Sanitas La Rivista 1/20 – I sogni nel cassetto

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I sogni nel cassetto Cosa chiediamo alla vita

Pag. 22 __ L’evoluzione della psicoterapia Pag. 24 __ Sportegration: integrazione grazie allo sport


SENZA MEZZI TERMINI

«Mi piacerebbe essere ricco senza dover lavorare di più. Sapete per caso come potrei realizzare questo sogno?» T. W. da Coira

La speranza di vita in Svizzera è in continuo aumento. Una bambina su quattro nata oggi potrebbe arrivare all’età di cento anni. Quali sono i vostri consigli per una vita lunga e sana? Scriveteci! redaktion@sanitas.com

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Se conoscessimo la risposta, ci godremmo la vita sdraiati su una spiaggia paradisiaca. Scherzi a parte: già ai tempi del Medioevo gli alchimisti hanno tentato di trasformare metalli di base in oro prezioso. E il risultato lo conosciamo tutti. Si potrebbe tentare la fortuna giocando al lotto. Esistono però circa 31,5 milioni di combinazioni possibili. Con un importo minimo di 5 franchi potete mettere le crocette in due riquadri. La probabilità di vincere un sei al lotto sarebbe poi dello 0,0000064 percento. Non vi convince? Per essere certi di vincere dovreste compilare a ogni estrazione 31 474 716 combinazioni diverse, il che vi costerebbe più di 81 milioni di franchi. Ma se aveste il denaro per farlo, sareste già ricchi e la domanda risulterebbe superflua. Nonostante tutti questi calcoli delle probabilità c’è sempre chi riesce a vincere al lotto. Tentare non nuoce. Ma mettiamo il caso che il vostro sogno si avveri: una vincita inaspettata non sempre rende felici. Il primo milionario del lotto svizzero ha perso tutto perché si è lanciato in speculazioni azzardate. Un altro ha tentato la sorte come imprenditore, acquistando un night club poco redditizio e un noleggio barche. La sua nave è affondata, proprio come il suo patrimonio. Un altro ancora si è dato all’alcol ed è morto nove anni dopo la sua grande vincita. Perciò il nostro consiglio: non cercate la fortuna nelle cose che ancora non possedete (o che non possiederete mai). Non si sa mai, come va a finire.

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EDITORIALE / INDICE

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8 Cara lettrice, caro lettore, se ci fosse una fata che potesse esaudire un vostro desidero, quale sarebbe? Più tempo in famiglia, un bel viaggio, essere in salute o qualcos’altro? Sulla mia lista dei desideri la salute è sicuramente al primo posto. È importante prendersene cura, in quanto è uno dei beni più preziosi. I desideri cambiano con l’età e il passare del tempo. Ed è un bene, lo dimostra una conversazione con persone tra i 20 e i 90 anni che trovate in questa rivista. A volte i desideri non si avverano. In questi casi potrebbe essere veramente d’aiuto una fata buona come Karin Portmann dell’associazione Herzenswünsche. Punta sulla solidarietà e sui social media, e scopre che spesso insieme si può rendere possibile ciò che sembra impossibile.

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Senza mezzi termini L’angolo della notizia

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DOSSIER COSA CHIEDIAMO ALLA VITA Lavoro, famiglia, salute: ciò che chiediamo alla vita è personale e cambia con l’andare del tempo Una conversazione tra quattro generazioni Due uomini e due donne parlano dei loro desideri Infografica: le cose importanti della vita Perfettamente felici Si può essere del tutto felici? Uno scienziato dice di sì Listicle: la forza sta nella volontà Piccoli gesti dal grande significato Karin Portmann punta sulla solidarietà delle persone

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Un oggetto, una storia: chi è il collaboratore che ama seguire le orme di Michelangelo? Rimedi fai da te: cosa aiuta contro la cistite Presto la psicoterapia funzionerà anche senza terapisti? Focus sulle terapie online Associazione Sportegration: tutti sono benvenuti Sani ed Elina: il maestro all’opera L’Assicurabolario: A come ambulatoriale

Copertina: Yves Bachmann

Dr. Andreas Schönenberger CEO, Sanitas

COLOFONE Editore Sanitas Assicurazione malattia, Jägergasse 3, 8021 Zurigo, sanitas.com/larivista | Contatto redaktion@sanitas.com, telefono 0844 150 150 | Responsabile generale Claudia Sebald | Redazione Michael Suter (caporedattore), Helwi Braunmiller, Julie Freudiger, Ruth Jahn, Katharina Rilling, Christine Schulthess  | Traduzioni Servizio traduzioni Sanitas | Art Direction Franziska Neugebauer, ziska.graphics | Litografia nc ag | Stampa Swissprinters, swissprinters.ch | Crediti fotografici tutte le immagini non altrimenti contrassegnate sono proprietà di Sanitas o di cui Sanitas detiene la licenza | Tiratura complessiva ca. 460 000; 12° anno; la rivista viene stampata su carta ecologica FSC | Pubblicazione 4 × l’anno in I, D, F |  Il prossimo numero uscirà a giugno 2020.

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L’ANGOLO DELLA NOTIZIA

Parlando di noi —

benvenuti da Sanitas

Non scuotete la testa

Acqua nelle orecchie —

Al 1° gennaio, Sanitas ha assicurato 56 297 nuovi clienti. Un sentito grazie va a tutti i vecchi e nuovi clienti per la fiducia accordataci. È nostra premura che tutti i clienti si sentano in buone mani presso Sanitas.

Se i bambini hanno l’acqua nelle orecchie non dovrebbero scuotere troppo la testa perché, secondo alcuni scienziati statunitensi, questo potrebbe causare danni al cervello. Consigliano piuttosto di usare una soluzione fatta con una parte di alcol e una parte di aceto da far gocciolare nell’orecchio. In questo modo si riduce la tensione alla superficie. Se il bambino si china poi sul lato interessato, l’acqua riesce a fuoriuscire.

