), Pecci, Graziani, Miani, Massaro. All. De Sisti. ARBITRO: Mattei di Macerata. RETI: 17’ Bertoni D., 56’ C. Muraro, 62’ Graziani. 15. giornata - 17 gennaio 1982 FIORENTINA-CAGLIARI 1-1 FIORENTINA: Galli G., Contratto, Ferroni A., Sacchetti, Vierchowod, Galbiati, Bertoni D., Pecci, Graziani, Miani (83’ Monelli), Massaro. All. De Sisti. CAGLIARI: Goletti, Lamagni, Azzali, Restelli, Logozzo, Brugnera, Osellame (89’ Loi), Quagliozzi (79’ Goretti), Selvaggi, Marchetti, Piras. All. Carosi. ARBITRO: Agnolin di Bassano. RETI: 45’ Sacchetti, 62’ Piras.
GIRONE DI RITORNO 16. giornata - 24 gennaio 1982 COMO-FIORENTINA 1-1 COMO: Giuliani, Galia, Tendi, Morganti, Fontolan, De Gradi, M. Mancini, A. Lombardi, Nicoletti, Gobbo, Mossini. All. Seghedoni. FIORENTINA: Galli G., Contratto, Ferroni A., Sacchetti, Vierchowod, Galbiati, Bertoni D., Pecci, Graziani, Miani (70’ Casagrande), Massaro. All. De Sisti. ARBITRO: Barbaresco di Cormons. RETI: 36’ Vierchowod, 78’ Nicoletti. 17. giornata - 31 gennaio 1982 FIORENTINA-MILAN 1-0 FIORENTINA: Galli G., Cuccureddu, Contratto, Casagrande (85’ Sacchetti), Vierchowod, Galbiati, Bertoni D. (88’ Ferroni A.), Pecci, Graziani, Miani, Massaro. All. De Sisti. MILAN: Piotti, Icardi, Maldera, Battistini, Collovati, Baresi II, Buriani, Novellino I, Jordan, F. Romano, Antonelli. All. Galbiati. ARBITRO: D’Elia di Salerno. RETE: 25’ Miani. 18. giornata - 7 febbraio 1982 ASCOLI-FIORENTINA 0-0 ASCOLI: Brini, Mandorlini, S. Boldini, Scorsa, Gasparini, De Vecchi, Torrisi, Carotti (67’ E. Nicolini), Pircher, Greco, De Ponti. All. Mazzone. FIORENTINA: Galli G., Cuccureddu, Contratto, Casagrande (77’ Sacchetti), Vierchowod, Galbiati, Bertoni D., Pecci, Graziani, Miani, Massaro. All. De Sisti. ARBITRO: Lo Bello di Siracusa.
21 giugno 2022
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19. giornata - 14 febbraio 1982 FIORENTINA-CATANZARO 1-0 FIORENTINA: Galli G., Cuccureddu, Contratto, Casagrande (89’ Ferroni A.), Vierchowod, Galbiati, Bertoni D., Pecci, Graziani, Miani, Massaro (46’ Sacchetti). All. De Sisti. CATANZARO: Zaninelli, Sabadini, A. Salvadori, Boscolo, (83’ Palese), Santarini, Peccenini, Mauro II, Braglia, Borghi (57’ Nastase), Sabato, Bivi. All. Pace. ARBITRO: Menegali di Roma. RETE: 5’ Graziani. 20. giornata - 28 febbraio 1982 AVELLINO-FIORENTINA 1-2 AVELLINO: S. Tacconi, F. Rossi, Ferrari, Tagliaferri, Favero, Di Somma, Piga (64’ Facchini), Piangerelli, Juary, Vignola, M. Giovanelli (87’ D’Ottavio). All. Vinicio. FIORENTINA: Galli G., Cuccureddu, Contratto, Casagrande, Vierchowod, Galbiati, Bertoni D., (88’ Sacchetti), Pecci, Graziani, Miani, Massaro (87’ Ferroni A.). All. De Sisti. ARBITRO: Barbaresco di Cormons. RETI: 64’ D’Bertoni, 77’ Massaro, 85’ Facchini. 21. giornata - 7 marzo 1982 FIORENTINA-ROMA 1-0 FIORENTINA: Galli G., Cuccureddu, Contratto, Casagrande, Vierchowod, Galbiati, Bertoni D., (88’ Ferroni A.), Pecci, Graziani, Miani (80’ Sacchetti) Massaro. All. De Sisti. ROMA: Tancredi, Spinosi (25’ Faccini), Nela, Turone, Maggiora, Bonetti I, Chierico, Di Bartolomei, Pruzzo, Marangon, Scarnecchia. All. Liedholm. ARBITRO: Casarin di Milano. RETE: 36’ Miani. 22. giornata - 14 marzo 1982 TORINO-FIORENTINA 2-2 TORINO: Terraneo, Cuttone, Beruatto, Ferri I, Zaccarelli, Ermini, Bonesso (79’ P. Mariani), Bertoneri, Dossena, Sclosa (79’ V. Esposito), P. Pulici. All. Giacomini. FIORENTINA: Galli G., Cuccureddu, Contratto, Casagrande (82’ Ferroni A.), Vierchowod, Galbiati, Bertoni D., Pecci, Graziani (79’ Sacchetti), Miani, Massaro. All. De Sisti. ARBITRO: Agnolin di Bassano. RETI: 48’ Graziani, 68’ Ermini, 77’ aut. P. Pulici, 87’ rig. P. Pulici.
