Fare chiarezza

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Il superpotere della respirazione

Respirate profondamente!

Fare chiarezza

Conoscere meglio il proprio corpo

Cani, gatti ecc. Perché trattare immediatamente i morsi di animali

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La depilazione con il rasoio fa ricrescere i peli più spessi?

Un attimo fa la pelle era perfettamente liscia ed ecco che già iniziano a spuntare i primi peli. E sono più spessi! È davvero così? È una credenza molto diffusa che depilarsi le gambe con il rasoio faccia ricrescere i peli più folti e robusti. In realtà, la crescita dei peli è determinata unicamente dalle radici, che si trovano sotto la pelle. Tutto ciò che accade in superficie non influisce in alcun modo sulle radici. Non esistono terminazioni nervose che inviano informazioni dalla punta dei peli alla radice. In pratica, i peli in crescita appaiono più ruvidi perché sono stati tagliati nel punto in cui sono più spessi. I peli, infatti, risultano più morbidi e sottili verso la punta.

… e voi, cosa avete sempre voluto sapere? redaktion@sanitas.com

Illustrazione: Joël Roth
RIVISTA SANITAS 2 / 2024 2 È VERO O NON È VERO?

8 Dalla medica di famiglia per un check-up 11 5 consigli per dormire meglio 12 Burn-on: costantemente al limite 14 Il nostro intestino, un organo dai molti talenti 16 Tornare in forma dopo un ictus

Un oggetto, una storia 19 Sono Magdalena

Essere attivi

20 Respirare correttamente: ciò che conta davvero

Rimedi fai da te 23 Cosa aiuta contro le callosità ai piedi?

Condividere momenti 24 Quanto sono pericolosi i morsi di animali?

Buono a sapersi

26 Qual è la differenza tra cura ambulatoriale e stazionaria?

Sani ed Elina

27 ... in giardino

Care lettrici, cari lettori,

l’offerta in Svizzera è talmente vasta che spesso ci perdiamo nel mare di possibilità che abbiamo a nostra disposizione. Ecco perché è importante fare chiarezza; ad esempio per quanto riguarda gli esami preventivi. Quando è consigliabile un controllo dal medico di famiglia e quando invece comporta solo inutili costi sanitari?

In qualità di partner per la salute, vogliamo aiutare i nostri assicurati e le nostre assicurate a fare la scelta «giusta» in ogni situazione di vita: che si tratti dell’assicurazione più adatta alle loro esigenze, come la nostra nuova assicurazione complementare Vital, o semplicemente dell’autoaiuto in caso di malattia. Ogni giorno siete chiamati a fare delle scelte. Ad esempio, avete scelto di essere assicurati con noi e di riporre la vostra fiducia in noi.

Grazie di cuore.

COLOFONE:

editrice Sanitas Management SA, Jägergasse 3, 8021 Zurigo, sanitas.com/rivista | Contatto redaktion@sanitas.com|  Responsabilità generale Claudia Sebald | Redazione Irène Maria Schäppi (caporedattrice), Julie Freudiger, Karin Hänzi, Nicole Krättli, Katharina Rilling, Samuel Schlaefli, Andrea Söldi | Traduzioni Servizio traduzioni Sanitas | Art Direction Festland AG | Litografia Detail AG | Stampa swissprinters.ch | Crediti fotografici Tutte le immagini senza indicazione sono di proprietà di Sanitas oppure sono dietro licenza Sanitas, Copertina: Mirjam Kluka, ringraziamo il museo KULTURAMA di Zurigo, pag. 20: Festland / Midjourney, pagg. 24/25: Shikhar Bhattarai / stocksy, Tiratura ca. 550 000; 14° anno; la rivista viene stampata su carta ecologica FSC©: SGSCHCOC-002716 | Pubblicazione

Dr. Andreas Schönenberger CEO, Sanitas
4 x l’anno in I, D, F | Il prossimo numero uscirà ad agosto 2024. 2 È vero o non è vero? 3 Editoriale 4 L’angolo della notizia DOSSIER 6
Fare chiarezza
3 RIVISTA SANITAS 2 / 2024 EDITORIALE

Nuova assicurazione: Vital

L’assicurazione complementare ideale per ogni stile di vita

Esistono tanti modelli di vita, quanto persone. In qualità di assicurazione malattia innovativa, Sanitas sa che per la salute non bastano semplici soluzioni standard. Noi abbiamo la formula giusta: Vital. Con la nostra nuova assicurazione complementare ambulatoriale Vital, scegliete in modo autodeterminato e flessibile il livello d’assicurazione (Basic, Smart o Premium) più in linea con la vostra situazione di vita e le vostre possibilità economiche. L’assicurazione non è ideale soltanto per le persone appassionate di sport, bensì anche per chi tiene alla prevenzione e per le famiglie. Che si tratti di abbonamenti fitness, corsi di alimentazione o equilibrio mentale, occhiali da vista o chirurgia refrattiva, medicina alternativa, test genetici o ortodonzia: Vital è sempre la scelta giusta. La salute olistica non deve essere costosa, ma di sicuro non ha prezzo.

Scoprite di più: sanitas.com/ individualizzazione

punti sotto la superficie della pelle possono essere stimolati dalle agopuntrici e dagli agopuntori centrando con gli aghi i cosiddetti meridiani.
L’ANGOLO DELLA NOTIZIA
Health Forecast 2023
Fonte: Sanitas
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La cifra
RIVISTA SANITAS 2 / 2024 4

Rivista Sanitas ora anche in formato digitale

Vi piace la nostra Rivista

Sanitas, ma preferite risparmiare carta? Allora abbiamo la soluzione che fa al caso vostro: con il nostro nuovo servizio di abbonamento potete disdire la rivista su carta e in compenso abbonarvi alla versione digitale. Ve la trasmetteremo ogni tre mesi per e-mail direttamente nella vostra casella di posta elettronica.

