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Respirate profondamente! PiĂš riposo nella vita quotidiana
19 __ Intelligenza umana e artificiale per combattere le pandemie 24 __ Tecnica di nuoto migliore: ausili per l’allenamento in acqua
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SENZA MEZZI TERMINI
«Ho molte cose per la testa. E in più dovrei trovare ogni giorno del tempo per rigenerarmi? Questo mi stressa più di quanto non mi rilassi.» A. V. da Lugano
Chi comunica in modo aperto e sincero crea vicinanza e fiducia. Ma in molti settori c’è un’assenza di trasparenza. Dove ne desiderate di più? Scriveteci! redaktion@sanitas.com
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State vivendo uno stress da rigenerazione. Un fenomeno paradossale, sempre più comune negli ultimi tempi. Si verifica quando qualcuno cerca disperatamente di riprendersi. L’agenda è sempre più piena: mezz’ora di meditazione al mattino, dopodiché scrivere pensieri e sentimenti in un diario, yoga a mezzogiorno, quindici minuti di esercizi di respirazione nel pomeriggio e una passeggiata dopo cena, prima di mettersi a lavare i piatti. Per prendere un po’ di aria. Così resta poco tempo per famiglia e hobby. Esisterebbero già cliniche che si prendono cura delle persone che soffrono di stress da rigenerazione. In tre giorni fissi a settimana si discutono i motivi per cui si ha un’agenda troppo piena. Ovviamente quest’ultimo punto è inaccettabile. Ma effettivamente, le offerte di rigenerazione sembrano essere in aumento e gli esperti sottolineano sempre più quanto siano importanti le pause definite. Possibile, ma se la rigenerazione è legata a un altro appuntamento fisso nell’agenda già traboccante, non è più un riposo. Il calcolo è semplice: un giorno ha 24 ore. Se tutta la giornata è già pianificata, non si può aggiungere niente di nuovo. Invece di chiedervi dove, nella vostra agenda fitta di impegni, potete trovare un posto per le vostre attività ricreative, chiedete a voi stessi: cosa potrei cancellare? E durante questo lasso di tempo non fate niente.
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EDITORIALE / INDICE
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14 Cara lettrice, caro lettore, il virus ha costretto molti di noi a togliere il piede dall’acceleratore. Abbiamo ridotto al minimo il contatto fisico con altre persone e limitato fortemente il nostro raggio di movimento. Non è sempre stato facile. Ma mi ha stupito la rapidità con cui abbiamo adattato il nostro comportamento e la naturalezza con cui oggi utilizziamo strumenti digitali come Zoom o Skype. Anche dopo il lockdown ricordiamoci di rallentare di tanto in tanto e di restare flessibili. Questo modo di vivere ha un effetto positivo sulla nostra salute. Come dimostra il nostro dossier «Come rigenerarsi» ci conviene prendere esempio dai bambini. La nostra prole reagisce d’istinto in modo corretto, per esempio concedendosi regolarmente delle pause. Molti adulti hanno dimenticato come ascoltare il proprio corpo e vivere in modo consapevole; fino a quando le loro riserve di energia sono completamente esaurite. Non è necessario che si arrivi a questo punto. Mi auguro che anche coloro che hanno sofferto le conseguenze della crisi del coronavirus trovino ora il tempo per riprendersi.
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Senza mezzi termini L’angolo della notizia
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DOSSIER COME RIGENERARSI Uscire dalla ruota del criceto: impossibile?! No, esistono piccole oasi di rigenerazione per il corpo e la mente, bisogna solo trovarle Cosa possiamo imparare dai bambini Movimento, musica, pause: i nostri figli ci insegnano cosa si deve fare per rigenerarsi. Constatazioni di una famiglia durante il lockdown Infografica: il corpo, che meraviglia «Pretendiamo semplicemente troppo» Un’intervista al coach di mindfulness Angelika von der Assen Albero decisionale dello stress: quale tipo siete?
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Sistema di allerta precoce: con AI e cervello contro la pandemia Un oggetto, una storia: chi sta giocando a calcio con tanto entusiasmo? Rimedi fai da te: cosa aiuta in caso di gengive infiammate Tecnica di nuoto migliore: ausili per l’allenamento in acqua Sani ed Elina: in alto mare L’Assicurabolario: C come contributo ai costi ospedalieri
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Copertina: Sebastian Doerk
Dr. Andreas Schönenberger CEO, Sanitas
COLOFONE Editore Sanitas Assicurazione malattia, Jägergasse 3, 8021 Zurigo, sanitas.com/larivista | Contatto redaktion@sanitas.com, telefono 0844 150 150 | Responsabile generale Claudia Sebald | Redazione Michael Suter (caporedattore), Helwi Braunmiller, Julie Freudiger, Katharina Rilling | Traduzioni Servizio traduzioni Sanitas | Art direction Franziska Neugebauer, ziska.graphics | Litografia nc ag | Stampa Swissprinters, swissprinters.ch | Crediti fotografici Tutte le immagini senza indicazione specifica sono di proprietà di Sanitas oppure sono dietro licenza Sanitas | Tiratura ca. 460 000; 12° anno; la rivista viene stampata su carta ecologica FSC | Pubblicazione 4 × l’anno in I, D, F | Il prossimo numero uscirà a settembre 2020.
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L’ANGOLO DELLA NOTIZIA
45,0
La cifra —
il
% degli uomini
si lascerebbe fare un’iniezione da un robot; tra le donne è invece solo il
23,5 %.
Fonte: i fatti sono tratti da Sanitas Health Forecast, il primo studio nazionale sul futuro della sanità.
L’app che vi guida —
Conoscete la vostra impronta ambientale?
