MT n.7 | Ottobre 2018

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Anno XXX n.7 | Ottobre 2018

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IN FIERA

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L’evento

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Preview Ecomondo Tutto con Cangini

Visto in fiera Volvo CE al Marmomac

L’evento CECE Congress


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Visto in fiera Volvo CE al Marmomac

L’evento CECE Congress

Come visit us!

Ufficio abbonamenti Tel. +39 0542 22601 E-mail: abbonamenti@scimedia.it

Preview Ecomondo Tutto con Cangini

Year XXX n.7 - October 2018

Abbonamenti Italia: € 60,00 Estero: € 90,00

HALL C3 BOOTH 183/A

Ufficio amministrazione Tel. +39 0542 22601 E-mail: info@scimedia.it

Lotta alla plastica di Miriam Spada

Hyundai Experience Days

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Hanno collaborato a questo numero: Noemi Aime, Vincenza Camaggi, Filippo Cantoni, Porfirio Ferrari, Emanuele Giovannini, Umberto Piagnoni, Marianna Senni, Miriam Spada, Sandro Tozzi, Nino Venieri

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HALL 15 BOOTH A/6BIS

Direttore editoriale Manuela Cortesi – manuela.cortesi@scimedia.it

Preview fiere > Ecomondo

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L’evento

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, CN/FC/AUT.0023

When purchasing auctioned equipment, consider the total cost of ownership

Direttore responsabile Emanuele Giovannini – emanuele.giovannini@scimedia.it

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News > Le brevi a cura della redazione

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PAD C3 STAND 183/A

n.7 | Ottobre 2018

Editoriale di Manuela Cortesi

preview Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, CN/FC/AUT.0023

Anno XXX n. 7 | ottobre 2018

IN FIERA

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Sommario

Anno XXX n.7 | Ottobre 2018

000_COVER_IV_MT_N7.indd 4

28/10/18 12:30

p. 26 Preview Ecomondo > Liebherr

Assoluta versatilità di Porfirio Ferrari

Preview fiere > EIMA

Largo ai giovani di Miriam Spada

Preview Ecomondo > VTN Soluzioni VTN di Manuela Cortesi p. 58

Preview fiere > GIC

GIC: secondo round di Miriam Spada

p. 30

Preview fiere > bauma CONEXPO INDIA

La parola all’India di Umberto Piagnoni

Preview Ecomondo > Emiliana Serbatoi

Qualità Emiliana di Sandro Tozzi Preview Ecomondo > MB Crusher

Il riciclo è una risorsa di Sandro Tozzi

L’evento > Hyundai Experience Days

Una scommessa chiamata Europa di Manuela Cortesi e Noemi Aime p. 36

Preview Ecomondo > Mantovanibenne

Cinquantacinque anni d’avanguardia di Umberto Piagnoni

Spedizione Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, CN/FC/AUT.0023

Rosso Yanmar di Manuela Cortesi e Filippo Cantoni

Registrazione Autorizzazione Tribunale di Ravenna n. 913 del 22/07/1989 Iscrizione ROC: 29737

L’evento > CECE Congress

Dazzini ci dà un taglio

Tutte le strade portano a Roma di Manuela Cortesi

di Manuela Cortesi e Noemi Aime

Per le immagini pubblicate si resta a disposizione degli aventi diritto che non si siano potuti reperire

p. 64

Visto al Marmomac > Volvo CE Kings & Queens di Manuela Cortesi p. 66

Visto al SAIE > Yanmar CE

p. 44

Visto al Marmomac > Dazzini Macchine

p. 70

p. 48

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preview preview Preview Ecomondo > Cangini

Tutto con Cangini di Sandro Tozzi

p. 62

p. 34

Periodicità Sono previsti 8 numeri/anno, di cui alcuni parzialmente in lingua inglese

MT – Rivista Italiana del Movimento Terra SCI media srl Via Camillo Benso Conte di Cavour, 62 40026 Imola (BO) - Italy P. IVA 03618411205 - R.E.A. BO-533436 Tel. +39 0542 22601 - E-mail: info@scimedia.it www.scimag.news

p. 60

p. 32

L’evento > Federbeton

È ora di crescere di Miriam Spada e Filippo Cantoni

p. 56

p. 28

Preview EIMA > Trevi Benne Un tuffo nell’agricolo di Manuela Cortesi p. 74

p. 52 L’evento > CIFA A quota 90 di Umberto Piagnoni

p. 78


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Carcassa All Steel Lunga durata del battistrada Eccellente resistenza a tagli e alle perforazioni Maggiore chilometraggio Progettato per superfici dure e rocciose

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Editoriale

Ceci n’è pas une pipe di Manuela Cortesi

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o come l’impressione che “percezione” sia la parola del momento. Al CECE Congress di metà ottobre, a Roma, una delle tematiche è la mancata percezione da parte della politica del settore construction. Eppure le infrastrutture mica sono noccioline: sono il nerbo dell’economia. Poi c’è il pericolo della percezione da parte del mercato nei confronti della nostra economia, a proposito: Standard & Poor’s non ha voluto infierire più di tanto, ma se le Borse cadono e aumenta l’avversione al rischio, l’Italia potrebbe non essere così invitante per gli investitori, che ci piaccia o no. Del resto io mi preoccuperei dal momento che anche il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, percepisce un futuro non proprio roseo per una manovra che «non aiuta la crescita, disincentiva il lavoro, depotenzia Industria 4.0, chiude i cantieri e penalizza le banche». Ma di percezioni il Governo non ne vuol sapere. O meglio, di alcune sì. Ci sono i tunnel percepiti che ancora non esistono: il nostro ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha lasciato intendere con i giornalisti, dopo aver incontrato a Genova Violeta Bulc, che

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gli imprenditori italiani utilizzano il tunnel del Brennero per trasportare le merci, tunnel che ancora deve essere costruito. E questo ha lasciato a tutti noi la percezione che forse parlare di infrastrutture con questo Governo sarà dura. D’altro canto lo stesso Governo è il frutto di un’ondata di percezioni distorte. Robert Duffy, in uno studio interessante sulle percezioni intitolato The perils of perception (la scoperta la debbo ad Annamaria Testa di Internazionale), descrive noi italiani come veri campioni in fatto di percezioni errate. Non abbiamo capito niente del mondo che ci circonda. Pensiamo che la metà dei connazionali in età lavorativa sia disoccupato: la realtà è che siamo al 12 per cento. Per non parlare degli immigrati: gli intervistati sono convinti che rappresentino un 30% della popolazione, mentre attualmente siamo al 5%. Eh ma forse non siamo così ignoranti, ora poi che tutti vanno all’università… e invece neanche quello è vero! Quota 18,7 per cento di laureati tra i 25 e i 64 anni in Italia, contro una media europea del 31,4 per cento. Percepisco per l’Italia tempi difficili in un’Europa in piena rimonta: spero di essere in errore, allineata con i miei connazionali.◀

https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-10-25/manovra-boccia-all-attacconon-si-puo-governare-fregandosene-spread-173055.shtml?uuid=AE0cblVG https://www.internazionale.it/opinione/annamaria-testa/2018/09/10/italiani-percezione



News > Le brevi

bauma monaco 2019

Il bauma si avvicina Le anticipazioni sul bauma Monaco 2019 alla conferenza stampa a Milano del 25 settembre Bauma Monaco 2019 si avvicina. Alla conferenza stampa del 25 settembre la stampa ha potuto in anteprima avere qualche anticipazione su numeri e dimensioni. La manifestazione, prevista per i prossimi 8-14 aprile, si terrà al

centro fieristico di Monaco di Baviera su una superficie di 614 mila metri quadrati, per ospitare oltre 600 mila visitatori previsti: un nuovo record in dimensioni e presenze, possibile grazie all’aggiunta di due nuovi padiglioni (C5 e C6, per l’esattezza). Edilizia, macchine, industria estrattiva: di certo bauma si conferma essere il punto di riferimento per tutti gli addetti ai lavori. L’industria estrattiva è ben rappresentata: il 20% degli espositori proviene dal settore minerario così come il 24% dei visitatori (si parla di oltre 130mila persone). Gli organizzatori hanno già individuato i megatrend relativi all’edizione 2019, chiavi di lettura anche della società contemporanea: digitalizzazione, efficienza e sostenibilità.

Il Partner Country di bauma 2019 sarà il Canada. è il settimo mercato mondiale delle macchine per edilizia e rientra nella top five dei paesi produttori di risorse minerarie. In fiera sarà rappresentato da una delegazione ufficiale e ci saranno dei momenti dedicati. Altri momenti importanti della fiera, i bauma Innovation Award nelle categorie: ▶▶ Macchinari ▶▶ Componenti e sistemi digitali ▶▶ Lavoro edile ▶▶ Metodo Costruttivo ▶▶ Processo costruttivo ▶▶ Scienza, ricerca ▶▶ Design Una novità “social” del 2019 sarà la Selfie Tower, una vera e propria sorpresa dedicata ai selfie.

Rapporto estero Oice - Confindustria

Costruzioni: +15% fatturato società ingegneria all’estero Il fatturato estero delle società di ingegneria, architettura e consulenza italiane è in crescita del 15% nel 2018 dopo l’incremento del 22% dello scorso anno. Sono le stime del Rapporto estero Oice-Confindustria, elaborato con il CerCentro Europa Ricerche e presentato all’agenzia Ice. Al di fuori dell’Italia (dove si concentra il 60,2% degli ordini per valore nel 2018), l’Asia è il principale mercato di attività (con il 24,8% degli ordini) seguito dall’Unione Europea (3,9%). Il rapporto si basa su un campione di 143 aziende (un terzo delle associate Oice) delle quali 58 sono attive sui mercati esteri. In particolare operano oltre confine la totalità delle imprese con più di 250 dipendenti e il 28% delle aziende con meno di dieci dipendenti. I principali settori dove lavo-

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rano sono l’energia (con il 29% degli ordini per valore nel 2018), i trasporti (25%) e le costruzioni (19%). Il presidente dell’Oice, Gabriele Scicolone, parla di «numeri in costante crescita», mentre il direttore del Cer, Stefano Fantacone, osserva che, nonostante il deteriorarsi del quadro macroeconomico internazionale, per il settore lo «scenario è ancora positivo». «Oggi viviamo in boom delle infrastrutture nel mondo», afferma il sottosegretario agli Affari esteri, Vincenzo Ercole, osservando che «nei prossimi 40 anni verranno costruite più infrastrutture che negli ultimi quattromila anni, e noi dobbiamo essere protagonisti di questo trend». (fonte: ANSA).


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News > Le brevi

MOSA

MOSA al REAS di Montichiari presenta la sua gamma di torri faro Successo tra gli operatori in visita al recente Salone Internazionale dell’Emergenza Marchio di riferimento tra i costruttori italiani di torri faro, grazie al suo consolidato know-how e alla notevole esperienza acquisita nei numerosi mercati internazionali in cui da tempo è presente, MOSA SpA, azienda del gruppo BCS con sede produttiva a Cusago (MI), ha colto l’occasione del recente REAS, il Salone Internazionale dell’Emergenza svoltosi dal 5 al 7 ottobre presso il quartiere fieristico di Montichiari, per presentare una sintesi rappresentativa della sua ampia gamma di torri faro, che costituisce il “core business” della sua produzione insieme ai generatori e alle motosaldatrici. «Da tempo lavoriamo nel settore dell’emergenza e della protezione civile, settore nel quale le nostre attrezzature sono particolarmente apprezzate per la cura costruttiva, la qualità,

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l’affidabilità e il design. – affermano in Mosa – E REAS ha confermato questo apprezzamento presso un pubblico estremamente qualificato, di dimensione europea, come testimonia la presenza crescente di buyer esteri e di delegazioni internazionali». Simbolo dell’innovazione di cui MOSA si fa portatrice in questo specifico ambito di prodotto è la serie MOSALIGHT, sintesi di design e cura costruttiva. Pensate e realizzate per facilitare la gestione della macchina in ogni condizione d’impiego e assicurarne continuità e durata anche nelle condizioni d’uso più estreme, le torri faro MOSALIGHT sono caratterizzate dalla protezione superiore del palo telescopico, un’esclusiva MOSA, che salvaguarda uno dei punti più delicati dell’intera torre faro dagli agenti at-

mosferici, da scorie di cantiere, polveri e foglie, oltre che dai bordi arrotondati della carenatura, che aiutano il deflusso dell’acqua piovana. Tra i prodotti di punta vi è la TF IM 5.5Y, torre faro compatta e facilmente trasportabile, che può illuminare efficacemente aree fino a 1.800 mq, con un impatto ambientale ridotto Dotata di palo di sostegno di 5,5 metri a sollevamento meccanico e di quattro fari a LED da 150 Watt ciascuno e motore monocilindrico Yanmar raffreddato ad aria, è allestita su carrello mobile e può essere manovrata con facilità, grazie al peso contenuto di soli 335 kg. La torre faro con palo da 5,5 metri può essere fornita sia in versione integrata che non integrata, ed è disponibile anche con fari a ioduri metallici.


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News > Le brevi

PNEUMATICI FUORI USO

Altre 11.000 tonnellate di pneumatici fuori uso saranno raccolte da Ecopneus oltre il proprio target di legge In totale, nel 2018, saranno 240.000 le tonnellate di PFU raccolte e recuperate da Ecopneus: 226mila corrispondono al target di legge, 3.000 sono quelle extra già raccolte durante l’estate, altre 11.000 si aggiungeranno entro fine dicembre Saranno 11.000 le tonnellate di Pneumatici Fuori Uso che Ecopneus raccoglierà in via del tutto straordinaria oltre il proprio target di legge in questo ultimo trimestre del 2018: un quantitativo che si aggiunge alle altre 3.000 tonnellate di PFU “extra” già raccolte tra agosto e settembre. Le risorse aggiuntive per questo ulteriore intervento saranno disponibili grazie al buon andamento delle vendite di pneumatici registrato dai Soci Ecopneus nelle ultime settimane, alle positive prospettive di vendita nell’ultimo trimestre dell’anno e alle efficienze di gestione che hanno consentito di mantenere sotto controllo – e in alcuni casi ridurre – i costi. Questa decisione è frutto della presa d’atto della reale difficoltà da parte di moltissimi punti serviti (gommisti, stazioni di servizio, autofficine), che hanno giacenze di Pneumatici Fuori Uso in eccesso rispetto alle loro capacità di stoccaggio, ed è stata presa nonostante la situazione di stallo nella fase di recupero successiva al trattamento. Il riciclo di materiale in questo momento ha infatti subìto un rallentamento a causa della sentenza del Consiglio di Stato, che ha portato incertezza nella filiera industriale, per il rischio reale che non venga più riconosciuto neppure lo status di MPS (Materie Prime Seconde) ai granuli e polverini di gomma riciclata, che verrebbero al contrario riportati allo status di rifiuto, con conseguenti indubbie difficoltà di collocazione sul mercato. In più, i ritardi e le incertezze circa l’uscita del decreto End of Waste - che riconoscerebbe in maniera definitiva e incontrovertibile, a livello nazionale, lo status di materiale a granuli e polverini ricavati dal riciclo – non consentono lo sblocco di molti settori applicativi ad oggi fermi in attesa di questo provvedimento. I Pneumatici Fuori Uso raccolti con questo intervento straordinario saranno dunque avviati in larga parte al recupero energetico all’estero, destinazione in grado di accogliere

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in breve tempo ingenti quantitativi oltre il regolare flusso programmato nel corso dell’anno. I costi molto favorevoli di questa opzione di recupero consentono di poterne trattare un quantitativo superiore rispetto a quello che sarebbe stato possibile gestire con il recupero di materia, a parità di risorse disponibili. Sin dall’inizio delle sue attività Ecopneus ha scelto di indirizzare prioritariamente i PFU verso il recupero di materia, in linea con gli indirizzi europei e i principi dell’economia circolare e quale unica soluzione in grado di dare il dovuto valore alle caratteristiche chimico-fisiche della gomma riciclata. Per quanto non prioritario nella green strategy di Ecopneus, l’opzione del recupero energetico diventa oggi una scelta quasi obbligata, in una situazione di criticità degli sbocchi a valle del riciclo di materia. Il recupero energetico dei PFU - prevalentemente effettuato nei cementifici, che consentono di sfruttare al meglio l’elevato potere calorifico della gomma, superiore a quello del pet-coke - non genera in ogni caso ulteriori emissioni (anzi migliora quelle pre-esistenti) e permette di recuperare come materiali i residui della combustione, ceneri e acciaio, che vengono inglobati nel prodotto finito (cemento), con un beneficio ambientale ed economico.

CHI è ECOPNEUS Nel 2017 Ecopneus ha gestito 241.484 tonnellate di Pneumatici Fuori Uso, raccogliendoli presso oltre 26.000 punti di generazione registrati in tutta Italia, da Lampedusa a Livigno, esaudendo oltre 65.000 richieste di prelievo pervenute. Grazie inoltre all’impiego della gomma riciclata che si ottiene dal trattamento dei PFU nella filiera Ecopneus, l’Italia ha risparmiato 142 milioni di euro sull’importazione di materie prime, è stata evitata l’emissione in atmosfera di 364mila tonnellate di CO2 (come 220mila auto che percorrono 10.000km in un anno) e risparmiato il consumo di 1,6 milioni di m3 di acqua, pari al consumo giornaliero di 6,8 milioni di abitanti.


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Italcementi

Italcementi al SAIE 2018: dalle soluzioni di oggi al calcestruzzo del futuro e all’edilizia 4.0 Come sarà e cosa potremo fare con il calcestruzzo del futuro? Italcementi ne ha parlato all’edizione 2018 del SAIE, la manifestazione per la filiera delle costruzioni, che si è svolta alla Fiera di Bologna dal 17 al 20 ottobre 2018. Cementi che si illuminano garantendo più sicurezza durante le ore notturne, materiali per riparare i piloni dei ponti, calcestruzzi che possono riparare le aree aeroportuali in sole 36 ore, edifici costruiti con tecnologia 3D printing, calcestruzzi gettati in opera per realizzare murature termoacustiche per un migliore comfort delle abitazioni. Sono solo alcuni degli esempi di soluzioni per il presente e il futuro delle costruzioni che sono state in mostra negli stand Italcementi B16 e C6 al Padiglione 26. Italcementi, innovativa per tradizione nei materiali per le costruzioni, oggi è protagonista anche sulla frontiera della rivoluzione digitale. La società ha avuto fin dalla sua nascita, 155 anni fa, un ruolo da protagonista nello sviluppo del Paese attraverso lo sviluppo di materiali e applicazioni. «Dopo il cemento biodinamico di Palazzo Italia a Expo 2015, Italcementi presenta al SAIE di Bologna le soluzioni per la realizzazione di edifici in calcestruzzo con tecnologia di stampa 3D, frutto delle attività di ricerca effettuate in i.lab, il centro di innovazione di prodotto di Bergamo», spiega Enrico Borgarello, Direttore Innovazione di Prodotto Italcementi. «L’approccio al 3D printing è sicuramente una soluzione che permette di dare nuove forme al calcestruzzo: offre più flessibilità ai progettisti nella realizzazione di forme complesse, riduce gli scarti di lavorazione e consente l’utilizzo di materiali locali e di riciclo, ri-

duce la rumorosità nelle aree di cantiere, consente una perfetta corrispondenza tra l’idea progettuale e la realizzazione e diminuisce i tempi di realizzazione del cantiere. Italcementi, oggi parte di HeidelbergCement Group, vuole offrire al mercato una nuova opportunità: lo sviluppo di una nuova tecnologia del “co-

struire”, un sistema di progettazione e realizzazione basato sulla combinazione dei tradizionali materiali per le costruzioni con le nuove frontiere aperte dal digitale, coinvolgendo gli studi di architettura e di progettazione, le imprese di costruzioni, le maestranze, i centri di ricerca, le università».

