5 consigli per i nostri sensi 14 Il gusto è una questione di
Occhio alla vista
Cara lettrice, caro lettore, i nostri sensi sono un importante motore per la nostra salute, poiché ci forniscono feedback, ispirazione e orientamento per partecipare alla vita sociale. Una cena con gli amici, un tra monto, un concerto: cosa sarebbe la vita senza i sensi? Vale la pena prendersene cura. E poiché non sempre funzionano perfettamente, la no‑ stra assicurazione complementare Vital copre, ad esempio, i costi per occhiali, lenti a contatto o interventi di chirurgia refrattiva. Sapeva che le persone assicurate presso Sanitas hanno uno sconto del 30 percento sulle lezioni di musica con Matchspace Music? Trova questa e altre offerte sul nostro sito web. Si diverta a scoprirle.
Cosa aiuta contro la nausea?
26 Opportunità invece di handicap: lavorare con l’autismo
VICINO 28 La dose quotidiana di motivazione
30 Cos’è la compensazione dei rischi?
31 SANI ED ELINA ... vanno in bici
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Fonte: uni jena.de
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Fondazione Sanitas
DOSSIER
La lingua dei segni — 10 5 consigli per i nostri sensi— 13
Il gusto è una questione di abitudine — 14
Orecchie: anatomia dell’ascolto — 16
Occhio alla vista — 18
sensi I nostri
La vista, l’udito, l’olfatto, il gusto e il tatto: i nostri sensi ci connettono con il mondo, risvegliano ricordi e ci regalano momenti intensi. Non sono recettori passivi, ma plasmano la nostra realtà, facendoci scoprire il mondo, guidando le nostre decisioni, suscitando desideri e connettendoci con altre persone.
Rumore nell’orecchio?
Cosa fare contro l’acufene – con podcast sanitas.com/ acufene
La vita familiare quotidiana è tranquilla solo acusticamente. Con tre bambini è molto movimentata, come in ogni famiglia.
RIVISTA SANITAS 2 /
!Docente clinica (KD) dott.ssa Dorothe Veraguth, medica dirigente presso la Clinica di chirurgia otorinolaringoiatrica dell’ospedale universitario di Zurigo
Quali sono le principali cause di ipoacusia?
La causa più frequente è l’età, seguita dal rumore. Esistono inoltre ipoacusie ereditarie e persino sordità congenite. Anche i farmaci, come il paracetamolo in dosi elevate, alcuni chemioterapici, i preparati per la malaria e l’insufficienza cardiaca, nonché alcuni antibiotici, comprese le gocce auricolari su prescrizione, possono danneggiare l’orecchio.
Quando si può intervenire dal punto di vista medico?
La sordità può essere trattata chirurgicamente se è danneggiata la catena di ossicini. Se sono danneggiate le cellule ciliate, l’unica opzione è un apparecchio acustico. Per le persone sorde, un impianto cocleare può essere d’aiuto.
Come funziona un impianto cocleare?
Un piccolo computer è posizionato sopra l’orecchio e una serie di elettrodi conduce direttamente alla coclea. Il computer assume il compito delle cellule ciliate: converte le onde sonore in impulsi elettrici che vengono trasmessi al cervello. Ci vogliono fino a 12 mesi per abituarsi a questo nuovo modo di sentire, poiché il cervello deve imparare a comprendere correttamente le semplici informazioni dell’impianto. All’inizio, i pazienti o le pazienti vengono in ambulatorio molto spesso finché il computer non è impostato correttamente.
Per chi ha senso?
In Svizzera ci sono circa 1000 portatori, per lo più persone che in precedenza sentivano e genitori con un bambino nato sordo. Le famiglie sorde a volte decidono di non avvalersene perché la loro lingua è la lingua dei segni.
Iniziare semplicemente a parlare non serve a nulla: per i Toggenburger, il contatto visivo è necessario quando qualcuno vuole dire qualcosa.
o e-mail. La famiglia si avvale di interpreti della lingua dei segni per le visite mediche, gli incontri con i genitori o le riunioni di lavoro, via video o in loco. E, se necessario, traduce anche il figlio di 8 anni.
