NELSON MANDELA

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Scuola Sacra Famiglia A.S.2019-2020

Benedetta Ruffetta classe 3°B


«Non c'è nessuna strada facile per la LIBERTÀ!» Nelson Mandela

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INDICE 1.INTRODUZIONE 2.LIBERTÀ 3.NELSON MANDELA 3.1 BIOGRAFIA 3.2 IL SUDAFRICA, IL COLONIALISMO E L’ORIGINE DEI SUOI PROBLEMI 4. AFRICAN NATIONAL CONGRESS 4.1 APARTHEID 5. L’INCARCERAZIONE PER LA LIBERTÀ 5.1 LA LIBERAZIONE! 6. NELSON MANDELA PRESIDENTE 6.1 IL PREMIO NOBEL 6.2 LA MORTE 7. CONCLUSIONE 8. Sitografia-Bibliografia

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1. INTRODUZIONE

INVICTUS Out of the night that covers me, Black as the pit from pole to pole, I thank whatever gods may be For my unconquerable soul. In the fell clutch of circumstance I have not winced nor cried aloud. Under the bludgeonings of chance My head is bloody, but unbowed. Beyond this place of wrath and tears Looms but the Horror of the shade, And yet the menace of the years Finds and shall find me unafraid. It matters not how strait the gate, How charged with punishments the scroll, I am the master of my fate: I am the captain of my soul

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Dal profondo della notte che mi avvolge, Nera come un pozzo che va da un polo all'altro, Ringrazio gli dei qualunque essi siano Per la mia indomabile anima. Nella stretta morsa delle avversità Non mi sono tirato indietro né ho gridato. Sotto i colpi d'ascia della sorte Il mio capo è sanguinante, ma indomito. Oltre questo luogo di collera e lacrime Incombe solo l'orrore delle ombre. Eppure la minaccia degli anni Mi trova, e mi troverà, senza paura. Non importa quanto stretto sia il passaggio, Quanto piena di castighi la vita, Io sono il padrone del mio destino: Io sono il capitano della mia anima. (William Ernest Henley)

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Il titolo proviene dal latino e significa "non vinto", ossia "mai sconfitto", indomito… La poesia fu composta da William Ernest Henley nel 1875 e pubblicata per la prima volta nel​ 1888​. All'età di 12 anni, Henley rimase vittima del morbo di Pott​, una grave forma di tubercolosi ossea. Nonostante ciò, riuscì a continuare i suoi studi e a tentare una carriera giornalistica a Londra. Il suo lavoro, però, fu interrotto continuamente dalla grave patologia, che all'età di 25 anni lo costrinse all'amputazione di una gamba per sopravvivere. Henley non si scoraggiò e continuò a vivere per circa 30 anni con una protesi artificiale, fino all'età di 53 anni.

La poesia era usata da Nelson Mandela per alleviare gli anni della sua prigionia durante l'​apartheid​. Per questo è anche citata nel film Invictus

film

di

Clint

Eastwood

sulla

vicenda.

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Dopo la caduta del regime dell'apartheid e l'insediamento di Nelson Mandela come presidente, il Sudafrica attraversa un periodo storico delicatissimo. Appena entrato in carica come primo presidente nero della nazione, Mandela si pone l'obiettivo di riappacificare la popolazione sudafricana, ancora divisa dall'odio fra la maggioranza nera e la minoranza bianca. Simbolo di questa spaccatura diventano gli Springboks​, la nazionale di rugby​, simbolo dell'orgoglio bianco Afrikaner e per questo detestata dai neri, che proprio in seguito alla caduta del regime dell'apartheid viene riammessa nelle competizioni internazionali dopo un'esclusione di circa un decennio.

In vista della Coppa del Mondo del 1995​, ospitata proprio dal Sudafrica, Mandela si interessa delle sorti della squadra, con la speranza che un'eventuale vittoria contribuisca a rafforzare l'orgoglio

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nazionale e lo spirito di unità del paese. In particolare, entra in contatto con il capitano François Pienaar​, facendogli capire l'importanza politica dell'incombente competizione sportiva. Questa frequentazione fra Pienaar e Mandela dà inizio a una serie di eventi che rafforzano il morale degli Springboks (reduci da un lungo periodo di sconfitte) e li conducono in un fortunato cammino nella Coppa del Mondo, fino a una inaspettata vittoria in finale contro i temibili​ All Blacks​. Il successo della nazionale diventa simbolo del riavvicinamento della popolazione nera alla popolazione bianca e del procedere del processo di integrazione.

