La Faccia beLLa d’euroPa
La Fiorentina che gioca in coppa ci piace e potrebbe regalare un trofeo ai suoi tifosi in conference anche Jovic e cabral diventano assi nella manica di italiano
CALAMAI
Stasera va in scena la Fiorentina che ci piace. E che, in alcuni momenti, ci ha fatto innamorare. Ricordate lo spareggio della prima fase contro il Twente? I viola contro tutti. In un clima da corrida. Con la squadra viola capace di andare avanti in Conference. E pochi giorni fa un altro passaggio delicato in casa del Braga. Non una squadra di mostri ma un gruppo che ha battuto il Benfica nella Coppa di Portogallo e lotta per andare in Champions. E anche stavolta una cavalcata trionfale. Un 4 a 0 che permette alla squadra di Italiano di affrontare la gara di ritorno senza ansia. Ma con la volontà di dimostrare anche alle altre partecipanti a questo torneo che la Fiorentina ha tutta l’intenzione di andare fino in fondo. Sarebbe bello imitare la Roma di un anno fa. La Conference è il territorio di cac-
cia di Luca Jovic e Arthur Cabral. Il brasiliano nella passata stagione aveva trasformato questo torneo nel suo tiro al bersaglio. Dodici partite giocate con la maglia del club svizzero del Basilea, tredici reti realizzate. Una media gol da paura. E anche grazie a quelle prodezze aveva convinto la Fiorentina a investire su di lui. A Braga l’attaccante brasiliano ha realizzato una rete dopo un gesto tecnico fantastico. Un gol che se lo avesse realizzato Cristiano Ronaldo avrebbe fatto il giro del Mondo. E anche Luca Jovic ha lasciato il segno pure lui con una doppietta. Con gesti da bomber vero. Con questi due Assi la Fiorentina sogna di chiudere la pratica Braga e di andare avanti in Conference. Perché nessuno dei due, sia
chiaro, è Batigol ma tutti e due hanno la possibilità con le loro magie di riportare un trofeo a Firenze dopo più di vent’anni. E di entrare nella storia viola.
si QuaLiFica se…
Grazie alla vittoria per 4-0 sul campo del Braga, la Fiorentina accede agli ottavi di Conference League vincendo, pareggiando, ma anche perdendo nel ritorno con meno di 4 gol di scarto. I tempi supplementari sono previsti nel caso la somma gol tra andata e ritorno risulti pari. Il sorteggio si svolgerà a Nyon alle ore 13 del 24 febbraio.
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come novelli dottor Jekyll e mister Hyde, il serbo e il brasiliano si trasformano in europa: in campionato pochi acuti e prove opache in conference i numeri salgono vertiginosamente
• TOMMASO BORGHINI
Lo strano caso del Dottor Jekyll e di Mister Hyde. Un best seller di fine Ottocento, dai più conosciuto grazie alla sua successiva versione cinematografica, la cui trama, basata sul disturbo bipolare, sembra scritta sulla falsariga di ciò che accade alla Fiorentina tra campionato e coppe. In queste ultime, tra Coppa Italia e Conference League, la squadra viola tira fuori la sua miglior versione, imponendo il proprio gioco e andando a segno con continuità. Quando si tratta di giocare le partite della Serie A, invece, sforma in senso negativo, diventando prevedibile, goffa e quasi innocua sotto porta. Una doppia faccia che risalta in modo ancor più lampante a guardare le prestazioni e i numeri dei suoi attaccanti centrali.
