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Custodire i fratelli nella preghiera di Suor Maria Elisabetta
VISITARE IL FRATELLO E CUSTODIRLO NELLA PREGHIERA
Carissimi lettori, Dio sia benedetto! Siamo le Suore della Visitazione Santa Maria. Ci è stato chiesto di raccontarvi come viviamo noi contemplative la custodia dei fratelli. All’inizio del nostro Direttorio spirituale per le azioni giornaliere il nostro Santo Fondatore, Francesco di Sales, pone questa Intenzione generale: Tutta la loro vita e i loro esercizi siano per unirsi con Dio, per aiutare con preghiere e buoni esempi la santa Chiesa e la salvezza del prossimo. Per questo (le sorelle) nulla devono tanto desiderare quanto di essere talmente virtuose che il loro buon odore, salendo gradito a Dio, si spanda nel cuore dei fedeli. Con un linguaggio più moderno parleremmo di intercessione e testimonianza. L’intercessione è la forma di custodia principale che noi esercitiamo: pregare chiedendo grazia per tutti gli uomini, principalmente per la Chiesa. Come afferma l’Istruzione Verbi Sponsa (C.I.V.C.S. V.A. 1999), “al cuore amante e alle mani giunte delle claustrali è affi dato il cammino della Chiesa”. Cosa facciamo? Come una mamma custodisce il proprio fi glio, non tenendolo chiuso in casa, ma seguendolo con tutto l’affetto del proprio cuore, con il pensiero, con la premura di conoscere le persone che frequenta, così le “madri nello spirito” seguono con l’amore, la preghiera e l’offerta dei propri sacrifi ci tutti i fi gli di Dio e in maniera particolare i Sacerdoti, che sono chiamati a promuovere la fede e la vita religiosa dei fedeli, e il Seminario, che è il cuore della Diocesi e il luogo dove si formano i futuri sacerdoti. A Suor Maria Margherita Bogner, visitandina ungherese di cui è in corso il processo di beatifi cazione, un giorno venne chiesto perché pregasse e offrisse tutto per le anime dei consacrati e non invece per quelli che erano lontani da Dio. Ed ella rispose: “perché un’anima accesa d’amore porta con sé migliaia di anime”. È l’amore che nutre il desiderio e spinge a fare tutto per l’Amato; è l’amore che custodisce, perché chi si sente amato diffi cilmente si allontana dalla sorgente dell’Amore. Il comandamento di Gesù di amarci gli uni gli altri orienta la nostra vita, ci fa pensare agli altri per cercare il loro bene senza guardare noi stesse cioè con dedizione totale. Secondo il signifi cato del nostro nome “Visitazione”, cerchiamo di visitare tutti spiritualmente con la preghiera e l’offerta del nostro lavoro, fatiche, sofferenze, mortifi cazioni per la salvezza delle anime e in suffragio delle anime del Purgatorio. Una sorella anziana, andata in cielo qualche anno fa, diceva di non addormentarsi mai la sera senza aver prima visitato tutto il mondo e averlo raccomandato al Signore. Accompagniamo l’umanità al lavoro, a scuola; entriamo nelle famiglie dove ci sono discordie, solitudine, incomprensioni; siamo in ospedale accanto ai malati, ai moribondi, in ogni luogo dove ci sono sofferenze e lutti. Chiediamo al Signore di consolare, di dare forza, di tirare fuori dall’abisso del peccato, di riversare la sua grazia particolarmente sui moribondi che si trovano in situazioni spirituali diffi cili. Anche a noi viene chiesto: “Dov’è tuo fratello?” In quale abisso di miseria? Non possiamo e non dobbiamo rispondere: “Sono forse io il custode di mio fratello?” La clausura non è un rifugio dai problemi o la ricerca di un godimento intimistico ma è un martirio d’amore […] per fare e patire tutto ciò che piacerà all’Amore (Santa Giovanna Francesca de Chantal), è farsi carico dei pesi di tutti i fratelli anche con la riparazione per i torti fatti a Dio, accogliendo il grido del Sacro Cuore alla nostra Santa sorella Margherita Maria Alacoque: Ecco il Cuore che ha tanto amato gli uomini da non risparmiare nulla […] per testimoniare loro il suo amore; e come riconoscenza non ricevo dalla maggior parte che ingratitudini, almeno tu amami.
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Suor Maria Elisabetta Monastero della Visitazione di Santa Maria – Acireale