Una

sera di qualche mese fa, ho cominciato a vedere con mia

nonna questo film, e ad entrare in questa storia per me sconosciuta: un uomo che torturato, imprigionato per anni, era ancora capace di desiderare qualcosa di buono per se stesso e per gli altri, un uomo pronto a vivere e morire per l’Amore del suo popolo, per la Libertà. E così ho desiderato approfondire, capire, conoscere di più e tante tante domande sono sorte in me.

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2. LIBERTÀ Che cos’è la libertà per meritare di essere così ricercata?

“Per ​libertà s'intende la condizione

per cui un

individuo può decidere di pensare, agire

esprimersi ed

senza costrizioni,

ricorrendo alla volontà di ideare e mettere in atto un'azione, mediante una libera scelta dei fini e degli strumenti che ritiene utili a realizzarla”.

Tutti, o quasi tutti cercano la Libertà ma che cos’è davvero?

“La libertà risponde ad un'aspirazione profonda e molto diffusa nel mondo contemporaneo, come attesta, tra l'altro, l'uso frequente che si fa del termine stesso di «libertà», anche se esso non è sempre impiegato nello stesso senso dai credenti e dagli atei, dagli scienziati e dagli economisti, da coloro che vivono in una società democratica e da coloro che subiscono un regime totalitario.

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Ognuno gli conferisce un accento speciale e persino un significato profondamente diverso. Senza un rispetto profondo ed esteso della libertà, la pace sfuggirà all'uomo. Infatti, quale può essere la libertà delle nazioni, la cui esistenza, le cui aspirazioni e reazioni sono condizionate dal timore anziché dalla mutua fiducia, dall'oppressione anziché dal libero perseguimento del loro bene comune? La libertà è ferita, quando i rapporti tra i popoli sono fondati non sul rispetto dell'eguale dignità di ciascuno, ma sul diritto del più forte, sulla posizione dei blocchi dominanti e su imperialismi militari o politici. La libertà delle nazioni è ferita, quando le nazioni piccole sono costrette ad allinearsi a quelle grandi per veder assicurato il loro diritto alla esistenza autonoma o la loro sopravvivenza. La libertà è ferita, quando il dialogo tra «partners» uguali non è più possibile a motivo di domini economici o finanziari, esercitati da nazioni privilegiate e forti. La libertà nella sua essenza è interna all'uomo, connaturale alla persona umana, ed è segno distintivo della sua natura. La libertà della persona trova in effetti il proprio fondamento nella sua dignità trascendente: una dignità che ad essa è stata donata da Dio, suo creatore, e che la orienta verso Dio. Essere libero significa potere e volere scegliere, significa vivere secondo la propria coscienza.” Giovanni Paolo II

LIBERO! ...Che TUTTI FOSSERO LIBERI!

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Cioè dentro una condizione molto difficile, umiliante, dolorosa nasce dentro il suo cuore la FORZA, il DESIDERIO, la VOLONTÀ’ di cercare un BENE profondo, più forte di ogni male subito. “Non importa quanto stretto sia il passaggio, Quanto piena di castighi la vita, Io sono il padrone del mio destino: Io sono il capitano della mia anima.”

Come ha fatto? Che cosa ha portato Nelson Mandela o William Hernest Hanley e altri ancora a questo atteggiamento?

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3. NELSON MANDELA

3.1 BIOGRAFIA Nelson Rolihlahla Mandela, anche conosciuto come Madiba, il suo soprannome piĂš famoso, nacque il 18 Luglio 1918, a Mvezo in una regione meridionale del Sudafrica.

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Tante cose accaddero in quell’anno, finì la Prima Grande Guerra Mondiale, scoppiò una grande epidemia influenzale che fece morire milioni di persone il tutto il mondo, per la prima volta l’ANC (African National Congress) portò la problematica sudafricana sotto gli occhi internazionali alla conferenza di Versailles.

Il suo nome di nascita, Rolihlahla, in lingua Xhosa significa letteralmente “tirare il ramo di un albero”, ma più comunemente si traduce in “piantagrane” e casualmente fu indicato per descrivere la caparbietà con la quale Mandela inseguì i propri ideali.