Piattaforma per la salute
Offerte innovative per la vostra salute Analizzate le vostre abitudini alimentari, imparate a rilassarvi meglio, organizzate ancora più facilmente le vostre questioni assicurative: come vostro partner per la salute vi proponiamo offerte interessanti per la vostra salute. E servizi che vi facilitano la vita di tutti i giorni. In modo che possiate concentrarvi su ciò che è veramente importante. sanitas.com/momenti
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L’ANGOLO DELLA NOTIZIA
Esercizio 2019 —
Ottimo risultato
Nel 2019, il Gruppo Sanitas ha conseguito un risultato aziendale positivo di 86,7 milioni di franchi. 38,1 milioni di franchi provengono dall’assicurazione base e 48,8 milioni di franchi dall’assicurazione complementare privata. Grazie all’ottimo andamento degli affari, il capitale proprio consolidato è salito del 10 percento (rispetto all’anno precedente) a 942,7 milioni di franchi. Lo scorso anno è stato caratterizzato da innovazioni ottenute grazie a collaborazioni partenariali e da diversi traguardi raggiunti in ambito digitale. Tra questi il prodotto assicurativo alternativo Medbase MultiAccess e l’app Sanitas Coach. Anche nel 2020 Sanitas lancerà prodotti e servizi innovativi per i suoi clienti. sanitas.com/rg-2019
Consigli di lettura—
A tavola! Su 24 pagine, la guida della Società Svizzera di Nutrizione (SSE) fornisce consigli per uno stile di vita sano. Per ordinarla inviate un’ e-mail a redaktion@sanitas.com Editore: Società Svizzera di Nutrizione (SSN), 3a edizione 2013
Sanitas Challenge Award I vincitori regionali sono stati scelti! 24 associazioni da otto regioni sono felici di essersi piazzate sul podio. I vincitori vengono automaticamente nominati per la consegna del premio nazionale a ottobre. Potete trovare i videoritratti da loro prodotti su: sanitas.com/premio-challenge. Importante: a questo URL potete votare il vostro preferito in agosto e contribuire così a fargli vincere altri 5000 franchi per il suo progetto.
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DOSSIER COME RIGENERARSI
Fare il pieno di energia Il corpo umano è una meraviglia. Può guarire da malattie e ferite, ma anche da sforzi e stress. Non ci vuole molto: a volte basta un po' di musica, un po' di esercizio fisico e una sana dose di ottimismo. 7
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Immergersi completamente in un’attività e dimenticare ciò che abbiamo intorno: un gioco da ragazzi.
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DOSSIER COME RIGENERARSI
Cosa possiamo imparare dai bambini I bambini sono dei maestri quando si tratta di rigenerazione. Se li lasciate fare, troveranno intuitivamente ciò di cui hanno bisogno per rigenerarsi, anche se spesso ciò non armonizza molto con il mondo degli adulti. Uno studio sul campo durante il lockdown. Testo Helwi Braunmiller
Foto Sebastian Doerk
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prile 2020, una primavera che passerà alla storia. Sto imparando a temere un piccolo virus con il bel nome corona e ad abituarmi al contenimento che la Svizzera sta facendo da quattro settimane, che si chiama «lockdown». Sto imparando cos’è il «distanziamento sociale» e le enormi quantità di cibo che servono a una famiglia di quattro persone quando tutti mangiano esclusivamente a casa. Sto imparando che gli attaccapanni sono miracolosamente invisibili ai bambini, per questo le giacche sono sempre sul pavimento subito dopo la porta d’ingresso. Sto imparando anche com’è quando padre, madre e i gemelli di dieci anni vivono insieme 24 ore su 24, sette giorni su sette, lavorano e passano il loro tempo libero. E soprattutto, l’improvvisa vicinanza e questa nuova forma di vita quotidiana insieme, mi costringono a vedere le cose da un’altra angolatura. Perché i miei figli, e me ne accorgo solo ora che la routine quotidiana si è spezzata, funzionano diversamente da me. All’inizio ciò mi fa imbufalire. Poi vedo la cosa diversamente. Con un po’ di distacco constato che il loro ritmo è meglio del mio sotto molti aspetti. Spesso il mio umore cambia solo perché loro sono come vorrei essere io in fondo. Più riposati, sereni, equilibrati. Meno rigidi e ostinati. Anche più intuitivi, forse anche più anarchici. Se li lascio fare, seguono la loro voce interiore, per ora. Mi chiedo se fosse possibile portare un po’ della loro rilassatezza nel mio mondo adulto, osservando il loro metodo. O seguono semplicemente il loro umore del momento senza riflettere? Inizio ad osservare e cerco prove scientifiche. La risposta arriva presto. Perché anche nel periodo del coronavirus c’è l’obbligo scolastico, RIVISTA SANITAS 2 / 2020
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comprese le liste dei compiti, per i quali gli insegnanti hanno preparato montagne di fascicoli e quaderni di lavoro. Per questo abbiamo decretato che la mattina è dedicata all’homeschooling. Incluse le pause, i bambini insistono su questo punto: ogni giorno, puntualmente alle 10:30, i bambini escono nel cortile per scatenarsi. I neuroscienziati approverebbero con il pollice alzato. Infatti il movimento attiva la corteccia motoria, il nostro centro di controllo per la coordinazione nel cervello. Allo stesso tempo, però, la corteccia prefrontale, che è responsabile del pensiero logico e della pianificazione, rallenta il suo funzionamento. Così il nostro corpo fornisce al cervello esattamente la pausa di cui ha bisogno e in seguito la concentrazione e la capacità di riflessione migliorano. Il potere della musica Certi giorni i bambini lasciano da parte le bici e il pallone per dedicarsi alla musica. Mi sorprende quanto spazio occupi nella loro vita la musica. Anche a me piace, ma la mia chitarra da anni è impolverata dietro la porta della camera da letto con due corde rotte. Questa passione quindi non è genetica. Ma il fatto che mia figlia ami suonare il violoncello e che mio figlio indossi le cuffie ha un senso neurofisiologico: entrambi riescono a staccare per poi sentirsi più motivati e riposati. In effetti trovo numerose ricerche dedicate agli effetti della musica sul nostro cervello. Nel 2006, per esempio, ricercatori della Glasgow Caledonian University, hanno dimostrato che la musica migliora la capacità di concentrazione, a condizione di ascoltare la propria musica preferita. Suonare uno strumento non è necessario: dalla risonanza
