Comicannuario 2010 - draft 2

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COMICANNUARIO 2010. Cronache di 365 giorni da dimenticare Per i racconti: © Carlo Amatetti, 2010; © Alessandro Betti, 2010; © Fabrizio Casalino, 2010; © Paolo Casiraghi, 2010; © Davide Cerruto, 2010; © Daniele Ceva, 2010; © Omar Fantini, 2010; © Katia Follesa, 2010; © Cesare Gallarini, 2010; © Valeria Graci, 2010; © I Macéta, 2010; © Laura Magni, 2010; © Andrea Midena, 2010; © Alberto Patrucco, 2010; © Enrico Piazza, 2010; © Max Pisu, 2010; © Enzo Polidoro, 2010; © Viviana Porro, 2010; © Nando Timoteo, 2010; © Stefano Vogogna, 2010. Copyright © Sagoma, 2011 Tutti i diritti riservati IMMAGINI: Foto in copertina: © 36mo Fotogramma (foto Fabrizio Casalino); © Filippo Bolzonella (foto Nando Timoteo); © Elisa Canfora (foto Andrea Midena); © Fabio Cussigh (foto Katia e Valeria); © Matteo Di Nunzio (foto Enzo Polidoro e Stefano Vogogna); © Giuseppe Lonetti (foto Laura Magni); © Franco Ordasso (foto Viviana Porro). Foto interni © Getty Images Illustrazioni copertina e interno di copertina: James Bennett Caricature: Andrea Santonastaso Progetto grafico copertina: George F. Kaplan Tutti i diritti riservati

Largo Pontida, 18 20059 Vimercate (MB) Tel. +39 039 5967800 Fax +39 039 5967808 info@sagoma.com I edizione: ottobre 2010 ISBN 978-88-6506-010-0

www.libri.sagoma.com

MIC RIO CO UA 10 0 N AN 2

AA. VV.



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EUROPA La Spagna assume la Presidenza di turno dell’Unione Europea.

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EMIRATI ARABI UNITI A Dubai viene inaugurato il Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo: 828 metri.

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USA La Costa Orientale è bloccata

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dalla peggiore tempesta degli ultimi 90 anni (90 cm di neve accumulati).

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NIGERIA Il kolossal 3D Avatar vince 3 statuette nella notte degli Oscar. Premiati anche Sandra Bullock e Jeff Bridges come attori protagonisti.

CANADA Iniziano a Vancouver i

AP RI LE

FE BB RA IO

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Highlights 2010

MA RZ O

GE NN AI O

Highlights 2010

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muoiono 94 persone, tra i quali il presidente della Polonia Lech Kaczyński.

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CINA Un sisma di 6,9 gradi sulla scala Richter causa quasi 3000 vittime nella regione del Qinghai.

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ISLANDA Il vulcano Eyjafjallajokull

XXI Giochi Olimpici Invernali.

CONGO Il bus della nazionale

causa disagi ai voli e lo spazio aereo di gran parte dell’Europa viene chiuso.

di calcio del Togo è assalito dai terroristi: 4 morti.

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HAITI Alle ore 16.53 locali un terremoto di magnitudo 7 Mw causa oltre 200.000 vittime.

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LIBANO Un aereo partito dall’Etiopia, con 90 persone a bordo, precipita in mare. Nessun sopravvissuto.

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GOLFO DEL MESSICO La piattaforma petrolifera Deepwater Horizon si inabissa e causa il disastro ambientale più grave della storia USA.

MAR GIALLO Una nave militare

ITALIA Si svolgono le elezioni regionali, che coinvolgono 13 Regioni a statuto ordinario.

CILE Un terremoto di magnitudo 8,8 Mw colpisce il Cile e tutto il Pacifico meridionale.

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sudcoreana affonda. La causa sarebbe un siluro della Corea del Nord, che rigetta le accuse.

ITALIA Milioni di litri di idrocarburi vengono sversati nel Lambro. Il disastro ambientale arriva fino al Po.

UGANDA Le tombe di Kasubi, Patrimonio dell’Umanità, sono distrutte da un incendio.

LIBIA Gheddafi chiude le frontiere per i residenti dei paesi aderenti agli Accordi di Schengen.

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POLONIA In un incidente aereo

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RUSSIA 2 attacchi terroristici, opera dei ceceni, causano 40 morti e oltre 100 feriti nella metropolitana.

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SLOVENIA Lubiana è nominata dall’UNESCO Capitale mondiale del libro per il 2010/11.


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GRECIA La commissione Ecofin crea

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un fondo di 500 miliardi di euro per evitare che la crisi economica della Grecia si estenda ad altri paesi.

GIAPPONE Si dimette il primo ministro Yukio Hatoyama, in seguito al crollo di popolarità e alle pressioni esercitate dal suo stesso partito.

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LIBIA Un aereo della Afriqiyah Airways precipita poco prima dell’atterraggio all’aeroporto di Tripoli. Un solo sopravvissuto.

9

KIRGHIZISTAN Si verifica un conflitto tra l’etnia dei chirghisi e quella degli usbechi. Il numero delle vittime è sconosciuto.

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THAILANDIA Dopo 2 mesi di

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SLOVACCHIA Il partito Direzione

proteste, e decine di morti e feriti, a Bangkok si concludono le proteste di piazza contro il governo thailandese.

LU GL IO 1

FRANCIA Un’alluvione nel sud-est del Paese provoca oltre 25 morti.

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Presidenza di turno dell’Unione europea.

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PAKISTAN Il maltempo innesca inondazioni nella regione di Peshawar e provoca 1600 vittime e migliaia di dispersi.

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ITALIA Si spegne Francesco Cossiga, politico democristiano di primo piano e presidente emerito della Repubblica Italiana.

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IRAQ Si completa il ritiro dei soldati USA che pone fine a 7 anni di guerra. 50.000 militari americani restano nel Paese per addestrare gli iracheni.

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PAESI BASSI La Corte Internazionale dell’Aia dichiara la legittima indipendenza del Kosovo dalla Serbia.

CANADA A Toronto si svolge il G20.

GERMANIA A Duisburg, durante la LoveParade, muoiono 21 persone per via della calca venutasi a creare in un tunnel.

USA Dagli USA arriva la notizia

ISRAELE Navi pro-palestinesi, cariche di aiuti umanitari e altre merci, tentano di violare il blocco di Gaza. 9 attivisti perdono la vita.

SUDAFRICA La Spagna vince i Mondiali di calcio 2010 battendo in finale l’Olanda per 1-0.

22 che un gruppo di scienziati guidati da Craig Venter ha creato la prima forma di vita sintetica.

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- Socialdemocrazia vince le elezioni parlamentari ma senza conquistare la maggioranza assoluta.

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BELGIO Il Belgio assume la

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Highlights 2010

GI UG NO

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Highlights 2010

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RUSSIA Inizia una serie di vasti incendi che nelle settimane successive provoca 52 vittime e Mosca viene invasa da una nube di fumo.

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SOMALIA A Mogadiscio un raid di terroristi islamici in un hotel provoca 32 morti, tra cui anche alcuni parlamentari.

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ITALIA Ad Avetrana scompare la quindicenne Sarah Scazzi. Il caso appassiona il Paese e il 6 ottobre viene ritrovato il cadavere. I responsabili sono lo zio Michele e la cugina Sabrina.


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SPAGNA L’associazione terrorista

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ETA annuncia, attraverso un video diffuso dalla BBC, il cessate il fuoco.

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CILE 33 minatori, rimasti intrappolati

SPAGNA Vincenzo Nibali vince la

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maltempo si abbatte su Oaxaca, uno dei 31 stati che compongono il Messico; le piogge torrenziali provocano una frana che uccide 7 persone.

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SISTEMA SOLARE Viene scoperto Gliese 581 g, un pianeta extrasolare con caratteristiche molto simili alla Terra e che quindi potrebbe ospitare forme di vita.

SVEZIA Lo scrittore peruviano, naturalizzato spagnolo, Mario Vargas Llosa vince il Nobel per la Letteratura. ITALIA Le indagini su Gianfranco Fini, al centro di un’estate di polemiche per via di un appartamento a Montecarlo, vengono archiviate.

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INDONESIA Un terremoto di

MESSICO Un’ondata di forte

7,7 gradi Richter colpisce le Isole Mentawai innescando uno tsunami (451 morti), e l’eruzione del vulcano Merapi che provoca 250 vittime.

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BIRMANIA Dopo 15 anni di detenzione - 7 passati agli arresti domiciliari - viene liberata la dissidente birmana e Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi.

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Vuelta 2010.

ITALIA Nella zona degli scavi archeologici di Pompei, Patrimonio Mondiale dell’Umanità, crolla la scuola dei gladiatori, a causa di gravi cedimenti strutturali.

ITALIA Con il film Somewhere,

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per mesi a 700 metri di profondità, vengono portati in salvo.

Sofia Coppola trionfa al Festival del Cinema di Venezia.

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ITALIA Scoppia lo scandalo Bunga Bunga, che coinvolge la minorenne Ruby e il presidente del Consiglio Berlusconi.

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SISTEMA SOLARE Viene scoperto il buco nero più giovane dell’universo. Si trova a una distanza di circa 50 milioni di anni luce e ha solo 30 anni di età.

DI CE MB RE

Highlights 2010

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Highlights 2010



I Comici 2010

I Comici 2010

Alessandro Betti: è prima di tutto attore dotato e autore di grande sensibilità. Il suo talento comico vagamente trasognante è impreziosito da una mimica corporea e facciale dinamicamente immota. Dal lungo pedigree teatrale e televisivo, è artista poliedrico, pluripremiato, automunito. Settimana 5

Settimana 13

Settimana 22

Fabrizio Casalino: nella percezione della gente è un comico di Zelig. In quella di Zelig è di Colorado, in quella di Colorado è l’ultimo dei Templari. Lui confessa trascorsi con la Gialappa ed è convinto che i cerchi nel grano siano in realtà dei centrini fatti da enormi vecchiette aliene. Settimana 30

Settimana 41

Settimana 48

Paolo Casiraghi: è attore, comico e cabarettista. Bergamasco, sguardo di ghiaccio, tavola da surf sempre in attesa della Grande Onda, ha dato prova di sé in tv, a teatro e… in canonica, dove la sua Suor Nausicaa continua a fare il bello e il cattivo tempo. Settimana 8

Settimana 14

Settimana 28

Daniele Ceva: classe 1969, giunge da Valenza, cittadina equidistante da Milano, Genova e Torino. Proprio dall’humus di questa “Terra di Mezzo” questo artigiano del demenziale sviluppa le proprie personalità multiformi, da Fernando Degliabba ad Alfredo Sigela. Vedere (e leggere) per… ridere. Settimana 2

Settimana 4

Settimana 19

Omar Fantini: da buon bergamasco, è affidabile come un black&decker nell’indurre la risata nei parterre più stolidi. Monologhista eclettico e sensibile, talora fatica a liberarsi dalle sue pregnanti caratterizzazioni e oggi, sceso dal palco, rimane metà Nonno Anselmo e metà Marilyn Manson… Settimana 1

Settimana 12

Settimana 26

Cesare Gallarini: noto come “il Galla”, spazia dal teatro di memoria al cabaret demenziale, dalle favole per bimbi alla manualistica per aspiranti attori, dal cinema comico alla televisione, dal dolce al salato, dal lusco al lambrusco. E’ intimo amico del Piccolo Principe. Settimana 9

Settimana 16

Settimana 31

Katia e Valeria: ovvero: la Goldie Hawn e la Tina Fey della Martesana sono un distillato di comicità in piccole confezioni. Eclettiche interpreti sia del registro comico che drammatico, il quotidiano diventa nelle loro mani creta miracolosa generatrice di risate spontanee, a pieni polmoni. Settimana 21

Settimana 37

Settimana 47

Settimana 24

Settimana 38

Settimana 50

I Macéta: sono Luca e Siro Mantovani, fratelli, autori comici con l’hobby dell’insegnamento alle superiori. Ogni mattina sfornano una “Macéta News”. Dal punto di vista letterario fumano più di Camilleri, sono più belli di Baricco, ma meno arrapati di Moccia. Hanno scritto tutte le battute dal 1° gennaio al 31 dicembre

Laura Magni: veronese, è un perfetto mix di grazia e verve esplosiva. Autrice comica brillante, fine interprete e mimo espressivo, porta da anni con orgoglio il vessillo della comicità femminile in un ambiente da sempre testosteronico. Quando la tenacia premia. Il pubblico in primis. Settimana 3

Settimana 11

Settimana 25

Andrea Midena: milanese, è cabarettista (Zelig Off, Colorado), autore brillante, musicista e compositore. Noto per il suo mitico personaggio Ernesto Fumagalli, frutto della sua malsana passione per le balere anni ’60. Icona della comicità verbale e virtuoso della battuta al vetriolo. Settimana 32

Settimana 43

Settimana 52


I Comici 2010

I Comici 2010

Alberto Patrucco: fa satira, quella vera e dissacrante. Pessimista di natura, “misantropo” per vocazione, i suoi strali arrivano sempre a bersaglio per la strada principale, supportati da una voce profonda, da una gestualità chirurgica e da una studiata mimica facciale. Per ridere sul serio. Settimana 42

Settimana 45

Settimana 49

Max Pisu: sa fare tutto: il cabarettista, l’attore brillante e drammatico, il conduttore, e come se non bastasse è anche una gran brava persona. Un’aspirazione alla perfezione clamorosamente vanificata dalla totale inabilità a fare una sola, singola, fondamentale cosa: il tifoso. Sta veramente troppo gobbo. Settimana 17

Settimana 29

Settimana 46

Enzo Polidoro: 33 anni, attore, ballerino, cantante, mimo, mago, mangiafuoco e focaccine.” Così da almeno dieci anni si autopresenta sui palcoscenici il mimo più logorroico d’Italia. Artista completo e millantatore patentato, in questa sede si conferma il suo amore per i farinacei. Settimana 6

Settimana 15

Settimana 23

Viviana Porro: attrice e autrice comica, imitatrice e cantante. Ha scritto e interpretato tutti i suoi personaggi. Le hanno rubato in auto gli abiti di scena e si aspetta di vedere in giro dei cloni della Signora Pugliese e della Signora Ferrero. Ma diffidate dalle imitazioni se non sono “originali” Porro. Settimana 20

Settimana 35

Settimana 39

Andrea Santonastaso: è attore “poliedrico” (sua la definizione). Le sue plurime esperienze in tv, cinema e radio a poco gli son servite, tuttavia, per conquistare il Lavoro Della Vita, ovvero realizzare tutte le illustrazioni del presente tomo, plasmando con la sua raffinata maestrìa di illustratore colleghi, amici e… nemici. Ha curato le illustrazioni del Comicannuario 2010

Nando Timoteo: è cabarettista foggiano dallo sguardo, dalla voce e dai lazzi inconfondibili. Monologhista dai testi sapidi e dall’approccio “interdetto”, porta avanti un umorismo tradizionale che non fa rima con banale. Il suo ricco palmarès (tra cui il premio Troisi 2004) oggi è sommerso dai pannolini… Settimana 18

Settimana 36

Settimana 44

Steve Vogogna: col suo fare sornione e delicato, è un virtuoso del nonsense. Con la delicatezza di un bambino è capace di avviluppare lo spettatore e il lettore nella calda bambagia della sua comicità soffice e naturale. Noto anche come il George Clooney dei Turbolenti. Settimana 7

Settimana 27

Settimana 40


... e le Altre Sagome

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Carlo Amatetti: alias Sagoma Uno, è l’Editore. Figura irrequieta, ondivaga. Di umore instabile, alterna momenti di generosità a momenti di astiosa cupezza. Penna tanto eclettica quanto pigra, si fa forte del proprio ruolo di vertice per farsi beffe delle consegne. Ama: la comicità. Teme: la bancarotta. Settimana 34

Davide Cerruto: alias Sagoma Tre. Nessuno ha avuto il coraggio di dirgli che non è nero. Sneakers ai piedi e catenone d’oro al collo, usa la penna come un caldo subwoofer. Dopo una dura infanzia in un ghetto sardo, ha rinunciato all’alcol per abbracciare il succo di pompelmo e la fede in sé stesso. Settimana 10

Antonio Galuzzi: nasce, cresce e vive a Mantova dal 1966, evidente segno di un’irrefrenabile curiosità per il resto del mondo. Giornalista, musicista pop progressivo, è autore, tra gli altri, di Braida, Oreglio, Sgrilli, i Papu, Gigi Rock, Minutoli. Settimana 51

Enrico Piazza: alias Sagoma Sette aka la tastiera più veloce di Monza e Brianza. Cuore di umorista in corpo (immane) di deejay, stana le trovate satiriche come un segugio, seguendo il ritmo dell’attualità anche quando spegne il computer e sale in pedana alla console. Settimana 33


Settimana 1 5

Una Sagoma ha diretto Gene Non ho mai assisitito in prima persona

B co erl nv us a co i la lesc ni, nc ent anc i d e, or i a si a ge rifi nz ut 1 G ia. a d en na G i Is tim li è legg io er or rim ere viz e as is de to e s i la il g uc ost re nc cid en ti i… er go am e no er Bil c ic l C he ani lin B to in 2 un n. A Lad Gen a s ve en na ta va vo io gis as le ta so va ca lda nn to iba le.

ai primi vagiti di una casa editrice, ma c’ero per quelli di Sagoma e sarà difficile che me li scordi. Tutto è nato da una telefonata di Sagoma Uno, l’Editore. 20 ottobre 2009, 
ore 11.26 -
garage di casa mia mentre pulisco l’auto.
Squilla il cellulare: “Pubblichiamo l’autobiografia di Gene Wilder. Ti va di andare a New York a intervistarlo?” 15 dicembre 2009,
ore 19.03 -
ristorante Siena, Stamford, Connecticut. 
“And so you are an actor, dear Omar!”

 In queste dieci righe ci sarebbe già tutta la mia avventura di questo fine 2009. Ma si sa: il piacere della prosa porta tutti, poeti esclusi, a lasciarsi andare nel racconto.

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22 novembre 1983 - Alzano Lombardo, provincia di Bergamo, Italia.
Padre e figlio si siedono sul divano per vedere un film assieme. Il figlio sono io, il padre è il mio. Il film? Il Più Grande Amatore del Mondo. Il protagonista è un curiosissimo uomo coi capelli biondi e ricci. Ha grandi occhi azzurri e dopo qualche anno avrei scoperto che si chiama Gene Wilder e che è un genio della commedia. Per quella sera però per me è solo il protagonista di Un Bel Film da Vedere con Papà. In una scena del film questo Grande Amatore seduce una donna semplicemente spalancando i suoi grandi occhi azzurri. La sua espressione è un mix micidiale di furbizia, stupore e consapevolezza del proprio fascino. Decido che il giorno successivo avrei fatto come lui e avrei sedotto la ragazza più carina della scuola. Si chiama Laura Licini, biondi capelli raccolti in una lunga coda, occhi chiari, pallavolista e ovviamente irraggiungibile. Ma non mi perdo d’animo: la mattina seguente, all’intervallo, corro al piano superiore, dove so che l’avrei trovata con le sue amiche, e mi metto dalla parte opposta del corridoio. Mi appoggio al muro e inizio a guardarla con insistenza. Ogni volta che lei guarda verso di me e i nostri sguardi si incrociano io spalanco gli occhi come Il Più Grande Amatore. Vado avanti per otto giorni consecutivi, a tutti gli intervalli e a tutte le sue partite di pallavolo. Al

nono giorno decido di aver “seminato” abbastanza e chiedo a Michela Minotti, in classe con me, di provare a indagare sull’impatto della mia strategia seduttiva. Le chiedo di farlo in maniera discreta. Michela è un guanto di velluto. Va dalla bella Laura e le fa: “Ti piace quello nuovo?” Laura mi guarda da lontano e risponde: “È carino… peccato quel tic agli occhi”. GRAZIE GENE!!! 15 dicembre 2009 - Stamford, Connecticut, USA.
Albergo, camera, doccia, vestiti puliti. Io e l’editore ci troviamo in ascensore e dopo un attimo di silenzio strozziamo un grido in gola: “Geeeeeene!” Mister Gene Wilder è lì nella hall che ci aspetta. Il cuore per un attimo si ferma: il momento in cui il sogno di una vita si realizza è questo. Tutto quello che precede questo momento, il volo, le attese, il jet lag, i suoi film visti tutti in un sorso, tutto si asciuga in quest’attimo quando, stringendoci la mano, io dico: “Mr. Wilder, is a big pleasure”. Lui ricambia con: “Omar, nice to meet you”. Ecco, qui vado vicinissimo a perdere i sensi. Gene Wilder sa il mio nome! Un neurone di questo splendido cervello è momentaneamente occupato a ricordare il mio nome! Cambio di scena: siamo nella cucina di Gene Wilder. Io, Gene e la traduttrice. Attorno cameraman, fotografo di scena, truccatrice, producer e l’editore. Gene mi sprona a intervistarlo senza la traduttrice, perché sostiene che

P Sic ande c l’a om v è tta e d cco , se ell era nza ’Inte all Eto r. a ’o 6 co frutt , pe Gen In r m co pra a, M Mo naio n to ora urin ca fere un tti ho mp nz ma gli Be ion a st las at e am ce ha do ce rice ssa p rà A d a, ne i l l . in o s del nu a ch po izz oto 7 im rt i h s Ge ica ago a a inc nn , s ni nn ron aio pe sti un iz cifi co cia zat o c p ma and er l to ch a o nc : “ ur e an S ea za en rsi de tirò ll’H la 2O ”.

Settimana 1

P div iers en ilvi te o B rà e p rl nip apà usco ot . Si ni e lv a c io 3 G Se hia au en il n m tori nai ipo ar zz o t lo er as e so di “n à i on l Pie mig Be r y” no r P lie lus . nn ier rà con se o sil al i as si c vio pap 4 so hi ; s à m am e si Gen igl e as ch na ie rà so i io se rà a Pie mig ame m llo r S lie rà pli z il rà ce io vio a Ne m si si l lV en ch lvi en te ia o; ez Pie me ue r F rà l a è ed tag antic sta soci e. lia ap to alis to ita inv ta co list en n l a; ta 5 G a f l’h to e alc am il f nna e e bu ast io sp rge foo alm r v d ato ien c e ma on i rte l llo .

Settimana 1


Re x, il te fam de o div sco so en d pas tat i te to o le re p fi cu adre lm 8 G cci d po en oli i d liz na : Z ue ies io op b ch pa ell i, è Ol s e iss an da Ar imi ist Ein . Sv on dh alig . ov ia e t La n l a a po a s d liz ed ia e 9 G bra de en nc lla naio ola Ph ne ilips lb . uio .

io parlo un ottimo inglese e che lui capisce perfettamente quello che gli chiedo. È l’unico momento in cui penso che forse un po’ di Alzheimer il buon Gene può effettivamente averlo. L’intervista raggiunge per me il picco emotivo quando alla domanda: “Vedi nel panorama della comicità mondiale un tuo erede?” Lui sorride e risponde: “Certo… Tu!” Perfetto, spegnete tutto, per quanto mi riguarda l’intervista finisce qui. Ma la giornata ha in serbo per me un ultimo, dolcissimo regalo. Dovendo registrare i tipici saluti televisivi in italiano, chiediamo a Gene di farci il mitico “si-può-fare!” Lui prontamente esegue, ma pronuncia le parole tutte attaccate. Al che lo guardo e gli dico: “Gene, could you separate the words?” Lui: “Oh yes, thank you Omar”. Forse a molti sfugge un dettaglio in tutto questo, ma a me no… io ho diretto Gene Wilder!

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Settimana 2

in onda il 2010

Va ora

Ladies and Gentlemen, per la categoria “Un certain regard” 2010, the winner is… Darryl Johnson! (seguono applausi scroscianti e standing ovation). Lo so, di solito il vincitore viene nominato alla fine di una gara, non all’inizio. Com’è possibile assegnare un premio per l’anno appena iniziato? Chissà quante cose succederanno ancora nel 2010, con gli strani individui che popolano le cronache nostrane: vedi i vari Silvietti, Brunetti, Marini, Maroni, Marrazzi e Marzulli. Staremo a vedere. Per iniziare però voglio premiare proprio questo buon suddito britannico di Sua Maestà, eletto “Marito dell’anno” in un concorso indetto da un quotidiano locale il cui premio consisteva nel pagamento della cerimonia: diecimila sterline. Risultato? Dopo appena tre mesi di matrimonio il consorte ideale è scappato con la sua amante: una foto-

pro In du un ce ’in Em du un me stria bu nth ch co al e da sv 10 30 izze Ge 0 m ro nn Pe r ilio sco aio Ro il s ma uo ni per di to uffi , Lu ing eu cia ca ag ro. le To gio da de ni h al su lla s a c la o f q hi 11 rat uad est Ge ell ra o c nn o m ve he ai ino nga l’in o re: ca no Lit nta tle to To ni.

Settimana 1

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modella diciannovenne! Oh, meraviglioso Darryl! Capitano, mio Capitano! Faro di noi uomini sposati! Dicci come hai fatto, ti prego… dopo soli tre mesi e con una diciannovenne! Pure fotomodella! Macché marito dell’anno, Darryl Johnson: marito del secolo! Ma ecco che subito qualcuno arriva a rovinarci la festa: i soliti immigrati. Tu sei lì tranquillo che festeggi il marito inglese che si fa portabandiera delle tradizioni “figocentriche” italiane, che subito la televisione, con la sua arroganza, si intromette parlando di immigrazione. A Rosarno, in Calabria, stanno devastando tutto solo perché un libero cittadino, autoctono e quindi in sacrosanto diritto di cacciare il nero invasore, ha pensato di prendere a fucilate un immigrato che stava allegramente orinando davanti alla porta di casa sua. Che bell’esempio di grandezza della civiltà occidentale, che meraviglia! Se un cane fa la cacca gliela raccogliamo in un sacchetto, se un immigrato fa la pipì gli spariamo addosso. Abbiamo forse saltato qualche passaggio nell’evoluzione della specie? Mah. Meno male che il nostro ministro degli Interni, il buon Maroni, si è subito schierato a favore degli immigrati annunciando: “Basta con questo razzismo! D’ora in poi al primo accenno di coro contro Balotelli le partite dovranno essere interrotte!” Ah beh, adesso sì che gli immigrati non avranno più di che lamentarsi. Immigrazie, Ministro! Si lamentano invece i dipendenti

Mediaset, primo storico sciopero nell’azienda del Biscione: i truccatori e i sarti hanno deciso di incrociare le braccia e protestare. Mioddìo, il rischio è che in questi giorni potremmo vedere Emilio Fede nudo e senza trucco! Lo riconosceremo o penseremo di guardare un documentario sulle prugne secche? Che sia per tutti un buon 2010 nudo e senza trucchi!

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far Pe e u r la me no s Cas zza qui saz no llo ion tte all e, è a p 14 rea reat ropr Gen to, o, m ia e na do en x d io po tre op far mez non o si za è Pe un no rl a s tte a il c se qu , alc co illo iat nda . ore v olt Co F la a nti nu p chi 15 a l os è s Ge a s itiv tat nn ua o a o t aio str lla rov isc co ato Sc ia ca ien ne ina zia ga . t tiv so i lo a. ste nd ng ine o Se so no si 1 ne lo u che 6 G pa n’im il enn rle m pu ai rà a nto o al gin G pro az è ssi ion mo e. G8 .

Settimana 2

Gr az ie am al m Ecc mi n o p is Br inist tr u r de erch azio nett o 1 lla é v ne a n 2 G Co uo c’è ell en sti l c m a p na tuz am u u io ion bia sica bbl e c re nu ica on l’ar ov l’A tico a. rti lo co 1 la D lo o To p 31 s o c di an Ro . Fo a o m ap rmu rga a, a p su arse la 1 nizz nche i m l a erà uri e p Fire un 13 a i rim nze Gr Gen nn e e , d an na eg nt ov P io gia us e rem re iast già io all ich so a f e no ed scr era itt z e W ione la : Fia !

Settimana 2

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haiti matters? why

Dunque, ricapitoliamo.

Il c en tro de st pe Bru ra c a r c’è ché nett ndid bis in u a a erà og na sin 1 no ci da 8 G di ttà co en un co di na po sì im Ven io liti p ez co ort ia di an sta te tur a.

Le p h co an oste nl n f a f o p ran o c no to d rodo esi n s i Z tto 17 erv ida un G e ne f en be la c . Pe ranc naio n a oll r a ob sse a, m tta ollo sta a cca to un rlo su col lla po tes ta.

La nostra classe politica si infervora su un tema di estrema urgenza per il popolo italiano: la dedica di una strada alla memoria di Bettino Craxi. A dieci anni dalla sua morte, la questione rimane aperta: bisogna lasciare o meno il punto esclamativo su Craxi? Nel frattempo a Bari, ai controlli di frontiera, un ragazzino afghano di quindici anni viene ritrovato, vivo, rinchiuso in una valigia dove si era nascosto per passare il confine. Fermato, ora rischia il rimpatrio: la valigia non rispettava le misure del bagaglio a mano. Nuovo anno, nuovo inverno: e metà Parlamento ha lasciato gli sci in cantina… per passare alle ciaspole! Segno di una crisi che non risparmia nessuno? O di un inaspettato understatement dell’homo politicus nostranus? Daniela Santanchè fuga ogni dubbio: “La ciaspola è come il potere: logora

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Settimana 3

chi non ce l’ha”. Potremmo soffermarci a commentare questi highlight della seconda settimana del 2010, ma sono a pranzo a casa della nonna Pina e la TV è accesa sulla Prova del Cuoco che vede all’opera una nuova conduttrice, l’erede di Antonellina Clerici, che alla nonna Pina piaceva molto. Questo potrebbe benissimo essere il nostro highlight del giorno, se non fosse che l’erede di Antonellina deve lasciare la linea a... TG1 delle ore 13.30: Haiti La nonna Pina: “Poareti, come i xe messi. Ma fa caldo là?” “Sì, penso di sì nonna, siamo ai Caraibi…” La nonna sospira e continua ad armeggiare con le pentole. Le voci del Tg1 scivolano in sottofondo, le immagini della catastrofe invece sono in primo piano. La visione di questa nuova tragedia si sovrappone a quella del “nostro” Abruzzo, anche se un po’ sfocate rispetto a queste ultime, di qualità più bassa. Come le case haitiane, spazzate via come castelli di carta dopo una folata di vento. Sono così veritiere queste immagini che mi sembra di guardare un film. Cerco di rintracciare nella mia memoria qualche notizia su Haiti, Haiti, Haiti… eppure mi suona bene, no? Mare caraibico, sole, piantagioni di caffè… ma perché ne so così poco su Haiti?

Do ca po a vu se ve ole in r c co me om mp zza pra to r de are u Italia 19 ve na , B G co an er enn lm c lus a are he co io qu a Ve ni n es ne e ta zi lag a: Ne un i a. de rig ll’a ua lle rd è a il ti nato i 2 fav foso re C 0 Ge ore ju iro nn de ven Fer aio l p tin rar roc o A a, B es lfa so no sin rune bre da tta c ve pri o a , can . mo Ve di d n pu ez ato nto ia, 2 de ha a 1 G eli l su nnu enn mi o p nc aio na ro iat re gra o l’a m il cq m ua a: alt a.

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L’e Br x att ele asi ac zio le R can ni om te po a de all litic rio s l 22 ’al he i c a d . S an Gen es e e did na tra le er io de tto, à a eli L l P sie lle mi a G arl de na e am rà re lm en gli ini to. Al inse vuo l lor gn e o p an 23 os ti d Ge to i g nn un sarà eog aio na im rafi vig pie a. ato ga Vis re to t GP Juv rova to ch S. e, un e n il s nu on uo ind ov si mo ac o a 2 Fia ato llen 4 Ge t: chi ato nn un ed re ai od e p o c e di ei ca he s r la Te ss ia rm in un ini teg Im rat ere i se .

Coordinate Wikipedia: Haiti è una nazione dell’America situata nel mar dei Caraibi, copre la parte occidentale dell’isola di Hispaniola. Un tempo colonia francese, è stata una delle prime nazioni delle Americhe a dichiarare la propria indipendenza. Haiti è il paese più povero delle Americhe e ha sempre vissuto con un pesante debito estero che supera i 1300 milioni di dollari. Ma Obama scende in campo, l’America c’è, con i suoi diecimila soldati in arrivo per garantire assistenza e ordine pubblico. Presidente, speriamo ci sia anche qualche medico tra quei soldati! Obama vuole dare un segnale forte per far comprendere all’opinione pubblica mondiale come sia finita l’epoca dell’America di George W. Bush. E lo fa, nominando George W. Bush a capo della raccolta fondi. La nonna Pina: “Ma le haitiane son quelle che ballano con le corone di fiori al collo?” “No, nonna: quelle sono le hawaiane. Haiti è poco più a sud degli Stati Uniti. Ti ricordi dove c’è stato l’uragano Jeanne nel 2004?” Speriamo che Bush se la cavi meglio in questa occasione. Da Facebook continuano ad arrivare richieste di aiuto e appelli di ogni genere, come quello di utilizzare le navi da crociera per ospitare feriti e sfollati: per gli haitiani cure, riparo e, ma sì, anche qualche buon posto di lavoro al pianobar. Han tutte le fortune questi haitiani…

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Guido vs Hillary Proverò a essere divertente,

ma il compito è arduo. Ad Haiti ci sono più di 150.000 morti. Come fare? Evitare di parlar- ne è la cosa più indicata, silenzio e solidarietà, e ognuno agisca come meglio crede per aiutare gli haitiani. È che poi leggo i giornali e vedo che i comportamenti di certe persone non ti permettono proprio di evitare di parlarne. Al primo posto il buon (la buona?) Malgioglio che sulla TV di Stato (sì, ma che stato?) se ne esce dicendo che lui è stato più volte a “Tahiti”, addirittura sull’isola di Marlon Brando! Ecco, direi che potrebbe bastare così, per proseguire dovrei elencare una serie di offese e improperi, ma i più indicati credo che non esistano ancora. Come recuperare una figura così meschina? Laddove c’è una tragedia, laddove il destino inesorabile si è scagliato contro l’impotente umanità, non può mancare il Supere-

si Il sin è d da Im ime co d me sso i B dia a olo ta cau gna è g sa iun di 25 G ta un en la sex na so y- io Br lid ga ad ari te ad Jo Pi B ill età . ott lie tt e Cli di ato ha A nto tan nno nge n. l ti div ina ba o mb rzi 26 ini ato Ge ora . Do nna ad po io o a du tter ver e a an vv no oc ati .

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roe Brizzolato, l’Uomo delle emergenze per antonomasia: Supeeeeer Beeeeeertolasooo! Dall’Italico Stivale, dove anche le vibrazioni della metropolitana fanno crollare le case fatte con pezzi di torta Sbrisolona, Bert parte con il mantello blu della Protezione Civile sulle spalle, e la benedizione di Silvio Supermegaloman sulla fronte, per atterrare sulla martoriata isola. Tutti finalmente si sentono sollevati e speranzosi. Bene! Bravo! Bis! E il buon Bertolaso che fa? Non appena atterra pensa bene di sparare merda sull’organizzazione dei soccorsi degli altri stati e soprattutto sugli “amici” americani, dicendo che ci sono troppi militari e che sembra che lo facciano più per lo spettacolo che altro. E bravo Bert! Forse sei stato troppo a contatto con Silvietto, ma sei riuscito addirittura a far intervenire Hillary Clinton, nonché segretario di Stato americano, che non era così incazzata da quando ha beccato il marito Bill che giocava alla prova del palloncino con la Lewinsky. Hillary ha definito le parole del capo della Protezione Civile una “polemica da dopo partita”. E adesso chi va a recuperare Bertolaso da sotto le macerie? Chiudiamo con qualcosa di leggero. Parliamo di Corona? NO! Non se lo merita, a meno che non si tatui la mia faccia sul corpo, non parlo di lui. Allora parliamo di qualcosa che mi ha molto divertito. Il derby! Spero che l’editore non sia milanista o queste saranno le mie ultime

righe scritte qui sopra. Che faccia aveva Bugs Bunny Ronaldinho quando gli hanno parato il rigore? Materazzi a fine partita ha indossato una maschera carnevalesca di Berlusconi. Il premier, sentitosi telefonicamente con il difensore nerazzurro, ha capito che si è trattato solo di una goliardata, ma gli ha chiesto indietro la maschera. Altrimenti, perduta anche qui la faccia, non può più presentarsi in pubblico, soprattutto di fianco a Bertolaso.