App Sanitas Active

Nuovo servizio: Food Scanner Il Food Scanner vi aiuta a comprendere meglio la vostra alimentazione e a raggiungere più facilmente i vostri obiettivi (dimagrire o aumentare la massa muscolare). Inoltre vi trovate suggerimenti interessanti per uno stile di vita sano. Come funziona: sanitas.com/ alimentazione

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Consigli di lettura —

La pelle felice, Yael Adler

Una persona perde circa 40 000 particelle di pelle al minuto. L’equivalente di dieci grammi al giorno. Prima che muoia e si stacchi, una cellula passa nell’arco di quattro settimane dallo strato basale allo strato corneo attraversando tutta la cute. Quando non serve più, si stacca e cade. Editore: Garzanti ISBN: 978-8811672128

Com’è fatta la pelle? Per maggiori infor mazioni leggete la rivista online alla pagina sanitas.com/pelle

Decodificatore di fatture

Basta con i geroglifici Da subito le vostre fatture nel portale per i clienti saranno visualizzate automaticamente in modo più chiaro. Una nuova funzione decodifica le cosiddette posizioni Tarmed di medici, farmacie e terapisti e vi mostra esattamente quali prestazioni dovete pagare. Questo vi consente di controllare le vostre fatture in tutta semplicità. sanitas.com/decodificatore

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DOSSIER COSA CHIEDIAMO ALLA VITA

Tra desiderio e realtà Meglio un lavoro che ci soddisfi o guadagnare tanto? Figli sì, carriera no? I desideri sono una cosa personale. Alcuni variano nel corso del tempo, cambiano grado di priorità o svaniscono, altri si realizzano.

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Questa foto è stata realizzata presso Tadah Kids Space, Zurigo. Grazie per il sostegno.



DOSSIER COSA CHIEDIAMO ALLA VITA

Una conversazione tra quattro generazioni Hanno tutta la vita, metà della vita o gli ultimi anni di vita davanti: quattro persone provenienti da contesti diversi con percorsi, desideri, speranze e sogni diversi. Testo Christine Schulthess Foto Kostas Maros

Noi tutti vorremmo condurre una vita appagata e che abbia senso. Per voi cosa conta di più? Schaller: Per me la religione, nel mio caso il cristianesimo, fa parte di una vita appagata. È ciò che mi guida. Otten: Per me, invece, quello che conta di più è il contatto con gli altri, l’aspetto della dignità della persona umana. E tutto ciò che uno fa e che si ripercuote in modo positivo sugli altri. Enste: Mi appaga il fatto di crescere grazie alla mia personalità e di aiutare gli altri a crescere. Kipf: La mia massima è: apprendere per portare avanti se stessi e gli altri. Il fatto di migliorarsi e migliorare gli altri è importante anche nella vita professionale. A livello professionale siete riusciti a realizzare i vostri desideri? Schaller: Nella vita ho raggiunto ciò che mi ero prefissa. Già al ginnasio sapevo di voler diventare un medico. Sono figlia unica, i miei genitori non potevano più avere figli e parlavano di adozione. Fu allora che in me nacque il desiderio di diventare ginecologa. Otten: Da piccola volevo diventare orafa. Questo sogno purtroppo non si è mai avverato. Invece sono diventata una fotografa e ritraggo le persone (soprattutto bambini) nelle loro realtà e, in questo modo, attiro l’attenzione sulla loro situazione. Per questo ho anche fatto delle foto per organizzazioni no profit. Col tempo, poi, ho iniziato a ritrarre le persone nel modo che desideravano. Un giorno mi sono resa conto che avrei dovuto trovare un altro mezzo per aiutare gli altri. Dall’Inghilterra mi sono trasferita in Svizzera e ho seguito la formazione in Aiuto allo sviluppo. Ho imparato a conoscere l’economia buddista

Da sopra a sinistra in senso orario: Maria Schaller (94), ex medico di famiglia e prima internista con studio a Lucerna, in precedenza medico negli Stati Uniti e in Sudamerica, nubile. Pascal Kipf (22), studente master in geo-biologia, attivista per il clima, celibe. Monica Otten (47), consulente per imprese e fotografa, nata in Corea del Sud, adottata all’età di due anni, nubile. Albert Enste (60), ingegnere, proprietario della Federnfabrik Schmid di Oetwil am See (ZH), sposato e padre di tre figli adolescenti.

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che è l’esatto contrario del capitalismo neoliberale. Sono diventata una consulente aziendale e ho seguito le imprese nei cambiamenti della strategia applicando proprio questa etica. Enste: La tecnologia mi ha sempre affascinato, per questo ho studiato ingegneria meccanica. Il mio sogno nel cassetto: diventare CEO di una grande impresa. A un certo punto il mio desiderio era quello di avere un’azienda tutta mia. Lavorando per una grande impresa mi resi subito conto di non potere fare la differenza. Nel 2011 rilevai una fabbrica che produceva molle. Così il mio desiderio divenne realtà. Kipf: Da bambino sognavo di diventare un disegnatore edile o un architetto, più tardi quello di diventare un medico di famiglia. Alla fine optai per studiare biologia e adesso sto frequentando il master in scienze biologiche, geologiche e ambientali. In futuro vorrei lavorare presso un’azienda che si occupa di ecologia oppure per una ONG. In ogni caso vorrei fare qualcosa che abbia a che vedere con l’ecologia o la sostenibilità. E quando pensa al futuro, diciamo fra dieci anni, dove si vede? Kipf: Vorrei contribuire alla visione che natura e uomini possano coesistere in armonia e che ci sia giustizia per tutti. Più tardi vorrei lavorare a tempo parziale e vivere una vita il più autosufficiente possibile. In quanto attivista dei giovani per il clima, coltiva comunque il sogno di grandi viaggi, anche se ciò si contrappone alla protezione del clima? Kipf: Certo, anche io vorrei visitare la Nuova Zelanda, e ovviamente non posso fare a meno dell’aereo per arrivarci. Tuttavia, mi fermerei più mesi e mi troverei un lavoro.

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DOSSIER COSA CHIEDIAMO ALLA VITA

Quello che non farei mai è andare per qualche giorno a New York solo per fare shopping. Enste: Io non mi pongo questo tipo di limitazioni, tuttavia dopo ogni volo faccio una donazione. Per esempio affinché possano essere piantati nuovi alberi. Otten: Secondo me rinunciare a volare non fa tutta questa differenza. Piuttosto bisognerebbe iniziare dal modo in cui ci nutriamo e cambiare quello. Io sogno una nuova forma di coesistenza. Qualche anno fa vigeva la legge del lupo solitario. Oggi abbiamo bisogno dell’esatto contrario: reti sociali, supporto reciproco. Supponiamo per un istante che non doveste badare ai soldi: cosa fareste? Otten: Creerei un villaggio all’insegna dell’autosufficienza e della sostenibilità. Lì mi occuperei degli orfani e darei loro l’opportunità di apprendere un mestiere. Enste: Io comprerei un po’ di tempo oppure assumerei qualcuno a cui delegare un po’ di lavoro in modo da ritagliarmi del tempo per me stesso. Userei il tempo per imparare a suonare il piano o per scrivere un libro. Oppure scalare il Kilimangiaro insieme ai miei figli. Kipf: Mi prenderei più tempo da dedicare agli altri o per realizzare dei progetti. E per aiutare le persone a vivere di nuovo in armonia con la natura. Schaller: Io lascerei tutto così: abitare nella casa in cui sono cresciuta e avere a fianco un’amica che mi aiuti nelle faccende domestiche, mantenere i contatti con i miei figliocci, coltivare le amicizie e restare aggiornata leggendo i giornali.