Due personalità
Tuttavia, per Joel Toggenburger è impossibile entrare pienamente in contatto con il mondo degli udenti. Per esempio se un treno è in ritardo, non sente l’annuncio dall’altoparlante. Ma grazie a diverse app oggigiorno l’orientamento è più facile per le persone sorde, spiega Toggenburger. D’altra parte, trova più difficile stare in mezzo alla gente, ad esempio durante gli aperitivi aziendali, dove può brindare con i suoi colleghi, ma in qualche modo non si sente davvero parte del gruppo. Ecco come si descrive Joel Toggenburger: «In un ambiente con persone udenti, sono piuttosto tranquillo e riservato. Nel tempo libero, invece, sono un tipo attivo e loquace. Si può dire che ho due personalità». Ma Toggenburger non cambierebbe mai la sua vita con quella di una persona udente, perché essere sordo è la sua normalità. Vede anche dei vantaggi nell’essere sordo: «Noi sordi abbiamo una percezione visiva molto accentuata, perché non potendo sentire nulla, vediamo tutto molto intensamente. E poiché ci preoccupiamo di evitare i malintesi, comunichiamo direttamente e con il cuore».
5 consigli per i nostri sensi
Testo Julie Freudiger Illustrazione Joël Roth
I nostri organi sensoriali svolgono un lavoro prezioso ogni giorno. Cosa possiamo fare per sostenerli?
2
Pelle: no a docce frequenti
Troppa acqua, sapone e creme alterano lo strato protettivo della pelle, la seccano e la rendono soggetta a irritazioni ed eruzioni cutanee. Quindi: fate una doccia molto breve, tiepida e non più di una volta al giorno. Meglio ancora, se ogni due o tre giorni concedete una pausa alla vostra pelle e la vate solo ascelle, piedi e zone in time con una lavetta.
1
Occhi: shampoo per bebè
Se le ghiandole ai bordi delle palpebre si ostruiscono, possono causare secchezza e infiammazione degli occhi, come ad esempio l’orzaiolo. Pertanto, struccarsi è essenziale. Per pulire i bordi delle palpe bre, è sufficiente immergere un batuffolo di cotone in acqua tiepida e appoggiarlo sugli occhi chiusi. In caso di occhi incrostati e infiammati si può aggiungere una goccia di shampoo per bebè.
3
Bocca: raschietto linguale
Con la lingua percepiamo aromi e sapori. Tuttavia, può anche essere la causa di alito cattivo e favorire infiammazioni e carie. Poiché sulla lingua si accumulano residui di cibo e cellule morte della mucosa orale. Per rimuovere la patina, utilizzate un raschietto o uno spazzolino per la lingua o ap‑ poggiate un cucchiaino alla base della lingua e fatelo scivolare in avanti.
4
Naso: doccia nasale con sale
Se le mucose nasali sono troppo secche, le particelle di sporco, le sostanze nocive e gli agenti patogeni possono rimanere più a lungo nel naso e favorire le infezioni. Il consi glio più semplice: bere a suffi cienza. Una doccia nasale con sale marino non solo ha un effetto idratante e mucolitico, ma rimuove anche le croste dalle pareti nasali.
5
Orecchie: no ai cotton fioc
I cotton fioc sono assolutamente da evitare perché spingono il cerume più in profondità nel canale uditivo, dove si
L’olfatto e il gusto garantiscono la nostra sopravvivenza, plasmano i nostri ricordi e influenzano la scelta del o della partner. E se i sensi si affievolissero? La buona notizia della scienziata sensoriale Annette Bongartz: possiamo allenarli.
promissione si risolva dipende dal fatto che le vie nervose siano danneggiate in modo irreversibile o meno. In ogni caso, è opportuno allenare la propria percezione individuale, ad esempio esponendosi a sapori intensi del mondo del cibo o delle spezie, o magari anche a fragranze come quelle dei profumi. Si può cercare di identificarli, descriverli o valutarne l’intensità. Tutto ciò contribuisce ad affinare l’olfatto e il gusto.
