LA PIAZZA DI GIOVINAZZO LUGLIO 2018

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All’interno

Modella: Lisanna Maggialetti




copertina copertina

DI

SERGIO PISANI

Via Cairoli, 95 Giovinazzo 70054 (Ba) Edito da ass. La Piazza di Giovinazzo Iscr. Trib. di Bari n. 1301 del 23/12/1996 Telefono e Fax 080/3947872 Part. IVA 07629650727 E_MAIL:lapiazzadigiovinazzo@libero.it FONDATORE Sergio Pisani PRESIDENTE: Sergio Pisani DIRETTORE EDITORIALE: Raffaella M.B.Direnzo DIRETTORE RESPONSABILE Sergio Pisani REDAZIONE Damiano de Ceglia - Agostino Picicco Donata Guastadisegni - Giovanni Parato Vincenzo Depalma - Onofrio Altomare Porzia Mezzina - Mimmo Ungaro Enrico Tedeschi - Giangaetano Tortora Alessandra Tomarchio - Michele Decicco CORRISPONDENTI DALL’ESTERO Rocco Stellacci (New York) Giuseppe Illuzzi (Sydney) Grafica pubblicitaria: Rovescio Grafica Responsabile marketing & pubblicità: Roberto Russo tel. 347/574.38.73 Sergio Pisani tel. 080/3947872

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IT15U0760104000001037612288 La collaborazione é aperta a tutti. La redazione si riserva la facoltà di condensare o modificare secondo le esigenze gli scritti senza alterarne il pensiero. FINITO DI STAMPARE IL 26.06..2018

O TEMPORA, O MORES? MACCHÈ: “FAMMI GODERE” Per aver messo questa foto su facebook senza emoji sui capezzoli (quarant’anni fa mettevamo delle stelline nere per coprire i capezzoli sui manifesti dei film erotici del Cinema Devenuto e Moderno) Zuckerberg mi ha messo il bavaglio per 48 ore. La foto violava gli standard della community. Zuckerberg, manco fosse l’Osservatore Romano, mi ha cancellato pure il pensiero, i post. Adesso voglio ridare voce a quel pensiero su La Piazza in cui mi vanto di aver più lettori e friends di Fb (posiziono le emoji per creare l’effetto dissolvenza solo perché ci leggono i ragazzi, anche se poi la loro mamma, quella signora timorata di Dio che obbligava i figli ad un certo decoro è morta da un pezzo). Per un giorno Zuckerberg mi ha fatto sentire un Riccardo Schicchi. Peggio, mi ha accusato di incitare al libertinaggio e alla prostituzione per aver pubblicato due colline in fiore, un paio di tette di una ragazza che senza pretese al concerto di Vasco Rossi ha portato l’amore sul prato verde del San Nicola. Tutto in inglese. Penso che non siano queste le vergogne di cui ci dovremmo cospargere il capo di cenere. Facebook ci ha abituato a peggio, ad un continuo e insopportabile turpiloquio sempre in onda h.24 mai censurato soprattutto in campagna elettorale. E adesso che fa? Adesso che le tette si elevano ad arte come in un quadro antico di Cleopatra, mi merito la ghigliottina di Robespierre? Tutto perché quando Vasco Rossi chiama “...fammi godere”, lei, l’altra Cleopatra figlia di Vasco, risponde togliendosi il reggiseno. Fa bene? Fa male? Semplicemente non vorrei essere al posto del suo compagno, fare il cavallo, sopportare in groppa il carico di tanta carne senza perdere l’equilibrio come al Traballero. Dico solo quanta gioia regala un concerto di Vasco Rossi. Gioia ai


fotografi, agli operatori - video, ai voyeur. Vasco Rossi benedice, fa vivere e dona agli italiani proprio ogni bene. Non nascondiamoci sotto il manto dell’ipocrisia. Quando si vuole commentare un dialogo tra il profeta e il nano tratto da Così parlò Zarathustra di Nietzsche (l’ho scritto bene perché il windows 10 me lo corregge in automatico, che tristezza!) è come sentirsi seduti ad un caffè letterario virtuale dove s’incontrano solo uomini e donne over 60 che si danno l’aria di umanisti con Repubblica sotto il braccio. Con Vasco Rossi è tutta un’altra storia. Anche l’altro nano, lo psiconano con le sue escort e le sue olgettine che ha cambiato l’Italia del comune senso del pudore, non se lo fila più nessuno. Invece, caro comune senso del pudore, non so se esisti, ma se esisti, come sei cambiato quando ascolto quel “Fammi Godere” di Rewind. Sei come un ascensore di un grattacielo che si ferma a tutti i piani per raccogliere magari la resistenza di una minoranza irriducibile di massaie col grembiule ancora addosso sporco di pomodoro o sei un relitto del passato, uno scomodo retaggio di moralisti, piagnoni, qualunquisti. Caro comune senso del pudore - ahimè - di comune non è rimasto più nulla, sei solo una minoranza del conservatore tradizionalista - proibizionista di tutto, della Veronica che parla di ciarpame senza pudore come se ne facesse una questione personale con il suo ex marito. Caro comune senso del pudore, i progressisti dal pudore radicale, la borghesuccia che fa la radical-chic, il don Mazzi di turno, il prete in cashmere ti dice che non sei più un peccato di Gesù, anche la ragazza della foto ha il coraggio di giustificare le tette al vento come un peccatuccio veniale. Caro comune senso del pudore come sei cambiato anche nel linguaggio. Snodiamo la lingua e il biologissimo seno del politically correct di trent’anni fa oggi sono si chiama tette o come preferite bocce, menne, zinne, galleggianti. Manco più una suora di clausura sa cos’è un’elegante décolleté dell’intelligence in nature. O tempora, o mores? Macchè: “Lalalalalalala, fammi vedere. Lalalalalalala Fammi godere”. Al diavolo per un giorno la questione dei migranti, della chiusura dei porti all’amore, del censimento ai rom senza permesso, dei 10 milioni di poveri italiani, dell’Ilva che rischia la chiusura, della flax tax al 15% (?) e del reddito di cittadinanza (?)! “Lalalalalalala, fammi vedere. Lalalalalalala Fammi godere”. Zuckerberg che continui a fare il censore, crepa di invidia SERGIO PISANI

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COPERTINA

BELLA

COME LA NOSTRA

ESTATE GIOVINAZZESE.

VERA COME ROBERTA MOLININI, UNA DELLE TOP FASHION MODEL DELLA CARMEN MARTORANA EVENTI FOTOCOMPOSIZIONE: ROVESCIO GRAFICA



IL

CONTRAPPUNTO

dell ’alfiere

IPOCRISIE UN TANTO AL CHILO «I POPULISTI SONO COME LA LEBBRA». Sono queste le parole rivolte dal signor Macron, attuale presidente della repubblica francese, all’Italia ed al governo legittimamente al potere da pochi giorni. Il signor Macron, peraltro, ha rivolto altre offese al nostro Paese parlando di amici che «fanno le cose peggiori senza che nessuno si indigni e non si ribelli». In effetti non ci siamo ribellati e non abbiamo giustamente protestato per l’intervento della polizia francese in territorio italiano fuori da qualsiasi regola e norma del diritto internazionale oltre che di rispetto per un paese amico e appartenente all’Unione Europea. Avremmo dovuto protestare per la chiusura delle frontiere, effettuata con precisione e dispiego massiccio di polizia e gendarmeria, con relativi respingimenti, anche in queste ore, al confine italiano con la conseguenza che Ventimiglia è diventata un bomba sociale. Noi avremmo dovuto protestare, e con noi la comunità internazionale, per la morte di quella donna in stato di gravidanza respinta senza alcuna cautela e con fermezza dalla polizia francese e poi deceduta in un ospedale italiano dove si era tentato di salvarla. Avremmo dovuto protestare per la decisione presa immediatamente dopo l’elezione alla carica di Presidente della Repubblica sull’acquisto dei cantieri navali Stx da parte di Fincantieri che ha portato ad un nuovo accordo sbilanciato a favore della Francia nonostante la situazione di pesante indebitamento dell’azienda francese calpestando gli accordi sottoscritti e alla faccia dell’europeismo sbandierato in campagna elettorale e ancora oggi ripetuto in ogni momento ed occasione. Un europeismo di facciata utile solo quando è funzionale agli interessi francesi, ossia al nazionalismo francese comune denominatore di tutta la politica d’Oltralpe. Macron, questo signore, sarebbe il difensore dell’Europa ed il maggior accusatore dell’Italia. Qualsiasi persona, con un minimo di onestà intellettuale, converrà che le critiche all’Italia sono pretestuose e ipocrite. Il governo spagnolo, da par suo, ha accolto la nave Aquarius, ma ha chiarito che verranno accolti solo i migranti a cui verrà riconosciuto il titolo di rifugiati. Sic. Ecco gli europeisti un tanto al chilo che danno lezioni all’Italia costretta ad accogliere tutti dal patto sottoscritto da Renzi in cambio del via libera agli 80 euro elettorali. Il Santo Padre, sempre attento ai migranti, ha, però, sottolineato che i Paesi sono chiamati alla accoglienza ma nei limiti delle loro possibilità di integrazione. E a proposito della vicenda della nave Aquarius registro le parole del premio Strega 2016, lo scrittore progressista e cattolico Edoardo Albinati. «Io stesso, devo dire, con realpolitik di cui mi sono vergognato, ieri ho pensato, ho desiderato che morisse qualcuno sulla nave Aquarius. Ho detto: adesso, se muore un bambino, io voglio vedere che cosa succede per il nostro governo». Subito in suo soccorso sono intervenuti gli intellettuali progressisti sempre pronti a giustificare tutto purché fatto o detto dagli appartenenti al loro gruppo autoreferenziale. Gli altri, non progressisti o non allineati, sempre colpevoli anche solo se sospirano. La frase è orribile e se l’avesse pronunciata un “populista” sarebbe arrivata la scomunica dal consesso civile. Tutta la stampa ed i media erano impegnati nell’attacco senza se e senza ma al Ministro degli Interni per il censimento dei rom. I più misurati: «È una vergogna il censimento su base etnica». Solo che a Milano, solo per fare un esempio, l’assessore ai servizi sociali aveva sostenuto la necessità di censire i residenti dei campi rom per mappare la situazione in città. La medesima proposta, soltanto che se la fa un progressista non ha finalità di schedature e segni di razzismo - fascista.

A GIOVINAZZO LO IUS SOLI METTE TUTTI D’ACCORDO. E anche a Giovinazzo, nell’ultimo consiglio comunale, si è discusso l’ordine del giorno relativo alla legge sullo ius soli che, dopo l’approvazione del progetto alla Camera, è, oggi giacente al Senato. L’amministrazione, dopo le schermaglie con gli ambienti cattolici e la Curia per l’intitolazione del lungomare di Levante all’Aeronautica militare e relativo monumento agli aviatori. Scoppiò una polemica che vide contrapposti gli ambienti cattolici di sinistra con la sinistra confessionale e quella storica presente in consiglio comunale e dall’altra la maggioranza e il sindaco a difendere quella scelta. Ecco, oggi, il tentativo di ricucire quella ferita con la votazione a favore dello Ius soli che ha visto il voto favorevoli di tutti i gruppi consiliari di maggioranza e di opposizione con l’unica eccezione dei consiglieri di Forza Italia che hanno votato contro. Tutti i consiglieri favorevoli hanno espresso il vivo apprezzamento per la presa di posizione del consiglio comunale su proposta della maggioranza. Chi ha sostenuto la necessità di dare immediata esecuzione alla legge per favorire l’integrazione come è avvenuto in altri Paesi, colpiti, però, dal terrorismo di provenienza interna e dalla nascita e proliferazione di veri e propri ghetti in cui si rafforza sempre più l’estremismo islamico e l’Islam radicale? Chi ha parlato dei tanti bambini presenti a Giovinazzo appartenenti ad altre etnie che vedrebbero coronare il sogno della cittadinanza italiana e il riconoscimento di diritti conseguenti come se a questi bambini sia stato negato il diritto all’istruzione e all’assistenza sanitaria, ad esempio? Chi ha parlato, con una certa dose di avventatezza, di necessaria presenza degli extracomunitari per colmare il gap di nascite riscontrato negli ultimo mi anni? Ovviamente a questo consigliere non è passato per la testa di chiedere che vengano finalmente realizzate politiche a favore delle famiglie e della natalità. No, sostituiamo popoli solo facendo riferimento ai numeri. Come se la cultura e le tradizioni frutto certamente di successive stratificazioni e contaminazioni ma non di sostituzioni integrali fossero sciocchezze prive di fondamento. Ecco le fondamenta, le radici di cui questi consiglieri moderni non hanno parlato e su cui non hanno ragionato. Come se diventare cittadino italiano sia solo un passaggio burocratico ed una lettura, attenta o superficiale poco conta, della Costituzione. E poi, ecco l’immagine di due calciatori che con la maglia della nazionale svizzera agitano, dopo il gol alla Serbia, le mani a simboleggiare l’aquila albanese a ricordare l’origine di quel Paese, l’origine si badi bene, contro la nazione da sempre nemica. Ecco le radici non si tagliano, non possono essere annientate, riaffiorano e mostrano tutta la loro potenza su leggi e opinioni moderniste. Questi due ragazzi con la maglia della nazionale svizzera di fronte ad una scelta ultimativa sceglieranno il Paese delle origini o quello del passaporto burocratico? Io non lo so e i consiglieri moderni? E non è questione di paura o non conoscenza ma di un semplice auspicio: vedere le conquiste culturali, politiche e sociali, ad esempio il ruolo della donna nella società, consolidarsi ed evolversi ma non regredire e, magari, seppellite sotto il peso di una cultura diversa da quella occidentale come più e più volte denunciato da Oriana Fallaci. E comunque è bello lasciar fuori dal consiglio comunale i problemi del lavoro e della povertà che - ahimè - assillano la nostra comunità giovinazzese. Evviva!!!