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Un esercizio di successo

Fondazione Sanitas Occhio alla pelle del bambino

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Tutto sulla neurodermite alla pagina www.aha.ch

Per Sanitas, con i suoi risultati positivi e i molti nuovi assicurati, il 2023 è stato un esercizio eccezionale caratterizzato da molti punti salienti, tra cui il nostro primo rapporto di sostenibilità.

Retrospettiva: sanitas.com/ esercizio2023

L’ANGOLO DELLA NOTIZIA
5 RIVISTA SANITAS 2 / 2024
Partecipa al quiz e vinci sanitas.com/ disco-intervertebrale

Fare chiarezza

Chi comprende il proprio corpo e la propria psiche riesce meglio a prendersi cura di sé, deve andare meno dal medico e contribuisce così a ridurre i costi della sanità. Si prova però soprattutto una buona sensazione se si è o si rimane padroni della propria salute, anche in caso di malattia.

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RIVISTA SANITAS 2 / 2024 7 DOSSIER

Dalla medica di famiglia per un check-up

Prima

vengono individuate le malattie, meglio è.

Panoramica degli esami preventivi sanitas.com/ check-up

Di conseguenza, l’offerta di esami preventivi oggi è molto vasta. Molti vengono effettuati dai medici di famiglia.

Sono loro a decidere cosa è opportuno esaminare, quando farlo e per chi. Ecco una testimonianza.

Testo Irène Schäppi Immagine Colin Frei

Ogni volta che mi sento con mia madre, prima o poi mi chiede se nel frattempo ho già consultato la mia medica di famiglia per una visita di check-up. Il più delle volte rispondo snervata di no. Oppure che non ho avuto tempo. Mia madre non è preoccupata perché, nonostante io abbia già 45 anni, lei vuole prendersi cura di me come lo faceva quarant’anni fa. La sua preoccupazione è piuttosto dovuta alla sua sclerosi multipla che teme possa manifestarsi anche da me. Perché i parenti di primo grado delle persone affette da sclerosi multipla hanno un rischio 40 volte maggiore rispetto al resto della popolazione. Non appena racconto di essere spossata o di avvertire un formicolio alle gambe, finiamo col parlare di prevenzione.

Check-up: opportuno o no?

Per definizione, un check-up è una visita medica preventiva a tutto tondo di una persona asintomatica per esaminare sia lo stato mentale che fisico in generale. Questa visita richiede del tempo. Secondo la dottoressa Anita Stalder, medica dirigente dello studio medico associato Sanacare di Berna Welle 7, le pazienti e i pazienti devono ritagliarsi almeno un’ora di tempo per un check-up. La medica specialista in medicina interna generale FMH mi è seduta di fronte e discute con me il questionario sulla salute che ho dovuto compilare prima del check-up. Ovviamente, oltre che del mio stile di vita («Quanto sport pratica?») e dei miei disturbi (emicrania e perimeno-

pausa), parliamo anche dell’anamnesi familiare: «Solo così posso tracciare un quadro realistico e trasmetterle risultati rappresentativi e vantaggi del check-up», spiega Stalder. A questo punto non riesco più a trattenere la mia domanda su questi check-up che ultimamente sembrano essere molto di tendenza. «Per una persona asintomatica nella trentina un check-up non serve a molto tranne che a infondere un senso di sicurezza e causare costi per la salute. Il discorso cambia se in famiglia vi sono malattie ereditarie. In tal caso le visite di check-up precoci possono aiutare a individuare per tempo una malattia e a ridurre i costi conseguenti», continua Stalder.

«L’esame clinico fornisce importanti indicazioni su cosa cercare in concreto nella moderna diagnostica per immagini.»
Anita Stalder
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Durante l’esame fisico la medica ausculta il cuore, i polmoni e la carotide. Inoltre palpa il collo, il ventre e la spina dorsale e misura la pressione sanguigna.
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Con il prelievo del sangue vengono stabiliti valori come il colesterolo, la glicemia e le vitamine.

Il check-up fisico

Dopo essere stata pesata, mi siedo sul lettino, mentre Anita Stalder mi ausculta il cuore e i polmoni con lo stetoscopio per stabilire se il battito cardiaco è normale e regolare nonché per escludere un respiro sibilante ed eventuali rumori respiratori. Inoltre, esamina il colore della mia pelle (un colorito molto pallido può ad esempio essere indicatore di un’anemia o di una carenza di ferro), poi controlla le articolazioni e i riflessi.