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magnetica è emerso che l’effetto sul cervello era simile; probabilmente le persone sottoposte al test canticchiavano la melodia nella loro mente. Inoltre, la musica stimola il cervello a rilasciare grandi quantità del neurotramettitore dopamina, che è considerata anche un ormone della felicità, con conseguente sensazione di benessere, voglia di fare e rigenerazione. Pause e buona compagnia Le pause sono fondamentali. I bambini di dieci anni devono svolgere un lavoro concentrato solo in blocchi di 20 minuti, spiega un foglio informativo della scuola. Quante volte ho ripetuto: «non bisogna gettare subito la spugna, ma perseverare», quando la motivazione diminuisce? Le conseguenze sono blocchi matematici totali, blackout di ortografia, errori di distrazione. La mia ricerca mostra che le cose non sono molto diverse per gli adulti. Anche se resistiamo più a lungo, dopo 70-80 minuti di attività altamente concentrata il corpo passa automaticamente alla modalità di recupero per circa 20 minuti. Brevi pause proattive sono quindi più che utili per riprendersi, soprattutto se si stabilisce da soli la loro tempistica. E se si possono trascorrere queste pause in buona compagnia, è ancora meglio. Quanto siano preziosi i veri contatti interpersonali, lo sperimentiamo dolorosamente in queste settimane di lontananza sociale. Insieme a due famiglie del vicinato, formiamo in questo periodo una comunità per affrontare lo stesso destino, per poterci dare una mano l’un l’altro nell’homeoffice e l’assistenza ai bambini. I bambini cercano la compagnia, io sono alla ricerca di studi, e trovo molto interessanti le scoperte su quanto siano rilassanti i contatti interpersonali positivi per noi. Quando ci circondiamo di persone che ci piacciono e che ci fanno bene, è come una vacanza per la mente e per l’anima: i sistemi cerebrali che normalmente ci fanno andare avanti, si mettono a riposo. Lasciamo perdere i piani e ci limitiamo a vivere il momento, a chiacchierare, a ridere, senza obiettivi e pianificazione. Restare rilassati Ovviamente, non è sempre tutto rose e fiori, quando sei bambini tra i cinque e i dieci anni devono stare insieme ogni giorno. I conflitti, anche se stranamente rari, a volte possono essere intensi. A volte capita anche a mio figlio: è arrabbiato, scoppia addirittura in lacrime, e temo che ne abbia davvero abbastanza dei suoi due amici. Ma il giorno dopo, quando gli chiedo se va tutto bene, mi guarda con aria perplessa come se non fosse successo niente. Temo che sia una caratteristica degli adulti
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Cambiare le abitudini Verso un nuovo comportamento in 10 passi sanitas.com/10-passi
Rigenerarsi: sei piccoli passi per riprendersi – L’esercizio fisico contribuisce attivamente al recupero e fornisce l’ambiente ideale per una pausa di riflessione. – La musica rende felici ed equilibrati, non importa che ascoltiate la vostra band preferita o che suoniate uno strumento. O che cantiate. – Concedetevi pause consapevoli dopo al massimo 80 minuti di lavoro concentrato. Queste aumentano la capacità di concentrazione. – Le persone positive fanno bene. Ci permettono di dimenticare la lista delle cose da fare e goderci il momento. - Fanno allontanare le emozioni negative e combattendo i pensieri negativi riusciamo a rigenerarci meglio. – Essere consapevoli di se stessi funziona anche senza meditazione. Percepire consapevolmente i piccoli momenti e fermarsi di tanto in tanto, anche solo per uno sguardo fuori dalla finestra, sono delle mini isole di rigenerazione nella vita quotidiana.
ripensare alle discordie per giorni. Questo ci ruba energia e preziose fasi di recupero. Gli studi dimostrano che la rabbia che accumuliamo in noi stessi aumenta il nostro rischio cardiovascolare. Uno studio dell’Università di Stanford in California ha persino dimostrato che i partecipanti di un corso che avevano appreso a perdonare erano più sani e meno tesi e ancora più in forma e più ottimisti anche mesi dopo. Mentre gli appuntamenti, le scadenze e le liste delle cose da fare scandiscono la mia giornata, i membri più giovani della famiglia la vivono con leggerezza, senza obiettivi da seguire. Nelle ultime settimane abbiamo trascorso la maggior parte dei pomeriggi nel bosco, per dare sollievo ai vicini e maggiore libertà ai bambini. Già per arrivarci, ci serviva metà del pomeriggio. Strada facendo cercavamo bastoni, scorciatoie e superavamo ostacoli. Nel bosco abbiamo costruito lance, capanne e preparato pozioni magiche. Perché? «Semplicemente perché ne avevamo voglia». Gli adulti la chiamano presa di coscienza e trovano qualcosa di simile in un hobby o nella meditazione: essere assorti in un’attività, senza chiedersi il perché e vivere l’attimo. L’effetto è misurabile: nella corteccia cingolata anteriore, un’area del cervello dietro la fronte, si trova il centro di controllo della nostra attenzione e del nostro comportamento. Quest’area è particolarmente attiva per le persone che meditano molto e esercitano la consapevolezza, e hanno un rendimento particolarmente buono in termini di concentrazione. Inoltre, l’amigdala, il luogo dove si trova il centro della paura, si restringe se ci immergiamo regolarmente in un compito. L’ippocampo, responsabile delle nostre funzioni di memoria, invece sembra svilupparsi. Così la prossima volta che mi affretto ad affrontare la giornata in modo molto mirato e sono già tre passi avanti con i miei pensieri ascolterò i mie figli quando mi dicono: «resta scialla mamma!». In altre parole devo restare tranquilla. Ora l’ho capito anch’io.
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Che sia la musica o lo sport: gli hobby che ci appassionano ci rendono felici ed equilibrati.
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Il nostro corpo, che meraviglia! Se un axolotl (salamandra messicana) perde un arto, gli ricresce entro cinque settimane. Nell’uomo ciò è possibile solo in un film di Hollywood. Oppure no? La moderna ricerca sulle cellule mostra che quasi tutte le cellule umane si rigenerano. Testo Michael Suter
Infografica Codeplay
12 settimane dopo aver smesso di fumare, il corpo inizia a stabilizzare il sistema cardio-circolatorio e i polmoni.
Polmoni Chi smette di fumare lo nota subito: due giorni dopo si riprendono i sensi dell’olfatto e del gusto, dopo dodici settimane iniziano a ristabilirsi il sistema cardio-circolatorio e i polmoni e dopo cinque anni il rischio di infarto è equivalente a quello di un non fumatore.
50 - 70 mia. di cellule vengono sostituite giornalmente.
Cellule Impressionante: ogni giorno il nostro corpo sostituisce da 50 a 70 miliardi di cellule.
Mettete alla prova le vostre conoscenze Buon divertimento nel sondaggio sul tema della rigenerazione sanitas.com/ conoscenze Fonti: mdr.de; gesundheitsinformation.de; gesundonline.net; kompetenznetz-leukaemie.de; srf.ch; netdoktor.ch
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Capelli Da 12 a 18cm all’anno
In media, i capelli crescono da 1 a 1,5 cm al mese. Che corrisponde da 12 a 18 cm all’anno. La velocità di crescita dei capelli dipende dall’età, dallo stato ormonale e dall’etnia.
Dopo 6 mesi ricresce completamente
Fegato Buone notizie per i donatori di organi: se si asporta una parte del fegato, esso ricresce alle sue dimensioni originali in soli sei mesi!
Per ricrescere, la punta del dito necessita di
Dita
6 mesi
Se, a causa di un infortunio, una persona perde la punta del dito, questa ricresce entro 6 mesi grazie alla «medicazione semi-occlusiva». Tuttavia, senza osso.
Ogni 8 anni il nostro scheletro si rinnova.
Ossa Circa 8 anni: ecco di quanto tempo necessita il nostro corpo per sostituire la sostanza ossea dello scheletro.