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Pa ma re c ng he ia la Ecc sse Tha o p 28 tch erc uov er hé a a 29 ve lla Gen niv se n a c ttim aio Mu tu ‘La hiam ana a c po dy at . s a La us itiv di a la no a d o a Fe rro tiz i u l d ia na op ’. è s p in tat ast g aff a igl 30 ran dat ia G to a d dim enn Gia all ag aio mp a R ran Il D ier AI d te. Sd oG a e Se lla ale un cco Juv az , e zi. un si , A è bra p le s r c e s am “ cio i sen io 3 ich Con nge tato 1 G ev Fe ssa in en olm rra to r na en ra c dic itiro io te, i s hia co co iam ra n pa n un o la ndo: cca a sc su sem iati lla p sp lice all a” .

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Be rto Be las rlu o m sc ini oni v str uo si o. N le pre ell 27 ve a m Ge de ag nn Pe un gio aio rl ter ran aF rem za iat l’e oto s . de pe r llo ie n sta za bil i 28 è o men Ge rm to i nna ai n S io al ici Te lia rm ini .

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Settimana 5

L’ennesima nevicata di quest’inverno

Ta rta do glia mi ag cil li iar ar i r Be . Ma esti rlu lg sc rad 1 Fe un oni s o l’a bbr gra i è tte aio n p dim nta ez os to, zo tra Du to Do om p R o o. an iccò il c ch è icli e s di la stat ta fat fid a t 2 ti” anz rov Feb . S at ata br e a: p ai lo vorr una osit o far ann “c iva an o op no un pia in fig pro lio ve , tta .

mi sorprende in macchina, sulla perigliosa tratta Monza-Milano. Mi convinco che l’Inverno, nel Suo altruismo, ce ne stia facendo dono solo per preservarci dall’azione nociva di alcuni microorganismi che le polveri sottili diffondono nell’atmosfera lombarda. Anche perché i livelli di guardia sono secondi solo a Linfen, in Cina, la città che ha il triste primato di essere il luogo più inquinato al mondo, insieme al cavo orale di Camilleri. Il traffico e la noia mi stanno avvelenando i pensieri e ragiono sul fatto che, forse, se avessi fatto l’altra strada avrei avuto sorte migliore. Ma ormai è troppo tardi e non ho una seconda possibilità, ho fatto una scelta sbagliata e ne pago il fio. In qualche modo questo pensiero si allarga a macchia d’olio, per altro imbrattando di immaginazione i sedili dell’auto. È questo che

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No di Ca rla pe San Brun r g rem i a li i o. ta C 4 no lian arlà Feb n c i m no bra an en n io ta tre can pe B ta r i att fra isti nc es i.

possibilità

ci manca, penso: disporre di una seconda possibilità di fronte a certe scelte. La storia di molti avvenimenti sarebbe oggi diversa: forse, per dirne una, Roberto Baggio quel rigore, ritirandolo, lo avrebbe calciato sotto la traversa anziché sopra. Forse il colonnello Stauffenberg avrebbe preparato con un pelo più di cura l’operazione Valchiria e, morto Hitler, non staremmo qui a ricordarcelo di anno in anno. Infine Lapo Elkann, a pensarci bene bene, non avrebbe ritenuto appropriato usare una Ferrari gialla per andare a trans a Milano (come sostiene Corona) ma magari un KMW Grizzly fucsia, solido corazzato in uso al reggimento Lagunari “Serenissima”. Perché ci vuole comunque del talento per farsi prendere per il culo. Se una persona potesse fare una brutta degli episodi importanti della propria vita e poi copiarne la bella, sarebbe una persona migliore? Otterrebbe il compendio di tutte le scelte migliori o sarebbe solo un individuo perso e confuso nelle sue altre e infinite possibilità? Se questo dono non ci venisse concesso, speriamo almeno che si possa patteggiare un’alternativa: l’alter ego. Un facente funzioni incaricato del lavoro sporco, che vada in missione per conto nostro, che svolga i compiti più impegnativi e che trovi (lui) le parole per poter uscire dignitosamente da situazioni imbarazzanti. Sono convinto che il doppione di qualche celebre personaggio già esista e viva tra noi, perché a ben

Fio Cass ren an tin o n a. on Di va vio al la la c’è 3 so Feb lo br De aio lN eri .

Una seconda

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Be rlu sco ni Pa in Is les ra tin ele ah e av 5 isi Fe b t ca ato brai ri i lu o di o Mi fam gh l a le no igl i po . In ia. lve a ri: um Ma en rad to cit ona 6 F tad h eb ina a ch bra nz ie io In a o sto Ing no la hil rar ter ia. r as La sq c arà ua hi m sa dra gioc ulta pe di he to re ca rà se lcio co 7 F pu d n g eb ò f el li bra ar Liv aqu io gio erp ilo ca oo ni. re l v Aq uo uil l an i.

guardare qualche indizio è pure troppo evidente. Non avete notato che il Silvio Berlusconi recatosi al S. Raffaele per le visite mediche era ben diverso da quello che siamo abituati a vedere? Solitamente ha un’acconciatura rizollata di fresco, tipo S. Siro prima di un incontro di Champions, mentre in quell’uscita sembrava avesse in testa un monumento al ginocchio. È lampante che si tratti di una contraffazione, di una copia arruolata al posto del lìder autentico, perché si sa: se Berlusconi non va in Duomo, il Duomo va da Berlusconi. E allora è meglio premunirsi. Ma se poi la controfigura iniziasse a fare scelte autonome, diverse da quelle prestabilite e non avesse solo una possibilità, ma almeno due? Queste aumenterebbero in maniera esponenziale e saremmo ricoperti da milioni di alternative e forse questo rischierebbe di toglierci l’istinto, l’impulso naturale. È buffo riflettere sul fatto che non appena si decida di gironzolare nei propri pensieri per Milano in una fredda nottata invernale, si incappi ugualmente nel traffico. Di concetti e di immagini. Ma tutto questo, che sia fisico o mentale, è racchiuso in un pensiero semplice e al contempo profondo, trasmesso col canto dal Maestro De André: “…per la stessa ragione del viaggio: viaggiare”.

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Vengo dopo il Tiggì Confessioni a reti unificate, calciatori inutili e film tridimensionali. Tra un cambio di pannolino della piccola neonata e un gioco di fantasia con mio figlio di tre anni - che mi fa combattere contro dinosauri nani e fantasmi con la coda - provo a informarmi con sprazzi di tiggì. Tralascio le cronache dal Parlamento perché in politica fatico seriamente a orientarmi: non ho ancora capito dove sia la destra e dove la sinistra - anche perché sono ambidestro. Appena accendo la TV, la prima notizia che mi colpisce al cuore è la confessione di Morgan: il mitico cantante-giudice di X Factor confessa di usare droghe come antidepressivi, dando quindi il buon esempio alle nuove generazioni di cantanti, che vedendo il suo stato fisico e mentale sicuramente non ne faranno uso. Chissà se a Sanremo lo vedremo? E in che veste? Maga-

Do po il fia mu mm rat a d ore, i L l’u iz ltim Tay a lor In è u 8 Fe Ita lia n s bbr è s la ald aio ali dis ato ta oc re. c d u all el pa en 10 zi ato % on ri no e as no 9 su st Fe nti an bb da te t rai lla ut o Juv ti g en li tus .

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a non decollare, sia per quanto riguarda le storie raccontate, sia per quanto riguarda gli interpreti. Le uniche candidature arrivano invece dai mestieri dietro le quinte: tecnici e artigiani dimostrano comunque che siamo un popolo talentuoso. Il duo Signoretti-Sodano è entrato nella cinquina per il miglior trucco. Sarà che l’oggetto della loro arte è stato Andreotti nel film Il Divo, ma la candidatura mi è sembrata “truccata”. Infine chiudiamo con la conferenza stampa dell’onorevole Mariastella Gelmini. Insieme al presidente Berlusconi, la ministra della Pubblica Istruzione ha presentato i programmi di studio della nuova scuola superiore. In particolare l’istituzione del liceo musicale avrà il compito di formare i giovani studiosi del mondo musicale. Gli allievi avranno l’obbligo di studiare le canzoni del famoso duo Berlusconi-Apicella! Ahahah! Questa è una battuta, ovviamente non del sottoscritto ma uscita dalla bocca del nostro premier. Buon carnevale! E ora vado a cambiare il pannolino.

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Be rlu s pro coni va vu ch rci c ole ies on an to V co il l ero ra eg ni 13 itt ca; Fe im le b o i i, bra mp pe io ed rò, im ha en to.

ri in veste di fiorista fuori dall’Ariston a vendere “papaveri”. Grazie Morgan, continua così. L’altra notizia bomba riguarda il calcio mercato appena concluso e la reazione del patron del Milan. Adriano Gallani ha portato via ai cugini interisti il talentuoso brasiliano Amantino Mancini e Silvio lo ha battezzato così: “È un acquisto inutile”. Forse perché Mancini è un nome di sinistra? Ora, da milanista, mi viene da fare una riflessione: ma questi due si parlano? O ci pigliano per il… naso? Comunque, grazie al colpo di coda (d’asino?) di Zio Fester abbiamo portato a casa uno che per due anni si è limitato a limarsi le unghie dei piedi in panchina, solo perché lo ‘Special One’ non poteva sentire nominare il suo cognome. Ci siamo aggiudicati un altro brasiliano che al Milan avrà il compito di sostituire Ronaldinho, quando il dentone rientrerà tardi dalle sue notti brave. O, meglio ancora, lo sostituirà in discoteca quando Dinho avrà la “doppia” (i colleghi mi capiranno). Il cinema ha detto la sua nelle assegnazioni delle nomination agli Oscar: gli ex coniugi Cameron hanno fatto man bassa, con il kolossal Avatar (James Cameron) e The Hurt Locker (Kathryne Bigelow). I due hanno dimostrato che separarsi può giovare alle coppie in crisi: anche se da Cameron ce lo aspettavamo, dopo la “catastrofe” del Titanic poteva solo andare meglio. E intanto il cinema italiano continua

Sc a di nda bu lo f m de ala a ozz l c nn ar on a ell so cqu e rzi at 12 o fi e. F na Il p ebb lm re rai è l en sid o a s te en oli pre te ta ci bu sa: fal a.. .

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Ve nd u il m to a o ll’ C zzi ast Pa hurc cone a 10 rec hil d ch l pe i u Febb Sc i s r n s ra op old 45 ig io le ert i a 00 aro Fe o i nd st d Ne rrar l m ati erl i lla i l’ oti in ine. a v ce nn o fum ntr o pe o. ali sco r c na rs ui sco elet o an 11 F pe tro dav ebb rto nic an ra ch a c’ o m io e f era a ac u le. ev n a M filo as sa .

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Brunetta,

maschera

perfetta

Fa bio a J Cap e so ohn llo sti Te ha tue rry to nd la lto ola fa 1 co scia 4 Fe Il G n u di bb na ca raio o a p ver gia pita n un o rre no v t tti , tot i pe ara era ali r i la . l’It zza mm pa ali to ig ten a, 30 ra te ma p ti. 1 no unti Qua 5 Fe n i do nd bb n a vr o a ra uto ann vra io : in o l nn A Sa go ascia o nre mm re mo on ac è e. co l p mp ’in re ag ter vist na ve o to nt 1 ch da o di 6 Feb e g M Bi b li d oni ll C raio c “In edi a Le linto Gin cher win n, oc à il sky ch br io an da o Te ”.

È stata una settimana densa di avvenimenti cruciali per il destino del globo terracqueo. Innanzitutto sono andato al cinema con i miei soci, i Turbolenti. A qualcuno, così di primo acchito, potrebbe sembrare cosa da poco, ma per rendervi conto della rilevanza dell’avvenimento basti pensare che l’ultimo film visto assieme è stato Eccezzzziunale Veramente Capitolo Secondo… Me e correva l’anno duemilaesei (e ci eravamo andati solo perché facevamo parte del cast). Ma torniamo a bomba. L’allegra compagnia era formata dai Turbo, dal mitico Simon, meglio noto come ‘Simonpedia, l’enciclopedia umana’, che in futuro soppianterà Wikipedia ma che nel frattempo è ancora il nostro fonico. Completa il gruppo Luciano Federico, noto rappresentante di parrucche e prodotti per parrucchieri che nel tempo libero è il nostro autore. Il

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film scelto per radunarci nuovamente sotto il grande schermo è Avatar, il capolavoro in 3D di James Cameron. Esperienza interessante, quella del 3D: infatti, dopo aver indossato gli occhiali, vengo colto da alcuni minuti di nausea da mare forza nove. I sintomi fortunatamente scompaiono presto e ci gustiamo il pluripremiato film dell’anno. La storia è semplice: una superpotenza di umani invade un pianeta popolato da uomini blu che vivono felicemente a contatto con la natura per rubargli le loro preziosissime materie prime; la battaglia infuria e alla fine i deboli, idealisti, eco-solidali uomini blu respingono, a suon di frecce, gli umani invasori armati fino ai denti che anche Schwarzenegger in Commando sembra un pacifista. Sarà per questo che si parla di film di fantascienza? Quando il film finisce usciamo dal cinema tutto sommato soddisfatti, ma desiderosi di respirare nuovamente un po’ di sano (e inquinato) realismo meneghino. Subito ci passano accanto due Winx, e ci salutano festosi tre Gormiti. Zorro, più in là, sta facendo la festa a Topolino, mentre infuria una battaglia tra cowboy e indiani. All’unisono guardiamo tutti i nostri bicchieroni di Coca, ormai certi che anche la bibita gassata sia stata tagliata con roba troppo forte. Ma poi notiamo un mondo di coriandoli colorati, stelle filanti, vestiti, carri allegorici. Diamine, è Carnevale! Il sollievo si accompagna a un fiume di ricordi. Mi è sempre

Ve l po tron Juv liti i la en ca sce tus sol re . F o p bbe a s erra er la la ed ra s p 17 ere i è res Fe su de iden bbra lla tto za io pa di de Le nc spo lla o hin n fa na a d ibile il t rdo uri D el st i PD . lo a a Capr sca ric Po io o m mb no p 18 ian sce ei Fe o p . F ma bbr er ors ne aio un e p ssu Pe com erch no pp p é ino ae lo Di sano Ca : pri o.

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Controcorrente Avatar,

il capolavoro di James Cameron: beh, parliamone. Mio nonno diceva che ogni tanto per variare il punto di vista bisogna “pisà cuntra ‘l vent”, cioè fare il bastian contrario. Lo faccio io che di cinema me ne intendo: una volta ho parlato con Pupi Avati e ho due foto di Ridley Scott. Tutti l’hanno visto o ne hanno sentito parlare, tutti entusiasti, anche mia zia Delfinamaria, ottantenne di Piacenza: “L’ha spendut un sacc’ ma l’è propi un bel films” (traduzione: ha investito molte risorse ma la pellicola è di pregevole fattura). Insomma, Cameron è un genio. Ha addirittura realizzato i bozzetti di alcuni degli animali del pianeta Pandora. Il primo dubbio viene a mia zia, che sulle creature ha da dire la sua: “Quel caval gà quater zamp in sul davant, l’è minga pusibil” (la creatura simile all’equino possiede quattro arti anteriori, lo ritengo poco

Be tte no ga i n i t im nvita ifo pi M si cci o ju ar ur a n ven si d inho on tini ella a im ha Juv 21 pic nn e. Fe cia o in M bb rse vi our raio ne tato inh ne Be o e Te mm tt lec en ega o tut m, ol ui. to: Tro In n c “M ch hie e ce a tt st llu qu i P a lar al ro 22 e c i in ve Fe ad ter ra s bb e s ce m rai em ttaz ent o pre ion isce la i,se lin al ea ...”

Be rto de laso nu c n o sì cia invo ch di lto e l sc i ui an n u co da na n li, civ le do anch 19 Fe ile nn e b e c e l ses brai Do o on f sua o po la a in li. l’e pro m E r r Ge ore tez od no d ion o a, i Ju e.. il p il W ve . im or W ntu pe tie F h sgn re a o n Gi vo 20 F ell gi B luto ebb a t uf p ra ute fon rem io la pe ia de r i re lla l s pa uo pe ra.

piaciuto il Carnevale, soprattutto le maschere storiche della commedia dell’arte: il colorato Arlecchino, il dottor Balanzone, Brighella, Pantalone, Pulcinella e compagnia bella. Ma la mia passione è da sempre una maschera, simpaticissima ma poco conosciuta: quella del Brunettino, un nanetto, con un corpo piccolissimo e un grosso faccione sempre paonazzo. Il Brunettino è incaricato dal suo padrone, un famoso cavaliere dongiovanni, di sorvegliare tutti i suoi dipendenti, perché lui spesso non ci riesce visti i tanti incontri galanti in agenda. Il Brunettino riesce benissimo nel suo compito perché grazie alla sua statura si nasconde ovunque e riesce a spiare tutti. E se ne vede qualcuno fermarsi un attimo, arriva con un forcone più grosso di lui e via a pungerli nel sedere per poi rotolarsi dal ridere! La svolta avviene quando il Brunettino, a sua volta, all’insaputa del suo padrone, si propone per diventare gran ciambellano del Gran Ducato delle Venezie. Ma come farà la nostra maschera, così severa con gli altri, a svolgere bene entrambi i lavori? La commedia dell’arte non ci svelerà questo mistero, ma speriamo arrivi ben presto qualcuno a pungere il suo, di sederino.

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plausibile). Ha ragione. Del resto faceva la macellaia: va bene alieno, va bene diverso, ma a tutto c’è un limite! In natura (anche quella aliena) tutto ha un motivo, evoluzionistico e biologico. Senza esagerare con la biomeccanica, ogni arto anteriore ha bisogno di una spalla, quindi clavicola e scapola. La seconda zampa anteriore di quel coso dove ce l’ha? E se si muove contemporaneamente alla gemella per non sbattere, perché avere il doppione solo davanti e non dietro? Le incongruenze, a voler ben guardare sono molte. Ad esempio: la dottoressa (Sigourney Weaver, immortale protagonista di Alien) è un’ambientalista radicale, ama le piante più degli umani, ha un quoziente intellettivo che Einstein è uno che gioca col lego e intanto fuma come un’ossessa, in ambienti chiusi e sigillati perché l’atmosfera del pianeta è irrespirabile per gli umani. Allora, scusa, facciamola radicale davvero e diciamo che si fa le canne con la canapa di Pandora, che è buonissima. Discutibile è anche l’utilizzo dei macchinari per il controllo degli avatar nella zona “in mezzo al flusso”, cioè un luogo del pianeta dove le trasmissioni radio e gli strumenti elettronici vanno in tilt. Se si pensa che il collegamento uomo-avatar è wireless, ci sono tutte le premesse per una tragedia: tralasciando i problemi che la configurazione dell’ADSL crea a chiunque, figurati un coso che ti collega telepaticamente con una creatura a chilo-

metri di distanza. Pensa se ci fosse anche un mezzo secondo di ritardo nella trasmissione: la bella aliena (perché bella è bella: alta, magra, culo sodo e codino che neanche i costumini di Playboy, e soprattutto due sole braccia, che se litighi altrimenti son fastidi) si avvicina all’avatar umano per baciarlo, ma lui sta ancora facendo cucchiaio con la mano per controllarsi l’alito e la colpisce sotto il mento con la manona blu, incidente diplomatico e fine di un amore. Figuriamoci i riflessi: guidare un pipistrellone rosa, collegato anche lui ma via cavo. Magari non è compatibile col software dell’hardware umano. Oppure mentre fai una picchiata giù dal dirupo ti senti nelle orecchie: “Aggiornamento disponibile, inserire il numero seriale e premere invio”. E il cattivo? Il comandante in capo di tutti i marines? Perché comanda tutto lui. Direttamente. Non un tenente, un capitano o un sergente nei paraggi. C’è solo lui, ebbro di potere, in piedi sulla navetta con la tazza del caffè in mano, in barba alla 626 sulla sicurezza. E se c’è un vuoto d’aria? Metti che il caffè gli cada sul pilota, che invece è blindato con la cintura da rally ai comandi. In quel caso vien giù tutto e addio comandante cattivo. Che cattivo poi va bene, ma quello lì è proprio antipatico. Si vede che ci gode a fare la guerra. Che poi son capaci tutti con i missili contro gli omini blu e le frecce. Allora nuclearizza il pianeta e tira fuori l’unobtanium con le

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Pe ra v de er fa lle tto sq ma il g ua ne e sco lific tte, sto nta ato Mo 26 re pe uri Feb ag r tr nh bra li a e g o è io En rre ior st ne sti na ato di sim do te, Me o mi da xe furt cil s, o iar do ne i. l p l ha o c a v rub he illa ato anc 27 il p he B Feb os ur bra to dis io da so tit gli ola re.

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A sm rre alt stat ag ivan i pe ric o rc oli m hé cre . Vo edic 23 sci lev ina Fe ta an li n bbr de o a ei aio l g um ca ran en m o c ta pi Ma ol re l piz fia Via a zin . R gra “c i d itr om i T ov . a o pra tò ti i de re p Riin 24 ter an a. Fe es sivo e, la C’era bbra plo pi tte s io siv att , s crit o C i, k iga to: Un 4, ala rett pa de shn e, rla ton ik è s me ato ov, tat nta ri.. o t re .” rov an ato on L’a po imo nn sit o p ivo 25 F ros al ebb r s la an imo coc aio da n ai re on na a S po . an trà rem o.

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D rug uran inv by f te u as em na o i m pa far l cam inile rtita si p , u d toc o. n i 2 ca Evi uom 8 F re de o eb il p nt n br On ac em udi aio da ch en sta ett te h d Pe i g o d vo a r r e be qu gg i m lev rrà es io isc a l’a t’an ne hia cq no l P . ua U o. de mb 29 l fi er Fe um to bb e n Bo rai ell ssi o ’am no po n lla .

ruspe, scusa. E poi il metallo si chiama strano. Dai, sembra un nome metà latino e metà romano che vuole dire chiaramente “inottenibile”, “nun lo poi avé”. Si capisce da subito, e infatti a Roma il film è andato così così, non c’era la suspance. Però Cameron è un genio. Sicuramente l’idea è geniale: un umano paraplegico che si collega telepaticamente a una creatura creata apposta per lui, tutta blu, per sopravvivere su un pianeta ostile all’uomo, e poi preferisce restare nell’avatar. Bellissimo! Come si fa a pensarci? Provate intanto a leggere il racconto “Call Me Joe” di Paul Anderson. Scritto nel 1957.

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Cara mamma Carissima mamma, ti scrivo, visto che non l’ho mai fatto da quando sono partito. Sarebbe meglio dire scappato, perché da noi, come sai, non c’è lavoro e chi comanda ci sfrutta e basta. Inoltre, proprio vicino a dove avevo casa (ti ricordi mamma la mia casa anonima? Chissà chi me l’ha spedita) c’era il rischio che crollasse tutto. Forse a causa delle grandi piogge di questi anni. Forse perché siamo poveri e le case per i poveri sono povere e costruite in economia. Come sta mio fratello? Si droga sempre con le spezie? Almeno si fa meno male, ed è un viaggio aromatizzato. Consigliagli di usare la cannella. E mia sorella gioca sempre con le sue amichette a prendersi? Cosa si è presa ultimamente: la rosolia, il vaiolo, il tetano? Sono contento di essere partito in cerca di un lavoro e di un po’ di fortuna. Per ora sono stato fortu-

èi I nr lm ipr er es cat a, o qu de ba s ello ll’au t rca a d to è i sgo ella n a nfi m lto and ong 1 Ma bic mar o, qu olfie rzo icl e e el ra ett q lo si a s ue de eg llo lla ue de a r lla uo ta.

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grande città dove vivo, alcune ragazze molto belle hanno sfilato con addosso degli strani stracci colorati e pieni di strappi e borchie. Dicono che sarà la moda del futuro. Ti farà piacere sapere che anch’io indosso dei vestiti del futuro. Forse avrai saputo che proprio questa settimana hanno ancora accusato il gran capo di essere un corruttore (ha corrotto un inglese, con il nome di uno yogurt). Ma lui, il gran capo, ha detto che se ne frega: tanto, dice, va in prescrizione. Non so dove sia questa Prescrizione, ma deve essere una città davvero molto frequentata. Molti miei amici vorrebbero andarci, ma ho saputo una cosa stranissima: ti fanno entrare solo se accompagnato da un bravo avvocato. Non è stranissimo? Per me invece, cara mamma, il gran capo è una brava persona, sempre elegante, con i capelli in ordine e sempre sorridente. Forse troppo sorridente. Esageratamente sorridente. Poverino, forse ha una paresi. Sai cara mamma, proprio oggi ci hanno proposto di fare uno sciopero. Per non essere sfruttati o additati come delinquenti sporchi e cattivi. Il grande capo parla di sicurezza. Ti ricordi che anche papà era fissato con la sicurezza? Per combattere la delinquenza ci perquisiva tutti quando rientravamo a casa. E ti ricordi mamma quella volta che ha installato un allarme collegato alla polizia? I ladri hanno rubato da noi, poi hanno seguito il filo e hanno rubato anche dalla polizia! Come lavoro adesso

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Do p le o a ma ve ne r m a U tte, ostr d M at era ines ouri o la e-In nho 4 su te ha Ma a o r d a rz Ch ec ra all ssi o k-u e m a t stit Ob p pe ez ribu o za na am r i d’a : di a. l pr ria fum Pe esi . r d are i m en te e , rit be dic ira re i d rsi , m ev 5 da et e s Mar Af ters me zo gh i tt an a d ere ist ie an ta eI e raq .

nato… non ho trovato lavoro. Però ho visto alla televisione del bar che nella grande città dove vivo si sta meglio e non ci sono frane, solo nebbia. Il viaggio per arrivare nella grande città è stato un po’ movimentato: ho viaggiato su una barca, poi a piedi, poi su un camion e infine in treno. Si tratta di treni sempre affollati: di cimici, scarafaggi e zecche. E si fermano un sacco di volte. Per lo più per far passare quelli veloci, quelli belli. Almeno sette volte più belli. Il sette, cara mamma, è il mio numero fortunato: a scuola mi rimandavano in sette materie, ho preso sette volte gli orecchioni e papà è morto durante una partita a tre sette. In questa settimana sono avvenute molte cose qui nella grande città. Per esempio qualcuno ha pensato di fare benzina da un vecchio distributore abbandonato, solo che si è sbagliato e il petrolio non l’ha messo nell’auto ma in un fiume. Non che il fiume fosse molto pulito prima. I pesci, per esempio, nuotavano a filo d’acqua e a dorso per cercare di respirare dell’aria un minimo più pulita. Con l’arrivo dell’olio ora però sono tutti fritti. Pensa, cara mamma, che una volta nello stesso fiume ho trovato una carpa, una carpa destra numero 43. Se riuscissi a trovare la sinistra avrei un paio di carpe nuove. Qui i politici dicono che non è grave e che tutto si risolve, che gli unici pesci in pericolo sono i pesci rossi perché sono comunisti e si stanno estinguendo. Sempre questa settimana nella

Sc ex iope tra ro co d ch mu egli e n nit im on ari. m è s I s igra tat ind ti o u aca no ti c 3 M sci om ar op un zo ero ica bia no nc o.

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Gli C org lam a or e T nizza oso. ou to r d ri d 2 e i ac Fra Giro Mar cu nc d zo sa e s ’It ti on ali di o a ric st icl ati ag gio .

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disegno le madonne per terra, ma non sono riuscito a vendere un solo marciapiede. Purtroppo nella grande città hanno fermato le automobili per un giorno. Così invece di posteggiarle in seconda o terza fila, come si fa di solito, le hanno messe tutte sui marciapiedi. Così mi hanno impedito di lavorare. Le auto si sono fermate tutte, tranne quelle dei mezzi di soccorso, delle modelle e dei modelli, dei medici, quelle dei cortei dei matrimoni, delle cresime, delle comunioni, dei funerali, quelle degli artigiani, degli infermieri, dei tassisti, delle partorienti, dei turnisti e dei turisti. In pratica hanno viaggiato tutti tranne me e i miei sette amici. Siamo dovuti rimanere in albergo mentre tutti gli altri viaggiavano tranquillamente per la città. In ogni caso non è stato un problema visto che nessuno di noi possiede un’auto.

Sc i de ope lla ro de Bo dell i V nin a f er o a co di; s ; sci me nt ci op ro op er un er o d 6 M o o d el arz sti e la pe gli fa o nd st me Pe io ran m r tu da ie ot tta fam ri leg ivi u ale la na e. . F pat se av at rie ch or a d i n ev OG i on ole M ne il è c 7 M ha par ons arz ca ere ide o pit a ra o nch ta un e tu di be ro.

Ciao cara mamma, salutami i fratelli. Ti scrivo appena posso. Un abbraccio Tuo Salvatore (Dalla grande città, 2 marzo 1965)

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Quando non facevamo ridere Quella MALEDETTA PRIMAVERA non arrivava mai. Ricordo che stavamo vivendo STRANI GIORNI, il periodo che avrebbe dovuto precedere la prima bella stagione del decennio: “Era l’anno dei mondiali”, quelli del 2010, la regina del Sudafrica era Belen. Era un marzo pazzo come non si era mai visto, sembrava una PRIMAVERA IN ANTICIPO e invece era un calcio nei denti in ritardo. Faceva “male, male da morire”. I mazzetti di viole fecero appena in tempo a sbocciare per finire di colpo surgelati dall’ultimo sussulto del GENERALE sopra la collina, l’inverno. Il Generale Inverno: chissà perché poi usavamo un’espressione così nobile per quella che è sempre stata una gelida e prosaica rottura di maroni. MISTERO. SU DI NOI il futuro era maledettamente cupo e incerto ma un cattivo presagio ricordò a tutti che

O Gr limp an ia d d div e su i di er cce Van so ss co da o d uv qu el er. atl ello curl ete m ing 8 us asc fem Mar an hil m zo o l e p in ’as er ile La pir ch , ex ap é l Ad gli di olv e ria ha Ad ere più no sfa ria . in ha scia no gr an to ad nu l’ 9 o nc au Ma di ia to far to mo rzo e ch bi le e le. rip non ar è te nz e.

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il peggio doveva ancora arrivare. In pochi forse lo ricorderanno, ma Lapo TU VUO’ FA’ L’AMERICANO Elkann riuscì a far parlare di sé anche negli USA, dove nessuno lo conosceva fino a poche ore prima. “Lui chi è? Il suo ruolo mi spieghi qual è?” Lapo andò a vedere una partita di basket come un turista qualsiasi e intralciò l’azione decisiva del match Lakers-Raptors, Marchionne finì strozzato da un hamburger guardandolo alla CNN e la fusione tra Chrysler e il Lingotto naufragò. In Italia il rampollo venne ribattezzato Lapone Carosone, ma per milioni di americani divenne l’eccentrico italian playboy che SOGNANDO LA CALIFORNIA fece vincere Los Angeles. E meno male che tifava Toronto. TUTTO CAMBIERÀ. Poi la tormenta atmosferica venne soppiantata dallo scoppio di una bufera mediatica. Gli Stati Uniti d’Europa non esistevano ancora, erano gli anni del partito dell’amore e del suo premier, che secondo le cronache un bel giorno perse definitivamente le staffe e cominciò a inveire contro i passanti, i figli, i giardinieri. Tutto era confuso. Gli storici non sono concordi, ma sembra che tutto iniziò per colpa di un funzionario che aveva mangiato troppi rigatoni con la pajata e indugiando su ‘NA TAZZULELLA ‘E CAFÈ arrivò in ritardo alla presentazione delle liste elettorali. In molte regioni scoppiò la settimana più fredda degli ultimi cento anni mentre nel Lazio e in

Lombardia si consumavano giorni infuocati. “La Brum del Mmm aveva un Ptss nella Mmm” e qualcuno provò a ripararla con un bel decreto interpretativo, “ma era solo un gioco, non era un fuoco”. Il presunto golpe venne sventato da una decisione del TAR, caso unico nella storia, ma gli organi di informazione erano già stati da tempo zittiti e la caciara parlamentare che ne seguì arrivò giù per le trombe di eustachio senza il contraddittorio dei giornalisti, che furono costretti a riparare su Internet. Poi uno di loro disse: “Ehi, il Web è una figata, qui riesce a lavorare anche Mentana” e ci rimasero. All’epoca tornò in auge anche una vecchia canzone di un bizzarro e seminale cantautore (Franco Battiato, n.d.r.) che ridiede la speranza: “La stagione dell’amore viene eee va, la stagione dell’amore... torneeeerà”. Sarà, ma la storia ci insegna che torna sempre e soltanto dopo le elezioni. “Ho giocato tre numeri al lotto: 25, 70 e 38”: da quel momento in poi l’unica certezza popolare divenne il superenalotto, le code per giocare le schedine superarono quelle ai caselli durante il controesodo di Pasquetta, ben presto il gioco rimpiazzò il calcio tra le attività preferite e divenne specialità olimpica insieme al Texas Hold ‘em e alla Nintendo Wii. “Vinceròòòòòòòòòòò”. Ma per fortuna c’erano ancora voci fuori dal coro capaci di esprimere PENSIERI E PAROLE. I comici emersero prepotentemente come nuova

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P co rote nt ste ro n la el G la in elmi scu Si pia ni. ola sta zz I nn a p doc 12 o er en M all u ti en na sa arzo an se ran do tti no a r ma Be im n r s l pr us ull an a. oc co e a e n str re il T der i ha a da rib e “ de . un co ci ale me so Am un di m cam 1 ini i 3 M str on a ati ” rzo vo co TIR . Sa ntro de rà u lL n az io.

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al Car ga la là Br p un Il er la i è pr R an em u d s a all ier Msia s ta ’El e en ise dv za 10 o, ed re Ma cre ev, gg rzo de in ise Ma va ve no lte pa di ce c . m po laz es he ,v zo ser en Gr e a ne al to az iol lM N en o i. sa erid rd, eve lva io vi -li ne ole ste e, nt 11 M , a do i te ar n p m zo un che o il por a g ne de ali ran l La cret br zio o ut tir ta a ar ia.

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classe intellettuale, erano una bizzarra categoria umana geneticamente privata del comune senso del pudore e disposta a tutto pur di strappare una risata. Anche a presentarsi su un palco travestita da Grande Puffo o da teletubbie, pupazzi molto di moda negli anni Dieci ma altamente diseducativi, come il Gabibbo denunciò in seguito. Perché i comici si comportavano così? Perché avevano capito una cosa che gli altri nemmeno vedevano: una risata ci avrebbe salvati tutti quanti o perlomeno resi un po’ più liberi. “Non me lo so spiegare” ma è proprio così.

