Il Brivido Sportivo Stadio speciale Italiano del 15.02.2021

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15 luglio 2021

SP ECIALE

A lezione di italiano



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Due mosse da 10 in pagella

EDITORIALE

Giusto scegliere Vincenzo Italiano per la panchina Finalmente un “giochista” che può infiammare Firenze E ci piace anche l’argentino Nico Gonzalez un talento che può diventare campione in viola

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e prime mosse della nuova Fiorentina sono da dieci in pagella. Ci piace, a esempio, la scelta dell’allenatore, Vincenzo Italiano. Ci piace prima di tutto perché appartiene alla categoria dei tecnici ”giochisti”. Verrebbe da dire: finalmente. Chi non può aspirare a vincere lo scudetto deve almeno proporre un calcio divertente, offensivo. Piacevole. Se poi il palcoscenico è Firenze, una città condannata al bello questa scelta non era auspicabile ma obbligatoria. Italiano ci piace perché ha

Tutti i diritti riservati: vietata la riproduzione, anche solo parziale, di contenuti e foto di questa pubblicazione Chiuso in redazione il 14/07/2021 alle ore 13

Direttore Editoriale Luca Calamai Direttore responsabile Mario Tenerani Caporedattore Tommaso Borghini

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fatto la gavetta. Vincere un campionato a Trapani, in una situazione tra l’altro abbastanza complicata, è un’impresa. Salvare lo Spezia al suo primo anno di Serie A è un miracolo. Lui c’è riuscito grazie alle sue idee, semplici ma intriganti. Ci piace anche perché pur di accomodarsi sulla panchina della Fiorentina ha duellato con il suo vecchio club senza avere mai un attimo di incertezza. Siamo stufi di convivere con figure che vedono Firenze solo come una tappa di passaggio. Ci piace, infine, perché ci ricorda Alberto Malesani. Il tecnico dei mutandoni. Bravo e rivoluzionario. Capace di far innamorare al primo incontro campioni come Batistuta e Rui Costa. Lui che fino a quel momento aveva lavorato solo con figure di un calcio minore. Ma chi ha classe impara in fretta. Sarà così anche con Italiano. Ne siamo sicuri. Anche la seconda mossa di mercato di Commisso è perfetta. Nico Gonzalez è l’identikit perfetto dei giocatori che vorremmo vedere in maglia viola. Talento allo stato puro, ancora estremamente giovane, capace di regalare colpi fantastici. Non è un campione ma può diventarlo. Come ha dimostrato anche con le sue esibizioni nell’ultima Coppa America. In più è argentino. Firenze ha sempre avuto un debole per i giocatori che arrivano da quella parte del Mondo. Passarella, Daniel Bertoni, Ramon Diaz, Gabriel Batistuta sono i primi nomi che ci vengono in mente. Gonzalez può entrare in questa galleria di fenomeni. Il suo acquisto, tra l’altro, ha reso meno doloroso il divorzio da un campione come Franck Ribery che era arrivato in un Franchi in delirio accompagnato dalla colonna sonora di Rocky.

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Redazione redazione@brividosportivo.it Grafica e impaginazione Rossana De Nicola e Alexandra Barbieri grafica@brividosportivo.it

Idee chiare per costruire un futuro europeo Ma servono altri colpi Le Fiorentina sembra finalmente avere le idee chiare per costruire un progetto calcistico che ci riporti in Europa. Serviranno altri colpi, questo è sicuro. Il primo a esserne consapevole è sicuramente il presidente Rocco Commisso. Ma il segnale che è stato dato è giusto e rassicurante. I tifosi viola hanno voglia di tornare a innamorarsi della loro squadra. E il Brivido ha pronti tanti bei titoli e tante emozionanti prime pagine per celebrarla. 9LQFHQ]R ,WDOLDQR VWULQJH OD PDQR D 9ODKRYLF )RWR )E $FIÀRUHQWLQD

Stampa Baroni e Gori Foto Massimo Sestini Foto storiche archivio Paolo Melani

Hanno collaborato Francesca Bandinelli Giacomo Cialdi, Ruben Lopes Pegna


BS| 15 luglio 2021 PAROLA ALL’ESPERTO

“Massima stima per Gattuso Ma alla fine la Fiorentina ha scelto bene”

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Galli: “Colpi mirati per un futuro migliore” Ě!4Ƌ,+.0%!.!Ƌ2%+( Ƌ!*01/% /0 Ƌ,!.Ƌ 0 (% *+Ƌ!Ƌ +*6 (!6Č “Con Vincenzo l’organico renderà al massimo però bisognerà difenderlo e stargli tutti vicino Ě .#!*0%*+ƋhƋ%(Ƌ ( % 0+.!Ƌ $!Ƌ %Ƌ) * 2 Ę ĐƋ Ƌ

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iovanni Galli per il Brivido Sportivo giudica i primi due colpi dell’estate viola: Nicolas Gonzalez e il nuovo

padrone della panchina, Vincenzo Italiano. Per entrambi ha parole di grande stima che incoraggiano a disegnare un futuro migliore. Giovanni Galli, partiamo dall’esterno argentino. “E’ un attaccante moderno: può giocare a destra, sinistra e volendo anche prima punta. Tutti i ruoli dell’attacco sono i suoi”.