Per finire palpa il mio ventre. Poiché finora questa procedura l’ho vista fare soltanto dal ginecologo, ovviamente faccio delle domande e chiedo perché non facciamo un’ecografia. «Con le mani possiamo palpare ad esempio un’alterazione maligna dei linfonodi, eventuali alterazioni di organi come milza, fegato e reni ma anche ritenzioni idriche», spiega l’internista. Molte mediche e molti medici sono inoltre convinti che il tatto di un medico con anni di esperienza sia superiore a ogni screening. Infatti: «L’esame clinico fornisce importanti indicazioni su dove cercare con l’ausilio della moderna diagnostica per immagini», racconta Stalder. Dopo l’anamnesi l’assistente di studio medico mi preleva il sangue per una piccola analisi dell’emocromo. In laboratorio vengono stabiliti valori come il colesterolo, la glicemia, i valori epatici e renali, i globuli rossi e i globuli bianchi nonché le piastrine. Questa analisi serve tra l’altro all’in-

dividuazione precoce di un disturbo del metabolismo della glicemia o di un rischio elevato di malattie circolatorie. Poiché mi sento spossata già da tempo, mi è stata controllata anche la vitamina B12, il ferro e i valori della tiroide. «Se l’emocromo parziale dovesse destare un sospetto, chiederei un esame dettagliato dei leucociti (globuli bianchi), ossia l’emocromo completo», spiega Anita Stalder. Fortunatamente i miei valori sono tutti nella norma, tranne la vitamina B12, troppo bassa, come mi viene comunicato per telefono un giorno dopo il check-up. Sono sana come un pesce; mia madre può stare tranquilla.

La nuova assicurazione complementare ambulatoriale Vital è disponibile nelle varianti Basic, Smart e Premium. Così potete completare l’assicurazione base secondo le vostre esigenze.

sanitas.com/ possibilità-di-scelta

RIVISTA SANITAS 2 / 2024 10 DOSSIER

5 consigli per dormire meglio

Alcune semplici precauzioni possono aiutare ad addormentarsi e a non svegliarsi regolarmente. La parola magica è igiene del sonno.

2 Tutto dipende dalla cena

La National Sleep Foundation statunitense raccomanda di mangiare alimenti ricchi di melatonina come pomodori, peperoni, spinaci, cavoli, mais, avena, noci, pistacchi e alcuni tipi di funghi prima di andare a letto in modo da dormire meglio.

3 Musica per addormentarsi

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Stabilire una routine

Andare a letto e alzarsi alla stessa ora aumenta lo stimolo di andare a riposare la sera e rende più facile l’addormentarsi, spiega la dottoressa Stephanie Stahl, specialista in medicina del sonno presso l’Indiana University of Health negli Stati Uniti.

Studi dell’Università della California hanno dimostrato che ascoltare musica può aumentare il benessere poiché rilascia dopamina e abbassa i livelli di cortisolo. La musica calma anche il sistema nervoso, riducendo la frequenza cardiaca e respiratoria.

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Esercizio fisico regolare

L’esercizio fisico può anche migliorare la qualità del sonno. Per questo gli scienziati raccomandano 30 minuti di esercizio fisico moderato al giorno. Importante: si dovrebbe terminare l’attività fisica circa due ore prima di andare a letto, in modo che il corpo abbia abbastanza tempo per passare alla fase di rilassamento.

5 Scrivere un elenco di cose da fare

Stilare la sera un elenco di cose da fare per il giorno successivo non è utile solo per chi ha problemi ad addormentarsi. Questo processo aiuta il cervello a «scaricare» i compiti in sospeso e quindi a passare più facilmente allo stato di riposo.

Testo Nicole Krättli Illustrazione Joël Roth
11 RIVISTA SANITAS 2 / 2024 DOSSIER

Burn-on: costantemente al limite

Capita a tutti: lavorare ininterrottamente, l’agenda strapiena, non c’è tempo per gli hobby, si funziona come un automa e tutto viene percepito come un dovere. Lo psicosomatico
Bert te Wildt chiama questa sindrome, finora relativamente sconosciuta, burn-on.

Bert te Wildt, lei ha già visto molte persone con un burn-on, ancor prima di coniare questo termine. Come si sentono le persone colpite?

Non hanno quasi più il controllo delle proprie emozioni. Continuano semplicemente a funzionare e i pensieri ruotano costantemente intorno al lavoro. Si sentono come un giocoliere costretto a maneggiare troppe palle contemporaneamente, e questo senza sosta. Si convincono così che tutto andrà meglio non appena sarà trascorso un determinato evento, una presentazione impegnativa o una consegna importante. Solo che questo giorno non arriva mai. E allora come si distingue il burn-on dal burn-out?

Un burn-on in fondo non è nient’altro che una depressione da esaurimento cronica latente. Come lo dice già il nome, le persone colpite continuano a «bruciare» senza mai spegnersi del tutto. In altre parole, diversamente dal burn-out, il burn-on non culmina in un crollo totale. Il burn-on è quindi un burn-out trascurato. Siccome il burn-out è ampiamente conosciuto, le persone colpite da burn-on adottano attivamente contromisure mirate, ad esempio facendo meditazione, yoga, trattamenti benessere e molto altro ancora.

Non sembra poi tanto sbagliato.

Questo è vero. Non sono affatto contrario alle pratiche olistiche. Ma in alcuni soggetti possono essere nuovamente fonte di stress, perché trattamenti benessere, meditazione e simili vengono percepiti come un dovere per poter continuare a funzionare e rigenerarsi al più presto. Se alle persone con burn-on si chiede come stanno, rispondono persino: «In fondo va tutto bene. Amo il mio lavoro. Non capisco cosa stia succedendo.» E ne sono veramente convinte.

Ma allora cos’ha di tanto drammatico, un burn-on?

Dopo lunghe sedute con i soggetti interessati scopro che molti sono stanchi di vivere e hanno già pensato al suicidio. Non riescono più a provare vera gioia. Un burn-on non è quindi soltanto una forma attenuata di burn-out, bensì uno stato serio tra positivismo (va tutto bene!) e la sensazione di vuoto della depressione. Questa è una zona pericolosa.

Perché?