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I TABELLINI
10. giornata - 29 novembre 1981 JUVENTUS-FIORENTINA 0-0 JUVENTUS: Zoff, C. Gentile, Cabrini, Furino, Brio, Scirea, Fanna, Tardelli, Virdis, Brady, Marocchino (62’ Galderisi). All. Trapattoni. FIORENTINA: Galli G., Contratto, Ferroni A., Sacchetti, Vierchowod, Galbiati, Bertoni D., Pecci, Graziani, Miani, Massaro (88’ Bartolini). All. De Sisti. ARBITRO: Menegali di Roma.
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TUTTO IL CAMPIONATO MINUTO PER MINUTO
Torna il Capitano e il duello continua Alla penultima è parità perfetta con la Juve
Lo striscione della Fiesole per Antognoni
• RUBEN LOPES PEGNA
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l 21 marzo, alla ventitreesima giornata, torna in campo, dopo il lungo infortunio, Giancarlo Antognoni. Al Comunale la Fiorentina affronta il Cesena e la curva Fiesole accoglie il suo capitano con uno striscione fantastico nel quale c'è scritto: "Forza Antonio, l'inferno è finito, il Paradiso ci attende".La squadra gigliata vince 1-0 e la rete la segna Casagrande a 10 minuti dalla fine. I viola rimangono sempre a un punto dalla Juve, vittoriosa con il Genoa. Le distanze rimangono immutate anche la settimana successiva, il 28 marzo, quando la Fiorentina pareggia 0-0 a Marassi con il Genoa e i bianconeri ottengono lo stesso risultato a Bologna. E si arriva così al 4 aprile, quando a Firenze arriva la Juve per una sfida che può decidere lo scudetto, visto che siamo alla venticinquesima giornata. La partita è brutta. I bianconeri puntano al pareggio, tanto che al 7' della ripresa Trapattoni toglie il centravanti Galderisi e inserisce il mediano Bonini. De Sisti le prova tutte per vincere la gara e negli ultimi minuti, accanto a Bertoni, Graziani e Massaro, schiera anche Monelli al posto di Casagrande. Pur attaccando per quasi tutto il match la Fiorentina crea pochi pericoli alla porta di Zoff. Così l'incontro finisce 0-0. Alla ripresa del campionato, dopo la pausa per la gara della Nazionale, il 18 aprile i viola battono al Comunale il Bologna per 1-0 con un gol di Graziani al 6' della ripresa. Grazie al pareggio casalingo della Juve con l'Ascoli, raggiungono così i bianconeri in testa alla classifica quando mancano 4 giornate al termine del campionato. La settimana successiva, il 25 aprile, la Fiorentina vince al San Paolo contro il Napoli per 1-0 con una rete di Antognoni - la prima dopo il grave infortunio - su assist di Massaro a 8 minuti dal novantesimo. Anche la Juve, però, batte l'Inter a Torino. Il 2 maggio, invece, la Fiorentina pareggia in rimonta a San Siro contro l'Inter per 1-1. Priva di 3 titolari, Vierchowod, Pecci e Antognoni, la squadra di De Sisti va in svantaggio al 21' del primo tempo per un'autorete di Ferroni. Miani al 5' della ripresa segna per i viola in una gara in cui Casagrande si divora un paio di ghiotte occasioni per vincere il match.