Anche trequartista? “In questo caso ho dei dubbi… Lo preferirei seconda punta” Perché? “A sinistra ti attacca alle spalle, da destra può dribblare e andare al tiro”. Ha ventitre anni, conta qualcosa questo? “L’età giusta, senza dimenticare l’esperienza già fatta in Europa, in Germania. Una decina di gol nella prima stagione, nonostante la retrocessione. Ecco, lì, c’era l’opportunità di prenderlo a prezzo buono poi in B è diventato uno dei protagonisti, il listino si è alzato”. Si sente di scommettere su di lui? “Certo, sono sicuro che Nicolas alla Fiorentina farà molto bene”.

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E Italiano, che scelta è? “Senza nulla togliere a Gattuso che stimo tanto, ma Rino è un allenatore più impegnativo. Ha già una storia alle spalle. Può coltivare delle pretese per portare avanti un percorso dettato dalle sue esperienze e dalla società. Italiano invece è in rampa di lancio, ha idee ed è uno abituato a vincere le sfide”.


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BS| 15 luglio 2021 PAROLA ALL’ESPERTO

“L’esterno ex Stoccarda può giocare in tutti i ruoli offensivi”

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AMICHEVOLI Italiano modella le sue squadre? “Esatto, metti a sua disposizione un organico e lui tira fuori il massimo. Se un gruppo vale 50 punti, con lui ne fa 55 almeno. E sicuramente saprà valutare il patrimonio calciatori. Però…” Prego… “Con Italiano bisognerà avere pazienza. Non sarà facile passare da una squadra, la Fiorentina, abituata a difendere davanti all’area di rigore, ad una che dovrà attaccare. Vincenzo dovrà trasferire la sua mentalità: non sarà una operazione veloce, ma ci arriverà. La società dovrà stargli vicino, ma anche tutti noi critici e addetti ai lavori dovremo concedergli il tempo di impostare la propria mentalità”.

:00 IO 2021 – ORE 17 MARTEDÌ 20 LUGL Ostermünchen e.V. SV vs ACF Fiorentina 17:00 GLIO 2021 – ORE DOMENICA 25 LU C4 ASD va rti po lis Po vs ACF Fiorentina :00 IO 2021 – ORE 17 GIOVEDÌ 29 LUGL o Terme vic Le .D. U.S vs ACF Fiorentina

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Tutte le partite saranno visibili in diretta sul sito ufficiale .com www.acffiorentina ial soc ali can e sui del club



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L’ANALISI

Il nuovo tecnico viola ha un chiodo fisso: imporre il proprio gioco per dominare le gare Ƌ ,!6% Ƌ!Ƌ . , *%Ƌ %ƋhƋ-1 /%Ƌ/!),.!Ƌ.%1/ %0+ attraverso il pressing alto e l’aggressività

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l “Miracolo Italiano”. Un vero e proprio boom non economico, ma calcistico che ha letteralmente rivoluzionato le realtà dove è passato, realizzando l’abbinamento più difficile che esista nel gioco più amato dagli italiani (appunto): bellezza e risultati. In ogni categoria che ha frequentato da tecnico, Vincenzo da Karlsruhe (ma siciliano doc) ci è sempre riuscito. Chiedere ai tifosi dell’Arzignano o a quelli del Trapani che si sono goduti il suo gran calcio e anche le promozioni sul campo.

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Per non parlare di quelli dello Spezia che, grazie a Italiano hanno gioito per la storica promozione in serie A, prima, e per la clamorosa salvezza, poi, conquistata contro ogni pronostico e con il consueto marchio di fabbrica: il bel gioco. E allora cerchiamo di addentrarci nei principi essenziali del gioco di Vincenzo Italiano. Innanzitutto il modulo: lo schema di base è il 4-3-3, da non confondersi però con l’integralismo tattico di alcuni suoi esimi colleghi. Il suo schema è infatti ricco di varianti: in alcune partite della scorsa stagione, ad esem-