Tabula Rasa “All’inizio la mente è una tabula rasa. Poi in quella mente si fa strada un’idea e cominciano i guai, perché la mente scambia l’idea per il mondo” - George Saunders

P.s.: E fattela una cacchio di risata, prima che sia troppo tardi. Milano, Europa, 2050

un co stat liceo nd o i r om ns om , u tall an til ato o è e u pe n di r i c dist 15 M ed om rib ar uc pi uto zo az ti re Pr ion in d es e cla i un se ss ta ssu e b es “N ale on in tem . l’h TV, m o B ia de uf tto fon 16 ,l n M o eg ar giu a zo ro tut su to: zio ”.

In

de De R lla os Ro si, m ca Do a: lci po “ a qu c Il n tore ell he os o d tro de à è 14 lle più il Ma no te me rzo str mp sti e o er fid lib e an er za o. te ...”

L’evento mediatico che ci ha tenuti incollati per cinque mesi di fronte alla TV, ha visto la vittoria di un robusto ragazzone trevigiano con un taglio di capelli alla Javier Bardem in Questo Non È un Paese per Vecchi! Le cronache narrano che se li sia tagliati da solo, in uno di quei momenti di simpatia e coupe de théâtre che gli hanno fatto meritare il favore senza riserve dei telespettatori. Merito anche delle sue esternazioni e opinioni schiettamente maschiliste sulle sue compagne di avventura, cui il Bardem di Treviso faceva immancabilmente seguire la chiosa

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“Oh, io sono un uomo di campagna!” La parte per il tutto, l’idea per il mondo. Forse ho traslocato da troppo tempo in città, ma anch’io che pure vengo dal Veneto rurale avevo un ricordo ben diverso dell’uomo di campagna, esempio di forza e integrità maschia. Uomo d’altri tempi e di poche parole cui portare rispetto, votato al sacrificio chino sulla terra, e che mai sarebbe andato per cinque mesi a stravaccarsi sul divano sputtanandosi in (costante) diretta. Times change. Che l’8 marzo sia la Festa della donna ha davvero poca importanza: in Italia a noi donne la festa la fanno tutto l’anno! Le donne sono le protagoniste dei nostri schermi mediatici, in primo piano ogni giorno, sono anche donne di potere, sedute ai posti di governo e se non sono sedute, saranno sdraiate ma la posizione è un dettaglio (de gustibus…). Straniere o italiane, massaggiatrici o igieniste dentali, giovani e belle, o capaci almeno di cantare in un coro, le donne sono la moneta di scambio preziosa senza la quale non si sarebbero svolte le più importanti transazioni economiche e politiche italiane degli ultimi agitati mesi. È stata anche la settimana del decreto salvaliste: “Vi piace vincere facile eeehh?” Questo avrà pensato qualcuno dopo la scoperta dell’inaccettabilità delle liste del Pdl per un ritardo nella consegna dei nominativi. Ma dopo il salva-la-vita Beghelli e il guscio antiurto Meliconi, ecco il decreto salvaliste, da impiegare

tutte le volte in cui stupide pedanterie burocratiche, noiosamente definite da taluni vincoli legali, rischiano di far saltare le regole democratiche per un voto bipartisan! Leggere attentamente le avvertenze e le precauzioni per l’uso: potrebbe causare dipendenza. E per salvaguardare la par condicio, tacciano per sempre le trombe dei talk show: io l’ho sempre pensato che i politici, di ambedue le parti, usassero toni tropo urlati. Era ora di impartire loro una bella lezione di etichetta! E gli italiani riflettano su quello che è meglio per il bene del Paese nell’intimo delle proprie case e dei propri pensieri. Oscuriamo le TV, e anche i telegiornali. Ma facciamolo sul serio, vi prego! Il nostro premier intercettato ha esclamato: “Non è possibile che i giornalisti parlino di me in questi termini!” I giornalisti intercettati: “Non è possibile che i telegiornali parlino del premier in questi termini!” Insomma: i media ci trasmettono visioni del reale talmente discordanti e assurde che essere disorientati è il minimo che ci possa capitare. Io, dal canto mio, come il caro vecchio Flaiano “Ho una tale sfiducia nel futuro che faccio progetti per il passato…”

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tin For u m è stra a c ula un ge os 1 ’ar a ì la . m ll’i F a d nt er 19 i d ern rari Ma Ma ist o fa rzo r ru de rà zio l s un al adon vo a ne uo a lto è di bo s t d a Ma x : Se al ca to m ssa lo ne or . ve de so pa dr ll nc em a s 2 hin o ua 0 M a s an fid ar ap cor an zo re a u za m rl ta o ar . il m e in la otivo rab : bia .

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La maledizione della statuina Sandra Bullock, fresca vincitrice del premio

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21 B … Ma su riat ple rzo o ore fig h an lio a no Mo Fa chi a l nt co. m e Q a an zem uan to ch olo d e h o l 22 lui a ’h Ma vu dic a s rzo o h ap ch le u iara uto iam n to , er figli che àC o av e lo all ino .

Oscar, dodici giorni dopo il ritiro dell’ambito premio ha visto finire il suo matrimonio. Vincere la preziosa statuetta è il sogno di ogni attore, ma pare che ultimamente non porti un gran bene alle attrici protagoniste. Delle ultime dodici che l’hanno vinto, otto sono tornate single. Faccio solo alcuni nomi. Kate Winslet (se qualcuno avesse il suo numero mi farebbe piacere dirle direttamente quanto mi dispiace...), Angelina Jolie (non è il mio tipo ma, se qualcuno ha il numero giusto, per gentilezza una chiamata gliela faccio...), Hilary Swank (la chiamo solo gli anni in cui non sembra uomo...), Reese Witherspoon (mi sa che è una che ti tiene al telefono una vita e che poi si finisce a parlare del Kentucky...), Kim Basinger (ho già il numero...) e Halle Berry (mi chiama lei!). Ma torniamo alla protagonista di questi giorni: la tenera Sandra. Da

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noi è un tipico nome da parrucchiera: “Vado dalla Sandra che ho un po’ di ricrescita”. Oltreoceano è un nome da diva. Magie della longitudine. Sandra è sposata - e dico sposata - e ha dei figli - e dico dei figli - con il proprietario della West Coast Chopper. Ora, riuscite a immaginare qualcosa di più tamarro di una moto? Io sì: un chopper. Riuscite a immaginare qualcosa di più tamarro di un chopper? Io sì: un chopper della West Coast. Riuscite a immaginare qualcosa di più tamarro di un chopper della West Coast? Io sì: il suo creatore! Ma non è finita qui. Come si chiama questo campione del mondo di motoraduni porno-sado-chopper? JESSE JAMES!!! Ed è veramente il pronipote del famosissimo bandito!!! Ora, tenera dolce Sandra, sciampista Hollywoodiana, che è da quando ti vedo al cinema che mi ricordi la compagna di classe carina ma che non sa di niente, tu che il giorno in cui hai ritirato l’Oscar hai ringraziato tuo marito perché ti ha fatto capire “com’è importante avere uno che ti guarda le spalle”. Tu ti stupisci pure se uno così finisce a fare cinque giorni di “puro sesso” con la pluritatuata Michelle ‘Bombshell’ McGee. Per la cronaca: lei ce l’ha tatuato in fronte il numero di telefono! Sandra, Sandra, mi sa che anche la buona ‘Bombshell’ ha capito l’importanza “di avere uno che ti guarda le spalle”... il problema è che cosa sta facendo mentre te le guarda! Ora vado perché mi suona il telefono. Dev’essere Halle...

m ha anif pr est D o di me azio uran alb sso ne te er ch di la i, e Ro m p m 2 a n ia a 3 em nte , Be Ma Co m rà 1 rlu rzo m en 0 sc m o 0 m on do en un i i po to o lio Mi di d’U ni ab lan Ber liv bia -Na lus o. go mo po con l”. a li: i Pe vut “Pe 2 r l o a cc 4 M a Q lm at a ue en o p rzo stu o erc ra 10 hé no pa n ll più era e di no du e.

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“C’è un tempo per nascere e un tempo per morire / un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante. Un tempo per uccidere e un tempo per guarire / un tempo per demolire e un tempo per costruire”.

In Is un land vu a s lc i ch ano è ris e e, ve si c gl ris om iat ve e o gli fa an nn 26 o, o t M pe ut arz r p ti q o rim ue ha a c lli er osa ut tat o.

Pe rP 6 asqu m a ili p Pra oni rev tic di i isti am ta en lian 25 te i in M un v arz a V iag o ia gio Cru . cis .

Il tempo. Sono convinto che una delle più grandi scoperte di sempre sia legata al concetto della relatività del tempo; per ognuno di noi il suo scorrere è differente. Basta applicare queste grandi e complesse teorie scientifiche a piccole esperienze quotidiane, vediamo come. Quello che comunemente le donne asseriscono con la frase: “… due minuti

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Il tempo. Quello di recupero di una partita di calcio: se stai vincendo ne viene dato sempre troppo e non finisce mai e, se invece stai perdendo, sembra avere fretta e consumarsi in meno di un momento. Il tempo si può aver-

e. Il v im s er Part m tru sa en ed tt in o iat ura p ne i, li. ess gli O im 2 è cco e 7 M rim rro co ar as no ndi zo to in zio Be po ter ni r co ve l co us te nti nf co m r Do ont ni r pio po o t ifiu . il l ele ta i Du an vis l om cio ivo o de co 28 M ev l n ita mo Be arzo i f de rsa ac llin ni cia o . a f de ac l cia .

Come scrive il bellissimo libro della Bibbia, il Qoèlet, c’è un tempo per tutto.

e sono prontaaaa!” in realtà è una bugia, ha una valenza diversa per noi maschietti, perché nei “loro” due minuti noi riusciamo a fare un sacco di cose: benzina alla macchina, un paio di telefonate agli amici, comprarci un pacchetto di sigarette, fumarcelo tutto, intagliare graziosi manufatti in legno tipici dell’arte guatemalteca, comporre una suite per violoncello solo e clavicembalo ben temperato e infine invecchiare. Ecco perché non è così surreale che una ragazza, dopo averti detto la ben nota frase, una volta salita in macchina ti chieda: “Sono tanto in ritardo Ale?” e che tu le risponda: “Ale ero nella vita precedente, in questa reincarnazione mi chiamo Pierpaolo”. Il tempo. Afferma la sua relatività anche nell’intimo esercizio amoroso tra un uomo e una donna: ci impegniamo, ci adoperiamo con passione affinché la nostra prestazione sia meritevole di apprezzamenti ed elogi, ma ci dimentichiamo che mentre noi siamo impegnati nei 200 metri piani, la nostra Lei è più a suo agio su distanze più rispondenti a quelle di una maratona.

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Tempo al Tempo

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Settimana 13

lo come non averlo, lo si può dedicare, lo si può guadagnare o perdere, lo si può far passare, ma non lo si potrà mai fermare. Il tempo è anche il testimone dello scorrere degli eventi. E di evento bisogna parlare se ci riferiamo alla trasmissione RAI per una Notte, un evento che pare aver dissolto in parte l’acido lattico presente nelle menti e nelle coscienze di molti. Otto anni (è troppo tempo) sono dovuti passare perché Daniele Luttazzi potesse ricomparire davanti a un pubblico televisivo, e non lo ha fatto certo in punta di piedi, con tinte tenui, ma come sempre lo ha fatto utilizzando il linguaggio della satira, ovvero lo strumento attraverso il quale si critica la politica e la società, mostrandone le contraddizioni e promuovendone il cambiamento. E a voler ben vedere, dopo l’inverno del nostro scontento, forse i tempi sono maturi per una primavera particolarmente attesa, una primavera da godere in ogni istante e che soddisfi la nostra voglia di sole. Mentre veniamo distratti da una variopinta selezione di imbarazzi settimanali quali: nomination isolane, sfide cromatiche tra bianchi e blu, balletti sotto le stelle, troni e rintronati, ci vogliono convincere che va bene così, che non ci manca nulla e che se anche fosse, possiamo sempre vivere desiderandolo. Il tempo ci darà ragione se sapremo sfruttare questa opportunità di cambiamento, i segnali ci sono e sono tutti incolonnati dentro le nostre insoddisfazioni.

Quindi dipende da noi, adesso, dato che l’impegno è il modo in cui si realizza l’inevitabile. A supporto di questa tesi vorrei affidarmi alle parole di un uomo, un Autore che da molto tempo (e spero che lo farà per molto ancora) ci regala perle di filosofia. Attraverso questo aforisma intende infonderci una speranza che alla fine premierà i nostri sforzi: “Ho smesso di fumare. Vivrò una settimana di più e quella settimana pioverà a dirotto…” Un abbraccio a tempo indeterminato!

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Tim

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Ès

Pe ri l sp or è tivo Ca il g n p ior °1 ello na . Pe è le r l ne pe Mo o m gg ur 29 m io inh M en re o o . N il arzo In i t on Af ito v gh li: i l an ze eg am ist ru ge er an tit ica i uli an ni Mar . tic usa in hi n es dif rom o le en an ta 30 de i. ttic Ma rsi I ta he rzo , u le d sa ba eg As no ni, li te qu pe rix el r e le d Ob i eli x.

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Tim

ca tta in ta l ha Ita ’or vis lia. a le to Si ga la è le sit gu ua ar 3 di zio data 1 Ma to ne a rzo rn e tto ar ha rn se d o ne e , ind ciso iet ro.

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È capitato a tutti: “I ladri sono entrati

il P Alle D e Ste ed lezio lle è c ni . C re è on sc ca Ul la iuto lato ivo sc il , r om Mo im pa v 1 A ar rsa im pr ran d en ile Pe no i Q to rp so ue a 5 i t ro lo rci ag te li d sta ig ae ril el re lin sin Go co i. da ve ntr ci rn o re o a sti i 2 As tuira Com Apr sie nn un ile m o i, 4 e la 0 To a lo fas 0 tti ro cia e an . De ch lP e ier o.

dal vicino di casa e avevano le chiavi”. E tu, dopo l’iniziale momento di segreta gioia per lo scampato pericolo (“Che culo, sono andati da lui!”), cominci a scivolare nella spirale paranoica che colpisce tutti gli occidentali benestanti figli della proprietà privata: “Oddio forse tornano, se ne hanno fatto uno fanno anche gli altri, fanno il giro di tutti gli appartamenti, mi stanno già controllando… Cristo hanno già le chiavi”. La spirale può non avere fine e portare a episodi di cronaca che solitamente degnamo solo di un’occhiata superficiale: “Mi seguono, sanno cosa ho in casa, allora mi conoscono, ho il telefonino controllato, il vicino... è lui! Ha fatto finta di farsi rapinare per controllare la mia reazione e farmi parlare. Bastardo!” Parte la rissa, ci scappa il morto e sei sul giornale: “Uccide il dirimpetta-

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io con la maniglia della porta blindata. I vicini: «Sembrava una così brava persona»”. Oppure può scattare una serie di ragionamenti preventivi. Le barricate Si comincia con il blocco alle tapparelle, da abbassare tutte le volte che si esce di casa, anche solo per buttare l’umido. I piccoli oggetti di valore finiscono nascosti in posti assurdi, tipo le collane nelle prese elettriche e le macchine fotografiche dentro vecchi televisori a tubo catodico, poi dimenticate e date per perse. Nel peggiore dei casi non possono che essere state “rubate” dal vicino quella volta che ti aveva chiesto lo zucchero per due volte di fila. E finisci di nuovo sul giornale: “Uccide il dirimpettaio con un copriobiettivo. I vicini: «Era diabetico»”. I continui tentativi di controllo a serrature e infissi portano invariabilmente a qualche danno, tipo scheggiare le piastrelle del bagno. Giustificazione con la moglie esterrefatta: “Sai, a uno gli sono entrati da sotto il water…” Il nemico è tra noi L’attenzione ai frequentatori del condominio diventa all’improvviso maniacale quando fino al giorno prima nemmeno li degnavi di uno sguardo. Segui per ore la signora claudicante del terzo piano per vedere

In e e ogo Za ve re ia no rnat gio n or ni vo i C si gl ot Te util iono a m izz c on i he 4 o la n Apr ch pi el ile e llo le i p la lo ro RU ro pr 4 i 8 ab gov 6. or er tis ni ca no .

i ladri nella mente

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go Cris lf i un o di eco a n Ad no er av en mic a i e. i a. ta Qu pir N lia a at el na nd i h ha o s an nn i s no 3 Ap o on at ril las o ta e cia acc cca to ort to un i c ’of he fe rta .

Settimana 14

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Settimana 14

se finge (finge sì, ma solo di non vederti, pietosamente, ridendone poi con le amiche all’ora del tè); il vicino di pianerottolo lo spii di nascosto, ma lui ricambia nei tuoi confronti perché a sua volta ti giudica sospetto. Fino al giorno in cui uno dei due viene pizzicato dall’altro in mezzo ai fiori, sul proprio terrazzo, dove incautamente si era sporto per controllare i traffici illeciti. E così succede che qualcun altro finisce sul giornale: “Condomino si butta dal terrazzo del vicino abbracciato a un’azalea. Commento dell’amministratore: «Era un maniaco, seguiva le vecchiette»”. Poi arriva la frase fatidica: “Hanno già le chiavi, ma io cambio la serratura”. Avidità e paranoia diventano una cosa sola: “Devo chiamare il fabbro, ma costa un botto e poi si tiene una copia da dare ai complici, meglio che faccia da solo…”

poi strappare con la pinza, anche quella presa dai cinesi e quindi ogni tanto a sorpresa scatta e ti pinza la pelle con i manici di gomma dura. A questo punto ormai il danno è fatto e non puoi lasciare le cose a metà. Per giustificare la cazzata dovrai apparire distrutto agli occhi di tua moglie e il danno dovrà essere grosso, quindi ti tocca arrivare almeno alle crepe nel muro e alla corrente interrotta. Non ti resta che andare avanti. Una volta rimossa la parte interna della porta, che era chiusa da quindici anni e quindi contiene flora e fauna batterica non ancora scoperta dal mondo accademico, la appoggi al muro bianco fatto gessare da tua moglie (“perché grezzo è irregolare e dà idea di sporco”). Ti trovi faccia a faccia con la serratura della porta blindata, fissata al telaio di ferro con i suoi bei bulloni esagonali. Stavolta a finire spanata è la chiave inglese, trovata nel kit di montaggio di un mobiletto dell’Ikea. Finalmente riesci a staccare la serratura usando la chiave per le candele del motorino e la pinza ammazzapelle. Accedi all’interno svitando le quattro viti a croce della scatola, che combaciano perfettamente con il tuo cacciavite e sono della stessa misura di quello spazietto tra il battiscopa e la parete, dove inevitabilmente si infilano quando vi cadono dalla mano, ormai insensibile per le troppe pinzate.

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i la qu NAS att A ro ha do m nn an fat e in dato to or an bit ch a. 5 A e Og pr Ro g ile cco i lo Sif ha tro In S fre va ud di. to af l’a rica ne è ll e o m stato la an sc ca im nt m e t 6 Ap ia: ra r è l’u ile di om Bu o L lga nu ’ex c ri. ot am m o La pi am u on m re M ess a. a a Le na di si ud so ou no è 7 A ro div pril tte e e le ntat ac a qu e.

Blindiamoci tutti La palla è sul piano inclinato, può solo accelerare, non tornare indietro. Si comincia con lo smontare la parte interna della porta blindata, in genere di compensato e fissata ai bordi con cornicette di legno avvitate. Potrebbe farlo uno bravo, che ha in mano i ferri giusti. Tu invece provi con lo svitatore preso con i punti dell’Esselunga, che ha le punte fatte dai cinesi, e spanate quattordici viti minuscole che devi

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A “C l Qa olp ed ire a m m in o ac g c de li Az ia: l S zu ud rr 8 Es pu afr i ai Ap po i M n c izi a. on rile Po sta on E d lem la e sar iali da à S ich ac l li un or e ra m a igi su Si ite ne lla nd ”. : p d on er ata e. c’è qu zio ch elli ne 9 A e de e pr l su prile ov PD lla ien L su e di c a da er Ar to co re.

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Notizie disarmanti La prima vera notizia disarmante

rre l da li è lla sta Mi Di to lan rez lic pr o. E ione enzi et ra d at en o e o de ss l c va ess on 12 da ivo ser Ap lor co vato rile o n i ri Il le p o Mi m ian di l an is a aM n i p ti: uli Co ald ha c te n in hie . Za i d s t m o i pu br to nt ott rna 1 er a, re 3 an Fa a Ap no va g ril all lli ioc e a I e I are np nz . s L ag ea hi gu e.

della settimana riguarda proprio il DISARMO. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e quello russo, Dmitrij Medvedev, hanno firmato a Praga lo storico trattato per la riduzione degli arsenali nucleari dei rispettivi paesi. Il trattato stabilisce un tetto di 1550 testate nucleari operative e un massimo di 800 vettori per ciascuna delle due superpotenze. Numeri disarmanti. Obama ha definito la firma: “Una pietra miliare per le relazioni bilaterali e la sicurezza nucleare”. Poi ha aggiunto che l’accordo “rende gli Stati Uniti e il mondo più sicuri”. Volevo ora chiedere a Obama: di quale mondo sta parlando? No perché nel “terzo” di mondo, anche senza bombe, la gente continua a morire (di fame). Comunque, a suo avviso, si tratta di un accordo equilibrato e non ci sono “né vincitori né vinti: ha vinto la sicurezza e

Bo

Liz no Tay m na lor s en vo p o. lta osa Lo ; p m spo lei h er l igl s a a ior o p 78 m un an 10 ar ta ni Ap Do ito a , l r lce no ll’O ui 3 ile & n sca 0 Ga pr r di ot co di bban ag m t on e a r da uf a ist va fa. ccu a. nt N sa i a on ti i g si iud pr 11 ici ese Ap ,m n r a s tera ile i lo file nn ro ran o m no od ell i.

Gran finale Mentre le lacrime solcano silenziose il tuo viso, estrai le sei piastre della serratura, grandi come carte di credito e che hanno la forma della tua attuale chiave. Basterebbe cambiare quelle dal ferramenta e con 30 euro ti tireresti fuori dall’impiccio! Ma sul pianerottolo ti rendi conto che dal ferramenta non puoi andarci perché non puoi più chiudere la porta di casa e mentre tiri su col naso tra un singhiozzo e l’altro, deglutendo lacrime, muco e bestemmie non dette, arriva il vicino di casa e ti chiede: “Sono entrati anche da lei?” E in un attimo sei sul giornale: “Amante del fai da te si toglie la vita ingoiando pinza cinese, nessuna lettera di addio. La moglie, sconvolta: «Ha lasciato solo una riga nera sul muro»”.

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parlare dei bagni, ovvero delle latrine di fortuna: sono solo quattro per cinquantaquattro persone. La zona è paludosa e non ci sono zanzariere”. Con tutto il rispetto per gli operatori, ma migliaia di persone, molto vicine a noi, per circa un anno sono state in queste condizioni. L’Aquila e dintorni non vi dicono niente? Eppure non è stato dato così tanto risalto alla notizia. Giorgio Gori, amministratore delegato di Magnolia, la società che produce il reality, non accetta le accuse: “Respingiamo strumentalizzazioni basate su palesi falsità e mistificazioni della realtà”. La sua versione dei fatti l’aveva già data quando era uscita la notizia: “Di certo non è un villaggio vacanze. L’Isola è una produzione durissima. Lavorare in location è un po’ come andare al fronte”. Al fronte? Ma sa cosa sta dicendo? Mio nonno con molti suoi amici che hanno visto il “vero” Fronte stanno preparando una rivolta di protesta… dall’oltretomba! E per finire disarmiamoci in leggerezza con Calciopoli II. La Juve alza la voce: “La giustizia non abbia due pesi e due misure”. È questo in sintesi il pensiero della Juventus sulle nuove intercettazioni legate a Calciopoli. Lo rende noto un comunicato della società bianconera che chiede “parità di trattamento per tutti”. La FIGC replica: “Basta con le polemiche! Per non far torto a nessuno, non ci sarà più la serie A. Si farà un unico campionato di SERIE B! SERIE B! SERIE B!”. Davvero disarmante…

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ca Tolte bin t e t utt ele e l fon e v ich ecc e. hie So n via o sta 17 A su te pril un por e ce tate llu lar e.

la comunità mondiale”. Vabbè, se lo dite voi. Noi continuiamo a pendere dalle vostre… bombe! Ancora più disarmante la puntata di Matrix su Canale 5, con Alessio Vinci che intervista Alberto Stasi, che per la seconda volta viene assolto in TV. Non sono certo in grado di dare un giudizio su Alberto Stasi per quello che avrebbe o non avrebbe commesso, viste tutte le lacune messe in evidenza dal processo. Ma un giudizio sincero su questo processo mediatico parallelo posso darlo liberamente: è ingiusto e vergognoso! Lo trovo ingiusto perché dare spazio in TV a un ipotetico assassino non porta certo alla verità, ma solo a creare ulteriori dubbi. E poi perché parlare solo di argomenti comodi per il presente Stasi? Vergognoso veder sorridere Vinci anche quando si parla del funerale della povera Chiara. E disarmante. Quanto avrei voluto invece assistere in studio a una seduta spiritica per ascoltare la dolcissima Chiara, la quale avrebbe potuto replicare e dire la sua. Secondo me, era proprio lì: avete visto gli occhi di Stasi? Ci vediamo sul Canale Aldilà! Disarmante anche la notizia sull’Isola dei Famosi. I “non famosi” delle troupe televisive alzano la voce e parlano di sfruttamento e lavori forzati! Infatti una giornalista (Bondi) ha raccolto le accuse delle troupe che seguono i naufraghi di Simona Ventura in Nicaragua: “L’acqua potabile è scarsa, il cibo è razionato, si dorme spesso nelle tende e i sacchi a pelo non bastano per tutti. Meglio non

Pa Kirg rla hi me zis nto tan : c , sc olp iol a d to i el l bu co 16 A de pr ll’o ile zo no .

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L’ so Istat no co cro mu lla ni ti ca i re ch dd e iti All del 14 A ert le p Es clu ato fam rile siv Be igli ch o! P rto e. e p ar las l er a l o. a pri r ma ag ha azza RU uti 48 lizz 15 6: ato Ap “S la ri a d p le i m illo en la ta” .

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radio monte cenere Qui

Buongiorno da Radio Monte Cenere... strum... zip... help... volt... notizie di aprile dal mondo. Un aereo polacco, costruito dai russi, è precipitato in fase di atterraggio nell’ex Unione Sovietica. A bordo dell’aereo si trovavano il presidente polacco, molte autorità di Stato e alcuni giornalisti. Si può dichiarare che gran parte dei vertici polacchi sono finiti in cenere. Sfortuna, fortuna... fatto sta che la disgrazia ha subito suscitato l’invidia di molti italiani (secondo il sindacato) o di pochi (secondo la questura), i quali si sono espressi dichiarando che certe fortune capitano sempre agli altri. ... strum... zip... help... volt... qui Radio Monte Cenere... in ogni caso il nostro Presidente, Sovrano Assoluto del Consiglio, ha deciso di viaggiare su un bel treno Freccia Rossa, lasciando la povera Mer-

A su lme 10 no 0 20 cre p d e fra ono rso no ch ne i: s e g on li 18 de o i alie Apr ll’ tel ni ile es sia pe no tta An to co ri pu ra u sce llm ov . lto an a c il n de ont uo lla ro vo Juv il all e. en La 19 A ato so pr re cie ile : V tà an ha Be Ga r da fi lusc al. nn lm on eg s i c g u ri pr iano lla m tica ob i a i lem l m fia i n ade che 20 A on in a pr de It ll’e ile re von aly. ster sta o Q o re us ues Co cire ti sa m No a str a.

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kel in mezzo a una delle Grandi Opere - la Salerno-Reggio Calabria - con una gomma bucata. La Merkel arrivava dalla California, via Lisbona, Cesenatico, Roma, Milano, Berlino... insomma, per colpa di una gomma, anche il suo viaggetto per il mondo è andato in cenere! ... strum... zip... help... volt... qui Radio Monte Cenere. Questa settimana molti aerei sono rimasti bloccati a terra a causa della cenere emessa da un vulcano islandese il cui nome è l’unione di molte vocali e consonanti inserite a caso. In Italia la messa a terra degli aerei non ha causato nessun ulteriore ritardo o problema. I passeggeri non hanno notato la differenza tra i ritardi di questa settimana dovuti alla cenere e quelli che normalmente avvengono durante l’anno. Prima Alitalia, poi CAI, adesso Cenere... ... strum... zip... help... volt... qui Radio Monte Cenere. Fini è stanco di ascoltare i deliri del Cavaliere, Presidente Sovrano Assoluto, e vorrebbe mandare in cenere il Governo, formando un nuovo partito. Nel frattempo il Guitto se la prende con Saviano, accusandolo, attraverso i suoi scritti, di “rendere più famosa” la mafia. Tutta invidia, la mafia la vuole gestire personalmente, come tutto il resto. Cosa vuole fare al povero Saviano? Togliergli la scorta? Eliminarlo e... ... strum... zip... help... volt... qui Radio Monte Cenere. Nel frattempo anche l’ospedale di Gino Strada rischia di andare in ce-

I bo nve m nta b es a a ta i plo l p n I co siva epe ndia n du gli ronc una e sc in so ie o. sta nz Pe 21 nz iati rch Ap e l’a é ril L’U let rr si e nio ali icc a p ris ne : a hi iù pa E gli ran rm uro o no e do iare pea oli cce su v o. u . L ll’u ol e ’id so un ea de gh è v ll’a 22 A er en cq pr es u ua ile i, ta ab tan ai nelle itu to po ati lor liti all o s ci a P on us o zta .

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nere. Hanno arrestato tre operatori di Emergency. Ma c’è una notizia dell’ultimo minuto: “Kabul libera gli italiani, non sono colpevoli”. Tristezza, c’è più giustizia tra i Taliban che tra gli Italian... ... strum... zip... help... volt... qui Radio Monte Cenere. Vianello l’inglese, Vianello il grande attore, Vianello l’elegante, Vianello l’ironico... Vianello il tifoso se ne è andato. Cenere eravamo e cenere torniamo... strum... zip... help... volt... qui Radio Monte Cenere... fine delle trasmissioni.

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Fumata nera (nota: Tarcisio è andato in gita a Lourdes con la parrocchia, ma è rimasto anche lui intrappolato dalla nube di cenere…)

Come organizzatore delle gite della mia parrocchia - su in-

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de Dop 2 nt o i d 5 Ap i a , iss rile pe Ma ve ide r r gli ché icon per nt i. ha co è so n d ch tro alq ue u ies il a to Ba nto di rce pr 26 A es llo eo pr se n cc ile re a M up più o ato … urin inc ho isi vo .

Ba lot e du lli: e ne r ie Fin

La il d Cam ise era gn ha o a di pp m legg rov alg e at rad su o o lla i f ca 24 A ran cc p ch ia l rile i… ibe tir ra, ato ri.

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Le Int agu a f er-B e. att arc 2 o el 3 A ac lon pr qu a ile ai 3 n a1 3 . pa rti .

carico ufficiale del mio Don - ho deciso per la prima volta di utilizzare un nuovo mezzo di trasporto per il nostro appuntamento più importante del Calendario Annuale Gite e Pellegrinaggi, cioè l’incontro con la Madonna di Lourdes. Anziché le estenuanti dodici ore di viaggio con il solito pullman, quest’anno abbiamo viaggiato con un volo delle Linee Vaticane. Qualcuno ha azzardato anche un: “Tarcisio! Andiamo con Alitalia che sono più sicuri”, ma io ho replicato che mia mamma mi ha sempre detto di non frequentare cattive compagnie. Adesso che

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sono ancora all’inizio devo dire che funzionano bene. Poi, se diventeranno come le altre, il vero miracolo sarà se gli aerei partiranno in orario e vedo già che la scritta impressa ora su ogni sedile, “Cerco il tuo volto!”, si trasformerà in “Cerco il bagaglio!” Il viaggio di andata, tutto sommato, è stato positivo. Poi, quando dovevamo tornare indietro, ci hanno detto che un vulcano in Islanda aveva ruttato e non si poteva volare. Io, al massimo, fino ad ora avevo sentito il mio vicino ruttare dal secondo piano, ma dall’Islanda…?! Sta di fatto che per colpa del vulcano e del fumo, eravamo bloccati lì e non potevamo partire. Solo un’altra volta avevamo avuto a che fare col fumo nell’ambito delle gite: fu quella volta che portai i miei parrocchiani in gita alla processione del G8 di Genova. In processione c’era un fumo che non avete idea. Pensai: “Ma che cacchio di incenso usano questi qui?!” Dico la verità, nelle processioni che organizzo in parrocchia da me, un pochino ci emozioniamo… ma mai pianto così tanto! Avevamo delle candele bellissime quella volta: eravamo in cinquantaquattro e io portai cinquantaquattro candele bianche, tutte uguali, con la fiamma gialla, intensa, tutti che si camminava insieme, cantando. Candele bellissime, le più belle. Quelle delle altre parrocchie erano tutte difettose, infatti le accendevano e poi le buttavano via, e meno male perché poi scoppiavano! Vabbè, comun-

que, dopo tre giorni che eravamo bloccati a Lourdes, era il caso di venire via, anche perché, si sa, l’ospite è come il pesce: dopo tre giorni… Così il mio Don ha detto: “Si parte! Si torna casa!” E io gli ho detto: “Ma con che cosa, Don?” E lui: “È un pellegrinaggio?! Allora torniamo a casa a piedi!” C’è stata subito una divisione, i più giovani hanno detto: “Fin che c’è fumo, noi stiamo qua!” Non li facevo così prudenti. Gli altri, compreso me, sono tornati a casa a piedi. C’abbiamo messo una settimana. Così, diciamo che la nostra prima gita in aereo è andata in fumo, una fumata nera e non abbiamo neanche potuto dire: “Avemus Papa!”

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T è ra B ro e ttu le ra. n e Du Co ha ran rona nn te o un 29 c m hiam litig Ap a è a io ril Pe rl ar to la i vic e ’as riv P in t gli rofi ato ol i ali sic De izia, en o H Sic i So es aw a. no ist ki ve ono ng rd , m i pe , di eg 30 A re sta lio pr nn nz ev ile em a ita en al n rli. te or ar d e rap ati .

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At let Ne ica su lla leg pe st ge ra af ra sta to i fetta . ti 40 4X 27 tol km 1 0 Ap ti 5 p ora 0 B rile un ri. olt ti Gli ha da so lp n de rim o D co op l m ato rru o on zio le do ne ac . , s cus ia e M di ce aldi rca ni 28 no che Ap un il rile dif Mil en an so re.