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News > Le brevi Tesmec

Tesmec S.p.A.: al via il nuovo stabilimento produttivo di Monopoli Tesmec S.p.A. (MTA, STAR: TES), a capo di un gruppo leader nel mercato delle infrastrutture relative al trasporto e alla distribuzione di energia elettrica, dati e materiali, è lieta di annunciare l’avvio del nuovo sito produttivo di Monopoli (Bari), che sarà sede della controllata Tesmec Rail e avrà l’obiettivo di potenziare ulteriormente l’attività del Gruppo nel business ferroviario. L’inaugurazione ufficiale del nuovo impianto si svolgerà venerdì 26 ottobre alla presenza di importanti rappresentanti delle imprese, del mondo bancario e accademico e delle Istituzioni, tra cui esponenti della Regione Puglia, del Comune di Monopoli e di Puglia Sviluppo, oltre che di Ambrogio Caccia Dominioni, Presidente e Amministratore Delegato di Tesmec S.p.A., e del Top Management del Gruppo. Il nuovo e moderno sito produttivo sarà attivo nella progettazione, prototipazione e fabbricazione di macchine ferroviarie speciali, in particolare, di carri ferroviari per l’installazione e la manutenzione della catenaria ferroviaria, unità multifunzione, locomotive di manovra e unità di potenza per treni passeggeri. Il complesso si estende su una superficie coperta complessiva pari a circa 5.800 mq (510 mq palazzina + 5.310 mq capannone) e su una superficie esterna pari a circa 27.400 mq. L’intera linea di produzione rispetterà i più elevati standard in termini di risparmio energetico e tutela ambientale e sarà caratterizzata da un elevato livello di efficienza ed automazione e da un processo produttivo altamente avanzato dal punto di vista tecnologico, con conseguente significativo aumento della capacità produttiva. L’investimento per il nuovo sito industriale, pari a circa 8 milioni di euro, è stato realizzato nell’ambito di programmi

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di investimento finanziati dalla Regione Puglia con l’obiettivo di creare un centro di ricerca per lo sviluppo di progetti ad elevato contenuto tecnologico, in collaborazione con le Università del territorio. Nell’ambito del settore ferroviario, il Gruppo Tesmec è attivo nella progettazione e produzione di equipaggiamenti e veicoli speciali per operazioni sulle linee. Il Gruppo, in particolare, è in grado di offrire tecnologie all’avanguardia e sistemi avanzati per l’elettrificazione e la manutenzione delle reti ferroviarie ed è depositario di brevetti per la gestione dei veicoli ferroviari e per dispositivi relativi alla manutenzione della catenaria. Il Presidente e Amministratore Delegato Ambrogio Caccia Dominioni ha così commentato: «Siamo molto soddisfatti dell’entrata in funzione di questo nuovo stabilimento produttivo, che ha l’obiettivo non solo di creare un polo di eccellenza nel settore ferroviario, ma anche di contribuire attivamente allo sviluppo di un’area in forte crescita come quella di Monopoli, e, in tal senso, ringrazio sentitamente la Regione Puglia, Puglia Sviluppo e il Comune di Monopoli. Un ringraziamento va anche all’impresa esecutrice, la Frallonardo Srl, che ha completato i lavori con professionalità e nei tempi stabiliti. Il Gruppo Tesmec è costantemente impegnato in un processo di innovazione continua e la nostra mission è quella di proseguire nell’attività di sviluppo di soluzioni tecnologiche in grado di anticipare le richieste del mercato: sono, in tal senso, sicuro che il nuovo sito di Tesmec Rail riuscirà a darci un ulteriore slancio nella crescita nel business della progettazione e produzione di equipaggiamenti e veicoli speciali per operazioni sulle linee.»


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News > Le brevi

Engcon

Il nuovo e potente rotatore inclinabile Engcon EC233 entra in piena produzione Engcon, il produttore leader mondiale di rotatori inclinabili, ha annunciato che la nuova serie EC233 è in piena produzione. Con una coppia di rottura di 340 kNm, sarà il rotatore inclinabile più potente sul mercato, progettato per escavatori fino a 33 tonnellate. Il modello EC233 sostituirà l’EC30, che ha servito fedelmente i clienti Engcon dalla metà degli anni Novanta Fredrik Jonsson, Responsabile Sviluppo in Engcon: «Il rotatore inclinabile EC233 per escavatori da più di 24 tonnellate è un prodotto fantastico. Oltre ai nostri attacchi rapidi standard QS70 e QS80, che ora sono dotati di serie dell’accoppiamento automatico idraulico ed elettrico Engcon, EC-OIL, abbiamo già iniziato a ricevere i primi ordinativi del modello EC233. Prevediamo che il riscontro nei confronti di questo rotatore inclinabile sarà straordinario». «Tutto è andato alla perfezione, dal prototipo iniziale all’avvio della produzione in serie», afferma Jonsson. Il ciclo di sviluppo del prodotto è stato concentrato in particolare sui test distruttivi, dove sia i montanti che gli attacchi sono stati sottoposti a sovraccarichi estremi in laboratorio. Il collaudo è quindi proseguito su macchine più grandi. Jonsson spiega come funziona: «Iniziamo sempre a sollecitare i nostri prodotti da collaudare in un potente banco di prova idraulico, in cui verifichiamo le forze di sovraccarico con forze controllate. In tal modo otteniamo un quadro esauriente delle eventuali lacune di natura strutturale». Una volta completati i test di laboratorio, un certo numero di prototipi viene montato su escavatori di grandi di-

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mensioni per gli ulteriori test su come il rotatore inclinabile si comporterà in ambienti reali. «Anche se abbiamo sottoposto l’attrezzatura ad una certa pressione in ambiente di laboratorio, nella vita reale possono accadere delle cose non sempre prevedibili in laboratorio. Infatti, le variabili sono numerose, dagli scostamenti di temperatura all’infinità di coppie che non possono essere simulate facilmente, ma il modello EC233 ha superato brillantemente ogni fase del ciclo di sviluppo», conclude Fredrik Jonsson.

▶▶ Dati del modello EC233: ▶▶ Per macchine da 24-33 ton ▶▶ Angolo di inclinazione +- 45 gradi ▶▶ Coppia massima di rottura: 340 kNm ▶▶ Attacco rapido standard QS70 e QS80 ▶▶ Dotato di serie di lubrificazione centralizzata e valvole di carico su cilindri di inclinazione ▶▶ Predisposto per l’accoppiamento idraulico automatico EC-Oil, con o senza pinza


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News > Le brevi

Wacker Neuson

Wacker Neuson a Ecomondo 2018 Dal 6 al 9 novembre 2018 Wacker Neuson partecipa alla fiera per il recupero dei materiali ed il riciclaggio, Ecomondo, a Rimini all’interno del padiglione C5 allo stand 193. Tutte le macchine in esposizione al padiglione fieristico provengono dalla linea di prodotti zero emission e rappresentano quindi il punto di forza di Wacker Neuson per l’edizione di Ecomondo di quest’anno Il settore del riciclo e dello smaltimento che si riunisce a Rimini è di estrema importanza per Wacker Neuson. «Soprattutto per quanto riguarda la linea zero emission proponiamo un enorme potenziale per i nostri clienti. L’importanza delle macchine ecologiche, silenziose ed economiche cresce costantemente, anche per città e comuni, non solo per i lavori all’interno di edifici e capannoni ma anche nei centri cittadini dove la qualità dell’aria acquisisce una rilevanza sempre maggiore», spiega Georg Jung, Managing Director Wacker Neuson Italia. Wacker Neuson è il primo produttore ad offrire una gamma completa di macchine edili con una serie che comprende costipatori, piastre, pale gommate, dumper e miniescava-

tori. A Ecomondo i visitatori potranno ammirare tre novità: il miniescavatore completamente elettrico EZ17e, il dumper elettrico DW15e nonché la piastra monodirezionale a batteria 1850e. Completano l’offerta la collaudata pala gommata WL20e e il costipatore a batteria. Tutti i prodotti zero emission sono molto economici e il prezzo di acquisto leggermente superiore viene di solito ammortizzato entro i primi due o tre anni in quanto la manutenzione è notevolmente ridotta o del tutto assente, anche i costi di esercizio sono molto inferiori. La gestione dei prodotti zero emission è molto semplice a confronto, i costipatori a batteria e la piastra a batteria si avviano premendo un pulsante.

GOMACO

Patrick Zanen va alla GOMACO Patrick Zanen ritorna alla GOMACO come Global Business Business Development. Lavorerà direttamente con Kent Godbersen (Vice President of Worldwide Sales and Marketing), sul-

la visione globale della rete di vendita e distribuzione. «Mi sento come se stessi tornando alle mie radici, ho iniziato la mia carriera da giovane nelle finitrici a casseforme scorrevoli a Ida Grove, Iowa», ha detto Zanen. «Ho dedicato gran parte della mia vita alla vendita e al servizio di attrezzature per pavimentazione in calcestruzzo ed è un privilegio lavorare di nuovo insieme in un ambiente familiare e con il team GOMACO.» Zanen ha iniziato la sua carriera con GOMACO Corporation nei primi anni ottanta e, più di recente, è stato responsabile della gestione e della vendita dei prodotti per la divisione delle finitrici a casseforme scorrevoli di Wirtgen.

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«Non vedo l’ora di lavorare con Patrick per le vendite e l’assistenza globali dei prodotti GOMACO», ha affermato Godbersen. «L’interesse per la nostra linea di prodotti ha raggiunto livelli storici ed è importante per noi dare a ogni cliente e potenziale cliente GOMACO l’opportunità di pavimentare con le più recenti tecnologie. Patrick porta con sé una grande conoscenza e una grande esperienza lavorando direttamente con clienti e rivenditori. È ben navigato e ha familiarità con le esigenze di pavimentazione delle varie regioni del mondo.» Zanen è cittadino del Belgio e parla olandese, francese, tedesco e inglese.



News > Le brevi Kohler

UNSTOPPABLE - Certificazione Stage V Kohler certifica l’intera gamma Che Kohler sia inarrestabile è oramai un fatto assodato, specialmente grazie ai numerosi nuovi modelli che arricchiscono l’offerta della famiglia di motori Kohler KDI; ma Kohler non si limita a progettare e produrre motori diesel per applicazioni off-road dalle straordinarie prestazioni nel rispetto delle esigenze dei principali OEM: l’ultimo traguardo raggiunto è, infatti, la certificazione per lo Stage V dei motori della famiglia KDI della fascia di potenza 19-56kW. Grazie alla preziosa collaborazione di una delle agenzie accreditate all’Unione Europea per la certificazione dei motori a combustione interna, durante la prima metà del 2018 è stato portato avanti uno scrupoloso lavoro di analisi e test sulla gamma di motori diesel di Kohler, con l’obiettivo di verificare la conformità a tutte le prescrizioni indicate dal legislatore. La nuova normativa – Regolamento UE 2016/1628 in materia di limiti di emissione di inquinanti gassosi e particolato inquinante e di omologazione per i motori a combustione interna destinati alle macchine mobili non stradali – introduce il conteggio delle particelle di particolato (PN) e riguarda tutti i motori diesel sopra i

19kW per applicazioni off-road. Di conseguenza, l’unica risposta possibile è l’adozione del filtro antiparticolato (DPF), che rappresenta una grande sfida per tutti i costruttori e una grande opportunità per Kohler: opportunità che Kohler ha saputo cogliere perfettamente, sviluppando soluzioni di post-trattamento ideali sia per i costruttori di macchine sia per l’utilizzatore finale. La certificazione della gamma di motori diesel arriva a conferma di quanto annunciato dall’ing. Vincenzo Perrone, President Diesel Engines, durante la conferenza stampa presso Agritechnica 2017: «La sfida dei costruttori di motori è stata lo sviluppo di una soluzione flessibile in grado di incontrare le molteplici richieste del mercato. In Kohler abbiamo raccolto la sfida e, grazie ai vantaggi competitivi dei motori della famiglia Kohler KDI, abbiamo centrato l’obiettivo: per questo, siamo fieri di presentare KOHLER Flex™, la gamma di soluzioni per il filtraggio delle emissioni che Kohler ha progettato per permettere a ciascuna configurazione dei motori della piattaforma KDI di essere conforme a tutti gli standard e le norme in materia di emissioni, in tutto il mondo».

Kohler assicura, dunque, che la produzione in linea dei motori certificati Stage V inizierà, come annunciato, il 1° gennaio 2019, perfettamente in linea con le direttive dell’Unione Europea e con le esigenze dei costruttori di applicazioni off-road. I sistemi utilizzati da Kohler per le operazioni di post-trattamento rappresentano lo stato dell’arte della tecnologia attualmente sul mercato: grazie alla configurazione all-in-one, i costruttori potranno sfruttare i ridotti ingombri in fase di installazione dovuti all’estrema compattezza dei sistemi Kohler. Al contempo, l’utilizzatore finale potrà godere della strategia sviluppata da Kohler per la fase di rigenerazione, che sarà totalmente trasparente e non inficerà in nessun modo la produttività e l’efficienza della macchina, trasmettendo così all’intera macchina la caratteristica distintiva dei motori Kohler: l’inarrestabilità. La certificazione Stage V non è stata ottenuta solamente dalla famiglia di motori KDI, ma da tutta l’offerta di motori diesel di Kohler fino a 56kW, che potrà essere apprezzata presso lo stand di Kohler a EIMA 2018 (padiglione 15 | stand A17), dal 7 all’11 novembre 2018 presso il polo fieristico di Bologna.

Marangoni

Marangoni dimostra prestazioni veramente estreme nell’off-road Marangoni Retreading Systems ha rilasciato un nuovo video che mostra una particolare jeep equipaggiata con pneumatici ricostruiti Marangoni realizzati senza mescole speciali o altri miglioramenti, impegnata nel “rock crawling”: un off-road estremo, praticato su un fondo di rocce e sabbia caratterizzato da ostacoli a prima vista impossibili. Grip, precisione e affidabilità sono gli elementi fondamentali per questa disciplina e i pneumatici ricostruiti stanno supportando

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il veicolo anche nei passaggi più difficili. La loro resistenza in condizioni così estreme implica che possono sopportare tranquillamente tutti gli utilizzi standard degli impieghi su truck, al pari dei migliori pneumatici nuovi. Il video, presentato in questi giorni da Marangoni Tread North America al Permian Basin International Oil Show in Texas, ha colpito il pubblico per le straordinarie capacità fornite dai pneumatici ricostruiti con i materiali e le tecnologie di Marangoni.



News > Le brevi JCB

JCB annuncia nuovi record di vendite JCB, il produttore di macchine per il cantiere e l’agricoltura con sede nello Staffordshire, ha comunicato che il suo fatturato nel 2017 è salito di quasi il 28% a 3,35 miliardi di Sterline (nel 2016 era di 2,62 miliardi), mentre le vendite di macchine sono salite a 75.693 (66.011 nel 2016). Gli utili su base EBITDA sono aumentati di quasi il 19% a 341 milioni di Sterline (287 milioni nel 2016). Dal 1975, il rendimento medio dell’investimento di JCB è stato superiore al 30%. Il rimbalzo del mercato è proseguito con forza nel 2018, che ha spinto i livelli di produzione globale di JCB a un livello record di 500 macchine al giorno. Il CEO di JCB, Graeme Macdonald, ha dichiarato: «Il 2017 è stato un anno molto importante per JCB durante il quale abbiamo stabilito nuovi record di vendita. Mentre il mercato globale è cresciuto di oltre il 21% lo scorso anno, le vendite di JCB sono aumentate di quasi il 28%. Questa crescita ha spinto la domanda in tutte le gamme di prodotti JCB, in particolare per i sollevatori telescopici, dove stiamo investendo in una maggiore capacità di produzione globale».

Anche i livelli di occupazione nei nostri stabilimenti sono ai massimi storici e ora impieghiamo più di 15.000 persone. Solo nel Regno Unito quest’anno abbiamo reclutato quasi 1.100 persone: ottime notizie sia per JCB che per la manifattura britannica». JCB ha 22 stabilimenti in tutto il mondo, di cui 11 nel Regno Unito e gli stabilimenti britannici JCB ora impiegano la cifra record di 7.600 persone. A giugno JCB ha rivelato che stava investendo 50 milioni di sterline in un nuovo stabilimento britannico per la produzione di cabine per le sue macchine a Uttoxeter, nello Staffordshire. La fabbrica aprirà nel 2019. Graeme Macdonald CEO di JCB

Il Presidente di JCB, Lord Bamford, ha dichiarato: «La continua crescita dei mercati globali nel 2018 ha visto i tassi di produzione di JCB raggiungere il loro massimo storico.

Hitachi Construction Machinery Co

Costituzione di una Joint Venture per lo sviluppo di macchine elettriche per l’Europa Hitachi Construction Machinery Co., Ltd ha annunciato di aver stretto un accordo con KTEG Kiesel Technologie Entwicklung GmbH - la società del gruppo del distributore europeo Hitachi Construction Machinery Kiesel GmbH - per creare una nuova società per lo sviluppo di macchine da costruzione elettriche e prodotti speciali per l’ulteriore espansione nel mercato europeo. Il mercato europeo ha alcune delle normative più severe al mondo in materia di prevenzione del riscaldamento globale e realizzazione di società a basse emissioni di carbonio, rendendo il fabbisogno di macchine elettriche particolarmente forte in questa regione. KTEG ha un ricco know-how per la regolamentazione e la commercializzazione di macchine da costruzione elettriche nel mercato europeo. KTEG ha sviluppato attrezzature per la demolizione di grandi dimensioni e altri prodotti applicativi speciali basati sugli escavatori idraulici di Hitachi

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Construction Machinery. Con la costituzione di questa nuova società, la tecnologia elettrica di Hitachi Construction Machinery e il know-how tecnico di KTEG saranno riuniti. • Nome - EAC European Application Center GmbH. • Sede amm. - Stockstadt am Rhein, Hessen, Germania. • Rappresentante - Toni Kiesel. • N. di personale iniziale - circa 10. • Capitale: 500.000 euro (circa 64 milioni di yen). • Indice di investimento - Hitachi Construction Machinery 49,9%, KTEG 50,1%. • Periodo di investimento - Previsto entro il 2018 dall’approvazione delle Autorità garanti della concorrenza di Germania e Polonia. • Operazioni aziendali - Sviluppo di macchine da costruzione elettriche e prodotti per applicazioni speciali.


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News > Le brevi

VÖGELE

Una nuova classificazione dei prodotti per le finitrici stradali VÖGELE La JOSEPH VÖGELE AG conferisce una nuova struttura alla sua ampia gamma di finitrici stradali e banchi di stesa. Il leader del mercato mondiale suddivide da subito la propria offerta in due linee distinte: Premium Line e Classic Line. All’interno delle linee l’azienda distinguerà inoltre fino a cinque classi La nuova Classic Line comprende le finitrici stradali dotate del sistema di comando ErgoBasic, particolarmente semplice da utilizzare. Queste macchine sono caratterizzate da un solido progetto meccanico, che offre un certo comfort di base. Alle macchine non manca nulla che sia di fondamentale importanza per gli interventi di stesa quotidiani. Tutte sono dotate di un motore e di un banco di stesa in grado di soddisfare i requisiti specifici dei rispettivi mercati di destinazione.

Dall’allestimento di base a quello premium La Premium Line comprende invece tutte le finitrici VÖGELE che vantano le tecnologie più avanzate e che si distinguono per l’adozione di soluzioni

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meccaniche d’avanguardia. Tutti i prodotti della Premium Line sono dotati del sistema di comando ErgoPlus 3. Anch’esso è molto facile da apprendere e utilizzare, ma offre ulteriori funzioni rispetto a ErgoBasic. Molte funzioni possono ad esempio essere impostate tramite un display ad alto contrasto e dall’uso intuitivo. Il display fornisce inoltre moltissime informazioni all’operatore. Se necessario, le informazioni in merito al banco o ai gruppi convogliatori possono essere facilmente richiamate e modificate. Anche le funzioni dei programmi automatici VÖGELE di “AutoSet Plus” possono essere controllate tramite il display della plancia ErgoPlus 3. Se il cliente ha deciso di utilizzare il sistema di rilevamento della temperatura RoadScan, il conduttore della finitrice può monitorare sul display la temperatura del conglomerato bituminoso appena steso. Chi utilizza inoltre la soluzione di gestione dei processi WITOS Paving può ottenere sul display delle macchine della Premium Line informazioni in tempo reale sull’intervento in corso di svolgimento e incrementare quindi in misura significativa la qualità della stesa. Per la Premium Line VÖGELE propone inoltre le dotazioni complete della nuova generazione “Tratto 3”, che comprendono le funzioni automatiche di “AutoSet Plus”, il sistema di comunicazione “PaveDock Assistant” e il pacchetto “VÖGELE EcoPlus” per la riduzione delle emissioni.

Due linee, cinque classi Nelle linee Premium e Classic VÖGELE distingue inoltre fino a cinque classi differenti: Mini Class, Compact Class, Universal Class, Highway Class e Special Class. Tutti i 48 modelli di macchine e tutte le 26 varianti di banco attualmente proposti da VÖGELE sono assegnati alla rispettiva linea in base al sistema di comando e alle dotazioni e poi alle rispettive classi in funzione della larghezza di stesa, della potenza e dei campi di applicazione. VÖGELE presenterà in prima mondiale le più recenti macchine della Classic Line e della Premium Line in occasione del Bauma 2019.


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News > Le brevi

CNH

CNH Industrial al Convegno internazionale delle Macchine e attrezzature per le costruzioni Carl Gustaf Göransson, Brand President di CNH Industrial Construction Equipment, ha preso parte al più importante appuntamento annuale del settore, illustrando le profonde trasformazioni in atto e le prospettive per il futuro Si è riunito a Roma il Congresso 2018 del Committee for European Construction Equipment (CECE), l’associazione di categoria che riunisce tutti gli attori privati (associazioni nazionali, case costruttrici, imprese edili) e quelli pubblici (rappresentanti delle istituzioni europee e nazionali) che operano nel settore delle macchine movimento terra e per le costruzioni. Un comparto vitale per la crescita e lo sviluppo della società e dell’economia europee, considerato che, tra impieghi diretti e indiretti, i costruttori di macchine per le costruzioni danno lavoro a 400.000 persone in tutta Europa.

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Tra questi, un ruolo di primo piano è toccato a CASE Construction Equipment, marchio storico del settore, anche in virtù del profondo legame che questo Brand ha ereditato con l’Italia, Paese che quest’anno ospita il Congresso del CECE. In Italia, infatti, CASE conta attività di Ricerca & Sviluppo e due stabilimenti produttivi, a San Mauro Torinese e a Lecce, dove oltre 1.000 dipendenti producono otto gamme differenti di macchine per le costruzioni: dai mini escavatori agli escavatori cingolati da 30 tonnellate, dalle terne alle pale gommate, fino alle motolivellatrici, solo per citare alcuni modelli.