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Meditazione di mindfulness Ascoltare e rilassarsi sanitas.com/ mindful-it
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Come affrontiamo la quotidianità con gioia e serenità? Il coach di mindfulness Angelika von der Assen è convinta che la meditazione e la consapevolezza siano il segreto per una vita appagata. Testo Julie Freudiger
Foto Kostas Maros
«Pretendiamo semplicemente troppo» Capi esigenti, una marea di appuntamenti, conflitti in famiglia: sempre più persone arrivano ai limiti delle proprie forze. Quali sono i maggiori fattori di stress nella vita quotidiana? Pretendiamo semplicemente troppo: un lavoro straordinario, attrattiva, una vacanza indimenticabile. Per ottenere tutto ciò dobbiamo impegnarci tantissimo. Io chiamo questo fenomeno «action addiction», la modalità del fare. Ma il fattore di stress più grande è il nostro modo di pensare. All’esterno, praticamente, non esiste lo stress: il modo in cui reagisco a una determinata situazione dipende dal modo in cui penso. O mi lascio guidare dai miei pensieri, emozioni e convinzioni o definisco consapevolmente come voglio agire. Un ulteriore fattore è costituito dal fatto che il nostro cervello rilascia dopamina ogni volta che spuntiamo qualcosa sulla nostra lista mentale delle cose da fare. L’«ormone della ricompensa» crea dipendenza. Come usciamo da questo circolo vizioso del fare? Abbiamo bisogno di un migliore equilibrio tra il fare e l’essere. Dobbiamo approfittare della calma e del non far niente per riconnetterci con noi stessi. Grazie alla meditazione imparo, tra le altre cose, a percepire consapevolmente i miei pensieri e a controllarli. Ogni giorno, tra 60 000 e 80 000 pensieri attraversano la nostra mente. Lassù c’è tanto traffico. Noi ci arrendiamo a ciò e ci lasciamo trascinare. Se sappiamo come funziona la nostra mente, non siamo più in balia dei nostri pensieri.
conto di cosa stava facendo. Spesso agiamo in modalità autopilota e seguiamo «alla cieca» i nostri pensieri. Come posso sfuggire a questo automatismo cieco? Io consiglio una cosiddetta pausa santa. Il tempo che trascorre tra uno stimolo e la mia reazione rappresenta il ventaglio delle possibilità. Se realizzo cosa sta succedendo, posso prendere una decisione con consapevolezza. Questo significa essere consci delle proprie azioni. Ritornando all’esempio di prima: il cliente avrebbe potuto registrare consapevolmente lo stimolo del lavare la macchina e poi optare per un’altra azione che lo avrebbe fatto sentire bene (p.es. fare un bagno caldo).
«Ma il fattore di stress più grande è il nostro modo di pensare.» Angelika von der Assen
Ma è proprio qui che molti hanno difficoltà. In linea di massima, ognuno di noi è in grado di meditare. Soltanto che ci siamo dimenticati di come funziona. I bambini lo sanno fare. Loro vivono il momento. Quando vedono un fiore lo ammirano attentamente, sono aperti e curiosi. Questa è la definizione di consapevolezza: vivere nel «qui e ora». I bambini lo sanno. E noi lo possiamo apprendere di nuovo.
Può fare un esempio? Un mio cliente aveva una lunga lista mentale delle cose da fare. Una delle cose che si era prefisso era di lavare la macchina. Si ritrova quindi, in una gelida serata di febbraio, nel bel mezzo della strada a lavare la sua macchina. All’improvviso si rende RIVISTA SANITAS 2 / 2020
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Esistono esercizi o tecniche che ci permettono di gestire meglio lo stress nella vita di tutti i giorni? Fare tre respiri prima di passare da un’attività a un’altra. Questo rilassa e si può tornare a pensare in modo chiaro. Oppure quando la cena insieme ai figli è agitata; si fa una breve pausa, si fanno tre respiri profondi e si realizza: questa è una situazione difficile, come posso affrontarla? Il principio è sempre lo stesso: percepire lo stimolo – pausa – decisione consapevole. Questo è un meccanismo che si può imparare. È già questa consapevolezza aiuta tanto.
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Con un allenamento regolare è possibile eliminare questi fastidiosi pensieri che ci caratterizzano e ci perseguono? Non possiamo eliminarli del tutto, ma possiamo essere consapevoli del fatto che esistano. I pensieri che si manifestano spontaneamente lo faranno anche mentre siamo seduti e meditiamo con consapevolezza. Anzi, ci servono poiché fanno parte dell’allenamento. Mi concentro sul mio respiro e percepisco il pensiero. Dopodiché torno consapevolmente al respiro. Questo principio si può applicare anche nel lavoro quotidiano. Mentre scrivo un’e-mail e ricevo un SMS, registro la distrazione, ma decido di continuare con l’e-mail. Grazie alla consapevolezza riusciamo a concentrarci di più e ad essere più efficienti. È per questo che sempre più
Chi è Angelika von der Assen Angelika von der Assen porta la consapevolezza nel mondo del lavoro. Prima di mettersi in proprio nel 2019 con «Mindful in Business», in quanto psicologa delle organizzazioni e coach di mindfulness, era a capo dei programmi di gestione e dei talenti presso Axpo. Mindfulness per lei rappresenta il dono più grande che abbia mai ricevuto e che oggi è felice di trasmettere ad altri.
Chiudere gli occhi, soffiare forte, esprimere un desiderio: è divertente anche in età adulta, e libera la mente.
aziende puntano sull’allenamento della consapevolezza? Esistono tanti motivi per un allenamento di questo tipo. Quello principale è la gestione dello stress. La consapevolezza ci fa affrontare meglio lo stress e il carico di lavoro. In questo modo si riducono drasticamente i giorni di assenza e addirittura si evitano i burnout. Tanti dipendenti oggi sono al limite. La ruota del criceto gira troppo velocemente. Abbiamo bisogno di strumenti nuovi per affrontare questo carico. Quali? Con la consapevolezza rafforzo la mia resistenza. Anche se mi trovo nell’occhio del ciclone, so perfettamente come mantenere la calma. Ad esempio grazie alla consapevolezza che, prima o poi, tutto passa. Anche la crisi passerà. Grazie alla meditazione imparo anche ad affrontare le forti emozioni, a non respingerle e ad accettarle. La terza fase consiste nell’adottare uno stile di vita ottimistico. Per lungo tempo, la consapevolezza era ritenuta esoterica. Perché è cambiata questa percezione? Una decina di anni fa, la risonanza magnetica funzionale è riuscita a mostrare come la struttura del cervello cambi in meglio; questo non solo durante la meditazione, ma anche dopo e in modo duraturo. Attualmente, la ricerca sostiene che si deve meditare per almeno 10 minuti durante 21 giorni consecutivi perché ciò avvenga. La difficoltà sta nello sviluppare una pratica stabile e regolare. Cosa serve per vivere una vita appagata? Vivere una vita appagata significa non lasciarsi condizionare troppo dagli influssi esterni, ma essere in sintonia con se stesso. Quando ci circondiamo di calma riusciamo a sentire la nostra voce interiore. In questo modo prendiamo coscienza della nostra vocazione: in ambito professionale e privato. La felicità non si trova nel mondo esterno, ma dentro di noi. Sanitas Coach
Quanto siete stressati? Sia uomini che donne soffrono di pressione alta. E non solo in età avanzata. Lo stress, il movimento e l’alimentazione hanno un grande influsso sulla salute del cuore. Sanitas Coach vi aiuta a condurre una vita più sana e a fare qualcosa per il vostro cuore. sanitas.com/app-coach (solo in D)
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Stress: quale tipo siete? Praticate sport?