Molti genitori si lamentano che ai loro figli non piacciano le verdure. Cosa fare?
Signora Bongartz, l’olfatto e il gusto sono considerati i sensi più antichi. Perché erano così importanti per l’essere umano?
Perché hanno garantito la nostra sopravvivenza! Le piante velenose hanno spesso un sapore amaro, che è come un avvertimento, e possiamo sentire l’odore del fumo e del sudore dovuto alla paura: tutte informazioni importanti per reagire correttamente in certe situazioni. I cibi dolci sono anche facili da digerire e forniscono calorie indispensabili per la sopravvivenza. Grazie agli odori, abbiamo anche un’ottima memoria degli eventi e delle emozioni. E anche la scelta del partner funziona così: si dice per esempio che il miglior odore al mondo è quello della persona che ami.
Quindi odore e sapore sono strettamente legati?
Gli odori passano in gran parte attraverso la bocca; in gergo tecnico si parla di «percezione retronasale degli aromi». Quando mangio il cioccolato sento la dolcezza dello zucchero e l’amarezza del cacao attraverso specifiche papille gustative sulla lingua. D’altra parte, molti aromi volatili vengono rilasciati quando il cioccolato viene masticato e sciolto in bocca. Entrano nell’epitelio olfattivo attraverso la rinofaringe e, oltre all’odore diretto attraverso il naso, vengono percepiti indirettamente come parte dell’aroma. Di conseguenza, non notiamo quasi più i sapori quando ci tappiamo il naso o abbiamo il raffreddore. Si può perdere il senso del gusto anche a causa di infortuni o malattie.
Già, ed è estremamente spiacevole. Tuttavia, c’è una differenza se è interessato il centro olfattivo o quello gustativo. Ma senza la percezione del sapore, mangiare non è sicuramente gustoso. La possibilità che una tale com-
La maggior parte dei bambini in tutto il mondo non ama mangiare cibi amarognoli come i cavoletti di Bruxelles. Preferiscono invece le cose dolci: è innato. Come già detto, entrambi i casi possono essere spiegati dalla biologia evolutiva. I bambini dovrebbero fare diverse esperienze culinarie fin da piccoli, ad esempio cucinando e mangiando insieme ai genitori. La parola magica è l’associazione positiva delle emozioni con il cibo. Esistono anche studi sullo sviluppo delle preferenze: i soggetti del test hanno gradualmente imparato ad apprezzare anche i sapori meno popolari, semplicemente mangiandoli ogni giorno.
Ciò che ci piace cambia quindi attraverso l’esperienza. Anche il senso del gusto invecchia?
Sì, la capacità rigenerativa delle cellule sensoriali diminuisce. Questo può diventare evidente con l’avanzare dell’età. Improvvisamente il cibo ha un sapore insipido. I cibi più piccanti o più dolci, generalmente più intensi, sono più apprezzati. Ma si possono allenare i sensi anche in età avanzata. La scelta mirata di alimenti gustosi e l’alimentazione consapevole aiutano.
Dati personali
Annette Bongartz è responsabile del gruppo di ricerca Food Sensory Science/Food Perception presso l’Institute for Food and Beverage Innovation della Scuola universitaria professionale zurighese per le scienze applicate (ZHAW).
Orecchie: anatomia dell’ascolto
Testo Julie Freudiger Illustrazione Pia Bublies
L’udito non è altro che la traduzione di onde sonore in impulsi elettrici. Ciò che l’orecchio percepisce è la fluttuazione della pressione dell’aria.
A una frequenza compresa tra 20 e 20 000
Hertz (Hz) si trova la gamma uditiva umana. A seconda dell’altezza del suono, lo percepiamo o meno. La nostra capacità uditiva è ottimale tra 500 e 5000 Hz che è la frequenza del linguaggio umano.