Carl Gustaf Göransson, Brand President di CNH Industrial Construction Equipment, nonché membro del Group Executive Council di CNH Industrial, ha preso parte alla tavola rotonda dal titolo “Come sta cambiando il cliente nel settore dei mezzi per le costruzioni”, soffermandosi in particolare sulla crescente richiesta di digitalizzazione e connettività e sull’esigenza di fornire macchine sempre più produttive e attente all’ambiente. Göransson ha dichiarato: «Tra i tanti settori industriali, quello delle macchine che operano all’interno dei cantieri, nelle cave o sulle nostre strade non è immediatamente associato ai concetti d’innovazione e sostenibilità. Nulla di più sbagliato: da anni siamo in prima linea per portare tecnologie all’avanguardia a bordo dei nostri mezzi, come la gestione telematica e le soluzioni che consentono di migliorare le prestazioni e aumentare la produttività attraverso il perfezionamento delle lavorazioni in cantiere (machine control). Inoltre, la continua attenzione a diminuire i consumi viaggia di pari passo con la riduzione delle emissioni, testimoniando i notevoli sforzi di tutti i costruttori, con CASE in prima linea, per produrre macchine sempre più efficienti e amiche dell’ambiente in cui operiamo».


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Preview fiere > Ecomondo

Lotta alla plastica Tutto pronto per Ecomondo, l’appuntamento di riferimento per la green e circular economy. L’appuntamento è per il 6-9 novembre 2018 alla Fiera di Rimini di Miriam Spada

T

orna novembre e arriva, puntale, Ecomondo: la fiera leader della green e circular economy nell’area euro-mediterranea. Si tratta di un evento internazionale con un format innovativo che unisce in un’unica piattaforma tutti i settori dell’economia circolare: dal recupero di materia ed energia allo sviluppo sostenibile. Nel settore della green e circular economy l’Italia è ai primi posti in Europa, in particolare nell’efficienza energetica,

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nel riciclo dei rifiuti e nella produttività delle risorse. Per questo motivo, Ecomondo si posiziona nel panorama internazionale come appuntamento di riferimento per incontrare tutte le aziende leader di mercato, conoscere i trend, le innovazioni e le nuove tecnologie, confrontarsi con i professionisti del settore. A Ecomondo 2018 le nuove priorità normative/regolatorie, di ricerca e formazione sul fronte dell’economia

circolare, i nuovi processi, anche 4.0 e prodotti annessi alla sua adozione a livello industriale, nelle città e nei territori. In particolare, in collaborazione con associazioni industriali, ministeri ed altre istituzioni, enti di ricerca, la Commissione Europea e l’OCSE, saranno esaminate e discusse le principali novità, necessità, criticità ed opportunità nell’ambito del riuso e valorizzazione dei principali rifiuti tecnici e biologici (incluse le acque reflue), le materie prime alternative e l’ecodesign industriale, la bonifica e la riqualificazione delle aree contaminate, anche marine, e la bioeconomia. Quest’anno in particolare le tematiche affrontate riguardano la strategia europea sulla plastica e i suoi sviluppi, le esperienze più avanzate della bioeconomia circolare nei Paesi Ocse e l´industria 4.0 applicata alla gestione e utilizzo dei rifiuti, la tutela, recupero e riuso della risorsa idrica; questi sono solo alcuni dei temi al centro degli eventi faro della prossima edizione (la 22a) di Ecomondo, organizzata da Italian Exhibition Group, dal 6 al 9 novembre 2018 alla Fiera di Rimini. Saranno il cuore dell’articolato programma di incontri e conferenze a cu-


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ra del comitato tecnico-scientifico di Ecomondo (presieduto dal professor Fabio Fava) che coinvolge ogni anno realtà di altissimo livello (accademiche, associazioni, istituzioni) sia italiane che straniere. Ecomondo è un avamposto del grande cambiamento introdotto dal nuovo paradigma dell’economia circolare, al passo con la campagna lanciata dal programma Ambiente dell’Onu per la Giornata Mondiale dell’ambiente 2018 (5 giugno): la lotta alla plastica. Ecomondo ha avviato una campagna di valorizzazione delle best practice che le imprese mettono in campo per diminuire l’inquinamento da plastica. Le innovazioni saranno raccolte e poi valorizzate a Ecomondo 2018. Gli eventi faro internazionali coinvolgeranno una folta schiera di relatori sia italiani che stranieri tra i più qualificati nei vari ambiti. Il panel è concepito dal comitato tecnico-scientifico per garantire la connessione con le tematiche più attuali nei vari settori in evoluzione della green&circular economy.

Efficienza energetica, energie rinnovabili, città sostenibile In contemporanea con Ecomondo si svolge Key Energy “Energy transition hub”, è la fiera delle soluzioni e applicazioni di efficienza energetica ed

energie rinnovabili. Ecomondo, inoltre, propone dal 2009 un modello ideale di Città Sostenibile, all’interno di uno spazio espositivo che mostra modelli di urbanizzazione, soluzioni tecnologiche, progetti, piani di mobilità, che consentono di migliorare la vita dei cittadini e favorire lo sviluppo dei territorio in chiave sostenibile.

Italia leader in Europa nel riciclo industriale Sono ben 47 mln di tonnellate di rifiuti riciclati con conseguente risparmi di energia per 17mln di tonnellate di petrolio. Italia al 1° posto per contributo fotovoltaico (8% del mix elettrico nazionale).

Gli scenari dell’economia circolare L’economia circolare ci potrebbe consentire di contrastare in maniera proattiva la crisi del sistema economico

lineare, spesso inefficiente e costoso, separando lo sviluppo economico dallo sfruttamento delle risorse naturali. Secondo la Commissione Europea, misure come una migliore progettazione dei materiali, dei prodotti e dei processi industriali (ecodesign) unitamente alla prevenzione e al riutilizzo dei rifiuti, potrebbero generare, entro il 2030: ▶▶ Riduzione 30% del consumo di materie prime ▶▶ Riduzione 50% delle emissioni totali di gas a effetto serra ▶▶ Crescita 5% del PIL ▶▶ Creazione di oltre 1 milione di posti di lavoro. Le tecnologie abilitanti che spingono la quarta rivoluzione industriale possono favorire la diffusione di modelli di economia circolare e lo sviluppo di piattaforme per la condivisione di beni e servizi, oltre al risparmio energetico. Ma per promuovere la transizione da un modello lineare ad uno circolare occorrono politiche ambiziose, ricerca ed innovazione, oltre ad un quadro normativo chiaro, in grado di dare i giusti segnali agli investitori. Inoltre in molte imprese mancano ancora la consapevolezza, la conoscenza e competenza necessarie ad implementare l’economia circolare.◀

IN SINTESI Ecomondo

La fiera leader della green e circular economy nell’area euro-mediterranea

Dove

Fiera di Rimini

Quando

6 - 9 novembre 2018

Frequenza

Annuale

Espositori

Circa 1.500

Visitatori

Oltre 110mila

Sito internet

www.ecomondo.com

Superficie

Oltre 129mila m2

MT > n. 7 - ottobre 2018  27


Preview fiere > EIMA

Largo ai giovani I nuovi padiglioni 28, 29 e 30 sono pronti per ospitare i visitatori dell’EIMA 2018 (Bologna, 7-11 novembre). Tante le iniziative per accendere l’interesse delle nuove generazioni di Miriam Spada

Q

uasi duemila espositori, non meno di 200 industrie richiedenti che non riusciranno a prendere parte alla manifestazione per l’esaurimento di ogni spazio espositivo. La struttura di BolognaFiere, che assomma a 340 mila metri quadrati lordi e che offre circa 150 mila metri quadrati netti per la collocazione dei prodotti e delle tec-

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nologie in esposizione, sarà infatti impegnata al massimo della sua capienza da questa rassegna internazionale, una delle più grandi al mondo nel settore della meccanica per l’agricoltura, la forestazione, la cura del verde e la relativa componentistica. L’edizione di quest’anno – fanno notare gli organizzatori – registra un miglioramento della qualità degli spazi espositivi, grazie soprattutto ai nuovi padiglioni 28-29 e 30 (che accoglieranno le macchine per la protezione delle colture, per la raccolta, prima lavorazione e conservazione del prodotto, nonché le macchine per le industrie agrarie), primo passo dell’ampio progetto di ristrutturazione del quartiere fieristico bolognese che si svilupperà nei prossimi anni e che porterà alla costruzione di altri quattro padiglioni del tutto nuovi, e alla riqualificazione complessiva delle strutture preesistenti e degli spazi esterni. I dati statistici evidenziano una crescita degli espositori esteri – che raggiungono quota 610, in rappresentanza di 49 Paesi. Molte le industrie costruttrici provenienti dall’Europa (69 dalla Germania, 49 dalla Francia, 66 dalla Spagna) ma anche da Paesi di altri continenti quali Stati Uniti (27 industrie), India (27), Cina (141) con una

vastissima offerta di prodotti a copertura di oltre mille voci merceologiche. Le tecnologie presentate ad EIMA International sono collocate all’interno di 14 settori di specializzazione, e di 6 Saloni tematici (EIMA Componenti, EIMA Green, EIMA Idrotech, EIMA Energy, EIMA Digital ed EIMA M.i.A.). Il settore della componentistica è quello che raccoglie il maggior numero di imprese espositrici (ben 990), seguito dal settore del garden e cura del verde che conta oltre 300 aziende; ma molto rilevante è anche la presenza di aziende espositrici nel nuovo salone Idrotech, dedicato interamente alle tecnologie per l’irrigazione e la gestione dell’acqua, che alla sua prima edizione registra 250 espositori. Un vasto pubblico di operatori economici, di agricoltori e di tecnici della meccanizzazione è atteso ad EIMA 2018, e gli organizzatori ritengono possa essere confermato, o forse addirittura migliorato, il risultato record del 2016, quando i visitatori hanno raggiunto quota 285 mila, provenienti da 150 Paesi.

Occhio ai giovani L’edizione 2018 di EIMA International riserva una particolare attenzione al


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target giovanile. Mai come quest’anno i giovani agricoltori e gli studenti delle facoltà universitarie e delle scuole di agraria troveranno argomenti e iniziative specificamente dedicati. Nel pomeriggio della giornata inaugurale – mercoledì 7 novembre – si svolge l’assemblea nazionale dell’AGIA, l’Associazione giovani imprenditori agricoli (promossa dalla CIA), che affronta temi strategici per il futuro dell’agricoltura. Partner dell’evento sono, oltre a FederUnacoma e a varie istituzioni, il Consiglio europeo dei giovani agricoltori CEJA, che rappresenta a livello continentale circa 2 milioni di giovani imprenditori, la Rete istituti agrari senza frontiere, l’Ente nazionale meccanizzazione agricola ENAMA, nonché AlfaEvolution Technology e Vodafone che hanno sviluppato sistemi informatici e telematici specificamente rivolti alle esigenze delle imprese primarie. I giovani imprenditori che partecipano all’assemblea saranno coinvolti in visite guidate all’interno di EIMA, finalizzate ad illustrare le più significative innovazioni nella meccanica agricola, ma anche ad informare su temi quali la sicurezza nell’uso dei mezzi meccanici, la revisione delle macchine, i percorsi formativi per lo sviluppo delle competenze agronomiche ed agromeccani-

che. Insieme con i giovani agricoltori, anche gli studenti saranno protagonisti a Bologna, grazie ad iniziative come il Mech@griJobs, l’evento promosso da UNACMA in collaborazione con FederUnacoma finalizzato ad informare i giovani sui profili professionali e sulle opportunità di lavoro nel settore della meccanica agricola. I tour rivolti al target giovanile faranno perno sull’area di EIMA Desk, dove si concentrano gli stand degli enti istituzionali e dove viene allestita l’Officina Live, vale a dire la struttura dedicata alle dimostrazioni di manutenzione e alle procedure per la revisione dei mezzi meccanici. Nella stessa area Desk sono previsti incontri informativi – grazie anche alla presenza del Ministero dello Sviluppo Economico MISE che partecipa con un proprio presidio

– sul tema della contraffazione e della protezione dei brevetti, con l’obiettivo di sensibilizzare sul tema le nuove generazioni. Nella stessa area Desk prenderà vita la nuova iniziativa di EIMA Campus, realizzata in collaborazione con l’associazione italiana di ingegneria agraria AIIA e rivolta agli studenti delle Facoltà di Agraria. Alcune Facoltà universitarie svolgeranno infatti le proprie lezioni all’interno dell’area “Campus”, in un’aula appositamente allestita, offrendo agli studenti un’esperienza di apprendimento fuori dall’ordinario, a contatto diretto con le industrie costruttrici e il pubblico degli agricoltori e degli operatori economici. Un’EIMA in formato “giovane”, dunque, capace di suscitare interesse e simpatia, grazie anche all’uso sempre più consistente dei supporti Internet e dei social network, che quest’anno saranno utilizzati con particolare intensità non soltanto grazie alla comunicazione FaceBook – Twitter – Instagram realizzata dall’EIMA Social Team (il gruppo di animatori web organizzato da Imageline in collaborazione con FederUnacoma), ma anche in virtù di un team di “youtubers”, animatori video che per la prima volta potranno documentare la manifestazione mediante le proprie clip, con l’obiettivo di valorizzare i trattori, le macchine operatrici, le attrezzature e le tecnologie digitali presenti in fiera, e di renderle visibili nel vasto mondo delle Reti.◀

IN SINTESI EIMA International

Esposizione Internazionale di Macchine per l’Agricoltura e il Giardinaggio

Dove

Fiera di Bologna

Quando

7 - 11 novembre 2018

Frequenza

Biennale

Espositori

Circa 1.900

Visitatori

Circa 285mila

Sito internet

www.eima.it

MT > n. 7 - ottobre 2018  29


Preview fiere > GIC

GIC: secondo round Dall’8 al 10 novembre si terrà la seconda edizione del GIC Giornate Italiane del Calcestruzzo, l’unica manifestazione italiana dedicata interamente all’industria, alle macchine e alla tecnologia del calcestruzzo di Miriam Spada

congiuntura economica ancora difficile. Questi dati ci confermano anche la validità della formula del GIC, l’unica manifestazione italiana dedicata alle macchine, alle attrezzature, ai prodotti e alle tecnologie per l’industria del calcestruzzo, la prefabbricazione e il ripristino delle strutture in cemento armato, anche in zone sismiche». Questa edizione del GIC ha tra l’altro ottenuto ben 63 prestigiosi patrocini, tre dei quali concessi da ministeri: oltre alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero del Lavoro, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Ministero dello Sviluppo Economico.

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all’8 al 10 novembre la Fiera di Piacenza ospiterà la seconda edizione del GIC - Giornate Italiane del Calcestruzzo / Italian Concrete Days, l’unica manifestazione italiana dedicata alle macchine, alle attrezzature, ai prodotti e alle tecnologie per l’industria del calcestruzzo, la prefabbricazione e il ripristino delle strutture in calcestruzzo armato, anche in zone sismiche. La mostra piacentina ha superato la so-

30  MT > n. 7 - ottobre 2018

glia dei 200 espositori, in netto incremento rispetto ai 128 della prima edizione e con una percentuale maggiore di aziende estere. «Un dato incoraggiante e ancora in divenire», precisa Fabio Potestà, Direttore di Mediapoint & Communications srl, società organizzatrice dell’evento, «che conferma la dinamicità del tessuto imprenditoriale italiano, spesso per vocazione orientato all’export e capace di generare profitti indipendentemente dalla

La tradizionale offerta espositiva che tocca trasversalmente l’intero “universo” calcestruzzo, verrà integrata quest’anno da due nuove aree tematiche: CONPAVITEXPO - Concrete Paving Technologies Expo e IDREXPO Italian Demolition & Recycling Expo. Ricordiamo che Conpavitexpo sarà dedicata ai macchinari, alle tecnologie e ai prodotti chimici necessari per la realizzazione di pavimentazioni in calcestruzzo, ai massetti, alle pavimentazioni aeroportuali e alla loro manutenzione. Tema di Idrexpo saranno invece le macchine e le attrezzature per il taglio


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Fabio Potestà

Direttore di Mediapoint & Communications srl

e la demolizione e la decostruzione delle strutture in calcestruzzo, ma anche quelle necessarie per la selezione, il riciclaggio e il trasporto degli inerti. «Alla luce della presenza al GIC», sottolinea Potestà, «dei più importanti player del settore che citiamo in ordine alfabetico: Betonrossi, Buzzi Unical, Calcestruzzi e Colabeton, ci aspettiamo che aumenti in modo proporzionale anche il numero degli espositori che operano anche nel comparto delle macchine per la frantumazione, il riciclaggio e il trasporto degli inerti, tenendo conto che l’inerte è un componente fondamentale del prodotto».

Focus sui convegni Anche questa seconda edizione del GIC si preannuncia particolarmente interessante per i temi che verranno affrontati nel corso del ricco programma di convegni, organizzato in collaborazione con le più importanti associazioni del settore, istituzioni e università. Aprirà la rassegna dei convegni, il giorno dell’inaugurazione, giovedì 8 novembre, una Tavola Rotonda sul tema: “14 Agosto 2018: dal crollo del viadotto Polcevera di Genova una svolta per le infrastrutture italiane?” con un’importante approfondimento delle problematiche relative alla manuten-

zione delle infrastrutture, alla luce dei tragici avvenimenti recenti. Nell’impossibilità di passare tutti gli eventi in rassegna, ne citiamo solo alcuni a titolo di esempio. Sono già definiti nei dettagli sia il convegno organizzato in collaborazione con Assobeton su “Cosa cambia per le strutture prefabbricate con le NTC 2018”, sia quello organizzato da Federbeton dal titolo intrigante: “Calcestruzzo per: muovere produrre, educare e proteggere”. Attraverso un percorso narrativo che prende come riferimento alcune importanti infrastrutture ed edifici realizzati in calcestruzzo si evidenzieranno le qualità del materiale e delle soluzioni costruttive nel rispondere alle esigenze di sostenibilità, di riqualificazione e di sicurezza. Venerdì 9 novembre è in programma un convegno organizzato in collaborazione con

la TECNO ENGINEERING 2C sulle pavimentazioni rigide in calcestruzzo per applicazioni aeroportuali, mentre l’Istituto Italiano del Calcestruzzo IIC per i tre giorni di fiera ha pianificato una serie dI interventi e due mostre sulla durabilità delle opere in calcestruzzo armato. “Concretezza” è il titolo del programma, che coinvolgerà ben 21 relatori tra professionisti e esponenti del mondo universitario. Molto atteso infine anche il convegno organizzato in collaborazione con Confedilizia sabato 9 novembre, con la partecipazione di importanti figure professionali e istituzionali.

Il premio Anche in occasione di questa seconda edizione del GIC - Giornate Italiane del Calcestruzzo / Italian Concrete Days verrà organizzata una serata di gala per la consegna degli ICTA - Italian Concrete Technology Awards, venerdì 9 novembre presso la sontuosa Sala degli Arazzi della Galleria Alberoni di Piacenza. Un importante momento di incontro e di riconoscimento per le imprese e i professionisti italiani del settore che si sono distinti negli ultimi due anni per la portata innovativa e i risultati delle loro attività.◀

IN SINTESI GIC

GIC - Giornate Italiane del Calcestruzzo Italian Concrete Days

Dove

Fiera di Piacenza

Quando

8 - 10 novembre 2018

Frequenza

Biennale

Espositori

Oltre 200

Visitatori

Oltre 3mila

Sito internet

www.gic-expo.it

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Preview fiere > bauma CONEXPO INDIA

La parola all’India Si avvicina il bauma CONEXPO INDIA, previsto per i prossimi 11-14 dicembre presso l’HUDA Ground di Gurgaon, a Delhi di Umberto Piagnoni

I

l mercato del construction in India è in piena espansione, questo grazie anche al fatto che i progetti infrastrutturali beneficiano di un sostegno a lungo termine grazie alle riforme approvate dal governo indiano. Tutti questi segnali positivi si riflettono anche sul numero di aziende che hanno sottoscritto il bauma CONEXPO INDIA previsto per i prossimi 11-14 dicembre. Grazie al feedback positivo di visitatori ed espositori della scorsa edizione, la fiera si terrà per la seconda volta presso l’HUDA Ground di Gurgaon, a Delhi. Già a luglio gli organizzatori dell’evento mostravano soddisfazione: «La domanda è alta, e il livello di interesse per la fiera è elevato. Abbiamo già re-

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gistrato un 30 percento di spazio occupato in più rispetto alla scorsa edizione», afferma Bhupinder Singh, CEO di bC Expo India. Aziende importanti come ACE, Case, Caterpillar, JCB, Kobelco, L & T, LiuGong, PERI, Putzmeister, Sany, Schwing Stetter, Volvo, Wirtgen e Zoomlion non solo si sono registrate per partecipare nuovamente, ma hanno anche aumentato lo spazio dei loro stand.