È sulla mia lista delle cose da fare. Ma continuo a rinviare.
Certo. Non ne posso fare a meno. Soffro di poltronite acuta. Faccio fatica a motivarmi.
Lo stress sta sullo stomaco?
Quando vi capita di ammalarvi?
No
Sì
In spiaggia. Spesso mi ammalo durante le vacanze.
Come lavorate?
Sono sempre molto produttivo.
C’è nessuno? Un attimo. Devo finire di leggere le mie e-mail.
Sono passivo perché spesso mi annoio.
Sono sempre stanca. Conta come malattia?
Sono tenace come un motore diesel.
Come vi sentite in caso di stress? Mi concentro. Ma spesso mi ci vuole più tempo degli altri.
Stremato e sbilanciato.
All’inizio ho molta energia e poi crollo.
Non saprei dirlo. Ma non ho né alti, né bassi.
La vostra ricetta contro lo stress?
Cosa accade quando siete sotto pressione?
Mi commisero e cerco qualcuno che mi ascolti.
Posso occuparmi dei loro figli. Molti non sanno cosa mi farebbe piacere.
Buoni per massaggi e balsamo di tigre contro il mal di testa.
Il tipo «turbo» Sotto stress accelerate e non riuscite più a trovare pace e tranquillità. Concedetevi delle pause: fate tranquillamente colazione, ma con poca caffeina. Praticate dello sport. Rinunciate al cellulare per due serate a settimana. E prenotate regolarmente una vacanza.
Il tipo «ultrasensibile» Perdete molto facilmente l’equilibrio e vorreste gettare la spugna. Imparate a fare esercizi di meditazione ed evitate di preoccuparvi di continuo. Allenatevi alla luce del giorno che favorisce la produzione degli ormoni della felicità.
Il tipo «bore out» Fate fatica a motivarvi e vi sentite come se foste spettatore della vostra vita. La conseguenza: basso rendimento. Avete bisogno di regolarità. Ampliate progressivamente le vostre attività e assumete responsabilità.
Il tipo che «crolla» Potenti come un motore diesel, lavorate senza sosta fino a crollare, apparentemente all’improvviso. Siate più attenti ai segnali del vostro corpo: tenete un diario. Muovetevi, ma evitate gli sport agonistici.
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Non ne ho. Spesso non mi accorgo di aver bisogno di tranquillità. Fino a quando non sono esaurito.
Illustrazioni Illumueller
Evito il contatto per non rischiare di accollarmi altri incarichi.
Cosa vi regalano gli amici?
Burn out Il primo passo è prendere le distanze. Ecco come funziona sanitas.com/ rilassamento
Testo Katharina Rilling
Divento sempre più attiva e accetto altri incarichi.
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Entro 7 giorni dallo specialista
Per avere una marcia in più in caso di urgenza Hospital Extra Liberty è l’assicurazione ospedaliera semiprivata con più possibilità di scelta e più comfort. Disponete di un consulente ai clienti personale che vi assiste in tutte le questioni inerenti alla vostra salute.
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I vantaggi per voi – Libera scelta del medico e dell’ospedale in ospedali convenzionati nella Svizzera intera – Degenza ospedaliera nel reparto semiprivato con camera a 2 letti – Servizi Preference quali Priority Access: in 7 giorni dallo specialista – Urgenze all’estero: copertura completa durante 180 giorni in caso di cure in ospedali per casi acuti – Cure pianificate all’estero: al massimo CHF 1000.− al giorno durante 180 giorni – Assistenza da parte del vostro consulente ai clienti personale
Maggiori informazioni: sanitas.com/ospedale-semiprivato
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Molte delle nostre assicurazioni possono essere stipulate online. Preferite parlare con un consulente ai clienti Sanitas? Non esitate a chiamarci, siamo reperibili da lunedì a venerdì dalle 8:00 alle 18:00 al numero: 0800 22 88 44
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SVILUPPARE IL DOMANI
L’allontanamento sociale ci protegge. E i sistemi di preallarme?
Intelligenza umana e artificiale per combattere le pandemie Perché non è stato possibile contenere la diffusione del nuovo coronavirus nonostante gli avvertimenti dell’intelligenza artificiale (IA)? Per poter rispondere a questa domanda bisogna comprendere i limiti della tecnologia, e quelli dell’uomo. Testo Katharina Rilling
Già il 31 dicembre 2019, una start-up di Toronto, BlueDot, segnala diversi casi di polmonite misteriosa in persone che in precedenza avevano visitato un mercato del bestiame a Wuhan, in Cina; sei giorni prima del primo avvertimento dei Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC) statunitensi e nove giorni prima che l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) segnalasse l’insorgenza di una malattia simile all’influenza.
