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Beato l’uomo che ha cura del debole» di P. Salvatore Pontillo MI

«BEATO L’UOMO CHE HA CURA DEL DEBOLE»

La vita consacrata di fratel Leonardo è la storia di chi ci insegna come lasciarci capovolgere totalmente l'esistenza da Dio e dare una nuova fi nale alla parabola del Buon Samaritano, perchè non basta prendersi cura di chi soffre, bisogna anche saper prendere il suo posto.

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Quando fratel Leonardo da agente immobiliare lasciava la sua casa a cinquantadue anni, quel primo giorno dell'anno 1993, entrava in una nuova abitazione, la "Tenda di san Camillo". Non solo iniziava un nuovo anno, ma iniziava una nuova vita, quella che gli avrebbe fatto ereditare «la vita eterna». Sposava lo stile di vita di san Camillo che diceva: «Beati voi, se potrete essere accompagnati al tribunale di Dio da una lagrima, da un sospiro, da una benedizione di questi poverelli infermi». Parole che lo portarono a professare il quarto voto camilliano del rischio della vita nell'assistenza agli infermi.

Fratel Leonardo si defi niva come un uomo povero di valore, ma ricco di umanità, che lo rendeva capace di piegarsi su quei corpi carcerati e condannati a una malattia non debellabile, come quella dell'Aids, fi no ad avere viscere di carità «come una madre verso il suo unico fi glio infermo». Ha saputo rendere una calda locanda quelle "prigioni e luoghi di orrore e di paura", quali i cuori di coloro che venivano emarginati dalla società e dalla famiglia stessa a causa della malattia. Oggi fratel Leonardo sarebbe qui a consolarci per le nostre debolezze e le nostre fragilità nel nostro essere buoni samaritani. Il nostro viaggio, infatti, ci rende spesso stanchi, perchè sulla nostra cavalcatura abbiamo caricato coloro per cui abbiamo avuto compassione. Infatti, seppure fratel Leonardo paragonava i suoi venticinque anni di vita consacrata a una bella rosa rossa, non nascondeva le sue spine. Penso che il sangue sparso nell'incendio causato da uno degli ammalati di Aids sia ora testimone della nobiltà e della santità della missione di ciascuno di noi al servizio del bisognoso, perchè è «beato l'uomo che ha cura del debole, nel giorno della sventura il Signore lo libera» (Sal 41,2).

P. Salvatore Giuseppe Camillo Pontillo MI

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