Volti familiari e nuovi al bauma CONEXPO INDIA C’è grande entusiasmo nel vedere il ritorno di un gigante del settore: Terex, che ha partecipato per l’ultima volta nel 2014, ha confermato la sua parte-

cipazione alla kermesse indiana. Altre aziende note come DEUTZ Engines, Doka, Doosan Bobcat, eTrack Crushers (una società del gruppo Keestrack), Hyundai e Manitou Equipment hanno aderito all’evento. Tra i volti nuovi per bauma CONEXPO INDIA ci sono la società tedesca Kaeser Kompressoren SE, leader mondiale nella produzione e fornitura di prodotti e servizi ad aria compressa, e l’India Tata Hitachi, leader nella produzione di macchinari per l’industria mineraria, edile e agricola. L’eccellente reputazione della fiera non attira solo aziende ben note dall’India ma anche espositori da tutto il mondo. Vari paesi, tra cui Cina, Germania,


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Approvato il più grande piano di sviluppo di autostrade

Spagna e Nord America saranno rappresentati. Sono previsti altri padiglioni di rappresentanza per Paese. I vantaggi di questa organizzazione centralizzata sono che gli stand congiunti consentono alle piccole e medie imprese di trovare partner di cooperazione e di fornire aiuto per entrare in questo grande mercato. Per la terza volta poi, bauma CONEXPO INDIA ha vinto un premio dalla Indian Exhibition Industry Association (IEIA) e The Economic Times. Il premio conferma l’importanza della fiera come piattaforma B2B. La fiera dei macchinari per l’edilizia ha impressionato la giuria nella categoria “Esposizione B2B più importante”.

Previsione di crescita sostenuta per il mercato del construction in India Da un’analisi della Off-Highway Research (aprile 2018) è risultato che le industrie edili e minerarie dell’India dovrebbero registrare una crescita sostenuta fino al 2022. Anche iCEMA, l’associazione indiana dei costruttori di macchine edili, prevede un tasso di crescita del 10% per il prodotto interno lordo dell’India entro il 2024. Una delle principali ragioni dietro a queste promettenti tendenze sono le riforme ambiziose approvate dal governo indiano che supportano infrastrutture e progetti di costruzione.

Dopo una crescita eccezionale del 34% nel 2016, la Federazione tedesca degli ingegneri (VDMA) ha determinato un incremento ancora molto considerevole del 12% per il 2017 del mercato indiano. «Anche l’inizio del 2018 è stato estremamente positivo, i primi mesi hanno visto una forte performance di vendita», riferisce Sebastian Popp della Construction Equipment and Plant Engineering Association nel VDMA. L’Indian Brand Equity Foundation (IBEF) fornisce un valore indicativo. Istituito dal Ministero del Commercio e dell’Industria indiano per promuovere le attività internazionali di marketing di marca e location, stima che nell’anno fiscale indiano del 2018, cioè da aprile 2017 fino a marzo 2018, siano state vendute quasi 97.000 macchine edili in tutto il Paese.

Guardando la tabella 2018 della World Economic League pubblicata dal Centro per l’economia e la ricerca aziendale, l’India supererà il Regno Unito e la Francia in termini di prodotto interno lordo per salire di due posizioni e diventare la quinta maggiore economia mondiale nel 2018. Lo sviluppo nel mercato delle macchine da costruzione è principalmente guidato dalla massiccia espansione delle infrastrutture dello Stato. Secondo la società di ricerche di mercato britannica Off-Highway Research, questa espansione è una priorità per il governo indiano che controlla tutti i progetti al più alto livello per superare potenziali ostacoli il più rapidamente possibile. In cima all’ordine del giorno c’è la costruzione di strade. Nell’ottobre 2017, i politici indiani hanno quindi approvato il più grande piano di sviluppo autostradale di sempre per sviluppare ed espandere quasi 84.000 chilometri di strade con un investimento di 107 miliardi di dollari entro il 2022. Investimento che aumenterà anche le vendite di macchine da costruzione.◀

IN SINTESI bauma CONEXPO INDIA

The International Trade Fair for Construction Machinery, Building Material Machines, Mining Machines and Construction Vehicles

Dove

India, Delhi, HUDA Ground di Gurgaon

Quando

11 - 14 dicembre 2018

Frequenza

Biennale

Espositori

Oltre 700

Visitatori

Oltre 30mila

Sito internet

www.bcindia.com

Superficie

Oltre 150mila m2

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L’evento > Federbeton

è ora di crescere Le dinamiche di sviluppo della filiera del cemento, le prospettive di crescita, lo scenario dell’innovazione: sono questi i focus tematici che Federbeton ha sviluppato al SAIE, insieme ad autorevoli esperti del settore di Miriam Spada e Filippo Cantoni

C

emento e calcestruzzo restano la migliore soluzione per la realizzazione di infrastrutture moderne, sicure, durevoli e sostenibili. Ne è convinta Federbeton, che lo ha confermato durante il SAIE, all’incontro organizzato mercoledì 17 ottobre. Grazie al continuo svi-

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luppo della conoscenza dei materiali e alla capacità di ricerca e innovazione delle aziende italiane, oggi sono a disposizione del mondo delle costruzioni prodotti sempre più performanti. Federbeton e le aziende che appartengono alla filiera puntano sulla qualità dei processi produttivi e dei prodotti,

per continuare a garantire al Paese materiali e soluzioni per tutte le opere necessarie allo sviluppo economico e sociale e per la manutenzione del suo patrimonio infrastrutturale. Ma il Presidente Federbeton Roberto Callieri non nasconde la difficoltà dell’Italia: «Dal punto di vista politico ed economico del momento, così non si può andare avanti: l’Italia continua a essere la pecora nera dell’Europa a livello di capacità di crescita. Questo è inaccettabile. Abbiamo valori di PIL che indicano instabilità e di fermo. Il settore delle costruzioni è, in questo contesto, estremamente penalizzato: occupazione in contrazione, 120.000 imprese chiuse negli ultimi 10 anni, 25.000 persone con posti di lavoro a rischio. Sono numeri da bollettino d’inferno. Mi auguro, quindi, che ci sia davvero una volontà di cambiamento, di ripresa e di nascita.» Il problema di fondo era e resta, per l’Italia, il settore delle grandi opere. «Per quanto riguarda il settore delle grandi opere, abbiamo problemi di investimenti nelle opere pubbliche. Dal 2007, gli investimenti si sono ridotti del 50%. C’è stato un grande deficit del patrimonio infrastrutturale. Io penso che sia veramente valida l’equazione “niente infrastrut-


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Roberto Callieri

Presidente di Federbeton

ture = niente progresso”. Le strutture sono la base del progresso di tutte le nazioni. L’Italia nel dopoguerra è stata protagonista di un boom infrastrutturale senza pari, e la creatività e il genio italiani sono stati riconosciuti da tutto il mondo. Questo è, però, un patrimonio di cui non ci siamo presi abbastanza cura. Crediamo che sia necessario ricordare al mercato, alle istituzioni e all’opinione pubblica quali siano le potenzialità del cemento, del calcestruzzo e delle loro applicazioni per lo sviluppo infrastrutturale e il rilancio della competitività del nostro Paese», sottolinea Roberto Callieri. «La realizzazione di opere pubbliche è, da sempre, elemento trainante dell’economia di un Paese. Il Rapporto che presentiamo ci induce a una considerazione che diventa un appello alle istituzioni: ripartire è possibile, se si riusciranno a trasformare le risorse disponibili in investimenti effettivi, nonostante iter procedurali tutt’altro che lineari.» Francesco Karrer, Presidente Comitato Scientifico Federbeton, ha le idee chiare su come migliorare. «Quando parliamo del rapporto opere-territorio

pensiamo all’impatto dell’opera sul territorio e alle problematiche sociali, ambientali ed economiche. Abbiamo dimenticato la pianificazione e la gestione del territorio. L’opera è, però, conseguenza di un piano. Oggi vediamo spesso opere abbandonate dal territorio e territori abbandonati da opere. Questa situazione di mancanza di coerenza dal lato programmatorio e combinato tra territorio e opera sta creando una situazione in cui sono presenti opere sovrautilizzate e opere sottoutilizzate. C’è stato un errore di attenzione ai temi della domanda. Manca l’integrazione tra infrastrutture e territorio. “La governance senza government” non è niente.» La congiuntura economica del comparto delle costruzioni, le dinamiche di sviluppo della filiera del cemento, le prospettive di crescita, lo scenario dell’innovazione: sono questi i focus tematici che Federbeton ha sviluppato al SAIE, insieme ad autorevoli esperti del settore. Con 4.000 aziende associate e circa 10 miliardi di euro di fatturato aggregato, Federbeton, nell’ambito di Confindustria, rappresenta i produt-

tori di cemento, calcestruzzo e materiali di base. Al SAIE, Federbeton ha presentato il proprio rapporto, che restituisce la fotografia aggiornata di un comparto diviso tra uno straordinario dinamismo, in termini di investimenti in innovazione e sostenibilità, e le difficoltà di un mercato stagnante. In sintesi: • La filiera del cemento/calcestruzzo rappresenta quasi il 10% del comparto delle costruzioni; • A fronte di una ripresa dell’1,6% per il settore delle costruzioni in Italia nel primo semestre 2018 (dato Istat), Federbeton stima una crescita fino all’1% dei livelli produttivi nel 2018, con un valore aggiunto di filiera anch’esso in aumento (con un intervallo di crescita stimato tra +1 e +3% sul 2017); • Malgrado questi segnali di leggera ripresa, il settore non riesce a invertire il trend complessivamente negativo sul fronte dell’occupazione, del numero delle imprese, delle esportazioni e del fatturato complessivo; • Permane una diffusa difficoltà di spesa della committenza pubblica: i primi 8 mesi del 2018 registrano un -3% nella spesa per investimenti in conto capitale dei comuni: o tale contrazione non sembra dipendere da una indisponibilità di risorse finanziarie (aumentate del 23,9% nel 2017 e del 26,2% nel 2018), ma da inefficienti procedure amministrative; o per questo, Federbeton indentifica nella revisione del ruolo del CIPE, nella revisione del Codice degli Appalti, nella semplificazione degli iter procedurali e nella professionalizzazione della committenza pubblica le leve strategiche, ai fini di una accelerazione nella realizzazione delle opere pubbliche.◀

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L’evento > Hyundai Experience Days

Una scommessa chiamata Europa Agli Hyundai Experience Days tenutisi nel mese di ottobre nel quartier generale della Hyundai CEE a Tessenderlo, tra le macchine sul campo e le tecnologie, la vera protagonista è stata l’ambizione di Manuela Cortesi e Noemi Aime

E

luce fu. Nella nuova sede di Tessenderlo, quello che colpisce sono certo gli ampi spazi, luminosissimi, che in qualche modo finiscono per simboleggiare il radioso futuro che Hyundai Construction Equipment Europe vuole intraprendere: un nuovo capitolo per il settore construction. Perché nel gruppo l’ambizione è davvero quella di una grande, clamorosa, escalation. Un’a-

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scesa che riguarderà l’azienda sia in termini di fatturato, sia dal punto di vista di percezione del brand, che mira a diventare indiscutibilmente uno tra i “premium” del mondo earthmoving. E in un’Europa messa continuamente in discussione, Hyundai ci ricorda quanto il mercato europeo sia ancora una scommessa da vincere per essere tra i maggiori player mondiali. L’intervento di Tina Boënne (Sr. PR

Tina Boënne

Sr. PR & Communications Officer di Hyundai Construction Equipment Europe

& Communications Officer di Hyundai Construction Equipment Europe) in questo senso fa grande chiarezza. «Abbiamo un obiettivo di fatturato di 2,5 miliardi di euro per quest’anno. L’Europa per noi rappresenta il 13%, che l’anno scorso ha significato un giro d’affari di circa 300 milioni di euro per la sola Europa – giro che quest’anno vogliamo portare a 325 milioni. A livello mondiale, oltre alla Corea del


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La storia dietro i loghi Hyundai Dietro al logo Hyundai del settore automobilistico si nasconde molto più di una semplice H. Fondamentalmente sono due persone che si stringono la mano: un cliente felice e un altrettanto felice venditore che hanno appena concluso l’affare, un accordo vincente e a lungo termine. La parola Hyundai deriva dal termine coreano

Sud, il nostro mercato interno (dove abbiamo il 20%), ci sono i cosiddetti “paesi emergenti” per noi che sono una sorta di combinazione tra Russia, l’Africa e alcune altre parti del mondo e rappresentano un gruppo abbastanza diversificato per un totale del 25%. I paesi NAFTA sono il 16%. Con queste cifre si capisce come questo 13% dell’Europa sia un valore importante per Hyundai.»

Il nuovo capitolo L’Europa conta, dunque. A partire dalla stessa sede, inaugurata nell’estate 2017 e costata qualcosa come 30 milioni di euro. Un Headquarters di 81.000 metri quadrati con una perla al suo interno: la Hyundai Academy, un centro di formazione europeo dove si tengono corsi di formazione per le vendite, il marketing, per i tecnici… tutto in un’ottica di condivisione della strategia. Anche perché il disegno di Hyundai è grande, anzi, titanico, così come annunciato l’anno scorso al momento della scissione. E ogni parte del mosaico sarà cruciale in vista dell’obiettivo: «A un certo punto siamo diventati

“Hanja”, “moderno”: un nuovo modo di pensare, in continua evoluzione e costantemente con lo sguardo rivolto in avanti. E il logo del construction? I triangoli sono un riferimento alle antiche piramidi, tra le più grandi realizzazioni architettoniche dell’umanità. Mentre i colori delle piramidi si riferiscono alla primavera: un inno al costante rinnovamento, alla prosperità.

abbastanza forti da diventare indipendenti, e questo è quello che abbiamo fatto l’anno scorso ad aprile (la Hyundai Construction Equipment è diventata un’unità aziendale indipendente dal primo aprile 2017, n.d.r.). Ed è stato allora», continua Tina Boënne, «che il nostro amministratore delegato Kang Hwan-Goo ha dichiarato la volontà di Hyundai di essere tra i 5 top player mondiali entro il 2023.» Il balzo in avanti che Hyundai dovrà fare è monumentale: si tratta di passare dai 2,2 miliardi di euro attuali ai 5,2 miliardi di euro previsti per il 2023.

La strategia «All’interno del nostro team di marketing ora abbiamo 3 persone coinvolte nella market intelligence. E in sostanza quello che fanno è vedere le tendenze, capire quali mercati stanno andando avanti, quali si stanno stabilizzando e quali invece stanno diminuendo», spiega Tina Boënne. Un lavoro importantissimo e certosino, per comprendere e identificare anche quei settori in cui Hyundai non è ben rappresentata o dove c’è un potenziale inespresso, come nel caso

del noleggio: «Sul noleggio non siamo ancora forti. Abbiamo bisogno di capire come utilizzare un potenziale del genere, quale sia il modo migliore per affrontarlo in una prospettiva a lungo termine.» Senza dimenticare l’ampliamento della gamma, che continuerà nell’ottica di coprire le lacune individuate dalla market intelligence. «Certo, non possiamo farlo senza la rete dei concessionari», spiega Tina Boënne. «I rivenditori indipendenti sono il nostro DNA, abbiamo un’intera rete di dealers. Ciò che conta è che questi rivenditori si evolvano con noi, crescano con noi e capiscano la strategia. Non sono solo nostri clienti, ma un’estensione della nostra azienda.»

Globalizzare… Glocalizzando Nel construction più che mai le esigenze sono diversificate per spazi, consumi e legislazioni. La glocalizzazione diventa indispensabile per comprendere un mercato con le sue peculiarità come quello europeo: «Siamo una compagnia sudcoreana e siamo già un player mondiale, ma è necessario lavorare sul posto. Dobbiamo aprirci di più alle esigenze del mercato europeo, anche perché i requisiti europei sono in realtà standard piuttosto elevati. Una macchina adatta alla Russia o alla Cina o agli Stati Uniti potrebbe non essere necessariamente la macchina giusta per il mercato europeo. La buona notizia è che diventando indipendenti, diventando Hyundai Construction Equipment Europe, ora abbiamo ottenuto la nostra divisione R & S, un reparto che si concentra esclusivamente sulle macchine per l’Europa con un team di ricerca e sviluppo dedicato. C’è davvero questa volontà di aprirsi al mercato europeo.»

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L’evento > Hyundai Experience Days

Luca Bellini, il nuovo Account Manager CE Gli Experience Days di Hyundai sono stati anche l’occasione per conoscere il nuovo Account Manager CE per la regione del Sud Europa: Luca Bellini, con un passato nel settore agricolo, movimento terra e veicoli a due route. In forte collaborazione e intesa con JeanPhilippe Pollet, Sales Manager Europe HCEE, Luca Bellini svilupperà e metterà in atto strategie commerciali che aiutino a consolidare gli obiettivi commerciali e costruire collaborazioni di lungo periodo nella regione del Sud Europa. Nei confronti in particolare del mercato in Italia, Luca Bellini ha chiarito le priorità per Hyundai: migliorare la presenza di Hyundai Costruciton Equipment nei paesi dell’area Sud Europa con un occhio di riguardo alla crescita dell’Italia. Questo sarà possibile, sempre secondo Luca Bellini, mostrando al mercato italiano l’alta qualità del prodotto Hyundai e implementando la rete dei distributori, considerati elemento chiave nella nuova strategia dell’azienda.

Le regine: le pale gommate HL980 e HL960 Hanno stupito certo per la velocità sul campo e per l’operatività le pale gommate testabili durante gli Hyundai Experience Days, in particolare la HL980 e l’altra in movimento, la pala HL960. La HL980 è la pala più potente della serie HL: ha un peso operativo di 31.000 kg ed è equipaggiata con un

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motore Scania DC13 Stage IV senza DPF che offre un miglioramento del 10% in termini di efficienza e dell’8% di produttività rispetto al predecessore (la serie 9A). La cabina ROPS/FOG/FOPS – che è più grande del 10%, presenta un sedile regolabile che fornisce un ambiente di lavoro ergonomico e un monitor touch-screen da 7” - è insonorizzata mediante una tecnologia all’avanguar-

dia che garantisce un livello di rumorosità di 68 dB. La leva di comando elettroidraulica integrata permette di azionare agevolmente gli accessori. Il nuovo modello HL960 ha un peso operativo di 18.800 kg e vanta un Cummins QSB6.7 - EU Euro IV/Tier 4 Final con una potenza netta di 168 kW/225 CV a 2.200 giri al minuto. L’indicatore ECO consente un utilizzo delle macchine proiettato al risparmio.


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Il livello dell’indicatore cambia colore in base alla coppia motore e al livello di efficienza del carburante. Inoltre, viene visualizzato lo stato del consumo di carburante, ad esempio la quantità media e il carburante totale consumato. Il consumo di carburante orario e giornaliero può essere controllato anche nel menu dettagliato. La serie HL migliora ulteriormente la precisione di lavoro con una calibrazione del peso aggiuntiva. La funzione di pesatura cumulativa automatica/manuale migliora notevolmente l’efficienza operativa e le icone che mostrano gli errori di pesatura e l’indicazione del peso in due colori sul monitor consentono una pesatura accurata per agevolare una gestione efficiente della produzione.

Pale gommate HL960

HL980

Peso operativo

18.800 kg

31.000 kg

Motore

Cummins QSB6.7 EU Euro IV/Tier 4 Final

Scania DC13

Potenza motore

168 kW/225 CV (2.200 giri/min)

283 kW a 1.800 giri/min

Capacità benna

2,40 m³ - 4,10 m³

4,80-5,60 m³

Forza di strappo

16.670 kg

24.640 kg

Profondità di scavo

90 mm

105 mm

Altezza di scarico

2.935 mm

3.300 mm

Le pale sono dotate di trasmissione a cinque velocità con frizione di blocco: l’operatore può beneficiare sia della riduzione dei consumi sia della possibilità di utilizzo di marce diverse in base alle condizioni di lavoro; l’indicatore

ECO permette di ridurre i costi di funzionamento mediante numerosi controlli dello stato operativo del mezzo. La serie HL prevede inoltre la funzione di controllo del limite di velocità di corsa, che permette di limitare la velocità massima di corsa tra 20 e 40 km/h in base alle condizioni di lavoro. La pala HL980 può essere dotata di assali HD (il raffreddamento degli assali anteriore e posteriore è disponibile come opzione sulla HL980 e solo per quello anteriore sulla HL960) ed è dotata, come optional, di sterzata mediante joystick.

Fattore di riempimento della benna migliorato

Il design della benna è stato migliorato per aumentarne la capacità e ridurre la fuoriuscita dei materiali caricati, potenziando notevolmente l’efficienza operativa

Vano motore a tenuta stagna e apribile completamente

Nella serie HL900 è stata migliorata l’accessibilità al vano motore a tenuta stagna con un cofano retrattile per consentire semplici operazioni di pulizia e manutenzione. Il cofano motore completamente retrattile nella modalità di apertura con cilindro elettrico migliora anche la facilità di manutenzione del vano motore e del sistema di raffreddamento

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L’evento > Hyundai Experience Days

L’escavatore gommato HW140 L’HW140 ha un peso operativo di 13.880 kg e garantisce una riduzione dei consumi fino al 15% nelle operazioni di carico e livellamento rispetto alle macchine serie 9. Sempre rispetto alle macchine serie 9, la riduzione è del 90% in termini di emissione degli ossidi di azoto e MP e offrono un accesso semplificato all’impianto di alimentazione DEF/AdBlue®. La serie HW migliora la lubrificazione delle parti di collegamento tra le apparecchiature e gli accessori. La modalità di potenza a tre fasi garantisce prestazioni ottimali in qualsiasi ambiente operativo, anche in caso di impieghi gravosi. I giochi con gli accessori sono ridotti al minimo attraverso perni di lunga durata resistenti all’usura e spessori in polimero, che favoriscono le massime prestazioni con durata e resistenza invariate.