alfiere@giovinazzo.it



il

fatto

DI SERGIO PISANI

E

GIOVANNI PARATO

POLIZIA LOCALE AL COLLASSO! Con sole 14 unità non si possono garantire tutti i servizi in una città che d’estate sfiora le 80mila presenze Per legge dovrebbe esserci un vigile ogni 800 abitanti. Invece l’organico della Polizia Locale è di soli 14 unità in una città che l’estate raggiunge anche 80mila presenze! Dalle 21 unità, l’organico dei Vigili urbani ha perso 7 uomini per pensionamenti e mobilità e non ci sono state sostituzioni. Poi, i trimestrali a tempo pieno che dovevano arrivare quest’estate non sono arrivati. Nel frattempo dovrebbe partire pure la turnazione delle ferie e il cartellone dell’estate giovinazzese. Meno uomini, ma i compiti del comando si allargano, guai a pensare che si limitano alla sola viabilità. Innumerevoli i servizi da garantire: dall’annonaria agli accertamenti anagrafici, all’attività di polizia giudiziaria. Questa è la situazione del personale nella sede di via Cappuccini 113. Bisogna evitare il collasso. Bisogna implementare la dotazione organica del servizio di Polizia Locale di Giovinazzo. Tutti lo sanno ma nessuno fa niente. Ad oggi la stessa opposizione in Consiglio comunale ha presentato interpellanze mirate solo a distruggere l’uomo, il politico ma nessuno ha evocato lo stato di abbandono dei nostri vigili urbani. E quando il gatto manca, i topi ballano. I topi sono l’esercito dei trasgressori, degli incivili come testimoniano le foto. Si comincia dalla sosta selvaggia sulle isole pedonali della piazza e sulla ciclabile dei lungomari. Sugli scivoli per disabili in piazza e su via Marconi difronte l’Ufficio Postale. I vigili vengono chiamati. Arrivano quando possono, fanno quello che possono. Ma ci vorrebbe davvero la pistola per mettere qualche multa per qualche furbetto che sposta il mezzo in presenza dei vigili e poi lo riparcheggia quando il vigile va via al solito punto in violazione al codice. Ancora. Venditori ambulanti che non rispettano i metri quadri a loro concessi. Venditori abusivi che non hanno licenza di vendere. Poi ci sono i segnali, quelli di divieto. Divieto per deiezioni per cani, per esempio. Ma la villa comunale, i marciapiedi principali, i lungomari sono diventati toilette per cani. Escrementi dappertutto. E poi ci sono i furbetti del sacchetto dell’immondizia che la fanno sempre franca. L’elenco dell’incuria cittadina sarebbe più lungo di un rotolo di carta igienica Scottex, 10 piani INCURIA CITTADINA. SCIVOLI PER DISABILI di morbidezza. La multa la pagano in pochi. Molti, moltissimi OSTRUITI, AUTOVETTURE IN SOSTA SUL SAGRATO, riescono ad evitarla. La città è più sporca complice anche il STRADE , PIAZZE , GIARDINI E MARCIAPIEDI contesto di noncuranza ed indolenza urbana con i quali si devono scontrarsi i nostri Vigili sopravvissuti, un po’ santi un po’ TRASFORMATI IN TOILETTE PER CANI! eroi! Questi i loro nomi: Mimmo Camporeale (Comandante), Giuseppe Petruzzelli, Giuseppe germinario, Nicola Lorusso, Francesco Defronzo, Angelo Bonvino, Nicola Tattoli, Angelo Turturro, Lino Labombarda, Vito Stufano, Gaetano Perfetto, Tommaso Cipriani, Nicola De Sario, Rita De candia, Serena Mastrofilippo.



palazzo

di

citta’

DI SERGIO PISANI

PIANTA SOTT’ORGANICO, SI RISCHIA LA PARALISI DEI SERVIZI Numerose unità saranno collocate in pensione L’Ente Comune fra qualche mese sarà un ascensore che non si fermerà più a tutti i piani per garantire i servizi alla cittadinanza. Fra qualche mese suonerà il campanello d’allarme complici i diversi pensionamenti che collocheranno a riposo numerose unità dell’organico (alcuni sono già in pensione): si rischia la paralisi sui servizi ai cittadini. E questo in un momento in cui l’Ente Comune è sempre più oberato da adempimenti amministrativi e da una burocrazia sempre più opprimente e complessa. Il risultato sarà che alla data del 31 dicembre 2018, il numero dei dipendenti sarà sceso di 16 unità. La carenza di personale parte dalla Polizia Municipale (ieri 21 agenti, oggi ridotta a 14) e continua con l’Ufficio Tecnico, l’Anagrafe o l’Assistenza Sociale e in tanti altri reparti: tutti carenti di unità operative. LA MOBILITA’ESTERNA ED INTERNA. Con il blocco delle assunzioni del pubblico impiego da parte del Governo, la paralisi si potrebbe scongiurare in parte con la mobilità esterna ma le procedure non sempre consentono di trovare l’uomo giusto sul posto giusto. La parola d’ordine è anche mobilità interna. Dipendenti comunali spostati dalla sera alla mattina, anche ad uffici che nulla hanno a che fare con quello di provenienza, con tutte le difficoltà che questo comporta, dal punto di vista sia professionale che organizzativo. Persone con una esperienza decennale in un settore si trovano catapultate in un altro, con pochissime ore di formazione o affiancamento, con molta solerzia garantiscono oggi in Comune tutti i servizi ai cittadini. Ma la situazione - come dicevamo sopra - sta peggiorando: negli ultimi mesi, infatti, al dott. Michele Bonserio (L’archivista per eccellenza), si aggiungeranno la dott.ssa Maria Antonietta Lezzi, dott.ssa Marta Fiorentino, Franco Andriano (Geometra), Quercia Vitantonio, Filippo De Muro, Maria Lasorsa, Maria Vancheri, Cuccinella Giuseppe e Giuseppe Turturro (a costoro vanno i miei più sinceri auguri di Buon pensionamento). Insomma, una situazione quella del Comune di Giovinazzo che prima di tutto interesserà negativamente i servizi fruibili alla cittadinanza, ma che avrà ripercussioni anche sulla gestione lavorativa all’interno del Comune stesso. L’appello sarà quello di trovare al più presto una soluzione legittimamente percorribile che possa permettere la continuazione dell’erogazione dei servizi indispensabili, atti a garantire i servizi dell’Ente, nei confronti dei cittadini che già subiscono tanti disagi. Ci auguriamo che qualcuno raccolga questa nostra spia d’allarme e lavori per rendere sempre più efficiente la macchina amministrativa e migliori le condizioni di lavoro di chi già c’è.


Sul prossimo numero sarĂ pubblicato il cartellone di Agosto - Settembre

PORZIA MEZZINA


attualita ’ DI PORZIA MEZZINA

CHE L’ESTATE ABBIA INIZIO Il programma delle iniziative 2018 Quest’anno saranno poco meno di 137mila gli euro che il Comune spenderà per l’allestimento delle manifestazioni dell’Estate giovinazzese. Molta musica, sport e arte, meno cibo nel cartellone che l’assessore Anna Vacca ha approntato con la giunta Depalma. Gli eventi sono partiti già a inizio giugno (la passeggiata in bici dei Genitori in Campo, l’ottava edizione della Notte bianca della poesia a cura dell’Accademia delle Culture e dei Pensieri del Mediterraneo, i Giochi senza frontiere tra rioni della Touring Juvenantium che ha curato anche una rassegna di pittura). Molte anche quest’anno le iniziative proposte dalle associazioni che da anni operano nella nostra cittadina, iniziative per la gran parte già a prova di pubblico. MUSICA PER TUTTI I GUSTI. La musica aprirà i battenti il 14 luglio con una serata dedicata al Tango di Astor Piazzolla nell’atrio dell’Istituto Vittorio Emanuele; a suonare saranno i componenti del Concerto Bandistico di Giovinazzo. Dieci giorni dopo Bari in Jazz farà tappa in piazza Duomo con il folk e il blues di Melissa Laveaux. Il 25 nell’area mercatale andranno in onda gli anni Settanta degli Earth Wind and Fire Experience (c’è da fare il biglietto). Il 2 agosto le note arriveranno dal Piazzale Aeronautica Militare con un Concerto Summer Music Festival degli Amici della Musica. Il giorno dopo nell’atrio dell’Ive ci sarà la musica leggera dei Mercury Live Band proposti da I Viaggi di Marvi. Il Giovinazzo Rock Festival si riapproprierà dell’area mercatale nelle giornate del 4, 5 e 6 agosto; quest’anno sarà richiesto un contributo per l’entrata. La quindicesima edizione del Festival in Porto si farà in piazza nelle serate del 10, 11 e 12 agosto; ascolteremo canzoni di Renato Zero, Barry White e delle maggiori interpreti femminili della canzone italiana. Il 29 settembre chiuderà il cartellone l’associazione Fiorilegium Vocis con un festival di musica antica in Cattedrale. TEATRO E POESIA. Il 15 luglio in piazza Meschino la Cooperativa Sociale Center Service proporrà il Festival di Teatro all’Aperto. Torna a Giovinazzo Enrico Lo Verso che, dopo il Pirandello dell’anno scorso, il 27 luglio presenterà le Metamorfosi di Ovidio all’Ive. La tradizionale Rassegna Nazionale Giovinazzo Teatro, giunta alla sua diciannovesima edizione, sarà in scena sette volte il 25, 26 e 31 agosto, il primo, il 2, l’8 e il 9 settembre nel giardino della scuola San Giovanni Bosco. Il Festival delle parole coprirà le giornate dal 16 al 22 luglio, mentre le poesie al balcone allieteranno per il quattordicesimo anno piazza Benedettine il 21 lu-

glio. Ci sarà anche uno spettacolo circense il 9 agosto in piazza. SPORT E DANZA. Tra gli eventi sportivi ricordiamo il Torneo di Bocce al parco Scianatico, il Gran Gala della Ginnastica in piazza il 26 luglio, la Regata dei Gonfaloni il 5 agosto, il Gamberemo il 16 agosto, la manifestazione Sport e Musica dell’Associazione Giovinazzo Bene Comune il 21 agosto in piazza. Dal 2 al 27 luglio l’Associazione Gargano 2000 è impegnata in attività sportive e ludico espressive. Il College of Dance farà il suo spettacolo di danza il 6 luglio, mentre Ballando con le Stelel live sarà in piazza il 24, 25 e 26 agosto. Per la ventesima volta potremo pedalare per i casali il 4 agosto. PITTURA. Per chi ama l’arte, l’appuntamento è con Renato Sciolan e Pasquale Coluzzi in sala San Felice. MODA. La Martorana Eventi farà sfilare le sue modelle il 28 e il 29 luglio, prima in cala Porto e poi in piazza. Il 2 settembre nel piazzale Aeronautica Militare l’associazione Camera della Moda presenterà il Giovinazzo Hair Fashion Show. Sagre. Non possono mancare le sagre: quella del Panino della Nonna alla sua ventitreesima edizione che ci ha ormai abituati al bis il 7 e l’8 agosto; e un’esplorazione tra olio e miele il 27 e 28 agosto. E ALTRO ANCORA. A completare il cartellone il 21 luglio ci sarà una manifestazione sul ruolo della musica e delle attività sportive organizzata dalla Fratres. Per chi vuole diventare una piccola guida della no-

stra cittadina, il corso per questo sesto anno è previsto dall’11 al 25 luglio a cura della Pro Loco. Anche l’inaugurazione di Via Marina sarà un evento curato da Res Extensa il 14 agosto. Il tradizionale corteo storico attraverserà la città il 18 agosto. I COSTI. Per il cartellone estivo quest’anno la spesa sarà di 136mila 688 euro. Alle associazioni andranno 46mila 600 euro. La cifra più alta sarà stanziata per l’Associazione Gargano 2000 (5mila euro); 4mila euro andranno all’associazione Ergo Sum; 3mila 500 euro all’Iris, al Cuban Club Bari e all’associazione Massimo Cervone; 3mila euro alle associazioni Angeli della Vita, Arci Tressett, Amici della Musica, alla Pro Loco e al Moduloesse; 2mila 500 euro alle associazioni Tracce, Abusuan e Touring Juvenatium; 2mila euro all’Associazione Ser Molfetta e a Passione Extra Vergine; infine 600 euro all’Associazione Genitori in Campo. Il Comune prevede di spendere 51mila 488 euro per prestazioni di servizi, 12mila euro di Siae, 26mila euro di service e 600 euro per la stampa di materiale pubblicitario. Che l’estate abbia dunque inizio con il suo carnet di luci, suoni e sapori. Con un auspicio: che gli orari degli eventi indicati sui manifesti e sui volantini per cui si spenderanno 600 euro siano quelli reali, giusto per il rispetto che si deve a coloro che arrivano sul posto puntuali; al contrario, si rischia di trasformare tutto in un contorno alla passeggiata per visitatori casuali, poco interessati e rumorosi. PORZIA MEZZINA


l intervista intervista di Sergio Pisani l

ASS. ALLA CULTURA ANNA VACCA «IO, LA NOVITÀ DELL’ESTATE GIOVINAZZESE!» A

PROPOSITO

DI ESTATE GIOVINAZZESE

«LA

QUALITÀ

DI ALCUNI EVENTI SI PAGA, MA QUESTO PORTERÀ TURISMO E ATTRATTIVITÀ DA PAESI LIMITROFI»

Nome: Anna Cognome: Vacca Soprannome: Nessuno. Da 4 mesi gli amici mi chiamano “assessò”. Squadra del cuore: La Bari. Incarico Istituzionale: Assessore Partito di appartenenza? I nuovi partiti: lista civica Luogo e data di nascita: Bari, Settembre 1971 Istruzione: Universitaria Ultimo 740? Non ancora approntato. Dove vivi: A Giovinazzo