«Vorrei che le persone si parlassero di più e che imparassero ad ascoltare.» Pascal Kipf

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Il tema della salute per lei non è importante, non vuole aggiungerlo alla sua lista dei desideri? Schaller: Certo, sono felice che esista un medicinale che mi permette di vedere e spero che questo rimanga così per molto tempo. Ma anche se fossi diventata cieca non avrei perso la voglia di vivere. Inoltre, cinque anni fa mi è stato diagnosticato un cancro all’intestino. Fortunatamente mi sono ripresa bene. Adesso non voglio strafare, ma nemmeno pensare costantemente alle malattie. Otten: Un anno fa ho subito un intervento dopo che mi era stato diagnosticato un tumore dell’utero al terzo stadio. Quindi sono iniziate le chemioterapie e le radioterapie, con tutti gli effetti collaterali possibili e immaginabili. Nonostante ciò, non ho mai perso la speranza. Oggi sono riconoscente di questa pausa forzata e mi auguro che la malattia non torni più. Spesso, nei sondaggi su ciò che si desidera di più, viene menzionata la famiglia. Quanto conta la famiglia? Schaller: A causa dei mei soggiorni all’estero non mi è stato possibile sposarmi e mettere su famiglia. La mia famiglia è sempre stata il mio studio e i miei dipendenti. Quando vedo quanto stressante può essere la vita di una mamma che lavora sono contenta di non avere conosciuto questo tipo di vita. Otten: I miei amici più stretti e mia sorella sono la mia famiglia. Definirei, invece, piuttosto complicato il rapporto con i miei genitori adottivi. Al momento sono alla ricerca dei miei genitori naturali nella Corea del Sud. Ho salvato il mio DNA in una banca dati mondiale e spero che uno di questi giorni io possa trovarli. Non ho mai avuto il desiderio di creare una mia famiglia. L’adozione di un bambino, invece, sarebbe stata un’opzione. Kipf: Ho un rapporto abbastanza stretto e familiare con i miei amici. Ci rispettiamo molto. Per me la famiglia è un qualcosa di dinamico e non statico. Cosa augura alle famiglie? Enste: Che la pressione sui figli non sia troppo grande. Già a sette anni devono sapere cosa vogliono. È veramente un peccato. Quando pensate al futuro, cosa vi rende felici e cosa vi preoccupa? Schaller: Al momento ho problemi con l’anca e sarei veramente felice se esistesse una soluzione indolore per la mia artrosi. RIVISTA SANITAS 1 / 2020

Assicurazione complementare

Volete mettere su famiglia? Forse state provando a rimanere incinte e non funziona in modo naturale. Oppure non vi sentite ancora pronte e preferite aspettare un po’. Le nuove possibilità in campo medico vi aiutano ad aumentare le probabilità di una gravidanza. Tuttavia sono piuttosto costose e vengono coperte dall’assicurazione base solo in modo limitato. Ed è qui che entra in gioco la nostra assicurazione complementare Progetto famiglia. Come funziona? Scopritelo su sanitas.com/ progettofamiglia


DOSSIER COSA CHIEDIAMO ALLA VITA

Altrimenti, vivo la mia vita di giorno in giorno. «Domani» è il mio giorno preferito! Otten: Io non vedo l’ora di partire per il Ruanda. Vorrei vedere i gorilla. Enste: Io invece non vedo l’ora che i miei figli finiscano le loro formazioni. Kipf: Io mi rallegro di portare a termine la mia formazione. E poi, non vedo l’ora che inizi la vita, quella vera. Tuttavia, temo che il futuro non sarà così tranquillo e pacifico perché l’approvvigionamento idrico non sarà garantito per tutti. Sono convinto che il futuro ci riserverà grandi conflitti. Enste: Sono troppo ottimista per pensarla allo stesso modo. Sono convinto che l’innovazione ci salverà. Credo molto nella tecnologia. O regoliamo la riproduzione delle persone sulla terra o troviamo una soluzione per poter convivere sempre più numerosi su questo pianeta.

Protagonisti in azione Conversazione e video su: sanitas.com/ conversazione

Kipf: Questo però non risolve gli errori causati dal nostro sistema basato sullo sfruttamento. Così combattiamo solo i sintomi e non affrontiamo il problema alla radice, ovvero lo sfruttamento delle nostre risorse. Otten: Le persone che non hanno nulla vivono in modo più sostenibile di quelle che hanno tutto o troppo. L’abbondanza del mondo occidentale risveglia esigenze artificiali. Ciò fa ammalare il nostro sistema. Potete esprimere tre desideri. Vorrei... Schaller: … morire in pace, congedarmi con gratitudine da questa vita. Per me la vita è un miracolo. Otten: … salute. Enste: … anche io: salute. Kipf: … che le persone si parlassero di più e che imparassero ad ascoltare.


DOSSIER COSA CHIEDIAMO ALLA VITA

Le cose importanti della vita Meglio la carriera dei figli? Meglio una casa in campagna dell’appartamento in centro? I desideri si distinguono tra uomo e donna, tra chi abita in città e chi in campagna, in Svizzera o all’estero. Testo Michael Suter

Salute

Infografica codeplay.ch

Il deterioramento del loro stato di salute e l’aumento dei costi della salute sono fonte di preoccupazione per le persone in Svizzera1. Anche a livello internazionale, la buona salute è in cima alla lista dei desideri, questo è quanto emerge da un sondaggio condotto in 17 Paesi, su 18 000 persone adulte2 .

Valori

93 %

Cibo squisito / prelibatezze

Il 93 percento delle donne in Svizzera afferma che sentirsi protette e sicure è ciò che conta di più.