L’indicatore ECO permette di ridurre i costi di funzionamento mediante un controllo costante dello stato operativo della macchina, mentre la funzione IPC (Intelligent Power Control) adegua la potenza agli ambienti di lavoro (la relativa modalità può essere selezionata e deselezionata tramite il monitor). L’operatività è certo la caratteristica pre-

L’escavatore gommato HW140 Peso operativo

13.880 kg

Motore

Cummins QSB6.7

Potenza motore

117 kW a 2.150 giri/min

Capacità benna

0,23-0,71 m³

Forza di strappo

87,3 kN

Profondità di scavo

4.650 mm

Altezza di scarico

5.960 mm

Sistema di blocco della rotazione (opzionale)

Il parcheggio con rotazione forzata viene fornito per mantenere la stabilità quando occorre limitare le rotazioni, migliorando velocità di funzionamento e produttività

ponderante dell’HW, migliorata grazie anche alla maggiore resistenza della benna: la struttura superiore e inferiore dell’escavatore così come gli accessori della serie HW presentano una durata e una resistenza superiori. La resistenza all’usura della benna è stata migliorata attraverso l’uso di nuovi materiali. Le nuove funzioni di sicurezza (opzionali) includono il sistema di monitoraggio visuale AAVM (Advanced Around View Monitoring) e il sistema di gestione remota Hi-Mate: Sistema videocamere AAVM (Monitoraggio avanzato vista circostante). La serie HW presenta un avanzato sistema di videocamere AAVM per garantire agli operatori un campo visivo in tutte le direzioni e prevenendo così gli incidenti. Gli operatori possono facilmente controllare lo spazio di lavoro davanti, dietro, a destra e a sinistra. All’interno della cabina, gli operatori

Perno rivestiti cromati, boccola e spessore in polimero rinforzati La Serie HW migliora la lubrificazione delle parti di collegamento tra le apparecchiature e gli accessori

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possono contare su un cruscotto ampio e un display da 8” (simile a quello degli smartphone), più grande del 30% rispetto al modello precedente. Gli interruttori centralizzati sul display permettono di controllare agevolmente anche il livello di urea per l’impianto di alimentazione DEF/AdBlue®. Hi MATE, il sistema di gestione remota proprietario di Hyundai, fornisce a operatori e personale di assistenza dei concessionari l’accesso a informazioni vitali di servizio e diagnostiche sulla macchina da qualunque computer con accesso a internet. Gli utenti possono localizzare la posizione della macchina utilizzando la mappa digitale e impostate i confini di lavoro, riducendo la necessità di chiamate di assistenza multiple. Hi MATE consente di risparmiare tempo e denaro al proprietario e al concessionario, promuovendo la manutenzione preventiva e riducendo i tempi inattivi delle macchine.

L’escavatore cingolato HX520 L La serie HX incrementa la produttività in loco grazie a una maggiore rapidità di funzionamento: il modello HX520 L è in grado di caricare con una velocità fi-

no al 6% superiore e di effettuare operazioni di livellamento fino al 7% più rapide rispetto alla serie 9. Per operazioni di spianatura assistite, movimentazione materiali e funzionamento con martello più efficienti, la serie HX può

Hi MATE di Hyundai Gli Experience Days di Hyundai sono stati un’ottima occasione per capire in maniera approfondita le potenzialità del sistema Hi MATE. Marc Willems, Ingegnere alla Hyundai, ci ha spiegato cosa si nasconde dietro la tecnologia impiegata ormai da 3-4 anni sulle macchine Hyundai. Si tratta di un sistema che fornisce informazioni live sui dati della macchina, i dati vengono quindi inviati a un server e sia clienti che concessionari possono accedervi tramite i loro dispositivi. Questo sistema ha anche un ricevitore GPS, che riceve i dati dalla rete GPS e fornisce informazioni sulla posizione della macchina. Ogni cliente può accedere ai dati attraverso una normale postazione pc, e ora grazie ad una app mobile di Hi MATE è possibile seguire direttamente lo stato della macchina anche tramite il telefonino. Inizialmente Hi MATE era funzionante solo tramite

comunicazioni satellitari, con tutti i vantaggi – e gli svantaggi del caso: essendo molti i dati da trasmettere i tempi si allungano e il cliente riceve le informazioni con un giorno di ritardo. Le nuove macchine, invece, sono equipaggiate con lo stesso controller ma dotato di SIM card. Hanno lo stesso funzionamento di un telefono cellulare: inviano i dati in tempo reale e i clienti hanno accesso immediato a tutte le informazioni della macchina. Hi MATE dà accesso alle informazioni riguardanti: posizionamento, ore di funzionamento, stato di funzionamento, situazione del carburante, errori, diagramma di funzionamento del motore, quantità di materiale lavorato ogni giorno, stato di manutenzione, stato della flotta... Il sistema può fornire una relazione giornaliera di molte informazioni. Il cliente ha la possibilità di selezionare le informazioni e inviarle direttamente al rivenditore per avere un check immediato. Hi MATE permette anche di impostare aree di geofencing, oltre le quali la macchina non può andare: utilissime in caso di noleggio. La manutenzione può essere programmata attraverso Hi MATE: è possibile eventualmente entrare in contatto direttamente col rivenditore in modo da pianificare la manutenzione con il cliente. Nel futuro, Hyundai intende mettere a punto un sistema di controllo tale da impostare l’accensione e lo spegnimento delle macchine.

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L’evento > Hyundai Experience Days

Modulo di raffreddamento di lunga durata

La Serie HX è dotata di un resistente modulo di raffreddamento che ha superato i test più rigorosi, dimostrando la massima produttività in ambienti di lavoro impegnativi

applicare il controllo del braccio anche solo avanzando e ritraendo l’avambraccio, in modo da assicurare la stabilità delle operazioni anche in caso di carichi elevati. La serie HX è dotata di un motore ecologico ad alte prestazioni che garantisce un’eccellente efficienza energetica unita a una grande potenza. La serie HX riduce al minimo i segnali di comando in ingresso e in uscita delle apparecchiature, al fine di migliorare l’efficienza energetica. La modalità di potenza a tre stadi garantisce le massime prestazioni in qualunque ambiente operativo: Modalità P (potenza), massimizza velocità e potenza delle apparecchiature per lavori di carico pesante; Modalità S (standard): ottimizza le prestazioni e l’efficienza energetica delle apparecchiature per lavori di carico generico; Modalità E

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L’escavatore cingolato HX520 L Peso operativo

52.400 kg

Motore

Scania DC13 084A - Euro IV/Tier 4 Final

Potenza motore

331 kW/444 CV (1.900 giri/min)

Capacità benna

1,00 m³ - 3,20 m³

Forza di strappo

306,0 kN

Profondità di scavo

11.870 mm

Altezza di scarico

9.410 mm

(economica): migliora il sistema di controllo per lavori di carico leggero. Con la nuova tecnologia motoristica, il volume totale delle prese d’aria laterali è stato aumentato per garantire un migliore flusso d’aria al motore. Le luci di lavoro posteriori sono state riposizionate per una migliore visibilità, con conseguente aumento della sicurezza per l’operatore. È stata installata una nuova protezione e i filtri dell’aria sono ora più accessibili per

le operazioni di manutenzione. Anche la cabina è stata riprogettata: è stato incorporato un nuovo parabrezza, più ampio nella parte anteriore, e lo sportello dell’operatore è ora più facile da aprire dall’interno con un corrimano aggiuntivo. L’interno della cabina dell’HX offre il 13% di spazio in più per l’operatore (rispetto alla serie 9A). Il nuovo impianto di aria condizionata fornisce una migliore circolazione dell’aria nella cabina.


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INFO Hyundai Construction Equipment Europe (HCEE) è un leader ampiamente riconosciuto nel mercato europeo delle macchine da cantiere. Produce oltre 100 modelli di macchine pesanti tra cui escavatori idraulici, pale gommate, carrelli sollevatori industriali e mini pale gommate. HCEE commercializza i propri prodotti tramite una rete qualificata di oltre 140 concessionari in più di 30 Paesi.

Mini escavatore R60CR-9A Hyundai R60CR-9A è un escavatore compatto con brandeggio posteriore tradizionale che vanta un peso operativo di 6,2 tonnellate. Questo modello è dotato di una cabina molto grande che garantisce un ottimo comfort dell’operatore in termini di ambiente, spazio

per le gambe e visibilità. La posizione ergonomica dei joystick con braccioli, sedile a sospensioni, leve di comando e schermo LCD riduce al minimo la fatica dell’operatore. Lo schermo LCD mostra in un colpo d’occhio tutti i dati della macchina e il grande finestrino superiore, con aletta parasole, aumenta la visibilità. Il monitor visualizza i gi-

Mini escavatore R60CR-9A Peso operativo

5.900 kg

Modello motore

Yanmar 4TNV98C

Potenza motore

47 kW/63 CV a 2.200 giri/min

Capacità benna

0.07 - 0,18 m³

Forza di strappo

40,9 kN

Profondità di scavo

3.570 mm

Altezza di scarico

3.930 mm

ri/min del motore, la temperatura del motore e lo stato dei dispositivi elettronici. L’operatore può selezionare le modalità di decelerazione automatica e di potenza massima; può inoltre controllare la velocità di marcia semplicemente sfiorando un pulsante. Il blocco dell’avviamento motore impedisce il furto della macchina. La funzione di spostamento del braccio principale della serie 9A è studiata per aumentare l’efficienza nelle zone residenziali e urbane congestionate. Nel modello R60 si arriva a 70° a sinistra e ulteriori 50° a destra. Il migliore brandeggio assicura prestazioni più elevate anche lavorando lungo pendii. Consumi e precisione sono al top: Hyundai ha riprogettato l’impianto idraulico e la portata della pompa diminuisce quando i comandi non sono attivati, allo scopo di ridurre i consumi di carburante. Le valvole idrauliche migliorate, le precise pompe a pistoni a volume variabile, i comandi pilota “fine-touch” e le funzioni di traslazione migliorate aumentano l’efficienza degli operatori di macchine della serie 9A.◀

Una cabina resistente

La cabina della serie 9A è progettata con una struttura tubolare più sottile e resistente, aumentando la sicurezza e la visibilità. Componenti di acciaio ad alta resistenza e a bassa sollecitazione sono saldati a formare un telaio inferiore resistente e stabile

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Visto al SAIE > Yanmar CE

Rosso Yanmar Anche quest’anno Yanmar Construction Equipment Europe ha confermato la sua fedeltà al SAIE di Bologna per mostrare il nuovo urban-midi ViO82 e soprattutto festeggiare di Manuela Cortesi e Filippo Cantoni

U

n compleanno davvero importante quello di Yanmar, che ha scelto anche il SAIE (17-20 ottobre 2018) per continuare a celebrarlo: il 50° anniversario del lancio del modello YNB300, il primo miniescavatore. Un appuntamento – quello del SAIE – a cui Yanmar tiene particolarmente, come ci conferma Anne Chatillon (Marketing

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Manager alla Yanmar Construction Equipment Europe), tanto da scegliere la cornice bolognese per portare in mostra una delle dieci macchine rosse realizzate in esclusiva per l’anniversario: «Quest’anno festeggiamo il 50° anniversario del lancio del primo miniescavatore, per noi è davvero importante e presentiamo per l’occasione questa macchina rossa, un’edizione

speciale: ne faremo solo 10, e ne siamo davvero entusiasti.» Non solo una special edition. «Abbiamo anche preparato un film che presenta la costruzione della macchina e le persone che lavorano in fabbrica, i valori del brand. Siamo davvero orgogliosi dell’anniversario perché un’occasione per mostrare il know-how e la qualità del nostro marchio. Si mette anche in luce quanto Yanmar sia una realtà compatta e lo sia da molto tempo.» Allo stand Yanmar dunque l’orgoglio per i traguardi raggiunti è davvero palpabile. È possibile anche osservare da vicino un nuovo midi, spiega Anne Chatillon: «Ultimamente abbiamo lanciato una nuova pala gommata V65 e oggi stiamo proponendo anche un altro escavatore, il midi ViO82. Questi sono i nuovi prodotti che promuoveremo fino alla fine dell’anno. Poi, naturalmente, l’anno prossimo c’è il bauma e lì mostreremo altri nuovi prodotti.»


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50 anni di mini escavatori Nel 2018 Yanmar celebra il 50° anniversario del lancio del modello YNB300, il primo miniescavatore gommato, autoalimentato da un motore diesel Yanmar. Il modello YNB300 è stato progettato nel contesto giapponese degli ultimi anni sessanta: sebbene la manodopera con picconi e pale fosse ancora la norma nel settore dell’edilizia civile, la richiesta di tempi di costruzione più brevi era in aumento a causa della mancanza di manodopera e dei relativi costi crescenti. All’epoca, il Giappone era in una fase di boom dell’urbanizzazione e necessitava di macchine compatte. In questo contesto, il modello YNB300 mirava a soddisfare entrambi gli obiettivi: risparmiare sulla manodopera e accedere alle aree urbane ristrette. Dal 1968 Yanmar è sempre all’avanguardia nello sviluppo di macchine compatte e nell’impegno per migliorare lo stile di vita delle persone, contribuendo allo sviluppo delle infrastrutture tramite la propria gamma di prodotti e servizi. Oggi Yanmar persegue ancora questa strategia di innovazione e sviluppo basandosi sulle proprie eccezionali competenze per sviluppare una gamma completa di macchine compatte per un’ampia Maurizio Calchi (Responsabile vendite Italia) spiega la situazione per quanto riguarda invece il mercato italiano: «Nel 2018 il mercato italiano è stato assolutamente apprezzabile: le analisi fatte del primo semestre parlano, nel settore mini-esca-

varietà di applicazioni: micro e miniescavatori cingolati, escavatori gommati, caricatori e dumper gommati… 32 modelli appositamente progettati per l’edilizia, l’ingegneria civile e l’architettura paesaggistica. Yanmar è impegnata a sfruttare al massimo la propria esperienza e le competenze approfondite con l’obiettivo di individuare la soluzione ottimale per soddisfare le esigenze dei clienti. Il concetto di qualità è integrato in ogni attività per fornire prodotti e servizi di alta qualità con l’integrazione delle procedure di qualità giapponesi nell’intera policy.

vatori, di una crescita intorno al 15%. Questo è il quarto anno a partire del 2014 che registra una crescita costante e continua. Le stime per fine anno si stabiliscono su un livello di 8.200-8.300 pezzi: un mercato decisamente interessante. Certo siamo

lontani dal picco registrato in Italia nel 2007, dove si parlava più di 15.000 pezzi. Oggi siamo a poco più della metà ma decisamente meglio rispetto al periodo post-crisi del 2013, dove eravamo a quota soli 2.900 pezzi.» Positiva anche la situazione a livello europeo. «I mercati europei sono abbastanza consolidati: la Francia è cresciuta molto l’anno scorso grazie a Macron; la Germania credo abbia avuto l’anno scorso un +5%, per cui a livello generale anche in Europa c’è un trend positivo. Alcuni Paesi hanno presentato performance più importanti di altri, partendo però da un livello precedente più basso (Spagna, Portogallo).»

Anne Chatillon

Marketing Manager alla Yanmar Construction Equipment Europe

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Visto al SAIE > Yanmar CE

Il ViO82: il midiescavatore dal cuore urbano Il ViO82, l’ultimo fiore all’occhiello della tecnologia avanzata Yanmar, offre prestazioni eccellenti nel rispetto dell’ambiente. Il ViO82 combina potenza, flessibilità e precisione. La sua versatilità lo rende il partner ideale per migliorare la produttività, indipendentemente dalla complessità del cantiere che si sta

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affrontando (scavo, livellamento, demolizione...). Il ViO82 è equipaggiato con il nuovo sistema idraulico Yanmar ViPPS2i (Sistema di pompe progressive ViO a 2 pompe indipendenti) che si basa sulla regolazione della

potenza aggregata di due pompe indipendenti a pistone a portata variabile e una valvola di controllo direzionale a combinazioni multiple. Le due pompe indipendenti, controllate singolarmente in base al carico, forniscono solo la quantità necessaria di fluido idraulico per l’operazione che si sta eseguendo. Questo sistema offre una maggiore facilità d’uso per l’operatore insieme ad una riduzione della perdita di pressione idraulica, anche durante le operazioni combinate di braccio di penetrazione e braccio di sollevamento. Permette prestazioni ottimali e simultanee di tutte le operazioni. Il nuovo regolatore elettronico della pompa idraulica regola la propria portata in base alle prestazioni del motore: ciò significa che la potenza del motore viene sfruttata al meglio e le prestazioni della macchina sono ottimizzate.


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Il ViO82 beneficia della tecnologia più avanzata sviluppata dal principale produttore di motori diesel industriali: il motore TNV da 55,6 HP è dotato di sistema di iniezione diretta Common Rail. L’iniezione di carburante viene gestita e ottimizzata dall’unità di controllo elettronico, garantendo una combustione più pulita. Il motore 4TNV98C-WBV1 di Yanmar è il risultato dei continui sforzi per raggiungere il progresso tecnologico nel consumo di carburante e nelle emissioni. L’EGR raffreddato (Exhaust Gas Recirculation) riduce drasticamente gli ossidi di azoto (NOx) e il DPF (Diesel Particulate Filter) pulisce le emissioni di scarico (PM). Inoltre, Yanmar ha sviluppato con successo un esclusivo sistema di rigenerazione al fine di prevenire l’intasamento e la pulizia dei tempi di fermo. Un’unità di controllo del motore gestisce l’RPM in base alla coppia, ottimizzando il carico del motore. Ciò consente di risparmiare carburante aumentando la produttività delle macchine. Il consumo di carburante è ulteriormente ridotto grazie al sistema di decelerazione automatica, che consente al motore di tornare al minimo se l’operatore non tocca le leve di comando per 4 secondi consecutivi. La modalità Eco controlla efficacemente la velocità del motore, in particolare quando il ciclo di lavoro richiede poca potenza e bassa velocità di movimento. Il ViO82 beneficia dell’esperienza ineguagliata di Yanmar nello sviluppo di escavatori Zero Tail Swing. Dall’invenzione del concetto di ViO nel 1995, Yanmar è rimasta il leader nella progettazione di escavatori più compatti. Mettendo l’operatore al centro, Yanmar ha sviluppato il concetto di “Universal Design” incentrato sull’ergono-

Specifiche tecniche ViO82 Peso operativo (cingoli in gomma/in acciaio)

8.200 kg / 8.260 kg

Peso di trasporto (cingoli in gomma/in acciaio)

8.125 kg / 8.185 kg

Massima profondità di scavo

4.440 mm / 4.790 mm (avambraccio lungo)

Altezza di scarico

4.680 mm / 4.910 mm (avambraccio lungo)

Motore

Yanmar Diesel 4TNV98C-WBV1

Potenza

41.5 kW

Forza di scavo (avambraccio)

40.8 kN

Forza di penetrazione (benna)

63.5 kN

Velocità di traslazione

2.5 - 5 km/h

Dimensioni di trasporto (l/w/h)

6,410 mm / 2,270 mm / 2,785 mm

mia. Il design ViO82 offre una cabina ergonomica con ampio spazio per le gambe, visibilità eccellente e sicurezza eccezionale. La forma della cabina offre all’operatore una visibilità a 360°, ideale per migliorare la sicurezza sul cantiere e rendere il lavoro più efficiente. Il sedile con sospensioni pneumatiche offre numerose possibilità di regolazione per rendere la posizione di seduta ottimale. Il pannello della strumentazione è stato riprogettato così come i braccioli, che migliorano ulteriormente il comfort dell’operatore. Il ViO82 è equipaggiato di serie con

un Top Guard FOPS2 per un potenziamento ulteriore della protezione in ambienti difficili.◀

INFO Yanmar Construction Equipment Europe SAS 25 Rue de la Tambourine 52100 Saint-Dizier, France Phone: +33 3 25 56 39 75 contact@yanmar.fr www.yanmarconstruction.it

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L’evento > CECE Congress

Tutte le strade portano a Roma Il Congresso del CECE, l’evento biennale che quest’anno è ospitato da UNACEA (l’associazione italiana delle aziende di macchine per costruzione) si è svolto dal 17 al 19 ottobre a Roma, presso l’Hotel NH Collection Vittorio Veneto di Manuela Cortesi

«T

utte le strade portano a Roma». Apre così la giornata del 18 ottobre il Presidente del CECE (Commettee for European Construction Equipment) Enrico Prandini. Per il Presidente l’apertura scherzosa na-

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sconde un profondo significato: «Le infrastrutture e le comunicazioni sono i fattori chiave per il benessere, la potenza e l’evoluzione.» Al Congresso del CECE partecipano circa 200 delegati tra titolari d’azienda, senior manager, esperti tecnici, decisori politici, ricercatori e organizzatori dei princi-

pali eventi fieristici di settore. Obiettivo comune dichiarato dagli organizzatori: confrontarsi con le sfide della trasformazione digitale e delle politiche che scaturiranno dai risultati delle elezioni europee del maggio 2019. “Fidelizzare il cliente, costruire una visione comune” (Building customer loyalty throu-


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Enrico Prandini

Presidente del CECE (Commettee for European Construction Equipment)

gh a common vision), è il titolo dell’evento. L’intento degli organizzatori è infatti coinvolgere gli utilizzatori nella gestione della trasformazione digitale articolando su tutta la filiera un punto di vista comune che massimizzi i benefici delle nuove tecnologie. Prandini ricorda la crisi che ha colpito il settore, e che pare ora tramontare per lasciare il posto a nuovi scenari di crescita economica, pur con le incognite dell’attualità. «I mercati mondiali stanno già raggiungendo livelli pre-crisi e anche l’Europa recupererà tutto il business in termini di numeri. Ciò andrà bene per chiunque lavori nel settore delle costruzioni e delle attrezzature per l’edilizia. Ci sono ancora alcune variabili e che non possiamo dimenticare: la Brexit, protezionismi, emigrazione e rifugiati, Stati Uniti e cambiamenti negli scenari politici.» Prandini non nasconde le difficoltà nel dover lavorare con le istituzioni dell’UE: la percezione, purtroppo, è quella che il settore construction non sia pienamente riconosciuto. O perlomeno, non gli sia riconosciuto quel ruolo chiave nell’economia che invece chiaramente riveste.