Da sola o in compagnia: Con la mia famiglia Giovinazzo è amante dei forestieri. Ma anche degli assessori? Giovinazzo detesta i forestieri, da sempre. Perfino Guglielmo da Alnwilk, arrivato qui dall’Inghilterra nel 14° sec. e vescovo per 3 anni, sembrerebbe aver subito l’ostruzionismo locale, tanto da isolarsi di frequente sul campanile della cattedrale. Era un personaggio scomodo brother William, spesso in con-

trasto con il clero giovinazzese. Alla fine però, la storia lo ha premiato regalandogli la notorietà che Eco, ispirandosi a lui per il personaggio di Guglielmo da Baskerville al quale Connery ha dato poi il volto ne “Il nome della rosa”, nessuno potrà più toglierli. Anche io aspetto i 3 anni per avere la sua fama. Chi fa a Giovinazzo il mercato delle vacche sull’assegnazione degli assessorati? Ma parli di quelle grasse o quelle magre? Estate giovinazzese 2018. E’ come giocare alle figurine Panini. Celo manca. Anche quest’anno l’amministrazione comunale conferma alcuni eventi diventati appuntamenti di rito del cartellone? Ma è una domanda alla Marzullo. Il cartellone è pubblico ormai da giorni. Qual è la novità dell’estate giovinazzese 2018? Il nuovo assessore alla cultura Il cartellone estivo ci costerà quasi 140.000 euro. Qual è l’offerta dei privati? La qualità di alcuni eventi si paga, ma questo porterà turismo e attrattività da paesi limitrofi. Non mi risulta ci sia mai stata offerta da privati, anche in passato. Confronti con il cartellone estivo di Bitonto, ricco di rassegne liriche, arte, pittura e sagre? Ognuno mette in evidenza le caratteristiche del territorio; guarderò attentamente il cartellone estivo di Bitonto. Sgranando con gli occhi i contributi dell’estate giovinazzese, è sempre tempo di vacche grasse per le solite associazioni? E io ti chiedo: ai cittadini piacerebbe


fare a meno di quelli che tu chiami “i soliti” eventi come il Gamberemo, della serata del “Bari in Jazz” o del Rock Festival? A me, no. Chi ha cercato di mandare in vacca l’estate giovinazzese? Ti ricordo che il mio cognome è Vacca. E quindi, nessuno manda “in vacca” niente, tantomeno l’estate giovinazzese. La parolaccia che dici di più? CRIBBIO (evviva Crozza)! La parolaccia che ti dicono di più che non sia Porca vacca? Giorni fa nel mio ufficio, un tizio si è congedato dicendomi: “Sta deficiente!” Mah… deficiente, certo questa non è una parolaccia. Ma è sinonimo di carente, di inadeguato. Ecco, è così che mi sono sentita: inadeguata, a stare lì in quel momento, una sensazione stranissima. Dunque, cerco dispiegarmi meglio, vediamo... Come voler visitare un posto cupo e famoso per tristissimi precedenti (come che so, diciamo… l’Aspromonte?? ) e farlo senza una guida giusta o con un navigatore difettoso, carente, inadeguato… deficiente! E direi che in questo, le vacche appun-

to non c’entrano affatto. Chi fa la vacca (ovvero non mostra alcuna voglia di lavorare) sul Palazzo di Città? Nessuno sta in panciolle. Né i politici, né tantomeno il personale (il mio in particolare). Un quotidiano? Il Corriere della sera e la Gazzetta del Mezzogiorno, per il nostro. L’ultimo libro letto? Un giorno di gloria per Miss Pettigrew Destra o sinistra? Destra per scrivere, mangiare, mouse ecc ecc. Sinistra per il ping pong, per svitare i tappi ostici, per le forbici e quando apparecchio metto posate e bicchieri sempre a sinistra. Per riconoscere i punti cardinali ci devo pensare qualche secondo. Faccia, seno, glutei. Cosa cambieresti? I connotati a chi seriamente si aspetta una risposta. Cosa cambieresti del tuo carattere? Lista lunghissima. Tommaso Depalma sta al Comune di Giovinazzo come Primo Baffo a Porca Vacca di Pasquale Festa Cam-

panile? Non saprei: non è il genere di filmografia che mi piace seguire. Assessore alla cultura. Non era mica questa la vita che sognavi quando la mamma ti dava i bastoncini Findus. Cosa farai da grande? Accogliere i visitatori che, con tutto questo leggere di una Puglia colorata, dove si mangia da Dio, con scorci di cielo terso fino a novembre e una luce speciale che lascia senza fiato anche il viaggiatore più scafato è diventata meta sempre più ambita da molti. Ebbene, faccio proprio quello che ho sognato di fare: la guida. Occuparsi di turismo, seriamente, è la cosa più bella del mondo. Ah, e… niente bastoncini: a tavola per fortuna c’era il pesce azzurro, quello fresco. Grazie mamma! Che titolo ti aspetti da questa intervista? La satira politica può essere polemica, sarcastica, stupida, canzonatoria, camuffata, sottile e anche misogina. Lascio a te trovare il titolo, l’importante è che non sia Vacca. Chi ha un bidone dell’immondizia al posto del cuore? Ma Crudelia De Mon, ovvio no?!



DI BRUNO LANDO

I CICLISTI AL GAMBEREMO E BELEN AL CORTEO STORICO

STRAMBA ESTATE 2018.

NIBALI CORRERÀ AL GAMBEREMO, BELEN SFILERÀ

A

CAVALLO AL CORTEO STORICO DOPO IL FORFAIT DEL

Troppe novità per la prossima Estate Giovinazzese e c’è chi scende sul piede di guerra. Caro Sergio, passare l’ennesima domenica chiusi in casa senza andare a mostrare la nostra muscolatura sulle spiagge giovinazzesi fa rabbia. Abbiamo passato un intero inverno a sudare sugli attrezzi ginnici ed ora ci tocca restare in casa, causa maltempo domenicale cronico. Mi guardo allo specchio e mi faccio uscire la tartaruga, provo le pose e giro per casa con il costume da bagno nuovo. Noi tutti palestrati sembriamo cavalli impazziti in queste occasioni perse. Ormoni che scendono a gocce dalle tempie come elefanti in calore. Ciò che ci salva in queste fredde domeniche è che essendoci depilati non abbiamo il pelo rizzo. Non mi resta che passare anche questa mattinata a scriverti qualcosa che possa risultare di informazione per i tanti lettori del giornale. Guardavo il programma dell’Estate Giovinazzese e, credimi, avrei preferito non averlo fatto. Non so cosa abbia colpito il nostro Sindaco Tom e l’Assessore alla Cultura Vacca, ma taluni eventi così modificati e addirittura inventati per “tappare” le domeniche vuote di cultura e mare mi hanno lasciato interdetto. Non so se hai letto ma la domenica della Festa Patronale ci sarà la Cover Band dei Camaleonti. Ora fossero stati i Camaleonti che con 1000 euro ti cantano una settimana intera mi sarei già scandalizzato, ma la Cover significa aver pagato il tutto con 4 panini ed 4 birre, non presi da un bar ma fatti fare dal Panificio dove la spesa si dovrebbe aggirare sui 10 euro. Vale tanto l’omaggio alla Festa più importante dell’anno? Chi sono i Camaleonti e chi quelli che hanno avuto il coraggio di fare addirittura la Cover? Resto basito ma non tanto come quando leggo che il nostro amato primo cittadino vorrebbe inserire nel Gamberemo anche una prova di gara ciclistica fra le tante che ormai rappresentano il nostro vissuto comunitario. Pare che il sindaco abbia intimato il patron Brancato del Gamberemo: «Vuoi 2.500 euro di contributi? Si fa come dico io. O niente! E ti do anche Nibali». Dopo la girata della Piazza in pattini, secondo i suoi progetti al vaglio

2014

per ora degli organizzatori, ci dovrebbe essere una prova di velocità sulla tanto discussa pista ciclabile che porta a Santo Spirito. E su questo tracciato correrà per la 2nda volta Nibali, il rois de France, si presume con il rione della Cattedrale (c’è già una trattativa in corso). Domanda. Come potrebbe il pubblico seguire questa prova? Cosa c’entra la storia del Gamberemo (gambe e remi) con quella che è un’esclusiva passione di Tom? Alcune parrocchie stanno minacciando di non partecipare a questo tipo di manifestazione ormai snaturata e lui, Tom il sindaco-ciclista, di contro sta minacciando di commissariarla. Credo che ci debba essere un limite a tutto e credo che questo limite sia stato abbondantemente superato. Detto questo che spero si risolva a favore delle tradizioni ormai consolidate nei decenni, ti riporto quanto si vocifera sul personaggio ospite di onore del Corteo Storico 2018. Si sta ritentando di nuovo di far venire Belen. Vista l’indisponibilità della volta scorsa della famosissima showgirl di partecipare perchè rimasta in dolce attesa, ora la stessa si è detta pronta ad onorare l’impegno preso. Mi sembra forse l’unica novità piacevole di questa estate tanto che ho deciso di iscrivermi come figurante al Corteo Storico. Vorrei essere quello che porta uno stendardo che anticipa il cavallo bianco con i pennacchi di Belen. Al posto dello stemma dei casati che fecero la storia di Giovinazzo, saluterei con una scritta bianca sullo stendardo verde «Quella schifosa ha già troppi clienti più di un consorzio alimentare». Buona stramba estate a tutti! (N.B Fake news della nostra redazione)


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g ap

gappino e storie

GRADIREBBE UN GIRO? Gli uomini e le donne non riescono a capirsi, di questi tempi, ma riconoscerlo non aiuta. Non serve a capirsi meglio, o almeno a capirsi. Gappino ha quarant’anni, ed è l’età giusta per trovare una compagna – nei momenti di sconforto, si dice che questa è l’ultima occasione: se oggi la solitudine lo abbatte, sa che fra qualche anno lo distruggerà, che lo manderà in pezzi. Sogna un legame a cui dedicarsi senza riserve. Romantico, non desidera che una persona al suo fianco, una donna per cui vivere, una compagna per migliorarsi. Una donna assieme a lui, con le proprie esigenze. Gappino non desidera altro: rinunciare a se stesso, per soddisfare Lei. Ma sono castelli in aria: non ha nessuno, accanto, nessuno per cui migliorarsi, nessuno per cui sacrificarsi. Nessuna donna all’orizzonte. Più di tutto, Gappino non capisce perché le donne non colgano questa sua disponibilità, perché ignorino la sua abnegazione. Non è questo che tutte le donne desiderano o dicono di desiderare? Un uomo romantico e disponibile? Affidabile? Forse la discoteca non è il luogo più adatto, per trasmettere all’altro sesso la propria natura d’altri tempi, di nobile cavaliere . La musica copre la conversazione e forse è un bene: Gappino non saprebbe in realtà cosa dire, a una donna. Tutto quel che gli sembra di ricevere, in risposta ai propri sguardi, sono leggeri sorrisi. Forse sono sorrisi di derisione: Gappino, terrorizzato dall’idea di passare per ridicolo, non rischia e non azzarda. Se non si ha nulla da dire, forse è meglio non dire nulla. La frastornante confusione della discoteca non fa per lui, ma tutti sanno che lì si fanno incontri, è lì che si possono incontrare donne disponibili. È lì che Gappino passa i suoi fine settimana e spende i pochi soldi del suo modesto impiego da impiegato – non certo un ballerino, passa il proprio tempo al bar e, se ne ha l’occasione, offre da bere a qualche donna sola; la confusione martellante rende meno imbarazzante il silenzio che sempre passa fra i due. Gli sembra di superare appena il disagio, in queste nottate tutt’altro che divertenti, quando la musica sempre uguale smette di infastidirlo, quando sembra ipno-

IN COLLABORAZIONE CON

A

CURA DEL

DR ANTONELLO

T ARANTO

tizzarlo: allora il tempo passa più in fretta. Ripetizione è quello che gli offre in qualche modo la sua passione per le slot-machine: i gesti sempre uguali, le luci colorate delle animazioni, la musica rudimentale di quei giochi. Le ore passano più in fretta, passa più veloce un tempo libero che – lontano dall’essere davvero libero – gli sembra solo vuoto. Qualche piccola vincita ha suggerito a Gappino che le slot potrebbero essere un valido strumento per riempire quel portafogli che finisce sempre per svuotarsi, al venerdì e al sabato notte, in discoteca, dove si pagano dieci euro per ogni drink comprato nella speranza di mostrare tutta la propria gentilezza alla possibile compagna di una vita. E così via. E passano le settimane. STA INSERENDO L’ENNESIMA moneta nella slot e intanto parla alla donna che è al suo fianco, cerca di spiegarle il funzionamento di un gioco che dopotutto nemmeno lui conosce fino in fondo – alla fine, o si vince o si perde, e a decidere è la macchina; eppure per qualche ragione non gli viene in mente di spiegare questa semplice verità alla donna che ha portato con sé. Preferisce rappresentarle un sistema retto da regole, che è possibile battere, se si compiono scelte assennate. Illustra la slot guardando lo schermo, quasi con passione, senza badare al tono delle brevi frasi della donna che è con lui. Gli è parsa una buona idea, portarla fuori dal locale e da quella musica, per giocare insieme. Finiti i gettoni da inserire, però, finisce anche la serata, e finisce quel momento a due: non c’è niente da aggiungere, niente da dire a Lei. Soprattutto, nessuna vincita importante con cui festeggiare. Non si verifica il gran colpo che – nei sogni a occhi aperti di Gappino – avrebbe potuto mostrare alla donna la natura eroica del suo nobile e fortunato accompagnatore. Così passano le settimane: Gappino convince altre donne a seguirlo per giocare, finiscono i gettoni, non resta niente da dire. Gappino è insensibile agli sguardi carichi di ironia che chiudono di solito queste serate. Nessuna vincita importante è in grado di ristabilire un equilibrio ormai drammaticamente inclinato, a fare di lui un perdente. Le slot gravano sul suo bilancio: un venerdì, in discoteca, si accorge


che non ha denaro a sufficienza per pagare da bere a entrambi. Ma se lei ne ha voglia possono andare a giocare insieme: Le andrebbe un giro? – lei, però, non ne ha voglia. UN AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO ha preso in carico la gestione dello stipendio di Gappino: ora giocare non significa più introdurre tutto il proprio denaro in una macchinetta elettronica. Il terapeuta con cui si incontra ogni settimana sta insegnando a Gappino l’inedito piacere di parlare, parlare di se stessi per davvero, esprimendo davvero quello in cui crediamo, a cui pensiamo, che desideriamo. Incontrare una donna inizia a sembrare qualcosa di differente, perché differente è la possibilità di trasmettere le proprie idee, e non le idee di un personaggio. Sta imparando una cosa, Gappino: che sarà sempre difficile capirsi, se non si ha voglia di farlo.

testo raccolto e romanzato DA RAFFAELLA MARIA BARBARA DIRENZO DIPARTIMENTO DI DIPENDENZE PATOLOGICHE

