parte dell’alimentazione contadina e fornivano sostanze utili per chi era iperteso e nervoso. Le foglie posate nelle parti doloranti curavano alcuni dolori artritici. Già lo scrittore latino Catone il Vecchio in epoca romana citava il broccolo, riconoscendone le qualità e le importanti proprietà medicamentose. Alla moderna rivalutazione del broccolo ha contribuito anche il riconoscimento scientifico delle sue proprietà salutari (elevato contenuto di sostanze antiossidanti, anticancerogene e ricco di sali minerali) in uno studio condotto dalla autorevole Johns Hopkins University. Dal punto di vista gastronomico i broccoli più saporiti sono quelli raccolti dopo le prime gelate, quando per difendersi dal freddo la pianta concentra il contenuto in acqua nelle cellule e nei tessuti in genere delle parti verdi, aumentando la concentrazione dei sali minerali, degli zuccheri e delle sostanze aromatiche. Il broccolo fiolaro di Creazzo viene oggi curato nei minimi particolari dalla semina al raccolto, con un’attenta selezione e preparazione sino alla confezione. Grazie alla riscoperta della tipicità e della genuinità dei prodotti il broccolo fiolaro da diversi anni è ricomparso, con un’infinità di ricette, principe della tavola, non solo vicentina. Infatti, oltre ai bravi ristoratori locali, viene utilizzato anche da illustri cuochi nelle ricette più variegate e creative. Ma a sorpresa è richiesto anche da abili chef giapponesi, che per le sue peculiarità lo propongono nei loro menu nella terra del Sol Levante. Anche la pizza, il tipico piatto italiano universalmente riconosciuto, ha sposato il broccolo fiolaro, con omogenei e positivi riconoscimenti e un enorme apprezzamento da parte degli amanti della buona cucina. Questo eccellente prodotto delle colline di Creazzo ha, infatti, delle caratteristiche organolettiche che lo allontanano in parte dai suoi “cugini” cavoli: la dolcezza prevale sull’aroma di zolfo, come pure quel gusto così minerale, quasi salino, prevale sull’amaro. Se poi, in cucina, abbiniamo al broccolo altri ingredienti in preparazioni più o meno complesse e lo associamo a materie prime che ne marchino il gusto in modo significativo, ecco che la difficile arte dell’abbinamento diventa quasi scienza, sul filo di un equilibrio fra dolce e sapido, minerale e floreale. Quanto alla cucina un tempo si lessavano i broccoli per poi passarli in padella con il lardo; oggi, in epoca di grande rivalutazione di cavoli e ortaggi affini, se ne fa l’uso più vario: a crudo in insalata con altre varietà di stagione, come l’indivia; come ingrediente di zuppe e minestre d’orzo; come ripieno di tortelli, pasticci e torte salate, ma anche di pollame e selvaggina da piuma; come contorno di bolliti e arrosti; come base per salse dal sapore rotondo; lessato con olio, sale e pepe; preparato al tegame o gratinato.
In apertura, il broccolo fiolaro, coltivato con metodi tradizionali sulle colline di Creazzo nel Vicentino (uno scorcio della cittadina nella foto sotto). Questo prodotto ha una struttura, un gusto e qualità organolettiche differenti da altre varietà di broccolo che lo rendono adatto ai più svariati usi in cucina
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