Hz
Rumore del traffico stradale (500–1000 Hz)
Linguaggio umano (500–5000 Hz)
Canto degli uccelli (3000–8000 Hz)
Il pipistrello emette suoni fino a 200 000 Hz
Solitamente, gli aghi per agopuntura rimangono nell’orecchio per 20–30 minuti. Secondo la medicina tradizionale cinese (MTC), l’intero organismo è rappresentato nell’orecchio. L’agopuntura auricolare, ad esempio, è nota per aiutare a combattere il raffreddore da fieno o il dolore.
Nel corso della sua vita, un essere umano produce
1,5 chilogrammi di cerume. Respinge lo sporco e l’acqua, tenendo lontani i batteri e gli insetti dal condotto uditivo.
Il limite massimo è di circa 120 decibel (dB): oltre questo punto, il rumore diventa così forte da far male. I giovani con un udito intatto sono appena in grado di percepire un rumore da 0 a 10 decibel. Un’esposizione prolungata a livelli superiori a 80-85 dB è dannosa, come il rumore di un cantiere.
22 a
settimana di gravidanza. Questo è il momento in cui il feto inizia a sentire. L’udito è quindi il primo senso con cui i bambini non ancora nati percepiscono il loro ambiente.
Occhio alla vista!
Spesso sottoponiamo gli occhi a grandi sforzi. In tutto il mondo si parla ormai di un’epidemia di miopia.
Quindi via lo sguardo dallo smartphone? Cosa c’è di vero e cosa aiuta in caso di miopia e presbiopia.
Testo Stefan Schweiger
Quando e per chi è utile la chirurgia refrattiva? sanitas.com/ laser-it
In realtà non è che non avremmo potuto saperlo prima. Già più di 400 anni fa, l’astronomo e ottico Johannes Kepler osservò una miopia in se stesso e in molti studenti. La causa? Kepler attribuì la colpa della sua miopia al tempo passato a leggere. Non aveva tutti i torti: ogni anno passato sui banchi di scuola aumenta il rischio di sviluppare un disturbo visivo. Questo è ciò che suggeriscono gli studi degli ultimi 30 anni. In Asia si parla addirittura di una «epidemia di miopia». Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), entro il 2050 metà dell’umanità sarà miope.
Gli «effetti collaterali» della scuola Tuttavia, i difetti visivi sono in parte dovuti anche alla genetica, questo è un dato di fatto. Inoltre, dietro le cifre si nasconde un’altra questione: «Non è la lettura di per sé a compromettere la vista. Ma il fatto che i bambini in alcuni Paesi asiatici trascorrono sempre più tempo in classe o a fare i compiti e sono poco esposti alla luce del giorno», spiega l’oculista pediatrico Mathias Abegg. Anche se l’impatto non è stato ancora chiarito in modo definitivo, è la luce del giorno che fa la differenza. Quindi, finora, nessun allarme per l’uso dei dispositivi digitali. Ma una cosa è certa: una volta che sussiste la miopia, non si elimina più. «Nella maggior parte dei casi, quanto più precocemente inizia, tanto più si accentua nel corso degli anni», afferma Abegg. Finché l’occhio cresce, la lunghezza del bulbo oculare deve rimanere nella giusta proporzione con la rifrazione del cristallino. Un’interazione complessa. Infatti se il bulbo oculare cresce troppo e a un certo punto diventa troppo lungo, l’immagine non viene più proiettata sulla retina, ma davanti ad essa: si sviluppa la miopia. È il momento di ricorrere a un ausilio visivo, perché la miopia grave aumenta il rischio di malattie secondarie come la cataratta e il glaucoma, e persino la cecità.
L’occhio non è un muscolo
Dal punto di vista anatomico, per la presbiopia è vero il contrario: in questo caso il bulbo oculare è troppo corto e i raggi luminosi verrebbero focalizzati solo dietro la retina per formare un’immagine nitida. L’occhio vede quindi in modo nitido in lontananza, ma sfocato a breve distanza. In età più giovane, gli occhi possono adattarsi in una certa misura, per questo la presbiopia spesso passa inosservata per molto tempo.
Le malattie degli occhi
L’occhio è un organo complesso e fragile. Il rischio di malattie aumenta con l’età. Come riconoscerle e come trattarle.