Via Amendola, 124/C - BARI manager: ANTONIO TARANTO TELEPHONE: 080 5844421 FAX: 080 5243198 EMAIL: antonio.taranto@asl.bari.it SEGRETERIA: 080 5844402




la cronaca nera

E’ SUCCESSO ALLA DON SAVERIO BAVARO. LE PRESUNTE AGGRESSIONI, SOPRATTUTTO VIA FACEBOOK, NEI

INSEGNANTE AGGREDITA A SCUOLA DALLA MADRE DI UN ALUNNO. 3 INTERVENGONO I CARABINIERI

CONFRONTI DELLA INSEGNANTE E DELLA

DIRIGENTE SCOLASTICA, SAREBBERO INIZIATE CIRCA

12 giugno: Una maestra dell’istituto comprensivo Don Saverio BavaroGuglielmo Marconi di Giovinazzo è stata aggredita il 12 giugno scorso con insulti e spintoni dalla mamma di un alunno davanti ai giovani scolari. L’aggressione, stando alla denuncia presentata ai carabinieri, sarebbe avvenuta all’interno della scuola rendendo necessario l’intervento di 118 e forze dell’ordine. Le presunte aggressioni, soprattutto via Facebook, nei confronti della insegnante e della dirigente scolastica, sarebbero iniziate circa 3 anni fa. Nei mesi scorsi sono state sporte altre tre querele per calunnia, minacce e diffamazione nei confronti della signora, madre di due bambini frequentanti entrambi la stessa scuola. Sulla vicenda è in corso da tempo una indagine della Procura di Bari che ha acquisito copia dei messaggi minatori e di gravi accuse rivolte dalla mamma alle insegnanti. «Brucerai come una strega sul rogo» è una delle più recenti minacce scritte sul social network dalla signora nei confronti della dirigente scolastica. Il sindaco di Giovinazzo, Tommaso Depalma, e l’assessore alle Politiche Educative, Michele Sollecito, esprimono solidarietà alla maestra, alla dirigente scolastica, al corpo docente nonché a tutto il personale dell’Istituto comprensivo. «Siamo preoccupati per il clima poco sereno che ormai avvolge da troppo tempo la scuola a causa di accuse infondate - dichiarano il sindaco di Giovinazzo, Tommaso Depalma e l’assessore alle Politiche Educative, Michele Sollecito -. Vogliamo far sentire tutto il supporto e il sostegno a Carmela Rossiello, stimata dirigente scolastica, e a tutti i docenti ai quali rinnoviamo stima e riconoscenza per il grande lavoro che svolgono quotidianamente. Ogni scuola merita un ambiente sereno a vantaggio soprattutto dei più piccoli». SEQUESTRATO UN PANETTO DI HASHISH 31 maggio: Aveva nascosto la droga all’interno di un garage, forse pensando di poter così passare inosservato. E magari ce l’avrebbe anche fatta, non fosse stato per il naso dei Carabinieri della Compagnia di Molfetta che hanno messo le mani su un panetto di hashish. Nei guai, con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione di oggetti atti ad offendere, è finito un 24enne del posto, incensurato. Il 31 maggio scorso, i militari del Nucleo Operativo, con il supporto di un’unità antidroga del Nucleo Cinofili di Modugno?, hanno setacciato le vie del centro cittadino, con particolare attenzione rivolta a piazza Garibaldi, perquisendo anche un garage di via Torino. Ed i risultati positivi non si sono fatti attendere. Gli operanti, infatti, hanno rinvenuto all’interno un panetto di hashish, del peso di 89 grammi, già tagliato e pronto allo spaccio, materiale per il taglio della droga e il

ANNI FA

confezionamento delle dosi oltre ad un bastone allungabile in ferro, rientrante negli oggetti atti ad offendere e per i quali è dunque vietato il possesso. Il 24enne è stato così denunciato in stato di libertà presso la Procura della Repubblica di Bari, mentre quanto rinvenuto è stato sottoposto a sequestro. L’indagine è tutt’altro che conclusa e mira a risalire agli eventuali responsabili dell’approvvigionamento e dello smercio sul mercato al dettaglio degli stupefacenti. ONOFICIFENZA ALL’APPUNTATO MUNDO

1 giugno: L’Italia vera è anche questa qui, fatta di impegno, di senso della comunità, di dedizione reciproca, quella che rappresentano 37 cittadini i quali hanno ricevuto le onorificenze al Merito della Repubblica Italiana, conferite dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Sono il volto migliore del Paese, in qualche modo l’Italia delle buone notizie: tra i premiati, per particolari meriti acquisiti in campo letterario, artistico, sociale, o nel corso della carriera professionale o militare, il prefetto Marilisa Magno ha consegnato il diploma della onorificenza, alla presenza delle massime autorità civili e militari (c’era anche il sindaco di Giovinazzo, Tommaso Depalma), anche all’appuntato scelto carica speciale Raffaele Mundo. La designazione al 43enne, conferita con decreto del presidente della Repubblica, fa seguito alla meritevole carriera professionale ed al durevole impegno svolto con dedizione ed abnegazione, in ruoli di servizio, che, coniugati all’ineccepibile profilo sociale e morale del militare giovinazzese, sono risultati degni di merito e ritenuti validi per il conferimento della benemerenza. Insomma un lungo servizio che ha trovato riconoscimento in un’importante onorificenza. L’Ordine dei Cavalieri della Repubblica, istituito dal 1951, eÌ il primo fra gli ordini


nazionali ed eÌ destinato a ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, della economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attivitaÌ svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, noncheì per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari. A quest’ultimo aspetto si lega l’onorificenza all’appuntato, in servizio presso il Gruppo Pronto Impiego di Bari, che s’è distinto, nel corso della sua carriera militare, per l’alto senso del dovere e per l’impegno profuso negli incarichi ricoperti in seno alla Guardia di Finanza. ANCORA AUTO IN FIAMME 9 giugno: Erano le ore 02.30 del 9 giugno quando, all’improvviso, le fiamme hanno illuminato a giorno via Gentile. Le spire di fuoco, che ha aggredito la parte anteriore dell’auto, avevano iniziato ad avvolgere una Fiat Punto. Ed il rogo, nell’arco di una manciata di minuti, ha quasi completamente divorato il veicolo. Le cause sono al momento incerte, ma non si può escludere il dolo. All’arrivo dei Vigili del Fuoco, allertati attraverso il numero di pronto intervento 115, non c’era più nulla da fare per salvarla. Gli uomini, giunti dal vicino Distaccamento di Molfetta, hanno comunque spento le fiamme (che sembra si siano levate dalla parte anteriore dell’auto, ndr) prima che potessero estendersi troppo. Per fortuna nessun danno alla facciata vicina. Assieme a loro, sul posto, sono giunti anche i Carabinieri della locale Stazione, per eseguire i rilievi. Dalle prime ricostruzioni, l’episodio sarebbe di natura dolosa. La modalità con cui il fuoco si è propagato, infatti, lascia presupporre la volontarietà di qualcuno. I militari dell’Arma stanno raccogliendo gli indizi, anche sulla scorta della visione dei filmati di videosorveglianza installati nei paraggi. La zona, infatti, è dotata di numerose telecamere esterne, non si esclude che gli occhi elettronici possano aver catturato qualche dettaglio utile alla ricostruzione della dinamica. Al momento, però, le cause sono del tutto sconosciute.

di fucile da caccia. Rapina violenta a Terlizzi: due malviventi, per impossessarsi di una borsa contenente 2mila euro, hanno picchiato il conducente, imbracciato il fucile e sparato in direzione dell’auto colpendo un pneumatico. È successo lungo la strada provinciale 107, in territorio di Terlizzi, il 15 giugno alle ore 18.30. Il commando ha pedinato le vittime predestinate (di cui non sono state rese note le generalità, ndr), a bordo di una Opel Agila, dirette verso casa, a Giovinazzo. Durante il tragitto, i banditi, con una Mercedes Clk, hanno dapprima affiancato l’auto e poi gli hanno tagliato la strada costringendola a fermarsi. Dall’auto sono scese due persone, incappucciate e armate sino ai denti, che hanno intimato ad entrambi di scendere dal mezzo. Uno dei due rapinatori, a scopo intimidatorio, ha sparato un colpo di fucile da caccia contro il vano posteriore, centrando un pneumatico, mentre l’altro, con una mazza da baseball, ha mandato in frantumi i finestrini e il parabrezza, danneggiando anche la carrozzeria. Alla fine i due malviventi, dopo aver picchiato il conducente, sono scappati con la borsa della moglie, al cui interno c’erano 2mila euro in contanti, allontanandosi e facendo perdere le proprie tracce. Le due vittime, terrorizzate, sono state medicate dai sanitari del 118, mentre i Carabinieri, appresa la notizia, hanno avviato una intensa perlustrazione per la ricerca dei due fuggitivi, al momento senza esito. I militari della Tenenza di Terlizzi, che si stanno occupando del caso, hanno effettuato i rilievi, recuperato un bossolo sparato da un fucile da caccia e ascoltato le due vittime. Al momento s’indaga per rapina, ma non si esclude che possano emergere elementi contrari a questa pista FONTE CARABINIERI BARI

RAPINA VIOLENTA CON INSEGUIMENTO. MALVIVENTI FUGGONO VIA 15 giugno 2018: Hanno sparato un colpo

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l angolo del lettore DI AGOSTINO PICICCO

SANITARIO GIUSEPPE TULIPANI, GARANTE PER LE PERSONE DISABILI «Nel mio ruolo di Garante, secondo i poteri che mi conferisce la legge e il regolamento numero 9, opererò lì dove venga commessa una discriminazione o venga leso un diritto a danno di una persona diversamente abile» I COMPITI DEL GARANTE La dizione esatta del suo incarico, che dà la misura del rilievo e della delicatezza di questo nuovo organismo di cui si è dotata la Regione Puglia, è ‘Garante dei diritti delle persone con disabilità’, organismo istituito con la legge regionale n. 19 del 2006 di ‘Disciplina del sistema integrato dei servizi sociali per la dignità e il benessere delle donne e degli uomini di Puglia’. Di fatto si occupa «della protezione e della tutela non giurisdizionale dei diritti dei disabili residenti o temporaneamente presenti sul territorio regionale, al fine di assicurare la piena attuazione dei diritti e degli interessi individuali e collettivi delle persone con disabilità». Sono tante le funzioni e i compiti attribuiti al Garante regionale e individuate nell’ambito della legge e dell’apposito regolamento attuativo. Tulipani le sintetizza così: «Esso è tenuto a promuovere l’affermazione del pieno rispetto della dignità uma-

na e i diritti di libertà e di autonomia della persona con disabilità, promuovendone la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società. Si occupa anche di garantire la piena accessibilità dei servizi e delle prestazioni per la prevenzione, la cura e la riabilitazione delle minorazioni, la tutela giuridica ed economica della persona con disabilità e la piena integrazione sociale. È chiamato anche a garantire la collaborazione con enti locali e istituzioni scolastiche per agevolare l’obbligo scolastico anche da parte degli alunni disabili che vivono in contesti sociali a rischio di esclusione. Altro compito del garante è di assicurare il sostegno tecnico e legale agli operatori dei servizi sociali, istituire un elenco regionale di tutori o curatori a cui possano attingere anche i giudici competenti e formulare proposte o pareri su atti normativi e di indirizzo che riguardino le disabilità, di competen-

DA SEMPRE IMPEGNATO NELLE ISTITUZIONI

za della Regione e degli enti locali. Per lo svolgimento dei compiti l’Ufficio del garante stipula apposite convenzioni con soggetti pubblici e privati per lo svolgimento di specifiche attività e stabilisce accordi e intese con ordini professionali, associazioni di categoria nonché con organismi che si occupano di disabilità e non autosufficienza». DA SEMPRE L’IMPEGNO NELLE ISTITUZIONI Come si vede è un campo variegato e per certi aspetti inedito che richiede tutto l’impegno di cui Giuseppe Tulipani è capace e per il quale il Consiglio regionale con voto a scrutinio segreto, in data 27 marzo 2018, lo ha individuato per svolgere tale ruolo. Del resto non è nuovo a queste imprese e forse proprio la nostra città è stata il


trampolino di lancio e la palestra di allenamento a compiti di rilievo più ampio. Per completezza di informazione, occorre dire che formazione di Tulipani ha avuto anche ramificazioni extraregionali. I suoi esordi lo hanno visto, dopo la laurea in Scienze politiche conseguita presso l’Ateneo barese, studente di paleografia e archivistica presso la rigorosa scuola della Città del Vaticano, dove si trasferì agli inizi degli anni Ottanta. In quel periodo frequentava anche Milano per seguire presso l’eremo di San Salvatore ad Erba – su indicazione del compianto mons. Tommaso Tridente – le lezioni della scuola di spiritualità e di formazione all’impegno socio politico istituita e diretta dal prof. Giuseppe Lazzati, allora magnifico rettore dell’Università Cattolica e personaggio di spicco del laicato cattolico italiano. Quella esperienza aveva permesso a Giuseppe di irrobustire la sua personalità e il suo pensiero. Il ricordo di Lazzati è vivo e nostalgico: «Mi aveva proposto di avviarmi alla carriera professionale come giornalista presso il quotidiano dei vescovi ‘Avvenire’. Ma io preferì tornare a Giovinazzo dove, dopo la parentesi romana, mi dedicai al servizio della comunità cittadina in vari ruoli, fino a ricoprire l’incarico di vice sindaco». A Giovinazzo, tra l’altro, Tulipani lega il suo nome ad attività culturali promosse dal Centro Studi Meridionali ‘Aldo Moro’ con l’organizzazione di vari eventi di natura sociopolitica. Anche per questo ha ricevuto l’onorificenza di cavaliere della Repubblica. Mentre professionalmente si è impegnato nel campo della protezione civile, in campo sociale si è dedicato alla fondazione e promozione dell’Associazione Angeli della Vita, una

denominazione che rappresenta una felice metafora per indicare l’associazione di volontariato per la cura del disagio psichico, con una miriade di attività specifiche e di iniziative di rilievo per sensibilizzare, anche a livello nazionale, su tali problematiche. Il suo impegno nel sociale ha fatto dire al suo antico maestro, mons. Giovanni Ricchiuti, oggi vescovo di Altamura e presidente nazionale di Pax Christi, che Tulipani è un seme di don Tonino Bello in diocesi di Molfetta. PROSPETTIVE FUTURE Sono queste le basi che lo supportano nel nuovo impegno di Garante, un incarico, di grande prestigio e visibilità che gli offre l’occasione di accettare sfide, di aprire strade inedite, di continuare a difendere i diritti dei deboli, sapendosi relazionare con i ‘potenti’, come ha saputo fare nella sua vita. «Nel mio ruolo di Garante, secondo i poteri che mi conferisce la legge e il regolamento numero 9, opererò lì dove venga commessa una discriminazione o venga leso un diritto a danno di una persona diversamente abile. Il mio ruolo, inoltre, mi impone di stimolare il Consiglio Regionale a intervenire per formalizzare leggi che fungano da veri e propri indicatori del benessere delle persone con disabilità». Maestri non gliene mancano: le figure di Aldo Moro, di don Tonino Bello, di Papa Francesco (al quale ha dedicato un progetto di Angeli della Vita), sono un solido riferimento umano, civile e culturale per questo percorso nuovo e avvincente per il quale auguriamo di essere sempre dalla parte dei più deboli, come la sua esperienza di vita testimonia. AGOSTINO PICICCO