Partenza dal basso, spinta dei terzini, esterni d’attacco duttili Ecco le chiavi del bel gioco pio quella con il Milan, abbiamo infatti visto la difesa a 4 trasformarsi in reparto a 3, con 4 centrocampisti e 3 attaccanti. In altre occasioni la metamorfosi ha anche, saltuariamente, portato a un 3-5-2 con i terzini trasformati in ali. Nella fase di possesso palla le squadre di Italiano costruiscono dal basso, partendo dal portiere e passando per i centrali e i terzini che si alzano spesso al livello del regista. Un movimento che, se ben effettuato, permette di alzare tutta la squadra che occupa così la metà campo avversaria in modo armonico. Ai tre davanti sono richiesti duttilità e dinamismo: l’attaccante centrale spesso si abbassa per prendere palla (portandosi dietro i centrali avversari) e servire i due esterni che si accentrano. In fase difensiva l’intensità del pressing e l’aggressività diventano fondamentali per riconquistare la palla il prima possibile, senza paura di esporsi alle ripartenze avversarie. Meccanismo che, naturalmente, necessita di rodaggio e grande applicazione da parte degli interpreti perché altrimenti rischierebbe di trasformarsi in un micidiale boomerang. Insomma, il chiodo fisso di Italiano è l’approccio alla partita, con la ferma volontà di comandarla qualsiasi sia l’avversario di turno. Un atteggiamento che ha consentito allo Spezia di dominare squadroni sulla carta nettamente superiori. Un’idea che certamente cercherà di riproporre a Firenze e che potrebbe far innamorare i tifosi viola, da sempre amanti del bel calcio.


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Il tedesco di Sicilia, che ama il bel gioco

BS| 15 luglio 2021 LA SUA STORIA

Italiano nasce a Karlsruhe, ma cresce in Sicilia Sole, mare, colori, amici e soprattutto il pallone, +*Ƌ%(Ƌ-1 (!ƋhƋ,.! + %//%)+ĊƋ !.+* Ƌ( Ƌ/! +* Ƌ / +%Ƌ( Ƌ, * $%* Ƌ!Ƌ1*Ƌ) . $%+Ƌ %Ƌ" .% ĊĊĊ

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nato a Karlsruhe, città tedesca nei pressi di Stoccarda, il 10 dicembre del 1977, ma il suo sangue è siciliano, come quello dei suoi genitori che tornarono a Ribera, comune in provincia di Agrigento, quando aveva appena 6 mesi. Vincenzo Italiano è cresciuto lì, in quella che viene definita anche come “Città delle arance” , il luogo che diede i natali a Francesco Crispi, il primo meridionale della storia a diventare Presidente del Consiglio. Mare, colori, amici e, soprattutto, pallone. ITALIANO GIOCATORE Il pallone è il pane quotidiano del giovane Vincenzo e la precocità la sua caratteristica principale: a 15 anni già debutta in serie D, poi a 16 è già tra i professionisti, con la maglia del Trapani in serie C1. A 19 anni lo nota l’Hellas Verona che lo porta in serie A. La maglia scaligera diventa così la sua seconda pelle: 9 stagioni, molte delle quali nella massima serie, e una crescita costante. I maestri che più lo affascinano e che influenzeranno le sue idee tattiche sono Alberto Malesani e Cesare Prandelli e per loro, come per tutti i tecnici che lo hanno guidato, Italiano è una sorta di allenatore in campo. Regista basso, davanti alla difesa, è lui che detta i tempi alla squadra grazie a una visione di gioco superiore alla norma e alla personalità spiccata. Nel suo dna calcistico c’è anche qualche gol, soprattutto con il tiro dalla distanza, una specialità della casa come i rigori, calciati senza rincorsa.

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Arzignano, Trapani e Spezia: successi in ogni categoria e una voglia matta di emergere ĐƋ +*0%*1 Ƌ Ƌ, #Ƌõô


BS| 15 luglio 2021 LA SUA STORIA

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Alberto Malesani e Cesare Prandelli i "maestri" che lo hanno più influenzato La parentesi Genoa è breve, poi il ritorno a Verona, prima di nuovo con l’Hellas poi al Chievo. Il Padova e il Lumezzane sono la coda di una lunga carriera seguita dallo scontato futuro in panchina. Prima di appendere le scarpette al chiodo c’è un capitolo oscuro: Italiano viene accusato di illecito sportivo e squalificato per 3 anni, poi ridotti a 9 mesi. La vicenda risulterà essere una palese ingiustizia e, per questo, preferiamo non rispolverarla in questo articolo. I PRIMI PASSI DA TECNICO Il patentino di allenatore lo prende a Coverciano nel 2014 e comincia la nuova carriera come secondo di Alessandro Dal Canto a Venezia. Avventura fugace, di appena 9 giornate, che lo porta alla decisione di proseguire “in proprio” senza paura di partire dal basso. Il primo incarico è agli Allievi della Luparense San Paolo dove comincia a far vedere il suo calcio fatto di pressing alto, aggressività e intensità. Un gioco che convince i dirigenti ad affidargli le redini della prima squadra in serie D. L’annata è turbolenta e si conclude con la retrocessione, ma quel gioco frizzante e propositivo attira l’attenzione dell’Arzignano Valchiampo che gli consegna un’altra panchina in serie D. Stavolta Vincenzo non fallisce e i vicentini concludono la stagione 2017/2018 al terzo posto, vincendo i playoff. IL DEBUTTO TRA I PROF Così arriva la chiamata del Trapani in serie C, la società nella quale aveva mosso i primi passi da calciatore professionista. Siamo nel luglio 2018 e Italiano dimostra di saper fare la differenza seduto in panchina, conquistando il secondo posto e l’accesso ai playoff che si concludono con un’esaltante promozione in serie B. Il tecnico nativo di Karlsruhe comincia a essere sulla bocca di tutti. Il suo gioco spumeggiante e il suo modo di lavorare convincono i dirigenti dello Spezia ad affidargli la panchina e le ambizioni di una società che vuole scalare le gerarchie. Italiano all’inizio fatica a far entrare le proprie idee nella testa degli aquilotti, le 5 sconfitte su 6 gare lo portano addirittura a un passo dall’esonero, ma lo Spezia fa la scelta probabilmente più azzeccata della sua storia: dà la fiducia al suo allenatore che, a partire dalla vittoria sul Pescara, comincia una clamorosa rimonta conducendo la squadra al terzo posto finale.