Perché queste persone si ripetono che tutto è a posto, non cedono nessuna delle loro mansioni e continuano senza cambiare nulla. Inconsciamente, tuttavia, sanno che qualcosa sta andando storto. Si sentono come degli impostori che fingono di essere ciò che in realtà non sono, a volte per anni e anni. Se un burn-on persiste, può causare anche disturbi fisici: ad esempio tensioni, mal di testa, tinnito, ipertensione fino all’infarto cerebrale o cardiaco.

Ma se le persone si convincono che tutto sia a posto, come viene scoperto il burn-on?

Come nelle persone affette da dipendenza, è spesso l’ambiente circostante a farlo notare: c’è qualcosa in te che non va! Inoltre, alle persone colpite accadono improvvisamente incidenti o commettono piccole sviste, sia in privato che sul lavoro, tutt’altro che tipiche per loro.

Cosa si può fare?

Per cominciare, aprire gli occhi e riconoscere di aver perso il controllo della situazione. In altre parole, ammettere anche sentimenti negativi e smetterla di voler vedere sempre e disperatamente tutto positivo. Questo richiede una grande forza di volontà, perché in fondo la vita sembra funzionare anche così. Molti

RIVISTA SANITAS 2 / 2024 12 DOSSIER

Bert te Wildt è primario della clinica psicosomatica presso il convento di Diessen am Ammersee e, insieme a Timo Schiele, è autore del libro «Burn-on – Immer kurz vorm Burn-out» (Burn-on –Sempre a un passo dal burn-out). Individuare i

hanno dimenticato di ascoltare il proprio corpo. Può sembrare banale, ma bisognerebbe sempre chiedersi in tutta onestà cosa ci rende realmente felici. La lezione di yoga? Oppure preferisco ballare? Anziché fare esercizio fisico, ho piuttosto bisogno di qualcosa che mi stimoli mentalmente?

Ma potrebbe anche essere il lavoro. Se si nutre una passione per ciò che si fa, è una cosa molto bella. Esiste anche lo stress positivo?

Oggi è normale essere un po’ stressati ed essere messi un po’ sotto pressione. È del tutto naturale che ci impegniamo al massimo per la nostra vocazione, perché è questo che in fondo dovrebbe essere per noi la nostra professione. Le persone con burn-on sono spesso molto esigenti con sé stesse e amano il proprio lavoro. Bisognerebbe chiedersi drasticamente se ciò che si fa e si sottolinea di fare con passione ci dà veramente soddisfazione o se la risposta «È tutto a posto!» non è già diventata una semplice frase fatta. Da terapisti a volte dobbiamo essere molto bruschi per scuotere i nostri pazienti.

E se non si riesce a uscire dalla ruota del criceto con le proprie forze?

In molti casi è opportuno seguire una psicoterapia o un coaching. A volte servono anche cure stazionarie in una clinica. Alcuni pazienti hanno bisogno di un taglio netto per scalare una marcia.

Sovraccarico, ansie, preoccupazioni: la vostra salute psichica ne sta risentendo? La guida alla salute mentale vi aiuta a individuare la terapia adatta.

sanitas.com/ salute-mentale

scatenanti
gestire
lo stress: sanitas.com/ stressor 13 RIVISTA SANITAS 2 / 2024 DOSSIER
fattori
per
meglio

Il nostro intestino, un organo dai molti talenti

È uno degli organi più complessi del corpo umano e contribuisce al nostro benessere: l’intestino. Non c’è da meravigliarsi, quindi, se la pancia è la sede del nostro istinto.

8m

Il detentore di record

L’intestino può raggiungere una lunghezza fino agli 8 metri e una superficie dai 300 a 500 metri quadri.

L’influencer

L’accurato

Le feci sono composte per circa il 75 percento da acqua. Il resto sono batteri, fibre, tessuti, muco e sali. I residui di cibo non digeribili vengono addensati nell’intestino crasso ed espulsi.

Il manager del peso corporeo

La flora intestinale comprende fino a 100 000 miliardi di microorganismi come batteri, funghi e virus, che scompongono e processano il cibo. Questo ecosistema diversificato nell’apparato digerente influisce sulla nostra sensazione di fame e sazietà.

75% acqua

L’intestino percepisce, corregge e apprende. Infatti, dispone di un proprio sistema nervoso con oltre 100 milioni di cellule nervose che comunicano con il cervello tramite neurotrasmettitori e il nervo vago. Questo influisce sul nostro stato d’animo, sulle nostre decisioni e sul nostro comportamento.

L’artefice della felicità

L’intestino produce oltre il 90 percento della serotonina, l’ormone della felicità, che ci rende ottimisti e ci fa sentire soddisfatti. Se la flora intestinale è disturbata, può causare depressione e altri disturbi psichici.

Testo Nicole Krättli Illustrazione Pia Bublies
RIVISTA SANITAS 2 / 2024 14 DOSSIER

100-200 g

Il diligente

Produciamo dai 100 ai 200 grammi di feci al giorno. Durante una vita media, l’intestino elabora complessivamente 30 tonnellate di cibo e oltre 50 000 litri di liquidi.

Il resistente

Il variegato

La scala di Bristol distingue sette categorie di feci. Le feci ottimali corrispondono alla consistenza di tipo 3 o 4: a forma di salsiccia con eventuali crepe in superficie o liscia e morbida. In ogni grammo vi sono del resto più batteri che persone sulla terra.

Il delicato

Il 70 percento degli anticorpi risiedono nell’intestino, il che lo rende il centro del nostro sistema immunitario. Più precisamente: la flora intestinale, composta da miliardi di microorganismi, allena il nostro sistema immunitario a distinguere tra «buono» e «cattivo». Se la flora intestinale si trova in equilibrio, siamo sani. In caso di squilibrio del microbioma possono invece prendere il sopravvento i germi nocivi.