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La Juve, invece, batte in rimonta per 5-1 l'Udinese in Friuli e si riporta da sola in testa con un punto di vantaggio sui gigliati a 2 giornate dalla fine. La settimana dopo, il 9 maggio, la Fiorentina però riagguanta i bianconeri, costretti al pareggio interno dal Napoli, in vetta alla classifica. La squadra viola batte al Comunale l'Udinese 3-0. Segnano Bertoni al 25' e Graziani al 29' e poi c'è un autogol di Pancheri a 6 minuti dalla fine. Alla vigilia dell'ultima giornata così Fiorentina e Juventus sono di nuovo insieme al comando della classifica.
FIORENTINA: Galli G., Contratto, Miani, Casagrande, Vierchowod, Galbiati (46’ Sacchetti), Bertoni D. (88’ Ferroni A.), Pecci, Graziani, Antognoni, Massaro. All. De Sisti. CESENA: Recchi, Oddi, Ceccarelli, A. Piraccini, Mei (80’ Lucchi), Perego, Filippi, Genzano, Schachner, Verza (63’ Zoratto), Garlini. All. Lucchi. ARBITRO: D’Elia di Salerno. RETE: 80’ Casagrande.
24. giornata - 28 marzo 1982 GENOA-FIORENTINA 0-0
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| 31 | La situazione a una giornata dalla fine
26. giornata - 18 aprile 1982 FIORENTINA-BOLOGNA 1-0
28. giornata - 2 maggio 1982 INTER-FIORENTINA 1-1
FIORENTINA: Galli G., Contratto, Ferroni
INTER: Bordon, Baresi I, Oriali, Marini, Ca-
A., Casagrande, Vierchowod, Galbiati, Ber-
nuti, Bini, Bagni (85’ Pasinato), Prohaska,
toni D., Miani, Graziani, (84’ Monelli), Anto-
Altobelli, Centi, Serena. All. Bersellini.
gnoni, Massaro, (46’ Sacchetti). All. De Sisti.
FIORENTINA: Galli G., Contratto, Ferroni
BOLOGNA: Zinetti (60’ Boschin), C. Be-
A., Casagrande (86’ Baroni), Cuccureddu,
nedetti, Fabbri, Zuccheri, Cilona, Carrera,
Galbiati, Bertoni D., Sacchetti, Graziani (81’
Chiodi, Neumann, R. Mancini, Pileggi, Tinti
Monelli), Miani, Massaro. All. De Sisti.
(77’ Baldini). All. Liguori.
ARBITRO: Agnolin di Bassano.
ARBITRO: D’Elia di Salerno.
RETI: 21’ aut. Ferroni A., 50’ Miani.
GENOA: Martina, Faccenda, Testoni, G. Corti, Onofri, Gentile, Vandereycken, Boito, Russo, Manfrin, Briaschi. All. Simoni. FIORENTINA: Galli G., Contratto, Miani, Casagrande, Vierchowod, Galbiati, Bertoni D., Pecci, Graziani, Antognoni, Massaro. All. De Sisti. ARBITRO: Mattei di Macerata.
RETE: 51’ Graziani.
25. giornata - 4 aprile 1982 FIORENTINA-JUVENTUS 0-0
FIORENTINA: Galli G., Contratto, Miani (75’ Sacchetti), Casagrande (83’ Monelli), Vierchowod, Cuccureddu, Bertoni D., Pecci, Graziani, Antognoni, Massaro. All. De Sisti. JUVENTUS: Zoff, C. Gentile, Cabrini, Furino, Brio, Scirea, Marocchino (73’ Fanna), Tardelli, Galderisi (52’Bonini), Brady, Virdis. All. Trapattoni. ARBITRO: Casarin di Milano.
27. giornata - 25 aprile 1982 NAPOLI-FIORENTINA 0-1
29. giornata - 9 maggio 1982 FIORENTINA-UDINESE 3-0 FIORENTINA: Galli G. (86’ Paradisi), Con-
NAPOLI: Castellini, Bruscolotti, R. Marino,
tratto, Sacchetti, Casagrande, Ferroni A.,
Guidetti, Krol, Ferrario, Damiani (78’ Palan-
Galbiati, Bertoni D., Miani (74’ Orlandini),
ca), Vinazzani, Musella (64’ P. Benedetti),
Graziani, Antognoni, Massaro. All. De Sisti.