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LA PROMOZIONE IN SERIE A I play off promozione cominciano con una sconfitta per 2-0 al Bentegodi contro il Chievo. Risultato pesante che lo Spezia ribalta incredibilmente al ritorno, catapultandosi in finale. Il doppio confronto con il Frosinone è combattutissimo, ma alla fine prevalgono gli aquilotti e Italiano diventa l’eroe di una storica promozione in serie A. LA SALVEZZA E LA VIOLA Il resto è storia recente, con lo Spezia dato per retrocesso già a inizio campionato e che stupisce tutti, partita dopo partita, andando a imporre il proprio gioco anche contro squadre sulla carta nettamente superiori. E arrivano le vittorie sul Napoli, sul Milan e persino il trionfo in Coppa Italia all’Olimpico contro la Roma. La salvezza anticipata e meritatissima lo fa salire agli onori della cronaca. Italiano è universalmente riconosciuto come l’allenatore emergente dell’ultima serie A. Il suo futuro sembra ancora di marca ligure, c’è addirittura il nuovo contratto, ma all’improvviso spunta la Fiorentina e la storia di Vincenzo cambia drasticamente il suo corso...


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IL SUO EX TECNICO

“I problemi? Dovrà fare i conti con le pressioni di una piazza importante”

Cagni: “I fiorentini lo applaudiranno” Ě ((!* 0+.!Ƌ $!Ƌ"! !Ƌ ! 100 .!Ƌ 0 (% *+Ƌ%*Ƌ/!.%!Ƌ Č “Fin da ragazzo ha sempre avuto personalità Di certo cambierà la mentalità della Fiorentina e le darà un’identità forte che piacerà ai tifosi viola” «Sicuramente l’identità. La cosa che più mi piaceva dello Spezia di Italiano era l’identità, cioè la capacità di non snaturarsi nonostante i giocatori cambiassero. Al di là della salvezza, assolutamente non scontata, deve sorprendere il come è arrivata: gioco, gioco, gioco. Italiano vede il calcio, porterà a Firenze una mentalità diversa. Perché, abbia pazienza, nel calcio non ci sono scienziati: l’ex Spezia fa un 4-3-3 e lo fa bene, fa le cose semplici ma fatte bene. Purtroppo oggi molti credono che il calcio sia una scienza complicatissima... non è così, e Italiano lo dimostrerà anche in riva all’Arno».

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opo giorni estremamente turbolenti e un’attesa febbrile che, tra accelerazioni e raffreddamenti, sembrava non dover mai finire, la Fiorentina ha il suo nuovo allenatore: quel Vincenzo Italiano che con lo Spezia lo scorso campionato ha sorpreso tutti per mentalità e qualità di gioco. Per parlare dell’impatto che il neo tecnico potrà avere sulla Viola e su cosa potrebbe portare di diverso rispetto ai suoi predecessori, il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Gigi Cagni, ex allenatore proprio di Italiano dal 1996 al 1998, quando militava nelle fila dell’Hellas Verona dove lo stesso Cagni lo fece debuttare 19enne in serie A. Mister, cosa le viene in mente se dico Vincenzo Italiano? «Mi tornano indietro tanti ricordi... Rivedo quel ragazzino dotato di grande personalità, determinato e con una gran bella... castagna da fuori area». Cosa pensa del suo addio allo Spezia per approdare alla Fiorentina? «Il problema non è Italiano, è purtroppo un modus operandi ormai diffuso per cui i contratti non si rispettano più. Non va bene, il sistema così non può funzionare». Come vede il matrimonio tra Italiano e la Viola? «Credo sia un matrimonio positivo, che può dar frutti per entrambi. Per Vincenzo è la scelta giusta perché Firenze, oggi, è una via intermedia tra le big e lo Spezia. È il giusto passo per un allenatore ambizioso ma ancora molto giovane». Dal punto di vista del club di Commisso, invece, Italiano è l’uomo giusto nel posto giusto? «Assolutamente sì. Conosco bene il mister, anche se non lo vedo da tanto, e sono certo affronterà questo esame nel migliore dei modi... e lo supererà a pieni voti.

