Commercio Italia n.5 | Giugno - Luglio 2018

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Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - Stampe Periodiche in Regime Libero - 70% CN/FC/AUT.0022

Anno XXXII n.5 | Giugno-Luglio 2018

L’intervista

Focus Azienda

Visto in Fiera

SPS IPC Drives Italia

FASB Linea 2

Linde Material Handling

Buttarsi nella giungla: Intervista a Sonia Bonfiglioli

Piccoli ma ambiziosi

Con Linde il magazzino del futuro è già presente


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Direttore editoriale Manuela Cortesi – manuela.cortesi@scimedia.it Hanno collaborato a questo numero: Vincenza Camaggi, Porfirio Ferrari, Emanuele Giovannini, Umberto Piagnoni, Marianna Senni, Miriam Spada, Sandro Tozzi Ufficio amministrazione Tel. +39 0542 22601 - E-mail: info@scimedia.it Abbonamenti Italia: € 40,00 - Estero: € 75,00 Ufficio abbonamenti Tel. +39 0542 22601 E-mail: abbonamenti@scimedia.it Stampa GRAFICHE MDM - Forlì

News > Le brevi a cura della redazione Alta qualità

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Visto a SPS IPC Drives Italia > Bosch Rexroth Bosch Rexroth vive nel futuro di Manuela Cortesi p. 20

Periodicità Sono previsti 8 numeri/anno Spedizione Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - Stampe Periodiche in Regime Libero - 70% CN/FC/AUT.0022 Registrazione Aut. Tribunale di Ravenna n. 830 del 06/04/1987

Commercio Italia SCI media srl Via Cavour, 62 - 40026 Imola (BO) - Italia P. IVA 03618411205 - R.E.A. BO-533436 Tel. +39 0542 22601 - E-mail: info@scimedia.it www.scimag.news Per le immagini pubblicate si resta a disposizione degli aventi diritto che non si siano potuti reperire

L’intervista SPS IPC Drives Italia

Buttarsi nella giungla: Intervista a Sonia Bonfiglioli

Focus Azienda FASB Linea 2 Piccoli ma ambiziosi

Visto in Fiera Linde Material Handling Con Linde il magazzino del futuro è già presente

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Focus azienda > FASB Linea 2 FASB Linea 2: piccoli ma ambiziosi di Marianna Senni p. 24

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Direttore responsabile Emanuele Giovannini emanuele.giovannini@scimedia.it

Anno XXXII n.5 | Giugno-Luglio 2018

n.5 | Giugno-Luglio 2018

Anno XXXII n. 5 | giugno - luglio 2018

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09/07/18 12:38

L’intervista > Fai Filtri Fai Filtri: prima le persone di Manuela Cortesi p. 48 Visto a Intralogistica > Linde Material Handling Con Linde il magazzino del futuro è già presente di Marianna Senni e Manuela Cortesi p. 52 Cura del verde > EGO Power+ Un giardino... cordless di Umberto Piagnoni

Visto a SPS IPC Drives Italia > Gefran Tutto e anche di più di Marianna Senni e Manuela Cortesi p. 30 Visto a SPS IPC Drives Italia > Bonfiglioli Buttarsi nella giungla di Manuela Cortesi p. 36 Visto a Intralogistica > Degrocar Mitsubishi Una rivoluzione che si chiama OPB 12 NEFP di Marianna Senni p. 44

p. 58

Test in cava > Volvo Trucks L’alternativa Trucks di Manuela Cortesi p. 60

L’evento > Faster La volontà di eccellere di Manuela Cortesi

p. 68

Lubrificanti > Texaco Delo Texaco Delo sbarca in Italia di Marianna Senni p. 74


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Editoriale

Se a pagare saranno i piccoli di Manuela Cortesi

C

e n’eravamo già ac-

di “disuguaglianza di settore”: si

il sorpasso della Cina sugli Stati

corti con la moto-

viene a creare un piccolo grup-

Uniti per quanto riguarda il pri-

rizzazione e l’elet-

po leader altamente produttivo

mato dei brevetti nei prossimi

trificazione: per sta-

mentre il resto delle aziende re-

tre anni. Il Giappone, un tempo

re al passo con le normative c’è

sta in panchina. Colpa, questo,

secondo, è ormai al terzo posto

bisogno di investimenti in me-

dei costi che le aziende devono

dietro alla Cina, che genera il

rito a ricerca e sviluppo, e i co-

sostenere per gli investimenti:

20% dei brevetti internazionali.

struttori medio-piccoli si trova-

non tutti se li possono permette-

Tra guerre economiche, dazi,

no a rincorrere i colossi, che per

re. C’è da dire che, soprattutto in

sfide tecnologiche, speriamo

quanto riguarda gli investimen-

merito alle migliorie in fabbrica,

che a farne le spese non siano

ti possono non badare a spe-

molti produttori medio-picco-

i medio-piccoli, linfa di un set-

se. A SPS (Parma, 22-24 mag-

li guardano con riluttanza all’i-

tore variegato come il nostro.◀

gio 2018) pionieri come Bosch

dea di investire in tecnologie e

Rexroth ci hanno letteralmente

automazione, non avendo chia-

mostrato la fabbrica del futuro.

ro quanto investimenti del ge-

Ora arriva la conferma per gli

nere possano influire sulla loro

scettici: un rapporto del World

crescita e produttività.

Economic Forum e Accenture

Del resto, basta guardare allo

eseguito studiando oltre 16.000

scontro Cina e Stati Uniti per

soggetti, conferma che le azien-

capire quanto la tecnologia sia

de che investono in robotica e

la linfa dell’economica di oggi.

altre tecnologie digitali aumen-

Uno dei fattori – se non il prin-

tano la produttività e i profitti. In

cipale, secondo alcuni osser-

particolare a fruttare sono l’in-

vatori – dello scontro dei dazi

telligenza artificiale e l’analisi dei

è proprio il timore degli Stati

big data: per ogni dollaro inve-

Uniti di vedersi soffiare via la

stito offrono il massimo ritorno

leadership tecnologica. Timore

monetario, equivalente a circa $

più che fondato: la Wipo, l’Or-

1,90. L’allarme lanciato dallo stu-

ganizzazione mondiale per la

dio è la creazione di una sorta

proprietà intellettuale, prevede

4  CI > n. 5 - giugno-luglio 2018

*fonti: https://www-independent-co-uk.cdn.ampproject. org/c/s/www.independent.co.uk/ news/business/news/techgap-businesses-widening-robots-ai-job-productivity-profitscosts-a8334921.html Il Sole 24 Ore: “Usa contro Cina: guerra per l’economia dell’innovazione”, di Gianluca Di Donfrancesco - 13 aprile 2018



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News > Le brevi

Goodyear

Goodyear si conferma leader dei servizi per le flotte Trans Italia Logistica e Trasporti sceglie l’offerta completa di FleetFirst Goodyear è orgogliosa di annunciare che un’importante azienda di trasporto, Trans Italia Logistica e Trasporti, ha scelto la sua offerta di prodotti e servizi dedicati alle flotte per svolger al meglio il proprio business e continuare il proprio percorso di crescita. Trans Italia Logistica e Trasporti, azienda con sede a Mercato San Severino (Salerno) è un network che si estende in tutti i punti nevralgici per l’economia ed il commercio europeo, ha scelto Goodyear come partner per la fornitura di pneumatici per il proprio parco circolante. La flotta, composta da 350 trattori e 1.750 rimorchi, gestisce ogni genere di materiale, dalle merci pericolose (ADR), ai rifiuti, ai generi alimentari, ai trasporti eccezionali. Antonio D’Auria, Responsabile Acquisti di Trans Italia commenta: «Abbiamo scelto Goodyear come partner perché propone un’offerta completa, che a pneumatici di altissima qualità unisce utili servizi di supporto alle flotte. La sola offerta di pneumatici infatti non è più sufficiente per il successo in questo settore e Goodyear mette a nostra disposizione un pacchetto completo che permette di ridurre significativamente i costi di gestione». Il programma Goodyear di supporto alle flotte, FleetFirst, è costituito da una serie di servizi che aiutano gli operatori a gestire al

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meglio i propri veicoli, come il software gestionale Fleet Online Solutions, l’assistenza stradale ServiceLine24H, la rete di rivenditori paneuropei Truck Force e il servizio di Retread. La rete TruckForce è diffusa in tutta Europa con oltre 2.000 rivenditori ubicati strategicamente in 28 Paesi europei e ben 120 centri in Italia, al fine di offrire alla flotta un servizio tempestivo e preciso, oltre a evidenti vantaggi in termini di semplificazione ed efficienza gestionale. FleetOnlineSoutions (FOS) di Goodyear è il programma di gestione dei pneumatici già adottato da 350.000 veicoli, utile a ridurre il Costo Totale di Possesso attraverso una diminuzione dei costi amministrativi e della mole di documenti cartacei. La riduzione dei costi amministrativi e di documenti cartacei è resa possibile da un sistema centralizzato di fatturazione e da un unico punto di contatto per gestire il parco pneumatici della propria flotta. A ciò si aggiunge la certezza di condizioni concordate e fisse. Goodyear ServiceLine24h fornisce un servizio di assistenza stradale in tutta Europa 24 ore su 24,

365 giorni l’anno, riduce al minimo i tempi di fermo veicolo che, per queste chiamate, sono in media di soli 123 minuti. La maggioranza degli incidenti sono presi in carico dagli oltre 2.000 TruckForce dislocati in tutta Europa. Il Multiple Life Concept di Goodyear, infine, unisce la riscolpitura alla ricostruzione ed è volto a ridurre il costo di possesso dei pneumatici e aumentarne il chilometraggio, rispetto all’alternativa rappresentata dall’utilizzo di pneumatici nuovi. Grazie al prolungamento della vita del pneumatico si generano notevoli vantaggi per l’ambiente: minore impiego di materiali e riduzione nei consumi di carburante, con conseguente riduzione delle emissioni di CO2. Trans Italia, infatti, è da sempre attenta all’ambiente e studia continuamente programmi e progetti per rendere meno inquinanti tutte le fasi del trasporto e del lavoro presso le proprie strutture: dall’impianto di lavaggio al riciclo dei mezzi, all’archiviazione documentale ottica di tutti i documenti, agli arredi in cartone, all’implementazione della flotta con trattori LNG (Gas Naturale Liquefatto).



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News > Le brevi

ivs

Industrial Valve Summit: ritorna il più importante evento internazionale dedicato alle valvole industriali Il comparto italiano delle valvole Oil&Gas si attesta leader in Europa davanti a Germania, Regno Unito e Francia Si è svolto a Milano presso Palazzo delle Stelline la conferenza stampa di presentazione della terza edizione di IVS - Industrial Valve Summit, il più importante evento internazionale dedicato alle tecnologie delle valvole industriali e alle soluzioni di flow control, promosso da Confindustria Bergamo ed Ente Fiera Promoberg, che si svolgerà a Bergamo il 22 e 23 maggio 2019. Dopo i successi delle due precedenti edizioni, Industrial Valve Summit ritorna come campione di valorizzazione del Made in Italy, portando in evidenza e mettendo a sistema competen-

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ze, risorse e know how uniche al mondo. La manifestazione internazionale si conferma strumento di promozione sia dell’eccellenza della produzione industriale nazionale sia dell’economia locale lombarda, considerata la costante crescita dell’indotto durante i giorni della fiera. Dopo le 3.500 presenze registrate, nel 2015, alla prima edizione, e le circa 8.000 della seconda, datata 2017, IVS punta a un terza rassegna ancor più ricca in termini di visitatori, espositori, eventi, conferenze e opportunità di networking. L’area espositiva accoglierà più di 250 espositori ricoprendo una superficie di 10.000 mq e sono attesi circa 10.000 visitatori provenienti da 5 continenti e oltre 60 paesi in tutto il mondo. Il comparto nazionale delle valvole Oil&Gas registra un valore superiore a quello delle altre grandi aree produttive europee, confermandosi come punto di riferimento a livello internazionale. I dati ufficiali sono stati riportati nella ricerca che Industrial Valve Summit ha commissionato a Prometeia - società leader negli studi per gli investitori istituzionali - sulle valvole Oil&Gas e che sono stati presentati in conferen-

za quest’oggi: il valore del mercato di riferimento si attesta attorno ai 3.3 miliardi di euro, con un totale di addetti di circa 11.000 unità divise tra oltre 300 imprese. Il “Made in Italy” è, dunque, leader con il 31% del totale sulla produzione europea, seguito da Germania (26%), Regno Unito (13%) e Francia (11%). La forte vocazione all’export, che rappresenta circa il 90% del fatturato del comparto, viene bilanciata da una radicata presenza sul territorio, in particolare quello bergamasco, dove nel raggio di 100 Km risiede oltre il 90% della produzione italiana. I produttori italiani di valvole industriali e soluzioni di controllo del flusso per Oil&Gas, inoltre, sono in prima fila nel panorama manifatturiero meccanico nazionale grazie all’alto valore aggiunto tecnolo-


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gico e ai numerosi investimenti in ricerca e sviluppo. Alla presentazione di oggi, sono intervenuti per raccontare la terza edizione di Industrial Valve Summit il Segretario Generale di Ente Fiera Promoberg, Luigi Trigona, e il VicePresidente di Confindustria Bergamo, Giovanna Ricuperati. Insieme a loro, hanno portato il loro contribuito al dibattito diverse personalità del settore come Enrico Barbieri (ICE - Responsabile Regioni del Centro Nord), Giuseppe Schirone (Prometeia), Luca Pandolfi (Project Manager IVS), Marco Ghilardi (Comitato Scientifico IVS/ValveCampus), Fi-

lippo Codara (VicePresidente Assafrica) e Carlo Banfi (VicePresidente ANIMA Confindustria Meccanica Varia). Il Segretario Generale Ente Fiera Promoberg, Luigi Trigona, ha dichiarato: «Con Industrial Valve Summit, Bergamo diventa per due giorni la capitale mondiale delle valvole industriali: un comparto tra i più innovativi e importanti a livello economico per il nostro Paese. I numeri sempre maggiori di aziende presenti e di visitatori professionali creano un circolo virtuoso che di fatto diventa moltiplicatore di attività commerciali, turistiche e, naturalmente, industriali».

«Una fiera nata dalle imprese, per le imprese, espressione diretta delle aziende stesse» le parole di Giovanna Ricuperati, VicePresidente di Confindustria Bergamo, «Disegnata su misura dai player del settore, IVS valorizza una filiera di eccellenza del nostro territorio che compete nel mercato mondiale dell’Oil&Gas. Grazie alla sinergia tra Promoberg e le istituzioni nazionali e internazionali, la manifestazione è oggi un’efficace iniziativa di sistema, che le ha consentito di diventare un punto di riferimento in pochi anni».

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JCB

Una nuova fabbrica JCB per la produzione di cabine JCB ha annunciato l’investimento del valore di oltre 50 milioni di sterline britanniche (oltre 65 milioni di euro) per la realizzazione di una nuova fabbrica e che permetterà la creazione di centinaia di posti di lavoro e di raddoppiare il numero di cabine prodotte per le sue linee di macchine ne controllata da computer, un impianto di verniciatura completamente automatizzato, saldatura robotizzata e creerà oltre 200 nuovi posti di lavoro entro il 2022.

I lavori per la realizzazione del nuovo stabilimento JCB Cab Systems sono già iniziati in un area di oltre 32mila metri quadrati adiacente all’autostrada A50 ad Uttoxeter, Staffordshire, vicino ai due insediamenti produttivi JCB già esistenti. Questa nuova fabbrica, dotata di tecnologie all’avanguardia, avrà la capacità di produrre circa 100mila cabine all’anno. Comprenderà una linea di produzio-

Graeme Macdonald, CEO di JCB, ha dichiarato: «Questo nuovo stabilimento sarà il più avanzato impianto di produzione di cabine al mondo e porterà l’azienda a livelli di efficienza ancora maggiori. L’investimento è uno dei più grandi nella storia dell’azienda e sottolinea il nostro impegno nel settore manifatturiero in Gran Bretagna e nella nostra contea di Staffordshire». Andrew Griffiths, deputato di Burton e Uttoxeter, Sottosegretario di Stato presso il Dipartimento per le imprese, l’ener-

gia e la strategia industriale, ha commentato: «È una notizia fantastica per Uttoxeter, per lo Staffordshire e anche per l’economia delle Midlands. Questo investimento rappresenta un forte incentivo alla sempre maggior crescita di quest’area e sottolinea quanto lo Staffordshire sia un luogo d’eccellenza per lo sviluppo imprenditoriale. È meraviglioso vedere JCB continuare a investire nella contea e nella manifattura britannica; queste operazioni possono attrarre ancora più investimenti interni». David Carver, General Manager di JCB Cab Systems, ha dichiarato: «Mentre verranno creati nuovi posti di lavoro, il passaggio al nuovo stabilimento ci consentirà di raddoppiare la capacità senza raddoppiare la forza lavoro grazie a livelli elevati di automazione. L’intero impianto è stato progettato per migliorare la produttività, ridurre gli sprechi e fornire livelli di qualità senza precedenti». JCB Cab Systems impiega attualmente più di 400 persone nel suo impianto già esistente a Rugeley, Staffs. L’apertura del nuovo stabilimento è prevista per l’estate 2019.

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unacea

UNACEA: eletto il nuovo consiglio direttivo Mirco Risi è il nuovo presidente La squadra eletta nel consiglio direttivo dell’associazione italiana delle aziende di macchine per costruzioni è composta sia da volti nuovi sia da imprenditori che da anni si dedicano allo sviluppo dell’associazionismo industriale di settore. Tra i consiglieri al primo mandato sono stati eletti: Giorgio Cangini (Canginibenne), Roberto Lorenzoni (Caterpillar) e Federico Pagliacci (Soilmec). Tra le conferme: Enrico Prandini (Komatsu) e Paolo Salvadori (Imer Group) che ricopriranno le due vicepresidenze di Unacea, Enrico Santini (Fiorigroup), Antonio Strati (Case Construction / CNH Industrial), Paolo Venturi (Kato-Imer) e Michele Vitulano (Indeco). Mirco Risi (Simex) è stato eletto presidente per il prossimo biennio subentrando a Paolo Venturi che ha ricoperto il ruolo dal 2014. L’elezione del consiglio direttivo di Unacea si è tenuta il 20 giugno presso Veronafiere organizzatrice di SaMoTer, la fiera internazionale di macchine per costruzioni che si terrà a Verona dal 22 al 25 marzo 2020.