93%

Il 93 percento degli uomini in Svizzera desidera più libertà.

44 % 59 %

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Famiglia Il desiderio di mettere su famiglia nei giovani adulti (18 a 25 anni)

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Salute

12

13

Denaro

19

9

Amore

1

4%

9%

ORIENTE**

OCCIDENTE*

21 %

16%

75%

75 %

3

Potere

Sì Non lo so No

Punteggio = desiderio e priorità

Per il 62 percento delle donne intervistate, mettere su famiglia è più importante della carriera. 38%

Carriera

62%

Famiglia

Consumo I desideri degli uomini e delle donne divergono soprattutto quando si tratta di:

HiFi / home cinema

Belle auto

Professione Cosa chiediamo alla nostra vita professionale prima di intraprendere una professione o quando già ne esercitiamo una? Lavoratori

7%

21 %

17 % 31%

Scelta della professione

Clima di lavoro

27 %

Guadagno

27 %

50 % 42 % 39 % 35 %

Sensatezza Posto di lavoro sicuro

29 %

33 % 34 %

Attività interessante

Abitazione

34 %

0

10

20

30

40

50

14%

Solo il 14 percento della popolazione rurale riesce a immaginare di vivere in città. * Occidente: Germania, Australia, Finlandia, Gran Bretagna, Norvegia, Francia, USA, Svezia e Danimarca.

42 % Il 42 percento della gente di città riesce a immaginare di vivere in campagna.

** Oriente: Cina, Hong Kong, Singapore, Malesia, Indonesia, Thailandia, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita Fonti: sondaggio Sotomo 2016 «Sie wollen beides»; 1 Barometro delle apprensioni di gfs.bern e Credit Suisse, 2019; 2 yougov.com, 2015. Nota: per una migliore illustrazione, in alcuni casi sono stati utilizzati valori arrotondati.

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Perfettamente felici Mettere su famiglia. Viaggiare per il mondo. Fare carriera. Costruire una casa. Una cosa accomuna tutti questi desideri: ci regaleranno un po’ di felicità quando si esaudiranno.

Più felicità nella vita quotidiana Consigli pratici di Tobias Esch sanitas.com/ felici

Testo Helwi Braunmiller Immagine Nathan Dumlao / Unsplash

T

obias Esch sta studiando la felicità ormai da anni. È medico e scienziato della salute presso l’Università privata Witten /Herdecke, conosce gli studi più recenti e ha scritto vari libri sull’argomento. La sua conclusione: il senso di felicità matura con le persone. «Un aspetto è molto interessante: quello che le persone intendono per felicità quando sono giovani si trasforma in qualcosa che con l’età chiamano poi soddisfazione», spiega. Oggi si conoscono i processi neurobiologici responsabili di questa trasformazione. Il tipo di felicità A, B o C che proviamo dipende quindi dall’età. La felicità di tipo A è un privilegio dei giovani. L’eccitazione e la trepidazione, l’adrenalina quando si prova qualcosa di nuovo, l’euforia quando si riesce in qualcosa: la felicità estatica ci sprona, ci rende creativi ed è quindi alla base di importanti processi di apprendimento. Alla lunga, però, il cervello non riuscirebbe a tenere il passo: prima o poi un’esperienza sovrascriverebbe l’altra. Questo è dovuto soprattutto alla dopamina, l’ormone della felicità rilasciato sia in caso di euforia che nelle situazioni di apprendimento. E siccome deve essere smaltito al più presto per lasciare spazio a nuove sensazioni di felicità e situazioni di apprendimento, si tratta di un sentimento molto fugace. Il neuroscienziato Tobias Esch chiama ciò che segue «una valle di lacrime», dove quello che ci rende felici si trasforma nella felicità di tipo B: «La fase di vita tra i 30 e 59

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anni è impegnativa. Si tratta di difendere i traguardi raggiunti nella vita», spiega. Le persone si sono lasciate alle spalle quella felicità spensierata provata in gioventù ma non hanno ancora raggiunto la pacata sensazione di soddisfazione che si acquisisce in età avanzata. «In questo periodo le persone sono meno soddisfatte della propria vita e toccano il fondo, come dimostrato da molti studi.» L’adrenalina cede il passo al sollievo quando si ha abbastanza tempo per rilassarsi e riprendere fiato. Ma nel bel mezzo della vita il tempo è una cosa rara: i pensieri ruotano intorno ai figli, alle relazioni in crisi, ai problemi sul lavoro. Le batterie sono scariche. Allora si dovrebbe forse eliminare una fonte di stress rinunciando ad avere figli? «Ni», sostiene Tobias Esch. «A lungo andare non sarebbe una buona idea. Per raggiungere il livello di felicità del tipo C servono proprio i figli.» Dopotutto: più è faticosa questa fase di vita, più saranno positivi i sentimenti che proveremo con l’avanzare dell’età. Questo è dovuto a sua volta alla chimica del cervello. La dopamina abbinata agli ormoni dello stress consente la secrezione di oppioidi endogeni che costituiscono la base della felicità di tipo C nella vecchiaia: poter trasmettere qualcosa ai nipotini, non avere più tanti doveri e potersi concentrare su ciò che piace, trovare la pace interiore. Se esiste una fase di vita in cui sentirsi perfettamente felici, è proprio questa. Ecco perché anche Tobias Esch è ottimista: «Da grandi studi infatti è emerso che uno dei fattori più affidabili per essere felici è proprio l’età.»


DOSSIER COSA CHIEDIAMO ALLA VITA

Motivazione: la volontà di mettersi all’opera Vecchie abitudini e comportamenti radicati sono difficili da cambiare, perché la forza di volontà che una persona riesce a racimolare ogni giorno è limitata. Quindi non riproponetevi troppo, cambiate un’abitudine alla volta e programmate i singoli passi.

Dogmi autoimposti: sapere cosa ci blocca «Non ce la faccio» o «Queste cose non si fanno»: i pensieri negativi sono un freno interiore. Identificateli e trasformateli, proprio come Pippi Calzelunghe: «Non ci ho mai provato prima, quindi sono assolutamente sicura di esserne capace.»

Cosa si vuole veramente I buoni propositi spesso si dissolvono nel nulla. Siate consapevoli di cosa volete veramente. Formulate il vostro obiettivo in modo chiaro e mettetelo per iscritto.