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del

mese

DI

GIANGAETANO TORTORA

STOP AL GIOCO D’AZZARDO 19 GIUGNO A partire dal 1° luglio le sale scommesse autorizzate, gli esercizi commerciali di qualsiasi tipo, le rivendite di tabacchi e le sale pubbliche per biliardi e altri giochi leciti autorizzate all’installazione di apparecchi da gioco, quali slot machine e videolottery, ricadenti sul territorio di Giovinazzo dovranno vietarne l’utilizzo dalle ore 9 alle ore 12 di tutti i giorni, compresi i festivi. Questa la decisione del sindaco Tommaso Depalma con apposita ordinanza e alla luce dell’inquietante fenomeno della ludopatia che sembra inarrestabile. Secondo statistiche ufficiali del gioco d’azzardo, infatti, a Giovinazzo, nel solo 2016, è stata spesa per le slot machine la somma di 9 milioni e mezzo di Euro. Pertanto, durante le ore di divieto, gli apparecchi da gioco devono essere spenti e inaccessibili. I possessori degli apparecchi devono esporre cartelli con gli orari di funzionamento delle apparecchiature. La violazione delle disposizioni previste dall’ordinanza comporta la sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di 25 Euro a un massimo di 500 Euro. In caso di particolare gravità o recidiva, si applicherà la sospensione del funzionamento degli apparecchi, da un giorno a una settimana. Spetterà al Comando di Polizia Locale e alle Forze di Polizia territorialmente competenti la verifica del rispetto dell’ordinanza, nonché la contestazione di eventuali infrazioni. 20 maggio L’ASD OVERLAND GIOVINAZZO ALLA NOVE COLLI

La società ASD OVERLAND GIOVINAZZO, composta da amatori della Mountain Bike, ha partecipato anche alla 48ª Edizione della Nove Colli, gara svoltasi in Emilia Romagna attraverso 205 Km, con un dislivello di 3850 m, in due percorsi aventi due livelli di difficoltà, dal mare alle Colline. Tra i 13.000 concorrenti provenienti da tutto il Mondo, erano infatti presenti ben 11 atleti dell’Asd Overland Giovinazzo: Andriani Alessandro, Berardi Giovanna, Mazzone Antonio, Cuomo Antonio, Knoll Arno, Cannato Nicola, Cinquino Fabio, Marino Sebastiano, Salvemini Michele, Marzella Domenico e Lasorsa Sabino. Per loro, un buon piazzamento fra i primi 1000. 1 giugno LUCA BARBONE NUOVO PRESIDENTE ARAC Cambio al vertice per l’ARAC (Associazione ristoratori, albergatori e commercianti) di Giovinazzo. Luca Barbone, 39 anni, è infatti il nuovo presidente, al posto di Francesco Pugliese. Nel nuovo

direttivo, designato nel corso di un’assemblea, anche Costanza Picerno, Claudia Di Noia, Raffaele Marzella, Vincenzo Prudente e lo stesso Francesco Pugliese. Con il supporto di tutta l’associazione, si punta al coinvolgimento del maggior numero di soggetti con lo scopo di aiutare le attività ristorative e non in questa fase particolarmente critica dell’economia locale. Obiettivo imprescindibile dell’associazione è quello di stimolare l’intera cittadina alla consapevolezza delle stesse capacità intrinseche che Giovinazzo offre e potrebbe ulteriormente offrire in ambito turistico, eno-gastronomico e culturale. 3 giugno MANIFESTAZIONE LEGA CANI Interessante manifestazione promossa, da mattina fino a sera, dalla Lega del Cane di Giovinazzo. La suddetta associazione è stata infatti presente nella Villa Comunale con un proprio stand dove è stato possibile chiedere informazioni su adozioni e iniziative in favore degli amici a 4 zampe, acquistare gadget e assistere a spettacoli per bambini con premi finali. Nel corso dell’incontro è stato presentato il libro La storia di Boh dell’artista di strada Paola Ruffo, con ricavato delle vendite interamente devoluto alla Lega del Cane di Giovinazzo. Inoltre bambini e adulti hanno potuto assistere a spettacoli di Kamishibai e partecipare alle favole in bicicletta. La serata si è conclusa con l’esposizione delle foto dei quattro vincitori del concorso fotografico Cani, gatti e scatti. 8 giugno L’ALCHIMIA DELL’UOVO

Questo il titolo della serata all’insegna della perfetta simbiosi tra arte e cioccolato svoltasi dapprima sulla terrazza e poi in una delle sale interne dell’Hotel Saint Martin (l’ex convento di suore benedettine). Sono intervenuti: il sindaco di Giovinazzo, Tommaso Depalma; Francesco Sgherza, presidente della Confartigianato Puglia; Enzo Fusaro, presidente della Confartigianato Giovinazzo;


Elisa Barucchieri, coreografa e danzatrice, famosa per le danze aeree con la sua compagnia Res Extensa; il maestro pasticcere giovinazzese Nicola Giotti, vicepresidente dei pasticceri di Confartigianato Puglia, che ha illustrato la decorazione aerografata di uova di cioccolato, arte per la quale è ormai conosciuto in tutto il mondo, ed Elisa Ruberti, artista veronese nota per la realizzazione di figure aerografate che ha instaurato proprio con Giotti uno splendido rapporto di collaborazione artistica. Nel corso dell’evento, nel quale Nicola Giotti ha ricevuto dal Sindaco Depalma una targa in segno di gratitudine da parte della città di Giovinazzo, si è esibita la cantante Antonietta Cozzoli, accompagnata alla chitarra da Nicola Nesta e al violino da Katerina Nesta.

storia e archeologia, a cura dell’associazione Pro Loco, con obiettivo una disamina degli insediamenti archeologici principali di Giovinazzo per salvaguardare il territorio, la cultura e le tradizioni storiche locali. Durante la conferenza moderata da Nicola Coppola, dopo i saluti iniziali ad opera della presidentessa Carolina Serrone è stato possibile ascoltare l’intervento dell’Assessore alla Cultura e al Turismo Anna Vacca e le relazioni del prof. Pierfrancesco Rescio, docente di Topografia Antica presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, e dello storico giovinazzese Michele Bonserio. Sempre la Pro Loco ha organizzato sabato 23 giugno la nona edizione della Sagra del Fiorone in Piazza Umberto, in collaborazione con il Comitato Feste Patronali.

9 giugno ILLUMINALA DI BICI Terza edizione di Illuminala di Bici,manifestazione organizzata dall’associazione Genitori in campo in collaborazione con Asd Intesa Sport Club Bari. Scopo dell’iniziativa, partita dal Supertele in località Trincea e conclusasi con un dj set a cura dei gestori del suddetto locale, è stato quello di incentivare l’utilizzo degli spazi aperti e l’attività sportiva nella quotidianità, nonché sensibilizzare la gente all’uso della bici e soprattutto all’utilizzo di dispositivi luminosi e abbigliamento adeguato. Illuminala di Bici si è infatti proposta di coniugare la pratica sportiva con il tema della sicurezza stradale e di ravvivare le varie zone del nostro comune. L’organizzazione ha inoltre previsto il contest La bici più luminosa, che ha premiato il mezzo illuminato in modo più originale.

11 giugno ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO TRA COMUNE E LICEO SPINELLI

9 giugno FESTA DEL MARE

Partito il progetto di alternanza scuola-lavoro tra gli studenti del Liceo classico-scientifico Matteo Spinelli e il Comune di Giovinazzo. Sicuramente una grande opportunità per gli studenti di conoscere il funzionamento della macchina comunale. All’interno di tale progetto, spazio anche al supporto alle attività dell’Infopoint del GAL Fior d’Olivi avente sede nella Cittadella della Cultura in piazza S. Agostino, il cui referente è Vincenzo Depalo. 11 giugno MOSTRA ARTE IN CITTÀ

Bilancio positivo per la prima edizione della Festa del mare, manifestazione organizzata per l’intera giornata in Cala Porto dalle associazioni Vogatori Massimo Cervone, Amici del Gozzo e Tre colonne. In mattinata si è svolta la cerimonia dell’alzabandiera ad opera dell’ANMI (Associazione Nazionale Marinai d’Italia) di Giovinazzo e, a seguire, gli alunni delle scuole cittadine sono saliti a bordo dei gozzi e delle lance a dieci remi per un breve giro nelle acque del porto. Da segnalare anche la presenza di un pescatore che rammendava le reti e di una piccola mostra di ami e attrezzi dedicati alla pesca. Nel pomeriggio protagonisti invece gli adulti con un giro turistico in barca. Infine,in serata la sagra del pesce fritto con animazione musicale.

Inaugurazione presso la Sala San Felice della mostra Arte in Città, organizzata dall’associazione culturale Touring Juvenatium, con protagoniste le opere pittoriche realizzate dagli artisti Pina Demartino, Elisa Raguseo e Pietro Messere. Lo spazio musicale è stato invece curato dall’artista versatile Pasquale Colucci. Obiettivo della rassegna, proseguita fino al 15 giugno, quello di porre a confronto, facendoli dialogare tra loro, i differenti stili e le diverse vi9 giugno ARCHEOLOGIA E FIORONI BY PRO LOCO sioni di vita, pure per ragioni anagrafiche, dei tre espositori. 12 giugno PROGETTI FORMATIVI PER PAZIENTI CSM AMBITO TERRITORIALE MOLFETTA-GIOVINAZZO Sottoscritti,nella sede del Centro per l’Impiego di Molfetta, i progetti formativi individuali per pazienti in carico del CSM (Centro Salute Mentale) impegnati in tirocini formativi a cura dell’Ambito territoriale Molfetta-Giovinazzo.In particolare, i pazienti appartenenti al Comune di Molfetta saranno impegnati nella sede della Multiservizi e dell’Asm, mentre due pazienti di Giovinazzo nella cooperativa Anthropos. Questo progetto è frutto di un’iniziativa Nella Sala San Felice si è svolta la conferenza sul tema Giovinazzo: tra congiunta tra il CSM e l’Ambito Molfetta-Giovinazzo nell’ottica di


valorizzare l’integrazione socio-sanitaria. 15 giugno NUOVE NOMINE SACERDOTI A partire dal prossimo 1 settembre e dopo quasi 13 anni, S. Agostino avrà un nuovo parroco. Si tratta del 36enne don Massimiliano Fasciano, vice parroco presso la chiesa della Santa Famiglia di Molfetta e quindi al primo incarico come parroco,che prenderà il posto di don Beppe Deruvo trasferito alla Parrocchia della Madonna delle Rose di Molfetta. L’annuncio ufficiale è arrivato dal Vescovo della nostra diocesi Mons. Domenico Cornacchia al termine del ritiro del clero, organizzato nella giornata diocesana di santificazione sacerdotale vissuta con il pellegrinaggio ad Alessano-Santa Maria di Leuca.Don Massimiliano Fasciano tornerà sotto il Cupolone dieci anni dopo la sua esperienza coincisa con l’ordinazione diaconale. Queste le altre nomine riguardanti Giovinazzo: don Ignazio Gadaleta, da viceparroco sempre di S. Agostino, diventerà viceparroco di S. Achille a Molfetta; don Gianni Fiorentino, parroco dell’Immacolata, sarà anche assistente unitario e del settore adulti della Azione Cattolica Diocesana; don Andrea Azzollini, parroco della Concattedrale, diventerà inoltre assistente spirituale al gruppo Agesci di Giovinazzo. 16 giugno SBARCO S. ANTONIO Festeg giamenti in onore di S. Antonio da Padova pieni di novità. Dopo un lungo percorso per i vari rioni cittadini con partenza dal Convento dei Frati Cappuccini, la processione è arrivata in Concattedrale per la celebrazione eucaristica. Al termine della messa, nel consueto clima di suggestione, l’imbarco e lo sbarco sono avvenuti entrambi in località Calaporto (a causa del forte vento, infatti, la statua di S. Antonio non è stata più imbarcata al Porto Vecchio presso il lungomare di Levante). A seguire, la processione per le vie della città secondo il tradizionale itinerario. Tra i vari eventi che hanno preceduto i festeggiamenti, anche la pedalata ecologica per la pace svoltasi domenica 10 giugno. 17 giugno RIBALTA MONDIALE PER ANTONELLO DELL’OLIO Sempre più in alto… Il 17enne giovinazzese Antonello Dell’Olio, campione Italiano del Team Scattarella, si è infatti imposto anche con la nazionale di Kickboxing alla 23ª edizione della Coppa del Mondo, tenutasi a Rimini. Grande la soddisfazione da parte del papà Salvatore, presente ad ogni occasione, e della mamma Angela De Bari per il figlio che sin da piccolo si è appassionato a questa disciplina. E non è finita qui: altri obiettivi e nuovi traguardi attendono a breve termine Antonello, certamente

DELL’OLIO BACIA LA COPPA DEL MONDO WWW.GIOVINAZZO.TV)

non sazio ma pronto a raggiungere grandi soddisfazioni con il suo meticoloso lavoro. 19 giugno SCRIGNO DELLE DONNE Nuova manifestazione dedicata alle donne organizzata dalla sezione locale della FIDAPA presso la Sala San Felice. Ossia lo scrigno delle donne, con l’apertura delle numerose lettere contenute nello scrigno, scatola itinerante che in un mese ha fatto il giro tra le varie cartolerie, il liceo Matteo Spinelli e la Biblioteca Daconto. Le lettere aperte, con mittenti femminili e destinatari a sorpresa, hanno toccato vari temi, alcuni anche molto delicati. La serata è stata allietata dagli intermezzi musicali eseguiti dal maestro Gaetano Depalma. 19-20 giugno GIORNATA MONDIALE RIFUGIATO

Doppio appuntamento a Giovinazzo per celebrare la Giornata mondiale del rifugiato. Martedì 19 giugno nell’Istituto Vittorio Emanuele II si è infatti svolta La festa del 10..., con chiaro riferimento all’articolo della Costituzione italiana di cui è stata consegnata una copia a bambini e ragazzi stranieri presenti a Giovinazzo. Il giorno successivo nella Sala San Felice si è invece tenuta una tavola rotonda sul tema Razzismo: il virus e vaccini, con i seguenti ospiti: Paola Andrisani, coautrice del Libro bianco sul razzismo; Angelo Romano, antropologo e redattore di Valigiablu.it; Marina Angiuli, gruppo lavoro rifugiati; Luca Basso, presidente del circolo Arci Bari, soggetto attuatore del progetto SPRAR I Care. L’accoglienza mi sta a cuore, al quale il Comune di Giovinazzo ha aderito. 22 giugno CONSIGLIO COMUNALE, NUNZIA FIORENTINO SUBENTRA A CASTRIGNANO Nuovo ingresso nel Consiglio comunale: all’unanimità dei pre-


senti è stato votato il subentro di Annunziata Fiorentino, 58 anni, consulente del lavoro, sui banchi di opposizione nelle fila di PrimaVera Alternativa al posto del dimissionario Vincenzo Castrignano. Tra gli altri punti all’ordine del giorno, da segnalare l’approvazione della mozione per la promozione dell’iter legislativo per il conferimento della cittadinanza Ius soli, un atto simbolico per spingere il Parlamento a legiferare sul tema. In questo caso, però, il voto non è stato unanime: il gruppo di Forza Giovinazzo ha infatti espresso la propria contrarietà motivando il proprio dissenso in linea con l’orientamento nazionale di Forza Italia. 23 giugno NOTTE BIANCA POESIA VIII edizione della Notte Bianca della Poesia presso l’Istituto Vittorio Emanuele II di Giovinazzo, ideata dall’Accademia delle Culture e dei Pensieri del Mediterraneo. Insieme ai poeti di casa nostra, si sono esibiti oltre 200 poeti provenienti da Puglia e Basilicata, in rappresentanza di 25 associazioni di poesia. Nazione ospite, la Polonia rappresentata dalla poetessa Joanna Kalinowska, oggi residente a Taranto. Spazio anche alla poesia dialettale, con protagonisti Felice Giovine e la sua Accademia della Lingua Barese, affiancati dai componenti dell’associazione culturale Touring Juvenatium.