Foto Kostas Maros
Ma come era possibile? BlueDot è una piattaforma di prognosi sulla diffusione delle malattie infettive. Il sistema elabora il linguaggio naturale grazie all’apprendimento automatico, cioè insegna a capire ciò che è scritto e a contestualizzarlo. Con l’aiuto di questa intelligenza artificiale, ogni giorno viene setacciata una quantità gigantesca di dati: notizie in circa 65 lingue, blog, contributi nei forum, dati sulla demografia della popolazione e
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SVILUPPARE IL DOMANI
Non è uno strumento di previsione, ma è comunque prezioso: i ricercatori della John Hopkins University negli USA registrano tutti i casi di coronavirus sulla mappa. (Immagine: Martin Sanchez/Unsplash)
sui movimenti degli aerei, reti scientifiche per le malattie degli animali e delle piante e rapporti di organismi ufficiali. «La tecnologia alla base di BlueDot non è scienza missilistica», spiega Thilo Stadelmann, esperto di intelligenza artificiale e machine learning presso la ZHAW (università di scienze applicate di Zurigo). «Si tratta, piuttosto, di trovare l’ago nel pagliaio. E che il campanellino d’allarme suoni il prima possibile quando si rilevano segnali d’allarme da qualche parte del mondo. L’uomo non sarebbe in grado di elaborare questa enorme quantità di dati.» Missione: guadagnare del tempo Kamran Khan, professore di medicina e salute pubblica, ha fondato BlueDot nel 2014 dopo l’esperienza come medico durante l’epidemia di SARS del 2003. Attendere fino a quando le autorità informano? Non voleva più dover fare affidamento su questo, sapendo che all’inizio di un’epidemia ogni giorno conta. Oggi l’azienda è composta da circa 40 esperti. Il team valuta i risultati dello strumento e invia avvisi ai governi e ai clienti nel sistema sanitario. La visione del fondatore di BlueDot, Kamran Khan, è ambiziosa: «L’informazione si diffonde più velocemente della malattia.» Ma nel caso di COVID-19 ha funzionato? Nonostante gli avvertimenti, la catastrofe ha fatto il suo corso: come pustole di un’eruzione cutanea,
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i punti rossi si diffondevano rapidamente sulla mappa interattiva. Queste rappresentavano i focolai della malattia polmonare. Un Paese dopo l’altro ha dichiarato lo stato di emergenza. Cosa può fare l’intelligenza artificiale? Anche l’intelligenza artificiale ha i suoi limiti È probabile che, in questo mondo altamente interconnesso, le pandemie aumentino. Dovremmo quindi utilizzare tutte le risorse disponibili per contrastare questo fenomeno: dati, analisi, tecnologie digitali. Un grande vantaggio, a parte il rilevamento precoce, è la possibilità di tenere d’occhio altre epidemie mentre l’attenzione umana si concentra ad esempio sul coronavirus. Noi ci distraiamo, le macchine no. «Inoltre, oggigiorno i programmi stanno già funzionando molto bene. Il vantaggio rispetto agli anni precedenti: c’è un’enorme quantità di dati. E noi beneficiamo di computer veloci ed economici», spiega Stadelmann. Tuttavia, l’esperto avverte, l’IA non deve essere sopravvalutata. Poiché il termine «intelligenza» è fuorviante: «L’intelligenza artificiale non ha niente a che vedere con l’intelligenza come la conosciamo dagli esseri umani. Un sistema è programmato a imparare determinate cose. Le sue capacità sono e rimangono limitate. Noi, invece, impariamo sempre dall’esperienza», dice Stadelmann.
Pertanto, il sistema non diventa necessariamente migliore attraverso la sua esperienza con il coronavirus. Un’aggiunta preziosa, che però non sostituisce il buon senso Un altro problema dell’IA è che l’accuratezza delle previsioni diminuisce durante un’epidemia. Questo perché diventa sempre più difficile alimentare il sistema con dati coerenti da cui trae tutte le conclusioni. I media «gonfiano» il pericolo, i governi lo minimizzano. Anche il comportamento delle persone è spesso difficile da prevedere: chi si rinchiude in casa, chi si oppone? Tuttavia, per fare una buona previsione, è necessario un quadro preciso. E una cosa è certa: gli strumenti di previsione sarebbero molto migliori se avessero accesso a un numero ancora maggiore di dati. Ma non è così facile. Stadelmann aggiunge che spesso è difficile capire come un sistema arrivi a formulare una raccomandazione. Fidarsi ciecamente dell’IA potrebbe portare a decisioni sbagliate. «Pertanto, lo strumento può solo completare l’intelligenza umana, non sostituirla. L’IA è uno strumento importante nella lotta contro le pandemie. Il buon senso resta tuttavia il fattore principale.» Questo però rende il tutto più complicato. «La tecnologia funziona. Resta da vedere se noi, esseri umani, siamo bravi a reagire in modo rapido e mirato ai suoi risultati e a coordinarci in modo intelligente.»
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UN OGGETTO, UNA STORIA
Chi è questo calciatore appassionato? La soluzione alla pagina seguente.
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UN OGGETTO, UNA STORIA
Per Fabio Colombo un handicap uditivo non è un ostacolo insormontabile, anzi! È un appassionato di calcio e si occupa della manutenzione degli edifici e delle infrastrutture presso Sanitas. Testo Michael Suter Foto Karin Heer
Quando il fischio resta inascoltato
Fabio ha 15 tatuaggi. Molti di cui hanno un significato particolare per lui. Come quello della scimmia che si copre le orecchie.
Gadget speciali aiutano Fabio a comunicare con altre persone.
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Fabio si lascia gli avversari alle spalle ed è a tu per tu con il portiere. Ma nessuno cerca di fermarlo. «Cosa sta succedendo?», si chiede. Soltanto quando l’arbitro gli mostra il cartellino rosso si rende conto di trovarsi in fuorigioco. «Sono geneticamente ipoudente da quando avevo quattro anni e non ho sentito il fischio», dice l’ormai trentunenne a voce bassa. Con l’apparecchio acustico riesce ad arrivare al 40 e senza soltanto al 10 percento delle capacità uditive di un normoudente. Normalmente i giudici di gara sono informati della sua situazione e comprensivi, l’arbitro in questione, però, seguiva le regole alla lettera. Fabio ricorda esattamente il momento in cui ricevette il suo primo apparecchio acustico. Il nuovo «accessorio» non gli piaceva per niente e se lo toglieva alla prima occasione. Tre volte alla settimana si recava all’ospedale pediatrico per allenare l’udito; per diversi anni. Il suo cervello doveva nuovamente imparare a elaborare gli stimoli acustici. Fabio, di origini siciliane, ha frequentato la scuola elementare e quella media a Rüti insieme ai ragazzi normoudenti. Per lui è stato molto difficile: sebbene gli insegnanti usassero per lui un microfono, le lunghissime e complicate frasi nonché i rumori di fondo gli rendevano difficile la comprensione. Frequentare le superiori presso la scuola svizzera per ipoudenti di Unterentfelden è stato un sollievo: in piccoli gruppi di apprendimento, insegnanti appositamente formati preparavano lui e i suoi compagni di classe alla vita lavorativa; nel caso di Fabio, alla formazione come operatore di edifici e infrastrutture AFC. Dall’ottobre del 2019 lavora nel reparto Facility Management di Sanitas. Diversi gadget lo aiutano nella vita di tutti i giorni. La sveglia a vibrazione «squilla» alle 5:10 del mattino. Dopodiché, in punta di piedi, Fabio esce in silenzio dalla stanza per non svegliare la sua ragazza. «Ho dovuto imparare il significato di non fare rumore.» Utilizza i mezzi pubblici per raggiungere il suo posto di lavoro a Zurigo. Se durante il viaggio si verifica un guasto, Fabio ne viene a conoscenza tramite un apposito servizio SMS. Non riesce a sentire gli annunci degli altoparlanti. La sua giornata lavorativa inizia alle 6:20 con un giro di ispezione. «Controllo se ci sono lampade difettose, se ci sono stati atti vandalici ecc.» Ogni giorno, al lavoro percorre all’incirca 14 chilometri. E la sera se ne aggiungono altri, perché Fabio si allena più volte a settimana con una squadra regionale di seconda lega. A suo avviso la comunicazione in campo funziona bene; soltanto l’arbitro a volte fa le orecchie da mercante.