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che spiazza Ho sempre amato il 25 Aprile ,

Fu ga d co i gr e n Mi dut ggi gli tu o d fat ai ra a to a d ne un il p i b l g a ien arc olfo 1 o he d Ma dir a el et mo Me ggio Pr ta to s ev m re sic tea ist en h o. i te an tro co in no s e pi m a c are div lla ui t . en liric agl te a. i a rà Il l Te Te atr at 2 M o ro all al agg a S la io ta Sca m la pe lla .

una data memorabile per tutti gli italiani. Pensate che da due anni lo è diventata anche per Berlusconi: gli ricorda di prendere il regalo per il compleanno di Noemi Letizia. È una manifestazione tanto gaia per il centro-sud, quanto funesta per la Lega. Pare che a Pontida si faccia una messa in suffragio. A parte gli scherzi, per me ha qualcosa di magico: tutti gli anni in piazza, a ridere e cantare, assieme a giovani, ragazzi e ragazze, e anziani, per lo più maschi, che si vantano della loro giovinezza. È incredibile quanto somigli a una festa a Casoria. Quest’anno in particolare, infatti, come a Casoria era stato invitato il presidente del Consiglio, così a Torino un ex-comico si toglieva dei macigni

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dalle scarpe. Naturalmente non sono mancate le polemiche a Beppe Grillo: “È un populista”, “Ha separato le due piazze” e ancora “I partigiani non hanno nulla a che fare con i suoi V-day”, il che gli ha permesso soltanto di aggiungere qualche altro Vaffanculo al suo elenco. Che poi, diciamocelo, ogni tanto fa anche bene mandare a quel paese qualcuno. Io, da uomo sposato, ho sempre un paio di kg di vaffa in canna pronti all’uso. Quanto è liberatorio. Vi faccio un esempio. L’altra sera Berlusconi ha chiamato Bocchino per rimproverarlo per aver espresso un parere diverso dal suo durante una puntata di Ballarò. Ma vaffanculo! Detto da uno che si chiama Bocchino pare ossimorico, ma ci sta tutto. La notizia è stata data dal Tg1 che continua a perdere ascolti, non so quanto siano bassi, ma pare che ieri il giornalista abbia aperto dicendo: “Buona sera, mamma”. Altro esempio. Prendete la tanto attesa e meritata festa del 1 Maggio, un’intera giornata festiva per commemorare la morte di centinaia di lavoratori, un’evento-manifestazione per far valere i diritti di tutti i lavoratori, come l’orario di lavoro di otto ore (se non sei statale, in questo caso non puoi nemmeno chiamarlo lavoro) e le frequenti e spesso taciute morti bianche. Ora, capisco che dal punto di vista artistico-mediatico tutto funziona meglio

A N m apo liq ira li ue col si fat o rip te di ete to san il nn G ell en 4 ate na M di ro; aggi im si o m son on o diz ie.

La piazza

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dic In I hia ndi 70 rato a un an di uo ni. no m Ha n m o h se an a m gi pr ar 3 M e e vo e agg tat be io o re rad da ica le.

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con un concertone, in cui si susseguono sul palco grandi artisti italiani ed internazionali. Ma accostare la parola lavoratori e cantanti, concedetemelo, per un giorno all’anno mi fa proprio venire la voglia di dire: vaffanculo!

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Un ovile o

uno vile?

Ore 7.45

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Ier i olt allo re st a T adi ot o O ti, li c’e mp ra ico po anch , rta e 7 M Il er Ilar ag m an y. g i o I t io es nis te iri se tro lef in è rsi Sc on sta m aj ati o o to lt la . co o b , d s o a t er re ttu po a o tto to rm a pe 8 ai da r i Ma div re l n gg en le d ucle io tat im ar o is e, un sio a s ni co : ria .

Sg ar in bi si TV è do . È spo vre un gl bb ete iato i t e sa rno em p ra 6 pi ere ga Mag in ch zzi gi cu e no o i f so , m re no a qu fi e n Pa nta iti rla va m il en to.

L’E m

il da ia v l r uo es le to se de pa lla rar R si “R egio om ne 5 M ag al agg na gr io lad ido ro di na !” .

Se all’inferno c’è una musica è sicuramente uguale al bip bip della mia sveglia. Insopportabile! Mi alzo. Oggi sarà una giornata impegnativa e devo essere attivo e concentrato, davanti allo specchio faccio gli esercizi per allenare il ghigno satanico. Mi lavo, mi rado e pettino la mia leonina capigliatura argentata. Esco. L’appuntamento alle 9 al bar Il Furbone è con Pippucci, un mio carissimo amico, consulente, semplice conoscente, sconosciuto, nemico… a seconda delle esigenze. Oggi è amico e consulente. Mi deve portare a vedere un ovile di trecento metri quadri, sito sul Gennargentu con vista su New York, che ho deciso di acquistare. Pippucci mi dice che il prezzo si aggira intorno ai cinque o sei euro. Penso che sia forse un po’ troppo basso, visto che nell’ovile è compreso pure un gregge di

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quattrocento pecore. Pippucci mi dice di stare tranquillo e io mi fido, in fin dei conti Pippucci è uno degli otto gentiluomini di Spiderman nonché uno dei magnifici sette con delega al controllo dei componenti di Jeeg Robot d’Acciaio, amministratore delegato della Spectre, consulente di Paperinik, pediatra di Qui, Quo, Qua e avvocato emerito della Banda Bassotti, e via dicendo. Posso stare tranquillo, mi fido e acquisto. Ecco fatto, una firmettina davanti al notaio, metto i soldi sul tavolo, ho solo una banconota da dieci – ah, mi dispiace, non ho il resto – fa niente tenga pure, a buon rendere – grazie, lei è un gentleman. L’ovile è mio, pure le pecore e la vista su New York, ma solo nelle giornate limpide.

informa che l’ovile pare sia stato pagato con dieci euro in contanti, i miei, e 140 milioni di lire in miniassegni del Banco di Taranto fuori corso dal 1977 e la cosa è illegale. Mi chiedono spiegazioni. Ma come? Ma cosa dice? Ma è impossibile!! Voglio sapere chi si è permesso di pagare il resto dell’ovile! Ma siamo pazzi! Basta, me ne vado! C’è una congiura contro di me! Oddìo svengo, anzi no, ho bisogno di riposo, di un massaggio magari, ecco, sì un massaggio, chiamo la protezione civile e mi faccio prenotare un massaggio… ahhhhh che goduria!

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te rr vin a. D pr to opo om le a es ele ver so zio ag ni, 11 li i C Ma ng am gg le e i nu si u ron o A o h R vo n p a sta om : P ae a an se ca il do d C am dal en olo ra. m l’an do sse ira fit a o re ea pe l’a tro zzi 12 pp n , c Ma ar on osì gg ta p i m ot tu io en ra ri to nn sti di o p Sc iù ajo la.

Ing hil

Pa re

ch ab e B bi er il d a ra lusc ivo ggi oni u la rzio. nto co So l’a 9 Ma nt d cc gg ro dis or pa f do io de rte: atta pe l M l’a an r ila lle che n na Le to on re Po A ard p rto e l P o. ga lleg ap llo rin a, , g a in li è ggi 1 ap o a 0 M pa Se agg rso tub io in àl, v in Mo isio ur ne inh o.

Ore 7.45 (sei anni dopo) No, c’è un suono peggiore della sveglia, è quello del mio cellulare, specialmente se suona prima della colazione. Sarà qualche rompicoglioni che chiede la scorta solo per essere stato minacciato da Cattivik. Che palle. “Sììì, chi parla? Come? La finanza all’ovile? Arrivo subito”. Cosa vorranno da me questi maledetti bolscevichi? Da me che sono L’amico, con la L maiuscola, di Pippucci? Arrivo all’ovile e vengo accolto dal commissario Basettoni in persona, passato alla guardia di finanza dopo aver inutilmente dato la caccia per anni a Macchia Nera. Basettoni mi

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C’è grossa

crisi

È la prima volta che c’ho un diario, tan-

In ca vist l a no cio, de m il C i M ina T o g Lip nd ai ioca pi o iali d Mo to gn i nd ri. M i g 13 ial a ior M i o pe no ag al nsa sca gio Gr d rt Na an i a a e sce de nd Fra are ca la n te inc lcio azi llo on de ona ? tro lle le è po di sta rn to od 14 M ca ive ag rat : i g io t l m erizz prim olt a o iss to im da if i all i.

ta è l’emozione! Ho sentito parlare del diario di Brigget Gion e quindi mi son detta: “Sarò meno interessante di Brigget Gion?” E mi sono risposta: “Boh... e chi lo conosce a ‘sto Gion?” Allora lo scrivo e poi decidano gli ascoltatori! Caro diario, purtroppo è un brutto periodo, si dice in giro che c’è crisi, ma c’è soprattutto a Milano perché mio figlio abita lì e lo sa. Noi a casa mia ad Alberobello siamo sempre stati poveri ma non è che abbiamo rotto i coglioni a tutti che eravamo in crisi! Mio figlio quando è triste, cioè in crisi (eccheppalle con ‘sta crisi!), mi telefona e mi dice: “Mamma vieni su a Milano... mi fai le orecchiette...” e mi lavi le mutande e mi pulisci casa, quello non lo dice, ma è sottinteso. E poi pretende pure: “Quando te ne arrivi, vienitene elegante che devo fare bella figura!” Tu

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dimmi se alla stazione di Milano devono stare a guardare amme. C’è pieno di modelle secche secche, che guardassero loro e lasciassero in pace le signore a modino come me, eccheccazzo! Mi è toccato andare a comprare il gambaletto velato per farlo contento: 1 euro e 20 di scialacquio, poi per forza che c’è la crisi! Oltretutto il gambaletto velato non me lo posso più permettere, che tra i peli e le vene varicose che tengo, sembra che sugli stinchi c’ho due quadri di Picasso! Poi, solo il fatto di tornare a Milano mi fa venire l’orticaria. Dicono che è una metropoli... solo perché c’hanno il metrò! È come se noi Alberobello la chiamassimo trùllopoli! Questi milanesi, tronfi come i tacchini in amore! La prima volta che sono stata a Milano e ho visto tutta questa gente che correva, ho iniziato a correre anch’io e non c’avevo un cazzo da fare! È che se a Milano non hai da fare ti senti in colpa. Anche se dormi un po’ di più al mattino, sembri un delinquente. A mio marito, a Milano, avrebbero dato l’ergastolo! In più l’ultima volta che sono stata a Milano ho avuto uno sbattibecco con una signora. È successo così: mio figlio mi accompagna in biglietteria e se ne va. Santa Madonna benedetta, mi rubano il portafoglio! Come dovevo fare, che già c’è la crisi?! Non sapevo più dove sbattere la testa. Avevo già sfondato due sportelli e un bigliettaio: mi sembrava abbastanza! A un certo momento, vedo

F so ini: no ”I co po so n lit nd m ic ag e a. g il 5 N i n 0 e s on pe on rce o 1 nt con 5 Ma o vi g de nt gi m Arg gli o e o ar en ina ti ita d lia è no na, ni” sc in . uo 11 l a d .00 de ll’I via op 0 str Fa o a 16 uz ce pp M ion bo un ag e: ok tam gio ad . Il e es m nt un so g inis o a n li tro ot twi a a tto tu tti .

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An

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Dopo 9 mesi di lunghiiiiissima attesa arriva il grande momento. La dottoressa mi dice di farmi trovare all’ospedale per le 7 del mattino, alle 8 mi avrebbero ricoverato e alle 8.30 avrebbero dato inizio al taglio cesareo. Sta andando esattamente così! Apparentemente sono tranquilla, per niente agitata, anzi, desiderosa di vedere la mia bambina, ma quando entro in sala operatoria inizio a sudare e a voler sapere ogni dettaglio sull’operazione. A farmi venire l’ansia ci pensa una giovane infermiera a cui vorrei augurare la cassa integrazione a vita: a ogni mia domanda sul procedimento del taglio cesareo - visto che devono squartarmi il ventre - con la vocina di Candy Candy risponde: “Mhhhh... Guardi, non saprei, rientro oggi dopo due anni di maternità”. Ma brutta stronza! Non vedi che sto sudando e che inizio a essere agitata? Non

m ha ogli e il d chie di ivo sto Tige r do zio, 700 r Wo ve co m od ap sì s ilio pia i t ni 19 ne ras di d Ma rà fer ol gg Il il d irà lar io sin eb in i pe da ito Gr r og co pu ecia d n i tra i v N bb , sc en ew lic ur er Y o. an dì or do va k co le a lab st gi 20 M ro rad oca ag do e re gio . E rid a pp ot go ur te lf se e di a u ne bu n int che en de .

ro ze o n

Cesareo Palace

La

giu di Do PD ziari po L c , B gli i s erl sca on us n Qu o so con dali alc lo i ha 1 un al d 7 M a a cun ett ag ce e m o c gio rb e he a, le n Sa co m el n t lor ar RA or o I Ve ce. “E u a na vr rd à ini bu d “G . a on lla li a ltr ?” usci i A , ta 18 nn gli di Ma oz ha 2 gg er nn m io o o ilio – n io ha r chie i. ho isp sto 2 ost . m o ilio – ni! ”

un giovanotto che si grattava la faccia, cioè tutto prudente, che andava dalla gente e diceva: “Avrebbe mica un euro, che devo fare il biglietto del treno?” E chi sì chi no, questi soldini ce li smollava e allora mi son detta: “Non lo posso fare pure io? Chi me lo impede?” Sono andata da questa signora e mi grattavo ancora di più, con ancora più prudenza, e ci ho detto: “Mi scusi signora, avrebbe mica mille o duemila euro che devo fare il biglietto del treno?” Non era una richiesta esosa, dovevo andare fino ad Alberobello e il viaggio costa e soprattutto, vuoi che non mi mangio neanche un panino? Questa qua mi guarda come fossi una pezzente o una scappata dalla casa e mi fa: “Ma non si vergogna alla sua età a bucarsi ancora?” Mi buco? E cosa mi sarò bucata? Fammi controllare... “Ma capirai quante storie per un gambaletto smagliato?! A lei non succede mai? Cosa portate a Milano, le calze di ghisa? Ma vedi a questa sciacquona!” La gente intorno mi ha fatto un applauso e mi ha anche tirato degli euri per il biglietto del treno. Vedi che anche se c’è la crisi le persone sono generose? Comunque secondo me erano pugliesi.

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pletamente iniettata di morfina e autentica come mamma mi ha creato incomincio a sentirmi come Christiane F. – Noi, i Ragazzi dello Zoo di Berlino, però senza lo zoo di Berlino, ma con un’equipe di medici pronti a far nascere la mia bambina! Non ho mai provato prima l’effetto della morfina e vivo uno stato di semi incoscienza meraviglioso, tanto che rifarei il taglio cesareo altre otto volte per rivivere quella sensazione! Ore 9.26: dal telo azzurro sbuca una testolina con appiccicati due occhi grandi grandi che immagino dirmi: “Ciao mamma, finalmente ti conosco e non vedo l’ora di abbracciarti!” Invece quegli occhi recitano: “Ah! E così tu saresti mia mamma... nuda e drogata? No, no rimettetemi dentro!”

Fa ye d Al

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Ke in nya co . S pa rteo pac ce ch cia . L ie to e d r i m for ono i 2 an ze d di 3 M ris gan ell’o lavo aggi po ell rd ra o nd i, i in re on m e u in o an sa co ife no n st ina In i c an S an ti vis ugu icili no ita rat a è ni. to o i s ri l M ta no u to n se leg o 24 ge del Ma ran la gg no Ma io l fia m e gu . I a i id piz e, zin i.

puoi tranquillizzarmi magari raccontandomi delle bugie, per esempio che non sentirò alcun dolore dopo l’operazione, che perderò immediatamente 15 chili o che Ricky Martin non è gay? Per l’occasione ho comprato un pigiama di seta lilla molto sexy e un’elegante camicia da notte grigia perché desidero che mia figlia al primo impatto sia fiera di avere una mamma che veste con gran gusto. Purtroppo però entrambi gli indumenti hanno le maniche senza bottoni e strette al polso, di conseguenza non possono bucarmi le braccia per farmi le varie iniezioni. Quindi mi fanno togliere il pigiama e io mi ritrovo ad accogliere mia figlia completamente nuda con quattro kg di seno cad. che vagano per la sala operatoria. Mia figlia mi scambierà non tanto per una fashion victim ma per un’entreneuse! Una volta eseguita l’anestesia spinale inizio a sentire le gambe completamente calde, e poi a non sentirle affatto, segno che l’anestesia sta facendo il suo effetto. Mi sdraiano sul lettino e coprono con un telo color azzurro puffo la zona del mio corpo che verrà incisa, ovvero la pancia. Il telo serve a non mostrarmi ciò che avviene durante l’intervento. Peccato però che la sala operatoria sia di forma ottagonale con intorno mille vetri a specchio. Basterebbe che io mi girassi un attimo per sgranchirmi il collo e in un momento potrei conoscere dal vivo le mie ovaie! Bene, tutto è pronto, l’intervento inizia! Io, com-

ha Ha ven rro dut d o lun s: lo 22 go sc M 40 ont agg 0 rin io ch o ilo er m a et ri.

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I pr n Am ev e Via ien ric gr e l a c a. ’in ’è Tu fa ch tta rto i ge cu 21 nt ra e nd Mag da os gi lc ic o uo on re il du ro.

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I Ha ngh rry ilte in rra lac . Il rim pr e inci ca per pe va la l m 25 “C lo. P ort Mag re oi e de si de gio vo è l s Be fo scu uo rsa sse sa ni: pa to: “N pà o ”. aC Ma asin rra i”. zzo 2 :“ 6M Rip ag en gio sa ci” .

Lo verso nel bicchiere, così da finire la bottiglia. Non è stata una grande idea mischiare il Jack Daniel’s con un blotter: ho la netta sensazione di aver superato il punto di non ritorno. Sento un leggero formicolio alle gambe e i miei pensieri, i miei sensi li percepisco decisamente vividi. A fatica mi porto verso lo specchio e mi osservo per qualche secondo, fino al momento della rivelazione: so chi sono e dove mi trovo! Contea di Warwickshire, Inghilterra centrale, e più precisamente a Stratford-upon-Avon. E sono i miei ultimi giorni di vita. Nella mia casa di campagna, ormai vecchio e malato attendo la morte. Erroneamente creduto morto dal mondo, mi sono ritirato dall’attività appena quarantenne, conducendo una vita vuota, ostaggio della mia follia e condannato a non riuscire più a distinguere i sogni dalla realtà. È rimasto ben

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Le p ga im er a chi do para prir ede ve re e u ch sse l’ n e pa italia neg 27 ssa no oz M re . S io s agg ch e l i d io iud a eb er pro ba an po Ma n e rad go no t sta zi ut ch ona leg ti i e ha his se d nu vi ic ti. do nc hia ne erà rat Co l ce il M o sì nt on 28 tu ro di M tti di al ag po Bu e c gio tra en orr n o e ‘El no a s Ai rà Pu mm res be ir . de are Or o’.

rider

poco di quello che il mondo conosceva come il più grande drammaturgo del XVI secolo. Vi ricordo per caso qualcuno, amici miei?! La mia vita dissennata mi ha praticamente ridotto in miseria costringendomi a vivere in una piccola casetta di campagna. La bottiglia è la mia unica compagna di questi giorni tutti uguali, resi nebbiosi dai fumi dell’alcol, tutti uguali tranne uno. Una notte infatti accade qualcosa di singolare. Alcuni dei personaggi creati dalla mia fantasia vengono a farmi visita, ma qualcosa è cambiato in loro. Amleto non è morto nel duello con Laerte, dopo aver rinunciato ai privilegi nobiliari ha fatto perdere le sue tracce andando a vivere in un piccolo paesino, Lavello da Montebuglione, dilapidando la sua fortuna tra gioco d’azzardo e mignotte di basso bordo. I dubbi esistenziali orientati alla filosofia del giovane principe di Danimarca si sono affievoliti lasciando spazio alle difficoltà di una vita fatta di conti da pagare, figli illegittimi e problemi di prostata. Romeo e Giulietta hanno inscenato la loro morte solo per poter sfuggire alle rispettive famiglie, nemiche da sempre nel campo dei profilati in alluminio e continuamente prese dalla loro faida infinita. Si sono sposati, in Comune a Muggiò, Romeo è un professore di meccanica all’ITIS di Mariano Comense, metodico e scassapalle, che passa tutto il suo tempo dopo il lavoro tra il Canta Tu e You-porn. Giulietta ha trovato un

La

Addio, easy

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… Riapro gli occhi, ho la bocca asciutta, bevo l’ultimo goccio di tè alla pesca e ripenso al sogno fatto. Dal televisore rimasto acceso, apprendo la notizia della morte di Dennis Hopper. Shakespeare, LSD, il Jack Daniel’s... penso che sia un buon modo per salutarlo! Prendo in prestito la sua sfrontatezza e la sua audacia sfruttando la battuta di un suo film, per un monito che dovremmo ricordare ogni tanto: “La libertà è tutto. Ma parlare di libertà ed essere liberi sono due cose diverse. Ti parlano di questa famosa libertà individuale; ma quando vedono un individuo veramente libero, allora hanno paura”.

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D d’I opo ta la è lia, vitt sta Ba or to sso ia so h al G tto a ir po bri o s n all to a dato 31 M a p ll’ a ag rov ant ssa gio a d ido i. N el pin on pa g, llo ma nc ino .

impiego come segretaria del preside dello stesso istituto per cui insegna Romeo. Il loro amore si sta consumando lentamente, la passione si è tramutata in abitudine, ma di questo pare essersene accorta solo Giulietta che da un anno infatti vive una relazione extra coniugale con il suo datore di lavoro all’insegna del bondage estremo. Infine Otello, dopo aver ucciso Desdemona, per sfuggire al carcere ha deciso di riparare in un luogo lontano: Bahìa, e non è stato certo il caso a scegliere quel posto. Infatti è proprio su quelle spiagge che una sera ha deciso di far perdere le sue tracce definitivamente dando un “taglio” netto al passato. Oggi il suo nome è Natalie, ha un chiosco sul lungomare dove serve cocktail a base di zenzero e mirto e bibite varie, allietando gli avventori con barzellette e imitazioni di vari personaggi - tutti maschili per altro - a sua detta molto divertenti. La sua proverbiale gelosia è ormai solo un ricordo, gli eventi accaduti lo hanno trasformato in una persona dedita alla svagatezza, alla concupiscenza e alla carnalità. Mano a mano che mi avvicino alla morte, i personaggi sembrano ritrovare la propria nobiltà e il grande spessore degno del loro nome, fino a toccarmi il cuore. Poco prima di chiudere gli occhi per sempre, mi ritrovo di fronte alle persone uscite dalla mia mente, che hanno vissuto i drammi più avvincenti immaginati fino a quel momento.

L’U de E lim im i ha oll ta la no ch usc p n ie hi esc ve st . I a ng o c l G a u he ov 30 ffi pe ern Ma cia r o gg liz ora Ita io za la lia ta n no :c o he tiz no ia SE n si PP IA !

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Na fir poli go ma tan ve re o n rn la on o, m v m an uo a t ov l em ra 2 e fina 9 M c pr he nz agg en B iar io da erl ia pe usc de r i on l l… i l Co o l le .

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L’italia delle

meraviglie Da buon insegnante di Educazione Fisi-

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P az er “ zu n r o e ri ch min i5 e a es an re” clu dra i si, nn Lip o i 1 G pi n S iug h u n Sim a co dafr o on nsu ica a V lta T en to pr ecno tu ot lo ra. o 1 tipo gia: lit p a r u ch o di erco to ied be rre on nz 48 2 G o ina 96 iug lo . K n sta I d m o to istr co di ibu n ca to lam ri Fra ttu ità pe ra . rV d ale i ti nt bia ino e fat Ros pero ta si. ne lui La ste di 3 sso agn Giu : ‘ osi gno Th s e el Do ’è cto r ’.

ca e Sport quale io sono, nella settimana in cui avranno inizio i Mondiali di calcio in Sudafrica come posso non dedicare spazio all’Italia delle meraviglie? L’Italia - da sempre popolo di poeti, santi e navigatori - quando iniziano i Mondiali diventa un popolo di CT: è questo il nostro sport nazionale! Tutti diventiamo allenatori e siamo subito pronti a sparare a zero sul mister per la scelta dei calciatori da convocare: “Chel lì l’è bun no”, “Ma chiama il Cassano che ti risolve la partita”, “Perché, il Balotelli non lo porteresti?”, “Chel lì no capiss un casso!” Successe in passato con Valcareggi, Bearzot, Vicini, Sacchi e - nonostante la vittoria nell’ultimo Mondiale 2006 in Germania - è successo anche con il Marcello nazionale. Lui, comunque, nonostante le critiche per non aver convocato un vero fanta-

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sista (vedi Cassano, Balotelli, Miccoli, tre talenti un po’ matti) prosegue per la sua strada, puntando sul gruppo e sull’unità della squadra. Insomma, segue le orme di un grande maestro: lo ‘Special One’, Mourinho, che per vincere con la F.C. Internazionale ha puntato proprio sull’unità del gruppo legato a una maglia e a una sola bandiera… ops, scusate ho sbagliato esempio. Comunque il grande Mourinho, che in sole due stagioni ha fatto vincere all’Inter quello che nessuno le ha fatto vincere in tutta la sua storia, si è guadagnato i galloni di miglior allenatore del mondo (culo?), concedendosi alle avance del Real Madrid, che nel giro di una settimana, dopo il successo in Champions League, se l’è portato via. Mou ha comunque dimostrato fino all’ultimo giorno di essere uno attaccato alla maglia… sì, quella del presidente Florentino Perez che lo coprirà d’oro! Come aveva fatto comunque anche il “generoso” Moratti che, non avesse vinto, questo giro avrebbe dovuto vendere l’anima al diavolo. Ma nello sport i soldi non sono tutto. I valori etici e morali a volte prevalgono. Lo ha dimostrato il giovane azzurro Marchisio, che proprio nell’amichevole pre-mondiale con la Svizzera, durante l’inno nazionale, per evitare di andare fuori tempo ha ripetuto per ben due volte “Roma! Roma!”, dimostrando attaccamento alla capitale d’Italia e alla Nazionale stessa, nonché grande fairplay nei confronti di una

Ve cch Ma ie g dr lor id- ie M R Ga ilan eal llia pe ni: r b 4 G m en iug sc a no efic no Al hie i en Ro rat abb za. l la o iam nd it o l’in G ito a no rr lar ita os s i! lia i c no an : di “… ta Ro c m he 5 Gi a I S ug dd chi no io av la on cre e ò! ”

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questa volta però dopo un momento di gioia, ma soprattutto dopo aver baciato la terra rossa del Roland Garros, la splendida Francesca Schiavone, che all’età di ventinove anni, dopo innumerevoli match e tentativi di aggiudicarsi qualcosa di davvero importante, è riuscita a stravincere il prestigioso torneo parigino, simbolo di una carriera. Inoltre Francesca Schiavone è la prima italiana a vincere un torneo del Grande Slam, insediandosi alla posizione numero sei del ranking mondiale che mai nessuna tennista italiana era riuscita a raggiungere. Inoltre mai nessuna giocatrice era entrata tra le top ten direttamente al numero sei. E tutto questo in un solo giorno! Incredibile! E chi sei? Wonder Woman? Tanta fatica per arrivare a vivere un vero giorno da leoni. Ma ne varrà poi la pena? Io dico di sì, perché di questa Italia delle meraviglie, noi italiani ne abbiamo proprio bisogno. Lippi, prendi esempio! Viva lo sport, quello vero!

Mo n

Si

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inv Hi-t ad ech on , i o p Int en er sio ne na ille t. Bo ti ga om 8 le d Gi ug de i Gi lle dow no gli ca lo ola nz ad Cin oni qu di et ti. Ra d Pa io ra Pa vin guay dan cia co ia m nt ha sa o il ro g tifa lirà Mo li to su ndi Azzu l c al rr 9 G ar e, i. ro ne Lip iugn cci ss p o un i: “ o de p S l v ol e inc itic ito o re ”.

squadra rivale. E pensare che qualcuno aveva malignato che la frase fosse “Roma ladrona”! Che cattiveria! Sono pronto a scommettere che se Marchisio andasse domani a visitare il centro di Roma, ci rimarrebbe di sicuro! Comunque, questa Italia del calcio delle meraviglie dovrebbe farsi caricare e motivare da altri campioni italiani dello sport che non si accontentano mai di vincere e affrontano ogni gara con l’impegno e la determinazione degli inizi. Esempio lampante è lo sfortunato Valentino Rossi, che con nove titoli mondiali collezionati in carriera si è infortunato gravemente durante le prove del gran premio del Mugello, ma dopo solo pochi minuti aveva la forza di rassicurare parenti e tifosi con una battuta: “Vado in ospedale, mi mettono un chiodo e mi mandano via!” Davvero incredibile. Ma la cosa incredibile è che non era una battuta! Anche il ciclismo è in ascesa dopo gli anni bui del doping, con l’exploit al Giro d’Italia del grande Ivan Basso, che è riuscito a vincere dopo gli anni di squalifica e le confessioni sull’abuso di sostanze dopanti, dimostrando di essere un vero uomo, ma soprattutto un vero sportivo. Con una metafora potremmo dire che ha affrontato una corsa da Divina Commedia: paradiso-inferno andata e ritorno, con sosta in purgatorio. Ma l’importante nella vita è proprio sapersi rialzare e ripartire. Nel suo caso specifico, ripartire dal... basso. Così ha saputo fare,

di di ali. L Lip a pi Na ha zio g na a C ioca le itt to à d la 7 G el pri iug Ca ma no po g : A ara rco re.

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è Inc inf re or dib tu il co nato e Bu nt a ff ro lla on un s . a s chi qu en 6 Gi ad a g ug ra io no m can ate d ras o so !

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è primavera...

svegliatevi

bambine

Con il sole e la primavera sono arrivati anche i

Va Do l du enti po l’ e g no op ior Ro era ni ssi zio pri è ne m us , il n a d cito 10 uo el p da Giu vo re ll’o gn rec vist spe o ord o. da de Ha f le lla att Gli E co o rsi au lez a. i Ge tono oni nte m in ch isti Belg e h vin io a s con . tof o 11 fa ne Gi pe lle ug r l Fia no ap n oli dre Ne Sco tic . p a… ag l ce ert gre rve a s c ssi llo ie vit va nti à. nn fica A o . ma des a si 1 gg tra nis 2 G ior va tra iug an nn ra no za o bb in i vo ia Pa ti e rla e me la nto .

Mondiali di calcio. Ma Valeria fa quello che un sacco di donne vorrebbero fare in questo periodo: li ignora! Che bello scoprire che dopo anni di analisi, di esperienze e di confronti con l’altro sesso, il mondo, con i suoi protagonisti, non è affatto cambiato! “Gli uomini sono tutti uguali”. “Gli uomini sono come bambini”. Sono solo un paio delle mille frasi comuni che per anni hanno accompagnato la tua adolescenza. Inizialmente hai creduto che queste frasi potessero essere solo ottimi titoli per film divertenti, ma in realtà le hai sentite ripetere dalle femministe, da tua madre (se si è separata pochi anni dopo il matrimonio), e da tutte quelle donne che non sono state in grado di gestire un rapporto o che almeno ci hanno provato ma la “fortuna” non è stata dalla loro. Un giorno pensi che tu sarai migliore

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e che l’uomo che incontrerai sarà diverso, almeno lui nell’universo. Ma certo! È primavera… svegliatevi bambine! Buongiorno mondoooo!!!! Allora cominci a stilare la lista della spesa per ottenere l’uomo ideale. Mi servono in parti uguali intelligenza, bellezza, sensibilità, maturità (scolastica ma non solo) e quel sano romanticismo, del tipo che a Natale ci ritroviamo a cantare sotto l’albero con il maglione in cashmere bianco a collo alto. Non può mancare la simpatia, che davanti a tutti ti fa fare bella figura, il tutto accompagnato da un ottimo vino d’annata. È primavera… svegliatevi bambine! Arriva la primavera e improvvisamente ti svegli dal sonno: di colpo cresci e cominci a sperimentare tutta una serie di cose che ti riporteranno alla realtà. Tipo che dopo i trent’anni il metabolismo cambia davvero, realizzi che le foto sui giornali sono tutte ritoccate (davvero tutte?); che Gary Coleman - il nostro tanto amato piccolo Arnold, scomparso purtroppo pochi giorni fa - non era proprio così piccolo e nemmeno tanto amato; che anche Carrie - che sfoggia una forma invidiabile in Sex and the City 2 - si spalma una crema anticellulite tra una ripresa e l’altra. Ma soprattutto scopri che… l’uomo e il bambino hanno le stesse abitudini! Coooooosa? Osservavo lo stupore di un uomo di quarant’anni (quaranta sulla carta, poi di fatto bisogna sempre togliere la prima cifra e al massimo aggiungere tre col resto di due) nell’impostare un navigatore

Pe rS a sta vian infi o la lt c ind de rand amo l ag la o a rra an fru nc si do tta he pe . G ne 13 r t li i l c Giu rov nq om gn are uire m o le nti erci me sta o Be rlu le nn ma o Gli che scon rce el’ in i ri . ha Ita ve nn lia la o d sia ett mo 14 G o i tu iu se tti gno rvi sp zi iat se i. gre ti.

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Sogno di

una notte di

pre-estate

Che noia quest’estate italiana

che stenta a partire. Giugno 2010: le spire dell’inverno si sono protratte fino ai limiti del giorno più lungo dell’anno, e con esse anche quelle di un decreto intercettazioni che finché non verrà emanato, non farà dormire sonni tranquilli alla maggioranza e a quelli che lo vedono come un nemico della democrazia. Citando il ministro Alfano: “Per la sinistra l’articolo 15 della Costituzione non esiste”. Signor Ministro, a noi interesserebbero parecchio anche tutti gli altri. A cosa è utile un decreto sulle intercettazioni? Cosa mi cambia? Potrò finalmente parlare di quella volta che ho pagato in nero l’idraulico per avere uno sconto? Potrò liberamente dire tutte le cose zozze che voglio al telefono, turpiloqui e parolacce? Già lo faccio! Abbiamo carte di credito che monitorano i nostri acquisti e ci hanno

To ri Su mo no s da zza co fri re pe ca lle rt vis b e te lu. 1 mo Ai 7 G zza Mo iugn rel ndi o le ali az in zu rre Ca . co ss ns az i en on ti e bis to so , il og lo na tra da co 1 re lle 8 G de gh iu l le i, gno i. “ al c Ma apo Se v co aff ada au ndo a n.. um st un .” an ralia o s i s no cie ara , n di nn fra zia Lip o ce to pi est nto ba int a 19 sta i. nn Giu as Per i gl gno pe la i e tta Na sse re zio ri fin na e m le es e.

Si è

ffa va

A

sp o ind sato os Ca sa ss va an un o. N be on lc om 15 ple Gi L to ugn un ’UE az o a m vu zu rro ult ol f a a ar . p lla ag Nu are ch te ies lla to . L 16 G d a iu vo i pa Nute gno rre ga lla bb rla h es a a pa rate lm : arl a.

satellitare: “Guarda, i colori! Ci sono anche tutte le vie d’Italia! Che bello, questo sì che è un acquisto utile. Poi si può anche vedere la televisione, con i canali! [Ma non mi dire, la televisione ha pure i canali]. Che bello, come sono contento, resterei ore a farmi dare indicazioni stradali!” Aiutooooo! Con lo stesso entusiasmo eccolo che imposta le suonerie del nuovo telefonino, che gioca al solitario tra un semaforo e l’altro, mentre tu stai descrivendo esattamente come vorresti che fossero la cucina nuova e i tappeti del soggiorno. E dulcis in fundo, la spesa al supermercato! I bambini di quarant’anni si divertono se riempiono il carrello senza curarsi di scadenze, valori nutrizionali, calorie e utilità, e quando tu, a loro insaputa, fai selezione nel carrello rimettendo a posto tutto quello che di più inutile hanno inserito, con quel viso dolce ti vengono a dire: “Lo prendiamo questo? Dài, c’è anche il tre per due!” Forse lui non sarà proprio tutte quelle cose che avevi messo nella lista della spesa anni prima, però è bello sapere che il tuo uomo è lungimirante: “Amore, ma questo è un tre per due per mangime di Bengalini Amandava, solo che noi non abbiamo animali in casa”. “Lo so, ma può sempre servire”. Ma certo, in fondo del mangime per uccellini in casa può sempre servire, magari da sgranocchiare la sera davanti alla TV, guardando uno di quei film d’amore dove tutti sparano, saltano bombe e schizza sangue. E perché no?