Nato in una famiglia nera Mandela è figlio di Gadla Henry Mphakanyiswa, capo della tribù Thembu, il quale si sposò con Nosekeni Fanny sua seconda moglie. Secondo l’abitudine africana un uomo poteva avere tante mogli, il padre di Mandela ne aveva 3 in villaggi diversi, ogni settimana il padre faceva visita ad una delle sue famiglie e si fermava con loro qualche giorno. La vita nel villaggio era sempre vissuta in comunità, non c’erano mai momenti di solitudine, ma sempre accanto a fratelli, sorelle, zie, cugini… Quando Nelson aveva 9 anni il padre si ammalò, lo curò proprio sua madre e la moglie più giovane che si trasferì nel loro villaggio per

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l’occasione, un giorno però il padre si accasciò a terra e proprio davanti agli occhi del figlio Madiba morì mentre fumava la pipa. Qualche giorno dopo la madre senza dire una parola si incamminò verso una città vicina e accompagnò il piccolo Madiba dal reggente dei Thembu che lo adottò.

-Nelson Mandela a 19 anni-

Mandela fu educato fin da piccolo all’importanza di alcuni valori, come la libertà e l'uguaglianza e la dignità. Ascoltando le storie degli anziani sul valore dei suoi antenati durante le guerre di resistenza,

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sognava anche di dare il proprio contributo alla lotta per la libertà del suo popolo. Proprio lui racconta nella sua biografia che un giorno da ragazzino imparò

“un’importante lezione da un asino

indisciplinato!”. Facevano a turno a saltargli in groppa quando fu il suo turno, l’asino innervosito s’infilò in un cespuglio di spine , chinò la testa cercò e riuscì a sgropparlo e lui si punse tutto il volto di spine. Mandela disse “imparai che umiliare una persona significa farle subire un destino inutilmente crudele. Anche da bambino quindi battevo i miei avversari senza disonorarli”. Il giovane Mandela imparava da tutto, tutto era una lezione di vita!

Frequentò la scuola elementare missionaria Qunt, dove la sua insegnante Miss Mdingane, gli diede il nome Nelson,

secondo

l’usanza di assegnare a tutti gli scolari nomi “cristiani” o meglio inglesi. Si è immatricolato a Healdtown, una scuola secondaria; in seguito decise di studiare legge alla University College of Fort Hare. Mandela

fu

coinvolto

nell'opposizione

al

minoritario

regime

sudafricano, che negava i diritti politici, sociali e civili alla maggioranza

nera

sudafricana,

che

gli

costò

l'espulsione

dall'istituzione accademica. Unitosi all'​African National Congress nel 1942​, due anni dopo fondò l'associazione giovanile Youth League, insieme a ​Walter Sisulu​, ​Oliver Tambo​. Continuò gli studi presso la University of South Africa e riuscì a laurearsi presso Fort Hare nel 1943.

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Nel ​1940​, all'età di ventitré anni, insieme al cugino Justice fu messo di fronte all'obbligo di doversi sposare con una ragazza scelta dal capo della tribù thembu Dalindyebo. Questa imposizione di matrimonio combinato era una condizione che né Mandela né il cugino volevano tollerare. Così decise di scappare insieme al cugino, in direzione della città di ​Johannesburg​.

Nelson Mandela ebbe 3 matrimoni, i quali portarono molti figli. Il primo matrimonio durò all’incirca 13 anni, fino a quando nel 1957 la moglie Evelyn Ntoko Mase, testimone di geova e allergica alla politica, chiese il divorzio per tradimento e maltrattamento, accuse di

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cui però non c’è mai stata prova e che Mandela ha sempre negato. Questo primo matrimonio porto quattro figli, di cui due femmine e due maschi , i cui nomi sono : le due femmine entrambe Makaziwe a causa della morte prematura della prima (morì a 9 mesi), e i due maschi Madiba Thembekile (Thembi) e Makgatho Mandela. Il secondo matrimonio iniziò nel 1958 con la più ricordata è amata delle mogli di Mandela, Winnie, “Madre della nazione”. Da questa relazione nacquero due figlie femmine : Zeni e Zindzi. Winnie fu la moglie più amata da Mandela per diversi motivi, come ad esempio la sua determinazione e la sua intelligenza; al contrario della prima moglie Winnie era molto appassionata di politica e condivideva gli stessi ideali del marito. Questo amore fu ostacolato dal l'incarcerazione di Nelson Mandela, ed il matrimonio finì nel 1996. Ma il terzo matrimonio era comunque alle porte e all’età di 80 anni sposa Graça Machel, vedova del presidente mozambicano Samora Machel. Un matrimonio mai ben accetto né dai figli di Mandela, né dal popolo sudafricano. Tuttavia Graça, con la grande intelligenza di cui è dotata, si è saputa ritagliare uno spazio importante, stando al capezzale del marito fino alla fine e facendosi apprezzare per i suoi tentativi conciliatori all’interno di una famiglia divisa anche nelle ultime difficilissime ore di Mandela.