Se l’intestino non produce l’enzima digestivo detto lattasi, il lattosio non viene più scomposto e finisce nell’intestino crasso senza essere digerito. Qui ritiene l’acqua e viene in parte smaltito dai batteri intestinali. Questo causa flatulenze e diarrea.

L’addetto alla logistica

Le bevande attraversano lo stomaco in circa un’ora, mentre il latte, il riso, le patate e il pane bianco necessitano fino a due ore. La panna, il pesce, le uova e il pane misto ce ne mettono circa tre. La verdura, il pane integrale, le patate arrosto e il pollame permangono per ben cinque ore nello stomaco. I cibi grassi sono quelli che avanzano più lentamente e possono rimanere per circa sette ore nello stomaco prima di raggiungere l’intestino tenue.

Il presidente

L’intestino crasso dell’essere umano è colonizzato da migliaia di miliardi di batteri, fino a dieci volte il numero massimo di cellule nel corpo umano. Si tratta quindi dell’ecosistema più denso in assoluto, poiché nell’intestino ci sono 1600 volte più esseri viventi che persone sulla terra.

Fonti: www.cell.com/cell-host-microbe/fulltext/S1931-3128(20)30286-9, www.ilco.ch/ueber-stoma/darm-fakten, onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1002/bies.201400071#bies201400071-fig-0001, www.medicalnewstoday.com/ articles/307998#the-microbiome, pubs.acs.org/doi/10.1021/mp500210c, www.rosenfluh.ch/media/arsmedici/2014/ 04/Darm_und_Immunsystem.pdf, www.webmd.com/digestive-disorders/poop-chart-bristol-stool-scale

15 RIVISTA SANITAS 2 / 2024 DOSSIER
Tipo
3 Tipo 4

Emorragia cerebrale: cause, sintomi, cura sanitas.com/ emorragia-cerebrale

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Tornare in forma dopo un ictus

È

mancato poco: se sua moglie non avesse reagito così

prontamente, Urs Schöni probabilmente non sarebbe sopravvissuto all’ictus. Grazie a un periodo di riabilitazione intenso, si è fortunatamente ripreso in

Testo Andrea Söldi Immagine Colin Frei

Chi incontra Urs Schöni non penserebbe mai che sei mesi fa è sfuggito alla morte. Il sessantottenne si gestisce da solo, guida la macchina e va a sciare, cura il giardino di casa a Rüti, nel Canton Zurigo, e racconta tutto d’un fiato cosa gli è accaduto lo scorso anno.

Urs Schöni ha infatti avuto un grave infarto cardiaco che ha interrotto l'apporto di sangue al cervello, causando così anche un ictus. Già qualche mese prima aveva sofferto di vertigini e avvertito un formicolio al braccio sinistro. Il fatidico giorno si sente male e, nonostante i medicinali, la pressione non scende. Improvvisamente, a cena: «Ho visto mio marito accasciarsi sul piatto, il volto era già tutto blu», ricorda la moglie.

Cinque interminabili minuti

Meike Schöni chiama subito l’ambulanza. L’operatore del pronto intervento le dà istruzioni al telefono esortandola a sdraiare il marito per terra, liberare le vie respiratorie e iniziare immediatamente con il massaggio cardiaco. L’ambulanza arriva in meno di cinque minuti, racconta. «Ma a me è sembrata un’eternità.»

Un elicottero porta Urs Schöni alla Clinica Hirslanden di Zurigo, dove gli vengono inseriti cinque stent al cuore. Nei giorni successivi è posto in coma farmacologico. Quando inizialmente non riescono a risvegliarlo, i medici preparano sua moglie e le sue due figlie al peggio: se fosse sopravvissuto, probabilmente avrebbe avuto gravi disabilità dovute all’ictus.

Urs Schöni si risveglia dopo tre giorni. Tuttavia non riconosce la sua famiglia e non è più in grado di risolvere semplici calcoli. Ma presto riesce ad alzarsi anche se vacilla spesso mentre cammina. Inoltre, Urs Schöni non capisce perché è in ospedale e vuole

poco tempo.

andare a casa. Per dieci notti il paziente reduce da un infarto cardiaco e un ictus ha bisogno di una veglia. Lui stesso fatica a ricordarsi questo periodo. Ma una cosa la sa per certo: «Devo essere stato un paziente impossibile.»

Ben assistiti da Sanitas

Dopo tre settimane e mezzo Urs Schöni viene trasferito alla clinica di riabilitazione Zihlschlacht in Turgovia dove lo attende un programma serrato: fisioterapia, ergoterapia, nordic walking, Qi-Gong, test cognitivi ed esercizi. Il suo stato di salute migliora sempre più. Ma poco prima di essere dimesso, un’infiammazione renale lo lega nuovamente per qualche giorno a un letto d’ospedale. Urs Schöni apprezza molto che nel frattempo, grazie alla sua cassa malati, abbia potuto tenere la sua camera presso la clinica Ziehlschlacht e prolungare la sua riabilitazione: «Sanitas non è mai andata al risparmio e il mio case manager ci ha assistiti molto bene.»

Ora si sente quasi in forma come prima. Ammette, tuttavia, di essere diventato un po’ più smemorato. Si rende perfettamente conto di essere stato fortunato. Se fosse stato solo, ora non sarebbe qui: «Mia moglie mi ha salvato la vita.»