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RIMEDI FAI DA TE
Aiuto in caso di gengive infiammate Testo Michael Suter Illustrazione Franziska Neugebauer
Tintura di mirra, calendula o amamelide Preparate con qualche goccia una tintura non diluita. Applicatela con un dito massaggiando le gengive. Poi sputate la saliva. La tintura ha un effetto astringente e antibatterico.
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e infiammazioni lievi delle gengive sono innocue, ma spesso dolorose e fastidiose. Semplici rimedi casalinghi possono alleviare i disturbi. Le gengive sane sono color rosa pallido, avvolgono il colletto del dente e riempiono gli spazi interdentali. Tuttavia, se iniziano a fare male o a sanguinare quando ci si lava i denti, la causa potrebbe essere un’infiammazione (gengivite). Di solito questi disturbi sono dovuti a un’igiene orale insufficiente, ma anche a lesioni meccaniche, sostanze chimiche o infezioni. Se le gengive sono solo leggermente infiammate, si possono adottare le seguenti misure. Sciacqui di camomilla e salvia I collutori fatti in casa a base di camomilla e salvia sono tra i più noti rimedi casalinghi contro l’infiammazione delle gengive. Possono essere utilizzati per fare gargarismi o come bevanda. La camomilla e la salvia hanno un effetto antinfiammatorio e antibatterico. Yogurt naturale Lo yogurt senza zucchero inibisce la proliferazione di batteri che producono zolfo e quindi aiuta anche in caso di infiammazione delle gengive. È anche più sano per i denti. Ecco perché è consigliabile aggiungere dello yogurt naturale alle insalate o al muesli. Mirtilli Queste bacche blu contengono il colorante mirtillina che ha un effetto antibiotico e impedisce ai batteri di moltiplicarsi. Quindi uno spuntino a base di mirtilli freschi non è solo delizioso, ma ha anche un effetto preventivo. Aceto di mele L’aceto di mele stimola la produzione di saliva e ha un effetto antibatterico. Assumete due cucchiaini insieme a un sorso d’acqua. Attenzione: l’acido contenuto nell’aceto può a lungo andare attaccare lo smalto.
Foglie di mora Le foglie di mora hanno un effetto espettorante e purificano il sangue. Applicate esternamente, alleviano tra l’altro anche l’infiammazione delle gengive. Masticate qualche foglia e poi sputatele.
CONSIGLIO DEGLI ESPERTI Prof. dr. med. dent. Christian Stappert, direttore medico presso swiss smile «Se l’infiammazione gengivale si verifica in modo esteso e frequente per un lungo periodo di tempo senza significativi miglioramenti, si dovrebbe chiedere consiglio al dentista. Spesso conviene anche rivolgersi a uno specialista in parodontologia. Una parodontite (malattia del parodonto) non deve essere sottovalutata. Oltre al danno permanente alle ossa delle mascelle e alle gengive, i germi parodontali possono passare dal cavo orale al corpo.»
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Prevenire è meglio che curare Se vi lavate i denti spesso e con cura, state già facendo molto per prevenire l’infiammazione delle gengive. Soprattutto negli spazi interdentali si accumulano residui che favoriscono la proliferazione dei batteri. Utilizzando del filo o uno spazzolino interdentale si possono eliminare questi depositi. Una corretta cura dentale è particolarmente importante per i fumatori, i pazienti affetti da diabete, le persone con piercing alla bocca e le donne in gravidanza. È inoltre consigliabile recarsi regolarmente dall’igienista dentale. L’assicurazione per le cure dentarie Dental Basic è stata creata appositamente per gli adulti. Ad esempio, paga 100 franchi per anno civile per le visite di controllo preventive e la pulizia dei denti e copre l’80% dei costi delle cure dentarie fino a 2000 franchi nello stesso periodo.
Dental Basic
Assicurazione per cure dentarie per piccole riparazioni ai denti e prevenzione La vostra assicurazione base copre solo determinate cure dentarie dovute a malattia o infortunio. Per questo motivo spesso dovete pagare riparazioni ai denti ed esami di controllo di tasca vostra. In questi casi torna utile l’assicurazione per cure dentarie Dental Basic. sanitas.com/dental-basic-it
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ATTIVITÀ
Tempo Trainer & Co. Altri ausili per l’allenamento, incl. video sanitas.com/accessori
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ATTIVITÀ
Ausili per l’allenamento in acqua Poco importa se per la traversata a nuoto del lago, un triathlon o semplicemente per una migliore tecnica di nuoto: gli ausili per il nuoto non solo aggiungono varietà all’allenamento, ma fanno anche divertire di più nell’acqua. Ma non ogni ausilio è sensato in ogni occasione o adatto a tutti. Testo Julie Freudiger Foto iStock
U CONSIGLIO DEGLI ESPERTI Liz Davidson, fisioterapista presso Medbase «I dolori all’apparato locomotore, in particolare alla spalla, non sono rari nei nuotatori e triatleti. Per evitare lesioni da sovraccarico è importante usare la giusta tecnica di nuoto. Ulteriori esercizi di forza e stabilità a terra completano l’allenamento di nuoto in acqua. Evitate il sovrallenamento. Se necessario, consultate un allenatore di nuoto per determinare il programma di allenamento. I fisioterapisti riconoscono i punti deboli o i movimenti asimmetrici.»