MILANO / Riconoscimenti per il nostro collaboratore Agostino Picicco Sabato 19 maggio nella suggestiva cornice della Sala Alessi di Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, sono stati conferiti gli Awards al Merito, a cura dell’Associazione Insieme con Merito e della Fidapa BPW Italy sezione Mediolanum, con il patrocinio del Comune di Milano. Il prestigioso riconoscimento è stato conferito, tra gli altri, al nostro collaboratore Agostino Picicco nel campo del giornalismo. Così ha detto in occasione della cerimonia: “Grazie per questo Premio che riconosce l’attività giornalistica, magari svolta in orari poco consoni...ma nella quale metto tanta passione e desiderio di raccontare e condividere pensieri e considerazioni vagliate dalla mia sensibilità. Grazie a tutti coloro, e siete davvero tanti, che mi hanno fatto la sorpresa e il dono di un apprezzamento e di un incoraggiamento”. Sempre a Milano, nel corso dell’assemblea per il rinnovo del Consiglio Generale dei Pugliesi nel Mondo del 9 giugno, sono stati designatigli 8 rappresentanti delle Associazioni aventi sede in Europa. Tra i componenti del nuovo CGPM è stato eletto Agostino Picicco, responsabile cultura del sodalizio dei pugliesi a Milano, a riconoscimento del notevole impegno culturale espresso dall’Associazione milanese nei numerosi eventi di elevata caratura organizzati nel corso dell’anno che l’hanno resa punto di riferimento qualificato sul territorio per enti e realtà aggregative.

MARINELLA FALCA NEL FIRMAMENTO DELLO SPORT RECENSIONE F RANCESCO P ITTÒ, La carica dei CENTO e UNO dello SPORT TERLIZZESE. I protagonisti si raccontano, con contributi di Corrado Bonaduce, Renato Brucoli, Silvia de Robertis e Pasquale Vitagliano, Ed Insieme Sportivamente, 472, ill., Terlizzi 2018. ISBN 978-88-7602-262-3 Il volume, antologico e unico nel suo genere, emula il numero e il ritmo della travolgente “favola” disneyana nel presentare in rapida successione 101 profili di atleti impegnati in ogni disciplina, di animatori delle tifoserie, di cronisti e dirigenti degli ultimi settant’anni, senza trascurare il riferimento a un illustre antesignano del Settecento. La pubblicazione annota le loro lusinghiere affermazioni e culmina con la figura di Luca Mazzone, punta di diamante dello sport terlizzese per gli encomiabili risultati conseguiti e la fecondità dei messaggi educativi e sociali testimoniati. Uno spazio particolare è dedicato al profilo di Marinella Falca, nativa di Terlizzi, poi giovinazzese in esodo, esemplare per solarità e dedizione sportiva, sacrificio e capacità di successo, in cui ripercorre il legame con la terra natia e le tappe della brillante carriera artistica. Conclude così il suo intervento: «La pratica sportiva risponde a molte positività. La consiglierei a chiunque, e non solo in quanto fattore di crescita fisica. Lo sport è un insieme di valori. Insegna a rispettare le regole, a rialzarsi dai fallimenti, a fare squadra, dunque a incrementare la socialità. Accresce la bellezza estetica, interiore, relazionale». (A CURA DI AGOSTINO PICICCO)


storia

nostra

DI

DIEGO DE CEGLIA

A cavallo tra XVIII e XIX sec.

CAPURSI TOMMASO NOTAIO GIOVINAZZESE PREMESSA Come più d’un lettore avrà potuto notare, la maggior parte delle notizie utilizzate per scrivere gli articoli di storia cittadina pubblicati su questa testata sono tratti dagli atti rogati dai notai operanti sulla piazza di Giovinazzo, documenti che attualmente si conservano presso l’Archivio di Stato di Bari. L’insieme dei volumi di uno stesso notaio, identificato come “scheda”, secondo la normativa vigente viene depositato dallo stesso notaio, al termine della sua attività, presso l’Archivio Notarile distrettuale, ufficio periferico del Ministero di Grazia e Giustizia, dove sono consultabili a fini amministrativi e previo pagamento di un diritto. Di qui, 100 anni dopo la data dell’ultimo atto rogato, vengono versati all’Archivio di Stato, ufficio periferico del Ministero per i beni e le attività culturali, e diventano gratuitamente consultabili oltre che per fini amministrativi anche per fini di ricerca e studio. Prima che il governo napoleonico nel 1809 disponesse l’istituzione degli Archivi notarili distrettuali, la normativa vicereale sin dal 1605 prevedeva che alla morte di un notaio, gli eredi consegnassero i suoi volumi ad un altro notaio ancora operante nella stessa città e che quest’ultimo versasse loro la metà dei diritti che avrebbe riscosso ogni qual volta avesse rilasciato una copia di quegli atti. L’esazione di diritti aveva dato un valore venale a questi volumi, tanto che gli stessi notai “in articulo mortis”, o chi ne veniva in possesso, spesso li cedevano o ai propri creditori o alle istituzioni ecclesiastiche come donazione “pro anima”. Presentiamo su questo numero una biografia di Tommaso Capursi, che esercitò la professione di notaio in Giovinazzo tra il 1783 ed il 1803, nonchè l’attenta analisi della composizione del suo primo volume di atti rogati, perché contiene un’interessante nota relativa al culto della Madonna di Corsignano che approfondiremo sul prossimo numero. Tommaso Capursi, visse a cavallo di tre diversi periodi: regno borbonico, periodo napoleonico / francese, restaurazione borbonica. Oltre al notariato esercitò altre attività nel campo lega-

le/amministrativo. Tale premessa è necessaria per giustificare la composizione del volume n. 665 della piazza di Giovinazzo, primo della sua scheda, nel quale troviamo annotata la sua biografia ed altre notizie. IL VOLUME MANOSCRITTO DEL 1783 Il volume, che comprende gli atti rogati dal notaio nel corso dell’anno 1783, è rivestito con una pergamena riutilizzata. Dalla parte interna del piatto superiore (il piatto superiore e inferiore, in termini librari indica i due cartoni che irrigidiscono la copertina) è possibile scorgere sotto il foglio di guardia alcuni caratteri. Di riutilizzo sono anche i fogli che compongono il primo quinterno sul quale è stato redatto l’indice alfabetico delle parti di ciascun atto. L’indice veniva stilato alla fine di ciascun anno, o quando gli atti dell’annata venivano rilegati; in questo caso è palese che sia stato redatto in epoca molto più tarda rispetto alla stesura dei documenti in quanto il quinterno che lo contiene riporta intervallate dalla rubrica altre annotazioni successive al 1783 e di tutt’altra natura. Da tutte le annotazioni riportate appare chiaramente che si tratta di un fascicolo di atti giudiziari, infatti sul foglio di guardia si legge: «d. 10:70 / don Vincenzo Melluso di Tommaso viene ne’ registri esistenti nella cancelleria di questa Regia Corte Criminale imputato del seguente reato: Di misfatto di lesa maestà costituito da cospirazione avendo per oggetto li cambiamento del Governo esistente nel 1820 e contro la sacra persona del re e famiglia regnante. Per questo reato si presentò in carcere e quindi a 28 ottobre 1822 da questa Suprema Corte fu deciso ammettersi alla real indulgenza affinchè ciò costa ne ho formato il presente che sottoscrivo. Trani lì 16 dicembre


1822. Il cancelliere criminale Farina. Visti dal P.M. Gennaro Minervino». Doveva trattarsi di una minuta o comunque di fogli riutilizzati dal notaio, come si deduce dal contenuto della seguente nota farmaceutica: «Per il male della pietra et ritenzione di orina, si prenda la semenza di ordica campanale, che suol dirsi, e si trova in campagna nella quantità che va sopra la moneta di un grano, si gratta la corteccia di rafanello con vetro, per farlo finissimo e se ne metta la stessa quantità dell’ordica, tutto in un bicchierino con un poco di succo di limone, e bevuto dal paziente dopo un’ora e mezza se ne vedrà l’effetto della guarigione». Mancano i successivi sette fogli dei quali resta solo una piccola parte piegata in corrispondenza della cucitura del quinterno; su quello seguente, integro nelle dimensioni, ma con diverse buchi (corrispondenti alle parentesi quadre nel testo che segue) perché roso dai topi, vi è l’indice del protocollo comprendente, indicizzati, i nomi dei contraenti dalla A alla G con rimando ai fogli numerati. Segue di mano differente da quella che ha vergato l’intero protocollo e l’indice delle altre lettere, il seguente testo che per il contenuto si può presumere sia una lettera del notaio al figlio/a o ad altro/a giovane, che stava abbracciando la vita consacrata: «Due cose sono necessarie all’uomo in questo mondo per vivere meno infelice degli altri: Il santissimo timor di Dio e la conoscienza delle scienze. Il primo fortifica l’anima e la rende superiore alle altre indecenze ed alle passioni violente, cui l’uomo va soggetto; col secondo si aumentano le […] e fan si che non sia soggetto ad altri per menar innanzi i suoi giorni. Mille volte ciò ti si è detto, ma pare, che non ancora vuoi ascoltare i sentimenti de’ tuoi maggiori i quali ti amano e vorrebbero vederti felice in questo mondo. Verrà però il tempo che lo sviluppo dell’[…] e delle idee ti faranno conoscere il peso di queste insinuazioni. Mi dispiacerebbe al sommo se le malnate passioni, solite a svilupparsi anche nella prossima età giovanile gravitassero e non ti facessero vedere le cose di prospetto ma di traverso. Ciò poi facilmente […] ti piace. Comincia da ora prest[…] di questo omaggio […] nella Chiesa, luoghi a Lui dedicati. Studi / con assiduità ed impegno ed allora sii sicuro che il buon abito contratto da te, non potrà mai distaccarsi quantunque più lo sforzo che il nemico del genere umano possa spingere con la sua assiduità e lusinghiere immaginazioni (di) viver felice». La biografia che di seguito trascriviamo è il risultato dell’accorpamento di tre diverse bozze presenti nel volume, la più corposa delle quali è alla lettera “O” dell’indice, privo di altri atti,

e della cui mano autografa del notaio non si può essere certi poiché il testo a volte è scritto in prima persona, più spesso in terza. Escludendo le note di approfondimento relative ai figli e nipoti, la proponiamo in un unicum, diversificandone gli stili del carattere di stampa, perché nessuna notizia fornita venga tralasciata. NOTE BIOGRAFICHE DEL NOTAIO «Vita cronologica del padrone di questa scheda Tommaso Capursi figlio di Vito e Giulia Maldari, nato a 10 giugno 1756. Fu battezzato il giorno 13. Fu tenuto in braccio da d. Michele Palmiotto […] e fu battezzato dall’arciprete d. Francesco Paolo Ragni. Lasciato orfano d’anni 18 compiti, con pochi beni di fortuna ed avea il discernimento di basare una sussistenza. Continuò lo studio ed a d. Giuseppe Cirilli, da esso pose in altra […] il can. Teologo d. Luigi Abbatangelo che facea l’avvocato. Nel tempo stesso si pose presso not. Cervone. Giunto all’età di anni 23 perché avea un fratello-cugino d. Nicola Capursi che dimorava in Napoli esercitando la professione legale, pensò ivi portarsi. Si diede con tutto impegno a studiare la legge sotto d. Giacomo Farina ed andava anche al pubblico. Nelle ore libere andava alla curia di d. Giovanni Bottiglieri ove continuava la pratica di notaio principiata a not. Cervone nella dimora in Giovinazzo. Non vi erano divertimento ne’ ozio ma dedito allo studio. Nel corso dell’anno che dimorava in Napoli si presentò un partito di matrimonio con donna Angela Maria Marinari di Trani, figlia di Nicola e Isabella Albanese, nipote del […] de Candia il quale prometteva sborzare contante ducati 400. Calcolandosi da esso Capursi la spesa avrebbe occorso per il mantenimento nella dimora in Napoli e spese per la laurea dottorale, accettò il partito (di) venire in procura o contratto di matrimonio si proposto di ducati 400 e con la moglie partì per Napoli ove dimorò sino a che si laureò e considerando che colla professione legale poco lucro gli avrebbe dato pensò anche prendere il privilegio di notaio.. Ebbe due figli in costanza di matrimonio con donna Angela Maria Marinari di Trani. Perdè la moglie d’anni 24 nel 1790, ma determinò non prendere più moglie, perché ancora li due teneri figli giunta che fu la femmina agli anni 9 la pose per educarla nel monistero delle monache sotto la direzione di d. madre Teresa Laghezza, che l’amava più di una figlia, ed il maschio veniva da me educato, e fatto grandicello lo conduceva sempre a fianco. La figlia chiamata Giulia Maria Capursi nata in agosto 1764 (fu) sposata con d. Cesare Spadacini in Napoli nel 1805, e l’altro chiamato Nicola Capursi nato nel 1787 (fu) sposato con donna Maria Candida d’Urso di Toritto nel 1810. Esso Capursi coll’esercizio di avvocato e di notaio ebbe occasione di occupare molte cariche. Poco dopo il ritorno da Napoli fu destinato Cancelliero della Deputazione di […], in seguito procu-


ratore delle Monache che ritenne sin al 1798 tempo in cui fu destinato Regio Luogotenente […] in Modugno, indi a Corato. Antecedentemente fu incaricato al radunamento degli animali, carri e carrette che direttamente da esso Capursi a S. Gennaro, girando vari luoghi della provincia pel radunamento di detti animali; fu destinato cassiere dell’arrendamento dell’ogli e saponi. Nel 1795 fu destinato giudice delle poste con patente che si conserva; fu visitatore del fondaco de’ Sali prima in Barletta indi in Bari; fu cancelliere della Curia Vescovile sino al 1798; fu Vicario generale del Consigliere Capece Zurlo indi del figlio […] Capece Zurlo; fu procuratore dei padri Celestini di Bari; fu segretario del monte delle Zitelle fatto da Buonomo; 30 gennaro 1783 [aveva ottenuto il titolo] regio di Notaio e iniziò l’esercizio nel 1803, per essere stato promosso all’onorevole carica di regio Governatore e Giudice, con real patente, che si conserva, che ritenne sino al cambiamento del Governo Francese. Quindi fu Giudice di Pace, successivamente Giudice di Circondario. Nel 1820 fu nominato Commissario della Polizia in Bari. Fu [ricevitore] de’ Demani in Grumo ed in Molfetta, ed abolito detto Demanio fu ricevitore in Giovinazzo del regio bollo, fu conservatore nella conser(vatoria) fin al 1828 tempo in cui d. Giuseppe Fanelli nella qualità di Sindaco (lo) denunciò al Ministro di Polizia accusando esso ricevitore esser un settario e fu destituito. Il cielo lo pagherà. Tutte tali cariche furon sostenute ed esercitate con decoro e tutte davano degli emolumenti per cui fece degli acquisti, e negoziava qualche […] per oglio, che diede moltissimo vantaggio». Seguono alcune notizie relative al figlio Nicola e all’impegno ch’egli profuse per consentirgli di affrontare in maniera decorosa gli studi a Napoli. Mancano poi 3 fogli, asportati, come si può dedurre dai frammenti rimasti vicino al filo di cucitura, e che dovevano sicuramente contenere altri particolari sulla vita del Capursi, ne seguono altri 3 di indice con le lettere “S”, “T”, “V”. Altre annotazioni biografiche si leggono, dopo l’ultimo atto rogato, sul f. 79v (ultimo dell’ultimo quinterno) «Mentre stava in Gioia, venne colpito, che li restò offeso un occhio e domandò la giubilazione che dal Re Francesco li fu accordata con duc. 10 al mese, perché non aveva gli anni di servzio». Il suo attaccamento al figlio è nell’ annotazione seguente «Nicola, padre di detti otto figli, cessò di vivere alli 5 novembre giorno di sabbato dell’anno 1836 alle ore 19 munito de’ sacramenti, dopo aver sofferto tre anni di una continua malattia e fu seppellito al Carmine dove era fratello. Il padre di detto