Vision board: visualizzare i desideri Le vision board vanno di moda. I grandi poster su cui visualizzare i propri desideri con immagini, ritagli di giornale, oggetti e parole come un collage, aiutano veramente. Degli studi constatano che attraverso il processo creativo ci si lega emotivamente all’obiettivo e le emozioni rafforzano la volontà.

Voglia di novità Così cambiate le vostre abitudini e raggiungete il traguardo sanitas.com/abitudini

Coaching: chiedere aiuto Non sapete come mettere in atto le vostre idee? Un coach professionista vi aiuta a chiarire la situazione, eliminare i dogmi autoimposti e vi mostra come procedere, passo per passo. La sua visione imparziale su di voi e sulla vostra situazione porta chiarezza. Familiari e amici spesso sono troppo buoni o sono riluttanti a incoraggiare cambiamenti fondamentali.

Crowd funding: raccolta fondi Per alcuni desideri la sola forza di volontà non basta, ma è necessario avere il denaro. Il metodo più semplice per finanziarsi al momento è il crowd funding. Si pubblica il proprio progetto su una delle numerose piattaforme online e il finanziamento avviene grazie al contributo di ogni singola persona, ma anche di aziende. In Svizzera esistono oltre 40 piattaforme di raccolta fondi con diverse tematiche.

La forza sta nella volontà I desideri non devono per forza essere inarrivabili. Per realizzarli sono necessari soprattutto molta forza di volontà, un po’ di coraggio e un piano. Testo Julie Freudiger Illustrazioni Franziska Neugebauer

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DOSSIER COSA CHIEDIAMO ALLA VITA

Karin Portmann e la sua associazione aiutano le persone in situazioni della vita particolari.

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DOSSIER COSA CHIEDIAMO ALLA VITA

Piccoli gesti dal grande significato Con la sua associazione Herzenswünsche Schweiz, Karin Portmann punta sulla solidarietà delle persone. E fa in modo che i desideri non restino inesauditi. Come quello della piccola Michelle che per il suo compleanno non desiderava altro che qualche cartolina. Testo Julie Freudiger Foto Herbert Zimmermann, p.g.c.

Ed è proprio allora che l’idea per Herzenswünsche Schweiz (n.d.t. desideri inesauditi) prese forma un giorno al tavolo di cucina: insoddisfatti dell’anonimato delle loro regolari donazioni, Karin Portmann e suo marito si misero alla ricerca di un’alternativa. Girovagando su Facebook trovarono una famiglia che per motivi finanziari non poteva permettersi un regalo di Natale per il proprio figlio. Karin Portmann, commossa da questa storia toccante, decise di regalare al bambino una bici senza pedali. E dal quel momento seppe che era quello che voleva fare: esaudire i desideri con l’aiuto della comunità. Subito dopo lanciò il suo gruppo Facebook seguito da un sito web. Herzenswünsche Schweiz divenne così realtà. Oltre a voler fare del bene, si sentì attratta dalla sfida: «Non sono molte le organizzazioni di utilità pubblica a sfruttare i social media per realizzare i desideri.» E Karin Portmann aggiunge con passione: «Voglio dimostrare che anche con semplici mezzi si può raggiungere molto se ci si supporta a vicenda.» La giornata di Michelle Il fatto che persone del tutto estranee potessero interessarsi al prossimo ha toccato profondamente Tiziana Scheidegger. La giovane mamma di Poschiavo si è rivolta a Herzenswünsche Schweiz per sua figlia che per il suo sesto compleanno non desiderava altro che delle cartoline e un pomeriggio in gelateria, ma che era anche consapevole della situazione economica precaria della famiglia. «Sono rimasta senza parole e ho pensato: farò in modo che il suo desiderio si avveri», ricorda Tiziana Scheidegger. Grazie all’aiuto di Herzenswünsche Schweiz, il giorno del suo compleanno Michelle trovò davanti alla porta di casa due pacchi pieni di cartoline, regali e un buono di 50 franchi per la gelateria. «Michelle era così sopraffatta che si mise a piangere.» Persino un anno dopo, Tiziana Scheidegger fa fatica a

crederci: «È stato uno dei momenti più belli per la nostra famiglia.» Nacque persino un’amicizia: un pacchetto giunse in ritardo a Karin Portmann e non fu più possibile spedirlo insieme agli altri. Dopo averne parlato alla famiglia Scheidegger, Karin Portmann comunicò al mittente nome e indirizzo. Questo filo diretto tra le due famiglie esiste tutt’oggi.

L’associazione Herzenswünsche punta sulla solidarietà. E non va sottovalutata, come ci mostra l’esempio di Michelle, che ha ricevuto centinaia di cartoline nonché regali da tutta la Svizzera.

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Con professionalità e occhio vigile Karin Portmann controlla in modo critico tutti i desideri che giungono a Herzenswünsche Schweiz tramite il sito web o la pagina Facebook. Inoltre, quando ce n’è bisogno, la pedagoga diplomata richiede ulteriori informazioni. Ogni settimana arrivano uno o due desideri, di cui l’associazione ne rifiuta la metà perché non in linea con la sua visione. Un quarto delle richieste si perde per strada poiché i richiedenti non rispondono alla presa di contatto. Quando tutto è pronto e ogni domanda è stata chiarita, Karin Portmann posta il desiderio in forma anonima sui social media. «Dopodiché le risposte arrivano à gogo.» In pochi minuti la pagina Facebook di Herzenswünsche Schweiz viene inondata di messaggi. Spesso sono richiesti gesti concreti: ad esempio un camionista che esaudisce il desiderio di una donna ipovedente che vuole guidare un camion una volta nella sua vita. A volte servono però anche donazioni in denaro, come ad esempio per la bicicletta speciale per un bambino portatore di handicap fisico. Oppure per le spese dell’associazione stessa. E cosa desidera Karin Portmann? «Con Herzenswünsche Schweiz vorrei continuare a rendere possibile l’impossibile, esaudendo i desideri di molte persone. Quando di mattina presto ammiro il lago di Baldegg dalla mia finestra, vorrei poter essere sulla barca con il pescatore.» Spesso sono i piccoli desideri quelli più vicini ai nostri cuori. herzenswüensche-schweiz.ch

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Novità: l’assicurazione Progetto famiglia

Spesso ci vogliono più di 9 mesi Se una gravidanza non arriva subito, non c’è motivo di preoccuparsi. Con l’assicurazione complementare Progetto famiglia vi aiutiamo a realizzare il sogno di un figlio.