«La nostra industria», ha dichiarato il neo presidente di Unacea Mirco Risi, «ha un fatturato annuo circa 2,5 miliardi di euro e impiega con l’indotto oltre 36 mila persone. A nostro giudizio tuttavia il contributo alla produzione di tecnologie che migliorano l’efficienza, la sicurezza e la compatibilità ambientale non è valorizzato da leggi e norme che finiscono per penalizzare l’acquisto di macchine e attrezzature di nuova generazione. Sarà nostro impegno continuare a portare all’attenzione di tutte le istituzioni nazionali ed europee le proposte dell’industria a favore della collettività e dello sviluppo del mercato.» Unacea ha promosso negli ultimi anni tre campagne che vanno in questa direzione: “Missione meno emissioni” per l’utilizzo nelle aree urbane di macchinari delle ultime generazioni; “Mescolare è meglio” per la diffusione della cultura della mescolazione nella produzione del calcestruzzo a favore della sicurezza, durabilità e compatibilità ambientale delle opere; l’associazione di categoria si batte infine per la promozione della demolizione selettiva e dell’utilizzo delle tecnologie per il riciclo dei rifiuti edili.

Nata nel 2010, Unacea è l’associazione delle aziende italiane di macchine e attrezzature per costruzioni, è la sezione italiana del Cece, il Comitato europeo dei produttori di macchine per costruzioni che raggruppa le associazioni nazionali di 13 paesi in rappresentanza di circa 1.200 aziende, per un fatturato di circa 23 miliardi di euro e 130 mila persone impiegate direttamente.

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Atlas Copco

Il nuovo compressore Atlas Copco, grazie alla sua tecnologia innovativa, permette di ridurre fino al 35% il consumo di energia Birra Peroni ha potuto testare l’affidabilità dell’ultima versione del compressore “oil free” per alcuni mesi, prima del lancio sul mercatomezzi e nuovi investimenti nel comparto delle costruzioni Il nuovo compressore oil free Atlas Copco riduce il consumo energetico fino al 35% grazie alla configurazione a motore doppio con un algoritmo di controllo intelligente che permette a entrambi gli elementi di funzionare a velocità differenti, è infatti dotato di due motori a magneti permanenti ad alta efficienza e incorpora la più sofisticata tecnologia VSD (Variable Speed Drive, azionamento a velocità variabile). Lo stabilimento Birra Peroni di Padova, che utilizza compressori d’aria oil free Atlas Copco da circa trent’anni, sta testando in anteprima mondiale il nuovo compressore. Birra Peroni produce birra italiana dal 1846 con tre stabilimenti produttivi: a Roma, a Bari e a Padova per un totale di cinque

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milioni di ettolitri di birra all’anno, oltre un milione dei quali viene esportato. Gli ingredienti fondamentali per produrre birra sono acqua e orzo, ma nel processo produttivo si fa anche un grande uso di aria compressa, necessaria in tutte le fasi, dalla preparazione della birra fi-

no al suo imbottigliamento. L’aria compressa è infatti il vettore energetico usato per alimentare gli attuatori delle valvole, per spingere trebbie, polveri e farine esauste, per azionare i martinetti riempitori, per azionare i pistoni in area imbottigliamento, per eliminare la CO2 dalle cisterne prima dell’imbottigliamento, per scuotere i filtri a maniche eliminando le polveri. La presenza di vapori di olio residui in queste fasi rischia di contaminare il prodotto finito e le bottiglie, compromettendo la qualità della bevanda che entra in commercio. Per garantire birra di qualità, quindi, è fondamentale utilizzare aria pulita, cioè aria priva di vapori di olio che si possono trovare negli alimenti e nelle bevande come residui dei pro-


cessi produttivi. Anche utilizzare compressori a basso consumo energetico è importante: in ambito industriale circa l’11% dei consumi elettrici è ascrivibile all’aria compressa, con un’incidenza del consumo di energia che può arrivare a rappresentare più del 30% dell’energia elettrica consumata da un’impresa. «Collaboriamo con Atlas Copco dalla fine degli anni ’80, quando è stata inserita la prima macchina nei nostri stabilimenti», afferma Carlo Artusi, Plant Technical Manager di Birra Peroni. «È stato l’inizio di una partnership di lungo periodo: da allora sono stati in-

seriti altri tre compressori, tuttora operativi: uno nel 1994, uno nel 2011 e l’ultimo quest’anno. L’ultima macchina installata, il nuovo compressore ZR 160 VSD+, funziona oggi da 6.000 ore dimostrando sul campo la sua elevata affidabilità. La struttura e la tenuta della camera di compressione assicurano la separazione fisica tra l’olio e i circuiti dell’aria, garantendo un’aria oil free certificata Classe 0, fondamentale per garantire la non contaminazione della birra durante il processo produttivo.» «Per Atlas Copco l’aria compressa è una scienza, e la tecnologia di questo nuovo compressore lo dimostra: regolando la portata

d’aria in uscita in base alle effettive necessità, il compressore ZR 90-160 VSD+ riduce significativamente il consumo di energia, i costi e l’impatto ambientale», afferma Jeroen Hoen, responsabile di prodotto per i compressori oilfree. «I motori a magneti permanenti interni raffreddati ad acqua con grado di protezione IP66, progettati per la massima efficienza e affidabilità, contengono cuscinetti lubrificati a olio per una lunga durata senza necessità di manutenzione. Inoltre, tutte le parti interessate alla manutenzione sono raggruppate insieme per garantire la massima facilità di accesso e tempi di manutenzione minimi».

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Topcon

Topcon rilascia la nuova edizione della suite software MAGNET per un flusso di lavoro ottimizzato Topcon Positioning Group annuncia il lancio dell’ultima edizione della sua suite di soluzioni software: MAGNET® 5. Ricca di nuove caratteristiche, questa release include aggiornamenti alle applicazioni MAGNET Field, Office ed Enterprise, realizzate per prestazioni avanzate, integrazione di terze parti, pianificazione edilizia e supervisione. Gli aggiornamenti includono nuove funzionalità che abbracciano tutta la suite. «Con MAGNET 5 ci siamo concentrati su miglioramenti chiave che mettono i professionisti del posizionamento e i contractor in una migliore condizione per controllare il lavoro che svolgono», ha dichiarato David Ahl, direttore della gestione prodotti software. «Gli operatori di MAGNET Field possono ora evitare di perdere

tempo passando da uno schermo all’altro, grazie alle nuove opzioni di visualizzazione flessibile. Gli utenti possono semplicemente selezionare e picchettare aree, nonché condurre sessioni di rilievo direttamente dalla mappa. Lo schermo include anche una barra degli strumenti configurabile ed etichette di dati aggiuntive personalizzabili. Inoltre gli operatori possono visualizzare lo stato del GNSS quando il controller è collegato a una stazione totale in modalità ibrida e mostrare gli offset come riferimento visivo quando si picchettano strade e linee di confine.» I miglioramenti apportati a MAGNET Field includono anche nuove capacità “vertical construction”, compreso il tracciamento dei fabbricati in modalità reflectorless.

«Il sistema MAGNET supporta da tempo formati file di costruzioni e rilievo di terze parti in tutta la suite software, e questo aggiornamento include oggi una maggiore integrazione, comprese capacità di filtraggio ed editing per portare i file di progetto di Autodesk e Bentley in ufficio o direttamente nel software di cantiere», ha affermato Ahl. Gli aggiornamenti di MAGNET Enterprise includono una nuova connessione cloud ad Autodesk BIM 360 e Bentley ProjectWise, oltre all’archiviazione illimitata di file di progetto. «MAGNET Enterprise è il ‘legame che unisce’ nel sistema MAGNET come hub esterno basato su cloud. La nuova connettività avanzata riduce l’accumulo di dati per una comunicazione fluida e per il trasferimento di file tra lo staff dell’ufficio, gli addetti in cantiere e i manager, in un account aziendale privato e sicuro», ha dichiarato Ahl.

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Le aggiunte fatte a MAGNET Office sono rivolte alle esigenze dei contractor e includono nuove funzionalità avanzate per la preparazione dei file di controllo macchine, miglioramenti nell’applicazione Mass Haul e un’integrazione di BIM per le caratteristiche dell’infrastruttura, direttamente nella suite.

di progettazione semplificata, con un numero inferiore di modelli necessari e un tempo di elaborazione notevolmente ridotto. Questa capacità è stata sviluppata in base al feedback diretto dei general contractor che desiderano accelerare il processo di creazione dei modelli costruibili del controllo macchine.»

Ahl ha affermato: «La preparazione dei file di controllo macchine è adesso più efficiente, grazie alla esclusiva funzionalità ‘road zones’. Le modifiche apportate a una zona si applicano istantaneamente anche a tutte le altre, offrendo un’esperienza

Inoltre, i progetti di movimento terra possono essere ottimizzati riducendo gli scarti e aumentando la produttività con le nuove funzionalità di programmazione e supervisione, all’interno del software Mass Haul. Le capacità di pianificazione e su-

pervisione del software Topcon DynaRoad, leader nel settore, sono state integrate nella nostra soluzione MAGNET Office Mass Haul. «Adesso MAGNET Office offre capacità di progettazione virtuale integrate, facilitando la visualizzazione del modello 3D, la collaborazione e l’aggregazione. I topografi e gli ingegneri possono visualizzare i dati di rilievo e portarli in vita, ha affermato Ahl. Topcon ha inaugurato una serie di webinar volta ad aiutare gli operatori di MAGNET a ottenere il massimo dalle nuove capacità.

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News > Le brevi

ATAM

Innovativa bobina incapsulata per ambienti ATEX Unica nel suo genere, rappresenta la prima bobina incapsulata con armatura esterna (e non con custodia a prova di esplosione) per ambienti potenzialmente esplosivi, con classe di temperatura T3, in grado di garantire un’applicazione fino a M2 (in base alla Direttiva ATEX 2014/34/ EU ciò significa “Apparecchiature per miniera la cui alimentazione viene interrotta in presenza di gas”) senza la necessità di essere pesantemente depotenziata, come avviene invece per le bobine con custodia a prova di esplosione, classicamente in classe T5 e T6 (basse temperature superficiali). Questa caratteristica garantisce ai produttori di elettrovalvole di poter continuare ad utilizzare prodotti standard in ambienti potenzialmente esplosivi non dovendo così creare nuovi corpi valvola, nel pieno

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rispetto delle normative vigenti in materia, e con un’apprezzabile riduzione dei costi. La nuova bobina è la prima di una serie di prodotti analoghi che verranno proposti da ATAM per ambienti potenzialmente esplosivi, e rappresenta oggi un’applicazione molto diffusa in oleodinamica. I settori applicativi spaziano dalla miniera, alle piattaforme petrolifere e alla distribuzione carburanti, alle raffinerie, agli impianti di fornitura e trattamento dei gas fino a quelli solo apparentemente meno pericolosi dell’industria alimentare e dei mangimi, dell’industria del legno o delle aziende agricole, e più in generale laddove siano presenti gas o polveri potenzialmente esplosivi. Oltre alla vasta gamma di bobine e connettori off-the-shelf alla quale la bobina appartiene, la

produzione ATAM si caratterizza per un 70% di prodotti custom made, sia concepiti ex novo sia adattati alle specifiche esigenze del cliente partendo da prodotti standard. Importanti gruppi mondiali nell’ambito dell’oleodinamica, della pneumatica e delle valvole di processo già da anni si affidano ad ATAM dalle prime fasi di concepimento delle loro elettrovalvole grazie alla competenza completa che l’azienda possiede di tutto l’ambiente applicativo in cui i prodotti si troveranno ad operare, potendo garantire performance difficilmente eguagliabili. Le nuove generazioni di prodotti ATAM nascono dalla sinergia tecnica nello sviluppo e produzione di bobine incapsulate e connessioni industriali e dalla disponibilità di un laboratorio prove di ultima generazione che permette ad ATAM di simulare l’utilizzo combinato dei due prodotti, in ogni condizione, potendo così proporre alla clientela soluzioni ottimali in termini di affidabilità, qualità e convenienza.


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Visto a SPS IPC Drives Italia > Bosch Rexroth

Bosch Rexroth vive nel futuro A SPS IPC Drives Italia (Parma, 22-24 maggio 2018) Bosch Rexroth ha saputo mostrare il suo presente per anticipare la vision del futuro di Manuela Cortesi

A

lla conferenza stampa l’entusiasmo non mancava. Si sono alternati Matthias Goebel (Presidente del Consiglio Direttivo Bosch Rexroth), Ugo Caratti (Amministratore Delegato Bosch Rexroth) e Lorenzo Zerbi (Product & Segment Marketing Bosch Rexroth). Al motto di “Now. Next. Beyond”, Bosch Rexroth ha mostrato quanto l’azienda sia economicamente for-

te: un totale di vendita pari a 5,5 miliardi di euro, ben 30.500 collaboratori in tutto il mondo. Ma ciò che colpisce sono gli investimenti in Ricerca e Sviluppo: 322,5 milioni di euro, ovvero il 5,9% di investimenti sulle vendite: “orientati al futuro” per Bosch Rexroth è molto più che motto. Oltre 50 siti produttivi e di personalizzazione in 20 nazioni, per una presenza totale in 80 nazioni. Ugo Caratti spiega l’obiettivo dell’incontro: «Il nostro

obiettivo qui è mostrarvi qual è la nostra offerta di oggi ma anche quella che verrà domani.»

Rexroth: più di un marchio Il nuovo brand, per un maggior dinamismo e movimento vuole suggerire più innovazione, più flessibilità e la volontà «di allinearsi alla trasformazione digitale in atto». Il blu, colore dominante, vuole comunque lasciare trasparire il debito nei confronti della tradizione industriale mentre la “r” minuscola simboleggia cambiamento e innovazione.

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La Fabbrica del Futuro Il successo della Fabbrica del Futuro si baserà su tre pilastri: uomini, macchine, dati. Partendo da questo assioma Bosch Rexroth ha ridisegnato negli ultimi dieci anni le proprie soluzioni puntando su flessibilità, personalizzazione e scalabilità ai massimi livelli. La produzione del futuro sarà caratterizzata da cicli di vita del prodotto sempre più brevi, a lotti di dimensioni sempre minori e a prodotti sempre più personalizzati, nella concezione e nelle caratteristiche. Ecco perché la Fabbrica del Futuro dovrà ga-

Matthias Goebel (Presidente del Consiglio Direttivo Bosch Rexroth),

Ugo Caratti

(Amministratore Delegato Bosch Rexroth)

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Visto a SPS IPC Drives Italia > Bosch Rexroth

l’oleodinamica può trarre enormi vantaggi dalle innovazioni legate all’Industry 4.0. Grazie a IO-Link, ad esempio, Bosch Rexroth integra nella rete, per la prima volta, attuatori e sensori per oleodinamica, rendendo possibile l’integrazione della fluidotecnica nelle applicazioni Industry. ▶▶ Cytropac Unità idraulica di nuova concezione, che oltre ad integrare tutti i componenti idraulici ed elettrici in uno spazio ridottissimo è già completamente cablata con sensori di pressione, temperatura, livello e contaminazione. rantire una produzione sempre più efficiente e adattabile. Per Bosch Rexroth, inoltre, nella Fabbrica del Futuro ogni linea, robot, macchina e anche ogni componente dovrà essere capace di raccogliere e trasmettere dati, trasformando i big data in “smart data”, ovvero in informazioni in grado di migliorare la sicurezza, l’efficienza e la qualità. Nello stand di Bosch Rexroth a SPS sono stati presentati esempi concreti di quella che non è più una semplice visione ma una realtà che è già presente in molte aziende in tutto il mondo, tra cui: ▶▶ ActiveAssist Un sistema intelligente di assistenza al montaggio che guida i collaboratori in ogni fase di un montaggio a elevato numero di varianti, sino alla dimensione lotto 1.

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▶▶ ActiveCockpit Una piattaforma di comunicazione interattiva che rileva, filtra e presenta in tempo reale dati di intere linee di produzione, per una sistematica ottimizzazione dei processi. ▶▶ Apas assistant La dimostrazione di come il rapporto uomo-macchina può diventare sempre più sinergico: Apas è infatti un nuovo robot collaborativo pensato per svolgere in autonomia e con grande precisione attività monotone o ergonomicamente sfavorevoli ma soprattutto di poterlo fare in perfetta sicurezza anche in presenza di addetti ai lavori salvaguardandone la sicurezza. ▶▶ IO-Link Anche un settore storico come

Focus on: IO-Link Minori costi di collegamento e maggiore disponibilità: Bosch Rexroth estende i vantaggi dello standard aperto IO-Link anche ad attuatori e sensori per oleodinamica. Attualmente, sono già disponibili con interfacce IO-Link le valvole a controllo proporzionale 4WRPEH ed il pressostato HEDE10. Il collegamento è affidato all’IOLink Master S67E, un sistema I/O a standard IP67 decentralizzato e veloce, grazie al quale gli utenti possono accedere direttamente al fieldbus e a tutti i dati provenienti dall’ambito dei sensori/ attuatori. Industria 4.0 non significa solo soluzioni connesse e macchine intelligenti, ma anche un’apertura verso standard aperti che


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consentono di ottenere altissimi risultati, benché singoli fornitori presentino ancora soluzioni proprie per integrare le periferiche di macchina e migliorare lo sfruttamento dei dati. Lo standard IO-Link, supportato da circa 150 aziende, consente la comunicazione digitale fra le unità periferiche e l’unità di controllo, in parallelo ai consueti fieldbus. Mediante valvole proporzionali e pressostati, Bosch Rexroth integra nella rete, per la prima volta, attuatori e sensori per oleodinamica: in questo modo rende possibile l’integrazione della fluidotecnica nelle applicazioni Industry 4.0; lo standard IO-Link, infatti, consente di collegare in verticale i vari componenti, sino al livello dei sistemi informatici. Inoltre, IO-Link consente cablaggi standardizzati e più semplici, grazie a connettori M12 standard con cavi non schermati a 3 o a 5 conduttori: è quindi ormai super-

flua la posa manuale dei cablaggi, laboriosa e soggetta ad errori. Per la pianificazione di progetto dei dispositivi, viene adottato l’engineering tool del produttore del PLC del caso. Tutti i blocchi di comunicazione sono liberamente disponibili per i sistemi PLC ILC e di Motion Control, predisposti per l’ambito IoT. Abbinati alla soluzione IndraWorks Engineering, essi consentono di accedere direttamente agli ambiti della pianificazione di progetto, parametrizzazione e collaudo; inoltre, i parametri sono sempre adattabili ad eventuali nuove condizioni. La targhetta elettronica standardizzata dei dispositivi Plug & Play riduce i tempi di fermo, delle macchine e del sistema. Le operazioni di assistenza sono abilitate da apposite opzioni di accesso remoto autorizzato, per valutare le condizioni del sistema, quali ad esempio temperatura, ore d’esercizio o stato degli errori. Il tutto è attua-

bile senza interrompere la produzione, grazie al concetto di manutenzione preventiva: eventuali errori di avaria o di sistema, infatti, si possono rilevare prima che comportino un reale guasto e il conseguente fermo macchine. Il sistema localizza e visualizza tutti i vari dispositivi e i relativi requisiti di assistenza. Inoltre, grazie allo standard IO-Link, i dispositivi possono essere sostituiti anche da personale privo di preparazione specifica. I vari componenti sono chiaramente identificati grazie ad appositi ID di posizione e alla targhetta elettronica, per un’agevole sostituzione degli elementi intercambiabili. La parametrizzazione viene eseguita automaticamente dall’IO-Link Master, senza alcuna necessità d’intervento del personale tecnico. Grazie a tutto ciò, la sostituzione dei componenti risulta molto agevole. Dopo la valvola proporzionale 4WRPEH ed il pressostato HEDE10, Bosch Rexroth doterà gradualmente di interfacce IO-Link anche altri attuatori e sensori per idraulica, rendendo ancora più completa la gamma di tali prodotti.◀

INFO Bosch Rexroth S.p.A. SS Padana Superiore 11, n. 41 20063 Cernusco sul Naviglio Milano (MI) www.boschrexroth.com

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Focus azienda > FASB Linea 2

FASB Linea 2: piccoli ma ambiziosi Da una piccola officina domestica a un’azienda in costante crescita. Il filo conduttore? La volontà di migliorare sempre ogni aspetto dell’attività. E oggi FASB Linea 2 è pronta per conquistare i mercati internazionali con le proprie transenne a marchio FASB Tools di Marianna Senni

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uella di FASB Linea 2 è una storia di crescita costante, guidata dalla volontà di migliorare, sempre, ogni aspetto dei processi produttivi e delle singole competenze di ogni collaboratore, a qualsiasi livello.