«Quasi tutto ciò che tocchi nel corso della tua vita ha a che fare con le attrezzature da costruzione: diamanti, ceramica, vetro, edilizia… La nostra sfida è essere riconosciuti.» E sarebbe anche ora, visto che il construction rappresenta in Europa un comparto che vale 9% del PIL dell’UE, dando lavoro a oltre 18 milioni di persone. Il pensiero corre poi al disastro di appena un mese fa: il crollo del ponte Morandi, neppure nominato, semplicemente evocato nella sua gravità. Una tragedia certo umana, ma che fi-

nisce per riguardare in tutto e per tutto il mondo del construction: «Poche settimane fa abbiamo assistito a un disastro. È stato un disastro per diverse ragioni: siamo in grado di costruire fantastiche manifatture e infrastrutture, ma spesso ce ne dimentichiamo. E ci riguarda: la prima macchina utilizzata dopo il disastro è una macchina da costruzione, la demolizione è fatta con la macchina da costruzione, la ricostruzione sarà fatta con le macchine da costruzione. Sarà fondamentale creare visibilità perché solo in tal mo-

CECE e UNACEA Che cos’è il CECE? Il Committee for European Construction Equipment (CECE) è la federazione europea che rappresenta l’industria delle macchine per costruzioni di 13 paesi: Austria, Belgio, Federazione Russa, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia e Turchia.

Che cos’è Unacea L’Unione Nazionale Aziende Construction Equipment & Attachment (Unacea) è l’associazione italiana di categoria che raggruppa le imprese di macchine per costruzione (macchine movimento terra, stradali, per il calcestruzzo, per la perforazione, gru e attrezzature). È nata nel 2010, ha 60 associati e fa parte della federazione europea CECE per la quale esprime la presidenza di turno.

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L’evento > CECE Congress

CECE Business Climate Index Dopo una crescita delle vendite del 15% nel 2017, il mercato delle macchine per costruzione in Europa dovrebbe concludere l’anno con un ulteriore incremento tra il 5 e 10%. Tale dinamica è confermata dal CECE Business Climate Index che misura mensilmente la fiducia degli operatori dell’industria. Secondo tale strumento congiunturale il motore principale della crescita è il buon andamento degli investimenti pubblici e privati nel settore delle costruzioni e le aspettative di ulteriori lavori d’infrastrutturazione quali il “Grand Paris” in Francia e l’“HS2” nel Regno Unito. Buono il trend di crescita del mercato di settore anche in Italia che tuttavia è stato trainato non tanto da un’effettiva espansione dell’industria

delle costruzioni, quanto dal rinnovo fisiologico del parco e dagli incentivi per gli investimenti in tecnologie 4.0 e in sicurezza. Nei primi sei mesi del 2018, secondo i dati rilevati da Unacea, sono state immesse sul mercato italiano 6.389 macchine, con una crescita del 25% rispetto a quanto rilevato lo scorso anno. Per la fine dell’anno si prevede il mantenimento di questo livello di vendite. Sul versante della produzione il fatturato generato dall’industria italiana delle macchine per costruzioni nel 2017 ha raggiunto 2,6 miliardi di euro con un volume occupazionale di 36.000 unità (indotto incluso) e dovrebbe registrare un moderato incremento per l’anno in corso. Oltre il 60% della produzione è esportato in tutti i paesi del mondo.

Barbara Bonvissuto

Precedentemente a capo dell’unità che si occupa di mobilità sostenibile e automotive nella direzione generale della Commissione Europea per il mercato interno, è stata nominata a capo dell’unità che in Commissione si occupa di ingegneria avanzata e dei sistemi di produzione

do potremo crescere e aiutare politici o legislatori a guidare il futuro per crescere nel modo giusto.» Un occhio al passato dunque, ma tanta discussione sul futuro, un futuro all’insegna del digital. Al Congresso viene presentato il CECE Digitalisation project. «Negli ultimi otto mesi», ha dichiarato il presidente del CECE Enrico Prandini, «un gruppo di specialisti supportato da aziende edili e di noleggio ha analizzato come facilita-

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re l’adozione di tecnologie digitali nel settore delle macchine per costruzione al fine di migliorarne la produttività, la sicurezza e la compatibilità ambientale. Questo lavoro comune ci ha insegnato che i dati raccolti dall’attività delle nostre macchine sono una risorsa preziosa che dobbiamo valorizzare. Ma per far ciò abbiamo necessità di cambiare i modelli di business.» Il futuro sarà soprattutto digital, un regno dove il dato rappresenterà la nuova moneta. Con tutti i rischi che

ciò comporta: pochi titolari dei dati in grado di giocarsi il tutto per tutto per avere il monopolio. Per questo occorrerà saper cavalcare un’onda velocissima, che ci porterà tutti su un altro livello: saremo pronti? Anche di questo si è discusso, così come si è parlato di sicurezza, innovazione e di rispetto delle regole. Difficile capire quanto tutto questo sia da armonizzare a livello legislativo finché non prende la parola Barbara Bonvissuto della Commissione Europea, che ha raccontato cosa bolle in pentola a livello di atti legislativi e come le nuove tecnologie (specie l’intelligenza artificiale) possano creare zone d’ombra nelle legislazioni. A questo proposito, un altro documento presentato nel corso del con-


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Luca Nutarelli

Segretario generale dell’UNACEA

Una App per l’evento per un congresso “paperless”

Trackunit ha sponsorizzato l’app dedicata al Congresso. Un’ottima - e pratica - idea per avere sempre a disposizione tutte le informazioni su programma, speakers e molto altro

una visione strategica di sviluppo industriale che sappia sfruttare al meglio le opportunità messe in campo dalle nuove tecnologie.

gresso è stato il Manifesto del CECE sulle elezioni europee (CECE Manifesto for the European Parliament elections) nel quale la federazione chiede all’Unione europea di dotarsi di

Un bel momento dunque il Congresso biennale: una scelta di tematiche d’attualità per confrontarsi insieme e discutere, al di là della competizione, affinché si cresca tutti in un mercato sano e la legislazione vada di pari passo con le esigenze dei principali players.

Ha ragione Luca Nutarelli, Segretario generale dell’UNACEA, che auspica davanti a tanti cambiamenti l’unica scelta possibile: unitarietà. «La fidelizzazione dei clienti attraverso una visione comune: abbiamo scelto questo titolo perché la conoscenza significa potere. Nel business conoscere i comportamenti, i problemi e la prospettiva dei clienti è la base per una relazione e crescita duratura. Abbiamo deciso di analizzare gli effetti che l’automazione sta avendo sul nostro settore. Possiamo davvero capire il significato dei cambiamenti solo se comprendiamo il modo in cui sono gestiti e percepiti da clienti e utenti.» E per una comprensione vera, profonda, l’unica strada è confrontare le esperienze per estrapolarne modelli e ritorni. Dai confronti, si sa, poi nascono le idee, quelle buone.◀

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Preview Ecomondo > Cangini Benne

Tutto con Cangini Attrezzature per la movimentazione e il riciclo: un unico riferimento ti semplifica la vita di Sandro Tozzi

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CANGINI

PAD C5 stand 126 ECOMONDO

Pinza selezionatrice

Qui al lavoro sulla movimentazione di materiali particolarmente voluminosi derivanti dalle demolizioni in Svizzera (foto 1)


preview preview

Pinza selezionatrice

Perfetta anche in un cantiere di riciclo cartaceo. Qui operativa in un cantiere francese (foto 2)

Le pinze selezionatici

E

sistono nel settore del riciclo, in grande sviluppo date le importanti tematiche ambientali a cui è legato, prodotti che sono indispensabili nelle diverse fasi del lavoro, dalla selezione, al riciclo, alla movimentazione. Fra i prodotti maggiormente utilizzati in questo ambito vi sono certamente le benne, con caratteristiche costruttive tali da permettere un carico di lavoro gravoso e in diversi ambienti, le vagliatrici, per separare già sul sito le diverse tipologie e pezzature di materiale, e le pinze per la movimentazione dei carichi più diversi a seconda del materiale di cui di effettua il riciclo. Queste attrezza-

ture subiscono ogni giorno sollecitazioni notevoli e devono quindi presentare delle caratteristiche costruttive di grande resistenza. Per chi effettua queste operazioni inoltre, avere a disposizione per la gestione di tutti gli strumenti necessari un unico riferimento, è un grande valore aggiunto. L’azienda italiana Cangini, alla soglia dei suoi trent’anni di attività, ha la capacità di offrire i prodotti all’altezza delle aspettative per qualità, concezione e completezza della gamma, unitamente all’esperienza necessaria per supportare il cliente con le esigenze più diverse.

Progettate per la selezione e la movimentazione di materiali di demolizione e utilizzate anche nella selezione dei rifiuti e nel riciclaggio, possono movimentare qualsiasi tipologia di materiale in maniera affidabile e duratura (foto n. 1 e 2). La lunga vita utile è garantita dall’impiego di acciai ad alta resistenza nella loro costruzione; si aggiungono il trattamento termico di tempra dei perni e la cementazione delle boccole. Grande la loro funzionalità grazie alla rotazione idraulica bidirezionale, dotazione di serie su tutti i modelli, che le rende molto versatili in cantieri dove la movimentazione avviene in tempi rapidi: la foto n.1 ne vede una al lavoro sulla movimentazione di materiali particolarmente voluminosi derivanti dalle demolizioni in Svizzera, mentre la foto n.2 ne riprende il lavoro in un cantiere di riciclo cartaceo in Francia. Anche le chele, in acciaio antiusura, sono state analizzate e diversificate: le configurazioni realizzate rendono infatti possibile la movimentazione rapida e in sicurezza di qualsiasi materiale, anche dei più voluminosi che richiedono una presa efficace. Un elemento importante è infine la presenza della valvola flangiata, di serie su tutti i modelli: la sua funzione è quella di salvaguardare il motore dai picchi di pressione, garantendo quindi la lunga durata nel tempo di questa attrezzatura.

Le vagliatrici Sono fondamentali per permettere di selezionare direttamente in cantiere, dividendo le diverse pezzature di materiale.

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Preview Ecomondo > Cangini Benne

VMS Multiscreening (foto 3)

Dallo scorso anno, il lavoro del reparto R&D, guidato da un’idea del Presidente dell’azienda romagnola, Giorgio Cangini, ha prodotto la serie di benne vagliatrici di ultima generazione, le VMS Multiscreening, con sistema brevettato di vagliatura, che consente la scelta e il cambio della granulometria direttamente dalla cabina (foto n.3 e 4). Nessuna sostituzione di parti della vagliatrice, nessun fermo macchina, nessuna necessità di personale a terra attorno all’attrezzo.

VMS Multiscreening

(foto 4)

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In queste vagliatrici, per escavatori fino a 30 tonnellate e per attacco frontale, a doppio cestello rotante in HB400, il sistema di variazione della granulometria con comando idraulico in cabina permette la selezione dello spessore del materiale da 25 a 60 mm (65 per i due modelli VMS20 e VMS30), senza interrompere, e rallentare, il ciclo di lavoro e senza sostituire alcun elemento meccanico. I cestelli rotanti che la compongono sono due e scorrono l’uno sull’altro: quello più interno, aziona-

VMS Twin F20 (foto 5)

to da un cilindro idraulico, spostandosi varia la dimensione dei fori di uscita del materiale. L’azienda, anche per questa nuova attrezzatura, è in grado di soddisfare le richieste del cliente che avesse bisogno di vagliare pezzature fuori standard. Ultime nate della gamma, la Multiscreening VMS30 per escavatore da 20 a 30 ton e la Multiscreening Twin Bucket Frontal Coupling VMS TWIN F20 per pale gommate. In particolare, grandemente innovativo il design compatto della VMS TWIN F20 per attacco frontale. L’accoppiamento in orizzontale di due cestelli vaglianti (foto n. 5) permette di avere una capacità operativa doppia, ma di mantenere invariata l’altezza dell’attrezzatura e, di conseguenza, la visibilità dalla cabina, che non risulta compromessa dalla dimensione del cestello e garantisce le necessarie condizioni di sicurezza in cantiere. Altra variante, le benne vagliatrici serie V tradizionali ad albero sono utilizzate nelle operazioni di recupero, dove serve separare il materiale derivante da demolizioni o scavi (foto


preview preview Cangini al GIC pad 2 stand m4-n3

Benne vagliatrici serie V (foto 6)

n.6). Nelle configurazioni standard le dimensioni del materiale vagliato vanno da 0-20 a 0-35 mm, ma a seconda delle necessità di vaglio si possono richiedere all’azienda alberi che saranno realizzati con le misure richieste. Una caratteristica importante di queste vagliatrici è il sistema brevettato di sostituzione alberi, che agevola la sostituzione del gruppo alberi, senza intervenire sugli organi di trasmissione. Un plus importante dal punto di vista della resistenza all’usura di questo attrezzo è l’impiego di coltelli realizzati in HB450, materiale in grado di sopportare le maggiori sollecitazioni.

Le benne Primo prodotto Cangini nell’ormai lontano 1989 (foto n.7). Una produzione vastissima per modelli e varianti riservata principalmente al settore del movimento terra, mai abbandonata dall’azienda romagnola e ancora oggi gamma fondamentale grazie anche ad un lavoro di restyling funzionale, che prende in esame questo attrezzo cardine in ogni tipologia di cantiere e concentra la sua attenzione principalmente sull’aumento delle resistenze. Dalla carpenteria metallica alla sperimentazione 3D: questi 29 anni han-

no visto cambiare sostanzialmente il modo di progettare e realizzare questo strumento che sopporta dei carichi di lavoro notevoli. Oggi, grazie agli studi del reparto Ricerca & Sviluppo interno e all’impiego dei migliori materiali anti usura e ad alta resistenza, la benna Cangini è caratterizzata da elementi costruttivi e di rinforzo che le permettono di lavorare duramente e a lungo e le garantiscono l’apprezzamento del mercato internazionale.◀

Benne scavo al lavoro (foto 7)

INFO Cangini Benne srl Via Savio, 29/31 47027 Sarsina (FC) Tel. +39 0547 698020 www.canginibenne.com www.facebook.com/canginibenne www.youtube.com/user/CANGINIBENNE www.linkedin.com/company/cangini-benne

Campo prove Cangini Campo prove Cangini: l’azienda, situata sulle colline romagnole, possiede un terreno dedicato interamente e costantemente ai test delle attrezzature e alle prove dimostrative in campo per tutti i clienti che desiderano conoscere nel dettaglio le caratteristiche di questi attrezzi e assistere alle prove di funzionalità. La concezione di ogni prodotto si basa infatti sulle esigenze concrete dei diversi ambienti operativi, sul

continuo confronto con i propri clienti e le loro diverse esperienze e sulle richieste del mercato. Negli anni, sono stati periodicamente realizzati dei veri e propri corsi di formazione, che vanno di pari passo con il lavoro della Ricerca Cangini e lo sviluppo di nuove implementazioni e nuovi prodotti. Questi servizi sono un plus importante per il cliente Cangini, che può a tutti gli effetti sentirsi “parte del Mondo Cangini”.

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Preview Ecomondo > Liebherr

LIEBHERR

PAD C5 stand 160 ECOMONDO

Assoluta versatilità A Ecomondo (Rimini, 6-9 novembre) Liebherr presenta la sua “grande tra le medie”: la pala gommata L546 di Porfirio Ferrari

L

iebherr presenta a Ecomondo 2018 la pala gommata L 546, il modello più grande delle pale gommate di medie dimensioni. Questa classe di macchine comprende tre modelli L 526, L 538 e L 546, che hanno già un’ottima reputa-

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zione come macchine versatili, potenti ed affidabili. Al fine di migliorare la robustezza e la longevità di queste pale gommate Liebherr ha utilizzato assali più grandi e ha irrobbustito le parti costruttive in acciaio. Per un maggiore standard di comfort è stato rielaborato

completamente l’interno della cabina. Liebherr ha sviluppato i modelli L 526, L 538 e L 546 ponendo particolare attenzione alle richieste attuali del mercato. La comprovata ed efficiente trasmissione idrostatica continua a convincere con un risparmio di carburante fino al 25% rispetto alle pale gommate con trasmissione tradizionale delle stesse dimensioni. Al fine di allargare ulteriormente i campi di applicazione di queste pale gommate, Liebherr offre numerose soluzioni specifiche per ogni campo di applicazione. I clienti possono scegliere, per questi modelli di pale gommate, tra cinematismo Z per le applicazioni standard e cinematismo parallelo per le applicazioni industriali. Le pale gommate „tutto-fare“ sono per questo motivo particolarmente efficienti ed adattabili ad ogni campo di applicazione.


preview preview Assali più grandi e una robusta costruzione in acciaio aumentano l’efficienza Le pale gommate “tutto-fare“ vengono incontro alle richieste delle imprese dei settori più svariati. Un importante campo d’applicazione è, per esempio, il settore del riciclaggio industriale, un settore in cui i gestori hanno pretese particolarmente elevate per le macchine. Tipico per le applicazioni delle pale gommate in questo settore: si lavora in più turni giornalieri e si raggiungono oltre 6.000 ore di esercizio all’anno, si utilizzano spesso gomme piene o gomme riempite di schiuma. L’affidabilità delle pale gommate è una priorità assoluta, poiché nel settore del riciclaggio assumono spesso un ruolo chiave per l’intero processo di produzione. Con investimenti mirati al raggiungimento di una maggiore robustezza, Liebherr ha costruito queste pale gommate per adempire a tali richieste. Al fine di aumentare la robustezza della macchina, Liebherr ha montato su tutti e tre i modelli degli assali più grandi di quelli montati sui modelli della generazione precedente. Tali assali dispongono di differenziali autobloccanti, che garantiscono la massima trazione anche su terreni malagevoli.

re in modo molto efficiente. Il cinematismo Z ha un elevato momento torcente nella zona inferiore di sollevamento. È quindi la scelta ideale, quando la pala gommata deve staccare con forza materiale da un mucchio. Nelle applicazioni industriali le sfide sono altre. Per esempio le imprese di riciclaggio lavorano frequentemente con equipaggiamenti molto pesanti come benne ad alto ribaltamento, per movimentare materiali ingombranti e pesanti come rottami, calcinacci o vetro. Per questi tipi di impiego è il cinematismo parallelo la scelta migliore. I punti di forza del cinematismo parallelo sono la guida parallela e l’elevato momento torcente nella zona superiore di sollevamento.

Per le pale gommate di medie dimensioni Liebherr è possibile avere su richiesta l’attacco rapido idraulico Likufix. Con Likufix l’operatore può cambiare, rimanendo seduto comodamente in cabina e premendo semplicemente un pulsante, in modo sicuro e in pochissimi secondi tra più attrezzi di lavoro meccanici e idraulici. L’innesto delle tubature idrauliche avviene in modo automatico. Vantaggi in termini di efficienza e di tempo: Likufix permette di cambiare le attrezzature di lavoro per adattare la macchina alle più svariate applicazioni di lavoro, senza che l’operatore debba perdere tempo prezioso, occupandosi di persona di questi cambi.◀

La pala gommata L546 Carico utile

9.800 - 11.000 kg

Capacità della benna

2,50 - 3,10 m³

Peso operativo Potenza nominale ISO 14396

14.200 - 14.500 kg 120 kW / 163 CV

Focus sulla versatilità: soluzioni specifiche per applicazioni standard e industriali Le pale gommate Liebherr di medie dimensioni, come il modello L 546 presente a Ecomondo, offrono una vasta gamma di optionals per impieghi specifici dei clienti. Per esempio i gestori possono scegliere tra cinematismo Z per applicazioni di lavoro standard e cinematismo parallelo per applicazioni industriali. Entrambe le varianti di braccio di sollevamento offrono una risposta veloce e permettono di lavora-

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Preview Ecomondo > VTN

VTN

PAD C3 stand 149 ECOMONDO

La nuova cesoia CI 10000 R

Tra le sue caratteristiche, il nuovo sistema di fulcro che consente l’ottimale allineamento della ganascia con quella fissa garantendo le migliori prestazioni e mantenendo nel tempo la migliore precisione di taglio ottenibile

INFO VTN Europe S.p.A. Via dell’Artigianato, 41-43 36026 Cagnano di Poiana Maggiore (VI) - Italy Tel +39 0444.864211 www.vtneurope.com vtn@vtngroup.com

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comondo per il regno degli attachment significa solo una cosa: riciclaggio. E in materia di riciclaggio VTN ha ottime proposte per gli addetti ai lavori: alcuni tra i suoi modelli di attrezzature sono infatti specificatamente dedicate alla lavorazione ed al recupero dei materiali. Anche quest’anno dunque l’azienda vicentina – ora condotta dagli eredi del suo fondatore Nerio Vaccaro – coglie l’invito di Ecomondo scegliendo di esporre i suoi prodotti, in particolare la nuova cesoia CI 10000 R e la pinza taglia tronchi W 1100.