La gravidanza non è sempre scontata. Anche in condizioni ottimali la probabilità di concepimento è del 25 percento per ogni ciclo. Oggi la medicina propone varie soluzioni per aumentare le possibilità di successo. Tuttavia sono piuttosto costose e vengono coperte dall’assicurazione base solo in modo limitato. In questi casi vi sostiene la nostra nuova assicurazione complementare Progetto famiglia.

Ecco i vantaggi • Indicatore della fertilità gratuito di AVA • Accesso alle migliori cliniche specializzate in fecondazione assistita in Svizzera • Esami genetici degli embrioni e test prenatale • Ulteriori tentativi di fecondazione assistita

Maggiori informazioni: sanitas.com/progettofamiglia


UN OGGETTO, UNA STORIA

Chi è il collaboratore che ama seguire le orme di Michelangelo? Trovate la soluzione alla pagina seguente.

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UN OGGETTO, UNA STORIA

Sul lavoro, Philipp Ege, manager Innovation and Venturing, ha a che fare con start-up innovative e le ultime tecnologie. Nel tempo libero ama prendere in mano pennello e inchiostro. Testo Michael Suter Foto Karin Heer

Uno scout penna e inchiostro

Per il suo hobby, Philipp Ege non ha bisogno né di molto materiale né di molto spazio. Solo le temperature fredde o calde a volte gli creano difficoltà.

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405 000 000. Questo è il numero di risultati che si ottiene quando si immette la parola «scout» in Google. Dai talent scout ai location scout: oggigiorno esistono diversi tipi di scout, un termine inglese che significa letteralmente «esploratore». Philipp Ege si distingue da questi tipi di scout e non compare nella classifica di Google. Dal 2016, il 40enne lavora come scout e cerca su incarico di Sanitas start-up con cui cooperare nell’ambito dello sviluppo di nuovi servizi o prodotti. Oltre a capacità analitiche e di negoziazione, uno scout deve avere anche un’elevata soglia di frustrazione, visto che nove idee su dieci non possono essere realizzate per problemi di tempistica, della qualità del prodotto o delle competenze dei potenziali partner. A volte si capisce solo dopo un anno se la cooperazione può essere realizzata o no. Soprattutto all’interno dell’azienda, ci vuole del tempo per trovare e convincere la persona giusta per il progetto. «Trovare le persone giuste, metterle in contatto e creare qualcosa di nuovo. È ciò che mi appassiona del mio lavoro», spiega Philipp. Per trovare ciò che cerca, passa al setaccio fiere, portali online, programmi di promozione o la propria rete di contatti. Il fatto di aver viaggiato molto rappresenta certamente un vantaggio. Nato a Stoccarda, ha studiato informatica aziendale a Mannheim e completato un programma di incentivazione a Oslo. Ha poi trascorso nove anni in viaggio in tutta Europa come consulente per Ernst & Young e Accenture, vivendo principalmente in alberghi. Svolgendo un incarico di consulenza nel 2015 è poi entrato in contatto con Sanitas. Di conseguenza ha trascorso molto tempo a Zurigo e ha avuto modo di conoscere e amare la Svizzera. Essendo figlio di una maestra di sci austriaca, apprezza particolarmente la vicinanza alle Alpi. Inoltre lo affascinano i numerosi centri storici delle città svizzere nelle quali ama praticare il suo hobby, l’urban sketching. Cattura la vita urbana e la sua architettura con l’aiuto dell’inchiostro e degli acquerelli, spesso insieme a persone che condividono la sua passione. Quando disegna riesce a dimenticare tutto ciò che lo circonda. Nel frattempo condivide le sue conoscenze e organizza una volta al mese a Zurigo un cosiddetto sketch crawl, ovvero il raduno di diversi appassionati che si cimentano in una sorta di battuta di caccia all’immagine su itinerari condivisi e predefiniti.

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RIMEDI FAI DA TE

Cistite: quali sono i rimedi? Testo Michael Suter Illustrazione Franziska Neugebauer

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ruciore quando si urina, costante bisogno di svuotare la vescica senza che escano però grandi quantità di urina, urina torbida, crampi al basso ventre. Questi sono i sintomi chiari di un’infiammazione della vescica, la cosiddetta cistite. Nella maggior parte dei casi è causata dalla risalita di germi intestinali nel tratto urinario e quindi nella vescica. Questa risalita viene favorita dal fatto che le donne hanno un’uretra molto più corta di quella degli uomini. Ecco qualche consiglio. Acqua Il rimedio più efficace contro la cistite è l’acqua. Bevete da 2 a 3 litri al giorno per aiutare la vescica a espellere i batteri. Chi ha un cuore malato, dovrebbe chiedere al medico quanta acqua bere. Troppa acqua può affaticare il cuore.

Impacchi caldi al basso ventre Un impacco caldo ha un effetto rilassante e antispasmodico e favorisce la circolazione sanguigna. Avvolgete qualche patata bollente in un panno, applicate l’impacco, fatto. Aceto di mele Bevete tre volte al giorno acqua tiepida con un cucchiaio di aceto di mele. Questo rimedio ha un effetto antibatterico.

Il dr. med. Wolfgang Bühmann, specialista in urologia presso Medgate «Se il dolore della minzione persiste per più di tre giorni nonostante le misure qui menzionate, è necessario contattare un medico Medgate o il proprio medico di famiglia. È necessario rivolgersi a un medico anche se la febbre o il dolore si manifestano lateralmente sotto le costole.»