Nicola, restò così oppresso dal dolore che credè dover presto seguire il figlio unico che ha perduto». Tommaso Capursi aveva già ottant’anni quando morì il figlio e perciò avanziamo la debole ipotesi che poiché non è annotata la data del suo decesso, possa aver egli stesso dettato ad altri queste note biografiche. Al verso del 5° foglio di indice (lettera “V”) vi è un elenco di «Famiglie Nobili della città di Giovenazzo» al quale segue una nota inedita relativa alla Madonna di Corsignano sulla quale ci soffermeremo nel prossimo numero.

DIEGO DE CEGLIA




«M’HANNE RUTTE DE CHEPE» di Vincenzo Depalma

Non so se avete letto su facebook la notizia del mio incidente (addacchesè si chieme u giornele de josce), e per chi non ne è stato esaustivamente informato faccio presente che m’hanne rutte de chepe. Per la circostanza il sig. Amarcord non poteva ricordare che tuffarsi nel ricordi di quel «ai miei tempi». Questo tipo di infortunio era frequentissimo allora soprattutto tra la gente che lavorava in campagna. Ci si rompeva di testa complice la caduta dagli alberi quanne se spezzaive na vranghe. Quando succedeva questo tipo di incidente in campagna, il ferito veniva subito caricato sope o trajeine per essere trasportato in paese. Nel frattempo si cercava di tamponare la ferita. I contadini traevano dalle loro tasche li fazzuitte, chidde colorete, pieni di sudore e di residui di pulizie nasali (l’urgenza non guardava a queste piccolezze). La notizia era frattanto arrivata a casa ed il vicinato era già allertato. Il viaggio sul carro era uno strazio per lo stato della strada che alla mia epoca non avevano fatto la conoscenza con l’asfalto. Da allora molte cose sono cambiate. Già, ma le strade sono rimaste sempre quelle. Allora stavene le fusse, ora ci sono le buche. I sindaci sono ad esse particolarmente affezionate. Nan so fatte le scole fattizze, ma loro ci tengono forse perché sono buche storiche. C’è quella che ricorda la caduta a cavallo di Napoleone o quella addò ndruppiquè la bonanime di Giulio Cesare. U trajeine ora si chiama 118, tande so le gasteime ca si fesce u rutte de chepe ogne fusse ca pigghie (scusatemi, ogni buca). Sempre ai miei tempi, l’infortunato veniva portato a casa. Gli ospedali erano molto lontani pu trajeine e gli infortunati cercavano di stare da loro il più lontano possibile. Io che ci sono stato, mo so capeite u percè. Appena arrivi ti donne subbite na bella pittete. Codice giallo, rosso, verde per farti capire quante ore devi aspettare al semaforo di attesa prima che qualcuno si degni di darti una guardata. Nan vi digghe le uè ca passe ci ti ricoverescene! I letti sono dotati di una specie di materasso rivestiti di tela in plastica rigorosamente scucita in più punti ma non ci sono lenzuola (se non quelle di carta), neppure cuscini e nan gi ste manghe la colonnette. Povere a ci arrecapete! E che dire dei modi urbani degli infermieri? Sono talmente allenati a vedere le sofferenze umane che ci hanno fatto il callo, dal loro animo è

M’HANNE RUTTE DE CHEPE

«U fattaridde scitue a lesc saupe o feisbucc de La Chiazz. E pensare che ero giulivo e festoso perchè dovevo ritirare il mio 2° Premio Martucci» Vincenzo Depalma scomparso il sentimento della umana pietà. Questa tragicommedia per fortuna ha un lieto fine. L’amico Sergio Pisani ha accennato su facebook a questo disdicevole incidente. Disdicevole, appunto. Non voglio raccontarlo per l’imbarbarimento dei costumi di oggi. U fattaridde scetue a lesc soupe a feisbucc. Messaggi di incoraggiamento ed auguri di pronta guarigione mi sono giunti da ogni dove facendomi commuovere fino alle lacrime. Io che non so usare facebook, voglio che attraverso il profumo della carta e dell’inchiostro giungano i miei più sentiti e sinceri ringraziamenti. Voi siete la dimostrazione reale (non virtuale dei social) che esistono ancora oggi le persone solidali e di gran cuore. Grazie, grazie e grazie ancora.


l appello del comitato festa patronale

Giovinazzo, 26 maggio 2018 Cari Giovinazzesi emigrati in terra lontane, Vi scrive il Comitato Feste Patronali per l’anno in corso, presieduto dal concittadino Gaetano Dagostino, nominato da S.E. Mons. Domenico Cornacchia, Vescovo della Diocesi. Siamo un gruppo di Amici decisi ad affrontare la difficile sfida per l’organizzazione della Festa Patronale 2018 in onore della nostra Protettrice Maria SS. di Corsignano; ci unisce la comune accorata passione nel programmare gli eventi del mese di agosto, che da tantissimi anni raccolgono attorno alla Madonna tutti i suoi figli. Con la presente lettera, questo Comitato intende diffondere un “messaggio di comunità”, con la speranza che il legame con le vostre origini non si affievolisca con la lontananza. Con un pò di presunzione vorremmo riassumere in questo foglio il significato di tutte le lettere inviate con affetto e amore ad amici e parenti lontani, da tutti i Giovinazzesi che, varcate le mura cittadine, affrontarono i viaggi della speranza verso il Nord Italia, il Nord Europa, l’Australia, il Nord e il Sud America. Su quelle lettere si leggevano parole scritte con inchiostro intriso di lacrime, ma dallo spirito sereno, come un sorriso familiare. In realtà, quelle parole sono i legami che vi devono tenere uniti alla Nostra Città e alla Nostra Madonna di Corsignano. L’auspicio di questo Comitato è che Voi anziani Giovinazzesi raccontiate ai vostri figli e nipoti della vostra Giovinazzo, per non dimenticare e tramandare l’origine, gli usi, i costumi, i personaggi, le tradizioni, la Cattedrale, le Piazze, il nostro dialetto dalle parole aperte e lunghe, i giochi e le corse per strada……. La nostra speranza è quella che le Vostre generazioni non rompano mai le catene con le origini e tengano perciò sempre i contatti continuativi con “il paese” lontano, attraverso parenti, amici, conoscenti e, qualora lo vogliano, a chiedere notizie ed informazioni anche a Noi. Giovinazzo, adagiata nel verde dei suoi ulivi e proiettata sull’orizzonte del Mare Adriatico, con i suoi “bracci” sul porto simbolicamente pronti ad abbracciare tutti i suoi figli sparsi nel mondo, attende che si parli di Lei. La più importante delle nostre tradizioni che vorremmo di cui si parli è proprio la Festa della Madonna. A Noi non rimane che rivolgervi la preghiera di voler contribuire a questo Comitato, con la somma che ritenete più giusta, che ci consenta di organizzare dignitosamente le manifestazioni in onore della Nostra Madonna in modo da ingenerare un clima di benessere generale tenendo sempre al posto d’onore il ricordo dei tanti Figli di questa Città che dovettero cercare fortuna in luoghi lontani. Vi aspettiamo presto!!!! Con affetto, ammirazione, stima e Fratellanza.

Lettera aperta a tutti gli emigranti nel mondo


Giovinazzo, 26 maggio 2018 Dear emigrants, former citizen of Giovinazzo, the Patron Saint’s festival Committee and its President Mr. Gaetano Dagostino, nominated by Monsignor Domenico Cornacchia, bishop of the diocese, are happy to write this letter. We are a group of friends who want to face the hard challenge for the organization of the Patron Saint’s festival 2018, in honor of our Patron Maria SS. di Corsignano. The events in the month of August have reunited all Her sons since lots of years. That’s why we put all our passion to plan everything in the best way possible. Through this letter, the Committee wants to diffuse a “message of community”, hoping that the distance may not weaken the link with your origins. We would like to summarize the meaning of all the letters sent to the friends and relatives by the people of Giovinazzo who had to face the voyage of hope towards the North of Italy, the North of Europe, Australia, the North and the South America. Those letters were written with an ink slick with tears, but with a serene spirit; they were a familiar smile. Those words represent the bonds that have to keep you tied to our City and our Madonna di Corsignano. The Committee would like you to tell your sons and grandsons about your Giovinazzo, to not forget the origins, the customs, the traditions, the Cathedral, the Squares, our dialect characterized by open and long words, the games in the streets... We hope your generations won’t break the bond with the origins and will keep in touch with the “far city” throughout relatives, friends, acquaintances and, of course, we’ll be always there if they need to ask for news or some information. Lying in the green of its olive trees and projected on the horizon of the Adriatic sea, with its “arms” in the harbor always ready to hug all its sons around the world, the city of Giovinazzo awaits you to talk about it. The most important of our traditions is the Patron saint ‘s festival. The Committee asks you to contribute by paying the sum you retain the most suitable to help us to plan the events in a dignified way. We’d like to create a joyful atmosphere by remembering all the sons of this City who had to leave Giovinazzo to seek their fortune. We’ll wait for you!!! With affection, admiration, esteem and Brotherhood.

P.S.: We suggest you to pay your oblations by current account: IBAN: IT26N0103041490 000001592655 How to contact us: President:Mr. Gaetano Dagostino +39 3316028929 - General Secretary:Mr. Nicola Gagliardi +39 3403929242 Piazza Vittorio Emanuele II,63 – 70054 Giovinazzo Bari (Italy) – email: corsignanogiovinazzo@gmail.com Facebook: Comitato Feste Giovinazzo – P.IVA: 08174000722 - IBAN: IT26N0103041490000001592655


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DON BENEDETTO FIORENTINO Il 14 dicembre 2017 il Senato della Repubblica ha approvato in via definitiva la Legge n. 219 sulle “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”. Come si evince dal titolo, i temi principali trattati dalla Legge sono il consenso informato (Art. 1), e le disposizioni anticipate (DAT) sui trattamenti terapeutici ed assistenziali della persona quando verrà a trovarsi in una condizione di incapacità di intendere e di volere. Nella legge si fa riferimento anche alla pianificazione condivisa delle cure (Art. 5). Senza il consenso esplicito, attuale, libero e formale del paziente, nessun atto medico può essere compiuto e perciò stesso legittimato. Il principio di autonomia ha la funzione di garantire all’individuo la possibilità di autodeterminarsi. È certamente espressione dell’autodeterminazione e della libertà della persona: sono valori ineludibili da salvaguardare e da preservare da ogni autoreferenzialità. Il paziente, correttamente informato, può scegliere tra opzioni diagnostiche/terapeutiche alternative, tra modalità d’intervento diverse, tra cure differenti, che siano sempre proporzionate al caso clinico e di cui si possano valutare i benefici e i rischi. Il paziente consapevole e cosciente può rifiutare qualsiasi terapia, anche quelle salvavita? Dal punto di vista giuridico non vi è dubbio sulla legittimità e liceità di rifiuto /rinuncia delle cure, giacché non esiste un “dovere di curarsi” individuale (persino nei trattamenti salvavita). Il problema così delineato diventa invece più complesso se si esamina dal punto di vista etico. Le terapie proporzionate ed ordinarie sono moralmente da accettare, anche se il diritto mi consente di rifiutarle; terapie invece non proporzionate o inutili o futili (rispetto alla finalità del benessere e dell’interesse del paziente) o straordinarie o rischiose o onerose (anche psicologicamente) sono moralmente, giuridicamente e deontologicamente illecite. Davanti alla decisione di un paziente competente ed informato che chiede di non essere sottoposto ad alcuna terapia, anche se da questa decisione ne consegua un rischio di vita, il medico deve fermarsi, “ma continua ad assisterlo e se in condizioni terminali impronta la propria opera alla sedazione del dolore e al sollievo dalle sofferenze tutelando la volontà, la dignità e la qualità della vita” (Codice deontologico dei medici, art. 39).