La nuova cesoia CI 10000 R Con un peso di circa 10 ton la CI 10000 R è impiegabile al posto benna su escavatori da almeno 85 ton, e posto braccio su escavatori da 55-60 ton. Realizzata con i migliori acciai strutturali altoresistenziali ad elevate prestazioni, la cesoia è studiata con un particolare design in grado di assorbire perfettamente tutte le combinazioni di carico. Fa parte della serie R di recente realizzazione, per ora composta da 12 modelli. In particolare, continua la linea R “REVOLUTION”, a testimoniare l’obiettivo del team di Ricerca e sviluppo VTN di migliorare costantemente e perfezionare il prodotto, anche quando lo stesso è comunque già molto apprezzato dal mercato. Vista da vicino, la cesoia CI 10000 R vanta un puntale di penetrazione con uno speciale sistema di fissaggio che ne aumenta la resistenza e la durata, intercambiabile e dunque, in caso di necessità, facilmente sostituibile. Anche la rotazione è “heavy duty”: VTN ha progettato la cesoia con ralle di grande diametro, consentendole l’utilizzo anche nelle situazioni più gravose ed estreme. Le valvole di protezione e di regolatori di flusso ne assicurano un posizionamento facile e preciso.

Soluzioni VTN Dal 6 al 9 novembre a Ecomondo (Rimini) VTN proporrà le sue soluzioni per il riciclaggio e forestale di Manuela Cortesi

Pinza taglia tronchi W 1100 VTN dà un segnale a tutto il settore forestale esponendo la sua pinza taglia tronchi W 1100, parte di una delle due linee di prodotti proposte da VTN caratterizzate da grande versatilità ed impiegabili per il disbosca-

mento, la manutenzione e la bonifica di aree verdi. La pinza taglia tronchi W 1100 è concepita per escavatori da 13 a 35 ton. Il prodotto è stato studiato nella struttura e nel design, sempre realizzato con i migliori acciai altoresistenziali dell’ultima generazione.◀

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Preview Ecomondo > Emiliana Serbatoi

Qualità Emiliana A Ecomondo (6-9 novembre 2018) Emiliana Serbatoi propone la sua “Linea ecologica” e molto altro di Sandro Tozzi

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erbatoi ecologici per lo stoccaggio di oli esausti minerali e vegetali, armadi di sicurezza per lo stoccaggio di prodotti fitofarmaci e pesticidi, vasche e armadi di raccolta e contenimento per fusti e Ibc, strutture per il deposito di oli lubrificanti, sostanze tossico-nocive e oli usati. C’è questo e molto altro nella gamma “Linea ecologica” di Emiliana Serbatoi, azienda leader a livello internazionale nella progettazione, produzione e fornitura ai clienti sia nei mercati europei sia globali di serbatoi e sistemi di stoc-

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caggio, trasporto e distribuzione del carburante e più in generale di liquidi, oltre che per i sistemi di controllo e di gestione dei rifornimenti. Una linea che sarà in vetrina alla fiera Ecomondo di Rimini, dove l’azienda modenese conferma la presenza nello stand 126 nel padiglione C3. Venendo ai prodotti di Emiliana Serbatoi, diverse sono le possibilità per lo stoccaggio di oli esausti. Innanzi tutto ci sono i Quioil, da 300 o 500 litri, progettati nel rispetto delle normative ministeriali. Realizzati in polietilene ad alta densità, rotostampati, per garantirne così elevata tenuta meccanica e termica, alta resistenza fotometrica ai raggi U.V. e agli agenti atmosferici, sono idonei all’installazione anche all’esterno. Per capacità superiori, da 1.300 fino a 15mila litri, sono disponibili i serbatoi della linea SE Tank, col modello HD in prima linea: ugualmente prodotti in ottemperanza alle normative, sono costruiti in acciaio al carbonio e presentano il bacino di contenimento al 100% della capacità del serba-

toio; l’utilizzo è ideale in attività come le officine meccaniche, le industrie, le compagnie di trasporti e tutte quelle aziende che hanno necessità di stoccare gli oli esausti prima del loro conferimento ai raccoglitori autorizzati. Sempre a norma di legge sono i Securfito, ovvero armadi di sicurezza per uso interno ideati per lo stoccaggio di prodotti fitosanitari. Disponibili in vari modelli, sono costruiti con una struttura autoportante e resistente in lamiera zincata e con un trattamento anticorrosione delle porte e finitura con vernici a polvere, di elevata resistenza a lavaggio e disinfestazione. Per l’uso esterno invece sono proposti i container coibentati, sempre conformi alle normative e per lo stoccaggio di fitofarmaci e pesticidi; una ulteriore possibilità è rappresentata dalle isole ecologiche ossia box metallici, per uso esterno, idonee per lo stoccaggio e il deposito di oli lubrificanti, oli usati, sostanze inquinanti, tossico-nocive e infiammabili; fabbricate in lamiera zincata, hanno la griglia di aerazione e il bacino di contenimento. Una delle ultime novità di Emiliana Serbatoi è costituita dalla linea Emilsprayer, ovvero una serie di serbatoi per uso esterno dedicati alla nebulizzazione di pesticidi e in generale liquidi non infiammabili, compresi i deter-

Armadio portafusti


preview preview EMILIANA SERBATOI

PAD C3 stand 126 ECOMONDO

Emilsprayer

Una novità Emiliana Serbatoi: una serie di serbatoi per uso esterno dedicati alla nebulizzazione di liquidi non infiammabili

Vasca portafusti

genti. Progettati per il trattamento con precisione, sono pensati sia per l’uso domestico sia professionale, grazie alla combinazione di sistemi di stoccaggio in polietilene di diverse capacità e a una pompa a spruzzo commerciale. I serbatoi sono manufatti in polimero resistente agli agenti chimici e ai raggi UV; dotati di pompe a membrana con ciclo di lavoro continuo e valvole

in Viton resistente alle sostanze chimiche, sono forniti di lancia in alluminio che assicura un’erogazione precisa agendo sull’ugello regolabile che consente di spruzzare un unico getto o di nebulizzare il prodotto ottenendo l’effetto foschia. Il problema del posizionamento dei fusti è risolto da Emiliana Serbatoi dalle vasche di contenimento e dagli ar-

madi, con capacità massima per entrambi di 1.100 litri; mentre le vasche portafusti sono disponibili in acciaio e in polietilene e assolvono ai compiti della raccolta e del contenimento fusti e Ibc grazie alla dotazione del piano d’appoggio grigliato. Ancora maggiore sicurezza offrono gli armadi in polietilene, vere e proprie strutture chiuse con porte lucchettabili.◀

INFO Emiliana Serbatoi srl

Largo Maestri del Lavoro, 40 41011 Campogalliano (Modena), Italia Tel. +39 059 521911 Fax: +39 059 521919 info@emilianaserbatoi.it www.emilianaserbatoi.com

Container coibentato MT > n. 7 - ottobre 2018  61


Preview Ecomondo > MB Crusher

Il riciclo è una risorsa Sono tre le “R” per MB Crusher a Ecomondo: un sistema che Riduce, Riusa e Ricicla gli inerti nei cantieri di Sandro Tozzi

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comondo è prima di tutto un’opportunità, un momento per interrogarsi realmente su quali siano le buone pratiche da seguire in cantiere. Ormai è una certezza che non gestire il materiale inerte di rifiuto dei nostri cantieri è un costo, sia dal punto di vista aziendale,

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sia da quello ambientale, che non possiamo più permetterci: oggi gli scarti delle costruzioni e delle demolizioni rappresentano un terzo di tutto il rifiuto prodotto in Europa, tant’è che molti stati stanno elaborando delle legislazioni finalizzate all’obbligo del riciclo. E col riciclo gli inerti tornano a nuova

vita, diventando una risorsa produttiva in cantiere utile per realizzare le fondamenta di una nuova costruzione, gli scavi delle tubature, il fondo stradale, i giardini come elementi di decorazione. E se non trova opportunità di utilizzo in cantiere, l’inerte riciclato diventa una risorsa commerciale: può difatti essere venduto ad aziende terze. Sul riciclo i prodotti MB Crusher davvero possono indicare la strada da seguire: alla fiera Ecomondo (6-9 novembre 2018) MB Crusher presenterà la sua gamma di prodotti con il Triple R System, il sistema che riduce, riusa e ricicla il materiale inerte dei cantieri. Grazie alla gamma di prodotti MB Crusher il ciclo completo del riciclaggio degli inerti avviene direttamente in cantiere, semplificando le operazioni di frantumazione, vagliatura e movimentazione. Benne frantoio e vaglianti, pinze movimentatrici si applicano direttamente all’escavatore e lavorano utilizzandone l’impianto idraulico.


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MB Crusher

PAD C5 stand 130 ECOMONDO

MB esporrà per l’occasione alcuni dei modelli più rappresentativi della speciale gamma Triple R System: le benne frantoio e vaglianti dalle 2.6 alle oltre 70 tons, le benne frantoio e vaglianti per pale, minipale e terne dalle 2.8 alle oltre 6 tons e le pinze movimentatrici rotanti per escavatori dalle 6 alle 25 tons.

Mattone, cemento, malta, tufo, marmo. La benna frantoio MB Crusher trasforma i sassi in pezzature diverse, a seconda di quello che richiede il cantiere. Se necessario, un deferrizzatore installato sulla benna separa l’inerte dal ferro. E durante l’operazione, il nebulizzatore riduce le polveri della frantumazione a beneficio degli operatori.

La benna frantoio di MB Crusher frantuma le macerie e i materiali da scavo nello stesso cantiere che le ha prodotte. Così, un’azienda riduce i viaggi di spostamento del materiale dal cantiere alla discarica. Rispetta le limitazioni ai passaggi dei suoi autocarri che sempre più Comuni impongono sul loro territorio. E rispetta l’ambiente perché non lo inquina, e non ne sfrutta le risorse.

Entrambi i kit si azionano direttamente dalla cabina della macchina operatrice. Proprio grazie a questi sistemi tecnologici i prodotti MB possono lavorare senza problemi in ambienti chiusi (ad esempio all’interno di capannoni e gallerie) e nei centri urbani e storici. Con la benna vagliante MB il materiale viene pulito, pronto per essere riutilizzato. Oppure viene pulito prima della frantumazione, per ridurre i tempi di frantumazione del 60%.

Due prodotti, quindi, che possono essere considerati sinonimo perfetto del riciclaggio. Scegliere una benna frantoio e vagliante MB Crusher nel proprio cantiere permette di ridurre, riusare e riciclare tutto il materiale. Il riciclo è molto più di un’opportunità: è la settima risorsa più importante del mondo, ed MB Crusher sa che valorizzare il materiale inerte è la vera ricchezza di ogni produzione.◀

INFO MB SpA Via Astico, 30/A 36030 Fara Vicentino (VI) Tel: +39 0445 308148 info@mbcrusher.com www.mbcrusher.com

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Preview Ecomondo > Mantovanibenne

Cinquantacinque anni d’avanguardia Mantovanibenne a Ecomondo (Rimini, 6-9 novembre) non mancherà di portare un’ampia gamma di prodotti, qualche novità e la passione di sempre di Umberto Piagnoni

L’

ar r i v o d e l l ’ a u t u n n o coincide per Mantovanibenne con i preparativi per Ecomondo (6-9 novembre, Rimini). La fiera, che è riconosciuta come il più grande evento sulla Green Eco-

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nomy dell’area mediterranea, è ormai tappa obbligata per il gruppo mirandolese che del riciclaggio ha fatto l’essenza della propria produzione. Infatti la gamma Mantovanibenne da decenni perfeziona il concetto di attrezzature per la demolizione e il

riciclaggio, coniugando le soluzioni tecniche più all’avanguardia con gli standard produttivi tipici del Made in Italy. Quest’anno le attrezzature allo stand stupiranno non solo i nuovi visitatori ma anche i fedelissimi clienti dell’a-


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zienda emiliana. Di seguito, una breve rassegna dei modelli in esposizione.

lizione di manufatti in laterizio, legno e altri materiali leggeri.

▶▶ RP-IT Frantumatore rotante Dalla sua nascita ha sempre ricevuto grande apprezzamento dal pubblico per le sue eccellenti prestazioni, l’estrema versatilità e l’ottima manovrabilità grazie alla rotazione idraulica a 360°, utilizzabile sia per la demolizione che per il riciclaggio.

▶▶ MS – Multisystem Attrezzatura che ha un corpo fisso e kit gambe di diverse tipologie che permettono di effettuare diversi lavori con lo stesso corpo macchina. Per Ecomondo, l’azienda modenese espone il kit rotaie dedicato al settore della lavorazione di rottami e metalli.

▶▶ SGR, la linea di demolitori – selezionatori Dal design rinnovato recentemente, valvola di blocco per trattenere il materiale caricato durante la movimentazione, rotazione idraulica a 360° per un perfetto posizionamento e controllo completo dei movimenti dell’attrezzatura. Nata per la movimentazione di materiale di risulta, la linea SGR può essere utilizzata anche per la demo-

MANTOVANIBENNE PAD C3 stand 114 ECOMONDO

▶▶ Cesoie Mantovanibenne Non possono mancare le cesoie Mantovanibenne: il nuovo brand e la nuova grafica danno a questa linea di attrezzature un carattere decisamente moderno ed accattivante con prestazioni eccezionali. Riconosciute meritatamente fra le migliori cesoie idrauliche per rottame al mondo, ogni loro dettaglio tecnico è concepito per ottimizzare la resistenza della macchina e la produttività con ogni materiale. Per citarne qualcuno: rotazione idraulica 360°, valvola di velocità, cilindro rovesciato con stelo forgiato, lame sulle ganasce intercambiabili ecc. Un mix di tecnologia adatta a chi cerca una soluzione di taglio di alto livello.

Novità 2018: Magnete HM

ne: un evento celebrato lo scorso settembre insieme ai propri clienti, fornitori ed amici che hanno contribuito al raggiungimento di questo prestigioso traguardo: una storia piena di successi, ma anche avversità affrontate sempre con lo spirito e la passione di chi vuole andare sempre avanti.◀

INFO Mantovanibenne srl Via Augusto Righi, 6 41037 Mirandola (MO) – Italy UFFICIO COMMERCIALE Tel: +39 0535 615833 sales@mantovanibenne.com www.mantovanibenne.com

Mantovanibenne introduce nella propria gamma prodotti il magnete idraulico HM, con generatore interno, denti opzionali per smuovere il terreno o separare in maniera efficace il materiale e piatto magnetico ad alta resistenza per una lavorazione di grande precisione. Per chi necessita bonificare terreni dal metallo o semplicemente movimentare materiale ferroso, troverà nel magnete idraulico HM un ottimo alleato. Proprio quest’anno Mantovanibenne festeggia i 55 anni di anniversario di fondazio-

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Visto al Marmomac > Volvo CE

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er Volvo CE è già la 5° edizione del Marmomac: è una fiera che Volvo CE ha voluto e cercato. «Quando c’è stata l’opportunità», ha spiegato Luca Evangelista, Sales Director di Volvo CE Italia, «abbiamo colto l’occasione per essere presenti: ne capivamo il potenziale. Nell’arco degli anni c’è stato poi un aumento dell’entusiasmo tra noi colleghi, ma la vera risposta è stata da parte dei clienti in termini di contatti, relazioni, contratti e soprattutto macchine vendute. Questo ci ha fatto capire che eravamo sulla giusta strada.» E l’importanza di Marmomac l’hanno percepita anche alla casa madre, tanto che il lancio della nuova L350H è stato fatto proprio in questa occasione: una première tutta italiana. «Abbiamo fatto due giorni di training teorico e poi un walk-around con tutti i colleghi stranieri, questo per dare conferma del fatto che quello del marmo, in modo particolare in Italia, è un settore molto forte.»

La pala gommata L350H

Kings & Queens Volvo CE ha confermato di credere davvero nel Marmomac di Verona (26-29 settembre), tanto da aver scelto la kermesse come teatro par la presentazione della nuova pala gommata L350H di Manuela Cortesi

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Ha migliorato la precedente L350F: garantisce un’efficienza del 20%. «È un nostro must», spiega Luca Evangelista. «Volvo è sempre passo avanti rispetto a quella che può essere la richiesta dei clienti, e anche con la nuova L350H ci siamo riusciti.» Una macchina equilibrata, dalla grande produttività, efficienza, con un innegabile risparmio di carburante. Carlo Rondinini (Product Department Manager Volvo CE Italia) non ha dubbi: «Questa macchina è stata migliorata in termini di efficienza, il che significa non solo che la macchina consuma meno, ma anche che produce meglio.» Il nuovo motore D16 è in grado di erogare una coppia elevata a basso regime. È lo stesso motore precedente che però vanta un’evoluzione determinan-


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Luca Evangelista

Sales Director (a sinistra)

Carlo Rondinini

Product Department Manager (a destra)

Caratteristiche L350H In base alla configurazione della macchina: Braccio standard, benna a tagliente diritto da 7,3 m³ (9,5 yd³) con denti e segmenti.

Carico statico di kg ribaltamento a tutto sterzo lb Capacità benna m3 yd3 Pinze per tronchi m2 ft2 Peso operativo kg lb Forza di strappo kN lbf Motore Potenza massima a giri/min giri/s ...SAE J1995 lorda kW CV ...ISO 9249, SAE J1349 netta kW CV Pneumatici te in caso di cave sotterranee: ora è allineato alle ultime normative in termini di emissioni grazie a un filtro anti-particolato catalizzatore, niente più filtri da installare a posteriori dunque, come nel modello precedente, in caso di ambienti in sotterranea. Oltre a un ottimo motore, Volvo CE riesce a garantire un 20% di efficienza in più grazie al nuovo impianto idraulico load-sensing di seconda generazione:

Tier 3 34.290

Tier 4 final 34.290

75.596 6,2-12,7 8,1-16,6 5,5-6,3 9,2-67,8 50.000 - 56.300 110.231- 124.120 472,8 106.280 Volvo D16E 1.800 30,0 397 540 394 532 35/65 R33

75.596 6,2-12,7 8,1-16,6 5,5-6,3 59,2-67,8 50.000 - 56.300 110.231-124.120 472,8 106.280 Volvo D16E 1.800 30,0 397 540 394 532 35/65 R33

in questo Volvo ha un brevetto sulle pale gommate. Il sistema è studiato in modo tale che la macchina, quando per esempio abbassa il braccio o rovescia la benna, non utilizzi più la pompa idraulica: grazie a un sistema di valvole l’olio che esce dal fondello rientra sulla testata e la quantità d’olio in eccesso viene mandata direttamente a scarico, con un netto risparmio di energia.

La macchina ha un nuovo motore con una turbina a geometria variabile, raffreddata ad acqua. La turbina a geometria variabile permette, soprattutto quando si fanno lavori di cava, di avere una risposta del motore più pronta in particolare a bassi regimi: sollevare un blocco con il motore al minimo è ancora più facile. In mostra al Marmomac la versione block-handler heavy duty. Volvo CE fornisce la L350H in versione standard, in versione block-handler, e in versione block-handler heavy duty. La L350H heavy duty monta zavorre addizionali in aggiunta alla zavorra standard (la macchina ha qualche cm in più in termini di lunghezza massima). In aggiunta, l’equipaggiamento block-handler prevede cerchi adeguati agli impieghi più gravosi. «Questa macchina ha un peso operativo di circa 60 tonnellate»,

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Visto al Marmomac > Volvo CE

spiega Carlo Rondinini, «poi certo dipende dal tipo di applicatore che viene utilizzato: può variare da 58 a 62 tonnellate a seconda che sia equipaggiata con le forche o con la benna, e a sua volta a seconda del tipo di benna che viene utilizzato. Sono 60 tonnellate anche la capacità che ha la macchina sul sollevamento. Quando la macchina solleva più di 60 tonnellate, la parte posteriore della macchina tende a sollevarsi e i carichi in gioco sono 60 della macchina e 60 del blocco, ovvero 120 tonnellate sulle due ruote anteriori. Quindi i cerchi devono essere cerchi

resistenti per evitare di avere deformazioni durante l’operazione: ecco la necessità della versione block-handler.» Un’altra curiosità: sia nella versione block-handler che nella versione block-handler heavy duty i cilindri sono a sezione maggiorata per conferire alla macchina una maggiore forza di sollevamento. Un’ulteriore cambiamento sulla macchina, relativo all’applicazione specifica per i blocchi, è sul distributore. Nella versione block-handler heavy duty sia le pressioni sia il settaggio delle valvole in scarico sono state ritoccate di

Tre modalità idrauliche

Per ridurre l’affaticamento dell’operatore e facilitarne l’uso, il modello L350H può essere personalizzato con una scelta di tre modalità idrauliche in base al livello di sensibilità desiderato dell’operatore e modificabili dalla cabina: soft, normal o active

Cerchi block-handler

Esposti a Marmomac la versione per impieghi più gravosi in grado di sostenere anche le sollecitazioni più importanti

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circa un 10% in più per conferire alla macchina la forza necessaria per poter avere prestazioni più elevate. Il modello block-handler è possibile richiederlo equipaggiato con il freno motore.