Verso 40 anni di storia FASB Linea 2 è nata nel 1981 come azienda metalmeccanica, specializzata nella lavorazione dei tubi metallici. Un felice capitolo della storia imprenditoriale nostrana che, nei decenni, ha visto la trasformazione della piccolissima officina “domestica” del fondatore Luigi Fumagalli in un’industria che occupa una superficie di 10.000 metri quadrati, offre lavoro a 24 dipendenti e fattura circa 4 milioni di euro, di cui il 30% all’estero. I primi anni di attività di FASB Linea 2 hanno visto l’azienda impegnata nei settori del garden, automotive e dell’arredamento.

Il reparto di curvatura Oggi la FASB Linea 2 è in grado di gestire l’intero ciclo di lavorazione del tubo metallico, che si articola in diversi reparti: taglio laser, curvatura, rivestimento in PVC, saldatura e verniciatura

Il contatto con importanti clienti, e la necessità di soddisfare le loro esigenze, ha stimolato la creatività e convinto il management a sviluppare internamente nuove linee di prodotto. Le tappe più rappresentative della crescita dell’azienda iniziano nel 1993, quando viene installato

il primo robot di saldatura, seguito, tre anni più tardi, dall’impianto di verniciatura automatizzato. La ricerca costante delle più innovative tecnologie produttive è uno dei segreti del successo di FASB Linea 2 anche perché, parallelamente, la crescita aziendale è sempre stata accompagnata dal miglioramento costante delle competenze dei collabora-

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Focus azienda > FASB Linea 2

tori. Nel 2004 è stato acquistato il primo impianto di taglio laser - che ha permesso all’azienda di conquistare un importante vantaggio nei confronti dei suoi competitor - e che ha portato nel 2009 al raddoppio della capacità produttiva. Nel 2011, infine, tutte le macchine per la curvatura dei tubi sono state rinnovate, e sono anche state aggiunte nuove curvatubi elettriche che hanno permesso l’ampliamento delle lavorazioni e una maggiore costanza dell’alto livello qualitativo. Nello stesso anno, oltre alla sede principale di Cremella (LC), FASB Linea 2 ha inaugurato una seconda sede a Barzanò (LC) in cui avviene l’assemblaggio finale di alcuni prodotti e lo stoccaggio dei prodotti finiti. Nel 2013, sono stati effettuati i lavori di ristrutturazione e ampliamento della palazzina direzionale di Cremella e degli spazi dedicati agli uffici.

Gianluca Cattaneo, Direttore commerciale di FASB Linea 2, ci ha raccontato: «Quello che ha permesso alla FASB di raggiungere quasi 40 anni di storia è la capacità e la volontà di lavorare il tubo metallico in tutto il suo complesso: all’inizio l’azienda si occupava della saldatura dei tubi poi successivamente il cliente ha iniziato a richiederne la piegatura e poi la verniciatura… E la passione di Fumagalli per l’innovazione tecnologica ha portato l’azienda a sviluppare internamente nuovi prodotti e fornire quindi nuove soluzioni per i propri clienti». Infatti oggi FASB Linea 2 propone il ciclo produttivo completo, dalla materia prima al prodotto finito, compreso l’assemblaggio finale, pronto per essere inserito sul mercato o in catena di montaggio, a seconda dell’utilizzo. I reparti produttivi riguardano in-

Transenne FASB Tools

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Gianluca Cattaneo Direttore commerciale di FASB Linea 2

fatti le sezioni riservate al taglio tradizionale e laser, al rivestimento dei tubi in PVC, alla curvatura, alla lavorazione del trafilato e, per finire, alle operazioni di saldatura e di verniciatura. E non manca di certo la qualità perché tutto il processo produttivo viene seguito con perizia.


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Due brand: una sola ambizione Oggi sono principalmente due i brand che caratterizzano l’attività di FASB Linea 2 nella realizzazione di prodotti propri: FASB Tools e Transenne.net. L’obiettivo è comune ed è quello di produrre prodotti efficaci, durevoli e in grado di garantire la sicurezza delle persone. La destinazione d’uso riguarda invece due differenti target: da una parte la delimitazione di aree di lavoro temporaneo, che siano cantieristiche in genere o all’interno di aree industriali, dall’altra la delimitazione delle aree destinate a eventi pubblici, quali manifestazioni sportive, ludiche o spettacoli in genere, compreso il monitoraggio degli accessi e il controllo dei flussi. «Negli anni la FASB», continua Cattaneo, «ha scoperto che il suo punto di forza era quello di fornire soluzioni partendo dalle esigenze dei clienti, cosa che l’ha portata a realizzare e commercializzare dei prodotti propri. Due anni fa circa è nato il desiderio di prendere questi prodotti e trovare il modo di proporli al mercato in modo più strutturato e più costruttivo. Da qui sono nati i due brand FASB Tools e Transenne.net.» L’ambizione di questi due brand è quella di realizzare prodotti nuovi e fornire soluzioni che prima non esistevano e il punto in comune

di questi due brand, oltre al tubo metallico ovviamente, è sicuramente la sicurezza.

Transenne FASB Tools Safe Work Progettate per delimitare le aree di lavoro generiche

Transenne FASB Tools: sicurezza come vuole la norma Il Decreto Legislativo 81/2008 prevede l’obbligo di predisporre la segnaletica per evidenziare la presenza di ostacoli e di punti di pericolo, nonché per indicare vie di circolazione all’interno delle aree industriali. Qualunque intervento di manutenzione o la presenza di macchinari temporaneamente presenti in un’area va debitamente segnalata in modo efficace e visibile. Esempio tipico sono le PLE, le piattaforme aeree che vengono utilizzate per raggiungere punti di lavoro inaccessibili e spesso posizionate in zone soggette al traffico cittadino o al passaggio di pedoni o operai. I corsi per chi opera con queste macchine esistono, i pa-

tentini anche, ma spesso mancano gli strumenti che facilitino il lavoro attento e sicuro di questi operatori. A questa direttiva FASB Linea 2, con il brand FASB Tools, risponde con la transenna FASB Tools Safe Work e con la transenna FASB Tools Safe Industry. La transenna FASB Tools Safe Work, caratterizzata dai colori bianco e rosso, comprende una struttura in acciaio, robusta, progettata per rimanere inalterata nel tempo, mentre la segnaletica è realizzata su materiale “flame retardant”, un tessuto ignifugo di Classe B1, quindi un prodotto sicuro sotto tutti i punti di vista. La

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Focus azienda > FASB Linea 2

avvenendo particolari lavorazioni o interventi di manutenzione di macchine o attrezzature. La loro particolarità è quella di garantire la sicurezza anche laddove la temporaneità dell’intervento rende le procedure di gestione del rischio difficilmente applicabili per problematiche logistiche e metodologiche.

segnaletica, sempre nitidamente visibile nel tempo, è anche personalizzabile e si può scegliere nella vasta gamma di cartelli previsti dalla norma UNI EN ISO 7010. Questa transenna nasce quindi per delimitare e segnalare le aree di lavoro generiche: piccoli cantieri stradali, interventi sulle facciate esterne delle case con l’utilizzo di piattaforme aeree, manutenzione del bene pubblico, creazione di sbarramenti. Le transenne FASB Tools Safe Industry, riconoscibili dai colori giallo nero, sono state studiate e realizzate per segnalare e delimitare zone all’interno dei siti industriali o di stoccaggio dove possono sorgere situazioni di pericolo per gli operatori e per le persone in genere. Perfettamente rispondenti ai dettami della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, vengono utilizzate anche per indicare percorsi e vie di comunicazione all’interno dei capannoni, eventuali punti di pericolo in zone dove stanno

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Transenna FASB Tools Safe Work

A queste versatili peculiarità si deve aggiungere che le transenne modulari FASB Tools sono pieghevoli e associano un peso e un ingombro ridotti, qualità sempre gradite da chi deve movimentare e stoccare le attrezzature. Il loro formato facilita il trasporto che può comodamente avvenire su qualunque furgone e persino nel bagagliaio di un’automobile.

Transenne FASB Tools Safe Industry Progettate per delimitare le aree all’interno di siti industriali o di stoccaggio


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Quindi le transenne FASB Tools vantano queste caratteristiche: robustezza e resistenza, maneggevolezza e semplicità d’impiego, praticità e facilità di trasporto; senza dimenticare che rispondono alle normative e sono completamente personalizzabili. Inoltre la ricerca dei giusti materiali, la cura nella lavorazione dei componenti e la produzione 100% made in Italy garantiscono la massima qualità di tutti i prodotti della linea FASB Tools. Abbiamo chiesto a Riccardo Fumagalli di spiegarci da dove è nata l’idea di creare questi prodotti: «Ci siamo accorti», ha detto, «che per la delimitazione temporanea delle aree di lavoro il mercato offriva prodotti che non erano in grado di soddisfare appieno l’esigenza di mettere in sicurezza gli operatori al lavoro. Per questo motivo abbiamo inventato questo

prodotto e le industrie che hanno una buona “cultura” in termini di sicurezza ci hanno dato un ottimo riscontro.»

Inarrestabili Lo sviluppo di FASB Linea 2, naturalmente, non si ferma qui. Il nuovo progetto è l’ampliamento degli spazi del settore produttivo con la costruzione di un nuovo capannone, adiacente a quello già esistente a Cremella. Mentre si avvia con realistica fiducia al traguardo dei quarant’anni, FASB Linea 2 continua a coltivare i valori dell’esperienza, dell’apertura alle nuove tecnologie, e anche a un coraggio imprenditoriale che, fra il 2008 e il 2016, ha concretizzato l’idea che una crisi possa anche rappresentare una grande opportunità. FASB Linea 2 ha saputo non perdere questa occasione e oggi si propone al mercato

Conferenza stampa Il 14 giugno 2018 si è svolta la conferenza stampa presso lo stabilimento FASB Linea 2 di Cremella (LC)

Riccardo Fumagalli

come preciso punto di riferimento per il suo specifico ambito merceologico. «Piccoli ma ambiziosi, ci piace definirci così», ammette Riccardo Fumagalli. «Ci piace metterci in gioco e buttarci nei nuovi progetti e da qui nasce tutto il nostro entusiasmo». E vi possiamo garantire che il loro entusiasmo si percepisce tutto.◀

INFO FASB Linea 2 Sede di Cremella Via Confalonieri, 24 23894 Cremella (LC) Tel. +39 039 955075 E-mail: info@fasb2.it www.fasb2.it Sede di Barzanò Via Colombo s/n 23891 Barzanò (LC)

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Visto a SPS IPC Drives Italia > Gefran

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Tutto e anche di più A SPS IPC Drives Italia (Parma, 22-24 maggio 2018) Edoardo Zilioli, Corporate Marketing Manager di Gefran, ci ha raccontato alcune delle tante soluzioni di Gefran per l’idraulica mobile, in particolare quelle rigurdanti il movimento terra di Marianna Senni e Manuela Cortesi

G

efran è un’azienda leader nella progettazione e nella produzione di sensori per misure di posizione, pressione, temperatura e forza. Grazie a un know how acquisto in cinquant’anni di attività, è in grado di proporre una gamma completa di dispositivi dedicati ad applicazioni dell’idraulica mobile per agricoltura, movimento terra e sollevamento, ma anche soluzioni per il mercato fluid power ovvero cilindri idraulici e pneumatici. Edoardo Zilioli, Corporate Marketing Manager che abbiamo incontrato a SPS - l’appuntamento parmense - non ha dubbi su quali siano i punti forti dell’azienda: «Sicuramente quello che ci contraddistingue è l’esperienza acquisita nel settore industriale che è stata applicata poi al settore dell’idraulica mobile. Siamo uno dei pochi costruttori al mondo che può offrire un’intera gamma di sensori interamente prodotti da noi: i nostri clienti hanno il vantaggio di poter

parlare con un solo interlocutore piuttosto che averne uno per gli inclinometri, uno per i rotativi, uno per i magnetostativi …». Gefran si distingue certamente come fornitore di un pacchetto completo di sensori destinati all’allestimento della macchina nel suo complesso. «Un altro aspetto da considerare», continua Edoardo Zilioli, «è che per ogni punto applicativo Gefran può offrire diverse solu-

zioni - esterne o interne, angolari o lineari, economiche o costose in funzione di quello che il cliente sta cercando.» Customizzazione dunque, e velocità nel rispondere alle esigenze del cliente: «Un altro nostro punto di forza è che riusciamo a fare - per pochi pezzi, in caso di emergenze - consegne in 4/5 giorni rispetto alle 3/4 settimane canoniche. Questo perché produciamo tutto in casa (in Italia per l’Italia, in Cina per la Cina…).

Edoardo Zilioli Corporate Marketing Manager

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talia

Visto a SPS IPC Drives Italia > Gefran

Abbiamo tanti Customer Case sparsi per il mondo che quindi riescono a garantire un servizio attivo 24h su 24h. Non trovate un costruttore che ha tutte queste peculiarità.» E il mercato, infatti, sta premiando Gefran. «L’anno scorso», conferma Zilioli, «abbiamo chiuso a 119 milioni di euro, quest’anno chiuderemo a 128. Per quanto riguarda l’idraulica mobile siamo passati a livello mondiale da 2.100 milioni a 3.600 quindi una crescita di più del 40%.» L’ampio range di prodotti, il team di tecnici qualificati, la rete di vendita ad hoc e il costante supporto al cliente, fanno di Gefran un partner affidabile e competente. Spiega Edoardo Zilioli: «All’interno di una macchina il sensore

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svolge un ruolo importantissimo, anche vitale. Ogni sensore Gefran ha un MTBF (Main Time Before Failure) di circa 3 milioni di ore. Pensate che un veicolo da costruzione o una macchina agricola ha una vita di circa 20/25 mila ore e poi diventa di seconda mano. Noi garantiamo sulla maggior parte dei nostri prodotti 3 milioni di ore di MTBF, che è un valore molto interessante e innalza la sicurezza di tutto il veicolo.»

Soluzioni Gefran per macchine movimento terra I bulldozer, gli escavatori, le pale gommate, i dumper, graders e scrapers sono mezzi soggetti a mutevoli condizioni climatiche e a condizioni di lavoro gravose

che si prolungano per molte ore durante un giorno lavorativo. Dal punto di vista tecnico, le soluzioni per l’allestimento di questi macchinari devono offrire: affidabilità della strumentazione anche nelle condizioni di lavoro più estreme, alte prestazioni dei sensori a garanzia della sicurezza del mezzo e degli operatori, precisione nel controllo delle principali movimentazioni dei macchinari e infine l’elevata immunità ai campi elettromagnetici. Gefran offre un pacchetto di sensori performanti, robusti e affidabili per le principali movimentazioni di questi macchinari, quali il controllo dell’angolo di sterzo, la pressione dell’olio idraulico, la posizione del cilindro che controlla le aperture/chiusure delle parti


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GSF Sensore lineare a filo a tecnologia potenziometrica

mobili del veicolo, il controllo dello sterzo e la posizione delle sospensioni indipendenti. Tra le soluzioni dedicate a queste applicazioni troviamo le tecnologie potenziometrica (PMI) e magnetostrittiva (RK) per il controllo di posizione, la prima “a contatto” la seconda “contactless”. I trasduttori lineari ed angolari di posizione basati su tecnologia potenziometrica consentono il rilevamento della posizione di parti meccaniche in movimento. I trasduttori di posizione senza contatto (tecnologia RK) nascono come evoluzione dei trasmettitori lineari di posizione basati su tecnologia potenziometrica. Le soluzioni RK e PMI sono affidabili e ripetibili nella misura di posizione, in grado di adattarsi a diverse tipologie di cilindri. Grazie ai trasduttori di pressione modello KH è possibile controllare la pressione del circuito idraulico o il peso del materiale caricato

nella pala o nel dumper; nel caso dell’escavatore - insieme all’inclinometro di elevata precisione GI - è possibile determinare la massima estensione della benna evitando il ribaltamento del mezzo.

Trasduttori di posizione: il PC67 I trasduttori lineari ed angolari di posizione consentono il rilevamento della posizione di parti meccaniche in movimento. In particolare, il trasduttore di posizione

lineare PC67 con tecnologia potenziometrica è stato sviluppato allo scopo di garantire un elevato grado di protezione nelle applicazioni in ambienti gravosi ed all’aperto, dove può essere necessario operare in presenza diretta di polveri, detriti o liquidi (non in immersione prolungata). La struttura robusta, tipica della serie PC, è stata ulteriormente migliorata grazie ad un sistema di tenuta, in fase di brevetto, che lo rende unico in termini di affidabilità. È ideale per applicazioni di idraulica mobile, su macchine agricole, per il movimento terra e su veicoli di utilità.