Una malattia o un infortunio possono cambiarvi completamente la vita. Il Case Management di Sanitas è al vostro fianco nelle situazioni di salute difficili.

sanitas.com/ assistenza

17 RIVISTA SANITAS 2 / 2024 DOSSIER

CONSIGLIO DELL’ESPERTO

Maxime Viard, medico dirigente del reparto di Neurologia e stroke unit presso l’Ospedale cantonale di Winterthur (KSW)

«L’ictus viene causato dalla restrizione o otturazione di un’arteria nel cervello. Nella regione interessata è pertanto ridotto o del tutto bloccato l’apporto di ossigeno. Talvolta la causa risiede anche in un’emorragia cerebrale, spesso a seguito di pressione arteriosa alta. Questo si manifesta il più delle volte con forti dolori alla testa, mentre un ictus solitamente è indolore. Un infarto cardiaco come causa scatenante di un ictus è tuttavia alquanto raro. Ad ogni modo, in caso di sospetto di ictus è importante reagire subito, perché anche la minima esitazione può peggiorare la prognosi.»

Quali sono i sintomi dell’ictus?

Ogni anno

in

Svizzera circa 20 000 persone subiscono un ictus. Se i seguenti sintomi si manifestano all’improvviso e senza altro motivo riconoscibile, si dovrebbe pensare a un ictus:

1. Debolezza, paralisi o intorpidimento unilaterale: nel braccio, nella gamba o nel volto, deviazione della bocca

2. Alterazione della vista: vedere doppio, campo visivo limitato o improvvisa perdita della vista

3. Disturbi nel parlare: pronuncia poco chiara, difficoltà nel trovare le parole o frasi senza senso

4. Problemi di comprensione: difficoltà a capire e seguire istruzioni

5. Vertigini e disturbi nella deambulazione

L’ictus è la terza causa di decesso in Svizzera e al mondo. Solo circa la metà di tutte le vittime di ictus riceve una cura adeguata nelle prime tre ore critiche. La probabilità di sopravvivere con il minor numero di limitazioni aumenta tuttavia con ogni minuto in meno trascorso fino all’avvio delle cure d’emergenza.

Ogni minuto conta

Lievi sintomi possono scomparire da soli ma anche peggiorare. Al primo segno di ictus bisogna chiamare subito l’ambulanza. Le persone colpite devono essere curate in un ospedale con un reparto specializzato (una cosiddetta stroke unit o stroke center). Qui possono infatti essere fluidificati o eliminati eventuali coaguli. Segue un intenso periodo di riabilitazione. Mentre un terzo si riprende bene, un altro terzo sopravvive con limitazioni permanenti. Un terzo muore, invece, entro un anno.

RIVISTA SANITAS 2 / 2024 18 DOSSIER

Sono Magdalena

Registrato da Irène Schäppi Immagine Karin Heer

Magdalena lavora presso Sanitas come manager omnichannel. È responsabile della gestione delle interazioni con i clienti e le clienti e offre loro esperienze ottimali. Anche in privato crea esperienze in qualità di membro dell’associazione di danza popolare FG Plehan di Berna.

«Ballo il kolo, una danza tradizionale di gruppo croata, sin da piccola. Da oltre 15 anni sono membro dell’associazione di danza popolare di Berna. La musica tradizionale mi sta molto a cuore perché sono cresciuta con lei. Ma adoro anche i bei costumi fatti a mano e le straordinarie coreografie che rispecchiano le tradizioni culturali e i valori della Croazia. Ballare il kolo mi permette di immergermi nel mio passato culturale e nelle mie origini. Oltre a essere legata alle tradizioni, tengo molto anche alla comunità. Nell’associazione vi sono molte persone della mia età. Balliamo insieme fin dall’infanzia. Siamo una fantastica squadra che nutre la stessa passione e cerca costantemente di evolvere, anche grazie ai nuovi membri. Infatti, la nostra associazione continua a crescere. Non abbiamo nessun coreografo, ci autogestiamo e decidiamo sempre tutto insieme.

Partenariato e innovazione

Questo è ciò che vivo anche in seno a Sanitas, dove insieme alle mie colleghe e ai miei colleghi del team sono responsabile della gestione, ideazione e attuazione di vari mezzi e iter di comunicazione con la clientela, un mix ideale di compiti concettuali e operativi. Nel nostro lavoro cerchiamo sempre di metterci nei panni del o della cliente e di mettere a disposizione dei nostri assicurati le informazioni rilevanti nel momento più opportuno. Del resto mi piace la cultura aziendale di Sanitas: qui si vuole progredire e, come nel ballo del kolo, evolvere e promuovere approcci innovativi. Questa ambizione la avverto ad ogni compito e ad ogni collaborazione.»

19 RIVISTA SANITAS 2 / 2024 UN OGGETTO, UNA STORIA

Esercizi di respirazione per rilassarsi: sanitas.com/ breathwork-it

In fondo alle ramificazioni delle vie respiratorie si trovano circa 300 milioni di minuscoli alveoli che permettono al corpo di assimilare l’ossigeno.

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Respirare correttamente: ciò che conta davvero

La respirazione dà vari benefici: tirare un respiro profondo

trasmette una buona sensazione e conferisce più leggerezza anche alla psiche. E per chi pratica sport la respirazione è una vera e propria arma contro la spossatezza.