Criscimann, Pellegrini III. All. Marchesi.
UDINESE: Borin, Galparoli, Pancheri, Ge-
FIORENTINA: Galli G., Contratto, Ferroni
rolin, Cattaneo, Orlando, De Giorgis (60’
A., Casagrande (88’ Cuccureddu), Vier-
Cinello), Bacchin, Miano, Orazi, C. Muraro.
chowod, Galbiati, Bertoni D., Miani, Monel-
All. Ferrari.
li, Antognoni, Massaro. All. De Sisti.
ARBITRO: Benedetti di Roma.
ARBITRO: Menegali di Roma.
RETI: 25’ Bertoni D., 29’ Graziani, 84’ aut.
RETE: 82’ Antognoni
Pancheri.
I TABELLINI
23. giornata - 21 marzo 1982 FIORENTINA-CESENA 1-0
21 giugno 2022
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TUTTO IL CAMPIONATO MINUTO PER MINUTO
Quel maledetto 16 maggio a Cagliari... Nasce lo slogan: “Meglio secondi che ladri!”
BS
21 giugno 2022
SPECIALE I CAMPIONI SIAMO NOI
| 33 | La cover del Brivido all’indomani della gara di Cagliari
• TOMMASO BORGHINI
F
a un caldo torrido a Cagliari il 16 maggio del 1982. Un’afa africana che accompagna l’esodo di migliaia di tifosi viola giunti in Sardegna con il cuore riempito dal sogno Scudetto. La possibilità di festeggiarlo sull’Isola è concreta, ma poco probabile. Male che vada, si pensa, la Fiorentina se lo giocherà allo spareggio. Perché la Juventus è di scena a Catanzaro contro la squadra rivelazione del campionato sì, ma che non ha più obiettivi. Facile dunque pronosticare la vittoria bianconera. Più complesso, invece, il compito dei viola di De Sisti che affrontano un Cagliari che non può perdere se vuole sperare di salvarsi. Ma sotto questo profilo nessun tifoso viola ha dubbi: alla fine la Fiorentina completerà la sua missione, in un modo o nell’altro. I viola hanno 44 punti, gli stessi della Vecchia Signora, il duello nel corso della stagione è stato snervante e la tensione dell’ultimo decisivo atto è altissima. La Fiorentina ha la testa e i piedi sul campo e l’orecchio alla radiolina sintonizzata su “Tutto il calcio minuto per minuto”. Dal Sant’Elia gracchia la voce del grande Sandro Ciotti, dalla Calabria giunge l’altrettanto inconfondibile timbro di Enrico Ameri. Nella Fiorentina non c’è Eraldo Pecci, assente per infortunio da aprile, e sostituito dal jolly Luciano Miani. Per il resto la formazione è quella che ha condotto gran parte della cavalcata. Il Cagliari non concede spazi e le occasioni da gol, nel primo tempo, sono praticamente inesistenti. Al 45esimo lo zero a zero non si schioda, lo stesso risultato di Catanzaro dove, al minuto 36, c’era stato un episodio che poi risulterà decisivo. L’attaccante dei padroni di casa Borghi era stato steso in area, con una evidente gomitata, dal difensore della Juve Brio, senza che l’arbitro Pieri intervenisse. L’ipotesi di uno spareggio è palpabile, ma al 14’ della ripresa la Fiorentina trova il gol che varrebbe il successo: sugli sviluppi di un corner ribattuto, Antognoni pennella in area e Bertoni, insieme a due difensori avversari, salta con il portiere Corti. Il contatto è lieve e (così mostrano le immagini) sono i difensori a spingere l’attaccante viola verso l’estremo cagliaritano che buca il pallone sul quale Graziani si avventa, depositandolo in rete. L’arbitro Mattei di Macerata, però, annulla inspiegabilmente. Le proteste viola sono veementi, ma il direttore di gara è irremovibile. La partita prosegue e l’attenzione è sempre più protesa verso Catanzaro da dove, al 28’, arriva una notizia che getta i viola nel più profondo sconforto: l’arbitro Pieri ha assegnato un calcio di rigore alla Juventus per un fallo di mano di Celestini su conclusione di Fanna.