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profilato negli archivi di società di marketing, telepass che registrano tutte le volte che entriamo e usciamo dalla rete autostradale, caselle di posta elettronica su cui scambiamo importanti conversazioni di lavoro, codici di accesso alle nostre banche, segreti familiari che anche il più sfigato degli hacker o agente dei servizi segreti può codificare. Onestamente, di grazia, davvero volete convincerci che sia la nostra privacy a esser minata dalle intercettazioni telefoniche? E poi ci stavate anche più simpatici a sapervi intrallazzati con le starlette da piazzare in quella o quell’altra fiction, o a commentarne coloritamente le prestazioni sessuali. Almeno ci davamo una ragione del perché siamo messi così. Ma ora, con chi ce la prenderemo? Basta. Spero nell’estate. Anzi, basta “spero”: voglio l’estate! Voglio il mare, il caldo, le code in autostrada, le file al check-in. Cose concrete con cui combattere: tipo le misure standard dei bagagli delle compagnie low cost! La griglia in cui far entrare la valigia per comprovare che si sono rispettate le misure. Io ho visto scene di delirio al banco check-in, cose che voi umani non vedrete mai: donne in preda a crisi isteriche per far rientrare la loro valigia a mano dentro la griglia che determina le misure massime (“Ci staaaa, le ho detto che ci staaa”), mentre tutte sudate, con le tasche ripiene di maglie e mutande tolte dal bagaglio e uno zaino nascosto sotto l’impermeabile che fa la

gobba, spingono con forza quel che resta della loro ex valigia oramai a forma di fungo. Che poi è un po’ il commento della commessa quando mi provo un vestito taglia 38: “Le fascia un po’ sui fianchi ma le sta un amore”. Ma se è talmente stretto che le tette mi arrivano alle orecchie! Che noia questa estate italiana, non si riesce neanche più a riderci sopra. Forse perché ci hanno messo sotto. Confidavamo nel potere taumaturgico del rito magico italiano, la magia azzurra dei Mondiali di calcio, grazie alla quale le sofferenze del popolo sovrano sarebbero state placate e le piccolezze del popolo governo mondate. Ma la Slovacchia ci ha tolto anche questa illusione. Ora, la nostra ultima speranza è nella blue energy, l’energia pulita e illimitata, energia sovraumana che tutto può, nutre e guarisce. È l’energia blu extraterrestre dei Visitors. Sono tornati e ci ridaranno la pace: “We are of peace. Always”. Non ci credete? Driin. Scusate, suonano alla porta. Apro. “Signorina è la Finanza, ci risulta che ha pagato il suo idraulico in nero, ci segua!”

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Do Mo po sta ndi la d ta ali, isfa ac la tta co N a lta az i d io 2 all a Sa nale 3 G ’ a r f ero koz ran iugn Pri ma po y i ce o rto n p se de lla di ers è ha pa Wa on ter a de rtit c a loo ai iso Cap . su di el oi las lo gio cia ca re 24 ora tori pie Giu va di b na l gno nn er ibe o a e. rtà tut Infa ta tti, bir ra!

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Un ’az ien da g di iap str po n un ume ese n ca ti 2 l sch radi enda med 0 Gi o i ele gr rio ci ugn tri afa co ha o : c te. n fa om S m tto e a i ve ode Se do co oc don lle nn nd ch o io gli o a es pi un nu am ù o do . no i è sogn stud B n a e at io mm len a la , la es Rod no si ri tte 21 G ag gu p li e ez rim iugn sa . Pe a o mi r de L’I è l i 30 gli tal a G .00 Mo ia elm 0 nd elim ini ial in . e. at Ma a d rad al on 2 sn a ha 2 Gi iffa t ug ta irat no di o u so na llie vo .

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A

Wi m è ble sta do to n u pe sos n m rch pe at é so ch gli do s p 25 ric pett o ol Giu ov at tre gn er ori 1 o ati s 0 ar co ono ore riv Sc lt s an op or tat e o rt cic i l o e oll pr con m d od l’ o a d o. ot ari zza ov to a re e do div lle c d en ch 26 eg tan e a Giu li A o c gn va blu ont o ta : s at r d on to iP o an un do ra.

Dopo che il ministro Tremonti ha imposto il pagamento del pedaggio sul raccordo anulare, il sindaco di Roma Gianni Alemanno ora propone lo sfondamento dei caselli. Caos. Verrebbe anche da chiedersi come mai la Moratti non proponga lo sfondamento dei caselli sulle tangenziali milanesi, visto che lì i pedaggi si pagano già da un po’. Forse per il semplice fatto che Letizia Moratti non è più il sindaco di Milano. Lei ormai ha fatto del suo hobby il suo primo lavoro: a tutti gli effetti è la PR dell’Expò 2015. Pensate che sta lavorando cosi bene che, per il dopo Expò, è già stata opzionata dal Pineta di Milano Marittima. Tanto è già bella che abituata alle liste. E intanto il coraggioso Tremonti chiede soldi alle persone che si alzano la mattina, convinte di entrare in una strada che li porterà al lavoro, e che invece li dirotterà in un parcheggio.

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no né n la Pa in co nd P st a è olo rui un nia rann ’au né o to a Nu in Po 27 G ov via mi iu ap di glia gno ro es no Ni po tin : la gli ente sta zio stu pi del ne ù d P . a p en se D L uli ti, ttim . re m a 2 i b a t na 8 G os utt bi iug ch i i an no i, n c bo sen mo a pe cci nò nta r ati ve gn … rr a in ann tro o nc o!

la bioraria

In realtà il lavoro più grosso non sarà istituire caselli d’ingresso e uscita dal raccordo anulare, ma tinteggiare tutte le strisce per terra, che da bianche diventeranno azzurre, e metterci degli ausiliari della sosta che girino rapaci come non mai. Arrivano buone notizie per quel che riguarda le bollette elettriche. Arriva la bioraria! Tranquilli, non si tratta di energia elettrica ecologica. Quella non la vogliamo proprio. Piuttosto il nucleare! Chiesto a gran voce da tutti i cittadini italiani, che non vedono l’ora di avere a che fare con qualche scoria radioattiva ben gestita dalle cosche mafiose che, in quanto élite della collettività, provvederanno a smaltirla nella maniera più consona. Nella discarica di Springfield. Capiamo cos’è questa bioraria. È presto detto: si tratta di una tariffa più economica per chi consuma energia elettrica dalle 19 alle 8. Si risparmia? La faccio! Ma ecco che si complicano un po’ le cose. Non la puoi fare se non è ancora arrivato nella tua zona il contatore elettronico. Perché il mio è a manovella!? Poi devi scegliere tra la bioraria transitoria o quella a richiesta. Per quella transitoria non devi fare nulla se non consumare negli orari prestabiliti, mentre per quella a richiesta ovviamente bisogna richiederla e ovviamente non si potrà recedere per un anno. Vabbè, ma se si risparmia sono pronto a tutto. E quanto risparmio!? Eccoci. Qui volevo arrivare. Secondo i dati di Altroconsumo una famiglia

Fo rse

è in arrivo

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Be Su rlu lle sc i mo oni nter difi apr cet ca e a tazi to i r on da ito i l s cch 2 uo i. 9 G L’o ch Il t iug iru es no n rgo to all . M ’ as pla sarà te lla sti co co an lT . d ran re bb sa tla ; e nt no 30 ico n G di in b iug Mo arc no nt a m ec a ito rio .

media di tre persone paga una bolletta annua di 859,87 euro. Usando la bioraria a richiesta (quella che fa risparmiare di più) si arriverebbe a pagare 856,06 euro. Io dovrei far andare forno, lavatrice, lavastoviglie di notte per poi vedermi, tempo due settimane massimo, quello che abita sotto di me che mi aspetta sul pianerottolo, con una mannaia in mano e delle borse sotto gli occhi disegnate da Louis Vuitton in persona, per risparmiare 3 euro e 81 centesimi! 3 euro!? 3 EURO!? Ma la smettete di trattarci come dei deficienti?! Provate piuttosto a darmi un contatore che non salti ogni volta che uso il forno e ho la luce accesa in cucina! Mettetevi d’accordo con chi produce i forni perché io non è che posso cucinare al buio come fossi un ninja! Convincetemi che quando compro un elettrodomestico di classe AAA, quelle tre A non sono il suono della risata della Rex perché mi ha fottuto mille euro in più. Visto che io lavoro in casa e ho due bambini, mi fa brutto dirgli: “A mezzogiorno bimbi acqua e stracchino perché non si può usare il forno”. Ma me li volete dare due pannelli fotovoltaici che mi producono l’energia che mi serve e così quella in più la regalo a voi? Per concludere, vorrei che qualcuno spiegasse ai miei figli perché la TV il pomeriggio consuma di più e loro si ritrovano costretti a vedere solo le lezioni di fisica quantistica alle due di notte.

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la Iso

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de

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E la chiamano

estate

Come tutti gli anni in questo periodo mi trovo in vacanza, l’unico momento in cui stacco completamente con il mondo che mi circonda: niente TV, niente giornali, niente Internet, niente telefono. Esistiamo solo io, mio figlio, la mia compagna e il nostro cane, cullati dal mare, scaldati dal sole, abbandonati nella natura. Che meraviglia! Accendo solo per pochi minuti il telefono per prenotare il ristorante e chiamare i miei famigliari. Non faccio in tempo a digitare il PIN che arriva la telefonata dell’editore (prima o poi lo becco quello che ha inventato il “chiama ora”). Chi se ne frega non rispondo, faccio finta di niente, sono in vacanza e non ci sono per nessuno. BIP BIP. Arriva un suo messaggio: “Mi raccomando non dimenticarti l’editoriale per lunedì”. E ora che faccio? Ma eccolo qui il diavoletto che sta dentro di me, tutti ne ab-

m In F ina ra In ccia ncia Na no i c zio u alc na no iat l s o ve e, a ciop ri rrà l p er ing ost o p 1 Lu ag o d rolu gli gia i D ng o M to om at pr ara Ma en o. es d en on rch ech ta a c ion , rsi o ne se in p ntin . do an ua ve ch a sse ina an ve 2 L da sti ug re to lio all com aM e es si.

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biamo uno e il mio ha la faccia della Gelmini con i suoi occhialetti, che mi ribadisce di lasciar stare, d’altronde sono o non sono le mie uniche vacanze? Per fortuna arriva candida la vocina del mio angioletto, che ha il volto di Cassano, e con la sua schiettezza mi convince a scrivere. Alla faccia di chi dice che il pibe de oro barese non ha messo la testa a posto. Non mi rimane molto tempo, esco in fretta a fare incetta di tutti i quotidiani e mentre cammino per rientrare a casa e mettermi al lavoro, sento i titoli del notiziario arrivare da Studio (appena) Aperto e capisco subito che mi stavo per perdere informazioni di vitale importanza che voglio condividere. Evitate nelle ore calde di fare jogging, praticare football americano, giocare a rugby contro neozelandesi, disputare partite di calcio intense. Un consiglio seguito alla lettera anche dai giocatori della nostra Nazionale. Mangiate tanta frutta e verdura, attenti ai frutti con il nocciolo se avete bambini piccoli e se i frutti sono troppo grossi, come ad esempio le angurie, prima di mangiarle tagliatele a fette. Bevete molto, state attenti ai cocktail ghiacciati, soprattutto se siete anziani e a quelli a base di rhum perché vanno giù che non te ne accorgi. Evitate le ore più afose dalle 12 alle 16, e fate molta attenzione all’esposizione ai raggi solari, soprattutto se siete calvi: potreste avere conseguenze letali anche se portate la bandana, personaggi importanti ci hanno provato

e ne paghiamo tutti i giorni le conseguenze. Non immergetevi in acqua subito dopo aver mangiato, se lo fate tenete la testa fuori dall’acqua: se la tenete sotto l’acqua troppo a lungo potreste avere effetti spiacevoli. Non uscite di casa nelle ore calde, se siete costretti a farlo non copritevi troppo, se siete dei ladri e dovete per forza usare il passamontagna, procuratevene uno di cotone traspirante. È finito l’allarme maltempo. Nel frattempo è iniziato il problema della siccità. L’acqua diventa un bene prezioso, tanto che a Porto Cervo viene venduta a dieci euro la bottiglietta. Ci tengo a ricordarvi che se passasse la cosiddetta Legge Bavaglio editoriali come questo non li potreste più leggere, perché la Legge Bavaglio nega ai cittadini il sacrosanto diritto di essere informati. P.s.: dimenticavo di dirvi altre cose che potrebbero cambiare il corso della vostra vita: il sandalo gladiatore è in mentre l’infradito è out, sono di moda gli aperitivi in spiaggia e il ballo dell’estate, se vivete in un’isola deserta e non ve ne siete accorti, si chiama “Waka Waka”. Buona estate a tutti!

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L’u ra an gan c o pie he a Ale no l g x è po olfo ar i h d riv a c el ato on Me tin ss ua ico 6 L to , h ug il s a f lio A uo att ma l co via o il so nov rteo gg no ra c io. alz ec ont ati on ro la om la tog ica ae ,im 7 ha ag Lugl n is io il c no m trati od o si ice stra pe to na le.

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Be rlu sco Bia è s ni in n ta C pe ca. L to n ana din ui ot da a i dic ato mp e co ort che n u 3 Lu an si na glio te tra D su tta am llo d a La Na int scac i un zio ern ch a az iere di nale ion ca b lci ra ale o h sil . a s iana a su lut da ato 4 fri il Lu ca M gl no o io Do : S nd p Mo o l ele iale ’el n -Ci Ca dia im ao pe le ina . llo a zio è a cau ne nc sa da ora di l mo un g vio ol 5 Lu la no gli da n v o lla ist rab o, bia .

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Dài Robben!

S gli econ ab do sv itant un izz i d so eri i C nd e o ag qu sta mo gio ell cc vo , o c ars gli he i d on 8 L vo al r o d ugl lge est ive io La a m o d nta F ex IG ez el la re tra C i zo go m c o gio , Co m po ntr un ne rn o. ari ita u a l rio n s a L al olo eg le a C squ alc ad 9 L io, re ug fav ital lio ore ian e Le vole . ga la No rd.

Non m’interesso di calcio. Per nulla. Non so neanche se la squadra della mia città è in seria A o B (l’Ata-lanta). Però, da quando l’Italia è uscita dai Mondiali, ho seguito un po’ le partite, così per noia. Almeno la finale uno deve vederla, sennò è un ignorante. Non bisogna isolarsi dal resto del mondo: se tutti seguono l’evento, ci sarà un motivo. E devi parteggiare per qualcuno, così ti emozioni. Io ho scelto l’Olanda. Dài Robben! Adesso è facile dire: “Che pirla”. Ma a me gli spagnoli, i cugini iberici, mica mi son simpatici. Non gli abitanti, i calciatori, dico. Ma che facce. Che spocchia. Che superbia. Tutti piccolini, con qualcosa da dimostrare, quella rivalsa sugli alti che li porta a essere scostanti. Con i capelli fitti fitti, ingellati, tutti neri con l’attaccatura bassa. Neanche un pelato. E dài, su, almeno uno stempiato, dico, magari sulla fascia. Invece no, lì

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c’è Sergio Ramos, capelli alla spalla, lisci, sembra l’ultimo dei manduri. Fallosetto anche, e con la stessa espressione di sufficienza dei compagni. Ma veniamo alla finale. Mi siedo tutto agitato con un ghiacciolo in mano, all’arancia, per avere il colore della mia squadra. E capisco subito che c’è del nervosismo in campo. I miei prediletti scartabellano subito un poveraccio che passa la metà campo. Ammonizione. E gli è andata bene, ha mirato al primo terzo della tibia, il pallone poteva anche non esserci. Ma torniamo alle mie impressioni di simpatia. Casillas, il portiere spagnolo, sembra un bambino scappato dall’orfanotrofio, col faccino del terrore, infatti alla fine piange, aspettava da un po’. Puyol è l’unico un po’ simpatico, con quella faccia da carcerato anni Settanta, ma troppi capelli: bocciato. Dài Robben! Intanto la partita si preannuncia pallosa, hanno tutti paura di beccarsi un gollonzo e sono prudenti. Passo al Sangiovese perché il ghiacciolo è finito. Palloso, tranne negli scontri uno contro uno, e in più ho capito cosa vuol dire “contro”. Sembra che gli spagnoli non siano simpatici neanche agli olandesi, li stangano con entusiasmo tutto vichingo. A me piace Robben, è pelato e ha la mia età, un vecchio a fine carriera, ma quando corre fa tutti dei passettini corti veloci con le manine chiuse a pugno. Che tenerezza. Dài Robben! L’altro che mi piace è Snejider, non sapevo giocasse nell’Inter, ma chis-

l’a Sec gg on re d è i ssor o i nc e giu ap di di ac Be ci, e d rlu i in sco 10 ten ni, Lu de Tar glio re, ta d gl e d i vo ia, i p lere arl are . Se il p fin ol irà po Ga il M Pau lea on l s zzi dia a c sa le om co di e me ca fin lcio, 11 L irà Gi ug il p am lio olp pie o P ro au l.

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senefrega: è pelato anche lui. Piccolo e col petto in fuori, coraggioso. Fa dei passaggi fighissimi che il commentatore chiama passanti. Per forza, se dà la palla a un altro come devono chiamarsi? Un altro pelato è De Jong, un nome che ricorda la Cina. E infatti con un calcio volante modello Bruce Lee sfonda lo sterno di Xabi Alonso: ammonito. Rivedo le mie scarse conoscenze di calcio: ma per l’espulsione ci vuole il morto? Dài Robben! Eccolo, arriva davanti al portiere da solo e si mangia un gol che faceva anche Ray Charles, a occhi chiusi. Infilo una serie di bestemmie e finisco il Sangiovese. La partita si snoda tra possesso di palla, pochi tiri e scarpate in allegria. Heitinga viene espulso per fallo sull’ultimo uomo, ma secondo me non l’aveva toccato, si è solo messo il sangue finto sul ginocchio. Soffriamo, oh come soffriamo, da ubriaco è anche peggio. Dài Robben! Eccolo, ancora solo davanti al portiere ma cicca. Lo insulto a piede libero tirando in ballo l’età, la pelata e i suoi parenti. C’è anche uno spagnolo che corre di qua e di là, inutilmente: è Piqué, faceva meglio a continuare con la Formula 1. Niente di fatto, ecco i supplementari. Primi e secondi. Sto già godendo per le emozioni che ci regaleranno i rigori. Esce Van Broncos: non respira più, c’era da immaginarselo. Dài Robben! Casino in area olandese, pugni, una rovesciata, il portiere salta a caso in varie direzioni, cross da sinistra, Iniesta

fucila il pallone in rete. Ma porca di quella grandissima… Finisce così, hanno vinto gli spocchiosi. Faccino deluso di Sneijderino e dei compagni arancioni. Spengo e vado a dormire. Dopo dieci minuti, al buio, squilla il telefono. È Robben e mi sta mandando affanculo.

La R ce om du a ta sta all pe ab r an ess c e co a Un re l c ic on red 12 Sa to it Lu rko co : gi glio rre oc zy nte he i ric sca nves 4- rà ev nd ti 4-2 uto al to . fon o. Da dallo do lla t co inta L’Or 13 n c n ea Lu ifre eri l av glio pro e bu reb fum sta be ati relle ssi me .

ab Picc ru hi Le zzes ati i ma i d ter ng ura rem an nte o ell u tat ate na i m gra han an 14 L di no ifes ug de rag ta lio lla gi zio Cin sca unt ne. em la o i Jam a Me 10 es . Sal rca Bo ta lli. i n l so d p nuo no er vo riu ma sci nc ti an 15 L a r za ug ac di lio Ac im f co ch nte 00 ola ondi ea n 7 m re : ve tato ila solo va R e eu c n lat hie zo ro. te. st B Str o d oss an i a i de o c nnu 1 bb he lla 6 L a f di re ug are m le lio ca ucch quo ric e te o u se na ne tro ta.

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Dottore! Dottore!

Se la fin a e O le f se ran ra F ne ge uri sa l’a e R reb ve os be sse se ro ar vis bit 17 te rat Lu di a R glio tut os All a ti ett 37 T i c i, 00 ele olo pe co ri. m rso ne lice . P nz er iat lor e oi 1 l più clie 8 Lu n rag te glio Ba giu non lot ell ng è ibi all i vu le. ’un ol e i la ver is tes sit criv ta à. er a p Spe si os ran 1 t 9 isc o, M do c Lug riv ora he lio erl tt m o a i vo ett lla rre a No bb rm e ale .

Certo che ultimamente nello sport, in Italia… ci vorrebbe un Dottore. Da juventino arrivo da un anno, diciamo, non positivissimo ed ero convinto che con la tanto desiderata fine del Campionato di calcio di Serie A e la finale di Champions League, andata ai nostri acerrimi nemici, il peggio fosse passato. E invece... Il disastroso periodo inizia il 5 di giugno, con le prove libere del Mugello di motociclismo: Valentino Rossi a un quarto d’ora dalla fine cade e si spezza la gamba. Tibia e perone della gamba destra. Ma porca… I medici dicono che deve rimanere fuori, minimo, 4/5 mesi! No! È l’unico italiano capace di farci gioire! Adesso Lorenzo vincerà il Mondiale, ho subito pensato. Lo spagnolo più antipatico del mondo! Mentre di lì a poco, per l’esattezza il giorno dopo, un altro spagnolo ma non antipatico, Nadal, si aggiudica la finale del Roland Garros e poi, un mese dopo,

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anche quella di Wimbledon, mentre in aprile si era aggiudicato gli Internazionali di Roma. In casa nostra! Senza contare che la nazionale di basket iberica è Campione d’Europa in carica così come i loro colleghi del pallone. Ammazza ‘sti spagnoli. Sta a vedere che l’unico spagnolo “perdente” ce lo abbiamo noi: Fernando Alonso! Vabbè. Inizia il Mondiale di calcio, non ero fiduciosissimo, diciamo così, avevo più di una perplessità sulla nostra squadra, come tanti credo, ma devo dire che abbiamo superato le più grigiee (non capisco perché il computer mi corregga grigiee mentre rosee me lo fa dire. Mah, sarà spagnolo anche chi si occupa della correzione automatica) aspettativeeee. Male, malissimo. Così così la prima con il Paraguay (anzi, diciamo che i guay, sono iniziati proprio dopo il para) e disastrose le altre due partite. L’unica cosa positiva è che ho trovato una squadra che sia riuscita a giocare peggio della mia Juventus. Mentre la Spagna vince meritatamente la Coppa del Mondo (e te pareva), facendo un bilancio del “nostro” campionato possiamo solo constatare che ogni italiano presente al Mondiale, con qualsiasi carica o incarico, ha fatto una brutta figura. Lippi come nostro CT, Capello idem con patate con gli inglesi (e quando dico “patate” non mi riferisco alle fidanzate di Terry e neanche a quelle patate che presumibilmente, da qui a poco, quando nessuno ne parlerà più, in una

po In ve It ri. al Si ia 8 c far erca mili e 8 no on mi 8 m i di lio ili ni on 20 di i d Lu gru i ri gl Pro pp cch io se im ip gu di on us er ica pe o tro le li. p lio er d È u ne it nc lG e icl olfo 2 oc d 1L ge onti el M ugli olo nu es o gi o: a sic e g lle o. ine rta co ti log i.

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Caldo africano Caldo africano.

Il picco era previsto per oggi, ed eccolo, inesorabile. Umidità cattolica, un’umidità che ti spinge sotto pelle il concetto di colpa originale, una versione climatica della Santa Inquisizione. Per sentirti così, qualcosa devi aver fatto. Immagino che la televisione consiglierà, come fa in questi casi, di mandare gli anziani a prendere il fresco nei supermercati: arte di arrangiarsi tutta italiana. Nei paesi civilizzati, come ad esempio in Canada, non credo che ai primi freddi consiglino di mandare gli anziani nelle pizzerie. Vivo quest’estate canicolare in casa, a fare il mammo. Ho un figlio di tredici mesi. Il mio amore! Mi avevano detto che l’arrivo di un bambino ti cambia la vita. Ma si tratta di un eufemismo, è come dire che l’arrivo di una bomba atomica cambia una città. Scherzi a parte, mio figlio è meraviglioso. Al mattino,

In un a u ospe n d se a pe ale m ssu rs i sa ale ona lane ng è da se ue sta ll’e , . T to qu em im iv 25 ev pe oca Lug an di id lio o l to en In a t di tit un ran do à sta sito s-f nar t o m pre tr e us e ion o s ist va ol e. ori to itic da co d un o è lla el fal mo vib lo d 26 gli rato i p Lug e d re iet lio ell , fo ra, ’H rse av om u o o E sat rec o tus .

In un è n parc ato o d un el v pa ero nd ne a: se s op arà era all 22 L i d eva ugl i P to io La om da fig igl gli l i ian a si d èl iB o. e h aur erl a r eat usc i a o do cevu in F ni ce to ilo nte la so 23 . C no fia Lug i p m co lio en ina n l Or se la od ac a he tag rà la mp e è lia Ge o a rle lm sa M al R nto ou ea il p ini ne rin l M os ho ad to. a f r lo ric ha id ch an ch , ied o; ie ev qua sto 24 L a a nd a ug un o e iuto lio Sa ra a u nto all n n i ’Int tal er ian o.

capiente insalatiera faranno compagnia al polpo Paul) e il nostro arbitro Rosetti con i suoi assistenti. Ci metterei dentro pure l’altro arbitro Massimo Busacca, svizzero, bravissimo fischietto accreditato per dirigere la finale ma inspiegabilmente rispedito nel Canton Ticino dopo aver arbitrato il Sudafrica, squadra di casa (secondo me dal nome hanno pensato fosse italiano). Vogliamo parlare del “tifoso invasore” fan di Cassano? Insomma, un disastro. Però, come si dice: cambierà il vento, eh! Guariremo! E oggi, 18 luglio, un primo segnale forte c’è stato: Il Dottore è arrivato! Valentino Rossi, alla faccia della prognosi di 4/5 mesi (degli altri dottori), dopo soli quaranta giorni (!!!) torna in sella alla sua moto e solo all’ultima curva si vede togliere da sotto i piedi, in Germania, il terzo gradino del podio che sarebbe stato strameritato! Incredibile! Non finirà mai di stupirci! Grazie Dottore! Ci hai fatto di nuovo emozionare! E Lorenzo? Lorenzo, per fortuna non ha vinto! Oggi è arrivato secondo! Ha vinto Pedrosa. Oddio un altro spagnolo?! Scusate, ora vado che ho la paella sul fuoco.

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quando lo cambio, guardo i suoi occhi e penso che sono la cosa più bella del mondo. Anche perché sono l’unico posto in cui non ha la cacca. Mio figlio, dieci chili di uranio arricchito, infinita energia, un solo obiettivo: suicidarsi in modo fantasioso. I bambini sono magici, t’insegnano la circolarità dell’esistenza: da piccolo passi tutto il tuo tempo a cercare di farti malissimo, e i parenti tutti dietro a impedirtelo. Da vecchio passi tutto il tempo a cercare di sopravvivere, coi parenti che cercano di eliminarti. Davanti a simili consapevolezze l’attualità passa un po’ in secondo piano, si capisce. Anche perché fioccano (verbo fresco nel caldo infernale) le notizie dell’estate, e sono notizie interlocutorie. Sulla Riviera Romagnola apre la gelateria per cani. Cinofili! Capisco e condivido l’odio per l’umanità; ma questa love story con i cani mi dà la nausea. Basta! Trombateveli e non parliamone più. Negli USA, storica svolta: Obama firma una legge grazie alla quale - ci assicura - non saranno più i poveri cittadini americani a pagare per le malefatte di Wall Street. Saranno i poveri cittadini del resto del mondo. In Italia invece, al supermercato, come mosse da una decisione unanime, migliaia di mozzarelle sono diventate azzurre. Vagli a spiegare che abbiamo perso i Mondiali. Napolitano si dice indignato per le squallide trame della politica, e Fini, tanto per fare del fresco, “ventila” la questione mora-

le. Ogni tanto bisogna tirarla fuori questa questione morale. Per farle prendere aria. “Questione morale” significa “il dovere per un politico di essere onesto”. In questa repubblica di leggi ad personam, leggi bavaglio, privilegi, simonìe, stragi impunite, mafia, camorra e ‘ndrangheta, un politico che parla di questione morale è come uno che si presenta a un’orgia vestito da Pierrot. Non per niente Fini è l’ultimo uomo di sinistra rimasto. A Castel Gandolfo, il Pontefice si getta anima e corpo nella stesura del suo terzo libro su Gesù, titolo provvisorio Gesù Contro Alien. I ricercatori scrivono al quotidiano La Repubblica, denunciando il dramma dei nostri migliori cervelli, bocciati ai concorsi per favorire imbecilli raccomandati e costretti a emigrare in Danimarca. Nessuno dedica una riga ai poveri imbecilli raccomandati danesi, costretti a emigrare da noi. Nel caldo nazista, un dubbio mi sgocciola lungo le sinapsi: non sarà che mio figlio fa il kamikaze perché legge i giornali?

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La Fia tv ai Vi n Se pro rbi du a. La rrà de il s 29 L cis erb ug ion os lio ed ter la i a zo mo b . o vio lire pre la sa dal 3 Em mo la 0 Lu erg lto RAI gli as en len è s o se za tam tat dia a ta Ne en a te. da w i r Yo ifiu rk ti: la 3 Gr 1 Lu an g de lio co Me l v la erm e.

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An co r ha a un f è g att a vo o l sa iusti il g ta B lut fic es os o a an tac si ffe do cio ttu dic co 27 os en l d Lug o a do ito li l c ch , p o La itt e oi ma ad è si ino il s fia me uo tra con dio t ba ro . r, r lla ist 50 ora 00 nti e 2 pa pizz 8 Lu ga er gli re ie: o il… si piz fa za .

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Italico borgo

Ch el si sea è s Cli po nto pre sata n so . Il 1 Mo bou Ago nic qu sto a L et ew l’ha ins ky .

Al centro di un borgo chiamato Italico esisteva una bellissima e ricca fontana costruita dai padri costituenti. Ma da quando era passato da quelle parti l’esercito della Padania Democratica Losca, la fontana si era ammalata. Tutte le mattine tossiva, brontolava, accusava, inveiva, non capiva. Il signor Volpe, sindaco di Borgo Italico, decise allora di convocare il Gran Consiglio degli Animali per cercare una soluzione al problema della fontana malata. Un giorno, presso la sala detta dei Mandati, arrivarono tutti i consiglieri più illustri del Borgo: l’economo signor Tasso, il generale dell’esercito signor Vipera e la maestra signora Gufa. Doveva esserci anche il maniscalco signor Cavallo, ma si era dissociato dal gruppo due giorni prima. Dopo un’accesa discussione, non aperta ai giornalisti, ognuno propose la sua cura per far guarire la fontana. Dopodiché il gruppo di esperti si recò al suo capezzale

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per sperimentare tutte le soluzioni trovate nella speranza di guarirla. Con loro grande stupore, quando giunsero nel prato della fontana, videro un accampamento abitato da stravaganti animali: una famiglia di cinghiali. Come tutti i cinghiali, avevano una fama non proprio entusiasmante. Antiche leggende tramandate dagli anziani di Borgo Italico narravano che i cinghiali erano pericolosi, emanavano un odore molto forte, scavavano profondissime buche al loro passaggio e, soprattutto, erano utili solo per lavorare nei campi a poco prezzo. A dire il vero i cinghiali lì giunti non facevano nulla di quanto narrato nelle antiche storie: erano pacifici, per niente aggressivi e nessun cinghiale, almeno quel giorno, scavava buche. Erano giunti da una terra lontana detta “Valle della Paura”, avevano valicato le montagne, combattuto contro i lupiacacciadicinghiali, guadato fiumi in piena e attraversato fittissimi boschi. Alla fine erano arrivati nei prati attorno al Borgo Italico e, visto che tutto sembrava bello, sereno e accogliente, avevano piantato le loro tende. Il sindaco, allarmato e preoccupato per la sicurezza del borgo, subito andò da papà Cinghiale per dirgli che dovevano andarsene, che lì non potevano stare, che davano fastidio alla fontana malata, che forse erano pericolosi per la popolazione, che portavano malattie. Che questo, che quello, che… che… che… e che cazzo! Poi i governanti del Borgo Italico iniziarono a modificare, cambiare,

La co Gelm a B nfer in os ire i vu si; la ol co lau e n i re l a 2 gli con ad Ago da sen ho sto ran so no no di rem 11 Alfa co 0 e no mp lod se rare o. mp vu re ol pia ciu . L’e e ti di i m to 3 A en re: gos ag mi to es so a t no roi s.. .

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se oy ou layb h t n P Pe

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Ci so no ch ser e l ie cin a Ro poss es ma ibi i. I v lità n d en ife ga sa ac 4 Ag Ra qui os t n s gra ieri tata o nd far da em àu ura na gli a. me Il tri reco pia rd ni, ma Us n d ain ei Bo 100 lt, È c si è 5 A ors in go o a fort sto ll’o una sp to ed . ale .

rivoluzionare l’antica fontana ma con scarsi risultati. Finché il nonno Cinghiale (che osservava da sinistra e nulla diceva) spazientito, rivolgendosi al sindaco, lo invitò a guardare un’antica iscrizione incisa sulla pietra alla base della fontana. Il sindaco guardò la scritta e fece notare a tutti che era in una lingua che nessun abitante di Borgo Italico era mai riuscito a tradurre. Allora il vecchio cinghiale, molto umilmente, fece notare che loro, i cinghiali, conoscevano perfettamente quella lingua, perché girando il mondo conoscevano parecchi dialetti. A quel punto il sindaco, seguito dagli esperti del Borgo Italico, si avvicinò al nonno ed esitando un poco (“Ci consenta...”) gli chiese se potesse tradurre la scritta. Nonno Cinghiale inforcò gli occhiali e con fare da esperto lesse: “Solo un lungo pelo di vecchio animale mi salverà dal mio male”. Poi, tranquillamente e silenziosamente (questa volta in presenza dei giornalisti) si strappò un lungo pelo dal culo e lentamente lo immerse nella fontana. Quando il pelo sfiorò l’acqua, l’Italica fontana emise una gigante, mastodontica, rumorosissima scorreggia che fece volare lontano, ma molto lontano (li stanno cercando ancora oggi), tutti i politici presenti quel giorno a Borgo Italico. Poi ricominciò a far zampillare silenziosamente le chiare, fresche e dolci acque. La fontana era guarita. E da allora anche i cinghiali vissero felici e contenti.

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L’ultima intercettazione La trascrizione dell’ultima telefonata tra Berlusconi e Fini, un amore politico fotografato (o meglio “registrato”) negli ultimi aneliti di vita.

8 agosto 2010, ore 11.32 SB: “Pronto?” VOCE NASALE: “Risponde la segreteria telefonica della famiglia Fini, non siamo in casa. Potete lasciare un messaggio dopo il segnale acustico… biiiiiiiiiiiiiiiiiip”. SB: “Gianfranco? Pronto?” VOCE NASALE: “Mi sembra di essere stato chiaro: ho detto che non siamo in casa. Lasciate un mess…”

Rit rov ate bo in fo tt n Gli iglie do a sco di l m pri cha are tor m i: “ pag 6 Ci ne Ag sia d os sb mo el 1 to ron p 78 za resi 0. ep un oc a ale ”.