PC67 Con tecnologia potenziometrica, pensato per garantire un elevato grado di protezione nelle applicazioni in ambienti gravosi

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Visto a SPS IPC Drives Italia > Gefran

Edoardo Zilioli spiega la storia che si nasconde dietro gli attuali trasduttori: «Dal 1968 realizziamo sensori, abbiamo cominciato con i primi che sono i potenziometri, non hanno elettronica all’interno e sono di derivazione militare/avionica e venivano usati per controllare i flap o l’apertura o la chiusura del carrello. Nella Prima guerra mondiale il pilota aereo aveva la visibilità di tutto (non c’era la cabina), nella Seconda guerra mondiale si passa dai 2.000 fino ai 15.000 metri di altezza: c’era il bisogno di poter avere un feedback dei flap, del timone e dei carrelli proprio perché si era impossibilitati a vederli direttamente. Il R&D del settore militare americano ha sviluppato un compound che resistesse dai +100 gradi ai -40 (le escursioni tipiche dell’aereo), che non avesse elettronica al suo interno, che fosse semplice e fornisse in tempo reale le

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Trasduttori di posizione: magnetostrittivi, l’RK-5 RK-5 C Trasduttore di posizione lineare ad attacco flangiato

informazioni dell’organo meccanico da controllare. Questo composto (che è a base di grafite) è stato introdotto nell’ambiente industriale con i primi sistemi di misura del movimento. Poi sono nate nuove tecnologie che hanno permesso di realizzare prodotti che potessero andare all’interno dei cilindri oleodinamici o martinetti per garantire massima protezione nel caso, per esempio, di immersione della macchina in acquitrini e avere il sensore all’interno dei cilindri sempre ben protetto.»

I trasduttori di posizione senza contatto nascono come evoluzione dei trasmettitori lineari di posizione basati su tecnologia potenziometrica. Vediamo nel dettaglio il trasduttore RK-5. Progettato per essere montato completamente all’interno di cilindri oleodinamici, l’RK-5 è un trasduttore di posizione lineare ad attacco flangiato con l’innovativa soluzione magnetostrittiva ONDA (brevettata da Gefran). Grazie all’assenza di contatto elettrico sul cursore, i problemi di usura e consumo sono eliminati garantendo una durata di vita pressoché illimitata. Inoltre la nuova soluzione tecnologica ONDA permette di ottenere una struttura modulare essenziale con dimensioni compatte per un’installazione più semplice. Richiamando il principio fisico da cui deriva la tecnologia magnetostrittiva, ONDA è una tecnologia semplice tanto da essere alla portata anche delle applicazioni in cui non è richiesta un’esasperazione tecnologica. Il particolare design unito ad una ampia scelta di configurazioni cursore, garantiscono all’RK-5 una elevata flessibilità di installazione e completa compatibilità con le specifiche fornite dai costruttori di cilindri.


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Temperature di lavoro da -40 + 105 °C, per pressioni di lavoro fino a 350 bar, elevata resistenza alle vibrazioni (25 g) e agli shock (100g), conferiscono al sensore le doti di robustezza indispensabili per impiego in ambienti gravosi. Edoardo Zilioli ha spiegato come sono nati: «Abbiamo realizzato questi sensori a tecnologia magnetostrittiva – una tecnologia di derivazione industriale risalente al dopoguerra – e che quindi utilizzano il campo magnetico del cursore interagendo con esso come fosse un sonar che lancia un impulso, e si calcola il tempo di ritorno dell’eco. La stessa cosa avviene con questa tecnologia che è in grado di calcolare quanto tempo trascorre da quando mando l’impulso a quando esso torna indietro. L’onda sonica viaggia a 2.850 m/s: la vibrazione corre su questo filo e la nostra elettronica riesce - con la precisione del 100esimo di millimetro - a determinare

dove si trova l’anello che è collegato al pistone.»

Sensori di inclinazione: GIB Gli inclinometri per singolo/doppio asse (XY/360°), tutti con tecnologia MEMS, misurano la rotazione in funzione della gravità terrestre e sono disponibili nelle versioni GIB (entry level) GIG (general purpose) e GIT (top) a seconda delle esigenze prestazionali del cliente. Il sensore di inclinazione GIB in particolare è stato sviluppato per assicurare una soluzione robusta e performante. Alte prestazioni, facilità d’installazione, resistenza a shock e vibrazioni ed elevata compatibilità elettromagnetica rendono il sensore adatto alle applicazioni dell’idraulica mobile. Edoardo Zilioli ci spiega la forza di questi piccoli gioielli: «Questi sensori sono interessan-

GIB Inclinometro entry level con tecnologia MEMS

ti perché sono piccoli, hanno una bassa escursione termica, un’elevata precisione e possono essere installati in qualsiasi punto della macchina. La Palazzani installa due di questi sul basamento per riconoscere un angolo di soli 3 gradi, superati i quali impedisce al braccio della piattaforma aerea di continuare ad estendersi perché ci potrebbe essere un ribaltamento del veicolo.»◀

La linea di soluzioni a marchio Gefran dedicata all’inclinazione

INFO GEFRAN Spa Via Sebina, 74 25050 Provaglio d’Iseo (BS) Tel. +39 030 9888 1 Fax +39 030 9839063 www.gefran.com

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Visto a SPS IPC Drives Italia > Bonfiglioli

Buttarsi nella giungla A SPS IPC Drives Italia (Parma, 22-24 maggio 2018) Bonfiglioli ha mostrato alcuni dei nuovi prodotti. Abbiamo intervistato Sonia Bonfiglioli, Presidente e AD dell’azienda, che ha mostrato grande forza e tenacia nel raccogliere, una dopo l’altra, le sfide della contemporaneità di Manuela Cortesi

T

re sono le principali novità per il mercato italiano presentate da Bonfiglioli in occasione della fiera SPS (Parma, 22-24 maggio): il Motion Control multiasse, la soluzione decentralizzata per motori asincroni DGM, i motori sincroni a riluttanza BSR con controllo vettoriale.

Motion Control Bonfiglioli: controllo multiasse ad alte 36  CI > n. 5 - giugno-luglio 2018

prestazioni per la completa automazione del movimento industriale Le nuove gamme di soluzioni per Motion Control BMC, BMV, BMX di Bonfiglioli, con i relativi pacchetti software di configurazione BMotion e BView, rappresentano il naturale completamento dell’ampia e consolidata proposta dedicata al controllo del movimento industriale per applicazioni ad elevata dinamica e precisione.

Insieme ai riduttori e motoriduttori di precisione, ai servo motori e ai servo-azionamenti Bonfiglioli, la nuova piattaforma BMC, BMV, BMX consente di realizzare controlli multiasse accurati e ad alte prestazioni dinamiche, sviluppando i programmi software dedicati alle specifiche movimentazioni di macchina mediante linguaggio di programmazione conforme allo standard internazionale IEC 61131-3. Che si tratti di applicazioni per packaging, imbottiglia-


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mento, material handling, industria tessile, lavorazione di legno, metalli o altri materiali, la nuova piattaforma BMC, BMV, BMX è in grado di fornire una pronta e flessibile risposta grazie alla disponibilità di componenti hardware modulari per l’interfaccia utente e per la gestione di I/O analogici e digitali, e grazie a librerie software di alto livello per la facile personalizzazione dei movimenti multiasse sincronizzati, dalle semplici camme ed assi elettrici fino ai più

complessi movimenti cartesiani 3D e SCARA. I nostri clienti potranno senz’altro apprezzare le funzionalità software più avanzate, quali la programmazione object oriented, la strutturazione multitasking a più livelli di priorità e con tempo di ciclo ottimizzato, l’ampia dotazione di strumenti di monitoraggio e di debug del codice. È inoltre attivo un servizio dedicato di Motion Application Engineering Bonfiglioli, in grado

BMC Series Motion Controller Multiasse Compatto E Affidabile

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Visto a SPS IPC Drives Italia > Bonfiglioli

BMV HMI

di erogare training qualificato sulla piattaforma e di supportare i clienti nello sviluppo delle proprie movimentazioni ed automazioni di macchina. La nuova piattaforma di Motion Control Bonfiglioli mette a disposizione il controllore BMC-440 a 6 oppure 12 assi, i pannelli HMI touchscreen a colori BMV con monitor 5’’, 7’’ e 10’’, la gamma di I/O remoti modulari BMX con ampia selezionabilità dei segnali digitali ed analogici gestibili, incluse sonde di temperatura PT100 / PT1000 / termocoppie, estensimetri, contatori.

Il sistema fa uso di tecnologie standard e aperte per la connettività digitale, quali Ethercat per il controllo real-time dei servo-azionamenti, ed Ethernet TCP/IP con funzionalità web server, client email, FTP, Modbus TCP e OPCUA per l’integrazione di fabbrica e per la gestione remota. Entrambe le tecnologie assicurano la giusta risposta alle moderne esigenze di integrazione Industry 4.0 anche Cloud based. Così come avviene da sempre per tutta l’offerta di prodotti meccatronici, anche con la piattaforma di Motion Control Bonfiglioli offre una soluzione di lunga durata ed un investimento sicuro a prova di futuro.

I motori sincroni a riluttanza Bonfiglioli BSR offrono elevata efficienza ed elevata densità potenza: un investimento green che fa risparmiare denaro La nuova gamma di motori sincroni a riluttanza BSR di Bonfiglioli è in grado di raggiungere la classe di efficienza IE4 utilizzando la stessa taglia dei moto-

Moduli BMX Moduli I/O

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ri standard a induzione di classe IE2. In alternativa, sempre a parità di taglia e in questo caso anche di efficienza, è in grado di erogare una potenza doppia rispetto a quella del corrispondente motore a induzione. Per entrambe le soluzioni il controllo del motore proposto da Bonfiglioli mediante gli azionamenti serie Active Cube è di tipo sensorless, ossia senza l’utilizzo di un feedback di velocità o di posizione. Si tratta di miglioramenti straordinari, che consentono notevoli benefici a livello applicativo. Bonfiglioli ha sviluppato due pacchetti: uno “High Efficiency” con classe di efficienza IE4 e uno “High Power Density”. Il motore BSR è disponibile in sei taglie, da IEC71 a IEC132. La gamma di potenza varia da 0,37 a 18,5 kW. Il principale vantaggio del pacchetto “High Efficiency” è la riduzione dei costi di esercizio grazie all’alta efficienza. Per il pacchetto “High Power Density”, sempre mantenendo il confronto con il motore a induzione tradizionale IE2, il vantaggio più rilevante sta nella riduzione degli ingombri a parità di potenza richiesta dall’applicazione, mediante l’utilizzo di una taglia inferiore. Questo comporta anche migliori prestazioni in termini di dinamica, grazie ad un’inerzia di rotore mediamente ridotta del 30%, di cui il 20% grazie alla tecnologia intrinseca del motore a riluttanzache utilizza un rotore


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più leggero e il 10% grazie alla taglia inferiore. Con la riduzione degli ingombri legati al motore, il progettista di macchina beneficia di maggiore spazio e di maggiori gradi di libertà nell’allestimento. Il nuovo controllo vettoriale (FOC: Field Oriented Control - controllo ad orientamento di campo) disponibile negli azionamenti Bonfiglioli della serie Active Cube garantisce alte prestazioni nel controllo di velocità e coppia, in termini di precisione e dinamica, specialmente nelle applicazioni che richiedono variazioni di carico e di inerzia. Il motore non utilizza né avvolgimenti, né magneti sul rotore. Annullando le perdite rotoriche, la macchina ha una minor dissipazione di calore con conseguente aumento della vita utile dei cuscinetti, notevolmente superiore rispetto alle soluzioni standard con motore a induzione. L’abbinamento del controllo vettoriale Active Cube con i motori BSR rappresenta la soluzione ottimale per svariate applicazioni, quali pompe, ventilatori, miscela-

BSR

tori, sistemi di dosaggio. Il vantaggio economico ottenibile in questi casi tramite il pacchetto “High Efficiency” è semplicemente misurabile, prendendo come riferimento le classificazioni della recente norma IEC 61800-9-2 relativa all’efficienza energetica dei Power Drive System. Rispetto ad un tipico sistema equivalente con motore asincrono ed inverter di classe IES1, un motore Bonfiglioli BSR di taglia 1,5 kW abbinato ad inverter Active Cube presenta perdite (espresse in watt) mediamente inferiori del 47%. In base al profilo di utilizzo (duty cycle, velocità, coppia), il ritorno dell’investimento per innalzare a questo livello l’efficienza energetica avviene tipicamente in un periodo compreso tra 9 e 12 mesi, oltre i quali ci sono soltanto benefici economici per il cliente e vantaggi per l’ambiente in cui viviamo.

DGM Bonfiglioli è la soluzione decentralizzata per motori asincroni che integra motore, riduttore e inverter La nuova piattaforma di azionamenti Bonfiglioli DGM rappresenta una soluzione completa e flessibile sviluppata per le applicazioni a velocità variabile. Il DGM integra infatti la rinomata gamma di motori asincroni 4 poli e riduttori Bonfiglioli con il nuovo inverter installato a bordo motore.

Bonfiglioli parametrizza l’inverter, lo collauda e lo testa per una pronta messa in servizio della soluzione. L’inverter è vettoriale sensorless e dotato di housing robusto e resistente alle vibrazioni con un grado di protezione IP65. Il range di potenza va da 0,37kW a 22 kW ed è distribuito su 4 differenti grandezze. Alla versione standard possono essere aggiunti vari optional che permettono di adattare l’inverter alle esigenze dell’impianto, come ad esempio il tastierino integrato, il chopper di frenatura o la sicurezza funzionale STO (Safe Torque Off). Le connessioni elettriche di potenza e gli assemblaggi meccanici vengono realizzati negli stabilimenti Bonfiglioli. Oltre ai numerosi ingressi e uscite digitali e analogici, per una completa integrazione al sistema di automazione, sono a disposizione 6 tra i più diffusi bus di campo. Numerosi sono i vantaggi che il DGM offre a costruttori e utilizzatori di macchine o impianti: ▶▶ Riduzione dei tempi di installazione e del rischio di errore poiché l’assemblaggio meccanico, le connessioni elettriche di potenza e la programmazione di base vengono realizzate e testate direttamente da Bonfiglioli. ▶▶ Riduzione delle volumetrie e del sistema di raffreddamento

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Visto a SPS IPC Drives Italia > Bonfiglioli

DGM

dei quadri elettrici dell’applicazione, non dovendo installare al loro interno né inverter né relativi filtri EMI che sono già integrati nell’inverter. ▶▶ Opportunità di ampliamento dell’impianto non condizionata dalla capienza dei quadri elettrici. ▶▶ Riduzione dei costi di cablaggio in quanto non sono richiesti costosi cavi schermati di alimentazione, altrimenti necessari per la rispondenza alle norme EMC. ▶▶ Aumento della vita di servizio grazie all’innovativo circuito intermedio LC.

Intervista a Sonia Bonfiglioli, Presidente e AD Cos’è la Bonfiglioli oggi? «Nel 2017, la Bonfiglioli ha raggiunto gli 808 milioni di fatturato, consolidati nel mondo. Io sono presidente dell’azienda e Fausto Carboni è l’amministratore delegato. Siamo organizzati per business unit. Abbiamo tre business unit all’interno che, pur facendo prodotti simili, hanno ti-

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Oltre alla versione integrata, con inverter installato sul motore, è possibile fornire il solo inverter con apposito adattatore per l’installazione a bordo macchina. A breve sarà disponibile anche il DGM entry-level monofase con potenze che partono da 0,25 kW e che sarà disponibile sia nella

versione integrata che con inverter installabile a bordo macchina. Le caratteristiche del sistema DGM ne fanno una soluzione adatta ai più svariati settori e applicazioni quali: pompe, compressori, ventilatori, miscelatori, rulliere, tavole rotanti, coclee, o ancora nastri trasportatori.

pologie di business differenti. È l’approccio al mercato che fa la differenza, ecco perché abbiamo creato queste unità di business. La nostra realtà coinvolge circa 3.700 persone, operiamo con stabilimenti produttivi in Italia, Germania, Slovacchia, Vietnam, India, Cina, America, con l’idea soprattutto di produrre per il Paese. Per noi non è quindi importante produrre in Cina per poi importare in Italia perché lì costa meno, ma piuttosto produrre in Cina per il mercato cinese e garantire in Cina tempi di consegna più rapidi.»

Dalla sua nascita a oggi, Bonfiglioli certo di strada ne ha fatta. «Bonfiglioli è un’azienda che nasce storicamente come azienda meccanica, fondata da mio padre nel 1956. Successivamente partendo dalla meccanica ed elettromeccanica, abbiamo aggiunto i motori e abbiamo iniziato a ragionare di sistemi elettronici, quindi di drive e abbiamo pensato di prendere la componente meccanica ed elettrotecnica e drive e di metterli insieme: è così che siamo arrivati alla “meccatronica”, ossia mettere insieme tutti questi


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prodotti per avere una cultura unica e non solo un aggancio di fili e di viti. Oggi siamo nel bel mezzo della sfida digitale, che non vede ancora uno standard definito, per cui anche noi ci mettiamo in gioco: questa sfida riguarda un vero e proprio mega trend che vede coinvolte tutte le aziende.»

Lei è ingegnere donna in un ambiente prettamente maschile. Ha mai riscontrato delle difficoltà? Come se l’è cavata in questo mondo di uomini? «Ci sono abituata, tant’è vero che a casa mia perfino il cane è maschio. Caratterialmente sono sempre stata abbastanza posi-

tiva, laddove c’era un problema, ho sempre pensato di affrontarlo e quindi di risolverlo. Anche ai tempi dell’università, sebbene fossimo poche donne, non ho mai riscontrato dei pregiudizi e se mai ci sono stati, non me ne sono curata.»

Viaggi all’estero. So che per motivi aziendali viaggia spesso, in particolare ha soggiornato a lungo in India. «L’India ha rappresentato una tappa personale molto importante ed è uno dei poli produttivi cruciali del gruppo. Siamo andati in India nel 1995 nel tentativo di fare una joint venture ma non

ci siamo riusciti, perché le aziende ai tempi erano molto più chiuse rispetto a oggi. Abbiamo dunque, con molto coraggio, sfruttato quella che fu l’opportunità del ’99: uscì una legge che consentiva di fare un’azienda al 100% di capitale straniero. All’epoca erano ben quattro anni che tentavamo una joint venture di qualche tipo, inoltre io andavo spesso in India e quindi la conoscevo abbastanza. Cogliemmo subito questa prima opportunità e, nel gennaio del 1999, costituimmo l’azienda in India. Partì la nostra sfida indiana. Devo dire che oggi abbiamo tre punti produttivi molto belli in India. Si tratta di un Paese che dispone di competenze molto alte, che ha un assetto valoriale importante. Riesci a rapportarti molto bene con gli indiani in termini di valori. A proposito di personale, ci sono collaboratori che sono con noi da allora, ricordo ancora che alcune li selezionai io. L’India per noi è un punto di riferimento produttivo importante, così come noi oggi siamo un punto di riferimento nel nostro settore.»