Testo Samuel Schlaefli

Inspiriamo ed espiriamo tra le 20 000 e le 25 000 volte al giorno, assimilando oltre 10 000 litri di aria. In questo modo riforniamo il nostro corpo di ossigeno, un gas vitale che grazie a un sofisticato sistema di alveoli polmonari e vasi sanguigni viene immesso nel sangue e raggiunge ogni cellula. Praticando una respirazione controllata possiamo inoltre influire direttamente e positivamente sull’assimilazione di ossigeno nelle nostre cellule.

Più attenzione e meno stress

Inspirare ed espirare dieci volte al minuto: secondo uno studio dell’Università di Pisa, una respirazione rallentata e controllata è in grado di lenire i sintomi di ansia, depressione o collera. E gli scienziati dell’Università di Pechino hanno potuto osservare durante un esperimento che i probandi, i quali hanno allenato il proprio diaframma per otto settimane con una respirazione profonda, hanno ottenuto risultati nettamente migliori nei successivi test di concentrazione rispetto al gruppo di controllo. In più è diminuito il loro livello di cortisolo nel sangue, ossia il valore dell’ormone rilasciato in caso di stress e strettamente legato agli stati depressivi e d’ansia. Un metastudio dell’Università di Sussex e Oxford ha ottenuto risultati simili lo scorso anno: una respirazione consapevole mostra effetti piccoli o medio-grandi, ma comunque significativi, in caso di stress, ansia e depressione.

Respirare profondamente, anche durante lo sport

Lo sport fa venire il fiatone? Se pratichiamo un’attività fisica intensa, il corpo ha bisogno di molto os-

sigeno. Anche in questo caso, quindi, più è regolare e calma la respirazione, meglio è. Questo aiuta a prevenire spossatezza, iperventilazione e fitte al fianco. Molti ritengono utile sincronizzare la respirazione con il ritmo di marcia, ad esempio inspirando ed espirando ogni due passi. Chi riesce, dovrebbe inspirare dal naso, perché i peli nasali bloccano polvere, corpi estranei, batteri e virus. Inoltre, le mucose inumidiscono l’aria che attraversa il naso, un processo particolarmente importante quando fa freddo.

Ma per lo sport vale anche un’altra regola: mai trattenere il respiro! Proprio mentre si sollevano pesi, molti tendono alla respirazione forzata trattenendo il respiro dopo aver inspirato profondamente. L’impatto è significativo: nella muscolatura aumentano gli acidi e la pressione arteriosa sale. Questo si vede dalla faccia rossa e dalle vene sporgenti al collo. Durante la fase di sforzo, ad esempio durante il sollevamento di pesi, è meglio fare una lunga espirazione e inspirare profondamente nella fase di rilascio. Il corretto allenamento è del resto una specie di «lavoro respiratorio»: il tronco, le spalle, il diaframma e l'addome ben allenati sostengono in modo naturale la respirazione.

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21 RIVISTA SANITAS 2 / 2024 ESSERE ATTIVI

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CONSIGLIO DELL’ESPERTA

Dr.ssa med. Paola

Maltagliati-Holzner, specialista in dermatologia presso Medgate

«Non trattate le callosità con le forbici o la lima, perché rischiate di ferire la pelle. Nelle ferite che non guariscono bene, possono insediarsi dei batteri e causare infiammazioni. Di norma, profonde crepe e zone infiammate dovrebbero essere curate da un podologo o una podologa. Se i rimedi fai da te presentati non sono efficaci, è consigliabile rivolgersi a uno studio medico dermatologico. Le callosità possono infatti essere sintomo di varie malattie cutanee o il segno di una postura scorretta.»

Cosa aiuta contro le callosità ai piedi?

Le callosità sono ispessimenti dell’epidermide che si formano quando la pelle tenta di proteggersi da pressione e sfregamenti. Sono causate ad esempio da scarpe troppo strette, malposizione dei piedi, sovrappeso, sollecitazione intensiva o, semplicemente, da una predisposizione. Poiché la pelle delle piante dei piedi non ha ghiandole sebacee, si secca molto rapidamente, favorendo la formazione di callosità. Tuttavia, i calli o duroni non dovrebbero mai essere rimossi completamente, poiché svolgono una naturale funzione protettiva della pelle. Lasciate sempre uno strato sottile e assicuratevi che rimanga morbido. Ad esempio con un pediluvio caldo arricchito con una miscela di olio di camomilla, siero di latte in polvere e sale marino che ammorbidisce le zone indurite. Oppure applicando regolarmente una crema ai piedi a base di olio di jojoba, burro di karité o aloe vera. Per un trattamento intensivo, applicate uno strato spesso di crema e lasciatela agire per tutta la notte usando calze di cotone.

In quali altri casi aiutano i rimedi fai da te: sanitas.com/ rimedifaidate

23 RIVISTA SANITAS 2 / 2024 RIMEDI FAI DA TE

Quanto sono pericolosi i morsi di animali?

I morsi devono sempre essere curati da un medico e in modo tempestivo. In caso contrario, possono rapidamente creare un ambiente favorevole alla propagazione dei germi.

Inumeri parlano chiaro: senza assistenza medica, circa l’80% delle ferite causate da morsi di gatto si infetterebbe, fino a provocare una sepsi nella peggiore delle ipotesi. Nei casi di morso da parte di un cane, il rischio di infezione è molto più basso. Uno dei motivi risiede nella diversa struttura dentale: i denti dei gatti sono lunghi e appuntiti e possono procurare ferite profonde. Questo permette ai germi e ai batteri, presenti nella saliva del gatto, di penetrare in profondità nei tessuti.