Bagno caldo Sedetevi fino ai fianchi in acqua riscaldata a ca. 36 gradi, arricchita con un infuso di equiseto, camomilla o salvia. Il calore scioglie i crampi e allevia i dolori. Pediluvio in acqua calda Immergete entrambi i piedi in una bacinella con acqua calda. Continuate ad aggiungere acqua calda fino a quando la temperatura raggiunge 39 gradi. Restate con i piedi a mollo per un quarto d’ora, tenendo caldo anche il resto del corpo. RIVISTA SANITAS 1 / 2020

Tisane Tisane preparate a base di foglie essiccate di rosa canina, timo o ortiche hanno un effetto antinfiammatorio. I medici sconsigliano invece la tisana di foglie di uva ursina in quanto possono affaticare il fegato. Rafano, crescione e ravanelli Gli oli di senape contenuti in queste piante hanno un effetto diuretico e quindi aiutano a far uscire i batteri dalla vescica. Dato che la quantità di olio di senape nelle tisane pronte è bassa. sono più adatte capsule con crescione o rafano che uccidono i batteri. Come prevenirla? I batteri amano un ambiente umido, perciò evitate di indossare slip di poliestere stretti e salvaslip. Dopo un rapporto sessuale, bevete un bicchiere d’acqua e svuotate la vescica per espellere i batteri che sono penetrati. Evitate sostanze spermicide o diaframmi, in quanto possono attaccare le mucose che proteggono dai batteri. Anche un’igiene intima troppo frequente o non corretta può danneggiare la barriera cutanea. Invece di utilizzare disinfettanti, saponi aggressivi o spray intimi, utilizzate lozioni di lavaggio a pH neutro o acido. Evitate di prendere freddo e mantenete calda sopratutto la zona dei reni. Nutritevi in modo equilibrato.

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SVILUPPARE IL DOMANI

Presto la psicoterapia funzionerà anche senza terapisti?

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SVILUPPARE IL DOMANI

Dalla depressione al disturbo ossessivo-compulsivo: le terapie online sono in pieno boom. I disturbi psichici possono essere guariti anche senza una controparte umana? Un esperto dice sì! Testo Ruth Jahn Foto Stefan Vladimirov / Unsplash

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a psicoterapia senza terapista non può funzionare, per molto tempo Andreas Maercker, professore ordinario di psicopatologia e responsabile dell’istituto di psicologia dell’università di Zurigo, ha condiviso questa opinione. Oggi, le offerte online per i disturbi post traumatici da stress, le fobie e altri disturbi psichici sono al centro dell’attenzione del professore universitario. «Sono diventato un fervente sostenitore delle terapie online perché quasi tutti gli studi scientifici dimostrano che questo particolare tipo di psicoterapia funziona», sottolinea Andreas Maercker, aggiungendo che questo non rende superflui gli psicologi in carne e ossa. «La classica terapia in studio esisterà anche in futuro. Tuttavia, le offerte online in aggiunta sono diventate indispensabili», nonostante i segnali non verbali dei pazienti si perdano e non venga stabilito alcun rapporto con il terapista umano. Il vantaggio però sta nel fatto che la terapia tramite computer raggiunge anche i giovani e gli anziani che hanno difficoltà a consultare uno psicologo, o che non sono fisicamente in grado di recarvisi proprio a causa della loro malattia psichica, come la depressione. Il professore universitario zurighese lo ritiene un argomento importante perché da un terzo alla metà delle persone con depressione, ansia, disturbi ossessivo-compulsivi o di personalità in Svizzera non viene curato; in parte ciò è dovuto a un falso senso di vergogna nel chiedere aiuto a uno psicologo o un medico. Sul mercato sono disponibili diverse psicoterapie assistite da computer: ci sono sia i terapisti che comunicano con i loro clienti via e-mail o Skype, sia applicazioni dedicate o programmi per computer (i cosiddetti low intensity treatment) attraverso i quali gli utenti navigano da domanda a domanda e da consiglio a consiglio. E da circa cinque anni vengono testati anche i cosiddetti chatbot, che si basano sulla comunicazione sincrona e si rivolgono agli utenti, apparentemente, in modo personale. Le più promettenti sono le combinazioni di aiuto virtuale e reale. Quindi offerte online che vengono accompagnate da un terapista. Soprattutto nel caso di gravi patologie psichiche diventa fondamentale. Tali programmi invitano, ad esempio, a scrivere periodicamente diari o lettere, che il terapista RIVISTA SANITAS 1 / 2020

poi legge e utilizza come punto di partenza per la sua psicoterapia. La terapia comportamentale è alla base della maggior parte delle offerte online. In altre parole, l’utente riceve consigli concreti che l’aiutano a cambiare il proprio comportamento e a invertire i pensieri negativi. Nello strumento online «Deprexis», ad esempio, le persone a rischio di depressione praticano nuovi comportamenti, guidati da passaggi di testo e audio. E imparano di più sulla malattia chiamata depressione. «Ma i contenuti sono soltanto un aspetto», sottolinea Andreas Maercker. «Altrettanto importante è il rapporto immaginario con il personaggio virtuale che ci sta di fronte. I programmi sono stati sviluppati appositamente in modo tale da far pensare che stiamo parlando a una persona intelligente che ascolta e capisce», spiega lo psicologo. Il tasso di interruzione delle terapie online è elevato. Ma chi la porta a termine ha buone possibilità di trarne profitto.

Alain Kamm, responsabile Health Navigator presso Sanitas «Siete interessati a fare qualcosa per la salute del vostro cuore con l’aiuto dei servizi digitali? Abbiamo l’offerta che fa al caso vostro! Con l’ausilio di chatbot, l’app Sanitas Coach vi offre consigli su misura negli ambiti dell’alimentazione e del movimento. Il coach digitale vi aiuta a tenere sott’occhio la vostra pressione arteriosa, un indicatore importante della salute del vostro cuore. Scaricate gratuitamente l’app da sanitas.com/app-coach.»

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ESSERE ATTIVI

Tutti sono benvenuti all’allenamento Sport come lingua universale: l’associazione Sportegration offre un’occupazione sana ai rifugiati a cui piace fare movimento e stare insieme e nel 2019 è stata premiata per questo impegno con il premio Challenge Sanitas. Testo Katharina Rilling Foto Maurice Haas

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a noia era come una cappa pesante che lo opprimeva. Appena usciva da scuola, si rifugiava in camera e il tempo sembrava non passare mai. Fuori regnavano temperature alle quali non era abituato, i soldi non bastavano mai, men che meno per andare al cinema o in palestra. Yemane Tesfalem ha 23 anni. A 18 anni fu costretto a lasciare il suo Paese, l’Eritrea. Due anni fa è arrivato a Höri, nei pressi di Zurigo. E ora? Yemane alza le spalle e racconta che in Eritrea era sempre in movimento: in sella alla sua bici, correndo, giocando a calcio o semplicemente per spostarsi da A a B. «Prendere l’autobus era praticamente impossibile. A volte passava, ma la maggior parte delle volte no.» E se all’improvviso venisse tolta la possibilità di fare sport? «Come mi sentirei se non potessi più fare sport?», si chiede Annina Largo. «Per me sarebbe come se mi togliessero l’aria.» Annina Largo è co-fondatrice, presidente e amministratrice di Sportegration. L’associazione offre ai richiedenti asilo e ai rifugiati un luogo dove possono praticare sport gratuitamente. Ma non solo: Sportegration li aiuta anche ad apprendere il tedesco, a cercare un posto per l’apprendistato e a gestire altre sfide quotidiane. L’associazione accoglie anche svizzeri, poiché vuole abbattere pregiudizi e, come lo indica il nome stesso: promuovere l’integrazione attraverso lo sport. Dalla fit boxe allo yoga, fino alla danza: Sportegration offre un ampio ventaglio di possibilità per fare sport. E il programma viene continuamente ampliato. Nel 2019 l’associazione si è aggiudicata il premio Challenge Sanitas per il suo impegno. Il