Arthur Cabral e Luka Jovic, infatti, hanno un ruolino di marcia assai deludente in campionato. Partendo dal brasiliano, se è vero che ha segnato una rete decisiva per il pareggio contro l’Empoli domenica scorsa, è altrettanto vero che i suoi numeri e le sue prove nelle precedenti partite del torneo nazionale sono state davvero poco esaltanti: nelle sue 18 gare di questa stagione ha segnato 4 reti, per una media di una ogni 172 minuti. In Conference League, invece, comprendendo lo spareggio con il Twente, i gol sono stati 4 in 8 partite, per una media di uno ogni 84 minuti. Passando al serbo, in serie A ha giocato 21 partite segnando 3 gol, per una media di uno ogni 367 minuti. In Conference, invece, Jovic è
addirittura il capocannoniere con 6 reti, realizzate in 7 partite, per una media di una ogni 65 minuti. Insomma, sarà per la diversa tenuta delle difese avversarie o per la maggior brillantezza del gioco “continentale” dei viola, ma di certo l’aria d’Europa fa molto bene ai due attaccanti che in Conference League mostrano la loro versione migliore. E, a proposito di coppe, Jovic ha pure segnato un gol su 2 gare giocate in Coppa Italia. Uno “strano caso” che sta influenzando tutta la squadra e le scelte di Italiano che, almeno in Europa, ha due assi nella manica da giocare.
“in coPPa
L’ex viola che nel ‘90 arrivò in finale con la Juve: “gli stimoli europei trasformano questa squadra e lo si è visto a braga dove è emersa la personalità e se gli attaccanti segnano si può arrivare fino in fondo”
• GIACOMO CIALDIL’Europa fa bene alla Fiorentina. Dopo settimane di giustificata preoccupazione, visto il diverso rendimento di Viola e Sporting Braga, i ragazzi di Italiano hanno spazzato via ogni timore, nella gara di andata, con una prestazione scintillante: 4-0, doppietta dei due centravanti, e portoghesi – salvo cataclismi difficili da immaginare – eliminati. Con la sfida di ritorno al Franchi che è lecito immaginare come una partita “tranquilla”. Per parlare della Fiorentina in versione europea e del suo cammino in Conference League, il Brivido Sportivo ha intervistato in esclusiva Alberto Di Chiara, ex giocatore di quella Viola che nel ‘90 arrivò a un passo dal trionfare in Coppa Uefa.
Di Chiara, che Fiorentina ha visto nell’ultimo periodo? Cosa non ha funzionato dopo la sosta per il Mondiale? «Abbiamo purtroppo visto una Fiorentina che non ha ancora ingranato veramente, che non ha quasi mai convinto. Diciamo che la squadra si è trovata soltanto a tratti, con discontinuità.
“Presto arriveranno avversari più tosti Ma la Fiorentina non parte battuta con nessuno”alberto di chiara in maglia viola
Sono mancati gli attaccanti, la qualità nell’ultimo passaggio e a questo si è aggiunta, spesso, una certa confusione tattica da parte di Italiano. È una Fiorentina che ha spesso faticato».
In Europa, però, è sembrata un’altra squadra. «Le coppe sono un’altra storia, entrano in gioco diverse variabili, come ad esempio il fatto di giocare andata e ritorno. Conta moltissimo l’esperienza e il momento di forma della squadra».
Lei che di imprese europee se ne intende, si aspettava la bella vittoria in Portogallo?
«La Fiorentina ha fatto molto bene nella gara di andata, e non era scontato dato il buon rendimento dello Sporting Braga. Abbiamo visto una squadra autoritaria, con personalità, che sapeva cosa voleva e che ha messo in campo tutte le proprie qualità.
È stata brava, in una partita che si presentava come una tappa fondamentale della stagione».
Compresi i gol degli attaccanti…
«Quando gli attaccanti segnano, tutto gira meglio. Le doppiette di Jovic e Cabral sono state belle e importanti, sia per la squadra che per i giocatori stessi. Speriamo possano aiutare questi due calciatori che, fino a una settimana fa, avevano mostrato alcune luci e diverse ombre».
essere quella che scenderà in campo questa sera? Quali potrebbero essere i pericoli?
«In generale, quando vinci in modo così netto, può esserci il rischio di sottovalutare l’avversario, darlo per già finito. Ed è la volta in cui rischi di perdere. Credo non sarà il caso dei viola stasera: la Fiorentina è più forte e sa cosa deve fare. Inoltre c’è il fattore Franchi: i tifosi fiorentini, come sempre, aiuteranno la squadra».
È lecito pensare, sopratutto dopo la bella prestazione di Braga, che questa squadra possa davvero arrivare in fondo alla competizione?