• continua a pagina 34
21 giugno 2022
BS
SPECIALE I CAMPIONI SIAMO NOI
| 34 |
TUTTO IL CAMPIONATO MINUTO PER MINUTO •segue da pagina 33
Il famoso adesivo del Brivido
L’irlandese Brady è implacabile dal dischetto e la Juventus passa così in vantaggio. La reazione della Fiorentina è frenetica e disordinata. Non servono neppure gli innesti di Monelli e Sacchetti. Il triplice fischio fa inesorabilmente svanire il sogno Scudetto. Mentre i cagliaritani festeggiano la salvezza, lasciandosi andare anche a poco eleganti sfottò nei confronti dei tantissimi tifosi viola presenti sulle tribune. La squadra esce dal campo incredula. E’ davvero finita, ma subito dopo la rabbia prevale sulle delusione.
Il maestro Zeffirelli entra in contrasto legale con la Juventus
Troppo eclatanti gli episodi arbitrali sfavorevoli che condannano la squadra di De Sisti. Bertoni professa la sua innocenza pubblicamente: “Ma quale fallo? mi hanno spinto addosso a Corti!”. Firenze si sente scippata e vittima dei soprusi del potere calcistico bianconero. Il grande regista Franco Zeffirelli, tifosissimo viola, ingaggia un duello verbale con il presidente juventino Boniperti, volano parole grosse e querele pesanti. La stampa fiorentina è sdegnata e si fa largo l’ipotesi della
IL TABELLINO
volontà del “Palazzo” di evitare un fastidioso spareggio Scudetto, alla vigilia dei Mondiali di Spagna 82. Nel corso
30. giornata - 16 maggio 1982 CAGLIARI-FIORENTINA 0-0
di una concitata riunione di redazione de “Il Brivido Sportivo”, diretto da Paolo Melani, si esclama: “Meglio Secondi che ladri!”. Nasce così lo slogan simbolo dell’antijuventi-
CAGLIARI: R. Corti, Lamagni, Azzali (88’ Logozzo), Restelli, De Simone, Loi, Osellame, Quagliozzi (46’ Bellini), Selvaggi, Marchetti, Piras. All. Carosi.
nità viola che il nostro giornale fa stampare su migliaia di adesivi, che si diffondono a macchia d’olio in città. Il titolo del giornale non ha mezzi termini: “Ladri!”. Ma nessuno
FIORENTINA: Galli G., Contratto, Ferroni A., Casagrande (78’ Sacchetti), Vierchowod, Galbiati, Bertoni D. (78’ Monelli), Miani, Graziani, Antognoni, Massaro. All. De Sisti.
restituirà mai il maltolto ai tifosi gigliati e agli eroi di allora che oggi, a 40 anni da quel maledetto 16 maggio, noi vogliamo celebrare come gli autentici campioni d’Italia:
ARBITRO: Mattei di Macerata.
“Grazie ragazzi del 1982, i campioni siete voi!”.
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L’UOMO DEL RIGORE DECISIVO
Brady: “Sul penalty ho fatto il mio dovere Quella Fiorentina era davvero grande”
Liam Brady con la maglia della Juve • ILARIA MASINI
L
iam Brady quel 16 maggio del 1982 a Catanzaro ha calciato il rigore decisivo che ha consegnato lo scudetto alla Juventus. Lo realizzò con estrema freddezza, pur sapendo da tempo che avrebbe dovuto lasciare Torino per fare spazio a Michel Platini e che quella sarebbe stata la sua ultima partita con la maglia della Vecchia Signora. Qualche giorno fa l’ex bianconero è tornato a Firenze per partecipare a una cena benefica e stare vicino alla Fondazione dedicata alla memoria di Niccolò Galli. Nell’occasione ha condiviso con noi i suoi ricordi di quella stagione. Liam Brady, può immaginare che per la gente di Firenze è impossibile scordarsi di lei perché fu decisivo dal dischetto nell’ultima giornata della stagione 1981-82. «Sì, lo so. Io vengo sempre molto volentieri in questa città. Non parlo molto e non dico chi sono (ride, ndr) però sono molto felice di essere qui».