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montepremi di 20 000 franchi viene utilizzato principalmente per coprire i costi di gestione. «Ma offriremo anche un piccolo omaggio ai nostri allenatori fissi: una maglietta Sportegration», racconta entusiasta Largo.

«Lo sport lega, è una lingua universale che rafforza anche la fiducia in se stessi.» Annina Largo

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È come rifiorire Grazie a Sportegration, Yemane ha nel frattempo iniziato a giocare a pallavolo: «Un sogno! Ho sempre voluto giocare a pallavolo.» Subito dopo ha iniziato a tirare di boxe e a correre in gruppo. Oggi il giovane si allena quasi quotidianamente. «Ci divertiamo un sacco», racconta e sorride. Tutti si sentono a loro agio, anche le donne con l’hijab che inseguono la palla accanto a uomini ortodossi come lui. «Qui non c’è spazio per la religione o la politica. Vogliamo solo stare insieme in pace.» Largo condivide questa opinione. «Lo sport lega, è una lingua universale che rafforza anche la fiducia in se stessi. I rifugiati sono più aperti nei confronti degli Svizzeri e interagiscono in modo più attivo.» Ciò nonostante possono esserci anche momenti difficili. Per esempio quando si insiste che venga rispettata la puntualità svizzera. Ma soprattutto quando si è confrontati con la propria impotenza. Annina Largo racconta di situazioni che la preoccupano: «Cosa si dice a qualcuno che non ha avuto più notizie dei suoi familiari in Afghanistan?» Un altro momento molto difficile è quando vengono respinte richieste di asilo. Per Yemane questa decisione non è ancora stata presa. Nel frattempo gestisce il suo tempo autonomamente, riempie i suoi pomeriggi e dimostra perseveranza e non solo nell’allenamento.


ESSERE ATTIVI

Yemane Tesfalem (sinistra) grazie allo sport ha contatto con altre persone e conosce le tradizioni svizzere.

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Il maestro all’opera Con il blocco da disegno e un tablet Michael Meister lavora all’ultima storia di Sani ed Elina. Ma gli manca l’idea geniale. L’illustratore ha bisogno del vostro aiuto. Quale potrebbe essere la prossima avventura di Sani ed Elina? Illustrazione Michael Meister

Concorso di pit tura Disegnate la prossima avventura di Sani ed Elina e mandate la foto a redaktion@sanitas.com. Oppure spedite l’immagine per posta in una busta a: Sanitas, redazione rivista per i clienti, Jägergasse 3, casella postale, 8021 Zurigo. Tra le risposte giuste estrarremo a sorte tre tablet da disegno. Il termine ultimo per l’invio è il 12 aprile 2020. I vincitori saranno informati per iscritto. Non si tiene corrispondenza in merito al concorso. Sono esclusi le vie legali e il pagamento in contanti. Grazie per aver partecipato alla «Campagna Movember». La più popolare è stata la foto 9 con 30 voti. Sanitas, di tasca sua, ha contribuito con 700 franchi. In questo modo, un totale di 1000 franchi sarà devoluto alla Fondazione Movember.


L’ASSICURABOLARIO

Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari L’autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) è un’autorità statale indipendente che sorveglia banche e compagnie assicurative. Tutela investitori, creditori e assicurati e sorveglia gli assicuratori malattia svizzeri nell’ambito delle assicurazioni complementari. In Svizzera, a chi vuole offrire un’assicurazione malattia complementare serve l’autorizzazione della FINMA. Detta autorizzazione viene conferita soltanto se l’assicurazione malattia soddisfa i rigorosi requisiti. A tale scopo gli assicuratori malattia devono fornire informazioni dettagliate sulle attività previste, dimostrare di essere solvibili e garantire una conduzione impeccabile.

Ambulatoriale Una prestazione medica è considerata ambulatoriale quando il paziente può lasciare l’ospedale o lo studio medico lo stesso giorno in cui è avvenuta la cura. Se invece pernotta presso la struttura sanitaria, la prestazione è considerata stazionaria. Grazie al progresso tecnologico sempre più cure possono essere effettuate ambulatorialmente. Si tratta di una scelta politica e ragionevole, considerato che le cure ambulatoriali costano molto meno di quelle stazionarie. Ciononostante, i premi degli assicurati continuano ad aumentare. Com’è possibile? Più cure ambulatoriali generano anche più costi complessivi in questo ambito. E questo grava sulle assicurazioni malattia perché i Cantoni non partecipano ai costi. Di conseguenza aumentano i premi per gli assicurati. I costi per le cure stazionarie, invece, vengono finanziati maggiormente dai Cantoni tramite le imposte.

Assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie Assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie (AOCMS) e assicurazione base sono due termini perfettamente equivalenti: designano i limiti legali dell’assicurazione malattia che deve essere stipulata da tutte le persone residenti in Svizzera. Gli assicuratori malattia svizzeri sono obbligati per legge a offrire le stesse prestazioni e ad accogliere chiunque nell’assicurazione base. L’AOCMS rimborsa visite e cure in caso di malattia, infortunio e maternità. Ai sensi della legge sull’assicurazione malattie (LAMal) devono essere efficaci, appropriate ed economiche.

Programma diventare mamma Assicurazione per nascite Il parto ambulatoriale consente di trascorrere il puerperio a casa, in un ambiente familiare. Per la cura e l’assistenza alle madri e ai neonati l’assicurazione base paga un’ostetrica per 10–16 visite a domicilio nelle prime 8 settimane dopo il parto. Per maggiori informazioni sul tema gravidanza potete consultare il nostro Programma diventare mamma: www.sanitas.com/desiderio-maternita

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