«Ci sono un paio di squadre attrezzate per giocarsi il trofeo, avversari piuttosto tosti, ma la Fiorentina non può e non deve partire battuta. Pensare di poter alzare la coppa, oltre che lecito, è anche doveroso. Ci sono margini per divertirci!».
brata un’altra squadra.ROSSITTO: “SARÀ AMRABAT L’UOMO
DELLA CONFERENCE”
di Wembley
L’ex mediano, tra i protagonisti dell’impresa champions: “in europa ritorna l’entusiasmo ed è un’altra Fiorentina credo che questa squadra possa arrivare fino in fondo e il marocchino può essere il vero trascinatore”
AFirenze lo ricordano rincorrere gli avversari in ogni zona del campo. Fabio Rossitto non era solo questo, è stato un centrocampista che abbinava grinta a una buona tecnica. Protagonista di quella Fiorentina allenata da Giovanni Trapattoni che conquistò Wembley nella gara di Champions League contro l’Arsenal. Lo abbiamo contattato per avere il suo punto di vista nella sfida di ritorno in Conference contro il Braga.
L’andata la squadra viola ha surclassato i portoghesi ma in generale come arrivano i gigliati a questo crocevia della stagione?
«La situazione è ibrida, l'anno scorso con l'arrivo di Italiano si è visto un entusiasmo crescente, tutti seguivano l'allenatore, era un calcio importante ma su
questo quest'anno non c'è stato seguito. In campionato balbetta ma nelle coppe sta facendo bene. Difficile capire, sembra si sia spento quell'entusiasmo iniziale, però il calcio è imprevedibile e se guardiamo l’andata a Braga è stata tutta un’altra Fiorentina».
Anche il tecnico, che deve crescere, ha trovato delle difficoltà in questo anno.
«Ho sempre stimato Italiano ma sembra che questa pressione e attesa lo innervosiscano. Ha cercato altre strade e bisogna dargliene atto. Lui ha sempre giocato con il 4-3-3 ma ha cercato di vedere come valorizzare i giocatori, uscendo dai suoi schemi».
Stasera gara di ritorno contro il Braga, come si affrontano queste sfide europee?
«Ho sempre pensato che le coppe europee trasformino una squadra e abbiano un impatto anche sul singolo giocatore.
La coppa dà motivazione, ti porta a giocare e a confrontarti su un palcoscenico diverso e tutti tirano fuori quel qualcosa in più». Percentuali di poter andare lontano nel cammino europeo?
«Non sono un indovino ma credo che la Fiorentina abbia tutte le carte in regola per fare bene e arrivare il più avanti possibile. Come sempre, per raggiungere traguardi importanti, ci sarà bisogno di unità d’intenti tra squadra, allenatore, dirigenti e tifoseria. Poi non scordiamoci la spinta del Franchi che quando è chiamato in causa risponde sempre presente».
Se dovesse indicare un calciatore simbolo in queste gare?
«Fare il nome degli attaccanti potrebbe apparire scontato ma io, senza alcun dubbio, faccio il nome Amrabat. Al Mondiale è stato uno dei più forti, ultimamente è apparso appannato ma ci può stare. Forse
aveva l'ambizione di andare al Barcellona ma è difficile capire la sua non continuità. Detto ciò è un giocatore importante ed ha qualità e personalità per fare ciò che vuole, non credo che sia un fatto tattico ma non deve farsi distrarre da altre cose deve capire l'importanza della maglia».
Anche perché Firenze tratta da re chi suda e lotta per la maglia, lei se lo ricorda bene.
«Ci vuole orgoglio perché se fai bene a qui la gente ti ama, bisogna vivere la città e avere voglia di fare qualcosa di straordinario, quando vincemmo a Wembley al ritorno sembrava avessimo vinto la guerra».
Fiorentina - sPorting braga
STADIO ARTEMIO FRANCHI DI FIRENZE
23.02.2023, ore 21.00
conFerence League | 9 |
1 Terracciano 2 Dodo
Quarta
A Disposizione: 56 Sirigu, 16 Ranieri, 15 Terzic, 42 Bianco, 10 Castrovilli, 22 Gonzalez, 72 Barak, 77 Brekalo, 8 Saponara, 7 Jovic.