1. Cataratta
Sintomi: la vista diventa sempre più sfocata e annebbiata, i colori appaiono più pallidi.
Cause: per lo più legate all’età, ma anche a un’eccessiva esposizione ai raggi UV, al fumo, a un’alimentazione scorretta o al diabete.
Cura: in molti casi, il cristallino annebbiato può essere sostituito con una lente artificiale.
2. Glaucoma
Sintomi: il campo visivo è limitato a un arco, si creano punti ciechi durante la visione.
Cause: più comunemente pressione intraoculare elevata.
Cura: speciali colliri possono abbassare la pressione oculare. Se questo non funziona, l’umore acqueo viene drenato dall’occhio con un bisturi o tramite laser.
3. Degenerazione maculare senile
Sintomi: gli oggetti o le lettere al centro del campo visivo appaiono sempre più sfocati e distorti o con macchie scure. Cause: predisposizione genetica, fumo, raggi UV e pressione arteriosa.
Cura: i farmaci iniettati nell’occhio possono arrestare la progressione della malattia, ma non possono farla regredire.
4.Retinopatia diabetica
Sintomi: nello stadio avanzato, le macchie scure o la foschia rossastra diventano evidenti come un disturbo della vista.
Cause: livelli di glicemia nel sangue elevati o fortemente fluttuanti (diabete) e pressione arteriosa elevata.
Cura: è possibile fermare la malattia tenendo sotto controllo il diabete oppure con la laserterapia.
Melissa è consulente clienti presso Sanitas e trova un equilibrio nella vita di tutti i giorni grazie al kendo, un’arte marziale giapponese che ha le sue origini nella cultura dei samurai.
Io sono Melissa
«Di norma il kendo non fa male, grazie all’armatura e all’elmo sono molto ben protetta. A volte, però, i colpi sferrati con la stecca di bambù possono andare storti e provocare dei lividi. Il kendo fa parte della mia vita da 20 anni. Sono stata tre volte campionessa svizzera e ho fatto parte della nazionale svizzera per molti anni, ho anche conosciuto mio marito grazie al kendo. Lo sport ci unisce. Ma il kendo è molto di più che tecnica e tattica di combattimento con la spada: è un percorso di vita che mette al primo posto lo sviluppo della personalità. Noi kendoka ci troviamo sempre di fronte a sfide da superare.
Tra combattimento e serenità
Questo vale anche per il mio lavoro di consulente clienti. Da molti anni aiuto gli assicurati Sanitas a risolvere problemi di varia entità. Ogni giorno ho a che fare con persone completamente diverse. Apprezzo molto questa varietà e i tanti momenti belli che derivano dal contatto personale. A volte mi capita che i clienti sfoghino la loro frustrazione su di me, ma fa parte del mio lavoro e accetto questi sfoghi con molta serenità. Il kendo mi aiuta ad affrontare lo stress quotidiano, perché mi permette di scaricarmi e di urlare. Gridando, otteniamo la tensione fisica necessaria per poter sferrare i colpi, ma ci aiuta anche a trovare una valvola di sfogo. Dopodiché, sono pronta ad affrontare qualsiasi cosa».
Registrato da Julie Freudiger Foto Karin Heer
Verso nuovi orizzonti
Attraversare le montagne per diversi giorni, con il vento e le intemperie, è un’avventura indimenticabile. Christina Ragettli ci svela i segreti per vivere appieno l’esperienza nella natura.
Perché l’escursionismo fa bene al corpo: sanitas.com/ escursioni
Ècome se un altro cielo si aprisse sopra di noi: lontano dalla civiltà, tra le montagne, le stelle brillano di notte come un tappeto scintillante. «Per vivere un’esperienza del genere, bisogna uscire nella natura», afferma Christina Ragettli. La grigionese di Flims adora esplorare le montagne attraverso lunghe escursioni. Per questo ogni anno fa escursioni di diversi giorni o mesi sui monti. Durante la sua escursione più lunga, la trentaduenne ha percorso la Via Alpina in due tappe: 2363 chilometri da Monaco, sulla Costa Azzurra, fino a Trieste. Le sue esperienze e le sfide affrontate durante questo viaggio sono raccontate nel suo libro «Von Wegen». «Quando si tratta di escursioni a tappe, ci siamo solo io e la natura. Fermarsi e osservare le montagne, gli animali e gli elementi è un’esperienza impagabile», dice Ragettli. Questo consiglio è rivolto anche a chi vuole partire per la prima volta per un’escursione di più giorni in montagna: «Uscite e scoprite la bellezza della natura, lontano dai percorsi più conosciuti e popolari su Instagram». Inoltre, è importante seguire alcuni consigli pratici per garantire il successo delle escursioni a tappe senza rischi.