Cosa produce esattamente Bonfiglioli in India? «Produciamo in parte dei prodotti che vedete anche qui, ma per il mercato indiano. Abbiamo le produzioni di motoriduttori per applicazioni industriali. Inoltre abbiamo i motoriduttori per il mondo eolico. A tal proposito, l’India

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Visto a SPS IPC Drives Italia > Bonfiglioli

è per noi un Paese target molto importante, in quanto per loro il tema delle energie rinnovabili, soprattutto quella di tipo eolico, è importante. Suzlon è il player indiano di riferimento, ma ci sono anche altre aziende stranie-

re che hanno messo produzioni di pale eoliche in India. L’India quindi è un Paese dove stiamo aggiungendo produzioni proprio perché sta crescendo e si sta aprendo a nuovi settori e a nuovi mercati.

Abbiamo molti tecnici e anche un R&D in India, perché è indubbiamente uno dei Paesi che sforna milioni di laureati in ingegneria tutti gli anni. Abbiamo bisogno di competenze tecniche e in India si trovano con estrema facilità, proprio perché l’India – a differenza dell’Europa – gioca su grandi numeri. Inoltre per noi è quindi molto importante avere un rapporto diretto con i clienti, nell’ottica di calare certe soluzioni nel contesto indiano: in tema di componenti, di ambiente, di capacità di smontare e aggiustare il prodotto: i tecnici indiani sono sulla stessa lunghezza d’onda dei clienti indiani. Per esempio, meno usa e getta, rispetto a una cultura europea, meno avvezza allo smontaggio.»

Qual è stata la scelta più difficile che ha dovuto fare nel suo percorso lavorativo? «Sicuramente la scelta più difficile risale a quando mio padre è morto, in quanto venivamo dalla crisi. Il 2009 è stato per noi l’annus horribilis. Di fatto avevamo chiuso un bilancio con 40 milioni di perdite e quindi coincideva appena con l’uscita dal tunnel, quando si cominciava a vedere un primo barlume e, per quanto io fossi in azienda dal ‘92, in quel frangente dovetti fare la scelta forte di continuare

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da sola, in un momento molto difficile. Mi sono resa conto quanto mi piacesse la mia azienda e il mio lavoro, e subito dopo si è creato il meccanismo di rafforzamento della squadra, nonostante non ci fosse più il fondatore: chi, sino a quel momento, vedeva mio padre come riferimento, ha iniziato a vederlo in me. Sono stati momenti complessi per l’azienda e per chi lavorava, ma che non hanno fatto altro che rafforzare tutti e di conseguenza hanno sottolineato e rafforzato il nostro commitment. Ciò che non ti uccide, ti rafforza, come si suol dire.»

Prodotti. Se dovesse descrivere il prodotto più rappresentativo nella storia di Bonfiglioli, quale sarebbe? «Sicuramente il prodotto che lanceremo fra qualche mese! Non si tratta di un’anteprima, bensì è la nostra cultura di guardare oltre e quindi il fatto di non sedersi mai sul prodotto di successo di ieri, ma ragionare insieme in quanto squadra sul prodotto che lanceremo domani. Parimenti, fra tre mesi, ti dirò che il prodotto più rappresentativo sarà quello che lanceremo fra sei mesi, e così via. Ci sarà certo una gamma estremamente innovativa che lanceremo a novembre, però non è

tanto la tecnologia che questo prodotto incorporerà, ma proprio il fatto che rappresenterà lo spirito di non fermarci su prodotti che sono stati indubbiamente di successo. Vogliamo credere nel successo delle sfide dei prodotti di domani.»

Quali sono le innovazioni relative al futuro Bonfiglioli? «SPS è una fiera molto importante per noi, quindi ti direi il tema dell’integrazione delle tecnologie, del digitale. Inoltre il fatto di rendere sempre più smart i nostri prodotti così che possano cogliere le richieste in termini di informazioni che lo specifico cliente o settore può manifestare come bisogno. Per noi è quindi fondamentale essere on time su questi bisogni nascenti, come quello del digitale. Sono bisogni che vanno monitorati e che necessitano di un track record, perché chiaramente non si ricerca un unico messaggio puntuale, bensì una storicità, un andamento, che può essere allarmante per un’applicazione o essere assolutamente non rilevante per un’altra applicazione. In conclusione, è molto importante prepararsi a questa trasformazione, che ancora oggi non ha una strada definita, ma nel nostro approccio preferiamo

buttarci nella giungla e cercare di contribuire a creare la strada.»

Cosa pensa del motore elettrico? «Oggi è un trend forte e, per quanto ci riguarda, siamo particolarmente attivi su questo tema. Non a caso, una delle nostre applicazioni di punta per Toyota è il forklift elettrico. Già oggi, forniamo Toyota di quello che è il classico fork che solleva i pallet e i cassoni. Se ci pensate, in un contesto al chiuso, non puoi mettere dei forklift con un motore endotermico con emissioni. E un domani, ragionando, ad esempio, su ambienti agricoli o centri urbani, non si può certo pensare a un tema di pollution o emissioni senza tenere in conto la possibilità elettrica. Sicuramente è un trend, e come sta già avvenendo nel mondo automotive, lo sarà presto anche nel movimento terra. Le normative si fanno più stringenti e i costi di realizzazione più competitivi: noi certo vogliamo esserci.»◀

INFO Bonfiglioli Via Giovanni XXIII, 7/A Lippo di Calderara di Reno (BO) - 40012 Italy Tel: +39 051 647 3111 www.bonfiglioli.com

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Visto a Intralogistica > Degrocar Mitsubishi

Una rivoluzione che si chiama OPB 12 NEFP È stata INTRALOGISTICA ITALIA 2018 l’occasione scelta da Degrocar Mitsubishi Italia per presentare in anteprima il nuovo commissionatore orizzontale OPB 12 NEFP di Marianna Senni

I

NTRALOGISTICA ITALIA si è svolta dal 29 maggio all’1 giugno 2018 presso i padiglioni 6 e 10 di Fiera Milano Rho, all’interno della manifesta-

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zione “The Innovation Alliance” che ha visto co-protagoniste insieme, a INTRALOGISTICA ITALIA, anche PLAST, IPACK-IMA, MEAT-TECH e Print4All. Orga-

nizzata dalla filiale italiana di Deutsche Messe AG, INTRALOGISTICA ITALIA è l’unica manifestazione sul territorio nazionale dedicata a soluzioni e sistemi


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Roberto Savini Sales Manager di Degrocar Mitsubishi Italia

integrati di movimentazione industriale, gestione del magazzino, stoccaggio dei materiali e picking. E Degrocar Mitsubishi Italia non poteva di certo mancare: infatti l’azienda, oltre a mettere in mostra le proprie soluzioni di logistica integrata per l’ottimizzazione del magazzino, ha scelto proprio INTRALOGISTICA per presentare in anteprima il nuovo commissionatore orizzontale OPB 12 NEFP. Abbiamo avuto occasione di intervistare Roberto Savini, Sales Manager di Degrocar Mitsubishi Italia.

Cosa portate ad INTRALOGISTICA? «Abbiamo scelto di presentare in anteprima a questa fiera il nostro nuovo commissionatore OPB 12 NEFP, infatti quello che vedete qui è un prototipo perché la macchina verrà prodotta a partire dai prossimi mesi. È un commissionatore rivoluzionario nel suo genere studiato per l’elevata produttività che consente di ottimizzare i tempi di lavoro, oltre che di risparmiare numero di mezzi e persone impiegate nella movimentazione. E questo è di-

mostrato dalle superiori performance che abbiamo rispetto ai nostri diretti competitors. Velocità, accelerazione, ergonomia, facilità di utilizzo... Sono tutte caratteristiche che contraddistinguono questo commissionatore e che sono state studiate per favorire la produttività.»

E gli altri modelli esposti? «Ad INTRALOGISTICA abbiamo presentato macchine con focus al magazzino. Abbiamo voluto che in fiera ci fossero anche i progetti

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Visto a Intralogistica > Degrocar Mitsubishi

della divisione MITO, che si occupa di logistica integrata, così da offrire un ventaglio completo di quella che è la logistica ottimizzata secondo Degrocar Mitsubishi.»

Dal punto di vista della sicurezza cosa fa Mitsubishi? «La sicurezza non può che essere al primo posto per gli operatori del settore. E così per i costruttori. In ottica sicurezza Mitsubishi sta lavorando molto bene anche sui dispositivi ausiliari di segnalazione luminosa.»

Digitalizzazione e 4.0: cosa ne pensate? Cosa sta facendo Mitsubishi? «La digitalizzazione, che risponde ai parametri di Industria 4.0 ci trova assolutamente preparati. Stiamo implementando nuovi sistemi in grado di ottimizzare il lavoro in chiave digitale. È il nostro futuro ma anche il nostro presente.»

Qual è il prodotto più venduto in Italia? «Il carrello più apprezzato dal mercato italiano è sicuramente il frontale 80 V che ha portate di 25-30-35 quintali, ma ci aspettiamo lo stesso successo anche per la sua versione 48 V ottimizzata nelle portate da 16, 18, 20 quintali.»

E le batterie? «Lavoriamo con batterie classiche piombo-acido, ma anche con tecnologie più evolute. È chiaro

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che il mercato delle batterie stia andando verso il litio e che anche noi stiamo facendo lo stesso. Non si possono certamente ignorare le sollecitazioni del target di riferimento.»

Quanto costa in più la batteria a litio? E quanto incide sul prezzo totale del carrello? «Le batterie al litio sono capaci di incrementare il prezzo rispetto ad una batteria classica anche di 5/6 volte in più. Qualcosa che incide chiaramente sul costo globale di un carrello, talvolta anche di un 40%. Ma è chiaro che a seconda delle applicazioni, spesso quella della batteria al litio rappresenti una scelta obbligata. Ci sono applicazioni per le quali il prezzo viene ammortizzato senza particolari difficoltà.»

Come sta andando il mercato Mitsubishi in generale? «Siamo in forte crescita e stiamo riorganizzando tutta la rete commerciale in Italia. Come numeri assoluti in Italia siamo al quarto posto, mentre come penetrazione del mercato, siamo la terza realtà.»

Com’è organizzato il sistema vendita? Avete dei dealer o una rete commerciale? «Dal 2007 siamo importatori esclusivi di Mitubishi per l’Italia,

OPB 12 NEFP Il prototipo del nuovo commissionatore

dov’è presente una rete commerciale composta da 45 concessionari in grado di coprire tutte le regioni. Sono numeri destinati a crescere nell’immediato futuro, secondo le nostre previsioni. Siamo sicuri che il mercato ci darà ragione.»◀

INFO Degrocar Spa Via Enrico Fermi 39 36071 Arzignano (VI) Tel. 0444 671280 http://degrocar.it/

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L’intervista > Fai Filtri

Fai Filtri: prima le persone L’inizio della collaborazione tra Fai Filtri e Festo Academy – società che si occupa di formazione del personale – è stata una buona occasione per intervistare Roberto Pasotto, Direttore Generale di Fai Filtri, sul presente e futuro dell’azienda bergamasca di Manuela Cortesi

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ai Filtri, azienda italiana che produce elementi filtranti e componenti per i settori aftermarket, oleodinamica, elettroerosione, separazione aria, olio e industriale, porta avanti un percorso di formazione del personale in collaborazione con Festo Academy, società che sostiene le aziende a massimizzare la produttività e la competitività dei suoi clienti, con una forte attenzione alla valorizzazione delle persone e delle loro competenze. «Investire nel personale significa non solo migliorare le attività dell’azienda, aumentarne e supportare la crescita, ma vuol dire anche creare un ambiente di lavoro coeso, efficiente e piacevole», commenta Roberto Pasotto,

Direttore Generale di Fai Filtri e aggiunge: «Puntiamo molto sulla formazione, durante il 2017 e quest’anno abbiamo pianificato oltre 450 ore per le varie divisioni che vanno dalla produzione, gli acquisti, le vendite e le aree tecniche, motivo per cui ci affidiamo a Festo Academy, perché è uno strumento efficace di sviluppo professionale che amplia i punti di vista e stimola a trovare nuove soluzioni per affrontare problemi e sfide». L’attività riguarda in particolare il progetto Lean Production, applicata da Fai Filtri nella produzione dei suoi elementi filtranti, che ha l’obiettivo di ridurre al minimo i problemi durante la produzione e quindi di migliorare la produttività e i servizi offerti ai clienti. Festo Academy si sta occupando quindi di forma-

re tutte le figure coinvolte, partendo dall’analisi del contesto aziendale dalla quale si arriverà alla definizione di un feedback strutturato a cui seguiranno, naturalmente, i percorsi di formazione, specifici per ogni settore e attività svolta, utilizzando anche la modalità On The Job Coaching che rende possibile un lavoro personalizzato sulle aree di miglioramento delle singole persone e dell’organizzazione in generale. Per l’azienda è importante, inoltre, la crescita professionale del personale, in particolare tramite compiti formativi che permettono alle risorse di lavorare in autonomia tra una sessione di coaching e l’altra, con l’intento di formare uno staff preparato e competente che possa soddisfare pienamente le esigenze di chi si rivolge a Fai Filtri e preparare l’azienda alle sfide future.

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L’intervista > Fai Filtri

Il mercato di FAI FILTRI: qual è il rapporto tra vendite Italia/estero? Quali sono i paesi esteri in cui vendete maggiormente?

Wilmo e Roberto Pasotto Presidente e Direttore Generale

Risponde Roberto Pasotto, Direttore Generale di FAI FILTRI FAI FILTRI oggi: può darci un quadro dell’azienda? Quanti dipendenti conta? Su che cifre si aggira il fatturato? Avete sentito il periodo di crisi economica? FAI FILTRI è un’azienda nata nel 1976 che produce elementi filtranti e componenti per il settore dell’oleodinamica, della compressoristica, dell’elettroerosione e dell’impiantistica industriale. Occupa quasi 13.000 metri quadrati complessivi nel suo quartier generale di Pontirolo Nuovo (BG), di cui 7.000 dedicati alle aree produttive e 4.000 a logistica e stoccaggio, oltre agli uf-

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fici commerciali e tecnici. Conta, inoltre, tre filiali nel mondo: Stati Uniti, Canada e Malesia. FAI FILTRI da 40 anni è sotto la guida della famiglia Pasotto, con Wilmo Presidente e il figlio Roberto Direttore Generale, opera con 105 dipendenti e il fatturato dell’anno 2017 è stato di 20 mln, in crescita dell’8% rispetto al 2016. Come tanti, abbiamo risentito della crisi nel 2008/2009, ma già nel 2010 abbiamo recuperato il fatturato perso e raggiunto un ulteriore incremento. Il 2009 è stato anche l’anno in cui FAI FILTRI ha investito molto su strutture e nuovi macchinari, continuando anche oggi a portare avanti questa politica di miglioramento e implementazione della produzione.

Da sempre FAI FILTRI è un’azienda improntata all’export: l’80 % del fatturato è generato, infatti, esportando in più di 80 Paesi per circa 700 clienti nel mondo. Il principale mercato è quello Europeo, seguito dal mercato Nord Americano - nel quale abbiamo recentemente investito con l’ampliamento del magazzino, in modo che sia sempre a pieno regime per i clienti - e da quello Asiatico. Stiamo, inoltre, sviluppando una rete di vendita che ci consenta una crescita costante e una presenza capillare sia nei paesi più industrializzati che in quelli in via di sviluppo.

Come funziona il laboratorio? In che modo mettete a punto le migliorie dei prodotti (studio preliminare e/o feedback dei clienti…)? Seguite il prodotto nel post vendita per capirne i pregi e i difetti? Grazie alla flessibilità, uno dei nostri punti di forza, possiamo adattarci perfettamente alle esigenze dei clienti le cui segnalazioni, che teniamo in altissima considerazione, ci consentono di mettere a punto i nostri prodotti, perfezionandoli al massimo. Operando principalmente nel mercato dell’aftermarket, cerchiamo di


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migliorare i prodotti già esistenti e puntiamo a garantire l’intercambiabilità al 100% con i filtri dei maggiori produttori e la massima compatibilità con le macchine dei principali costruttori. Proprio nella sede di Pontirolo Nuovo, la gamma produttiva è sottoposta a un attento processo di controllo e certificazione nel laboratorio interno dell’azienda che supporta le fasi della progettazione.

Quali sono i vostri prodotti più innovativi? L’aggiornamento dei prodotti è costante, con l’obiettivo di

migliorarne le caratteristiche e, soprattutto, le performance. La continua ricerca e implementazione costante della produzione, permette a FAI FILTRI di realizzare prodotti all’avanguardia: ne sono un esempio i filtri a cartuccia avvitabile Spin-On, best seller dell’azienda, la cui modalità di produzione è tenuta costantemente in aggiornamento e miglioramento. Inoltre, siamo sempre alla ricerca di nuovi materiali e di prodotti di facile smaltimento, a salvaguardia dell’ambiente: da circa tre anni, infatti, stiamo lavoran-

do allo sviluppo di un filtro tecnologicamente innovativo, ora nella fase di prototipazione.

Cosa c’è nel futuro prossimo di FAI FILTRI? Che previsione di crescita c’è? Nel primo semestre 2018, l’azienda è cresciuta del 10%: un trend che prevediamo di mantenere per tutto l’anno corrente. Nei prossimi anni l’azienda continuerà sulla strada dell’ottimizzazione gestionale, della sempre miglior performance dei propri prodotti, dell’aggiornamento e formazione delle risorse umane e dell’avanguardia tecnologica. Il percorso di crescita e gli investimenti non si fermano e, anzi, consentono di rimanere competitivi in un mercato sempre più esigente e globalizzato.◀

Lo stabilimento di Fai Filtri

L’azienda Nata nel 1976, Fai Filtri è una solida azienda italiana, con sede a Pontirolo Nuovo (BG), che produce elementi filtranti e componenti per i settori aftermarket, oleodinamica, elettroerosione, separazione aria/olio e industriale, frutto di continua ricerca e implementazione costante della produzione. Da 40 anni sotto la guida della famiglia Pasotto, con il fondatore Wilmo oggi presidente e il figlio Roberto, Direttore Generale, Fai Filtri ha sedi anche in Malesia, Canada e Stati Uniti e opera con oltre 100 collaboratori e 2 milioni di pezzi per 700 clienti in Italia e nel mondo.