SPORTING BRAGA 4-4-2
R. Horta
Musrati
1 Matheus
2 Gomez
15 Oliveira
4 Niakaté 6 Sequeira
45 Medeiros 8 Musrati 19 Racic
21 R. Horta
10 A. Horta 9 Ruiz
Freitas: “a braga LA MIGLIOR FIORENTINA”
L’opinione del portoghese, ex diesse viola: “Ho visto una squadra dominante contro un avversario tutt’altro che facile il team di italiano arriverà lontano”
• MARIO TENERANIDirettore sportivo a Firenze con Corvino, ma anche giornalista. Carlos Freitas, portoghese di nascita, conosce l’italiano e il nostro calcio, ma non solo. La sua banca dati è fornitissima. Ci ha regalato un giudizio dopo la prepotente vittoria dei viola a Braga e in vista del ritorno a Firenze, che adesso si mostra alla stregua di una formalità. “Questa Fiorentina può andare molto lontano in Conference”.
Carlos Freitas, che Fiorentina è stata in Portogallo?
“All’inizio ho visto una formazione in grado di controllare ogni parte del campo. Guadagnando molte prime e seconde palle nella trequarti del Braga. E’ stato un dominio totale dei viola”.
Chi l’ha colpita?
“Il lavoro dei centrocampisti e degli attaccanti è stato eccezionale perché loro non hanno lasciato giocare l’avversario e così hanno potuto controllare la gara”.
I viola hanno calato addirittura un poker…
“I gol sono stati il risultato di questa manovra collettiva così ben fatta. Ottima la partita degli attaccanti, parlo di Jovic e Cabral. Al di là dei gol realizzati, hanno dimostrato di giocare bene con o senza palla. Non voglio poi dimenticare la prestazione di Amrabat in mezzo al campo: è stata molto importante perché ha imposto
i tempi di gioco, scegliendo spesso passaggi verticali”.
La Conference può essere la coppa della Fiorentina?
“Sì, mi è piaciuta tanto. La squadra ha dimostrato di meritare di andare molto lontano in questa competizione”.
iL doLce Ko di ranieri E IL MAGICO JO-JO
5 vittorie, 2 pari e una sconfitta contro le portoghesi al Franchi
Lo scivolone col benfica del 1997 in coppa coppe fu indolore perché i viola di “sir claudio” passarono lo stesso il turno nel 2009 la rete di Jovetic allo sporting valse la champions
•RUBEN LOPES PEGNA
Prima di quest'anno la Fiorentina non aveva mai incontrato il Braga. Aveva, invece, affrontato formazioni portoghesi in otto edizioni delle coppe europee. Nelle prime quattro occasioni la squadra viola era stata eliminata. Nelle ultime quattro aveva superato il turno. A Firenze nelle otto partite giocate con formazioni portoghesi la Fiorentina ha ottenuto cinque vittorie e due pareggi e ha subito una sola sconfitta. La prima sfida con una squadra del Portogallo al Comunale risale al 13 dicembre 1967. Nel match di ritorno degli ottavi di finale di Coppa delle Fiere, l'attuale Europa League, la Fiorentina, dopo la sconfitta per 2-1 all'andata, pareggiò 1-1 (gol di Maraschi) con lo Sporting di Lisbona ma fu eliminata.