Percorso
Per iniziare, scegliete percorsi facili, preferibilmente in zone che conoscete. Assicuratevi di aver scaricato le app importanti e tutte le mappe per l’uso offline prima di iniziare l’escursione. Non scordate di mettere nello zaino una power bank per il cellulare.
Forma fisica
Siate onesti con voi stessi e iniziate con calma. «Le escursioni a tappe sono molto faticose. In realtà, ci vogliono due settimane per abituarsi completamente», afferma Ragettli. Chi inizia gradualmente evita i sintomi da sovraccarico, come l’infiammazione della tibia.
Attrezzatura
Visitate un negozio specializzato, lasciatevi consigliare e provate scarpe, bastoni e zaini. Ordinando online, si corre il rischio che lo zaino non si adatti bene quando si è in montagna o che le scarpe stringano. Scegliere l’opzione più leggera per risparmiare peso. E i bastoni sono d’obbligo: «aiutano a mantenere una postura eretta, alleviando lo sforzo su ginocchia e schiena», spiega Ragettli.
Quale sarà la prossima meta di Christina Ragettli? Ci sono così tante cose belle da vedere, e non è necessario andare lontano per trovarle. Quasi ogni fine settimana, si trova nelle montagne dei Grigioni, la sua terra natale, a piedi, sugli sci o con il parapendio.
Cibo e bevande
Scegliete cibo che richieda il minimo gas per la cottura, come la polenta istantanea. Il risotto, ad esempio, richiede troppo tempo e consuma molto gas, che dovete portare con voi e potreste non essere in grado di acquistare lungo il percorso.
Previsioni del tempo
Studiate le previsioni meteo prima e durante un’escursione a tappe. Riflettete sulle conseguenze che può avere sul vostro percorso: in caso di pioggia, i sentieri diventano scivolosi e attraversare un passo durante un temporale è pericoloso. Ragettli consiglia di aspettare o riorganizzare il percorso piuttosto che andare avanti con il proprio programma.
Preparazione mentale
Ragettli avverte: «Preparatevi anche a condizioni difficili, come la pioggia continua». Ma non forzatevi a fare nulla che vi metta a disagio. Ad esempio, se si desidera intraprendere un’escursione a tappe in solitaria, è consigliabile fare prime esperienze in coppia per una maggiore sicurezza. «Dopo si può provare a esplorare un luogo conosciuto da soli.»
Rigenerazione
Se si viaggia per diversi giorni o addirittura settimane, è consigliabile concedersi un giorno di pausa a settimana per consentire al corpo di rigenerarsi.
Opportunità invece di handicap: lavorare con l’autismo
Testo Marah Rikli Immagine Colin Frei
A Michael Maurantonio è stato diagnosticato l’autismo in età adulta. Oggi è impegnato ad abbattere i pregiudizi nei confronti delle persone neurodivergenti e a rendere visibile il loro enorme potenziale sul posto di lavoro e nella società.
Io non mi vedo come una persona con disabilità, anche se ci sono aspetti che presentano difficoltà», afferma Michael Maurantonio. Solo a quasi 50 anni ha scoperto che le sue caratteristiche speciali rientrano nel disturbo dello spettro autistico (DSA). La diagnosi aiuta chi gli sta intorno a capirlo meglio: «Purtroppo ci sono molti pregiudizi. Spesso veniamo percepiti come complicati, pigri o come persone con poche emozioni. Eppure molte persone neurodivergenti hanno capacità eccezionali. Ad esempio, riconosco gli schemi nei dati. Questa circostanza è un fattore chiave del mio successo come esperto forense e analista dei media».