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È una sfida accattivante per lui: si troverà a fronteggiare problemi diversi rispetto a quelli vissuti a La Spezia». Per esempio? «Le pressioni. Firenze è una piazza tanto affascinante quanto difficile e articolata. I fiorentini sono estremamente esigenti, vogliono vincere ma anche giocare un buon calcio. È evidente che dal punto di vista delle pressioni mediatiche, tra Fiorentina e Spezia, ci sia una categoria di differenza. Italiano dovrà dimostrare di saper gestire questo aspetto, altrimenti la sua strada si metterà in salita». Cosa porterà di diverso rispetto a chi lo ha preceduto nel primo biennio di nuova gestione?

Ha visto dei punti deboli nell’operato del tecnico lo scorso campionato? «Certo, come tutti gli allenatori di questo mondo. Vincenzo è molto giovane, è normale che abbia delle cose da limare. A inizio campionato, ad esempio, vedevo la sua squadra un po’ troppo sbilanciata in avanti. Col passare delle giornate però ha corretto questo problemino». Conoscendolo, si aspetta qualche sorpresa dalle sue prime mosse? Ad esempio sul mercato, trattenendo giocatori che sembravano destinati a partire... «Non saprei. Penso che sia l’allenatore che la società abbiano un vantaggio: Italiano non può pretendere niente. Credo che nei recenti incontri abbiano pianificato come muoversi, soddisfacendo le sue idee tecnico-tattiche». Sbilanciamoci: dove vede la Fiorentina di Italiano nei prossimi mesi? «Domanda difficile! [ride, ndr] Posso dire che vedo i fiorentini applaudire il gioco e la mentalità della squadra, su questo sono sicuro».


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Memorabile la coreografia !(Ƌöôõû +,+ƋõùƋ **% di assenza forzata

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Particolarmente distensive le parole del Capitano, rilasciate ai microfoni di Raisport, nel

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iancarlo Antognoni e il nuovo contratto con la Fiorentina. Un argomento che ha tenuto col fiato sospeso tutti i tifosi viola,

preoccupati di fronte alla possibilità che il Capitano possa lasciare la società viola, di cui è la Bandiera indiscussa, a quattro anni dal suo rientro

nel club gigliato, avvenuto nel gennaio del 2017, durante la gestione Della Valle. Al momento della chiusura del nostro giornale, avvenuta la mattina del 14 luglio scorso, il nodo non era stato ancora sciolto, dunque ci limitiamo a fare cronaca, registrando che, dopo l’iniziale irrigidimento, negli ultimi giorni le parti in causa parevano essersi ammorbidite.

corso di un’intervista dell’11 luglio, proprio alla vigilia della finale dei Campionati Europei, poi vinta dall’Italia di Roberto Mancini: "Presto ci dobbiamo incontrare, vediamo cosa succede – spiegò Antognoni -, credo che la situazione possa evolversi in modo positivo, anzi sicuramente”.

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UNICO 10

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diversa rispetto a quella precedente che lo vedeva nei panni di club manager dunque sempre accanto alla prima squadra, che $QWRJQRQL LQ PDJOLD YLROD

non avrebbe pienamente convinto il Capitano. La fumata grigia del primo incontro aveva rimandato tutto ad un successivo summit tra Antognoni e il direttore generale Barone da svolgersi, appunto, entro la

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Parole che erano seguite a quelle del presidente Rocco Commisso che, dagli Stati Uniti, aveva parlato al sito ufficiale viola qualche giorno prima, non nascondendo la sua intenzione di confermare l’uomo che ha scritto la storia della Fiorentina, seppur con un ruolo differente rispetto a quello rivestito in precedenza: “Spero che Antognoni accetti la nostra proposta – aveva detto il presidente gigliato -. Secondo noi il ruolo offerto è perfetto per lui, può essere ancora utile alla Fiorentina sfruttando le sue qualità. Se poi preferisse interrompere il rapporto di lavoro, saremmo molto dispiaciuti, ma la Fiorentina resterebbe la sua casa”. Ed è proprio il nuovo ruolo il nocciolo della questione: il club lo vorrebbe direttore tecnico del settore giovanile, con particolare incarico di scouting per scovare giovani talenti italiani e internazionali in giro per il mondo. Una mansione

metà di luglio. Faccia a faccia che ha tenuto a lungo in ansia la tifoseria perché è difficile immaginare una Fiorentina priva della propria Bandiera. Giancarlo Antognoni era rientrato a far parte dell’organigramma della società gigliata nel gennaio del 2017, dopo oltre 15 anni di “assenza forzata”, iniziata nel triste finale dell’era Vittorio Cecchi Gori e continuata a lungo anche durante la gestione da parte della famiglia Della Valle che lo aveva richiamato proprio alla vigilia della Partitissima allo stadio Franchi contro la Juventus, gara che era cominciata con una splendida coreografia dedicata all’Unico 10 che lo aveva commosso e che aveva emozionato tutti i presenti. Un segnale inequivocabile dell’amore indissolubile tra Firenze e Antognoni, amore che proseguirà qualsiasi sia l’esito del tanto atteso incontro con il club.