Settimana 31

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SB: “Cribbio Gianfranco, so che sei lì! Rispondi… (affettuoso) dai, Gianfri”. GF: “Uff, e va bene, dimmi…” SB: “Oooh! Finalmente… come stai, Gianfri?” GF: “Bene…perché mi chiami?” SB: “Perché ti chiamo? Ah sì, non trovo più L’Amore e il Potere, una di quelle boiate che scrive il Bruno, allora mi son detto: stai a vedere che l’ho prestato al Gianfri… cià, fammelo chiamare”. GF: “No, io non ce l’ho. E mi chiami per questo? Poi cosa diavolo te ne fai di un libro di Vespa?” SB: “Lo sai che il Bruno è uno scrittore di spessore e io c’ho una poltrona che traballa… la tua! AHAHAH!” GF: “Molto spiritoso…” SB: “Dài che scherzo!” GF: “Chiama il TUO Umberto, forse l’hai prestato a lui. No, a lui probabilmente l’hai regalato”. SB: “Ma dai Gianfri! Secondo te mi metto a regalare i libri all’Umberto? Sarebbe come donare un profilattico a Rosy Bindi! AHAHAH!” GF: “…” SB: “Sei geloso dell’Umberto?! Lo sai che tu per me vieni prima, la pre-

cedenza si dà sempre a chi arriva da destra! Ahahah!” GF: “Sì, sì, molto divertente. Scusa ma adesso ho da fare, ciao”. SB: “Aspetta! Gianfri, cercavo di sdrammatizzare, lo sai che sono un burlone! Piuttosto, volevo dirti che a Ferragosto organizzo una grigliata. Ci saranno l’Apicella, il Bonaiuti, lo Schifani, insomma tutti quanti. La spesa la fa il Tremonti, così al massimo spende uno scudo! (ride) Viene anche il Bertolaso! Mi ha detto: «Arrivo con l’elicottero della Protezione Civile così mentre atterro ravvivo la carbonella». E io gli faccio: «Chissà che belle fiamme… l’importante è che non siano gialle!» AHAHAHAH! Ah, le ragazze le porta il Moccia, non so se mi spiego (ride), manca solo la Brambilla perché approfitta dei due giorni di ferie per rifarsi la tinta. Dài vieni, andiamo in un posto tranquillo: al parco del Gran Paradiso”. GF: “Al Gran Paradiso non si possono accendere fuochi”. SB: “Anche tu! Me l’hanno già detto, ma ho parlato col Ghedini che ha parlato con l’Angelino e mi hanno preparato un bel Decreto: nessuno può accendere fuochi tranne le alte cariche dello Stato. Giorgio non lo sa ancora, ma figurati se non lo firma! Se rompe le balle gli dico di passare sul tardi a mangiare l’anguria”. GF: “Mah, credo che a Ferragosto starò a casa a leggere il giornale, magari il TUO Giornale”.

Pu tin ha in visto un in a se loca segr gre lit et o La ti ru à se , no ssi gre 8 tiz es ta, Ag ia pu g os è s lsi li a to u t da ge utt gli nti i i US gio A. rn ali .

”.

ric A ov dr er ia dis ato no C tur all’ ele bi osp nt ga ed ano str al ici e d :“ i

Sa 7 Ag nre os mo to pe r

n n u aco i za om rez lo st a a c el Un … n o gn pu

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Il c uo c ès od tat i Bi oc nL rec ond aden lus ann ion ato 9 e: a Ag la 14 os so sua an to no sp ni i b eci di om ali bo tà lon i.

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SB: “… non dirmi che te la sei presa! Sai com’è il Vittorio, ha pronto uno scandalo per tutti e, chissà perché, ogni tanto ne tira fuori uno. Pensa che mi ha detto che c’ha pronto uno scandalo anche per… come si chiama? Ah sì, anche per il Bondi. Cosa potrà mai aver fatto il Bondi?! Al limite avrà saltato la fila alla posta. Dai cià, gli parlo io al Feltri. Non so, posso dirgli: «O chiedi scusa al Gianfri o ti mando con il Signorini a fare gli scoop sulla cellulite di Mara Venier!» (ride) Va bene? Gianfri, ma sei arrabbiato veramente?” GF: “Non sono arrabbiato”. SB: “Sicuro? Ti sento abbattuto. Hai lo stesso umore di Emilio quando non gli permetto di accoppiarmi i calzini. Sei sicuro che stai bene?” GF: “Se ti ho detto che sto bene, sto bene. Lo sai che dico sempre quello che penso”. SB: “Lo so! E non dovresti!” GF: “Ah sì? In che senso?” SB: “Ehm, nel senso che mi fa piacere che stai bene, perché io invece non sto bene per niente”. GF: “Se è per questo è da anni che ti vedo… un po’ tirato”. SB: “Cosa fai, sfotti?” GF: “Noooo! Ma cosa ti sei messo in testa?!” SB: “Allora sfotti veramente! Bella riconoscenza! Io ti chiamo per fare

pace e tu mi prendi in giro. (affettuoso) Dai Gianfri, vuoi sapere perché ti ho chiamato? Perché mi manchi, mi manca il tuo sguardo affettuoso, mi manca il tuo sorriso, mi manca la faccia tosta con cui hai appoggiato senza fiatare un sacco di leggi indecenti: il lodo Alfano, il legittimo sospetto, il processo breve, il falso in bilancio. Quando sono triste guardo le foto di quelle votazioni e mi commuovo… che bei momenti! Ti ricordi la legge sulle frequenze televisive? Ma sì, quando mi hai detto: «La facciamo firmare a Gasparri tanto non capisce un xxzzo!» Abbiamo riso tanto che siamo caduti dal lettone di Putin! Ricordi? Gianfri, ci sei?” GF: “Sì, ma…” SB: “Gianfri, cos’è successo? Non sei più lo stesso! Cos’è cambiato? Gianfri, tu hai un altro! Dimmi la verità, ti stai mettendo nei Casini!” GF: “Ma cosa dici?! Adesso fai anche i giochi di parole, la realtà è che…” SB: “Gianfri, ricominciamo da capo! Ricordi quando ci siamo conosciuti? Era il ’93, tu volevi fare il sindaco di Roma e quando ho dichiarato che facevo il tifo per te è stato come se avessi fatto esplodere una bomba! Ricordi come ti chiamavo?” GF: “Sì, Faccetta Nera. Ma ascolta…” SB: “E tu come mi chiamavi? Mammolo? Mmm… Pisolo? No, no…” GF: “Subdolo”.

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Do po l ec a mo co zz la are mo lla zza bl u Or rella , a l a 11 a p pu Ag si rogn ntin osto tra os i ro tta i è ss di ce i. mo rta rbi : llo . Fe rra go va sto ria co Su bile n te Mo sia mp nte al o cit No 12 ori rd o t ch Ago ire e a sto rà l S un ud bru a g . tta ran ari a.

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L’e ing x p r so lese imo lo G m 32 ord in co on istr ac pie Bro o qu de w 10 ist l s n ato uo ha Ago tut lib ven sto ti ro: du i s l’h to uo an ie n let o tor i.

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SB: “Ah sì! (ride) e ti ricordi la nostra canzone?” GF: “Sì, «Nessuno Mi Può Giudicare». Ascolta Silvio…” SB: “Ideona! Facciamoci una settimana io e te da soli. Affittiamo una villa. Sì, affittiamo una villa a Montecarlo!” GF: “…” SB: “Xxzzo, scusa la gaffe. Beh, anche a Nizza va bene…” GF: “Lascia stare…” SB: “Gianfranco, noi siamo fatti l’uno per l’altro. Ti ricordi la Casa delle Libertà, gli ideali cattolici, i sacri valori della Famiglia? Ma perché l’abbiamo chiamata Casa delle Libertà?” GF: “Perché eravamo tutti divorziati”. SB: “E puttanieri (ride). E poi insieme abbiamo fondato il Partito della Libertà! Il partito dell’amore! Gianfri, l’amore! E invece stiamo litigando!” GF: “Sì, ma il problema è un altro…” SB: “Gianfranco, come puoi cancellare tutte le porcate che abbiamo architettato insieme?! Io ho fatto di tutto per mantenere viva la nostra relazione! Credi che sia stato facile organizzare la bufala dell’aggressione in piazza Duomo? Sono persino arrivato a dire che in tre anni sconfiggerò il cancro. Secondo te perché ho detto una stronzata simile?! L’ho fatto per noi! E tu come mi ripaghi? Mi vai a parlare di legalità, di interesse per i cittadini e per

il Paese. Ma quale legalità!? Io già sulle navi da crociera rubavo le mance al Confalonieri! Con quali soldi credi che abbia tirato su Milano Due?! E poi che xxzzo ce n’è mai fregato a noi del Paese?! E che xxzzo ce n’è mai fregato dei cittadini?! A parte quelli con la minigonna e la quinta di reggiseno… ma senza la sorpresa, non siamo mica culattoni comunisti! AHAHAHAH!” GF: “Silvio, l’Italia è una cosa seria!” SB: “MUAHAHAHAHAH!” GF: “…” SB: “Ah, non era una battuta? Scusa, pensavo che…” GF: “C’è una cosa che non posso accettare: tu sei convinto che l’Italia sia solo tua…” SB: “E allora?!” GF: “Silvio, io non posso più assecondarti, il tuo modo di pensare e di comportarti è contro i miei principi, veramente, non me la sento più! Tu devi capire che l’Italia non può essere solo tua. L’Italia… deve essere anche mia!” SB: “…” GF: “Se sei d’accordo su questo facciamo pace. Silvio, ci sei?” SB: “Non… i… ento… iù… tu mi… enti? Non... è… iù… ampo… ao… ao… ao…”

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Ar no ld Sc h tor wa r n go a a zene ve l c g rn ine ge ato m r re a. de Il s 14 A lla uo go Ca ru sto lifo olo La fig rn d l ter ia è i vu ia d mi … le ole i Ra na tor co pr ul pp om Ca . ie uo str ga ve o y. re L’i u 15 mp na Ag ort leg ost o pa ante ge p rtn è er er ch sia e i fid l el.

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inc Ge far rimi orge à u na M n d to p ich isc er ael o i po n c ss 13 op ess Ag pia o d os co i dr to n M og org a: an .

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Le ferie son demodé

Qu e int st’an ern no az la ion co ale nv de enti i m on ec ca 16 nic A go i Pe si te sto rù, rrà a L in im a. Te rre mo to Or alle a s Eo i te lie. me pe 17 A r l go e T st rem o iti.

Ferragosto si passa in città. Perché si dice che ormai le vacanze non siano più di moda e perché c’è la crisi. Così, per essere al passo con i tempi, me ne sto qua vestito Armani in compagnia di due casse di Jägermeister, che si dice sia la birra del 2010. Tempo tre giorni e il mio fegato è andato a escort. Beato lui, io non son riuscito a trovarne manco mezza. Sono in ferie pure quelle. Ma mica c’era la crisi? Com’è che tutti si lamentano che non hanno soldi e poi si fanno tre o quattro settimane di vacanza? Oh, non c’è a casa N-E-S-S-U-N-O. Nemmeno gli extracomunitari: i senegalesi son tornati in Senegal, i cinesi in Cina e i cingalesi… ma dove cazzo tornano i cingalesi?!? In Cingalia?!? In realtà qualcuno che rimane in città c’è. E sbrocca pure per il caldo. Come quella ragazza di Pesaro offesa da una coppia gay che si baciava

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in pubblico. A ben guardare, da quello che raccontano i giornali, alla fine sono rimasti più offesi i due ragazzi. Sì, offesi dai pugni e dai calci degli amici di questa principessina con la puzza sotto al naso. Ma poi non lo sa che, per le ragazze, la moda del momento è mettere su Facebook foto in cui ci si sbaciucchia con le amiche? La bisessualità, almeno sui social network, è una cosa fashion. Non posso credere che questa tizia non abbia sul suo profilo almeno una foto in cui limona duro con una persona dello stesso sesso. Essere anticonformisti è cool, attira un sacco di “like” e di commenti, aumenta la popolarità mediatica e aiuta a diventare delle stelline del Web. Poi spegni il computer, ti fai aiutare da un famigliare, munito di piede di porco, per scrostarti dalla poltrona che dopo otto ore di intenso social networking estivo ha praticamente fagocitato il tuo corpo; quindi esci per strada e aggredisci chi è minimamente diverso da te. Ma il caldo fa scordare le cose e piccole sviste del genere sono assolutamente comprensibili e giustificabili. Il problema è che le dimenticanze, quando il sole picchia duro e le città sono deserte, si fanno piuttosto frequenti. E così il buon Claudio Scajola, in questi giorni impegnato nello sviluppo dell’Associazione Cristoforo Colombo, nome che a detta dell’ex ministro vuole essere “Una metafora del cammino verso un nuovo modello sociale e politico che si colloca al

Il fi sco ha ya ind ch ag t d ato i infi Vasc sullo sch o R ia os 18 se to e si; lu Ago mp co i s re: nti se n to va nua e è e a al m com go ass e nfi im ev o ele .

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sospensione del processo penale per le alte cariche dello Stato, o ancora il processo breve, sono tutti provvedimenti che guardano al bene del Paese. Come dubitare della sua buona fede? Qualsiasi onesto cittadino ha il diritto di possedere reti televisive, società off shore e processi penali in atto, no? Triste ammetterlo, ma la legalità è passata di moda, o forse è solo in vacanza e ha smarrito la via di casa.

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Em oz de iona l t Ca la fi o pe gn gli r l ott a T a v o h an itt a r ia a oria ive gli lat Eu 21 o: rop A “M ei gos i è , G to tuf ven iorgi fo ut o al o u cu n ore ”.

termine della lunga transizione italiana: un nuovo mondo fatto di uno Stato e di una società più dinamici, aperti, liberi, europei”, non ricorda che quel volpone di Colombo aveva raggiunto l’America convinto di essere arrivato in India. Oh, vuoi vedere che cercando di portarci verso uno stato aperto e liberale, questi ci fanno cadere al livello di uno statucolo governato dal dittatore del Bananas. No dài, questo è praticamente impossibile. Restando in tema di metafore, è un po’ come se Colombo fosse rimasto a Genova. Da uno che, senza accorgersene, si ritrova appartamenti nel centro di Roma al prezzo di un monolocale a Caprarola, qualche imprecisione è anche lecito aspettarsela. Lui è fatto così, è un po’ sbadato. Tra l’altro fra libertà e dittatura sembra esserci una differenza davvero molto, molto sottile. O forse siamo noi che non capiamo. E quando un premier diversamente alto - di cui però non farò il nome per rispetto della privacy - di una repubblica democratica fondata sul lavoro e confinante con Francia, Svizzera, Austria e Slovenia, dichiara che: “Una mobilitazione permanente è necessaria per contrastare i disfattismi e i personalismi di chi antepone i propri particolari interessi al bene di tutti, al bene del Paese”, ci sfugge che l’abolizione del falso in bilancio, il condono fiscale, l’introduzione di una norma ad hoc per consentire a una sua rete televisiva di trasmettere in digitale, la

Bu rge r pa King ma nin lan xi o p cia an izz il ch a a m e u lt ax nb o1 i ido 5 cm 20 ne . Ago di Nel sto Cit m ros en od ù ina .

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Il s Ale inda ma co d Pe nno i Ro rp ,v m rot uo a, es le ta tas 19 è s sa Ag t re o co ato i co sto rte ind rt o d et ei. i p to u rot n es ta.

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Il gran divieto

pa Lo rch ju liti egg ven ga ia tin co la F o A n i er m C ra au ora arab ri in ri è i inie div 22 tal ri iet Ag ian ch o d os o a e lo i s to tut mu osta ti lta , Po gli n liti eff o: La ca ett Le e i i. ga m m vu ig es ol c raz pu am io lsi b ne on ia . i r se , ma e le 23 nti p re Ag re rim go os il p a le to are Bo del re ssi le di vuo Bla l tte r.

Gli iPad vanno via come il pane. Di più, pare se ne venda uno al minuto. Un ritmo che la mia panettiera non riesce a tenere con le michette. Del resto l’iPad è bello, è nuovo, è trendy. E fa meno ingrassare di un francesino. Perché si sa, la linea è tutto. Cosa, peraltro, ignorata dalla Apple che al magico manufatto non ha installato la capacità di telefonare. Pertanto: non è un cellulare, non è un tablet e non è un computer. Dopo che hai tirato fuori il grano per accalappiartelo, scopri che questo maritozzo traslucido è un di più. E questo sarebbe il meno. Se non che salverebbe l’editoria! Diamine, una notizia golosa per le sensibili orecchie di un editore. E difatti in un batter d’ali torno a rimirare la prodigiosa maxigalletta con occhi nuovi, stillanti lacrime di speranza. Faccio un passo indietro per far meglio comprendere al sagace lettore di queste pagine

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quale impatto possa produrre sulla psiche di un editore la locuzione “Capace di salvare l’editoria”. In Italia circa 5.000 editori scaricano oltre 65.000 titoli l’anno sugli scaffali delle librerie. 180 in un giorno. 7 al minuto. Un quantitativo di carta in grado di mandare in tilt l’inceneritore di Brescia se l’Italia fosse una nazione di lettori. Ma per lo stesso motivo è evidente che l’italiano è un popolo di grafomani e non ha tempo per leggere: trova a malapena il tempo di posare la penna. Ciò detto, è inevitabile una certa inclinazione dell’editore italiano verso il trascendente. Come idolatrare l’ultima creazione di Cupertino, nella speranza che sia finalmente questa a risollevare le sorti di un mercato sempre più deplesso (ovvero sia, depresso e complesso). Prendo dunque l’iPad, questo ennesimo Santo Graal capace di trasformare anche il più pulcioso editore indipendente dagli utili in un novello Giulio Einaudi, e lo provo. Inizio a leggere un quotidiano elettronico e, in effetti, rimango folgorato. La sensazione è surreale e addirittura incide sulla percezione stessa delle notizie lette. L’esperienza tattile di sfogliarlo con il touchscreen ha un che di perversamente glam, capace di addolcire e trasfigurare qualsiasi cronaca. Prendiamo ad esempio la notizia del ritiro dei soldati USA dall’Iraq: tardivo e denso di recriminazioni se letto su volgare carta, su iPad acquista tono e colore e un che di patriottico e

La reg me ina tte d’I n qu le s ghi ell ue lte 3.0 e de fot rra 00 lle o s .00 pa u I 24 A 0 d rat nte go i p e u rne sto ers ffi t: on cial per et ic ag irca ga te. ..

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Gia Pri nna m N ma a se ann d m in att opo brav i è in es un a ci a d a “B nta i u “N ello . na ot e 2 “M te M Im 5 A era ag po gos vig ica ssib to lio ”, o ile sa ra ”, Cre è atu in ra” .

marziale; la dichiarazione del ladro di Villa Berlusconi alla sua cattura: “Il cancello era aperto. Sono entrato”, ingabbiata su cellulosa perde decisamente mordente, mentre diventa splendidamente allegorica quando si staglia gagliarda da uno splendente LCD. Lette attraverso gli ipnotici pixel del cibernetico orpello, i fatti si trasformano in esilaranti gag. Sia lo sfizioso ritardo del volo Roma – Palermo per un litigio tra il pilota e il nipote di Celentano, che l’altrimenti avvilente notizia dell’assessore lombardo all’Ambiente “accessoriato” di villa abusiva. Un titolo come “Taxi fermi per escrementi di uccelli” potrebbe scappare tra le pieghe materiche di un giornale “vero”, ma sullo schermo pulsa di vita propria. Solo una notizia, a ben vedere, sembra subire un percorso inverso. Da drammatica con venature grottesche su carta, diventa addirittura sinistra se letta sul nostro nuovo giocattolo tecnologico: “Dopo la scia di tragici lutti verificatasi dall’inizio dell’anno a iPad-city, la più grande catena di montaggio della Terra, Terry Gou, il boss della casa madre taiwanese Foxconn, tenta di porvi un freno. I 420.000 operai di Shenzen sono costretti a firmare un documento, con un’unica clausola: il «divieto di suicidarsi»”. Se mai l’editore verrà salvato dall’iPad, insomma, ancora una volta, avrà ben poco di cui rallegrarsi.

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Diario di una

mamma pugliese

vacanziera

Caro diario e cari lettori eccomi di nuovo qua, che ero stata alle ferie e non c’ero. Appena sono arrivata ho saputo di quei poveri minatori intrappolati nel sottosuolo e non ne usciranno che tra cinque mesi. Mio marito purtroppo non ha mai fatto il minatore e quindi me lo sono tenuto nel soprasuolo sempre. Non dico che sarebbe dovuto starci cinque mesi ma anche solo qualche giorno, tanto per respirare un po’. Io intendo. Stavo dicendo che sono stata alle ferie ma in realtà sono stata impegnata solo in una fantastica gita. L’altro mese mi è arrivato un deplià che inneggiava a un bellissimo tour con le pentole. Non che me ne sono partita già da casa con le pentole, bensì le avrei trovate sul luogo. Il luogo meraviglioso e di sogno chiamavasi Gardalà, inserito in quello che si può definire nord. Sul deplià si diceva: “Alberobello -

Be r da gam l b o. alc Ba on mb e, in il p o c ad ad re e lo 2 p oi pren 6 Ag Lo ve co de os rre a to sto e f l vo ry a m lo t r Fa a F eta cch ra . A ine nce lui tt sc ba i e o tte Ale 2 for ssi 7 Ag te a M os fo ar to a l rte i cuzz ei l c i. l’in uo tes re; tin o.

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Gardalà 12 euri tutto compreso, tranne l’autista del pullman”. E dopo un tira e molla massacrante con mio marito, son riuscita a convincerlo! Avrebbe guidato lui, anche perché era il più giovane della compagnia. L’unico problema è che a mio marito alla guida ci viene sonno e quindi solo per l’andata ci abbiamo messo una settimana sana sana, perché si fermava ogni due autogrill a dormire un poco. Eravamo un bel gruppo di allegroni, cantavamo a crepapelle le canzoni di Toto Cutugno e tanta era la foga, che un signore sull’acuto di “Un italiano vero!!!”, si è alzato in piedi e ha battuto una cornata sul portabagagli, che è rimasto tramortito fino a Verona. Quando si è risvegliato era convinto di essere una gallina, così gli abbiamo tirato il collo e l’abbiamo messo nella borsa frigo. Seduto dietro di me c’era il nostro vicino di casa, dico c’era perché durante il viaggio è passato a miglior vita. Solo perché gli abbiamo fatto uno scherzo: è sceso in una piazzola per fare un po’ d’acqua e mio marito ha fatto finta di ripartire. Quello ci ha rincorso intanto che mio marito faceva retromarcia… Vabbuò, tanto era già anziano e di qualcosa doveva pur morire! Un gruppo di vecchietti invece, si è fatto prendere dal vandalismo e ha voluto lanciare un sasso sopra il cavalcavia dal pullman in corsa. Oddio corsa, diciamo camminata! Che mio marito andava talmente piano, che il sasso è stato lanciato dal finestrino davan-

ti e ha sfondato il vetro dietro, colpendo una signora sulla faccia! Lei però è rimasta contenta perché avrebbe sempre voluto rifarsi il naso e non aveva mai trovato il coraggio. Altri due nonnetti ce li siamo persi in tangenziale, perché avevano fatto amicizia con due signorine col fuoco davanti, che facevano il barbechiù. Queste qua urlavano ai nonnetti: “Ragazziii! Abbiamo bisogno delle vostre salcicceee!!!” Mi è sembrato strano che i nonnetti si erano portati il mangiare da casa, perché era compreso nei 12 euri. E queste qua insistevano, anzi chiamavano pure a mio marito. A Tonino ci ho detto: “Fai attenzione che chissà quale carne ti danno, ancora ti intossichi!” Così mi sono affacciata e ho urlato: “Grazie tante dell’invito, signorine, ma noi ci fidiamo solo del nostro macellaio!” Queste qua hanno iniziato a ridere come le pazze. Non avessi visto coi miei occhi che facevano il barbechiù, avrei detto che erano due battone! Quando finalmente siamo arrivati a Gardalà, c’erano tre racchie della ditta delle pentole, che ci hanno detto che se non compravamo tutta la batteria, non ci facevano entrare nel luogo di sogno che era il parco giochi. Dentro lo scatolone c’erano: una pentola con la pressione di Agostina, una padella antiadiacente, un golapasta, due presine a forma di cappasanta, un mescolo di mogano, due grembiuli satirici con il cesso a mio marito e a me con lo sciacquone. E tutto que-

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Br un oV Sa esp nre a f mo ors : il e a ne o- 30 pre Ag se ost nta o tor e.

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Va ch sco Mo e, s Ros nd e V si p ial ale ro e c n me o tin tt pia n la o do e zza Du ve 28 . M cat sse Ag a n i, si vin osto o s c Do co n av pog ere po n g e lie il la li s va s rà i di ver tup m n sio efa esso ne ce ter nti za ? pe età ns aa , Ma 29 ria Ag de osto Fil ipp i .

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Assenso al Dissenso A proposito di Schifani. Dura contestazione alla festa del PD nei confronti del presidente del Senato. Senza voler entrare nel merito politico (ma con tutta la gente che si poteva invitare...), il fatto che si consideri un atto eversivo la contestazione mi lascia sbigottito e incredulo. Siamo dei maleducati. Per un uomo delle istituzioni non è facile trovare il tempo per un confronto, tra appuntamenti con le amiche di Tarantini (le ragazze della Opel) e festini vari. E poi le persone si sono riunite liberamente, rovinando tra l’altro una clac precostituita. Certe cose devono essere ben organizzate: una settimana prima era stato affittato un pulmann di dissidenti, con tanto di Mastrota con set di pentole al seguito. A proposito di Fini e della casa a Montecarlo, di Scajola e della casa al Colosseo e degli appalti immobiliari della cosiddetta P3:

te ple tri

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.

Inc ide di nte Ba au l t av otel omo ev li i bi a c n lis hie Ing tico sto hilt di erra 31 sta . M Ag o r ma e su anci sto so lla ni g lo de li in str ca a, mp o.

sto ben di Dio a soli 1300 euri! Che affarone! Abbiamo comprato tutto, abbiamo lasciato i nostri acquisti sul pullman e siamo entrati. Appena dentro al paradiso, me ne sono andata subito nel trenino dell’amore, per vedere se me ne uscivo con un nuovo marito, ma niente da fare. Quello della giostra mi ha consigliato di provare con il castello dell’orrore, che forse un mostro me lo potevo portare a casa. Vedi che c’è della gente maleducata al mondo, più di mio marito! Poi per consolarmi mi sono scofanata un chilo di zucchero filato e sette croccanti di mandorle e mi son cariata tutti i morali. Questa gita me la ricorderò sempre, anche perché all’uscita le racchie erano scappate col pullman col ben di Dio e coi nostri soldi, e il mio dentista quando son tornata mi ha accolto con la banda del paese! Vedi che alle volte restarsene alla propria casa è più da persone intelligenti.

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Un au ng ele here t s Tra ta M e di i g iss 15 iur Ch an ati iru ni go rgia 1 S mm Es ett ist teti emb i e ca re Ro Ma ca 201 on nch rro 0 ey es zzi . av ter eri reb U . de be nite lle fa d. es tto 2 S co se et rt: ss te ha o a mb fat tre re to c on

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più che Casa delle Libertà il centrodestra si dovrebbe chiamare la Libertà di farsi Casa. Tutto questo ha il vantaggio che il cittadino sa già dove andare per contestare i suoi rappresentanti. Lì o nelle case chiuse, ovviamente. A proposito di contestazione. I TG hanno dovuto togliere spazio a servizi su cani abbandonati e temperature inaccettabili per dare voce alle difese di Fassino nei confronti del presidente del Senato: proprio ora che si apprestava ad arrivare un anticiclone su tutta la penisola. E nessuno - NESSUNO - ha raccolto il dubbio che quella rimostranza sollevava: in fondo che può aver fatto la seconda carica più importante dello Stato? Mah, è solo coinvolto in alcuni procedimenti per mafia. Non una domanda, non una notizia. Ma si sa, nella terra dei cachi chiedere a un giornalista di fare una domanda è come invitare un celiaco a mangiare un piatto di pasta. E poi quante storie, dài... le inchieste erano soltanto tre. Certo che è assurdo che questi cittadini pretendano pure dei chiarimenti. Tse, ma chi si credono di essere?! C’è da dire che la classe politica è abituata ad avere il fiato sul collo, soprattutto da parte di alcune ragazze compiacenti! Le reazioni del mondo politico non si sono fatte attendere: tutti si sono dichiarati solidali con il presidente del Senato. Anche quelle del popolo: tutti solidali con i setter del canile di Bari che vedono spostata a data da destinarsi la messa in onda del

loro servizio. Certo che l’arroganza dei cittadini è inaccettabile, loro sono gli “eletti”. Anni di educazione buttati nel cesso, quando da piccoli ci hanno insegnato a ubbidire: fai questo, non fare quello, comportati così. Ah, se ci vedesse nostra nonna! Ora davvero vorreste che di colpo tornasse di moda l’uomo retto? Ma si sta così bene piegati... sì, a 90°. Si fa un gran parlare di libertà, soprattutto in politica, e appena uno si permette di chiedere lumi ecco che scatta l’“Attacco alla Democrazia”. Il contestatore dovrebbe ricordarsi che è sì libero, ma dentro un recinto. Questo è il “loro” concetto di democrazia. Quindi via il sonoro ai contestatori e diamo ai politici, insieme a quei pochi vantaggi che già possiedono, il tasto che consenta di metterci in mute. In ultima analisi ricordate che quando vi chiedono: “Come va?”, l’unica risposta possibile è: “Tutto bene”.

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In Am tro eric va a s ti on re o di sti u sta un m ti 5 o a pro sq ni n Set pe ualo ello tem nd . I s br Fe on pi tom e sta op ùo a de er tti co l Pin mis fum Bo PD oc ti a n og an To ch io. en ni rin all o. è s o. e f Pe ta 6 es r M to Set te ar co te PD on lpi mb de i ch to d re ve i p a u tes pres arte n se en cipa ra ta de re l t la ifo so .

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L’I n più ghilt il t erra èi n n p on atr pro ia. du mi Alle rrà 3 nu 17 Se to è tte di pr m Le rac ev bre es co isto ibi gli u zio me n pia Mir ni d nto a ciu be i F . te llo ini mo e a lto da 4 Se : a Me tte nta mb na re s pa ssa av ono to reb il t be urn o.

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144 A all llarm aT e orr bo eE m iffe ba pe l. Is 9 Se r p pe tte ian zio mb o, ni re Go I ve co pia ve sc n c no o rn v o i alm Pe su crit a. r l l p ica a C es n o c Sta EI, i her il 1 to l co ecc 0 S fa m io ett ac po m em qu rta itra br a d m gl e a t ent iato utt o d . e l el e p lo art i.

Be r nu lusc ov on ia ih fat cqui a de ti sti tto pe d c r m el he oti Mila i 7 vi n Se pro poli non ttem ssi tici; so br mi lo no e ac sa sta qu ra ti ist nn i fi o i nia Bo ni. ssi ha p r ch ern ivol e s ac to uc chi un ce a a a 8 do i no gio Sett a c rna em hi list bre be i; c v o da e tro se ll’a pp mp o oll a.

Settimana 37 Settimana 37

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Motore...

azione!

La decisione è stata presa: andiamo a vi-

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Ca pri , tra riss a a co per in P llie iti ia r, b vi e zze rac st tta: cia uzz 15 li e ich Set co ini s tem lla on br ne v e di ola pe ti rle ...

ha di dich inc av ia om er rat Do pat lasc o 14 vre ibil iat Se bb ità o il ttem e p co M b as n B ilan re sa er p re lus er di al B con Ca olo i. sin gn ie a Fin i.

Le on ard o

Re v de ocat ib o en lo zin sci ai, ope ch ro e 1 pis han 1 Set tol no tem e n rip br ell ost e An ep o ton om le ell pe aC . ai le su ric oi i t for orn ne a 1 ll 2 all i in T Sett un V em ga e p br nd ia e Pe o i ng r tut Bo l b e, rod ti ssi lad gl o. ri. i zi Il n ng uo ari vo so slo no 1 ga 3 S n d et e te “R lla L mbre om eg lad a è: ron !”

vere assieme, per sempre, per tutta la vita, per il tempo che verrà e ci ameremo e rispetteremo e divertiremo finché l’arredamento non ci dividerà. Amen! Aspetta un attimo, facciamo un passo indietro che ci permetta di capire esattamente come comportarci. Allora, chiami un regista e ti metti a registrare tutte le scene, anche quelle al telefono, così che si possano rivedere gli errori - che il più delle volte non sono i tuoi - ma è meglio che lo dica un esperto del settore, quello che di sceneggiature scritte bene se ne intende: “Stooop! Non così! I toni di lui sono sbagliati e lei dovrebbe avere un atteggiamento diverso nel fare quel tipo di richiesta. Daccapo: motore e azione”. Ovviamente questo succede solo nei film. Nella vita reale devi far quadrare i conti, pagare le bollette, ricaricare il telefono, scegliere i 3x2 al supermercato,

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disfazione te la togli chiamandolo. Posizione eretta, sopracciglio alzato, carica, carichissima. Squilla libero: “Pron...”. “Vorrei informarti che hai sbagliato tutto, come al solito sei stato superficiale, del resto non potevo aspettarmi altro da te. Ora come facciamo? Ci lasciamo? Buttiamo giù un muro? Cambiamo casa?” “Ma sei sicura? Guarda che ci dev’essere un errore”. “Cooooosa?” Dopo aver inveito tumultuosamente contro di lui, ecco la soluzione, la risposta ai problemi, la grande possibilità, l’enigma risolto: dal corridoio arriva lui, Michele, con il volto coperto dalla vergogna e la loquela ingarbugliata: “Signora, mi dovete perdonare ma mi ha preso un po’ d’agitazione di questi giorni a casa mia, che mi sono invertito la bolla sua con quella della consegna successiva. Non tenete un armadio a battenti ma un armadio con ante scorrevoli, a Foggia questi sono stati giorni di paura, abbiamo avuto il terremoto e sono un po’ confuso. Ma abbiamo risolto, no?” Il sangue torna a scorrere nelle vene, il sole ritorna a splendere e improvvisamente ti senti innamorata come il primo giorno, e già pensi a come riempire la tua parte di armadio, a come piegare i maglioni ma soprattutto a come farti perdonare! Michele monta l’armadio e tu scatti foto col telefonino per rendere partecipe il tuo principe azzurro. Ti metti davanti all’armadio e coinvolgi pure Michele che fuma e mette viti. Poi squilla il telefono, devi prendere appuntamento per la consegna

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Po l Ad emic ro. he D s ha opo ulla so i s scu sti im ol tui bo a to li l di 1 il b eg 8 S us his ett co ti, i em n u l s bre n c ind arr aco oc cio Do po . la le cla ult sse im e po arbi pol lve tra em re. le ich In ital e 1 arr ian 9 S ivo a è ett By fin emb ron ita re Mo nel ren la o…

risparmiare sugli extra. Ho detto “extra”, non quel meraviglioso paio di scarpe tacco dodici con fiocco di Swarovsky in saldo che vuoi da due mesi. Extra tipo, tipo… beh, insomma ci siamo capiti no? Perché se metti su casa devi avere la capacità di non sperperare il denaro a partire dalle piccole cose, per esempio dalle misure dei muri dell’appartamento, altrimenti capita di ritrovarsi il giorno della consegna e del montaggio dei mobili con gli operai che ti dicono: “Signora, ma qui le misure non combaciano, lo sa anche mio figlio di dieci mesi che se la stanza è profonda tre metri e ci mette un letto da 2 e 20 e un armadio da 60, i battenti da 50 non li apre, mica ho tempo da perdere, io tengo da lavorare signò!” E allora tu piangi, ti disperi e pensi che la storia sia finita ancora prima di cominciare. Ti chiedi come potrai convivere per i prossimi anni con uno che non sa fare 300 - 60 - 220 = cm 20, ovvero spazio rimanente per camminare tra il letto e l’armadio. A porte chiuse, si intende. Panico. Cuore a mille perché le misure sbagliate le ha prese lui, ma sommersa dagli scatoloni ci sei tu e l’unica fonte di forza è l’operaio foggiano con il trapano in mano che con la sua felpa in pile blu ti guarda e dice: “Scusate, ci volete penzare un attimo?” E a cosa devo penzare? A quando avremo dei figli e dovrò alzarmi la notte e inciampare in quei 20 cm? Oppure pensare a come scappare ora con il primo aereo? Pensi, ripensi, allora la prima sod-

Ma rad Pla on tin aa ih pa a in de gare vita ve le to all ta 17 ’U ss Set efa e te , m che mb a l an re ui co ha ra Fif a.