SOFFRIRE E MORIRE MERITANO CURA E RISPETTO

Il problema si acuisce nel caso di persona incompetente, che non può a causa del suo stato assumere decisioni e autodeterminarsi. Ci sono casi dove pur non prevalendo una determinazione arbitraria a morire, il paziente avverte un profondo disagio fisico-psicologico-morale nel continuare a sopportare i mezzi utilizzati da giustificare la loro interruzione e la morte che ne consegue è il naturale evolversi della malattia. Molto meno problematica nell’imminenza della morte, rispetto a malattie gravi e inguaribili ma che non si trovino in fase terminale, è la desistenza terapeutica, intesa quale sospensione di trattamenti inutili se non futili, e quando si continua la terapia soltanto ad un prolungamento dell’agonia; in tal caso il medico deve desistere da ogni trattamento affinchè la malattia faccia il suo corso: c’è un limite oltre il quale la terapia non trova più alcuna giustificazione clinica e terapeutica. Uno degli argomenti più controversi della legge è senza dubbio quello sulla nutrizione ed idratazione artificiale (NIA). Cura ordinaria? Sostegno vitale? E ora terapia dunque? La NIA è sempre obbligatoria? No, non è obbligatoria nei seguenti casi: 1. Quando si configura come accanimento terapeutico (benefici scarsi o nulli rispetto ai risultati attesi); 2. quando il paziente non assimila i nutrienti; 3. nella fase terminale della vita quando possa essere causa di aggravamento della patologia; 4. nei casi di manifesta intolleranza; 5. quando non risponde allo scopo per cui è stata attivata (paziente oncologico o terminale); 6. quando la NIA sia particolarmente gravosa o onerosa per il paziente. Se è consentito dalla legge al paziente, tramite il consenso informato (quando si è competenti) o dalle DAT (quando non si è in grado di agire) di rinunciare alla NIA (o ad altre terapie/cure salvavita), si può con ciò giustificare la scelta di anticipare la propria fine? Riteniamo che senza una motivazione clinica ed etica precisa e documentata, tale scelta rimane non condivisibile o accettabile, soprattutto se si configura come forma di eutanasia omissiva, verso la quale il medico deve essere legittimato a sollevare obiezione di coscienza. Il riferimento è anche al documento del Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB) del

2003 dal titolo “Dichiarazioni anticipate di trattamento” in cui si indica la necessità di attivare per questi malati percorsi clinici ed assistenziali di cure palliative simultanee: quando la malattia non è ancora in fase terminale oppure di cure palliative di fine vita rispetto a impropri ricoveri in terapia intensiva. Cosicchè il consenso/dissenso ai trattamenti sanitari si può realizzare da parte del paziente durante il corso della patologia “cronica e invalidante” o quando è “caratterizzata da inarrestabile evoluzione con prognosi infausta” attraverso la pianificazione condivisa delle cure oppure dalla persona in pieno benessere con le DAT. Le DAT sono certamente uno strumento utile perché possono salvaguardare ciascuno da procedure di accanimento terapeutico da un lato, così come da pratiche eutanasiche attive o omissive dall’altro, ma soprattutto dalla possibilità di un abbandono di cura da parte del medico o dei familiari o delle strutture sanitarie; mentre invece esse diventano problematiche quando possono perseguire, in modo evidente o occulto, intenti eutanasici. Se finora il principio della indisponibilità della vita era assicurato e garantito dallo Stato libero, democratico e aconfessionale, ora sembrerebbe che viene stabilito non il diritto o il dovere di curarsi o non curarsi (che è previsto dal consenso informato), ma la possibilità di una disponibilità della vita stessa per il singolo. Il venir meno del principio dell’indisponibilità della vita, che da assoluto diventa per legge derogabile attraverso l’autodeterminazione personale, crea a nostro giudizio una grave offesa alle basi stesse della democrazia e del bene comune, perché lede i principi di solidarietà e di giustizia verso intere categorie di persone fragili: i malati cronici, gli anziani, i disabili, i malati di mente, i morenti ai quali lo Stato potrebbe negare forme di assistenza e di tutela. A nostro giudizio invece, dovrebbe sempre essere ricercato uno spazio di mediazione e di confronto, affidato a una effettiva relazione, che diventa alleanza, tra il malato, il medico e/o i familiari, dove si possa conciliare, nella concretezza del caso e nella contesto della condizione, la volontà del malato, la scienza e la deontologia del medico e il parere dei familiari assumendo ciascuno le proprie responsabilità personali.


Little Italy

S.’ANTONIO SI RACCONTA

NEW YORK. Il culto a S. Antonio da Padova continua. Ma il tempio della fede si è trasferito dalla centralissima Little Italy di Manhattan nella zona di Brooklyn, dal Preziosissimo Sangue alla Roman Catholic Church of St Patrick. Così il Comitato, d’accordo con tutti i membri, ha deciso di trasferire la festa religiosa annullando il contorno ‘mondano’ della festa. «Ormai non resta che affidarci, oltre al buon senso della gente, soprattutto al Santo di Padova i cui ex voto riempiono i nostri cuori. La nostra testardaggine vuol essere un messaggio anche a chi ci nega l’autorizzazione di portare il Santo per New York, perché la tradizione deve continuare. Togliere S. Antonio ai fedeli giovinazzesi e newyorkesi è come cancellare un pezzo di storia di emigrazione italiana». Pensieri e parole dell’immarcescibile, inossidabile Presidente

DI ROCCO STELLACCI

Jerry Scivetti in occasione del 3 giugno, giorno della liturgia al Santo. «Ho creduto opportuno eliminare la musica per dar posto alle nostre memorie - spiegava Jerry Scivetti nell’accogliente e cordiale ristorante italiano Matteo’s - partendo dagli anni 40 - 50 quando iniziammo a far festa nella sala Giglio, a pochi metri dalla Mulberry street, cuore pulsante di una quasi estinta comunità giovinazzese, con un panino imbottito di ingredienti casarecci ed un IMMAGINI DI bicchiere di vino: tutto fatto in casa». UNA FESTA. Poi l’ascesa verso la gloria e la parabola discendente dell’ultimo anno CAMBIA LA CHIESA, CAMper i fatti già raccontati. BIA LA LOCATION MA IL «La musica - concludeva il Presiden- CULTO DI S. ANTONIO DA te del Comitato – ritornerà col noPADOVA NESSUNO LO PUÒ stro prossimo galà, la terza domenica di ottobre, nella rinomata sala FERMARE di ricevimenti Chateau Briand, nel Qeens. E balleremo dalla gioia» ROCCO STELLACCI



HO RIVISTO IL PROF. FELICE MONGELLI, u Professò. Oggi ha 93 anni, è ancora lucido e longevo con la memoria. Il tempo scivola sul filo dei ricordi, si cercano analogie tra la scuola di ieri ed oggi. Ma i due mondi sembrano troppo paralleli alla luce anche degli ultimi fatti di cronaca che hanno investito un’insegnante aggradita da una mamma di un alunno. I due mondi non s’incontreranno mai. Ho rivisto il Prof. Felice Mongelli, ma è come se rivedessi anche gli altri maestri (Patruno, Salvemini, Jessi, Miccione, Mongelli, Bonvino, Altomare, Carlucci e tanti altri) che impartivano il decalogo della buona educazione quando la scuola era il tempio di Giovenale, mens sana in corpore sano. I maestri di una volta erano molto severi, spesso usavano maniere brusche ma condivise sempre dagli stessi genitori. Anzi era i genitori stessi che supplicavano il maestro all’uso coercitivo dei metodi. Laddove non arrivava il papà del ragazzo, il maestro veniva delegato a sentirsi un ottimo padre di famiglia per l’esercizio dell’istruzione e della disciplina. Noi alunni dovevano portare rispetto e rivolgerci al maestro usando la forma di cortesia “Lei”. Si chiedeva l’intervento del maestro usando l’espressione “Signor maestro” e mai chiamandolo per nome. Gli scolari dovevano indossare un grembiule come divisa, che in genere era nero. Il Direttore, il Maestro si presentavano sempre in giacca e cravatta. Il Prof. Felice Mongelli mi ricordava come le classi erano formate dai 30 ai 40 alunni ai quali impartire tutte le materie: nozioni varie, educazione famigliare, storia, geografia, aritmetica, scienza e igiene, calcolo orale (fare conti senza la penna), canto, disegno e il lavoro manuale. Non esisteva il libretto dei giudizi per comunicare a casa il rendimento dei ragazzi, i genitori ricevevano le note tre volte all’anno. «Un giorno - ricorda con occhi lucidi il Prof. Felice Mongelli - ad un alunno che era in stazione erano scivolate 100 lire sui binari. Si era chinato per raccoglierle mentre sopraggiungeva un treno che gli troncò un braccio. Quel ragazzo è rinato grazie alla scuola dalla quale ha rice-

vuto tutto l’amore che c’è». Ieri non è come oggi, quel ragazzo si sarebbe portato addosso lo stigma del diversamente abile. - Noi che… Andavamo a scuola tutti con il proprio grembiulino e colletto bianco; - Noi che… Al suono della campanella aspettavamo l’ingresso a scuola in fila per due sotto gli alberi; - Noi che… Non vedevamo l’ora che suonasse la campanella di entrata e d’uscita: la scuola era una gioia; - Noi che… Quando entrava la direttrice Magrone scattavamo tutti in piedi e sull’attenti; - Noi che… Nel rispetto della nostra cultura religiosa dicevamo la Preghiera; - Noi che… Al temine delle lezioni cantavamo la Canzone del Piave: «Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti il 24 maggio»; - Noi che… Il maestro ci rigava il viso di lacrime con le bacchettate sulle mani relegandoci in castigo dietro la lavagna; - Noi che… Quando tornavamo a casa, la mamma per in senso di vergogna provocato a scuola dal figlio “ci dava il resto” - Noi che… Quando il maestro diceva: «Lo dico ai tuoi genitori» tremavamo dalla paura; - Noi che… Andavamo al cinema scolastico una volta al mese, pagavamo solo 20 lire; - Noi che… La gita scolastica consisteva in una passeggiata in paese una sola volta all’anno; - Noi che… Il professore ci insegnava a costruire giocattoli senza soldini; - Noi che… Senza troppi fronzoli e giudizi dei moderni educatori siamo cresciuti sani. FOTO e SERVIZIO Giovanni Parato



il ricordo di Fasano

LA SCOMPARSA DELL’AMBROGINO D’ORO Giuseppe Fasano, “decano” degli emigranti giovinazzesi a Milano, residente nella metropoli lombarda dal 1957, attivo nel campo del volontariato sportivo, animatore di realtà giovanili, e per questo insignito dal Comune di Milano dell’Ambrogino d’oro nel 2008, non ha mai dimenticato Giovinazzo, dove continuava a far arrivare magliette e palloni per ragazzi in difficoltà, e a gratificare con targhe di ringraziamento e di affetto le persone a suo dire meritevoli di considerazione per l’impegno a servizio della città. Un uomo buono, dal cuore d’oro, discreto fino alla fine anche nel tacere la malattia. Ci mancherà la sua presenza in occasione della Serata dell’Emigrante, segno tangibile dell’amore per Giovinazzo. Ci mancherà la sua periodica telefonata di saluto. Ci mancherà la sua visita in redazione de La Piazza. Soprattutto non dimenticheremo l’amicizia che ci ha sempre cordialmente donato, con tanto rispetto e delicatezza.


i personaggi

DI

SERGIO PISANI

ILLUZZI IN VETRINA Gli Illuzzi a Giovinazzo sono tanti come le stelle di Negroni che vogliono dire qualità! In particolare nello sport ce ne sono due nati sotto una buona stella. Domenico Illuzzi con i pattini e la stecca sa fare le magie, sa dove e come si vincono gli scudetti di hockey. Andando molto lontano da Giovinazzo, precisamente a Lodi, perché gli scudetti da due anni si vincono solo lì, con la fascia da capitano. E poi c’è il secondo Illuzzi - più popolare di Domenico l’hockeista e anche dell’ex sindaco Pinuccio - che con il fischietto e la sua giacchetta nera punisce i cattivi. Stiamo parlando di Lorenzo Illuzzi, l’Arbitro. Lo abbiamo scritto volutamente con la a maiuscola perché quest’anno ha diretto Genoa - Torino (1-2) valevole per la 38° giornata del massimo campionato italiano di calcio. E se l’è cavata piuttosto bene al debutto assoluto. Lo abbiamo sentito tutti sui principali canali e nelle trasmissioni sportive: «Arbitra l’esordiente Lorenzo Illuzzi di Molfetta». E qui bisogna capirsi. Molfetta è solo la sezione Aia a cui Illuzzi appartiene. Non succederà mai che i cugini di Molfetta forti del circo mediatico si arrogheranno la paternità del nostro arbitro di serie A! Siamo già abituati a questi tentativi di scippi. Corsi e ricorsi storici, a Giovinazzo la storia sportiva ha fatto a botte con un’altra stella di Giovinazzo, con la ginnasta olimpionica Marinella Falca che gli scippatori di emozioni del Comune di Molfetta volevano portarci via con targhe, chiavi della città, titoli onorifici e pergamene in ceralacca. Non nascondo la mia paura nel vedere ripetersi un episodio del genere. Possibile che il sindaco Depalma che conosce lo sport come la sua bicicletta Specialazed si sia dimenticato di Lorenzo Illuzzi? Eppure in questi 6 anni di mandato ha distribuito a bizzeffe pergamene a uomini e donne per meriti

sportivi. Ficchiamocelo in testa una volte per tutte. Nato a Modugno il 21 giugno 1983, Lorenzo Illuzzi vive a Giovinazzo, è uno di noi! Istruttore di fitness (attualmente collabora con Salvatore Stallone e Vito Bonvino, proprietari dell’Orion, al cui interno è ubicata una palestra), è laureato in Scienze Motorie presso l’Università degli Studi di Urbino. E’ cresciuto in Piazza Porto. Possono bastare questi elementi di giudizio? Lo so, ci si divora dalla rabbia quando sentiamo in tv «Arbitra Lorenzo Illuzzi di Molfetta». Dubitate delle parole del telecronista, abbiamo cercato di ristabilire la verità della notizia. Lorenzo Illuzzi, orgoglio giovinazzese, ha iniziato ad arbitrare nel 2000 nella categoria Giovanissimi regionali. In serie B ha esordito il 6 settembre 2015 in NovaraLatina (1-1). Quest’anno ha disputato la terza stagione in serie B (ben 45 le direzioni di gara) ed ha fatto il suo esordio in serie A il 20 maggio 2018. Fissatevi questa faccina d’angelo su La Piazza che si trasforma in faccina da duro in campo con la sua giacchetta celeste fluorescente (quella nera è andata in soffitta da anni). Sulla Giostra dei Gol di Rai SERGIO International sentirete parlare di Lorenzo Illuzzi in PISANI tutte le Little Italy. Il suo nome fa il paio con un altro arbitro giovinazzese, Vincenzo D’Albis, che fece il suo esordio in serie A in Bari - Roma nel 1947 come guardalinee con le scarpe rattoppate dal ciabattino Mest Polucc,. D’Albis emigrò in Usa e fu promosso arbitro internazionale. Oggi il fischietto di Lorenzo è diventato elettronico e le sue scarpe Diadora sono antiscivolo e antistretch. Chissà, ai mondiali del 2022 in Quatar gli arbitri voleranno in mezzo al campo come rondini. E noi saremo col telecomando davanti alla tv per seguire il volo di Lorenzo Illuzzi. SERGIO PISANI

SERGIO PISANI




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