Assorbire gli stimoli come una spugna
L’autismo è una diversità di sviluppo congenita che dura tutta la vita e che si manifesta in una varietà di forme. Secondo Autismo Svizzera, circa una persona su cento in tutto il mondo ne è colpita. I sintomi includono difficoltà nella comunicazione e nelle interazioni sociali, interessi particolari e comportamenti ripetitivi e stere-
otipati. Anche filtrare le informazioni può essere una sfida per le persone con DSA. Una maggiore sensibilità, invece, permette a molte persone di percepire dettagli che ad altri sfuggono. Maurantonio lo descrive così: «Assorbo tutto allo stesso tempo come una spugna.»
Riunioni lunghe? No!
«Ogni essere umano è diverso dall’altro, sia per quanto riguarda l’identità di genere, l’orientamento sessuale, il colore della pelle o gli interessi. Mi vedo come una persona con dei bisogni, ma anche con molte risorse», spiega Maurantonio. «Molti di noi hanno la capacità di sviluppare soluzioni innovative e creative». Il suo datore di lavoro, l’agenzia Twofold, condivide questa opinione: lavorano in team inclusivi con persone neurodivergenti e neurotipiche. Il CEO Noé Robert convive, lui stesso, con il DDAI. «Organizziamo il lavoro in modo da soddisfare le esigenze di tutti i dipendenti», afferma Noé. Le riunioni lunghe e inefficienti sono state abolite per favorire la concentrazione ed evitare inutile stress. L’atmosfera è rispettosa e aperta, affinché tutti possano contribuire con i loro punti di forza in modo produttivo ed efficace: «Strutture che tutti i datori di lavoro dovrebbero promuovere, sia per le persone con che senza neurodivergenza», sottolinea Robert.
I team eterogenei lavorano meglio Maurantonio vuole cambiare il modo in cui vengono percepite le persone con disturbi dello spettro autistico, perché riconoscere e utilizzare le risorse è particolarmente importante in tempi di carenza di una forza lavoro qualificata. Gli studi dimostrano che i team eterogenei lavorano in modo più creativo ed efficace, poiché punti di vista diversi portano a nuove soluzioni. Maurantonio sottolinea: «Una società che riconosce e valorizza il potenziale delle persone neurodivergenti ne sfrutta appieno le potenzialità. È ora di non limitarsi a parlare di inclusione, ma di viverla attivamente nel mondo del lavoro e non solo».
Tutto completamente diverso? Michael Maurantonio (a destra) e Noé Robert sono convinti che i team neurodivergenti abbiano più successo.
La dose quotidiana di motivazione
Testo Julie Freudiger
Marcel Müller lo sa per esperienza: includere più movimento in una vita quotidiana già piena non è facile. Grazie alle varie offerte di Sanitas, ha trovato la motivazione e ha potuto organizzare il suo programma sportivo secondo le proprie regole.
Non può essere così difficile!», si ripeteva Marcel Müller. E più volte preparava la borsa dello sport al mattino e la rimetteva a posto la sera senza averla nemmeno aperta. La routine sportiva non si concretizzava.
Molti sanno cosa vuol dire: Marcel si occupa dei suoi figli insieme alla sua compagna e lavora all’80%. Le sue giornate sono piene di appuntamenti di lavoro e di famiglia, quindi spesso non trova né il tempo né la motivazione per fare sport. Ma all’inizio dell’anno Marcel Müller ha deciso che nel 2025 le cose devono cambiare.