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“Non è egoista, per questo sa farsi ben volere dai compagni”

!.0+*%ČƋė % + vi farà innamorare!” Il Puntero ci racconta il connazionale Gonzalez: “Segna gol fantastici, ma può essere più prolifico Quando parte, la palla gli resta sempre attaccata al piede Vale tutti i 27 milioni spesi e forse anche di più”

Che giocatore è Gonzalez? “E’ un Di Maria. E con questo credo di avergli fatto un complimento importante. Ha talento, ha colpi, ha umiltà. A volte i calciatori di fantasia sono egoisti. Gonzalez è il contrario. E’ un giocatore che lavora per la squadra e che in fase di non possesso palla va sempre ad aiutare i compagni di centrocampo. Per questo dentro lo spogliatoio è benvoluto da tutti. Allenatore in testa”.

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o considera una specie di figlioccio. La voce di Daniel Bertoni si accende quando si parla di Nico Gonzalez. Il primo grande colpo della Fiorentina di Commisso. Della “sua” Fiorentina. Il puntero ha seguito il suo allievo in Coppa America. Ha gioito per la vittoria dell’Argentina nel derby contro la Selecao brasiliana. Era una vita che la Seleccion non conquistava un trofeo prestigioso. Ma dal suo pupillo si aspettava qualcosa di più. Resta comunque la convinzione in Bertoni che la Fiorentina abbia acquistato un piccolo fenomeno.

Il suo più grande pregio? “Segna dei gol fantastici. Avete visto alcuni filmati con le sue reti? Sono vere e proprie magie perché ha una tecnica da fuoriclasse”.

“Nico ha fatto una Coppa America normale. Con il suo talento poteva fare di più. Però ha vinto. La Coppa America per noi sudamericani ha un valore importante. Come per voi italiani essere diventati campioni d’Europa. C’è un aspetto sportivo che accompagna questo risultato. E anche economico”. In che senso? “Tanti amici fiorentini mi hanno chiesto se Gonzalez vale i 27 milioni che Commisso ha versato allo Stoccarda. Nico, dopo aver alzato la Coppa insieme ai suoi compagni di Nazionale, quei soldi li vale tutti. Anzi, ne vale di più. Inoltre aver conquistato la Coppa alzerà la sua autostima”.

E dove deve crescere? “Per il ruolo che ricopre in campo, cioè attaccante esterno, deve segnare più gol”. Può imparare. “Esatto. Soprattutto deve essere più cattivo e concreto negli ultimi trenta metri. Anche i gol brutti valgono come quelli belli. Ma, lo ripeto, Nico è un ragazzo intelligente. Può solo crescere. Sono convinto di due cose”.

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La prima? “Farà innamorare Firenze perché la sua qualità è perfetta per dei tifosi come quelli viola”.


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“Con le sue caratteristiche è l’ideale per giocare con Vlahovic”

“La Serie A non è il campionato più bello del mondo ma è sicuramente il più difficile perché tutti gli allenatori lavorano tantissimo sulla parte tattica. E’ vero che Gonzalez viene dall’esperienza con lo Stoccarda però dovrà cercare di seguire con grande attenzione le indicazioni del nuovo tecnico viola Italiano. Che, tra l’altro, mi dicono sia molto bravo”.

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E la seconda? “Sono sicuro che troverà un’intesa perfetta con Vlahovic. Sono due ragazzi giovani, di grande talento. Sono due calciatori ambiziosi. Tra l’altro hanno entrambi buona tecnica quindi vedrete come dialogheranno nello stretto”. Lei si rivede in Gonzalez? “Tornando al discorso che facevo prima io ero più attaccante”. I tifosi viola hanno sempre avuto un debole per i calciatori argentini.

“Dovranno stare vicini a Nico nelle prime partite di campionato. L’amore di Firenze è benzina pura per un giocatore”. La sua qualità migliore dal punto di vista tecnico? “Quando parte in verticale il pallone gli resta attaccato al piede. Questo gli dà un grande vantaggio quando sfida i difensori avversari in dribbling”. Regali un consiglio al suo pupillo Nico.

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il ventisettesimo giocatore argentino a vestire la maglia viola Nicolas Gonzalez. Il primo è stato Miguel Anguel Montuori, poi naturalizzato italiano (era un oriundo) tanto da vestire 12 volte la maglia azzurra della Nazionale italiana (2 da capitano), segnando 2 reti. Montuori, arrivato a Firenze nell’estate del 1955, vinse in maglia viola uno scudetto, una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe e una Coppa Grasshoppers, disputando inoltre una finale di Coppa dei Campioni. Montuori è

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terzo nella classifica dei bomber viola di tutti i tempi in serie A. Ha realizzato 73 reti. Meglio di lui hanno fatto solo Batistuta e Hamrin. Oriundi come Montuori erano anche Lojacono e Maschio. Per quattordici anni (19661980), poi, le frontiere calcistiche rimasero chiuse. Il primo argentino a vestire la maglia viola, dopo la riapertura, fu l’ala Bertoni, campione del mondo con la sua nazionale ai mondiali del 1978 (segnò anche un gol nella finale contro l’Olanda). Il capitano dell’Argentina era