INFO FAI FILTRI srl Strada Provinciale Francesca, 7 24040 Pontirolo Nuovo (BG) Tel. +39 0363 880024 Fax +39 0363 330177 faifiltri@faifiltri.it www.faifiltri.it

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Visto a Intralogistica > Linde Material Handling

Con Linde il magazzino del futuro è già presente All’importante appuntamento di INTRALOGISTICA ITALIA 2018 (29 maggio-1 giugno, FieraMilano Rho) Linde Material Handling Italia ha presentato le ultime novità: ce ne ha parlato Emanuele Triulzi, Product Manager Linde di Marianna Senni e Manuela Cortesi

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INTRALOGISTICA ITALIA 2018 Linde ha realizzato un’area completamente dedicata a soluzioni e sistemi integrati di movimentazione industriale, gestione del magazzino e stoccaggio dei materiali e ha presentato anche una serie di importanti novità quali il carrello R-Matic, un mezzo che va a completare la già ampia gamma della linea Ro-

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bitics e il Linde Safety Guard, un sistema all’avanguardia di allerta collisione modulare scalabile, capace di rilevare sia la presenza di altri carrelli, sia di pedoni, con una precisione di 10 centimetri, ma anche di individuare e gestire in automatico la riduzione della velocità in aree ben definite. Una soluzione intelligente che va ad ampliare l’offerta di sistemi di sicurezza per i magazzini.

Carrelli elevatori manuali e robotizzati, sistemi di automazione, connettività e digitalizzazione, soluzioni per rendere i luoghi di lavoro sempre più sicuri, ma anche progettazione e realizzazione di magazzini: Linde è sempre più leader nel saper dare le migliori risposte alla propria clientela e si pone sul mercato come unico referente e fornitore di soluzioni nel campo della movimentazione del-


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le merci. Linde, infatti, oltre ai carrelli, può offrire sistemi di gestione, connessione e automazione, software, macchine automatiche e scaffalature per dare vita a spazi di lavoro sicuri, ad alta concentrazione di tecnologia, efficienti e performanti. Puntare su Linde significa quindi poter contare su un unico autorevole referente in grado di seguire tutti gli step di progettazione, creazione, ma anche riqualificazione o potenziamento di un magazzino: dalla consulenza alla definizione del layout, dallo sviluppo della miglior soluzione al collaudo, fino alla garanzia di poter contare, nel tempo, su un service affidabile e su un’assistenza a 360 gradi.

C-MATIC: la grande famiglia robitics si allarga

due asset. Oggi un’azienda, piccola, media o grande che sia, per poter affrontare le sfide che offre il mercato deve adottare le migliori soluzioni che permettono di gestire la flotta dei mezzi, ma anche di collegare tra loro e in modo ultra-veloce uomini e macchine attraverso una rete virtuale. Lo scambio di informazioni rilevanti sui prodotti e sul funzionamento dei macchinari è, infatti, strategico per ridurre il tempo dei processi produttivi, rendere performante gli spostamenti della merce e ottimizzare lo stato di avanzamento delle singole commesse. In tal senso Linde può offrire ai propri clienti una gamma di soluzioni complete, ma soprattutto bilanciate alle effettive esigenze e dimensioni delle aziende. Linde può anche garantire software di gestione per grandi

flotte ed è in grado di gestire parametri personalizzati a seconda del mezzo e perfino del singolo operatore. Sistemi di questi tipo, altro aspetto da non sottovalutare, offrono un notevole plus sotto il profilo della sicurezza.

La sicurezza prima di tutto La sicurezza dei luoghi di lavoro e degli operatori è oggi uno degli aspetti strategici per un’azienda. Una manovra errata del carrello o una retromarcia senza dare il giusto preavviso sono sempre potenziali situazioni di pericolo e possono causare anche gravi incidenti all’interno di un magazzino. Per questo Linde ha sviluppato una vasta gamma di sistemi in grado di mettere in allerta sia chi è alla guida di un carrello, sia gli operatori a terra che stanno la-

Accanto all’R-Matic Linde schiererà l’intera flotta Robitcs, a partire dalla creatura più piccola, ma fondamentale in alcune filiere produttive come il C-Matic, una piattaforma mobile, perfetta per i cicli produttivi di kitting e de-kitting. I mezzi Robotics Linde sono capaci di soddisfare tutte le esigenze degli operatori, ma anche di essere utilizzate, qualora la situazione lo richiedesse, in modalità manuale.

INDUSTRIA 4.0: con Linde è già realtà Connessione e digitalizzazione: il concetto di industria 4.0 messo a punto da Linde passa da questi

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Visto a Intralogistica > Linde Material Handling

vorando nell’area di manovra dei mezzi. Proprio in occasione di INTRALOGISTICA ITALIA, Linde ha presentato Linde Safety Guard, un sistema intelligente che emette un segnale di avvertimento solo quando percepisce un pericolo reale, poiché è in grado di individuare sia altri carrelli, sia la presenza di pedoni con un margine di precisione di dieci centimetri. Questo grazie a un dispositivo (keeper) da installare sul carrello e un dispositivo portatile, che produce vibrazioni, segnali visivi e acustici da indossare (beeper) per i pedoni. Il valore aggiunto per gli operatori alla guida è che il keeper, capace di “vedere” attraverso muri, scaffali e portoni, oltre a emettere un segnale di avvertimento, mostra sul display

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quante persone si stanno avvicinando e da quale direzione provengono. Il Linde Safety Guard è un sistema evoluto che può agire anche sulla velocità del mezzo, una delle cause principali di

incidenti. I mezzi dotati di questo sistema, infatti, attraverso il “Marker di zona”, possono definire le aree in cui gli operatori dei mezzi dovrebbero rallentare, così che quando il carrello entra in queste zone, il sistema riduce automaticamente la velocità. Tra gli altri sistemi di sicurezza che Linde ha esposto a Milano ci sono anche i Led stripes, segnali luminosi di differenti colori e che si accendono a seconda della direzione di marcia per segnalare l’arrivo del mezzo; i BlueSpot, luci a Led di colore blu, che proiettano sul terreno l’approssimarsi del carrello e segnalano ai pedoni la presenza del mezzo; il Linde Truck Spot, il Linde Safety Pilot, molto utile per evitare ribaltamenti poiché aiuta a definire il peso ottimale del carico rispetto al modello del carrello e l’altezza massima che possono raggiungere le forche e le telecamere.


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re velocemente il carrello e fargli fare il lavoro.»

E in tema di sicurezza?

Emanuele Triulzi Product Manager Linde

Intervista a Emanuele Triulzi, Product Manager Linde A INTRALOGISTICA abbiamo incontrato Emanuele Triulzi, Product Manager Linde, che ha confermato la vocazione Linde di offrire soluzioni a 360 gradi in tema di logistica. «Da semplici produttori di carrelli, in questi ultimi anni ci siamo evoluti ampliando la nostra gamma prodotti. L’esigenza del cliente non è più solo quella di avere il carrello ma acquistare un servizio: questo ha fatto sì che la nostra gamma si sia ampliata e siamo in grado quindi oggi di fornire tutto quello che è necessario per la logistica interna.»

Quali sono le novità riguardo la logistica? «In particolare per quanto riguarda i mezzi ci siamo dotati di una gamma molto innovativa che riguarda l’automazione – quindi carrelli automatici – tramite una tecnologia che non propone nessun concorrente: è la tecnologia di navigazione laser, dunque

senza infrastrutture necessarie. Il carrello si muove nell’ambiente non facendo affidamento a sensori (che devono essere dapprima installati e poi manutenuti regolarmente), bensì tramite laser, che rileva le infrastrutture presenti nell’ambiente quindi una volta mappato l’ambiente il carrello si muove in autonomia in base alle missioni che deve compiere.»

Una dinamica senza infrastrutture: nessuna manutenzione, giusto? Ma come si può modificare il percorso? «Non avendo bisogno di appoggiarsi a infrastrutture o strutture aggiuntive, la manutenzione è davvero minima. Per quanto riguarda il cambio di percorso, l’automazione è rigida di per sé (il cliente programma un carrello che fa un lavoro da A a B) ma nel momento in cui il cliente ha bisogno di cambiare percorso, questo sistema ci dà più flessibilità, appunto non si devono smontare strutture: basta riprogramma-

«Questo carrello può essere utilizzato in qualsiasi momento in manuale e posso lavorare in ambiente misto - quindi anche con persone: è dotato di tutti i dispositivi di sicurezza che garantiscono ottima affidabilità, dispositivi nati dall’esperienza acquisita con le macchine manuali.»

In merito all’energia come si sta muovendo Linde? «Per quanto riguarda l’energia abbiamo lanciato una gamma di batterie al litio molto affidabili, sicure e innovative, che sono integrate nel carrello e dialogano con esso garantendo sicurezza e prestazioni ottimizzate in base all’utilizzo. Il litio è molto importante perché dà una serie di vantaggi al cliente: per esempio, poter gestire le ricariche del carrello come se fosse un telefonino.»

Che autonomia ha? «Non parliamo tanto di autonomia quanto di possibilità di ricaricare il carrello in modo molto veloce, quindi non ho necessità di avere una grande autonomia perché ogni volta che faccio una pausa, anche breve, posso metterlo sotto carica, comprendo così anche i 3 turni di lavoro. Mentre prima avevo necessità di 3 batterie al piombo perché per ricaricarle ci volevano 8 ore, ora invece in 10

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Quindi quanto dura un carrello?

minuti di ricarica guadagno anche mezz’ora di lavoro. Ogni volta che faccio una pausa attacco il carrello quindi non ho bisogno di molta autonomia, molto rapidamente posso ricaricarlo e con tante piccole ricariche posso sopperire anche ai 3 turni di lavoro.»

Ma in questo modo non cala drasticamente la vita della batteria? «Le batterie piombo acido normali arrivano fino a 1500 cicli di vita: ogni volta che la metto sotto carica perdo un ciclo, anche se non la carico completamente. Invece il litio accetta le ricariche di biberonaggio e permette di fare dalle 2500 alle 4000 ricariche complete: è più del doppio rispetto ad una batteria al piombo. Uno dei vantaggi di questa tecnologia è proprio la durata della vita della batteria rispetto al piombo.»

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«Solitamente la vita media di un carrello è di 5 anni, data proprio dalla batteria al piombo (mediamente i 1500 cicli si esauriscono in 5 anni). Dipende dal tipo di uso, ma con la batteria al litio è possibile riuscire ad usare un carrello anche 10 anni. Quindi è una tecnologia notevolmente vantaggiosa, anche perché non ha emissioni ed è molto più compatta delle batterie al piombo: nelle stesse dimensioni di una batteria al piombo ci posso fare stare il doppio dell’energia, quindi il doppio della durata nello stesso ingombro perché la densità energetica è più alta.»

La tecnologia laser è sicura? «Noi dobbiamo rispondere alle normative rigide per quanto riguarda la sicurezza, soprattutto se lavoriamo in ambienti misti. Quando i nostri carrelli vedono una persona rallentano e, a differenza di altre tecnologie che obbligano l’operatore a riarmare manualmente il carrello, fino ad una certa distanza il nostro carrello accetta che l’uomo si possa spostare e riparte gradualmente senza perdere tempo per aspettare che venga qualcuno a riarmarlo. Quindi dotiamo i nostri carrelli di due laser anteriori che incrociano il proprio raggio e un laser posteriore. Se dovesse frapporsi qualcuno tra il pallet e le forche il carrello si interrompe, cosa che non è neanche richiesta dalle nor-

mative, ma noi abbiamo deciso di equipaggiare comunque i nostri carrelli di questa funzionalità per essere più produttivi anche in inforcamento. In termini di sicurezza, di recente abbiamo lanciato accessori interessanti che consentono all’operatore del carrello di rilevare le persone anche se non sono alla vista dell’operatore stesso. Le persone presenti nell’ambiente di lavoro sono dotate di un dispositivo che dialoga con delle antenne poste sul carrello. Solitamente i carrelli vengono equipaggiati con questi prodotti da aziende terze, noi abbiamo lanciato un prodotto nostro completamente certificato, integrato con il carrello e la nostra tecnologia consente di avere una precisione di 10 cm che le altre tecnologie radio più economiche non consentono di avere. Dovendo proteggere l’uomo abbiamo creato un prodotto molto affidabile. Sempre in tema di sicurezza abbiamo lanciato anche una serie di nuove luci tra cui il Truck Spot che proietta a terra un segnale di pericolo avvertendo, in uscita dalle scaffalature dove ci sono angoli ciechi, le persone che transitano dell’arrivo di un carrello. Abbiamo aggiunto anche una serie di luci anteriori a LED che danno più visibilità all’operatore stesso.»

Per quanto riguarda la digitalizzazione? «Abbiamo Connect: un sistema di rilevazione dell’utilizzo del carrello che può trasmettere i dati


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Un carrello speciale per un cliente speciale Il 111.111 del carrello elevatore elettrico della serie 386 è entrato a far parte di recente nella flotta di SKF Italia. Nel corso degli anni la collaborazione tra Linde e SKF si è consolidata e il rapporto oltre che commerciale, è diventato rapporto di fiducia, basato su prodotti che riescono sempre a dare la giusta soluzione in termini di agilità di movimento e manovra, ergonomicità, comodità, facilità di guida, benessere, resa e sicurezza. Linde Material Handling ha lanciato sul mercato europeo i primi veicoli E12 - E20 serie 386 nel 2006. Maneggevolezza ed efficienza energetica sono ancora oggi le carte vincenti del prodotto. I carrelli elevatori a tre ruote della serie E12 - E20 EVO serie 386 fanno infatti dell’agilità il loro asso nella manica,

di funzionamento e poi abbiamo la fornitura di tutti gli accessori per l’allestimento del magazzino (scaffalature, sistemi di handling automatico, software di magazzino, sistemi di autoidentificazione della merce o localizzazione del carrello).»

Il prodotto più venduto in Italia? «Il carrello frontale elettrico, noi abbiamo la serie 386. È molto compatto e prestante, 48 Volt. Abbiamo celebrato alla fine

rivelandosi alleati preziosi nella movimentazione dei carichi in spazi ridotti o contesti “affollati”. Grazie allo speciale assale girevole, l’operatore può giovare di un angolo di sterzata fino a 180 gradi. II sistema di gestione dell’energia, fornita da batteria da 24 o 48 Volt, sfrutta la carica delle batterie, riducendo al minimo i consumi. Dal 2016, inoltre, tutti i veicoli della gamma E12 - E20 EVO possono essere dotati di batterie agli ioni di litio, rendendo così possibile un impiego del carrello su più turni di lavoro senza necessità di sostituire la batteria. «Il fatto che per ben undici anni questo veicolo abbia avuto una curva di vendita costantemente crescente è la conferma che il nostro concetto è stato ed è ancora quello giusto», ha dichiarato Wolfang Hock, principale progettista del carrello.

dell’anno scorso la produzione a livello mondiale del 111.111esimo carrello quindi siamo molto orgogliosi e anche i nostri clienti lo apprezzano. Il 386 si differenzia dalla concorrenza perché ha i cilindri di brandeggio in alto, il che garantisce maggior stabilità del carico quindi maggior produttività e anche la possibilità di costruire un montante più snello che possa permetter una maggiore visibilità all’operatore. Nei test che abbiamo fatto con i carrelli della concorrenza si è posi-

zionato sempre molto bene sia in termini di produttività sia in termini di consumi.»◀

INFO Linde Material Handling Italia SpA Via del Luguzzone, 3 21020 Buguggiate Tel: +39 0332-877111 Web: www.linde-mh.it Mail: info@linde-mh.it

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Cura del verde > EGO Power+

Un giardino... cordless Le macchine da giardinaggio cordless di ego Power+ offrono grande potenza e prestazioni elevate ai professionisti della manutenzione del verde di Umberto Piagnoni

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er soddisfare le esigenze dei professionisti della manutenzione del verde in termini di potenza, prestazioni, comoditĂ e benessere, EGO Power+ sta lanciando la sua prima famiglia di macchine cordless professionali per il giardinaggio e la manutenzione del verde. Alimentati tramite un sistema brevettato a 56V con batterie


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EGO Arc Lithium, che offrono la stessa potenza di un sistema a benzina, i prodotti professionali della famiglia EGO Power+ comprendono tre utensili specializzati: un tagliasiepi, un decespugliatore e un soffiatore. Tutti sono estremamente robusti e non richiedono particolare manutenzione per aiutare i professionisti del giardinaggio a lavorare meglio ogni giorno, anche nelle condizioni ambientali più difficili. EGO ha investito molto tempo nell’ascoltare le esigenze dei professionisti e per capire a fondo le loro specifiche esigenze nell’utilizzo degli utensili. Il risultato è una serie di macchine progettate per lavorare superando anche le più elevate aspettative degli utilizzatori più esigenti. Tutti e tre i nuovi utensili sono ricchi di innovazioni. Il tagliasiepi, per esempio, ha lame realizzate in acciaio tagliato a laser con bordi rettificati al diamante, che garantiscono precisione di taglio e affilatura di lunga durata. A differenza dei prodotti di altri costruttori, i bordi sono poi rinforzati al laser per mantenere l’affilatura più a lungo, anche quando si tagliano i rami più resistenti. Una novità assoluta sul mercato è l’albero di trasmissione in carbonio, che rende il nuovo decespugliatore professionale molto più leggero e comodo da maneggiare e, ancora più im-

portante, lo rende praticamente indistruttibile. Mentre i normali alberi di trasmissione in alluminio possono piegarsi o danneggiarsi, la struttura in carbonio è sufficientemente robusta da poter resistere a qualunque sollecitazione quotidiana, anche nelle operazioni di trasporto e stoccaggio. EGO, già nota per la produzione di soffiatori molto potenti, ha realizzato il nuovo modello professionale con un livello di prestazioni ancora più elevato. Alla sua potenza massima, il soffiatore spinge un flusso d’aria di 1.079 1.014 m3/h a una velocità di 212 km/h con una forza di 20 newton. Questo livello di prestazioni è allineato a quello dei più potenti soffiatori a benzina. Però, a differenza dei soffiatori a benzina, il rumore durante l’utilizzo rimane incredibilmente più basso, di soli 80 decibel, il che significa poterlo usare anche nelle zone più sensibili senza dare fastidio. Oltre a questi tre nuovi utensili professionali, EGO lancerà anche una batteria a zaino che definirà ancora un nuovo standard di riferimento per le prestazioni degli utensili cordless. Con un involucro esterno che raggiunge una classificazione di resistenza all’acqua IP56, questo nuovo pacco di batterie è adatto per l’utilizzo con qualunque condizione metereologica. Non è necessario interrompere il lavoro per ricoprirlo con un telo di plastica, come avviene con modelli

di altri costruttori, mentre la sua capacità di 1.500 wattora consente di continuare ininterrottamente le attività di lavoro. «L’affidabilità è una caratteristica essenziale per i professionisti del giardinaggio, ma il comfort è altrettanto importante per chi deve lavorare tutto il giorno. Lo sviluppo delle nostre soluzioni tecnologiche per le batterie prosegue di pari passo con l’attenzione a una costruzione robusta e comoda, affinché i professionisti possano sempre sfruttare al meglio le capacità degli utensili di cui hanno bisogno con il minimo sforzo», spiega Steve Roskell di EGO. «La nostra nuova famiglia di utensili professionali comodi e confortevoli offre prestazioni eccezionali, rese possibili dall’utilizzo delle batterie EGO Arc Lithium, che permettono di ottenere una potenza addirittura maggiore rispetto ai comuni prodotti alimentati a benzina.» La gamma di utensili professionali EGO Power+ verrà lanciata durante l’estate 2018.◀

INFO EGO Power+ BRUMAR GARDEN PRODUCTS S.r.l. Loc. Valgera 110/B 14100 Asti (AT) Italy Tel: +39(0) 141 232 900 brumargp@brumargp.it https://egopowerplus.it/

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Test in cava > Volvo Trucks

L’alternativa Trucks L’evento alla cava di Palosco (BG) è stata un’ottima occasione per capire quanto Volvo Trucks tenga a un mercato piccolo eppure di estrema importanza: il cosiddetto Severe, le macchine per impieghi gravosi di Manuela Cortesi

L’

8 giugno con sei macchine testabili in due percorsi differenti – con dossi, buche e guadi, tutto il necessario per metterle alla prova – Volvo Trucks ha mostrato quan-

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to la tecnologia sia diventata una compagna affidabile e indispensabile anche, e soprattutto, in cava. Oltre alle novità dal punto di vista delle innovazioni tecnologiche, è stato interessante capire quanto macchine apparentemen-

te lontane dal mondo earth-moving siano ormai facilmente convertibili – e con risultati più che soddisfacenti – per diventare protagoniste assolute del regno cava. Certo, i trucks la strada ancora non riescono a tracciarla, ma le prestazioni iniziano davvero a somigliare a quelle di un dumper, con alcuni vantaggi notevoli per


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Claudio Gallerani Direttore Commerciale di Volvo Trucks Italia

Claudio Sivilotti Product Manager di Volvo Trucks Italia

coloro che cercano una macchina impiegabile su più fronti ed economicamente meno impegnativa.