stevan Jovetic esulta dopo il gol allo sporting Lisbona
Scontri amari con il Vitoria Setubal
Il gran gol di Pin al Boavista illuse i gigliati
Dopo questa partita fu esonerato l'allenatore Chiappella. Il secondo incontro a Firenze con una formazione portoghese la squadra viola lo disputò il 22 gennaio 1969 contro il Vitoria Setubal. Nella gara di ritorno degli ottavi di finale di Coppa delle Fiere, dopo la sconfitta per 3-0 all'andata in Portogallo, vinse 2-1 con gol di Amarildo e Rogora ma fu eliminata. La Fiorentina incontrò di nuovo il Vitoria Setubal al Comunale nella partita di ritorno dei sedicesimi di finale di Coppa Uefa (l'attuale Europa League) il 1 novembre 1972. Dopo la sconfitta per 1-0 all'andata in Portogallo vinse 2-1 con gol di Clerici e Perego ma fu eliminata. Il quarto match con una formazione portoghese al Comunale la Fiorentina lo disputò il 17 settembre 1986 con il Boavista. Era l'incontro d'andata dei trentaduesimi di finale di Coppa Uefa. I viola vinsero 1-0 con un gran gol di Celeste Pin in mezza rovesciata. Sconfitti con lo stesso punteggio al ritorno a Porto, furono però eliminati ai calci di rigore. La Fiorentina affrontò un'altra formazione portoghese, il Benfica, al Franchi il 20 marzo 1997 nella gara di ritorno dei quarti di finale di Coppa delle Coppe. Dopo aver vinto 2-0 all'andata a Lisbona, perse 1-0 ma la squadra di Mister Claudio Ranieri si qualificò ugualmente per le semifinali. La Fiorentina incontrò poi lo Sporting di Lisbona al Franchi il 26 agosto 2009 nella partita di ritorno dei playoff per accedere alla fase a gironi di Champions League. Dopo il 2-2 del match d'andata in Portogallo, pareggiò 1-1 in rimonta con gol di Jovetic e si qualificò per la fase a gironi.
La squadra viola giocò inoltre al Franchi con una formazione portoghese il 19 settembre 2013 nella gara della prima giornata della fase a gironi di Europa League. Batté il Pacos Ferreira 3-0 con reti di Gonzalo Rodriguez, Matos e Pepito Rossi e si qualificò per i sedicesimi di finale come prima del girone. La Fiorentina affrontò infine una squadra del Portogallo al Franchi il 10 dicembre 2015 nella partita dell'ultima giornata della fase a gironi di Europa League. Vinse con il Belenenses 1-0 con un gol di Babacar e si qualificò come seconda per i sedicesimi di finale.
rui, baLLa La Portuguesa!
il ricordo indelebile del portoghese che fece innamorare il popolo viola oggi è il presidente del benfica Ma quanto ci piacerebbe rivederlo a Firenze…
• TOMMASO BORGHINILe lacrime di quell’addio ce le sentiamo ancora sulla pelle. Sono passati più di vent’anni (era il 13 luglio 2001), ma chi visse quel giorno ne conserverà per sempre il magone in un pezzettino di cuore. Perché Manuel Rui Costa è stato un idolo del popolo viola che lo ha amato fin dal primo giorno del suo approdo in riva all’Arno, nell’estate del 1994. La Fiorentina era appena risorta dal purgatorio della Serie B e l’empatia con quel portoghese dallo sguardo timido fu subito totale. Sarà stato per la sua eleganza in campo, per il numero 10 che indossava con orgoglio, riportando alla mente le gesta di Giancarlo Antognoni (il dirigente che lo prese, strappandolo al Barcellona, insieme a Cinquini) o per la sua capacità di generare un calcio poetico, in perfetta sintonia con la bellezza di Firenze.
Tutti lo amarono e lui amò visceralmente la Città e il popolo viola, rifiutando a più riprese la corte di grandi club e conquistando la bellezza di tre trofei (due Coppe Italia e una Supercoppa) nei suoi sette anni col giglio sul petto. Fino alle lacrime di quel torrido giorno di luglio, quando migliaia di persone invasero il Franchi per salutarlo con gli occhi gonfi al ritmo di un coro passato alla storia: “Rui, balla la Portuguesa!”. Il suo fu un sacrificio, vano, per cercare di salvare la Fiorentina dal fallimento. Oggi è presidente dell’altro grande amore della sua vita: il Benfica. Ma quanto ci piacerebbe rivederlo a Firenze... magari con un ruolo dirigenziale! Perché un amore così grande è impossibile da dimenticare e sarebbe fantastico poterlo rivivere.