Passarella, che arrivò a Firenze due anni dopo Bertoni. È stato l’unico difensore della Fiorentina a realizzare più di 10 reti in un campionato. Arrivò a quota 11 nel 1985/86 in 29 partite. Ma goleador vero è stato il centravanti Batistuta, il giocatore viola ad aver segnato più reti in serie A, 152. 207, invece, sono stati i suoi gol complessivi, uno meno di Hamrin. Batigol vinse una Coppa Italia e una Supercoppa italiana, entrambe da capitano (oltre ad un campionato di serie B) e una volta la classifica dei

1957-1960 e 1963-64

1955-1961 MIGUEL ANGUEL MONTUORI .!/!*6!ČƋõü÷ !0%ČƋûü

1962-1963 LUIS PENTRELLI .!/!*6!ČƋõû !0%ČƋõ

FRANCISCO RAMON LOJACONO .!/!*6!ČƋõöõ !0%ČƋøô

1992-1993

1991-2000

1989-1990

DIEGO LATORRE Presenze: 2

GABRIEL OMAR BATISTUTA .!/!*6!ČƋ÷÷ö !0%ČƋöôû

OSCAR ALBERTO DERTYCIA .!/!*6!ČƋöü !0%ČƋù

1999-2000

2001-2002

ABEL EDUARDO BALBO .!/!*6!ČƋ÷õ Reti: 7

EZEQUIEL GONZALEZ .!/!*6!ČƋöù !0%ČƋõ

2014-2015

2012-2014 e 2015-2016

JOSE’ BASANTA .!/!*6!ČƋ÷û Reti: 4

FACUNDO RONCAGLIA .!/!*6!ČƋüø Reti: 4

2012-2017 GONZALO JAVIER RODRIGUEZ .!/!*6!ČƋöô÷ !0%ČƋöù

2016

2017 - 2019

ALBERTO TINO COSTA .!/!*6!ČƋü

GIOVANNI SIMEONE .!/!*6!ČƋüô Reti: 22


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cannonieri e segnò gol bellissimi in tutti gli stadi europei più importanti. Al Camp Nou, a Wembley e all’Old Trafford Batistuta ha lasciato il proprio segno. Capitani viola sono stati, oltre a Batistuta e a Montuori, anche altri due difensori argentini: Gonzalo Rodriguez e Pezzella. Quest’ultimo ha indossato la fascia nelle ultime tre stagioni. Passarella, invece, l’ha indossata solo sporadicamente. Il boom degli argentini alla Fiorentina si è avuto nei 17 anni della gestione Della Valle. Ne sono arrivati ben

12. Il migliore è stato, senza dubbio, Gonzalo Rodriguez. Ma bene hanno fatto anche Santana e Osvaldo. Quest’ultimo realizzò 2 reti importantissime, entrambe a Torino, tra marzo e maggio 2008. La prima alla Juve e fu il gol della vittoria viola in rimonta (3-2) al 93’, la seconda al Torino in semirovesciata che valse la qualificazione ai preliminari di Champions League (successo della squadra di Prandelli per 1-0). Uno solo tra i 26 che hanno preceduto Rodriguez in maglia viola era portiere: Cejas,

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che tra l’altro, ha difeso i pali nella stagione dell’ultima promozione in serie A (2003/04). E, poi, c’è da citare Giovanni Simeone, detto il Cholito perché figlio del grande Cholo Diego Simeone. Giovane attaccante che ha segnato un buon numero di gol (22 tra il 2017 e il 2019) senza però mai convincere del tutto. L’ultimo argentino a vestire la maglia della Fiorentina, prima di Gonzalez, è stato Martinez Quarta, arrivato ad ottobre del 2020.

1963-1966

1964-1966

1980-1984

HUMBERTO MASCHIO .!/!*6!ČƋúô !0%ČƋõø

JUAN CARLOS MORRONE .!/!*6!ČƋû÷ !0%ČƋõ÷

DANIEL RICARDO BERTONI .!/!*6!ČƋõö÷ !0%ČƋ÷õ

1986-1988

1982-1986

RAMON ANGEL DIAZ Presenze: 66 Reti: 22

DANIEL ALBERTO PASSARELLA .!/!*6!ČƋõ÷ý !0%ČƋ÷ù

2003-2006

2006-2011

2007-2009

SEBASTIAN CEJAS .!/!*6!ČƋúõ

MARIO ALBERTO SANTANA .!/!*6!ČƋõôü !0%ČƋõù

PABLO DANIEL OSVALDO .!/!*6!ČƋ÷ü Reti: 6

2010-2011

2009-2010

2008-2009

MARIO BOLATTI Presenze: 27

JOSE’ IGNACIO CASTILLO Presenze: 7 !0%ČƋõ

SERGIO BERNARDO ALMIRON .!/!*6!ČƋõü

2017-…

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GERMAN PEZZELLA .!/!*6!ČƋõ÷ú Reti: 7