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Po lem ic Tra su he l i p l’an poli art ni tic iti ve he si rsa 16 è a rio Se pe di ttem rta Po b un rta re a b Pi rec a. cia .

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US A 5 g , arr ior iva ni la do pil po lol . a rip Il te dei ren mp 21 de o m Set rsi a tem da ssim br lla o e sb pe ron r za ...

Ba nc a Su Uni lle cre dim dit i . 2 c’è ssio 0 Se pu ni d ttem zza i P br di rofu e bru mo cia to.

e il montaggio della cucina. “Buongiorno signora, la consegna avviene dalle 10.00 alle 13.00 e il montaggio dalle 14.00 alle 16.00. Ha bisogno di un tecnico per le misure oppure conferma quelle che ha preso suo marito?” Un dubbio ti assale, tutto si muove a rilento... “Dovrebbero essere giuste quelle che avete...” “Allora mi conferma che la parete è liscia? Senza attacchi? Senza scaldabagno? Senza tubi? Ma scusi, anche mio figlio di due anni sa che la parete di una cucina prevede attacco acqua, attacco gas, attacco boiler...” “Ma certo, le pare, anche mio nipote che deve ancora nascere sa già queste cose, deve esserci un errore... allora, faccio una telefonata e la richiamo per confermare il tutto, a tra poco”. Come posso immaginare una cucina senza lavandino, senza gas e senza lavastoviglie? Aiutoooooo! L’istinto è quello di richiamare e di ricaricarti nuovamente perché non si possono prendere delle misure in cucina senza prevedere gli attacchi fondamentali di acqua e gas, ma il regista che tanto vorresti si materializza proprio in quel momento: “Stoooop! Allora concentrati perché questa è la scena madre. Non devi più ricadere nell’errore di prima, ma saper arrangiarti”. “Certo Steven (Spielberg, ovviamente), ok credo di poterlo fare... ma due paroline proprio non le posso dire?” “Ci sarà modo e tempo per chiarire, ora concentrati sulla scena, motore e... azione!!!” “Micheleeeeeee??????”

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Mamma mettiti

in moto

Ciao amici lettori, stavo giusto ascoltando l’ennesima notizia su Fabrizio Corona. Non so cosa ne pensate voi ma a me ha fracassato piuttosto diffusamente non dico cosa perché sono una signora. Eccheccazzo! Ora si dice che Lele Mora era il suo fidanzato... effettivamente sempre meglio di Belen. Almeno in passato ha avuto buon gusto, santo cielo! La cosa che mi ha colpito di più però è stata che Lele Mora a suo tempo gli aveva regalato otto macchine. E che cosa se ne doveva fare di otto macchine? Già una non sai dove parcheggiarla, specie a Milano, se ne hai otto devi comprarti un silos! Fortuna che noi questi problemi non ce li abbiamo, e soprattutto non ci tocca di dover trombare con Lele Mora! Tutto questo mi ha fatto venire alla mente di quando mio marito ha avuto l’ideona di comprare la moto a mio figlio senza dirmi niente. Un bel giorno lo

Cin a 10 , in 0 K go m rgo tra da La Pe 22 S lun chin ett ga o em Ro pri e il bre ma ma Tib -In ma et. L’a gol ter. tta in Sp rci a. cca vo le n l nte o p di d si rolu o 2 è a ng 3 S lle ato ette na d m to i V bre a F uc ium inic ici . no .

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vedo arrivare a casa con il casco e vestito con una tuta che sembrava un subacqueo, ma senza pesci nella retina. Così ho intuito che non voleva emulare Palma De Majorca, bensì Enzo Biaggi, quello delle motociclette, e così ho detto: “Quanti dispiaceri vuoi dare a questa povera donna?! Pure la moto! Vedi che se cadi e ti fai male, vengo a darti ancora un pugno in testa!” E lui: “Ma mamma! Noi giovani abbiamo il mito della velocità, le due ruote danno l’idea dell’instabilità e dell’equilibrio precario della vita”. “Non ho capito un cazzo, comunque io ho il mito di Bud Spencer e se cadi ti meno!” Poi mi sono calmata, abbiamo mangiato il pranzo, dall’una alle cinque, ed è stato lì, dopo il sesto nocino e dopo che mio marito è stramazzato nel sonno degli ingiusti, che mio figlio ha tentato l’impossibile. “Mà, ci facciamo un giro?”. “No, non c’ho voglia di ballare”. “Ma no, dicevo con la moto”. “Aaaaccchi?!? Tu sei scemo nella capa! Mi vuoi vedere morta nel fior fiore della vita? Mai e poi mai!!” Dopo mezz’ora sono davanti alla moto. “E se prendo freddo? E se ci investono col trattore? E se mi scappa la pipì?” “Mà, la smetti con tutte ‘ste domande? Quando hai un problema mi bussi sulla schiena e io mi fermo”. Indossavo i miei gambaletti preferiti, quelli neri a pois col pizzo, tanto per far vedere che l’eleganza non è cosa da tutti, tantomeno mia. Il bello è stato infilare il casco. “Ma le orecchie è

giusto che stiano piegate a metà? Vedi che quando me lo tolgo sembro un cocker!” Poi il casco era 3/400 taglie più grosso della mia testa e già prima di partire, per me potevamo essere ovunque, tanto non vedevo un cazzo! “Mà, adesso fai piano a salire, devi fare perno col piede sinistro e darti la botta, così sei a cavallo.” “Ma non andavamo in moto? E poi cos’è ‘sto perno? Sei sicuro che questo pedale mi regge? Vedi che sono una falsa magra”. Dopo venti minuti e una spaccata che se mi vedeva Lorella Cuccarini ci veniva una crisi di invidia e smetteva colla danza, ero in sella. Mio figlio mette in moto, perché giustamente quella era una moto, e si va. Appena prende un po’ di velocità, il vestito mi si appiccica in faccia e così ho mostrato le mie cose più nascoste a tutto il paese; a ogni buca il casco mi rimbalzava sul naso e non ti dico le chiappe: mi si sono addormentate e chi è riuscito a svegliarle più?! Parlavo con mio figlio e non mi sentiva, così mi ha urlato: “Alza la visiera!”. Io l’ho alzata e ho ingoiato nell’ordine: una mosca, una cimice e un fico che si era staccato dall’albero. Quando ho digerito tutto sto ben di Dio era già ora di tornare. Che peccato! Avrei fatto ancora un giretto ma si sa, quando ci si diverte il tempo vola… mannaggia a lui e a quando l’ho messo al mondo! Per farmi scendere dal bolide ci sono voluti mio figlio, mio marito e anche il mio vicino di casa. Mi hanno issata e messa diret-

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io lat fel

Ele zio n sce i in lto Bra il s sile uo . L su ula cce ha sso 26 re, Se è B ttem e- bre Bo Su p-A pe . r l’id Ma rau rio lic Bro o s 25 vide ., 27 an og Set ni: am tem fi e, b fis ne d com re Pa c e rla ale l r pie l’e ndo ag egim xm d ev e ola ini ’eco to? str no co o m nfo fra ia, n nc 2 Il B de ese 8 Se Ra ttem erl c us co c hida bre ni on D st ati an yle ch fun e a zi . ll’e ona ste ro?

Be rlu sc an oni ni. ha S 50 are com so bbe piu no ro to fin sta gli iti ti 24 in 74 Set pre , m tem sc a b Do co rizio sicco re po m n in av piu e n me “S er ti e h t o so a fa no rad lo pa Po ot 24 ce rc to . co i Q SPQ n g ue R str li ab sti R 25 S ing it om ett en ant an em do i d i” bre lor ella , Bo o l ca ss o z pi i am tale po ne .

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o ati infl

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tamente su di una sedia, tanto la posizione eretta oramai per me era solo un ricordo. Che bella giornata ho passato! Penso a quelle povere donne che se ne stanno sempre chiuse in casa e non possono mai raccontare aneddoti come questi... beate loro!

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Steve 4 president

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Ag gre s Be sion lpi e a etr M o. au L’a riz gg io res so 1 O re è tto Be pie anc bre rlu de ora sc Lib a av oni ero er sm . pro be e n nu ste tis nc mm ce ia i di ma ato i il , p 2 Su erc Otto o n hé br om lui e e i no nv n an o.

È arr inci ivo nta la An cic na og Fa na lch . Il i. pa In 2 rt 9 rep o è Sette La p art rev mb Co o o is re Tw rea rn to n itt de ito el er l N log e F or ia. ac d a eb pr oo e a k: già il 30 S 10 Caro ette mi Le mb lio ad re ni er di ha am ici .

In questi giorni mi sono dedicato alla pittura e l’ho fatto di notte, all’asilo di mio figlio, dove mai avrei immaginato e soprattutto potuto. Ma l’ispirazione è così, arriva all’improvviso e devi solo cogliere l’attimo. No, non ero stato incaricato dalle maestre di rinnovare le pareti con nuovi disegni dai soggetti variegati come Winnie The Pooh, Tigro e Pimpi, per arrivare fino agli storici sette nani. L’ho fatto senza permesso, di nascosto, ho disegnato il simbolo del mio nuovo partito, una foglia di fico. Ho pensato fosse il posto giusto per lasciarlo impresso alle nuove generazioni: quale luogo migliore di un asilo pieno di bambini? Lo ammetto, non è un’idea originalissima, lo hanno appena fatto in una scuola comunale ad Adro, l’hanno riempita di un simpatico sole delle Alpi, simbolo che ci fa pensare alla Lega Nord e alla Padania. Tra l’altro

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la scuola è intitolata al noto ideologo padano Gianfranco Miglio, ma è un simbolo così carino e verde, perché toglierlo? Anzi, allora perché non imitarli? Ho pensato fosse l’idea giusta. Vi posso spiegare perché tutto ciò: ho deciso di cambiare lavoro. Basta fare il comico, ho chiuso con gli spettacoli in TV e a teatro, passo alla politica. Sento che sono tagliato per farla, diventerò un bravo politico, siederò in Parlamento, mi accontento di poco anche perché basta una legislatura per ottenere la pensione. Altro che quarant’anni di sudato lavoro e contributi versati, che tra l’altro credo non basteranno più: vuoi mettere trenta mesi di lavoro in Parlamento? Sono sufficienti per una pensione a dir poco strameritata. Italiani, preparatevi: scendo in campo, forse all’inizio starò in panchina, ma presto il Partito della Foglia di Fico vincerà. Non è stata una decisione facile, ma nei miei lunghi viaggi di lavoro e nelle mie lunghe riflessioni davanti alla playstation ho capito che sono tagliato per la politica, ho una bella parlantina, un aspetto dignitoso, sono un discreto latin lover, ho un cervello così così e soprattutto quando dico una stronzata, ho sempre la frase giusta: “Scusate se ho detto una stronzata, ma la mia era una battuta!” “Obama è giovane, bello e abbronzato”. Ma perché vi offendete, è una battuta! “Io lavoro ventiquattro ore al giorno, non sono mica un operaio”. Ma come, non vi ha fatto ridere? “SPQR:

sono porci questi romani”. Sono battute, bisogna sdrammatizzare, bisogna essere più ottimisti. Soprattutto l’ultima battuta denota non solo un grande senso dello humor, ma anche una grande modernità, ci mostra un senatùr vicino ai giovani con una battuta figlia del T9. SPQR: il suo nuovo significato mi fa pensare a un senatùr che manda sms a Silvio con scritto: “Cm va? dv ci vediamo dp? Cmq nn h sentito nsn. Tu c6? Ch pall qst Fini - io ce l’avev dur”. E poi basta con queste vecchie sigle, bisogna modernizzarsi. Il mio Partito della Foglia di Fico propone uno svecchiamento di tante sigle e così INPS diventerà: Interisti e Napoletani Perderete Sempre (d’altronde io tifo Toro); INAIL sarà: I Nati Altrove si Infortunino pure sul Lavoro; IVA: Imposta Variabile Asecondaselapaghiosenonlapaghi. E se non me le passano non c’è problema, erano solo delle simpatiche battute! Bst poc no? Votatemi, votatemi...

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Mi lan o,

es po me sto i Il C dio l dito d om el un l’art 6 e: ist Ott ob “V a so ieta Catte re pra to la la sed n. scu er ltu si ra” .

cla La Le ssi ga co h inc a c on ele tro br s ato Tro ul P il ta o. Q 7 era ue O fuo sta ttob ri vo re da lta ll’a la cq ua .

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Eg it de to. S l n co on pe no rta di la Tu tom tan b kh a am o 3 pir n. E Otto am ra bre Gia ide in pp os una on piz e. io. Si r i t su ira mo il ; g re li s de ca l n rid dali 4 Ot ott lo tob o i av re n m ev Il p uta ano Me re m nd d in ici io e. vit na No ro. al be Gli pad l d ve re ella di rrà c dell un on a f 5 O a p se eco tto rem gna nd bre iaz to n azio ion el ne e a cor ssi so sti ta.

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Settimana 41

massa

“Ricco di articoli e consigli

L’e x riv di M e ero lat ike tom o ch Jag an e i ge era e. A l ma r ha lui lla rito ha fine era 8 O ch di un ttob ied o g re La ere gni ran Se r en bi il “ con de tra a h bis cer re a c ” to ne hi al ll’U est ei. E. o d Se Inta i rbi nto 9 O a u d tt sci opo obr rà It e da ali ll’U aEFA .

per chi vuole ammazzare il prossimo, è uscito il secondo numero di Inspire, rivista online in inglese redatta da militanti yemeniti di Al Qaeda”. Mi sembra un ottimo incipit, visto il periodo. L’Italia è battuta da una spirale di violenza domestica e urbana. Un tassista ammazzato perché ha stirato un cane, una ragazza (Sarah Scazzi) brutalmente assassinata dallo zio, e i media dietro, a filmare e documentare tutto il possibile per allargare la paura a macchia d’olio. Mi viene in mente il caso di Erika e Omar, altro capolavoro della danza macabra mediatica. Piccolo flashback: Novi Ligure. Nelle prime ore dopo il delitto parte la caccia all’uomo: i due accusano una banda di albanesi. Emilio Fede ha avuto un orgasmo, misurato dai sismografi: quinto grado della scala Richter. Subito una troupe a Novi Ligure.

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PM d “A i M rre ilan sta o: t me e Ta 10 ren nzi Ott din , in obr e e cel e La ac la a qu Mi RA a!” ch I h ele a p Sa ro do nto post ve ro o a si di t so ra 11 no sfe O lib rirs ttob era i i re ti n C Do 33 ile me po , ne sti . c fra h, nc ex e lav se, CT oro in u 12 pa : “F n’ag Otto rt- are en br tim i zi e e, l’all a d d e e do a es nato l po on re 2 p era art re ite ”.

di

Giu sti zia , il

Arma di distruzione

Intervistano i vecchietti, ed ecco il tipico reportage dalla zona dell’omicidio; un ottantenne scandalizzato che dice “Noi ce lo sentivamo. Novi è diventata il Far West”. Novi Ligure. Il Far West! Harlem, il Bronx, le peggiori favelas di Rio, impallidiscono davanti alla scena criminale di Novi Ligure. Omicidi negli ultimi dieci anni: nessuno. “È pieno di stranieri, e non si può più uscire di sera”. Emilio Fede con l’aiuto di un ottantenne vuol farmi credere che gli immigrati hanno rovinato la sfavillante vita notturna di Novi. Ma poi, scusa, dove vai di sera che c’hai ottant’anni? “Andiamo Ines, è venerdì sera. Dài che facciam tardi all’afterhour: chi è che suona stasera?” “I Club Dogo”. “Cosa?” “I Club Dogo!!!” “Ma a me mi piaceva quel giovinotto là: Coccoluto!” “Ma no, era il Fargetta”. “Dài che dobbiamo andare, se non ci fossero tutti ‘sti stranieri!” Perché tu, ottantenne, dici che uscire non è più sicuro? Cosa ne sai? L’ultima volta che sei uscito c’era un bombardamento! Forse gli stranieri a cui ti riferisci sono i tedeschi. E quanto è sbagliato, poi? Il vecchio afferma che non è prudente uscire la sera a Novi, mentre è vero l’esatto contrario: Erika e Omar dimostrano che è pericoloso stare a casa. Se sei di Novi, vai, esci. Meno tempo passi in famiglia, meglio è. Non mi stupisce, pertanto, che i qaedisti yemeniti pubblichino una rivista su come ammazzare la gente, peccato che essendo online non

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Ac Fe colt de a Si rcal la ri dis cio ch pu se ies ter rb ta à a a d de po i rig lla rte io 13 ch care Ot ius la tob e a p re Ma artit ras a. Se s i l c B ca i… rce so ram ondo no b i re. più in a illa, l mi n i bis um tur istr og en ist o no to i st 14 di del ran Ot sb 5% ier to b arc i are e n in It re A a L on h alia ca Ter ric zig am an a ma ch no pe no du nif i p la sa es ro Pol . tan tes izi a ti ta so pe 15 no r l a O rac stat dis ttob co i ge car re lta tt ica dif ati . I fer ne en lla zia ta.

possano allegare al secondo numero il “Kalashnikov da montare”, che in edicola spopolerebbe. Perché scandalizzarsi, se nelle nostre edicole fiorisce la videoenciclopedia del Terzo Reich, con novantatré DVD sul nazismo e il Fuhrer? “Per gli analisti la rivista tende a pubblicare materiale già uscito”, dice il Corrierone. E certo, anche nell’omicidio di massa o capillare, è difficile scovare novità, la materia è quella che è. Ho il sospetto che i qaedisti pubblichino questa fanzine solo per provocazione: basta leggere un quotidiano qualsiasi per capire che basta avere un po’ di pazienza, ci stiamo facendo fuori da soli. Per un cane stirato, per una lite alla biglietteria, o per la squadra del cuore. In tutto ciò, almeno una buona notizia c’è. I trentatré minatori intrappolati da settanta giorni a seicento metri di profondità in Cile, sono usciti uno ad uno alla luce del sole. I media assiepati intorno all’angusto pertugio del loro salvataggio sono costretti a tornare a casa senza un sepolto vivo, senza una storia orribile da raccontarci. Non chiudete il condotto: è probabile che dopo una serata a guardare la televisione qualcuno voglia tornare giù.

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VOscienza Ernesto Galli Della Loggia, Vittorio Feltri, Alfonso Signorini, sono solo una piccola fetta della colossale torta di editorialisti che quotidianamente riempie di colesterolo l’Italia. Ognuno, dalla propria pasticceria, ha provato in questi anni a fornire autorevoli chiavi di lettura su quanto di amaro accade nel nostro Paese e nel mondo. Purtroppo, è triste ammetterlo, senza risultati apprezzabili; senso di pesantezza a parte. Armato della necessaria umiltà, voglio quindi provarci anch’io. A cominciare dal federalismo autarchico di casa FIAT che, oltre alla creazione di un contratto nazionale personalizzato, più che ad personam, ad pandam, ha portato alla separazione del settore auto dagli altri settori industriali. Questo significa che, d’ora in avanti, ci sarà una società che si occupa delle autovetture e un’altra che si occupa della Multipla. La

D Mo opo An nte la c tig car asa ua lo d ,p el iF res a c ini to asa a ve d 16 rrà i B sv er Otto Bo elat lusco bre ssi a l ni Mi a L a c ad lan am asa o, pe di du Ho riap sa pa llyw re l . rch oo a d eg d isc e c gia ma ote ha te s in ca mp ol sor ag o fi din 17 O ne no a: tto a 1 all ma bre 00 a q cch eu uar ine ro ta in fila sa ldo .

Settimana 41

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FIAT che va di scorporo, assicurano gli esperti di economia, è un fatto importante. Specie in questi tempi di crisi e di licenziamenti. Tempi in cui, tra i molti altri, un lavoratore in più protesta e alza la voce. È il giovane precario Pippo Baudo che lamenta da parte della RAI – testuale – “un trattamento disumano”: gli hanno tolto i buoni pasto. E, sempre a sentire lui, qualche buon posto. Pippo soffre, gli italiani soffrono, la politica non se ne occupa, dunque non resta che consolarsi con i prestigiosi risultati ottenuti di recente in campo scientifico, settore nel quale i nostri cervelli primeggiano e dal quale ci giungono preziose informazioni. Oggi, ad esempio, sappiamo che la statua di Nefertiti è stata ritoccata. Gli studiosi hanno appurato che la regina egiziana non era poi così bella. Sembra incredibile, ma la scoperta è avvalorata da un testimone oculare: Sandra Milo. Quasi in contemporanea, un’equipe di scienziati italiani ha creato un analgesico “super” che non penetra nel cervello e, quindi, non produce effetti collaterali sulla materia grigia. Nel caso di Renzo Bossi il rischio era scongiurato anche coi tradizionali antinfiammatori, tuttavia resta una scoperta di fondamentale importanza. Sempre dai laboratori, ci fanno sapere che la piovra gigante non possiede organi per emettere suoni o per captarli. Per comunicare utilizza semplici vibrazioni. In pratica, la stessa capacità morfosintattica di

Luca Giurato. Ecco allora che, da qualche tempo a questa parte, a questi animali acquatici si affidano curiose mansioni divinatorie: è accaduto con il polpo Paul durante i Mondiali in Sudafrica, col coccodrillo Harry per le elezioni in Australia, e accadrà anche durante il prossimo Palio di Legnano, con il trota Bossi. L’etologia ci giunge in soccorso anche in merito ad alcuni rituali intraspecifici che troviamo nell’uomo. Molti animali spazzini, per dirne una, sono soliti avventarsi su carcasse putrescenti, divorando voracemente animali morti o in fin di vita. Qualcosa di analogo avviene nel regno umano, in luoghi chiamati Matrix e Porta a Porta. La scienza, lo abbiamo quindi visto, ci offre riferimenti e informazioni importanti, applicabili alla nostra vita. Punti di riferimento che la politica non riesce a dare. Ne è consapevole il Popolo Viola che ha detto la sua sulla polemica scatenata dal sole delle Alpi tatuato in ogni angolo del polo scolastico di Adro: “Via i simboli leghisti dalla scuola elementare”, hanno protestato i rappresentanti del movimento. “Se proprio vogliono un simbolo della Lega alle elementari, ci rimettano dentro Renzo Bossi. Una ripassata ai fondamentali di base, non guasterebbe”.

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So nd a ma ggio nte : le l’in min ngo don for uti no ne ma . Il un 2 zio tem seg 1 O ne po re tto e p di to p bre Ob oi rie er am la lab 34 era a dif or stu rive fon are la d do de ent ch no ve e e q . av ha ua er su nd stu bito o dia a 22 to tti d Ot in i b tob Ca un u re mp c oll pre llism ag e o s Vib na ge tig ; ran ele tal ios t eb o t i te e qu toral an e o. de a pa ella US mo rty de A. cra , so i re 23 tic nn pu O i c ol bb tto on en lic br i c ta ani e am qu co om ella n illa de pa i rty .

Settimana 42

Au m nu enta me c ro ost di ant pa em sto e ri nte sa il rdi 1 Se che 8 Ot g Pe uo prot tob rl no es re ea il g tan Sta lt e reg o. to c ari i ge l n lo c ? sca e po do he d gio trà Alfa ell na be no o to ne sa 19 da fic rà Ot lle iar re to pu e a troa bre gn nc tt ala he ivo te Br : Gli a C uto stu es , are pe de r n . “T le ti p orn pe ro n t ate sio es in ni. tano cla Il m sse in 20 ch , no istro Otto e v n G br i r è a elm e igu rg in ard om i: erà ent ma o i”.

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Diario di una

mamma pugliese

vacanziera

A sp Ba os rce fin are llo ora a na c’è llo s ci sta tad si p to io uò so di c 2 lo al 4 un cio Ott div , an obr or ch e Sc di zio: e s en Ibr qu e gli do ah el op no im lo era in ov p tor ia ic. è s i Sh zza a tat iat n a e su che str . La em m 25 am ani Ott en fes obr Pre te taz e rila ion se nta ssa e to ta. d’I il n .. tal uo ia. vo I fi G nia iro ni ha 26 O nn tt o ob mo imp re lte ost sa o lite .

Non so giocare a pallone. Non sono mai stato capace. Da bambino ai bordi dei campetti di calcio del mio paese c’era la mia foto sbarrata di rosso con scritto “Io non posso entrare”. Gli amichetti mi permettevano di giocare con loro solo in un caso: quando il pallone era uno solo ed io ero il proprietario. Il momento della formazione delle squadre era particolarmente imbarazzante, perché i due capitani facevano bim bum bam e cominciavano a scegliere i giocatori in ordine decrescente di abilità: “Io scelgo Antonio”. “Allora io prendo Gianni”. “Io Luca”. “Io Davide”. Io venivo scelto sempre per ultimo, prima di me si aggiudicavano il ruolo di titolari anche Angela e Corinna. Come dar loro torto? Io stavo, e sto tuttora, al calcio come Alfonso Signorini sta al giornalismo. Il mio problema, in verità, non era solo il calcio. C’era anche

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la pallavolo, il basket, il ping-pong, il baseball, diciamo che nel corso della mia carriera di nonsportivo ho disonorato ignobilmente e con la stessa costanza un sacco di discipline. Pensandoci bene, forse qualche soddisfazione me la sono tolta giocando a palla spagnola. Ricordo in particolare una lezione di educazione fisica alle scuole medie. Premetto che l’ora di ginnastica era per me una tortura, ero disposto a tutto pur di non farla: fingevo di dimenticare le scarpe a casa, simulavo improbabili allergie al linoleum, architettavo mille fantasiosi espedienti. Quel giorno, malgrado gli sforzi, non ero riuscito a trovare una scusa credibile. In palestra c’erano quattro classi, quindi un’ottantina di ragazzini, tutti allegri e tonici. Tranne uno. Il professore, sul finire della lezione (durante la quale avevo più volte sfoggiato la mia goffaggine), disse: “Forza! Prima di andare a cambiarvi fate tutti una capriola sul materasso”. Tutti quanti: “Si, si professore!” Allora il branco si mise in fila, sorridente e festoso e, una alla volta, cominciarono le capriole. Rincorsa e … hop! Rincorsa e … hop! Alcuni erano agilissimi, saltavano addirittura a braccia conserte, altri meno bravi ma tutti, alla fine, riuscivano a portare a termine l’esercizio. Terrorizzato all’idea dell’insuccesso (e della conseguente figuraccia), feci di tutto per mimetizzarmi ed evitare la prova. Fortunatamente la mia tuta era dello stesso colore beige dei

n co iV a ni Vie

Ca pe z un zone rad pug agg ica no red le, in ito qu fac co an cia n do . S al tav 27 O m a tt un assi meg obre RA a r mo lio I, p os ri d a n ce a ole sh m el vev ow ich pu a :d d e gn i q i Fa sul o. ue zio nu sto -S ov pa avia o sso no 28 Ot a to se utor br e ne i e va con nn du o d tto a s ri oli ...

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Me

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muri, e così la mia carnagione. L’avevo praticamente scampata, tutti i miei compagni avevano saltato e nessuno si era accorto che all’appello mancava la mia performance. Stavo già per uscire assieme agli altri quando, preso da un moto di orgoglio, mi dissi: “Perché non ci devo provare? Cos’hanno loro in più di me?” Dunque gridai al professore, con voce falsamente sicura: “Scusi professore, io non ho saltato”. Il professore mi guardò incredulo per alcuni interminabili secondi e poi mi disse: “Va bene, vai”. Un silenzio irreale piombò nella palestra. Tutti i miei compagni si disposero lungo il perimetro, molti si davano di gomito ridacchiando, già pregustando la scena. Solo Fabio e Riccardo, loro mi volevano bene, fingevano di guardare altrove. Una quindicina di metri mi separavano dal materasso. Il cuore mi usciva dal petto. Mi concentrai. Feci un respiro. Cominciai a correre. Dopo due passi mi ero già pentito ma oramai non potevo più tornare indietro. Poi chiusi gli occhi e spiccai il salto. Avrei voluto tanto fare una capriola. Invece mi piantai di testa nel materasso, rimbalzai all’indietro e caddi rovinosamente a terra. Ho ancora nelle orecchie il rumore delle risate: un frastuono tremendo e impietoso. E negli occhi le facce divertite di quegli ottanta stronzetti. Mi rialzai intontito e corsi negli spogliatoi. Tornando in classe con Fabio e Riccardo non scambiammo una parola. Questa esperienza mi ha

insegnato che non avrei mai e poi mai potuto intraprendere la carriera sportiva. Anche se lo avessi voluto fortemente. Anche se i miei due amici avessero messo una buona parola. Per questo ho sempre ammirato gli atleti: perché nello sport non valgono le raccomandazioni. La capriola o la sai fare o non la sai fare. Non si può barare, non serve avere santi in Paradiso. È così che dovrebbe funzionare sempre, in ogni campo, sportivo e non: ognuno di noi dovrebbe fare ciò per cui è portato, ciò per cui possiede la preparazione, la competenza e l’attitudine. A maggior ragione quando si tratta di incarichi importanti e delicati. Qualche giorno fa è stato nominato ministro per lo Sviluppo Economico un signore che in vita sua ha diretto una sola azienda che, tra l’altro, è miseramente fallita. “Scusi Presidente, io non ho saltato” Il Presidente lo guardò per qualche mese (nemmeno troppo incredulo) e poi gli disse:”Va bene, vai”. Un silenzio complice piombò in Parlamento, gli onorevoli (ben più di ottanta) si disposero a semicerchio. Lui chiuse gli occhi, prese la rincorsa e spiccò il salto. Fece una capriola bellissima.

ero oz n An

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Un ae sc di ort es dic ag sere hiar giu st a 1 ng ata N ci end con ovem sa o c B far he run bre e. il et L m ta è u ui sì inis , n f che tro an n nu on llo ne !

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Sa nto ro pu do nta vrà te sa di lta re du e . L 29 O la o h tt pro a ob va sta re tel bili Èm ev to ort isi oi va lp . olp Lo o ha Pau nn l. ca o tu 30 sse m O ruo ula ttob t la o i re co n u n p na Ma ata rad te. on ac an omp ni. ie All 50 af es 31 ta Ot su ha tobr lle sn e ca iffa nd to eli ne .

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Historia

disaster

vitae

Nando Timoteo, professore del futuro, si ritrova a fare lezioni di storia a quattro alunni: Decenza, Dignità, Rigore e il più indisciplinato Rispetto.

Correva l’anno 2010. Le notizie di quelle settimane erano dav-

Do po l’ B do erl affa nn us re e e con Ru no i pr by, 2 n s ec on isa: Nove ele o ga “Gu mbr tto y” ard e “G rale . Pro o le ua di cla rdo Ve m le ndo a do la: nn e” .

vero incredibili. In America venne a un certo punto sospesa l’iniezione letale perché il farmaco non era sicuro. Me li immagino i burocrati nel braccio della morte mentre discutono della composizione dell’intruglio: “Dottore scusi, potrebbe avere reazioni allergiche, siamo sicuri che il paziente non sia intollerante?”. Decenza mi fa notare che la pena di morte è da barbari. Io rispondo: “È vero, però con questi accorgimenti la cosa era decisamente più civile”. Il paese che oggi si chiama Scoria un tempo si appellava Terzigno. Qui le proteste dei comitati contro

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l’apertura della discarica furono molte accese. Nello stesso periodo, a Napoli, un muratore cadde dall’impalcatura, morendo. Ma dico io, dove sta la monnezza quando serve? Berlusconi a quel tempo rassicurò i cittadini: “I rifiuti saranno scopati via in un lampo”. I manifestanti, convinti, tornarono verso le loro case. Un giornalista chiese a uno di loro: “Ma come mai adesso vi fidate?” La risposta fu secca: “Di scopate lui se ne intende…” Dignità mi chiede se è lo stesso Berlusconi di oggi. Un mio sospiro le fa intuire la risposta. Ci fu anche un’aggressione a Capezzone, con un pugno: il mondo politico si divise tra chi espresse solidarietà al politico e chi all’aggressore. Rispetto scoppia in una grassa risata: “Capezzone… ahahaha, come fa uno a chiamarsi così?” “Pensa”, gli rispondo, “non è neanche la cosa più comica: era anche il portavoce del suo partito”. Nello stesso periodo si verificò una maxi vincita al Superenalotto. 178 milioni di euro scarsi, la somma più alta di sempre (per i tempi), fu spartita tra più di settanta vincitori con solo 2,5 milioni a testa. Questa sì che è sfiga! Rigore mi chiede: “E l’allora ministro Tremonti non applicò nessuna tassa ai vincitori?” Acuto osservatore, del resto è il più bravo in storia! Gli rispondo: “A loro no, ma a noi non ha mai fatto mancare niente!” Ma l’evento più eclatante fu il seguente. Il “Waka Waka” (ballo dei Modiali di calcio che ci videro tor-

Int an a c to C a Qu hied ssan es ere o te s co so cu nti no sa nu au un a 3 ten a v No tic olta ve he a mb Pa ce scu l g re e Z fat sa iorn ssa o. ida ta t na ne ra te. M .L a o h te r a a le nno zzi 4 più an N im nun ovem po cia b rta to re nti tu tes tte tat e.

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Dibattito pubico Ernesto Galli Della Loggia,

Vittorio Feltri, Alfonso Signorini, sono solo alcuni dei più croccanti editorialisti italiani. Ognuno, dal proprio forno, ha provato a interpretare le vicende politiche di questi mesi, provando a fare di più di un semplice Panebianco. Purtroppo, bisogna dirlo, senza risultati apprezzabili: raramente, infatti, abbiamo apprezzato un’informazione che non fosse schiacciata, oppure tanto di parte da risultare integrale. Nel frattempo, lo scandalo è lievitato e la cronaca da palazzo Chigi si è fatta a malapena rosetta. Tutto, a quanto pare, ruota intorno al gossip. Scandali a raffica: ultimi, in ordine di tempo, quello della escort da corsa Nadia e della minorenne Ruby. Sull’altare della Patria, in compagnia di Fini, alcuni cameraman hanno persino colto un labiale del premier che borbottava: “Mi hanno detto che era maggio-

.