Un mercato in crescita Claudio Gallerani, Direttore Commerciale di Volvo Trucks Italia, ci ha parlato del mercato per impieghi gravosi, il cosiddetto “Severe” Volvo. Gallerani ri-

corda il tempo pre-crisi: «Il segmento fatturava sopra le 5mila macchine. Con la crisi siamo arrivati sotto le mille, ora siamo a più di 1.700 (Volvo Trucks Italia). Certo la ripresa non è vertiginosa ma è anche vero che i clienti sono cambiati. Si richiedono macchine più flessibili che possano venire utilizzate non solo in ca-

va. Ma il mercato anche è cambiato. In questo segmento Volvo Trucks Italia, quando immatricolava sulle 5mila macchine, copriva un 4-5% del mercato. Oggi questa percentuale è raddoppiata in pochi anni, grazie all’FMX e alla versatilità delle sue applicazioni: siamo arrivati a conquistare una quota del 12,3%.» Interessante è confrontare la crescita anno per anno: un +22% da maggio 2017 (625 immatricolazioni) a maggio 2018 (766). Il mercato del Severe fa cifre forse non esorbitanti, ma è la crescita chiaramente a essere impetuosa e interessante. Claudio Sivilotti spiega che il settore Severe è un ottimo banco di prova per le tecnologie Volvo: «Quello che funziona in cava, in ambienti così estremi, con polvere e fango, certamente funzio-

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Test in cava > Volvo Trucks

nerà anche su strada. La svolta in questo senso c’è stata nel 2013, in particolare per quello che riguarda il cambio automatico: in cava si può andare completamente in automatico, ti devi fidare di lui, ormai è in grado di soddisfare le condizioni più gravose.» In Volvo dicono di assistere a un vero e proprio crossover tra cava e strada: sono due mondi che si stanno mescolando, tendenza questa frutto anche della crisi economica che ha estremizzato il mondo dei trasporti in generale. «L’FMX, nato per il cantiere, in realtà si sta rivelando vincente anche su strada.» Parallelamente l’FH, uno “stradalissimo”, lo vediamo allestito per cava: il crossover è nel dna Volvo grazie al paraurti alto che ha permesso di alzare la macchina, irrobustirla e rientrare percorsi.pdf

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nei parametri del mezzo d’opera con un comfort cabina da veicolo stradale. «Oscilliamo tra due mondi: l’estrema personalizzazione da un lato, macchine versatili dall’altro. Alcuni chiedono macchine sartoriali: ci sono clienti che vogliono una macchina di un certo tipo perché così riescono a completare lavori che altri non riuscirebbero a fare con soluzioni convenzionali. Per esempio alcuni vogliono una macchina molto bassa ma con una portata elevata degli assi, quindi devono optare per un telaio basso, perché magari deve passare in una struttura all’interno. E con il controllo da remoto, dunque senza il bisogno di altro, lo stesso operatore può scendere e avere il massimo controllo del mezzo: polivalenza e personalizzazione.»

I PERCORSI Percorso Agility

Partenza Prove

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Percorso Performance

La parola alle macchine ▶▶ FMX 460 4*4 CARRO Destinato al percorso agility, nello specifico la macchina disponibile montava attacco per lama sgombraneve. ▶▶ FMX 500 8*6 CARRO Macchina davvero interessante: alla prova si superano i timori di trovarsi davanti a una macchina sì robusta ma poco dinamica. Questo Volvo è pneumatico posteriore, con primini e tutte quelle che sono le nuove tecnologie per la cava, come il controllo automatico della trazione: non serve avere la trazione integrale sempre inserita quando è chiaro che viene utilizzata al massimo per un 5% dell’utilizzo. Provare per credere.


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FMX 500 8*6 CARRO Una curiosità sulle colorazioni. Volvo ha a disposizione una palette di colori che prevede oltre mille tinte e permette al cliente la massima personalizzazione, rimanendo però entro alcuni limiti: in caso la tinta richiesta non superi gli standard qualitativi di durata, Volvo guida il cliente verso un’altra tinta garantita, che non sbiadisca col tempo

▶▶ FH 500 8*4 CARRO «Volevamo chiamarlo “X”, perché un po’ lo è», spiega Claudio Sivilotti. Il paraurti robusto ne ha sdoganato l’utilizzo tra fango e polvere. È pensato per il cliente che fa tanto trasporto su strada quindi ha bisogno di un elevato comfort interno, e che magari consegna o preleva inerti in zone lontane e, visti i limiti delle ore di guida, deve riposare. È la macchina che risponde a questo mercato particolarissimo che è già una realtà, e inoltre permette di «sterzare in un fazzoletto senza spaccarsi la schiena grazie al VDS.» ▶▶ FMX 500 8*4 CARRO Un classico da cava, doppio asse frontale da 20 ton da impiegare magari con una gru retrocabina. Primino ultralento: si sale a 500 giri.

▶▶ FH 540 8*4 CARRO I suoi punti di forza anche in cava si scoprono in un modo soltanto: alla guida.

Trazione: quando serve La trazione permanente? Inutile secondo Volvo. È testato che viene impiegata per un 5% del

tempo lavorativo, cava compresa. Perché allora avere l’asse perennemente innestato? Ecco che Volvo ha realizzato un sistema automatizzato di inserimento della trazione (Controllo automatico della trazione, ATC). L’operatore deve pensare a una cosa sola: al volante. Una spia avvisa

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Test in cava > Volvo Trucks

l’operatore in caso di innesto automatico, comunque sempre attivabile manualmente in caso l’operatore decida sia necessaria.

I-Shift Anche l’autista da cava deve convincersi e credere nel camion: sono stati fatti trattamenti di rinforzo del cambio e dei

componenti vitali per consentirgli di fare trasporti in condizioni estreme. E sono nati i primini: si allunga il rapporto finale, a garantire lo spunto ci pensano loro con rapporti di 1/19, 1/32: a 500 giri al minuto il camion praticamente cammina a 0,5 km/h. Una lumaca, sì. Però ne vale la pena: si può vantare una precisione di

FMX 460 4*4 CARRO

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manovra micrometrica, calibrando al massimo la posizione.

VDS EVO: il nuovo Volvo Dynamic Steering Il nuovo VDS permette un doppio vantaggio: da un lato un grande miglioramento della morbidezza dello sterzo, che diventa meno faticoso per l’operatore per esempio nel ritorno in posizione centrale e nelle manovre. Nella guida a bassa velocità infatti la resistenza dello sterzo si riduce del 75% circa. Inoltre il VDS è concepito per eliminare le vibrazioni e le irregolarità delle strade dissestate. Ma la vera rivoluzione è la guida assistita, che interviene quanto si vuole ed è davvero profilabile a seconda delle necessità e delle preferenze. Da settembre nei veicoli sarà disponibile un nuovo livello di guida assistita, ancora più attento e ancora più ricco di opzioni. Avvertimenti sonori, correzioni dello sterzo: in caso di sbandata, il camion ripristina la traiettoria e chiede all’utente di riprendere il possesso del mezzo. Tramite il touch screen l’operatore può, in base alle condizioni di guida, aggiustare la sensibilità del VDS: «L’operatore può valutare che in una certa condizione sia più adatta una risposta secca del mezzo piuttosto che una risposta progressiva: ecco che tramite lo schermo il VDS è impostabile comodamente, a partire da 5 scenari già previsti.»


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Visti da vicino FMX 500 8*4 a telaio con sollevatore dell’asse Tra le novità presentate, il VDS EVO, l’evoluzione del Dynamic Steering. «Per alcuni quest’ultimo era sentito come troppo molle, la macchina era percepita come troppo distante», spiega Luca Cantarelli (Product Manager). Da qualche settimana Volvo ne ha infatti introdotto una versione evoluta che permette di gestire i settaggi personalizzandoli: «è possibile sentire il volante al massimo, è possibile gestire la velocità del ritorno al centro del volante in manovra, è possibile gestire il controllo della corsia: insieme alle funzioni già presen-

Luca Cantarelli Product Manager

ti, lo sterzo corregge automaticamente. In caso di perdita della trazione, il veicolo si riporta in automatico sulla linea corretta: le cosiddette “chiusure a libretto” diventano impossibili anche su terreni a bassissima aderenza.» Un’altra novità è la possibilità di gestire lo sterzo da remoto senza applicare componenti esterni allo sterzo, un vanto questo per Volvo. «Con una gru montata, è possibile muovere il veicolo dall’esterno limitando i rischi e gestendo salite e discese, tramite un’interfaccia montata nell’allestimento. Si tratta di un software dedicato.»

Impossibili in strada, grandi in cava Veicoli a 5 assi: l’FMX si può fornire, a livello di masse tecniche,

FMX 500 8*4 A telaio con sollevatore dell’asse

10 ton + 16 + 16 + 16: un totale di 58 tonnellate di portata. Si tratta di un valore, come si sa, incompatibile per le strade italiane ma che torna utile nell’ambito privato della cava. «L’FMX così equipaggiato diventa un buon sostituto del classico dumper, col vantaggio di avere minor costi di gestione rispetto a un dumper – si pensi anche solo a livello di pneumatici, o consumi di gasolio, un comfort impareggiabile in cabina, e la versatilità di utilizzo.» L’ultimo asse ovviamente è trainato e gemellato. Volvo offre un 5 assi già da fabbrica, non è trasformato o realizzato con spostamenti di allestimento.

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OMMERCIO

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Test in cava > Volvo Trucks

FMX 500 6*6 trattore che sta mettendo in moto un vero passaparola sui vantaggi della tecnologia pneumatica. Vedremo nei prossimi mesi.»

Il massimo della compatibilità

FMX 500 6*6 trattore Meccanico, con trazione che si inserisce automaticamente. «Anche qui c’è un automatismo che permette di utilizzarla quando serve, a meno che l’operatore non decida manualmente di tenerla sempre inserita in caso di situazioni difficili: in fondo siamo noi gli occhi del camion.» Sospensioni meccaniche o pneumatiche? Per Luca Cantarelli è un dubbio che

non ha più senso: «Alcuni clienti ancora prediligono le meccaniche, ma con le pneumatiche posteriori per esempio avrei il sollevatore dell’asse: da scarico andrei con un 4x2, con notevoli vantaggi nel consumo e inoltre avrei un’usura omogenea del pneumatico, non essendoci trascinamenti. C’è qualcuno ancora diffidente ma sono davvero tanti i vantaggi, e ora c’è un ricambio generazionale

«Volvo consente di realizzare un 6*6 su richiesta: si prende un veicolo 6*4 con il sollevatore dell’asse e si posiziona la trazione idrostatica anteriore.» Si evita il trascinamento, è un veicolo 4*2 che all’occorrenza dunque diventa 6*6. Il massimo della compatibilità.

Alla guida: noi proviamo il Volvo FH 500 8*4 ▶▶ Cabina La cabina è più comoda rispetto al fratello FMX e risponde alle richieste del cliente più esigente che macina km anche su strada e non vuole rinunciare al comfort.

INFO INFO Volvo Trucks Italia Corso Europa 2, Boltiere 24040 Zingonia (BG), Italia Tel - +39 035 889325 Web - www.volvotrucks.it

66  CI > n. 4 - maggio 2018

GEFRAN Spa Via Sebina, 74 25050 Provaglio d’Iseo (BS) Tel. +39 030 9888 1 Fax +39 030 9839063 www.gefran.com


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riduce del 75%. Tranquilli fino a 325 tonnellate di carico. ▶▶ Un riposino L’FH è il mix cava-strada che tanti richiedono: il letto c’è, eccome, e si può inclinare fino a 55°.◀ ▶▶ Trazione: non pensarci più Il sistema di gestione automatica della trazione fa il suo dovere, ed è sempre comunque gestibile: l’operatore può ogni volta lo ritenga necessario inserirla manualmente. Quando la trazione viene inserita, una spia luminosa sul cruscotto lo segnala chiaramente. La partenza in salita è assistita: strumento questo utile anche in virtù del cambio automatico, in caso il camion si “prenda il suo tempo” per scalare la marcia in salita.

▶▶ Il frenomotore: lento è meglio 0-1-2-3: diversi livelli di frenomotore per una discesa imperiosa. La potenza del frenomotore si sente tutta anche in discese ripide, affrontabili in totale sicurezza. ▶▶ Un primino da paura Il camion decide in automatico di inserire da solo una marcia ideale per i carichi pesanti e che permette di manovrare in totale sicurezza: il primino. La capacità di spunto migliora inesorabilmente e la sollecitazione sulla frizione si

Guglielmo Zorzi (Ditta Scheggia) L’autista dell’FH 8*4

FH 500 8*4 Carro (B-808415) TIPO CONFIGURAZIONE ASSI PASSO MOTORE COPPIA CAMBIO TIPO PONTI POSTERIORI RAPPORTO AL PONTE PNEUMATICI SOSPENSIONI ANTERIORI SOSPENSIONI POSTERIORI TELAIO FRENI AUSILIARI

SEDILE GUIDA SEDILE PASSEGGERO RIVESTIMENTO SEDILI

VOLVO FH 500 8x4 Carro 4.600 mm D13K500 Euro 6, 1.000-1.400 giri 2.500 Nm 1.400-1.800 giri I-Shift AT2612F, 12 marce + un primino, 4 retromarce + 2 retromarce ridotte RTH2610F, Tandem a doppia riduzione con portata di 26 ton 3,33 Anteriori 385/65R22,5 Goodyear MSS II, Posteriori 315/80R22,5 Goodyear MSD II Paraboliche con portata di 20 ton Pneumatiche (RADD-G2) con portata di 21 ton Extra alto con longheroni da 300mm (spessore 8mm) Freno motore potenziato Volvo VEB+ Cabina letto bassa FH-SLP sospensioni meccaniche anteriori e pneumatiche posteriori Comfort, sospensioni pneumatiche, riscaldato e cintura integrata (DST-CF5) Standard senza sospensioni Tessuto

CONSTRUCTION NEWS

Primino e retromarce ridotte; Volvo Dynamic Steering (VDS); Sollevamento asse tandem; doppio filtro aria

ALTRE CARATTERISTICHE

Riscaldatore autonomo cabina-motore; Presa di forza al motore con pompa idraulica con frizione; Remote control; indicatore di carico sugli assi; Fari bi-xeno da cava; lampeggianti a LED sulla barra anteriore

CABINA

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OMMERCIO

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L’evento > Faster

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F

aster ha voluto fare le cose in grande per dire a tutti che i suoi prodotti sono ottimi anche per il construction. Un evento strutturato in tre giornate (16, 17 e 18 maggio), un chiaro inno alle eccellenze italiane alle quali Faster dichiara apertamente di ispirarsi: il buon cibo, Leonardo da Vinci e non ultima la Formula 1. L’invito era rivolto soprattutto ai costruttori del mondo movimento terra, perforazione e sollevamento: Faster ha voluto aprirsi al confronto per dimostrare che dietro a una storia legata soprattutto al settore agricolo si nasconde la voglia e la forza di conquistare il regno del construction equipment.

La volontà di eccellere All’evento organizzato da Faster svoltosi durante le giornate del 16, 17 e 18 maggio, il messaggio era chiaro: porsi tra le eccellenze italiane di Manuela Cortesi

Workshop e molto altro Le giornate si sono alternate tra workshop interattivi – dove l’ultima parola spettava sempre al cliente, un’interessante visita allo stabilimento produttivo di Rivolta d’Adda e momenti di approfondimento sulle dinamiche aziendali. I richiami alle eccellenze sono stati un buon pretesto per le parentesi di svago: c’è stato un divertente excursus di

Le eccellenze italiane: Leonardo da Vinci e la Formula 1 La visita al cenacolo di Leonardo e l’intervento di Giancarlo Bruno sulla Formula 1

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L’evento > Faster La sede a Rivolta D’Adda Durante le giornate dell’evento è stato possibile visitare la sede nonché principale stabilimento produttivo di Faster a Rivolta D’Adda, nei pressi di Milano

negli Stati Uniti, a Langenfeld in Germania, a San Paolo in Brasile, a Shanghai in China e a Pune in India. Lo stabilimento a Rivolta D’Adda copre in tutto 53mila m2 ed è la sede principale dell’azienda: oltre ai vertici direzionali, Rivolta D’Adda copre la maggior parte della produzione.

I ritmi milanesi Sono circa 40 le tonnellate al giorno di volumi che vengono lavorati all’interno dello stabilimento di Rivolta D’Adda, per un totale di 160mila pezzi prodotti al giorno. Ma quello su cui si punta è ovviamente il settore Ricerca e Sviluppo: la fabbrica vanta una bella area test e sono 25 gli addetti a tempo pieno nel settore. Sono ben 88 i brevetti, di cui 47 ancora attivi – il che significa una media di 5 brevetti l’anno.