LUCAS MARTINEZ QUARTA .!/!*6!ČƋö÷ !0%ČƋõ

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PRATO

59100 PRATO Via Sabadell, 80/18 Tel. 0574 591315 r.a. Fax 0574 575737 mail: tipografia@baroniegori.it - www.baroniegori.it


“Speedy” Gonzalez, una vita per il pallone Già a 10 anni viaggiava per 6 ore al giorno ,!.Ƌ#%+ .!Ƌ*!(Ƌ2%2 %+Ƌ !((Ě .#!*0%*+/Ƌ 1*%+./Ƌ . 00!.!Ƌ"+.0!Ƌ!Ƌ#. * !Ƌ0 (!*0+Ƌ(!Ƌ-1 (%0@ che lo hanno portato dritto fino alla Seleccion

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LA STORIA

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entro al pallone, Nicolas Gonzalez, fin da piccolino, ci ha sempre racchiuso tutto il suo mondo. Fin dall’età di

cinque anni, quando ha iniziato a muovere i primi passi nel Club Sportivo Escobar, prima

Nicolas Gonzalez con la PaJlia Gello 6WoccaUGa

di passare all’Atletico Belen, due piccole realtà della sua città, a nord est della provincia di Buenos Aires. A 10 anni, dopo aver rifiutato la corte del River Plate, fu l’Argentinos Juniors a decidere di scommettere su di lui. Poco più che bambino, Nico colpì subito per le qualità palla al piede, per quel dribbling assolutamente naturale, per il senso della posizione e per quel feeling col gol. SEI ORE Ogni giorno, viaggiava per sei ore, tra andata e ritorno: era il tempo necessario per raggiungere il barrio di La Paternal, a Buenos Aires, lì dove c’è il campo d’allenamento del “Semillero del Mundo”, un vivaio da dove sono usciti, tra gli altri, Riquelme, Redondo, Cambiasso, Biglia e, soprattutto, Diego Armando Maradona, il campione dal sinistro immortale. Ha pensato anche di mollare Gonzalez, tanto era il sacrificio quotidiano richiesto a lui e alla sua famiglia, ma alla fine l’ha avuta vinta, con determinazione e tenacia. Ha

Gli accostamenti con i campionissimi Kempes e Di Maria non lo hanno distratto

forgiato così il suo carattere, senza lasciarsi distrarre da niente, tanto meno dai paragoni eccellenti, tra chi lo accostava a Kempes, campione del mondo con l’Argentina nel 1978, e chi a Di Maria, sconfitto nella finale mondiale dalla Germania in Brasile (2014). ĐƋ +*0%*1 Ƌ Ƌ, #Ƌöö


BS| 15 luglio 2021 LA STORIA

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GIA’ NELLA STORIA Nicolas, 23 anni, arriva dallo Stoccarda ed è, ad oggi, l’investimento più costoso della storia della Fiorentina (di contro, è anche quello che ha generato una delle plusvalenze più alte per i tedeschi, che sul suo cartellino hanno investito 8,5 milioni garantendo all’Argentinos il 10% sulla plusvalenza relativa alla futura vendita). Il club di Commisso non ha avuto dubbi e sul suo cartellino ha investito 27 milioni, 23 su base fissa più 4 di bonus facilmente raggiungibili. È stata pareggiata l’offerta del Brighton, che pure si era mosso in anticipo rispetto ai viola: a spingere in maniera determinante verso Firenze, è stato lo stesso giocatore.

Appena arrivato ha già stabilito un record: è il viola più pagato di sempre

Del resto, raggiungere la Serie A, il campionato dove è diventato grande Javier Zanetti e dove pure Carlos Tevez, tra i suoi idoli insieme a Messi, ha lasciato il segno, è sempre stato un sogno da provare ad inseguire.

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Seleccion, abbia deciso di puntarci forte. Lo ha fatto debuttare con l’Albiceleste quando in Germania giocava in Seconda divisione e non ha avuto timore, all’occorrenza, nemmeno ad arretrarlo sulla linea difensiva, complice l’assenza

CHI E' Nico Gonzalez è un esterno sinistro a tutta fascia, rapido nei movimenti, capace di svariare lungo tutto il fronte d’attacco, come centravanti o anche in coppia con un’altra punta. La capacità di scartare l’avversario, insieme alla scaltrezza nel puntare l’uomo e alla versatilità tattica lo hanno messo da subito sotto i riflettori: non è un caso che pure Scaloni, il Ct della

di Otamendi. Gonzalez ha fatto bene a prescindere. Il suo soprannome è “Speedy” Gonzalez: veloce come il “topino” della serie dei Looney Tunes della Warner Bros. La sua prossima sfida, adesso, è solo una: solo far innamorare Firenze, tra… scorribande sulle fasce laterali, uno contro uno e, soprattutto, gol.


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