. e

o le Cia era na le la ta N azio B cet ern c t zz a Fa L’In e vin Gio

La RA Ih l Sa ’ide a b nre a loc m di M cat Si o ora o 7 ca nd No nte i d vem ic ran b no e ant re are a

La Pi na agg ta io la ann nu un ov ci aV ac pu espa he è bb : h 5 lic a No izz un ve ata n m A Po eo e bre Mi rta s l r a a P arà me imas no ort trò to un a. . N blo sig on cca nor se to e è ne un’ 6 è ora No pe nem e m vem ns m e br av en zzo e aa o n i s acc el oli or ti to rit : ard i.

nare a casa quasi prima della partenza) venne rimpiazzato dal “Bunga Bunga”. Molto meglio, direi! Già allora la genialità del Cavaliere non conosceva confini. Tutto nacque dal Salvalatroiaberlusca, un apparecchio più efficace del bat-segnale che consentiva di mettere al riparo da qualsiasi guaio le ragazze. Purché belle, giovani e disponibili. Anche il nome della ragazza marocchina, Ruby - la pietra dello scandalo - fece di lei una predestinata, visto che era stata fermata per un furto di tremila euro. In nomen omen. Pochi mesi dopo le D’Addario e le Noemi, ecco che la storia si ripetè. Di nuovo. Per giustificarsi, Berlusconi dichiarò: “Sono una persona di cuore”. Sarà, ma stando ai fatti storici, pare che l’organo a cui tenesse maggiormente fosse un altro. Questa notizia mise in allarme tutte le questure d’Italia. Da quel momento in poi venne inserita una nuova procedura: quando una pattuglia ferma una ragazza avvenente, si deve fare una telefonata a palazzo Grazioli e chiedere se si è smarrita una parente di qualche politico internazionale. Solo dopo l’eventuale risposta negativa si può procedere, come da protocollo. Rispetto esclama: “Ecco da dove proviene questa strana abitudine...” Non so voi, ma io non vorrei vivere in nessun altro paese, perché c’è più gusto a essere italiani. E chi se le perde le trovate del premier per il prossimo casino?

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renne e incensurata”. Al che viene da domandarsi: “Ma che caspita di intelligence abbiamo?” I nostri servizi segreti ne hanno cannate due su due! Stando alle autorevoli penne, se il Governo cadrà sarà soltanto per un pelo. A dimostrazione del fatto che il dibattito pubblico si è ridotto a dibattito pubico, grazie a un presidente del coniglio che sull’altare della Patria, invece di onorare il Milite Ignoto, di ignoto ha celebrato soltanto un puttanone. Così, mentre D’Alema invita il premier al Copasir, si sussurra che a una delle ultime festicciole ad Arcore fosse presente anche Brunetta. Malevole indiscrezioni ipotizzano che Rubyn Hood abbia pagato diecimila euro e Renatino solo quattrocento. Gli hanno fatto lo sconto, eppure ci è rimasto male lo stesso: già, perché sotto il metro non avrebbe pagato. Farsa nella farsa, Maroni presenta un “piano per la sicurezza” dove il punto di forza è proprio la lotta alla prostituzione. Evidentemente, solo a quella al di sotto dei cinquemila euro. Il ministro degli Interni ha previsto addirittura un foglio di via per mandare a casa le prostitute. Che dire? Un dilettante. Berlusconi, per mandare a casa una corpivendola, altro che foglio di via, di solito le regala una Mini Cooper rossa. Creando, peraltro, un curioso paradosso automobilistico: nemmeno in Transformers si è mai vista una escort che va via in una Mini Cooper. A questo punto, D’Alema insiste: “Si

presenti al Copasir”. Berlusconi se ne frega di D’Alema e certifica la solidità dell’esecutivo: “Avanti fino al 2013!” Praticamente, l’upgrade del calendario Maya. Il premier pare davvero intenzionato ad andare avanti fino alla scadenza… dell’Italia. Berlusconi forever, dunque? Non si sa. Di certo, a rendergli la vita difficile saranno soprattutto i cosiddetti finiani di Futuro e Libertà che, dopo i ripetuti e violenti attacchi di Libero e Il Giornale, hanno manifestato l’intenzione di stampare su carta i dossier sull’ometto di Hardcore, per quello che sarà probabilmente il colpo di grazia… alla foresta amazzonica. Tutto ciò ha prodotto fibrillazioni anche a livello parlamentare, dove si dovrebbero promuovere provvedimenti volti a fronteggiare la crisi e invece ci si avvita intorno a temi in apparenza non prioritari: come quando è entrato a Montecitorio il Disegno Di Legge sul processo breve ed è uscito da palazzo Madama un governo corto. Da qui la proposta, da parte di molte aree politiche, di un governo tecnico in grado di cambiare almeno la legge elettorale. Premier o kaiser? Ci sono posizioni diverse. Chi vuole il maggioritario secco, chi la maggiorata frizzante, chi vuole il proporzionale, chi lo sbarramento alla Binetti, chi l’apertura alla D’Addario. Ci sono posizioni diverse: alla francese, alla tedesca, all’inglese, alla spagnola. Tutti i gusti sono gusti. Ma vogliono cambiare la legge elettorale o vogliono

A

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Fra nc o la Calif pe an ns o i c na one. hied ba N e bb on 9 N o, la ov ma pr em so eten bre lo d N L’a ot da e d uto izie Ca a pu st s liff ò e rad ul o. sse a V traf re ero fico pe na . 1 rco -V 0 N rsa ice ove so nza- mb lo Ve re in ne go zia nd ola .

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Po mp e de i cro l G lla lad la iat ore .S alv 8 N o p ov e em Ru r m bre sse irac ll C olo row e.

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Hai voluto la

bicicletta...

Sono stato a Eicma 2010 a Rho, il famoso salone sulle due ruote, perché volevo vedere le ultime novità su ciclo e motociclo. Soprattutto sul ciclo, perché a me la moto ha sempre fatto paura: non ne ho mai guidata una in vita mia e, sia chiaro, non ci tengo nemmeno per sogno a rompere la tradizione! Solo una volta sono salito come passeggero con un mio amico, andavamo alle scuole superiori, lui mi ha detto: “Tieniti forte a me” e io l’ho preso talmente in parola che sono dovuti intervenire i pompieri con la fiamma ossidrica per staccarmi dal suo giubbotto. Per quasi quattro ore mi sono sentito come (e ho capito quanto sia difficile il suo lavoro) lo zainetto dell’ Invicta. Io, non essendo amante della tecnologia, sono più per tutte quelle cose dove l’uomo, come dire, ci deve mettere ancora del suo, fisicamente e non. Eh no, non sono per niente

Èf al di lita Bo la m ssi e co dia n F zio ini ne . L 11 ’ul tim Nov e lo o te mbr f n a A rà tat e un Ca ivo ssa sta co ta nce no . un rto ’ov d az i St io in do ne fi g c’ vu na è 1 ta le 2 N int di erv 15 ovem en m bre ire inu la ti. Po È lic e.

rinnovare il Kamasutra? D’Alema, irritato più che mai, prorompe: “Il premier deponga al Copasir!” Berlusconi, col medio sguainato, replica: “Alla mia sicurezza ci pensa Durex!” A farsi carico della crisi economica è quindi rimasta soltanto la Santa Sede, pur con argomenti non sempre convincenti. È il caso del Papa, che ai ragazzi ha detto: “Il posto fisso non è tutto. Cercate Dio. I veri valori sono nel Vangelo”. Difficile stabilire se i valori siano bollati, se in questi valori siano comprese tredicesima, ferie e malattia; come di difficile interpretazione risulta la successiva esternazione dei vescovi: “Nessuno speculi sulla pelle dei giovani”. Presa di posizione che ha causato un coro di proteste da parte della Federtatuaggi. Dinanzi a queste prese di posizione da parte del Vaticano, D’Alema ha convocato il Papa davanti al Copasir.

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Po mp e no i. Il m ns i i d nist im ro ett Bo e, nd èt i 1 en 3 N l’u ace ove ltim e mb o g riso re lad luto iat : ore .

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tecnologico… Ricordo che quando vidi per la prima volta le paroline on e off non ero ancora ferrato in inglese (oggi, modestamente, lo mastico anche se ancora proprio non lo digerisco!) ed esclamai: “Cacchio!” Era il 1974 ed ero in un negozio di elettronica (oggi si direbbe megastore) con tutta la famiglia. Quel giorno avremmo comprato la nostra prima calcolatrice elettronica. Pensai: “Bene! Così tutte le volte che mia mamma mi dirà: «Stasera fai i conti con tuo padre!» faremo meno fatica”. Invece una bicicletta – pensavo – è pur sempre una bicicletta, che diamine! In effetti le cose non sono cambiate di molto da quando ero bambino io, più o meno siamo lì. L’unica cosa che è cambiata è che adesso le fanno… elettriche! Hai detto niente! Ho cercato di capire come funziona facendomi spiegare, dal responsabile dell’azienda, le caratteristiche tecniche della bicicletta in questione. Dopo averci messo un po’ a farmi capire che non devo attaccarmi con una prolunga alle prese di casa, lui mi ha detto:

E invece no, mi ha detto il tipo: “Significa che il motore entra in funzione solo quando girano i pedali nel senso di marcia…” Per me invece voleva dire che avevo il fiato di mia sorella sul collo e a me giravano le balle! E in tutti i sensi!

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“Equipaggiata con un tasto on/off (è lui!) per attivare o disattivare il sistema elettrico e un tasto chiamato turbo per dare un ulteriore aiuto nei momenti di difficoltà”. Io no, la mia l’avevo equipaggiata con una cartolina tra i raggi per fare il rumore del motore e nei momenti di difficoltà fischiavo a un mio amico chiamato Bruno e mi attaccavo al suo braccio e mi facevo trainare con il suo motorino! “Se poi la bicicletta sarà equipaggiata con un cambio si apprezzeranno ulteriormente le doti del generoso motore che senza nessuno

De La lusio di Lega ne F Mo h er nte a c rari ze hie . 1 è d mo sto 5 No isp lo, le vem os che dim br to a is e a s l m sio c a n Na ca iogl ssim i po m era iere o Fin litan … un ie o d’a a Sc ha ria hif co . an nv i. P oca ran to 1 vo dell 6 No lev i p ve o c rot mb on est re vo a: ca “L re i io” .

po tr Il Co ebb pen me e a sio se llen nat co ar o L nd e ip o h la pi a c naz 14 N hie ion ov sto ale em un ucr bre a b ain ad a. an te.

“Allora, questa è una bicicletta elettrica a pedalata assistita”. E io ho subito pensato: “Pedalata assistita?! Sarà come quando si andava in bici da piccoli e mia madre diceva a mia sorella più grande: «Uè! Dagli un occhio tu a tuo fratello!»”

“…rendendo così la pedalata leggera come se si andasse sempre in pianura”. Ma allora che senso ha comprare la bici da cross se poi quando entri ed esci dai fossi sembra di essere sempre in pianura?!

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sforzo vi porterà sulle salite più estreme”. Il mio cambio era una molletta per i panni pinzata sulla canna e bastava che mia madre mi gridasse dalla finestra “VIENI SU CHE È PRONTO DA MANGIARE!!!”, che senza nessuno sforzo salivo anche le scale con la bici! “La Bike (la bici di una volta) è la più leggera della sua categoria, circa 18 Kg più 4,8 Kg di pacco batteria...” La mia pesava meno, circa 12 Kg, ma in più c’erano i 22 Kg delle borse della spesa che mia madre mi faceva portare dal mercato fino a casa! “… e si utilizza come una normale bicicletta per fare un po’ di moto…” E ALLORA PRENDI LA MOTO!!!

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“La Bike percorre, con pacco batteria da 20 Amph, più di 50 Km”. Beh, non vi dico i chilometri che ho fatto io con i calci nel culo di mio padre quando me l’hanno rubata. Alla fine della spiegazione, anche se non mi sembrava a occhio che sarebbe stato un grosso affare, ho chiesto: “Scusi, ma quanto costa?” Risposta: “Guardi, con un costo per un pieno di energia di € 0,05, se a questo aggiungiamo il costo della Bike elettrica e lo dividiamo per 12 mesi, ci rendiamo conto che il costo della Bike è equivalente al prezzo della tessera dell’intera rete dei mezzi di trasporto pubblici”. Sto ancora facendo i conti con la vecchia calcolatrice elettronica on/ off… Una volta si diceva: “Hai voluto la bicicletta? E adesso pedala!” Oggi si potrebbe dire: “Hai voluto la Bike? Occhio alla scossa!”

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Cri si ec o Fin nom alm ica so ent in I cco e rla rsi Bon nd um o p a. 1 an otr 9 N ita à ove r o se i com ccup mbre nz o ar a u da si sci me di re nt di e, ca sa .

Pe rT rem è s on oli ti l’ da Ita . L lia Po ’Aqu 17 N mp ila ov ei , il em so Ve bre no ne all to ’es e Ma ter ron o. i Sa ha v ne ia ris ssu no po n b ch sto os e lu a 1 s. i n 8 Se on No mm d ve ai ipen mbre da de un d Bo a ssi .

“… anche se poi è talmente divertente essere aiutati dal motore che sarà difficile farne a meno”. “Basta decidersi però, signor responsabile…” (ma questo l’ho solo pensato).

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Sì, lo

vogliamo! “Vuoi tu Kate Middleton

In Lo Itali ha a ca nn la o d il ett lav o o pri gli ro. 2 ma es 0 N di pert ove es i d mb se el re re l’I lic STA en T zia ti.

prendere il principe William d’Inghilterra come tuo sposo, promettergli di essere fedele sempre nella gioia e nel dolore, in ricchezza e in povertà, in salute e malattia e di amarlo e onorarlo tutti i giorni della tua vita finché morte non vi separi?” Che culo! Che culo! Che culo! Chi di noi povere Cenerentole dello Stivale taroccato avrebbe voluto essere al posto di Catherine Elisabeth Middleton detta Kate? Beh, io sì! Che poi, anch’io mi chiamo Katiuscia detta Kate, ma nessun principe mi ha chiesto di sposarlo! Quanto invidio Kate. Chissà se da bambina se lo aspettava quando, nella sua cameretta, si immedesimava in una principessa buona rapita da un orco, che un giorno avrebbe incontrato un principe che l’avrebbe sposate e fatta diventare regina? Forse no! Ma avrà dato l’idea a qualche

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sceneggiatore che l’ha trasformata in realtà! Quindi Cenerentola esiste! Se torno un attimo indietro nel tempo ripenso a quando anch’io giocavo sola soletta nella mia cameretta. Io però giocavo all’Allegro Chirurgo, dove io ero una commessa sfigata e speranzosa di incontrare un bravo chirurgo che potesse rifarmi il naso. A me il destino non mi ha proprio calcolato, non solo non ho mai conosciuto un chirurgo, ma ho ancora il naso gobbino con setto nasale deviato e narice sinistra ingolfata. Se fossi stata Kate a quest’ora avrei avuto il naso di zaffiro blu dodici carati, circondato da quattordici diamanti, dalla onestissima cifra di duecentonovantamila euro. Invece sul mio anulare regna una micro guarnizione arancione luccicante trovata nelle patatine, valore 1,50 euro. Immagino che in Inghilterra siano iniziati i preparativi per le nozze, e immagino anche che via vai di gente ci sarà in questi giorni a Buckingham Palace; chi si occuperà degli inviti dei tremila ospiti che parteciperanno alla cerimonia, chi si occuperà del rinfresco (e considerando come mangiano gli inglesi, temo non ci sarà un granché da gustare, ma sono pur sempre miliardi di stuzzichini), chi si occuperà delle bomboniere, chi ordinerà i fiori, chi s’inventerà un lavoro pur di guadagnare, tipo, l’addetto ai posacenere. Insomma tutti si daranno da fare per il grande giorno!

Un ha a sc r il s dich ittri uo iar ce al Pre ato tede nu sid ch sc cle en e f a 2 are te are 1 N ha . Gl se q bbe ovem nn i a ue se b o s mb st ss re ub ien i si o c ito ta op on co list por nta i it rà Do tta alia l c ap e& to ni roc G Ru by es abb . so a pe na 2 r Sfi eva 2 No ler sio ve an ne mb no fi re in sca Pro le. cu ra.

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Una curiosità tra mille. Pare che l’ambito principino, per chiedere la mano di Kate abbia approfittato di una vacanza in Kenya in un magnifico e romantico resort (e certo, non avevo dubbi, dove glielo doveva chiedere? A Viserbella di Rimini?) tenendosi, per l’occasione, l’anello di fidanzamento per ben tre settimane nello zainetto, anello che lo stesso Carlo donò come promessa d’amore alla povera e sfortunata Lady D. Secondo me quando Kate ha visto l’anello era un po’ confusa; da una parte sarà stata sicuramente eccitata e commossa, dall’altra avrà fatto le corna dietro la schiena. Beh, come non comprenderla poverina, anch’io avrei fatto le corna considerando quello che è successo alla tanto amata Lady Diana! Ma torniamo ai preparativi per il matrimonio. Dunque: fiori, banchetto di nozze, chiesa, ospiti, bomboniere, guardie del corpo, politici, re e regine, e chi più ne ha più ne metta. Quanto potrà costare un matrimonio reale? Io posso dire quanto è costato il matrimonio di mia cugina Antonella a Molfetta, in provincia di Bari. Gli invitati erano 250 da parte di lei e trentadue da parte dello sposo, che era di Brescia. Ricordo che hanno speso complessivamente sessantamila euro, che però poi hanno recuperato con il taglio della cravatta! Beh, non male, no? Ma quando un principe e una principa si sposano, chi paga? La nonna? I genitori? Hanno degli sponsor? E

se sì, quali? Me lo sono sempre chiesto; non che la cosa possa interessarmi particolarmente, ma per fare del sano gossip quando sono dall’estetista a farmi la ceretta sotto le ascelle! Che male tra l’altro! Chissà che bei peli reali avrà Kate dopo il matrimonio! Un’altra cosa che ho scoperto è che tra le varie cariche istituzionali pare sia stato invitato anche il nostro premier Silvio Berlusconi. La Regina Madre però, l’Ape Regina, pare non abbia dato il consenso: teme che il simpatico barzellettiere possa fare le corna dietro agli ospiti durante le foto di gruppo. Silvio, Silvio stai buonino, dài! A questo punto non mi resta che augurare tanta gioia e tanta felicità ai futuri sposi reali. Io intanto continuo a sognare di incontrare il mio chirurgo che prima o poi darà un’aggiustatina al mio naso sovrano!

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Co ns ig Na lio po dei li. M I in rifi finia istri uto ni a : u pro 25 N no pe ov più ndo em , u no bre no pe me r il no …

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Be rlu sco ni il mha r ic Do ond hiam p o in odi po ato gia ch liti 23 rdi é h co No n a al ve tel o, ha acce la so mbr efo fa so br e n t il ie co ico to un vul tà. mp all o ca rat a M sch no o l er er a K ke zo am l e ch ha atk Ig a. i o co ca nv to int ri d i d el i u l’In sci te re r s da on So lla c o 24 lo ris No Eto i a ve ’o te mb a t sta re es a ta lta ba . ssa .

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Viviamo tempi amari

Pe rr e la per d’I ce ire tal leb i ia ra fon e d zio di n Sta elle e d per 2 to im el 1 6 N ric pre 50 ov orr se ° em erà ga de bre all riba ll’Un ’ot ld ità to ine pe , l rM o ille .

Wikileaks è l’indiscusso protagonista delle ultime ore: le sue “scottanti rivelazioni” rischiano di mettere in ginocchio i governi di tutto il mondo. Mah! La Merkel è marchiata per sempre come “Leader poco creativo che non prende mai rischi”: ma cosa si aspettavano? Che si desse alla pop-art, che si scatenasse nel burlesque? E poi non è vero che non prende rischi: è documentato che nel 2008 ha rischiato l’infarto con Silvio che le faceva “cucù” e nel 2009 ha rischiato di aspettare in eterno che lui finisse di telefonare. “Gheddafi è dedito al botox, ipocondriaco e sempre circondato da voluttuose infermiere bionde”. Che male c’è? Noi in Italia abbiamo fatto una sanatoria solo per le badanti e le colf. Scommetto che anche le colf di Gheddafi non scherzano. Karzai è definito “paranoico”. Come se governare l’Afghanistan fosse una cosa rilassante. Vorrei vedere

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loro, a Kabul. In ultimo trema l’Italia, il cui leader è definito “Vanitoso, incapace, portavoce di Putin, stanco per i troppi festini”. Che delusione! Diteci qualcosa che non sappiamo già! E poi è una menzogna: i recenti fatti dimostrano che Silvio non è affatto stanco. Sarà che dietro a Wikileaks si nascondono le toghe rosse? Sono deluso, in fin dei conti. Tanto rumore, migliaia di documenti segreti sbandierati al vento, incidenti diplomatici a catena per un po’ di gossip internazionale, che bastava un Dagospia o un Alfonso Signorini. L’unica vera differenza fra questa ondata di segreti e un numero di Novella 2000 è che nei dossier di Wikileaks non si fa cenno alla Clerici e - cosa assai più grave - manca l’inserto su Padre Pio. Cosa ci insegna la vicenda? Che per un italiano è assurdo cercare lo sputtanamento oltre i confini nazionali. Secoli dei migliori scandali interni ci hanno mitridatizzati: siamo del tutto immuni allo stupore, siamo la Disneyland delle figure dimmerda (sì, dimmerda). Siamo, per una volta, all’avanguardia. Abbiamo trasformato le puttane in escort, le zoccolette in ragazze immagine e i criminali in diversamente onesti. Abbiamo dato caldo asilo alle nipoti di Mubarak; a noi Wikileaks “CE FA ‘NA PIPPAAA!” Torniamo in patria dunque. Balza in vetta alle classifiche l’Amaro Medicinale Giuliani. Il distillato, concepito per confortare le casalinghe favorendo la digestione e un garbato alcolismo postprandiale, sonnec-

Da qu an d div o ha en sa ter pu à p to De apà che 2 l P pe 7 N ier r la ov An o t em co ra i r si al erza bre igo len vo Pa in ri a a lta rm cor ac t , ala so uc ira t. il p ch re Ro ro iai ba ce no s da so . 2 far 8 si No ve ve n m all ire bre e g il l ino atte cch ia.

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A Bin nch La e il de fig n v lio uo di le 2 tal far 9 No e p e i ve ad l te mb re, rro re In tal rist un e b a: lab an o è s rat o. o ne tato rio lle cr de pro eat l C ve o il ERN tte b 3 ha rodo 0 No nn p ve un o m rim mb mi es ord re lio so ial ne da e: di do an di ni fa.

chiava da decenni sugli scaffali delle farmacie, fino a quando il suo inventore Gian Germano Giuliani, lo scorso martedì, al termine di una cena in un lussuoso ristorante milanese, ha bersagliato Emilio Fede con un secco uno-due. Ignoti i motivi della lite, occorsa fatalmente subito dopo l’ammazzacaffé. Per Emilio Fede quindici giorni di prognosi. Immediata e unanime la solidarietà del Paese, che si stringe intorno all’aggressore. Neanche a dirlo, su Facebook spuntano come funghi i gruppi dedicati al paradossale alcolico/medicinale, e tutti a trangugiare bicchierini su bicchierini di questo ossimoro, a metà fra l’Averna e il colluttorio. Non ci si mette di mezzo anche il Natale? E tutti a regalare l’amaro Giuliani, con strizzatine d’occhi, con frasi allusive (“Per digerire questa epoca…”). Qualcuno si risente, e tuona: “Regalare l’amaro Giuliani è un atto di cattivo gusto!” Ma scava scava viene fuori che son quelli della Soluzione Schoum. È così che va a finire per la minoranza degli italiani, quelli che sognano l’alternanza: tocca accontentarsi del gadget. “Meglio che niente” rispondono coriacei. Lo scorso Natale, con lo stesso ghigno, impacchettavano, pieni di rivalsa, miniature del Duomo di Milano. In questo amaro inverno di crisi internazionale, con un governo che vi appesantisce, e dopo tutti i bocconi indigesti che avete dovuto mandare giù a forza, chi sono io per dirvi cosa regalare e cosa no?

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Pacchi contro

pacchi e cartoni

Ernesto Galli Della Loggia, Vittorio Feltri, Alfonso Signorini, sono solo alcuni dei più taglienti editorialisti italiani. Ognuno, dalla propria barbieria, ha provato ad acconciare le vicende politiche di questo 2010, cercando di fare pelo e contropelo al potere. Purtroppo, bisogna dirlo, senza risultati degni di nota: raramente, infatti, abbiamo apprezzato un’informazione che non fosse parruccona, oppure tanto di parte da risultare ossigenata, tinta, insomma, autenticamente fasulla. Intanto, dopo le scottanti rivelazioni di Wikileaks, lo scandalo è cresciuto a dismisura e alla stampa internazionale è stata chiesta, con forza e senza sfumature, una drastica sforbiciata. La diplomazia americana – si è scoperto – definiva il nostro premier con la ricrescita, “Vanitoso, incapace, dedito a festini selvaggi”. Lecito domandarsi se Julian Assange, l’ex hacker alla testa di Wikileaks, abbia rac-

Wo od y an Alle ni n c e v om orr pi eb e 7 be 5 pro 1 D va ice re m il bre cia Viag Cri k s ra: si it co pol ira sì itic ! si a. vo Se ter c à l on a tin so pros ua liti si 2 ma ma Dic lan pri em ni ma bre di ve sta ra. gio I ne .

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colto queste informazioni da documenti riservati o dall’ANSA. Di certo, anche gli americani erano a conoscenza del fatto che quando Berluscoito suggeriva a Casini un appoggio esterno, in realtà lo invitava ad assistere ai suoi bunga bunga ma senza partecipare; respingendo quindi l’ipotesi della terza gamba. Questo episodio sottolinea l’ipocrisia tipica del nostro Paese, dove i concorrenti minorenni di X Factor non possono andare in televisione dopo la mezzanotte, perché a quell’ora, di solito, passa Lele Mora per portarli a palazzo Grazioli. Dato il clamore, di tutto ciò ha dovuto dare notizia anche il TG1 dell’augusto Minzolini. In un’edizione della notte, tra un cucciolo smarrito e la nuova tendenza del découpage tra gli abitanti di Giacarta, è andato così in onda un rapido riferimento allo scottante dossier. Che dire? Era davvero impensabile che anche al TG1 ci potesse essere una fuga di notizie! Wikileaks, tra i numerosi altri statisti, non ha risparmiato nemmeno Gheddafi che, a detta della diplomazia USA, sarebbe dedito al botox e si circonderebbe di avvenenti infermiere. E subito è tornato vivo il ricordo dello show di Roma di fine agosto, dove il Colonnello, dopo aver dichiarato: “l’Islam sia la religione d’Europa”, tentò di convertire un nutrito gruppo di procaci ragazze. Conversione, peraltro, brillantemente riuscita: nella sua tenda entrarono duecento hostess e fuoriuscirono duecento steward. Al riguardo, si espresse anche

l’ereditiera Paris Hilton, che in un’intervista a Vanity Fair dichiarò: “Basta con la solita routine! Quest’anno avrei voglia di partecipare a qualche cosa di molto speciale. Sono incerta tra il Carnevale di Rio, il Gay Pride o una delegazione di Gheddafi!” Nonostante le intimidazioni, Wikileaks è entrato a gamba tesa sulla diplomazia mondiale creando fibrillazioni in tutte le cancellerie: “Gheddafi, pieno di botulino e circondato da attraenti crocerossine… Sarkozy, re nudo… Putin, autoritario e machista… Kim Jong-il, vecchio avvizzito e flaccido… Berlusconi, tutti e quattro insieme”. Devastante! Soprattutto se si considera che l’emorragia di piccanti rivelazioni proseguirà per molti mesi a venire, a un ritmo di mille litri al secondo. In un clima di questo tipo, con la crisi che morde i garretti e la politica che si avvita su se stessa, la tensione sociale è salita alle stelle e alcuni fatti di cronaca lo hanno ampiamente testimoniato. Il primo, in ordine di tempo, è stato il fallito attentato a Maurizio Belpietro. Il direttore di Libero, chiamato a commentare l’accaduto, ha ipotizzato: “Colpito per le mie idee”. Teoria che porta a credere nell’opera di un folle. Dell’attentatore, peraltro, non v’è traccia: nessuno l’ha visto, le telecamere di sorveglianza non hanno registrato nulla e il poliziotto della scorta, anni addietro, era già stato sospettato d’aver denunciato un falso attentato all’ex magistrato Gerardo D’Ambrosio. In sostanza, ci troviamo

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Il f sta ond p ato riv er a re d ele nn i W rà unc iki al iar lea mo e u ks nd na o d gr 5 Di a c f on ove nde emb Co d nt ato si n no re utt re asc tizia ii di on : cro Wi de lli, kil il ea aP ks o l’u mp . nic e aa i 6 Dif nti Di fic c c ile in hità emb pri pie ri re di ma All ma è B sta ’es all on cin e d tern a Sc di. qu im o ala o e o st taf . 7 f r re an eru D di ti. gl ice Va All i tr mb lch ’in a re dis iria, tern poliz tri la o, ia bu cr do ge iva o ocer po ne ss os ri ige sa di n co o e nfo rto .

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Ita lia pro ge ssi lata ma . D a le gli s dom ga ta e re di nic de di a l c cal 3 am cio Di pio os cem na pit bre to era di nn Ba su hoc o rce gh key llo iac na cio 5 a -Rea . l 0: M Mo ad uri rid nh 4 tri o è Dice ple pa m te ssa bre al to qu da int l eto .

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Tre nit a so lia a cie cq tre tà d uist ni i t a A e s ras rr ed po iva, e a rti 8 Be tede Dic r s l i nu no ca emb ov . G co re o n ià n 2 om pro 52 La e: nto Cin Ar il riv Co a la av nfu nci a a c ca io, il p nd l’a re ida nt m ti i-pr io an em 9 ch io Dic e l N em Co ’an ob b pe ti- el. re D di rto c d e l alai Tra i ’an La co asa i ste nv Ge rc ti- ma oc lm o l Cri ato in ’us sto i c . . un Il io 1 M ar i 0 iun nis Dic ion tro em e d ha bre i g sub ab ito ine tto .

al cospetto d’un probabile attentato omeopatico. Qualche giorno più tardi è stata la volta di Daniele Capezzone, centrato al volto con un pugno da uno sconosciuto in pieno centro a Roma e di Emilio Fede, cartonato a Milano dall’imprenditore Giuliani, quello dell’amaro. L’aggressore pare si sia giustificato dicendo: “Non l’ho mai digerito”. Fede e Capezzone, peraltro, sono stati timbrati più o meno in concomitanza con la tragica dipartita del famoso polpo Paul: tempi duri per gli invertebrati. Sempre restando in tema di pacchi, Wikileaks ha chiuso il cerchio paventando la presenza di un misterioso emissario italiano in Russia, al servizio di Palazzo Chigi nel complesso scenario della lotta internazionale per l’approvvigionamento di gas. E anche qui non ci siamo smentiti. Era fatale che il Mister X di Berluscorgia in Russia avesse un cognome evocativo. Incredibile a dirsi, si chiama Fallico: Antonio Fallico. L’uomo giusto al posto giusto, un po’ come Capezzone portavoce di Forza Italia. Non a caso, e qui ci giunge in soccorso Facebook, l’anagramma di Capezzone è CazzoPene. Altro che Wikileaks, sono queste le rivelazioni che inchiodano il nostro Paese alle proprie responsabilità.

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Pacchi contro

pacchi e cartoni

Tra lo patt sti on pe i de ndi si è ll’I o d rid rla a ot nd co to ris a. L mm 11 D ch ’al iss ice ia len ar m Inc di at io b su ur rim ore tec re l s sio an de nic ito ne ere i v o de web deg la erd lle d li ve i h i ca Vi ac rde rte sa ke . di . Sa r 12 cre bo D dit tar ice o n e i mb on l co re ha los pre so zzo .

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192 ec A arr ono Cau ive mi sa rà ca, de co qu lla n e c ren una st’a risi ne sli nno 15 D co tta Ba ice n l a bb m a p GP o bre ell L tr Na icc ain tal Bo ia at e ssi ec a d olo a h og a gic ni ch a. i ve scuo esto de la ch nd ci e o i sia in Re un 16 Ma pr Dice m g e ab i, g sepe bre itu li s . C gli ano tude osì, ex a s nti tra ca si co cci mu are nit ari .

Be rlu ch sco e i ni int l pro ha a an ss nn to im un lui o p cia si rem to è f i 13 att er D o u sar icem n a à g br ltr iova e ol n ift e; ing riu Anc … e s all cire lott ’In a i d ter do ice , v rm d ist ire i n o c . M on he o 14 Be ratt Dic n i e a d itez lo v mbr o ars no rre e i u n a bb na cce e sv nn eg a lia ta. Settimana 50 Settimana 50

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194 Lib le ro c v o sto acan nsig ria ze liat : o pe im di u n r 1 po c 9D ne en nte tra ice v m a br tro che nti va gir da . È e re a i lla la la l m sta A sq on zz Ce Ro ua do a sa ma dra p re , e v tra ide er un ia vi ale a l ca e G . ne Ma iu . D zz lio i c ini 20 he , è D raz sta icem So za to br nd ? U tr e tre agg n i ova sa no i. U nc to lva n n roc no si ital io. gli fida ian sh più o s ow d u 2 d’i ei t 1 D ntr ele ice m TG atte gior bre 4 a nim na en li. S to, i da l .

In oc ca pa sion rti e ta d fes di ell’u gio tivi cam ltim ca tà, pio a 1 to tu na 7 co tte to Dic n i le , p em l m sq rim b od ua a d re ulo dre el All ad ha le ep alb nno ros ero s Pa ime Na di rti e to le tal de zio e. ll’A ni mo il 1 8 il P re si Dice art all mb ito ee re de rà c l V on iag ra.

Settimana 51 Settimana 51

Diario di una

mamma pugliese

vacanziera

I

er lliv o iG id g g Via

rto pe A dio Stu

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196 La C tri IA d bù on de a V ll’A ia fgh gra an ai is ca di tan. pi 2 rip È 5 D rod la ic Cri uz nuo emb si ion va re ec e d ar on i m ma om as ica sa em . rec are ord a 2 :i 6D ic v l’a ene emb cq zia re ua ni all co ag n ola .

Qa M tar on d ref a 50 iali rig g di c era rad al ti, i. G cio co li in sì sta 22 a arb nch di sa Dice itr e l’ ran mb i, s ar n re arà ia, o t co oltre utti nd a izi gl Na Son on i ata str tale dagg : es p i. . s, er Re pe 8 ga r g ita li li a lia di 2 ltr ni s 3 D id u ue 10 icem Cri so so bre no no Uc si di un un rai g na as pa o . F tra cco ra R . i d uss ue ia e tes stati 24 i: a i r Dic lla app em ca ort bre nn i s a d on el o ga s.

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198 M gli eg R qu uom yan ell ini di e d le ce i u do che na nn p ce e er le rta sono 29 D piĂš sta c ice ba tura ome mb sse s il re sa ono vin Il p nn al o: ros o d tic sim i t ce; ap o6 po . g po en sto na da del io al l c la un Be 30 D ico fan ice Na lo a mb po de sce re l i di : se mi l ca nde ton qu na mi rĂ ne est tor no lla rat e c un req te d e d ile uis i b eci no ita ott ne . i ve ill 31 rrĂ eg Dic riu ali. em b ti L bri lizza a m re e lla ta rc re pe e il V r f es ar uv io.

Ve ltr on i l’e lanc nn ia es il im PD oc P as ride od : 2 it 7D ran ic s-f em orm br ism e o. La le Car pa fa sse gn gg a n es iatr on v erc ici uo ita pe le re r 2 co in strad 8 Dic nd ca a om sa. . D emb ini Le ovr re o r a a e con iunio nno sse tinu ni re era di un nn ca o sin o. Settimana 52 Settimana 52

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