Il dumper A30G Un buon dumper deve essere in grado di trasportare il materiale in sicurezza e l’operatore deve avere un buon feedback dal mezzo: con il dumper A30G di Volvo CE entrambe i requisiti sono soddisfatti. Stabilità, potenza: un motore D11 e senza filtro anti particolato e trasmissione in linea, che permette di avere un bilanciamento più alto della media dei dumper evitando la perdita di stabilità dovuta a buche. Una caratteristica davvero unica del dumper Volvo è la gestione degli assali. «Questa macchina normalmente

ha 4 ruote motrici», spiega Carlo Rondinini. «Se una di queste ha uno slittamento la macchina se ne accorge – c’è il sistema ATC che ne gestisce il bloccaggio – e inserisce anche l’ultimo assale, ma solo quando serve: un risparmio importante in termini di consumo carburante e gomme.» Un altro punto di forza del dumper A30G è lo sterzo. «In una macchina tradizionale avrei un sistema orbitrol, che per come è costruito ha dei trafilamenti interni abbastanza importanti. Quando una macchina di questo tipo entra in una buca, i trafilamenti fan-

no sì che ci sia un disallineamento tra il telaio anteriore e quello posteriore. L’operatore deve ogni volta correggere questo disallineamento, e sentendosi insicuro cala la velocità. Con il dumper A30G non è così. C’è una barra compensatrice che tiene in memoria la posizione tra il telaio anteriore e il telaio posteriore: quando c’è un disallineamento senza che ci sia stato un input dal volante, la macchina si raddrizza automaticamente senza bisogno che sia l’operatore a correggere il disallineamento. Questo permette all’operatore di guidare molto più rilassato e di mantenere delle velocità rilevanti.» Nella versione in fiera, il dumper era equipaggiato con un flatbed, un allestimento che permette di spostare un blocco di 29 tonnellate: un aumento della capacità di questa macchina rispetto alla serie G che era 28, ora è stata alzata a 29 tonnellate.◀

Un semaforo

Sopra lo specchietto un sistema di luci semaforiche indica all’operatore a che punto siamo in base al limite di carico ammesso

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Visto al Marmomac > Dazzini Macchine

Dazzini ci dĂ un taglio Una chiacchierata con Carlo Scaletti di Dazzini per capire tutti i vantaggi della tagliatrice a catena QST30000D, ottima alternativa al filo diamantato di Manuela Cortesi e Noemi Aime

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La tagliatrice QST30000D

La QST3000D può montare tipi di catena differenti con differenti utensili per meglio adattarsi al tipo di pietra e alle esigenze del caso

Dazzini leader in un settore particolarissimo delle attrezzature per macchine del movimento terra e in generale dell’escavazione in cava. Ora però la tecnologia si sta evolvendo, per superare i limiti intrinsechi del filo diamantato. Allo stand Dazzini Carlo Scaletti ci ha spiegato come.

La tagliatrice QST30000D

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a Dazzini srl non rinuncia al proprio stand storico al Marmomac, la kermesse veronese dedicata alle tecnologie del marmo tenutasi dal 26 al 29 settembre. «Ormai clienti e amici ci cercano qua, all’interno del padiglione 5. Il Mamormac è un appuntamento irrinunciabile per noi, ci teniamo a essere presenti», spiega Carlo Scaletti, Sales Manager di Dazzini. La Dazzini

Macchine nasce come officina meccanica per assistenza e servizio in cava, situata nel cuore delle cave di Carrara, e oggi è un’azienda leader nel settore dell’escavazione del marmo e granito, grazie al continuo aggiornamento tecnologico ed all’esperienza più che trentennale nella lavorazione in cava. La specializzazione nella tecnologia di taglio con filo diamantato ha reso la

«Nelle cave ci sono diverse fasi per fare un blocco ornamentale. La prima fase è tagliare la montagna: ci sono tutte le fratture naturali quindi quando ribalto la bancata non ho il blocco già squadrato. Bisogna fare una selezione per avere poi il blocco più grosso con meno scarto possibile. All’inizio si faceva la riquadratura con le macchine a filo. Le macchine a filo però hanno dei limiti: per prima cosa è necessaria una fonte d’acqua, e non ultimo bisogna far passare il filo, operazione questa lunga e talvolta pericolosa.» Alla Dazzini hanno studiato un metodo alternativo e hanno proposto una soluzione, ben sintentizzata nella tagliatrice a catena esposta in fiera: la QST30000D. «Dall’esigenza di fare una riquadratura più veloce è nata l’idea di affidarsi alla catena, perché la catena può tagliare senza acqua.» In questo modo si risolve il problema di taglio in tutte quelle

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Visto al Marmomac > Dazzini Macchine

Si può lavorare di notte e di giorno e con qualsiasi condizione climatica: la cabina può essere dotata di condizionatore oppure l’operatore può rimanere all’interno di un ambiente termicamente isolato

Prolunghe, come optional, per tagliare anche fuori dalla sagoma della macchina

zone dove il rifornimento idrico è un problema. «Senza la necessità di acqua, cave in zone secche tipo le regioni nordafricane o semplicemente alcune aree della nostra Sardegna hanno vita facile. Secondariamente il taglio diventa più veloce perché non devo fare nessun posizionamento di filo: fa tutto il Caterpillar», prosegue Carlo Scaletti. Poi con lo studio e le applicazioni la tecnologia è migliorata: prima l’equili-

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brio di taglio era possibile solo all’interno della sagoma della macchina, ora invece la è possibile uscire fuori sagoma, fino a 3 metri di altezza: Dazzini fornisce anche delle prolunghe per aumentare il range. «Questo mi permette di dare un taglio da una parte, spostare la lama, e dare un taglio dall’altra parte. Quindi è molto più veloce perché non c’è movimentazione del mezzo. L’esigenza principale è stata quella di fare

la riqaudratura. Per il taglio del monte, infatti, ormai la tecnologia è assodata e si conosce, invece nella riquadratura ci sono problemi maggiori.» E i costi? «Certo la macchina a filo costa un po’ di meno, ma si resta legati alla necessità dell’acqua e in generale è una macchina con meno produttività: vedere per credere. E inoltre ha molta più forza e garantisce una maggiore produttività.»


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Un’altra protagonista: la sezionatrice PD1500 Nata con la stessa esigenza della riquadratura, la sezionatrice a filo diamantato garantisce immediatamente una superficie di taglio più liscia, con un taglio di appena 10 mm. La forza di questa sezionatrice? Il prezzo: il costo è quasi 1/3 rispetto alla omologa precedente. Rispetto alla tagliatrice è più precisa e spreca meno materiale, ma richiede acqua in cava ed è certo più complicata da posizionare. Dazzini per ovviare al problema del posizionamento, comunque, prevede il binario che permette la traslazione senza muovere la macchina. La PD1500 ha una trasmissione motore volano a cinghia che viene sfruttata anche come frizione in caso di sforzo eccessivo come ultima ipotesi. La macchina è inoltre dotata di un relè termico che interviene in caso di sovraccarico del motore e, prima Il matrimonio perfetto è con il Caterpillar 432. Carlo Scaletti continua: «Noi abbiamo progettato la macchina solo per il Caterpillar, minimo ci vuole un Caterpillar 432: altrimenti le pompe non riescono a mandare tutto nell’impianto idraulico.» Ovviamente il sistema è fornito di radiocomando. «Il radiocomando è stato introdotto quando i nostri concorrenti non ce l’avevano ancora. Quando una persona è dentro alla cabina chiaramente ha una visuale ridotta. L’operatore arriva, posiziona la macchina, scende, e va intorno al blocco con il radiocomando e ho tutta la precisione per piazzare la macchina.» E le tempistiche? «Ci vuole un mese a montare la macchina. La parte più complessa per noi è prendere i tubi idraulici della pompa del Caterpillar e collegarli all’impianto.» Una tagliatrice che piace questa QST30000D, soprattutto fuori dall’Italia. «L’85% del nostro fatturato viene dall’estero. Un mese fa,

ancora, ci sono due controlli automatici elettronici: il primo stabilisce una corrente massima settabile in fase di taglio e un secondo controllo tramite una cella di carico anch’essa settabile, che stabilisce lo sforzo massimo da imprimere al filo diamantato. La PD 1500 utilizza un filo diamantato ad anello chiuso di lunghezza 16,80 m, con un carico di rottura di 1800 kg. La cella di carico viene tarata a circa 200 kg per rientrare tranquillamente nei parametri imposti dalla normativa europea. La PD1500 utilizza due motori elettrici: uno da 30 hp comandato da inverter per il trascinamento del filo diamantato e regolazione della velocità del filo diamantato e un altro motore da 2 hp che aziona una pompa idraulica per i movimenti della macchina. Tutti i comandi di posizionamento prima di eseguire il taglio, il taglio

stesso e il controllo avvengono tramite una pulsantiera a distanza per poter rispettare le distanze di sicurezza.

Specifiche tecniche QST3000D Base Taglio utile Spessore taglio Velocità catena Altezza massima Traslazione tot. laterale Utensile Lubrificazione Elettricità

CAT432D 3.40 m 26/38/42 mm 0-1.0 mt/sec 3.20 m (con prolunga) 2.48 m (con prolunga) PCD o widia Automatica tramite pompa a grasso biodegradabile Nessun uso di elettricità

per esempio, ne abbiamo spedita una in America.» Sull’assistenza Dazzini ha saputo come organizzarsi. «Il tempo di fermo, che è quello che spaventa di più in cava, non c’è quasi mai. I ricambi, a parte la catena, sono tutti pezzi che facciamo noi oppure componentistica idraulica di largo consumo. L’unico problema che può venir fuori, ma che non abbiamo mai riscontrato, può essere la differenza metrica tra i pollici e i centimetri. Ultimamente, però, tutti

gli innesti idraulici vengono misurati in pollici anche in Europa.»◀

INFO Dazzini Macchine srl Viale Zaccagna, 6 54033 Carrara (MS) - Italia Tel: +39 0585 50226 Fax: +39 0585 855874

dazzini@dazzinimacchine.com

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Preview EIMA > Trevi Benne

TREVI BENNE Pad 25bis Stand A51

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Un tuffo nell’agricolo Trevi Benne all’EIMA, l’Esposizione Internazionale di Macchine per l’Agricoltura e il Giardinaggio prevista per il 7-11 novembre 2018 prossimi a Bologna, proporrà una scelta di attrezzature interessanti per il regno della meccanizzazione agricola di Manuela Cortesi

T

revi Benne non teme il confronto. Anche se il settore della meccanizzazione agricola non è propriamente il suo habitat, l’azienda vicentina propone soluzioni in grado di semplificare il lavoro dell’operatore impiegato nella bonifica, nel ripristino ambientale, nella separazione e movimentazione del materiale organico. Trevi Benne a Bologna all’EIMA, l’Esposizione Internazionale di Macchine per l’Agricoltura e il Giardinaggio (7-11 novembre 2018) si propone di esporre 4 attrezzatture distinte, che vanno a coprire altrettante tipologie di prodotto Trevi Benne.

è progettata per l’abbattimento e il disboscamento di tronchi, di cespugli ad alto fusto e per il diradamento di arbusti di differenti dimensioni. Disponibile in 6 modelli, ideale per le aziende che eseguono manutenzione del verde stradale, per i consorzi di bonifica e per le imprese che operano nel settore ecologico e di valorizzazione ambientale. è strutturalmente indicata per operare in punti critici e di difficile accesso lungo cigli stradali, ripide scarpate, ar-

gini e frutteti. La branchia centrale di accumulo consente di effettuare tagli multipli e si ha la possibilità di regolare l’apertura di taglio in base al diametro del fusto.

Linea WT ▶▶ 6 modelli ▶▶ pesi: da 340 a 2.060 kg ▶▶ pesi escavatore: da 4,5 a 35 ton ▶▶ ø tronco: da 150 a 500 mm ▶▶ rotazione: sì.

La pinza abbattitricedeforestatrice WT 010 La pinza abbattitrice-deforestatrice modello WT 010 di Trevi Benne sarà montata su un escavatore Volvo EWR 150E. Tra le peculiarità della pinza WT, la possibilità di regolazione dell’apertura di taglio in base al diametro del fusto e anche la possibilità di avere una branchia centrale di accumulo per favorire tagli multipli

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Preview EIMA > Trevi Benne

La pinza selezionatrice modello PMG 10C La pinza selezionatrice modello PMG 10C indicata sia per la demolizione di strutture di media consistenza, sia per la movimentazione e selezione di materiali di varia natura. Prodotta in ben 12 modelli, è raccomandata per demolizioni di fabbricati ed edifici di bassa resistenza, per una selezione mirata e il carico dei materiali di risulta in cantiere, per una specifica separazione in discarica e per la movimentazione dell’inerte nei centri di riciclaggio. Linea PMG ▶▶ 12 modelli ▶▶ pesi: da 75 a 3.870 kg ▶▶ pesi escavatore: da 0,5 a 75 ton ▶▶ aperture: da 600 a 3.050 mm ▶▶ rotazione: sì.

La pinza spaccalegna modello WS 008 La pinza spaccalegna modello WS 008 è realizzata per la riduzione volumetrica a terra di grossi tronchi di legno precedentemente tagliato. Sezionare il tronco è indispensabile per ottimizzare l’eventuale movimentazione e trasporto, agevolare le successive fasi di lavorazione (accatastamento, cippatura, triturazione) e per velocizzarne l’asciugatura interna per effetto naturale. Una robusta rotazione idraulica continua permette alla pinza di sezionare il tronco perfettamente al centro, riducendo le operazioni di spostamento e movimentazione, mentre il profilo delle chele è studiato per ridurre lo sforzo di penetrazione delle lame nel tronco, operazione agevolata inoltre dalla presenza di rulli. Linea WS ▶▶ 5 modelli ▶▶ pesi: da 200 a 2.370 kg ▶▶ pesi escavatore: da 2,5 a 35 ton ▶▶ aperture: da 600 a 1.760 mm ▶▶ rotazione: sì.

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La benna vagliatrice modello BVR 12e La benna vagliatrice modello BVR 12e, un’attrezzatura estremamente versatile e compatta, concepita per operazioni di selezione e vagliatura. Viene raccomandata per la selezione dei ciottoli lungo i corsi d’acqua, la costruzione di gabbie di contenimento sul greto di un fiume, la selezione dei materiali di risulta dopo una demolizione, la bonifica di terreni sassosi, l’asportazione dei sassi lungo le spiagge, la separazione di rifiuti organici in discarica, il recupero inerti in ristrutturazioni edilizie, la manutenzione del verde pubblico e privato e la copertura delle tubature in opere di canalizzazione.

INFO Linea BVR ▶▶ 9 modelli ▶▶ pesi: da 110 a 4.900 kg ▶▶ pesi escavatore: da 1,4 a 65 ton ▶▶ larghezza: da 520 a 2.120 mm ▶▶ resa: da 0,08 a 2,7 m3.◀

Trevi Benne S.p.A. Via Bergoncino, 18 36025, Noventa Vicentina (VI) Tel +39 0444 760773 info@trevibenne.it www.trevibenne.it

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L’evento > CIFA

A quota 90 CIFA celebra i suoi 90 anni dalla fondazione con una nuova veste per il Museo e una macchina “Special Edition” di Umberto Piagnoni

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l logo che emerge dal calcestruzzo, rappresentazione della solidità che CIFA – forte della sua storia – conferma ogni giorno dagli anni dalla sua fondazione. Questa è l’immagine scelta dall’azienda per festeggiare il proprio novantesimo, le cui celebrazioni si sono svolte nell’ultima settimana di settembre in concomitanza con il restyling del Museo CIFA e il lancio di una pompa autocarrata “Special Edition” con livrea dedicata. La nuova veste del Museo, membro dell’associazione Museimpresa, che si trova presso il quartier generale dell’a-

zienda a Senago, è stata l’occasione per ripercorrere la storia dalle origini a oggi, novant’anni in cui CIFA è passata da azienda famigliare a grande realtà internazionale, che conta oggi 600 dipendenti e diverse filiali in tutto il mondo. Un restyling che ha voluto mettere in evidenza il valore dell’innovazione, creando nella sede museale due nuove aree dedicate alla tecnologia ibrida e alla fibra di carbonio, in quanto soluzioni rappresentative dell’evoluzione dei prodotti CIFA negli ultimi anni. Così, accanto alla classica timeline con la storia di CIFA, all’area dedicata alle macchine

storiche e a quella esperienziale che simula il cantiere, il percorso diventa interattivo grazie a una nuova applicazione che consente di simulare in 3D il funzionamento della betoniera CIFA E9, uno dei modelli di punta appartenente alla gamma di macchine ibride della serie Energya. Un progetto pionieristico nel settore dei macchinari per la distribuzione del calcestruzzo che consente un notevole risparmio economico con una significativa riduzione di consumi, rumorosità ed emissioni di CO2. «Il restyling del nostro museo ha voluto mettere al centro il concetto di Driven by Innovation, l’innovazione come principale motore non solo per ideare soluzioni sempre all’avanguardia, ma soprattutto per dare valore aggiunto ai nostri clienti, offrendo loro prodotti in grado di anticipare le esigenze operative e garantendone la sicurezza», ha commentato l’Ing Davide Cipolla, CEO di CIFA. «Per questo CIFA vuole raccontare la propria storia attraverso le soluzioni e le macchine che ha realizzato negli anni, attraverso ciò che sa fare meglio: innovare.»

La macchina Special Edition Diverse sono state le iniziative dedicate a dipendenti, partner e clienti di CIFA. Proprio ai clienti l’azienda ha deciso di dedicare un prodotto unico e speciale: una serie limitata di pompe autocarrate con livrea dedicata, disponibili in tre modelli K42L, K45H e la nuova K47H che verrà introdotta nella serie Carbotech standard a seguito di questa prima unità Special Edition. Il modello K47H è attualmente la pompa più lunga e leggera presente sul mercato che è possibile montare restando nei limiti legali

Il museo

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La storia Era il 7 luglio 1928 quando il fondatore, l’ing. Carlo Ausenda, firmò l’atto costituente della Compagnia Italiana Forme Acciaio, il cui acronimo è CIFA. Nonostante la depressione economica del ’29, CIFA introdusse in Italia l’innovativo concetto di casseforme in acciaio in sostituzione ai tradizionali casseri in legno. Gli anni del secondo dopoguerra coincidono con l’affermarsi del calcestruzzo quale materiale d’eccellenza sia nelle infrastrutture sia gli edifici industriali e residenziali. CIFA coglie immediatamente questa nuova opportunità di mercato, introducendo alla fine degli anni ‘50 due nuovi prodotti che porteranno notevoli trasformazioni nel processo industriale del settore: gli impianti di betonaggio e la prima autobetoniera, la “400”. Negli anni ’70 CIFA progetta la sua prima pompa autocarrata per il calcestruzzo, la “554”, entrando a pieno titolo tra i costruttori mondiali di pompe. Tra le più rivoluzionarie innovazioni di cui l’azienda è stata protagonista nella sua storia, la betonpompa occupa certamente un posto di rilievo. Per la prima volta in assoluto, infatti, un costruttore abbinava in una sola

macchina la capacità di trasportare il calcestruzzo e quindi di gettarlo in cantiere. La prima betonpompa CIFA viene presentata nel 1974. Nel 1983 nasce la “Pompuno”, dotata di bracci a 2 o 3 sezioni montati anteriormente e gruppo pompante trasversale con innovativa “valvola S”. Nel 1987 lo Spritz System segna una profonda innovazione nel settore del tunneling, rendendo possibile per la prima volta gettare il calcestruzzo direttamente sulle pareti di una galleria. Il 19 settembre 2008 CIFA entra a far parte del gruppo cinese Zoomlion: un passaggio epocale che segna la storia dell’azienda italiana e la lancia definitivamente in uno scenario globale. Nuovi materiali, elettronica e design. È dal mix di questi tre aspetti che nascono gli innovativi prodotti lanciati negli ultimi anni da CIFA. A cominciare dall’autobetoniera Energya, il primo modello in assoluto di betoniera ibrida, con motore elettrico alimentato da un gruppo di batterie al litio, che abbatte i consumi, i rumori e le emissioni di CO2 fino alla linea di pompe Carbotech con 2 sezioni di braccio in fibra di carbonio.

europei di 32 tonnellate su 4 assi. Grigio antracite opaco, arancione CIFA metallizzato e grigio metallizzato Carbotech sono i tre colori che rendono la pompa del 90° un pezzo unico e memorabile. Proprio per questo ogni esemplare è dotato di una targa celebrativa con il numero di serie. La presenza del logo del 90° connota la pompa per l’occasione.◀

INFO CIFA SpA Via Stati Uniti d’America, 26 ​20030 Senago (MI) Italia Tel.: +39.02.990131 Fax: +39.02.9981157 www.cifa.com

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