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Senza di te non ho alcun bene di Don Sebastiano Giovanni Guarrera Guaritori feriti per entrare in prossimità con gli altri di Don Salvatore

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I nuovi Diaconi

I nuovi Diaconi

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Prendete, questo è il mio corpo», sono le parole che dallo scorso 9 settembre, consentono al Padre con la rugiada dello Spirito – che mi ha consacrato per il sacerdozio ministeriale – di santifi care il pane in Corpo di Cristo per la comunità Sua Sposa che continua a gridare “Vieni”. «Lo Spirito e la sposa dicono: “Vieni!”» (Ap 22,17). In questi mesi ho avuto modo di fare esperienza del dono immeritato del presbiterato, oltremisura inafferrabile alla ragione e persino al cuore, dinanzi al quale mi scopro costantemente piccolo, fragile e incongruente. «Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere» (Dt 8,2) poiché così impareremo da Dio «a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore» (Salmo 89,12). Non posso dimenticare gli anni di formazione al Seminario di Acireale, le esperienze di carità e pastorali in diocesi, il proseguimento degli studi a Roma e il successivo ritorno alla quotidianità dapprima virtuale a motivo del covid e poi fattiva e familiare al Seminario di Acireale. Nella stretta, sobria ed essenzializzante, della pandemia ho ricevuto in Cattedrale il sacramento dell’Ordine Sacro nel grado del presbiterato che mi ha introdotto in realtà del tutto inaspettate per servire Cristo e la Chiesa. Il mio ministero è iniziato sin da subito quale vicario parrocchiale presso il Santuario diocesano “Sacratissimo Cuore di Gesù“ in Acireale, sperimentando la fraternità presbiterale col parroco Don Gabriele Patanè e la cordiale unione spirituale con le Suore del Monastero Visitazione Santa Maria. Al contempo, ho iniziato la diffi cile missione educativa quale professore di religione all’Alberghiero “G. Falcone”. Trascorsi pochi mesi, il cuore ha dovuto allargare i suoi confi ni affi ancando il parroco quale vicario parrocchiale presso la vicina Parrocchia “Cuore Immacolato di Maria”, comunità ricca di gruppi, associazioni e realtà ecclesiali, storie e volti di giovani ed anziani che seppur dietro a mascherine, con la fatica del distanziamento sociale stanno sempre più divenendo familiari, amici, “di casa” tra le case del nostro quartiere bisognoso di cura e di sinceri affetti. Traslochi, spostamenti, fatiche, gioie, incontri, incoerenze, sofferenze e speranze sono la costante del servizio a quel Dio che incarnandosi non ha esitato a spezzare sé stesso e darsi ai suoi. Spesso di fronte all’inestimabile grandezza dei doni ricevuti mi sento ingrato, misero, inadatto, ma il Signore usa Misericordia per continuare a costruire la sua volontà nonostante la nostra debolezza. Quali “guaritori feriti” siamo mandati, in forza della fede, ad entrare in prossimità con gli uomini nel loro vivere feriale e festivo: nelle gioie e nei dolori, dal nascere al morire, in nome del Crocifi sso Risorto, il solo Buon Pastore che può dare in pasto ai discepoli di ogni tempo il suo Corpo e la Parola. In persona Christi sperimenti la gioia dei Sacramenti della fede, la grazia del Perdono come fonte per ricominciare nonostante i fallimenti della vita, le promesse d’Amore per sempre come impegno in cui credere e lavorare nell’attesa del Suo ritorno quale unico Sommo Sacerdote misericordioso e fedele.

Un altro momento importante è stato il giorno della prima messa, presieduta nella mia amata Dagala del Re insieme ai sacerdoti presenti e ai parrocchiani che mi hanno sostenuto fi n dalla mia fanciullezza. Un altro grande dono è stata la mia nomina a vicario parrocchiale nella Parrocchia "Gesù Lavoratore" in Giarre. Ad oggi posso confermare come le sorprese di Dio sono state sempre grandi nella mia vita, ed io lo Ringrazio perché attraverso questo ministero ha reso ancor di più matura la mia fede e la mia speranza. Un grazie lo dedico anche alla mia famiglia, ai fedeli giarresi e alla Vergine Immacolata che non mi ha mai lasciato da solo. Vi benedico di cuore, lasciandovi con una frase a me molto cara: «Ho detto a Dio: "Sei tu il mio Signore, senza di te non ho alcun bene"» (Salmo 15). Don Salvatore Grasso

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