Se il sanguinamento è esiguo, i batteri rimangono all’interno della ferita, magari insieme a piccole schegge di dente. Una ferita non adeguatamente trattata rappresenta il punto di partenza perfetto per infezioni locali o che si propagano nel corpo. Capita spesso che i gatti mordano la mano o il polso, zone dove i loro denti possono facilmente entrare in contatto con ossa, articolazioni e tendini (o guaine tendinee). Questi ultimi, in particolare, possono diffondere i batteri, trasportando l’infezione in altre parti del corpo. Lo stesso vale per i vasi sanguigni e linfatici.

Il morso del gatto: un pericolo da non sottovalutare

La dottoressa Sabrina Jegerlehner, medica d’urgenza presso l’Inselspital di Berna,

consiglia di pulire immediatamente la ferita con acqua corrente, disinfettarla e fasciarla con bende o garze asciutte. Dopo questi primi accorgimenti, è essenziale recarsi subito presso uno studio medico o il pronto soccorso. «Le ferite da morso necessitano sempre di una cura medica tempestiva. Richiedono, infatti, da tre a cinque giorni di profilassi antibiotica, per la quale è indispensabile la prescrizione medica. In linea generale, in caso di morsi di animali occorre tenere presente che più tempo passa, maggiore è il rischio di infezione», afferma la dottoressa Jegerlehner. Inoltre, «Se non si tratta del proprio gatto, è opportuno chiedere informazioni sull’animale, in particolare la provenienza e lo stato delle vaccinazioni, che potrebbero essere fondamentali ai fini della cura.»

Secondo la dottoressa d’urgenza dell’Inselspital di Berna, questa procedura è indicata anche per il morso di altri animali, ad esempio il cane. I cani hanno denti meno affilati rispetto ai gatti, ma la forza del loro morso è decisamente maggiore. Che si tratti di porcellini d’India, criceti, conigli, topi, gatti o cani, è di fondamentale importanza prevenire la trasmissione di agenti patogeni e valutare il rischio di contrarre tetano e rabbia. In pratica, il morso di qualsiasi animale necessita sempre delle cure di un medico!

RIVISTA SANITAS 2 / 2024 24 CONDIVIDERE MOMENTI

Cosa c’è da sapere sugli antibiotici: sanitas.com/ antibiotici

IL CONSIGLIO DELL’ESPERTA

Dr. med. Sabrina Jegerlehner, capoclinica presso le urgenze dell’Inselspital di Berna

«Per escludere la presenza di corpi estranei, come schegge di denti, solitamente viene eseguita una radiografia nell’area della ferita. Dopodiché viene esaminata attentamente in anestesia locale: quanto è profonda la ferita? Sono presenti residui o altre impurità? A seguire, la ferita viene sciacquata e disinfettata. Vengono inoltre rimossi eventuali tessuti danneggiati dal morso, per evitare che possano compromettere la guarigione. Se la lesione è molto profonda, acceleriamo l’essudazione ricorrendo a un drenaggio. A seconda delle dimensioni della ferita, si procede infine alla fasciatura con garze o bende sterili. Per le lesioni più gravi è consigliabile applicare anche un tutore o un reggibraccio per immobilizzare la parte del corpo interessata e favorire così la riduzione del gonfiore.»

25 RIVISTA SANITAS 2 / 2024 CONDIVIDERE MOMENTI

L’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) raccomanda ora in molti casi il principio «ambulatoriale prima di stazionario». Dietro tale principio si cela una tendenza recente e sempre più diffusa nell’ambito del sistema sanitario, finalizzata a un utilizzo più efficace delle risorse.

Ambulatoriale

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Grazie ai progressi della medicina, un numero sempre maggiore di pazienti può sottoporsi a un intervento chirurgico e tornare a casa nel corso della stessa giornata. Si parla in questi casi di cura ambulatoriale. Inoltre, sono molti i pazienti e le pazienti che apprezzano la possibilità di dormire nel proprio letto già nel giorno dell’operazione. È una modalità che oggi viene già impiegata nel caso di interventi minori, come ad esempio l’operazione al menisco, l’ernia inguinale o la tonsillectomia. Al contempo, le prestazioni ambulatoriali possono riguardare la semplice applicazione di una fasciatura o la somministrazione di medicinali.

Stazionario

In caso di cura stazionaria, il o la paziente entra in ospedale il giorno stesso dell’intervento o il giorno precedente e il ricovero dura almeno una notte. Una nota importante: una degenza stazionaria in ospedale può essere necessaria non solo per un’operazione, ma anche per cure specifiche. Ad esempio per la cura di una polmonite, un infarto cardiaco o alcune terapie oncologiche. Sia le cure ambulatoriali che stazionarie vengono eseguite in una struttura ospedaliera. Esistono anche cliniche diurne specializzate, o i cosiddetti ambulatori, dove è possibile eseguire diversi interventi ambulatoriali in modo conveniente ed efficace.

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Illustrazione:
Joël Roth Qual è la differenza tra cura ambulatoriale e stazionaria?
RIVISTA SANITAS 2 / 2024 26 BUONO A SAPERSI

Sani ed Elina in giardino

Eccì! Elina non riesce a smettere di starnutire. Sani, invece, può occuparsi tranquillamente del giardino e si chiede perché Elina deve soffiarsi costantemente il naso. È forse allergica a qualcosa che sta fiorendo nei dintorni?

Concorso Cosa cresce nel prato e, da maggio a luglio, provoca in molti il raffreddore da fieno?

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In palio ci sono sei borracce termiche Hot & Cold One di Sigg. Il termine d’invio è il 21 giugno 2024.

Illustrazione: Michael Meister
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