na vasca dopo l’altra: gli allenamenti di nuoto monotoni non solo sono noiosi, ma servono a ben poco. Da un lato, il corpo ha bisogno sempre di nuovi stimoli per svilupparsi. Dall’altro, il nuoto, oltre alla resistenza e alla forza, richiede una tecnica solida. Gli ausili per l’allenamento portano un po’ di cambiamento e consentono di lavorare in modo mirato alla propria tecnica. Secondo Martina Kratzer, pallanuotista della nazionale svizzera e istruttrice fitness, non sarebbero solo i nuotatori avanzati a poter usufruire dell’offerta. «Gli allenamenti di tecnica sono indicati anche per i principianti. Chi, all’inizio, esegue gli esercizi in modo isolato impiega meno tempo ad acquisire la necessaria sicurezza», afferma la 29enne. Tuttavia non bisogna esagerare e usufruire degli ausili per l’allenamento solo in modo mirato. Il corpo ha bisogno di tempo per elaborare i nuovi stimoli. Chi nuota soltanto con gli ausili per l’allenamento perde la sensazione innata per l’acqua. Riassumendo si può dire che un allenamento con gli ausili è breve (per i principianti non più di qualche vasca con un ausilio per l’allenamento), ma preciso. Pinne Le pinne d’allenamento o natatorie corte (da non confondere con quelle da sub) aiutano con la propulsione nell’acqua e migliorano la posizione nell’acqua. In questo modo, il nuotatore può concentrarsi sui movimenti e sul respiro. I nuotatori avanzati usano le pinne anche per allenare le gambe e la battuta delle stesse. Cosa dice l’esperta: «Le pinne sono un ausilio ideale per i principianti poiché hanno spesso difficoltà con la propulsione. Con l’aumentare della velocità si percepisce meglio l’acqua e ci si diverte di più.»
Cosa dice l’esperta: «Nella maggior parte dei nuotatori ricreativi, le gambe e il bacino affondano troppo, il che fa aumentare la resistenza dell’acqua. Il pull buoy aiuta in tal senso e porta al posizionamento corretto in acqua.» Palette per il nuoto Le palette di plastica attaccate ai palmi delle mani sono disponibili in varie forme e misure. A seconda del modello, con le palette si allena l’immersione corretta delle mani oppure la bracciata. Inoltre, i nuotatori avanzati in ottima forma fisica le usano anche per gli allenamenti di forza. Ai principianti si consiglia di iniziare con piccole palette da applicare sulle dita e di usarle soltanto brevemente durante l’allenamento per non affaticare troppo i muscoli. Cosa dice l’esperta: «Le palette per il nuoto danno uno slancio maggiore ai principianti, e quindi la sensazione di planare sull’acqua. Tuttavia, la dimensione delle palette deve corrispondere alla forza corporea (le spalle sono più soggette a lesioni).» Boccaglio frontale Per i principianti è difficile trovare il giusto ritmo di respirazione e tenere la testa sott’acqua per alcune bracciate. Con un boccaglio speciale attaccato alla fronte, possono concentrarsi su braccia e gambe senza perdere il fiato. Cosa dice l’esperta: «Il boccaglio frontale può essere utile anche ai nuotatori più avanzati; p.es. se vogliono allenare più intensamente la battuta delle gambe.»
Pull buoy Il cuneo di schiuma a forma di clessidra, che i nuotatori stringono tra le gambe, migliora la posizione nell’acqua grazie alla sua galleggiabilità. Poiché viene a mancare la battuta delle gambe, ci si può concentrare sulle braccia e allenare in modo mirato tecnica e forza. Chi stringe il pull buoy al di sotto delle ginocchia allena soprattutto la tensione del torso. RIVISTA SANITAS 2 / 2020
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App Sanitas Active
Nuotare e raccogliere monete L’app Sanitas Active vi incoraggia a muovervi di più e a nutrirvi in modo equilibrato. Conta i passi e registra le vostre attività di nuoto o bicicletta. Per ogni obiettivo giornaliero raggiunto ricevete una moneta che potete riscattare con dei buoni. Il pratico food scanner vi aiuta inoltre a comprendere le vostre abitudini alimentari. sanitas.com/appactive
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SANI ED ELINA
In alto mare Sani ed Elina hanno deciso di fare una gita al mare. Elina preferisce restare in barca, ma Sani si tuffa tra le onde e incontra tantissimi nuovi amici. Ehi! Un attimo di distrazione e ad Elina è caduta in acqua la sciarpa. Chi l’ha catturata? Illustrazione: Michael Meister
Concorso Inviate la soluzione con il vostro indirizzo entro il 14 agosto a redaktion@sanitas.com. Tra tutte le risposte giuste estraiamo una cena con guida per tutta la famiglia nella foresta pluviale Masoala. I vincitori saranno informati per iscritto. Non si tiene corrispondenza in merito al concorso. Sono esclusi le vie legali e il pagamento in contanti.
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L’ASSICURABOLARIO
Contributo ai costi ospedalieri La Legge sull’assicurazione malattie (LAMal) impone ai pazienti di contribuire ai costi di vitto durante una degenza in ospedale. Questa quota viene chiamata contributo ai costi ospedalieri. Gli adulti devono contribuire ai costi di vitto con 15 franchi per giorno di degenza. Questo contributo viene pagato in aggiunta alla partecipazione ai costi, ovvero alla franchigia e all’aliquota percentuale. L’importo del contributo ai costi ospedalieri viene stabilito dal Consiglio federale. I bambini, i giovani adulti fino ai 25 anni che sono ancora in formazione e le donne che ricevono prestazioni di maternità non pagano alcun contributo.
Assicurazioni complementari Quali prestazioni sono coperte? L’assicurazione base copre le prestazioni più importanti. Le assicurazioni complementari integrano le prestazioni, ad esempio con contributi per la medicina alternativa, occhiali e lenti a contatto o l’abbonamento fitness. Abbiamo raggruppato le prestazioni complementari in semplici pacchetti: sanitas.com/ben-assicurati.
Compensazione dei rischi La compensazione dei rischi nell’assicurazione base mira a garantire che gli assicuratori malattia che assicurano molte persone ad alto rischio di malattia non siano svantaggiate. Le casse malati con un numero di assicurati anziani o malati superiore alla media ricevono quindi denaro dalla compensazione dei rischi. Quelle che, invece, hanno un effettivo di assicurati più giovane devono versare una quota dei premi incassati alla compensazione dei rischi. Questo meccanismo di compensazione impedisce la selezione dei rischi: gli assicuratori malattia non devono essere spinti a concentrarsi principalmente su clienti giovani e sani.
Caso di prestazioni Nel gergo assicurativo, per caso di prestazioni, evento assicurato o caso di sinistro si intende il verificarsi di un evento (malattia, maternità, infortunio) che comporta l’erogazione di prestazioni assicurative. Cosa si deve fare in caso di sinistro dipende dall’evento e dal modello assicurativo scelto. In caso di malattia, gli assicurati che hanno stipulato un modello standard presso Sanitas hanno, ad esempio, la libera scelta del medico. Possono andare da un medico o direttamente da uno specialista, senza aver bisogno di una prescrizione. Le casse malati rimborsano le prestazioni durante una gravidanza senza dedurre la franchigia e l’aliquota percentuale.
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L’ANGOLO DELLA NOTIZIA
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