BS
21 giugno 2022
SPECIALE I CAMPIONI SIAMO NOI
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Brady calcia il rigore decisivo a Catanzaro
Si ricorda il momento esatto in cui ha tirato il calcio di rigore a Catanzaro? «Ero molto concentrato e ho fatto il mio dovere. Poi la Juventus aveva una grande difesa e quando andava in vantaggio era praticamente impossibile per gli avversari ribaltare i risultato». Voi eravate una corazzata, e la Fiorentina com’era? «Era una grande squadra la viola di allora. Antognoni uno dei migliori giocatori del mondo. Poi c’era uno straniero forte come Daniel Bertoni e Giovanni Galli in porta. Abbiamo combattuto fino alla fine ed è stato un bel duello». Poi alla fine lo scudetto, fra le polemiche, è stato bianconero. «La partita decisiva fu quella dell’ultima giornata perché noi a Catanzaro avevamo una sfida non tanto difficile perché i nostri avversari non avevano più niente da chiedere al campionato, mentre la Fiorentina giocava sul campo del Cagliari che si doveva salvare e per farlo non doveva perdere. Questo può aver fatto la differenza».
IL TABELLINO 30. giornata - 16 maggio 1982 CATANZARO-JUVENTUS 0-1 CATANZARO: Zaninelli, Celestini, Salvadori, Boscolo (46’ Cascione), Santarini, Peccenini, Mauro, Braglia, Borghi, Sabato, Bivi (71’ Palese). All.: Pace. JUVENTUS: Zoff, Gentile, Cabrini, Furino, Brio, Scirea, Marocchino (85’ Bonini), Tardelli, Rossi P., Brady, Virdis (53’ Fanna). All.: Trapattoni ARBITRO: Pieri di Genova. RETE: 75’ Brady.
21 giugno 2022
BS
SPECIALE I CAMPIONI SIAMO NOI
I NUMERI
| 38 | CLASSIFICA FINALE CAMPIONATO 1981/82 PT
GF
GS
3
48
14
2. FIORENTINA 45 30 17 11
2
36
17
3. ROMA
38 30 15
7
40
29
4. NAPOLI
35 30 10 15
5
31
21
5. INTER
35 30 11 13
6
39
34
6. ASCOLI
32 30 9
7
26
21
10 11 25
29
1. JUVENTUS
G
V
46 30 19
7. CATANZARO 28 30 9 8. AVELLINO
27 30 9
9. CESENA
N 8
8
14
P
12 22
26
27 30 8
11 11 34
41
10. TORINO
27 30 8
11 11 25
30
11. UDINESE
26 30 9
12. CAGLIARI
25 30 7
11 12 33
36
13. GENOA
25 30 6
13 11 24
29
9
8
13 27
37
14. MILAN
24 30 7
10 13 21
31
15. BOLOGNA
23 30 6
11 13 25
37
16. COMO
17 30 3
11 16 18
42
LA ROSA
ORGANIGRAMMA Presidente: Ranieri Pontello Direttore generale: Tito Corsi Segretario: Raffaele Righetti Allenatore: Giancarlo De Sisti Medico Sociale: Gianfranco Latella Massaggiatore: Ennio Raveggi
Numeri e record della stagione viola • CAMPIONE D'INVERNO • Unica squadra imbattuta in casa • Squadra che ha conquistato più vittorie in casa: 12 • Squadra che ha conquistato più punti in casa: 27 • Squadra che ha subito meno sconfitte: 2 • Seconda difesa del campionato: 17 reti • Giornate in testa alla classifica: 15 • Giornate in testa alla classifica da sola: 6
PORTIERI Giovanni Galli Mario Paradisi
PRESENZE RETI
30 1
-17
DIFENSORI Roberto Galbiati Renzo Contratto Pietro Vierchowod Armando Ferroni Antonello Cuccureddu Marco Baroni
29 28 28 27 11 1
CENTROCAMPISTI Daniele Massaro Francesco Casagrande Eraldo Pecci Luciano Miani Luigi Sacchetti Giancarlo Antognoni Andrea Orlandini Luca Bartolini
29 26 25 22 22 16 4 2
1 3 2 4 1 3
ATTACCANTI Daniel Ricardo Bertoni Francesco Graziani Paolo Monelli
30 29 13
9 9
2
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