La ricompensa come motivazione
Ora, a distanza di qualche mese, è il momento di fare il punto della situazione. Marcel Müller è raggiante. «In realtà mi sto muovendo molto di più rispetto all’anno scorso.» Il primo passo è stato ammettere che andare in palestra più volte alla settimana al momento non è realistico. Occorreva trovare una soluzione più pratica. Aveva anche bisogno di qualcosa che lo motivasse. «Mi sono imbattuto per caso nella funzione Active dell’app del portale Sanitas», racconta Marcel. Active può essere utilizzata per misurare l’attività fisica. Per ogni obiettivo
Allenamento di resistenza e yoga a casa sanitas.com/ allenamentoacasa
giornaliero raggiunto si riceve una moneta e per ogni 30 monete si riceve una ricompensa sotto forma di buoni da fornitori come HotelCard, Digitec o Jucker Farm. Oppure si possono donare le proprie monete a PluSport e sostenere l’organizzazione degli sport per disabili in Svizzera.
Anche l’esercizio fisico quotidiano conta
Per utilizzare Active, Marcel Müller deve solo collegare il proprio fitness tracker all’app: Apple Health, Fitbit, Garmin, Polar e Strava sono compatibili e sono solo alcuni di essi. «Active mi ha dato un ulteriore incentivo a muovermi. Non solo per i buoni, ma anche perché vedo il riepilogo del mio esercizio quotidiano a colpo d’occhio», dice Marcel Müller.
Fare più esercizio fisico non significa necessariamente dover andare in palestra. Anche le attività quotidiane sono preziose per la salute e possono essere registrate e accreditate con Active. Per Marcel Müller questa consapevolezza è stata il punto di svolta. Ora va in ufficio in bicicletta, prende sempre le scale e cammina a passo svelto nel parco per 15 minuti all’ora di pranzo. «Inoltre, integro un allenamento due volte alla settimana.»
RIVISTA
Per allenarsi a casa non serve molto: un cellulare, un tappetino, qualche peso, motivazione e divertimento.
La palestra a casa
Il consiglio di Marcel Müller: trasformate il vostro salotto in una palestra. In questo modo, potete fare sport quando avete tempo e risparmiarvi il viaggio in palestra. Nella rivista online Sanitas ha trovato un’ampia biblioteca di video di allenamento, dalla forza e resistenza allo yoga e al rilassamento. E non è tutto: anche numerosi articoli sul tema dell’alimentazione aiutano Marcel Müller a trovare uno stile di vita più sano.
I suoi sforzi lo ripagano nella vita di tutti i giorni. «Ho scoperto di avere più energia.» Forse, dice Marcel Müller, potrebbe ancora acquistare un abbonamento per la palestra. «L’esercizio fisico sta diventando sempre più importante per me». Grazie all’assicurazione complementare Vital, i costi sono contenuti: Vital Smart e Premium pagano un contributo per la promozione della salute, ad esempio per il fitness e la consulenza nutrizionale. «Anche i miei genitori trarrebbero beneficio da un maggiore esercizio fisico», sorride Marcel Müller. Ha già impostato la funzione Active sui loro smartphone.
La funzione Active si trova nell’app del portale Sanitas sulla pagina iniziale o alla voce del menu Salute. Ottenete subito una dose extra di motivazione. sanitas.com/ active-it
Che cos’è la compensazione dei rischi?
La compensazione dei rischi fa in modo che le casse malati con molti assicurati sani non siano avvantaggiate rispetto alla concorrenza per quanto riguarda l’assicurazione base.
La compensazione dei rischi garantisce che nessuna persona assicurata sia svantaggiata e che l’attività commerciale delle casse malati non dipendano da quanto sane o malate siano le persone affiliate all’assicurazione base. In parole povere: un’assicurazione malattia ha forse molti clienti giovani e in buona salute che non causano costi medici elevati. Mentre un’altra ha molte persone anziane o malate che hanno bisogno di prestazioni mediche più spesso.
Compensazione equa per tutti
La compensazione dei rischi bilancia queste differenze tra le casse malati: quelle che hanno molti assicurati giovani e sani versano contributi a un fondo di compensazione, mentre quelle che hanno molti assicurati anziani o malati ricevono del denaro. La fondazione Istituzione comune LAMal calcola l’importo esatto dei contributi. Il meccanismo di compensazione impedisce alle assicurazioni malattia di accettare solo persone sane e di svantaggiare persone malate. Ciò promuove la solidarietà all’interno del sistema sanitario.
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