E-commerce: più vicini ai clienti

Giancarlo Bruno – ingegnere e poi commentatore tecnico, che ha raccontato la sua lunga esperienza in Formula 1, e un’emozionante visita serale al Cenacolo di Leonardo.

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Una struttura italiana Se l’headquarter e il maggior sito produttivo si trovano vicino a Milano, a Rivolta D’Adda, la Faster ha saputo nel corso degli anni ritagliarsi spazi a Toledo (OH)

Vanto di Faster è un e-commerce pensato per i clienti: le informazioni sono fruibili senza intermediari ed è possibile vedere con immediatezza la disponibilità dei pezzi, che vengono poi spediti velocissimamente. Statistiche e documentazione sono scaricabili, così come di facile accesso è la sezione delle possibili applicazioni.


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I prodotti unici: MultiFaster Il MultiFaster – ovvero un unico sistema di combinazione di più linee – può essere impiegato in un mercato davvero frammentato: gru, macchine per fresatura a freddo, benne a frantoio, macchine multi-utility, escavatori compatti e macchine per la demolizione. L’innovativo PSA06, l’ultimo arrivato, permette sia la connessione di linee multiple, sia la connessione di linee singole, grazie alla tecnologia dei “bottoni” colorati, che disconnettono le linee singole e permettono di identificarle. Il PSA06, è protetto da intrusioni di polveri o acqua

nel meccanismo. E per concludere, l’intuitivo sistema di codifica a colori permette di legare ogni attacco al posto giusto.

Casting Solutions Dal design semplice e intuitivo, si tratta di blocchi di ghisa complessi a più innesti. Il 4BD4FH – ora portato a 5 innesti, è il perfetto esempio della filosofia Faster “easier to connect”, pensato per le pale compatte. Può essere installato in verticale o in orizzontale e customizzato a seconda delle esigenze del cliente. Possibilità di connessione con pressione residua nel maschio.

FHV: quando il lavoro si fa duro Gli innesti faccia piana a vite sono concepiti con una placcatura in zinco-nichel che li rende resistenti anche nelle situazioni più dure, come nei lavori di demolizione o costruzione. Sono infatti in grado di evitare l’ingresso di materiale

indesiderato, specialmente polvere. Ora Faster lancia la linea FHV 3.0, ancora migliorata nella protezione dell’innesto da intrusioni di polveri o acqua e ancora più resistente alle alte temperature (da 100 si è passati a 120°C).

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OMMERCIO

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L’evento > Faster

Intervista a Stijn Vriends, CEO Faster Una piccola realtà quella di Faster, ma che nell’ultimo anno è cresciuta moltissimo. «Sì, ben il 17% di fatturato in più nell’ultimo anno. Abbiamo avuto una crescita fisiologica, ma soprattutto abbiamo aumentato in fabbrica il numero dei turni: oggi lavoriamo su 4 diversi turni nelle lavorazioni meccaniche. Le macchine così lavorano anche il sabato, e paradossalmente i dipendenti hanno anche più tempo libero: il lavoro si è ridotto a 33 ore a settimana, con una maggiore rotazione. Ciò ha comportato un incremento delle assunzioni.»

E riuscite a evadere tutti gli ordini? «Ci proviamo: la verità è che avremmo potuto produrre anche molto di più e saremmo comunque riusciti a vendere tutti i nostri prodotti. Agricolo e construction equipment, i nostri due settori, sono attualmente in crescita e con il mercato siamo cresciuti anche noi. Posso dire che Faster è riuscita ad andare bene anche in tempi di crisi: Faster è sempre stata in grado di crescere anche davanti a mercati in recessio-

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Stijn Vriends (CEO) e Annamaria Chierici (Marketing Manager)

ne, sia trovando nuovi clienti, sia creandosi nuove opportunità coi clienti storici.»

Anche nel 2009? «No, il 2009 è stato l’unico anno di non crescita, ma eravamo già in ripresa nel 2010.»

Quanto rappresenta per voi il construction? «Per noi occupa il 25% del fatturato: è il secondo segmento che serviamo. Siamo convinti che nel construction possiamo davvero crescere, abbiamo prodotti che crediamo siano ottimi anche per questo settore. Storicamente siamo conosciuti nell’agricolo: ci vorrà più tempo e investimenti per imporsi anche nel construction.»

Ci può spiegare i prodotti Faster? «Innesti rapidi di tutti i tipi. Abbiamo tre tipi di prodotto: uno sono gli innesti e questo fa quasi metà del nostro fatturato, poi abbiamo due tipi di prodotto che invece sono solo nostri, il Multifaster e i Casting Solutions, ovvero blocchi di ghisa lavorata con più innesti integrati.»

Cosa c’è nel futuro Faster? «Noi stiamo lavorando molto sull’automatizzazione e penso che nel futuro sarà sempre più facile interagire con il mondo robotizzato: ormai siamo in grado di insegnare alle macchine a imparare e a crescere con noi, il futuro è questo.»◀


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INFO Faster S.p.A.

via Ludovico Ariosto, 7 26027 Rivolta d’Adda (CR) Italy T +39 0363 377211 F +39 0363 377333 info@fastercouplings.com www.fastercouplings.com

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OMMERCIO

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Lubrificanti > Texaco Delo

L

o scorso 17 maggio si è svolta la conferenza stampa per il lancio sul mercato italiano di Texaco Delo, il brand dell’azienda Chevron Lubricants dedicato alla famiglia di prodotti per veicoli commerciali e industriali. L’azienda ha infatti deciso di allineare il proprio business europeo di lubrificanti a quello di Nord e Centro America, AsiaPacifico, Medio Oriente e Africa, presentandosi globalmente con un unico marchio. Quindi oggi Texaco Delo riunisce per la prima volta sotto un unico marchio una linea completa di prodotti per applicazioni heavyduty, su strada e fuori strada, che comprende oltre agli oli

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Texaco Delo sbarca in Italia

Lo scorso 17 maggio si è svolta la conferenza stampa per il lancio sul mercato italiano di Texaco Delo, un unico marchio dell’azienda Chevron Lubricants dedicato alla famiglia di prodotti per veicoli commerciali e industriali

di Marianna Senni

motore, fluidi per trasmissioni cinematiche, fluidi per riduttori finali, grassi e liquidi refrigeranti a lunga durata. Il lancio di Texaco Delo in Europa consentirà a Chevron Lubricants di mettere a frutto l’esperienza globale acquisita grazie al lavoro continuo svolto con OEM, partner commerciali e clienti finali, per lo sviluppo ex-

novo o la riformulazione di prodotti e servizi. James Welchman, Marketing Manager EMEA di Chevron Lubricants così si pronuncia in merito: «Dal momento che OEM e clienti internazionali chiedono con sempre maggiore insistenza di poter accedere a prodotti di alta qualità in tutto il mondo, è di fondamentale importanza per Chevron riunire i propri lubrificanti per veicoli commerciali e industriali sotto un unico marchio riconosciuto a livello globale. Texaco Delo offrirà per la prima volta a clienti e partner una gamma completa di prodotti uguale in tutto il mondo. Il nostro obiettivo è quello di ottimizzare le prestazio-


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ni dei veicoli riducendone i costi operativi, migliorandone la durabilità dei componenti e, di conseguenza, massimizzandone l’affidabilità. Molti OEM e clienti globali vorrebbero poter acquistare lo stesso prodotto in tutti i paesi, pertanto, dove richiesto e dove possibile, verranno introdotte formulazioni globali. L’offerta Texaco Delo mette a disposizione dei clienti europei la forza e l’affidabilità del marchio Texaco, unite alla completezza e alle prestazioni comprovate della famiglia di prodotti Delo.» Alla conferenza stampa Brian Hayes, Chevron Channel Program Specialist, ha accolto i giornalisti presentando Chevron e ripercorrendone la storia che l’ha resa la quinta più grande azienda energetica integrata al mondo. 51.900 dipendenti e 2,7 milioni di barili di produzione giornaliera equivalente di petrolio sono solo alcuni numeri di Chevron Lubricants che commercializza i propri prodotti con i marchi Chevron® (America), Caltex® (Australia e Sud Africa) e Texaco® (Europa). Chevron oggi controlla tutta la filiera dell’energia, in particolare si occupa dell’esplorazione, della produzione e del trasporto di

petrolio grezzo e gas naturale, inoltre raffina, tratta e distribuisce carburanti e lubrificanti, produce olio base e additivi e attraverso la propria rete globale di R&S sviluppa nuovi combustibili.

Delo: una storia di primati E Delo? Il marco Delo – originariamente acronimo di Diesel Engine Lubricating Oil – è nato nel 1936, anno in cui venne commercializzato il primo olio composito per motori diesel che ha reso possibile la progettazione di motori diesel ad alta velocità. Questa è stata un’importante innovazione perché prima di Delo l’olio era composto soltanto da olio base, Delo invece aggiunse all’olio base una serie

di additivi in grado di garantire un netto miglioramento delle performance. Qualche anno dopo, nel 1953, Delo fu la prima al mondo a sviluppare un olio motore multigrado di successo e da allora Delo ha continuato a perseguire l’eccellenza, formulando nel 1998 il primo olio motore heavy-duty in grado di soddisfare le specifiche API CH-4, Cummins CES 20076 e Mack EO-M Plus per gli intervalli di cambio olio estesi e, più recentemente, lanciando il primo olio a basse emissioni (API CJ-4) formulato per proteggere i motori diesel che utilizzano carburanti con tenori di zolfo fino a 5.000 ppm. In questi 80 anni di storia quello che prima era il prodotto Delo oggi è diventato un marchio che

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OMMERCIO

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Lubrificanti > Texaco Delo

ISOSYN Technology È la strategia che Chevron usa per formulare i prodotti di alto livello Delo che prevede la combinazione di oli base di elevata qualità, additivi ad alte prestazioni e la competenza Chevron nelle formulazioni, che fornisce protezione ai componenti del motore diesel.

lunque applicazione heavy-duty c’è un prodotto Delo dedicato», precisa Brian Hayes. Shawn Whitacre comprende un’ampia gamma di prodotti sviluppati per applicazioni on-highway, off-highway (costruzioni, cave e miniere) e per il settore agricolo. «Per qua-

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Bassa viscosità e resistenza alle alte temperature Alla conferenza stampa era presente anche Shawn Whitacre, Chevron Senior Staff Engineer, che è il responsabile della formulazione degli oli moto-

re heavy-duty del marchio Delo e che ha illustrato ai giornalisti le caratteristiche che rendono i prodotti Delo degli ottimi alleati per la protezione dei componenti del motore. «L’efficienza del veicolo dipende da molti fattori diversi – motore, cuscinetti, pneumatici, trasmissioni, aerodinamica – e Delo gioca un ruolo fondamentale per


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migliorare l’efficienza del veicolo sia per quanto riguarda il motore sia per quanto riguarda le trasmissioni. Inoltre le attrezzature moderne richiedono fluidi in grado di soddisfare requisiti rigorosi, ma lo scopo di Delo non è solo quello di rispettare tali requisiti bensì superarli ottenendo fluidi ottimizzati che garantiscano ai propri clienti performance eccellenti». ▶▶ Viscosità HTHS (High Temperature High Shear) La viscosità (HTHS – High Temperature High Shear) influisce negativamente sulle prestazioni di lubrificazione infatti gli oli più fluidi permettono un netto risparmio di carburante. Alcuni test hanno dimostrato gli enormi vantaggi in termini di efficienza energetica che si possono ottenere pas-

sando da un comune olio 15W-40 all’olio a bassa viscosità Delo 400 XLE HD SAE 5W-30. Poiché l’abbassamento della viscosità implica che il film protettivo antiusura sia più sottile, la riduzione della viscosità del lubrificante richiede profonde competenze per controbilanciare i possibili effetti negativi di questa riduzione e per far sì che l’olio a bassa viscosità garantisca comunque la durabilità dei componenti del motore. ▶▶ Resistenza

alle alte tempera-

ture e alla degradazione ossidativa

Un olio poco resistente alla degradazione ossidativa si degrada dopo pochi cicli e questo porta ad un aumento della viscosità che ha effetti negativi sul veicolo. Delo ha sviluppato tecnologie che

rendono i propri prodotti particolarmente resistenti alle alte temperature e che riescono a mantenere la viscosità sotto determinati livelli.

Parola d’ordine: durabilità Non ha dubbi Brian Hayes quando afferma che la forza di Delo è la durabilità: «Ogni motore», afferma, «è progettato per una certa durata e il lubrificante deve consentire al motore stesso di durare tante ore quante sono quelle per cui è stato progettato». Il concetto di durabilità ha significati diversi a seconda dei vari settori, in generale comunque si può tradurre in intervalli di manutenzione più lunghi, maggior durata delle attrezzature e maggior risparmio di carburante.

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Lubrificanti > Texaco Delo

Shawn Whitacre ha illustrato anche un altro importante aspetto che riguarda i prodotti Delo, ovvero che essi non vengono soltanto testati in laboratorio ma anche sul campo proprio per convalidare ulteriormente le prestazioni che si sono osservate in laboratorio. «Crediamo che il vero banco di prova per i nostri prodotti sia poterne verificare le prestazioni sul maggior numero possibile di motori e di applicazioni», afferma Shawn.

La gamma prodotti Delo Entriamo nel dettaglio dei prodotti De-

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lo. Intanto è importante sottolineare che i prodotti Delo non solo rientrano negli standard API e ACEA ma soddisfano anche le esigenze dei costruttori di motori di tutto il mondo, tra cui – per citarne soltanto alcuni – CAT ECF-3, Cummins CES 20086, Volvo VDS-4.5, MAN 3575 ▶▶ Fluidi per trasmissioni Il nuovo Delo Syn-AMT XV SAE 75W-90 è un fluido sintetico ad altissime prestazioni per trasmissioni, da utilizzare con le trasmissioni manuali sincronizzate dei camion stradali. La sua formulazione garantisce intervalli di cambio olio estesi, oltre i 450.000 km, e una fluidità alle basse temperature che ne favorisce la rapida circolazione e svolge un’efficace azione antiusura durante gli avviamenti a freddo. Il suo alto indice di viscosità e la buona stabilità al taglio garantiscono la viscosità e lo spessore del film necessari per una lubrificazione efficiente alle alte temperature, e le sue caratteristiche antiattrito permettono di effettuare cambiate fluide per tutta la

vita del prodotto. È in fase di lancio anche il nuovo fluido sintetico ad alte prestazioni, Delo Syn ATF XV, per trasmissioni automatiche studiato per applicazioni che richiedono un fluido per trasmissioni conforme alla specifica Volvo 97342. Grazie a una buona resistenza a morchie, vernici e depositi, favorisce il mantenimento costante della viscosità e protegge dall’usura ingranaggi, cuscinetti e frizioni, portando un considerevole risparmio di carburante. ▶▶ Oli per ingranaggi La nuova gamma di prodotti Texaco Delo propone anche gli oli per ingranaggi Delo Gear CGA SAE 80W-90 e Delo Syn-Gear XPD SAE 75W-85, entrambi una


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novità per il mercato europeo. In particolare, l’olio per ingranaggi Delo Gear CGA SAE 80W-90 garantisce elevate prestazioni e intervalli estesi di cambio olio. È formulato appositamente per intervalli di cambio olio fino a tre volte più lunghi rispetto a quelli garantiti dagli oli minerali normalmente utilizzati per i riduttori finali e i differenziali heavy-duty. Questo olio aiuta a mantenere ingranaggi e cuscinetti privi di depositi, favorendo la resistenza allo sfregamento e all’usura. È conforme, tra l’altro, alla specifica MB 235.20. ▶▶ Grassi Tre nuovi grassi vengono da oggi commercializzati sotto il marchio Texaco Delo, Delo Grease

ESI HD Moly 3% EP 1, Delo Grease ESI HD Moly 5% EP 2 e Delo Starplex EP 2. Quest’ultimo è un grasso multiuso a lunga durata e alte prestazioni, indicato per diversi tipi di cuscinetti utilizzati

in condizioni umide, corrosive o in presenza di temperature elevate. ▶▶ Oli motore: nuove formulazioni Sono state inoltre introdotte nuove formulazioni per completare la gamma di oli motore Texaco Delo. La prima riguarda Delo 400 MGX SAE 15W-40, un olio motore heavyduty Low SAPS ad alte prestazioni per applicazioni su strada e fuori strada che utilizzano carburanti diesel ad alto e basso tenore di zolfo (10-5.000 ppm). Delo 400 MGX SAE 15W-40 protegge i nuovi motori diesel a basse emissioni provvisti di sistemi di riduzione catalitica selettiva (SCR), filtro antiparticolato die-

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OMMERCIO

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Lubrificanti > Texaco Delo

sel (DPF) e ricircolo dei gas di scarico (EGR). È progettato per flotte miste di veicoli su strada e fuori strada e soddisfa i requisiti prestazionali di un’ampia gamma di motori diesel a quattro tempi, ad aspirazione naturale e turbocompressi. Delo 400 XLE HD SAE 5W-30 è una variante sintetica per oli motore per l’heavy-duty. Questo olio a elevatissime prestazioni è formulato per garantire un risparmio di carburante ottimale in un’ampia gamma di applicazioni su strada e fuori strada. La nuova formulazione soddisfa i requisiti dei motori diesel a quattro tempi a basse emissioni, naturalmente aspi-

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rati o turbocompressi, dei motori diesel datati e dei motori a gas. La sua formulazione comprende tecnologie avanzate di additivazione Low SAPS con efficaci agenti antischiuma che garantiscono prestazioni disperdenti e detergenti per il mantenimento della pulizia, resistenza all’ossidazione e protezione antiusura e anticorrosione, a tutti i motori che soddisfano i requisiti sulle emissioni Euro VI costruiti da Volvo, MAN, Scania, Daimler, DAF e Iveco. Altre riformulazioni riguardano Delo 400 XLE SAE 10W-30, un prodotto ACEA E6/E9 per intervalli di cambio olio estesi con additivi Low SAPS, indicato per i motori che soddisfano i requi-

siti sulle emissioni Euro VI e Delo 400 XSP SAE 5W-40, un olio Low SAPS che soddisfa le specifiche ACEA E9 ed è ideale per i climi freddi. Commentando la nuova gamma di prodotti Texaco Delo, James Welchman, Marketing Manager EMEA di Chevron Lubricants, ha dichiarato: «È un momento molto propizio per Chevron. Il lancio del marchio Texaco Delo ci ha permesso di riunire per la prima volta la nostra famiglia di prodotti. Crediamo che questo approccio, insieme all’allineamento globale delle nostre gamme di prodotti, sarà di immenso beneficio per i clienti che chiedono ai propri fornitori di lubrificanti durabilità e prestazioni al top».◀


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