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3.2 IL SUDAFRICA, IL COLONIALISMO E L'ORIGINE DEI SUOI PROBLEMI

La Repubblica Sudafricana è lo stato più meridionale dell’ Africa. Il territorio è per gran parte costituito da un altopiano solcato da numerose fratture e orlato verso la costa da alte scarpate,

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che

in

passato

hanno

reso

difficile

l’accesso

all’interno.

Fondamentale per la successiva evoluzione storica e politica è la particolare storia di Colonialismo che interessò il Sudafrica. La posizione e la lontananza dall’Europa, la presenza di porti poco agevoli, ritardò l’arrivo del colonialismo europeo in questo territorio. Bartolomeo Diaz e Vasco Da Gama cercando la rotta per le Indie, furono i primi europei a toccare il Capo di Buona Speranza nel 1487 e1497. I coloni portoghesi trovarono una terra popolata da tribù non alfabetizzate, che non avevano infrastrutture e sfruttarono il Sudafrica come fonte di schiavi per la tratta.

Lo sbarco di Jan van

Riebeeck

nella

Penisola

del Capo

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​Gli

Olandesi giunsero in Sudafrica a partire dal 1652: mostrarono

da subito grande interesse per le risorse del territorio, erano infatti in gran parte contadini, adottarono il nome di ‘boeri”. È in questo periodo che gli olandesi decisero per rafforzare l’economia della colonia, sfruttare al meglio le risorse agricole e i giacimenti minerari del territorio, di importare grossi carichi di schiavi per la manodopera di provenienza diversa (Madagascar, Mozambico, India, Indonesia, Sri Lanka,...). Questo contribuì alla creazione di

una società

etnicamente molto varia, le diverse etnie venivano mantenute in piccoli gruppi, le tribù indigene frammentate non avevano un’identità collettiva forte, quindi i “bianchi” mantenevano il dominio e il monopolio di ricchezza e potere. Nel 1814 la colonia olandese, già occupata più volte dagli inglesi, venne ceduta all’Impero Britannico: da allora iniziò a diffondersi l’utilizzo della lingua inglese nel paese, e ci saranno numerosi scontri tra i boeri, che ottennero l’indipendenza in alcune regioni (Transvaal e Orange), ed i britannici. Nel 1886 vengono trovati giacimenti auriferi nel Transvaal, che porteranno gli inglesi a scontrarsi di nuovo con i boeri, annettendo anche il Transvaal alla colonia. In questa situazione di contrasti tra boeri ed inglesi, e tra bianchi e neri, il 31 maggio del 1910 viene proclamata l’Unione Sudafricana, un dominio dove soltanto i bianchi (boeri) potevano votare, rappresentati dal SAP (Sounth African Party). Progressivamente la popolazione nera viene privata dei suoi già pochissimi diritti. Nel periodo in cui Mandela era giovane, i neri del Sudafrica non avevano praticamente nessuna

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voce nella politica del proprio paese, non potevano acquistare terre, e non potevano votare. I governi erano esclusivamente bianchi, mentre i neri, che vivevano in gran parte in condizioni semi servili, lavoravano in miniere, fabbriche e fattorie. Questa condizione di segregazione razziale detta apartheid in Sudafrica provocò le proteste di una parte dell’opinione pubblica mondiale e in seguito alle polemiche, l’Unione Sudafricana uscì dal Commonwealth (l’associazione che riuniva molti Stati un tempo Colonie inglesi), proclamandosi indipendente con il nome di Repubblica Sudafricana (1961).

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4. ​AFRICAN

NATIONAL CONGRESS

L’ACN era un'associazione fondata a

Johannesburg l’8 Gennaio

1912, l’epoca della lotta all'apartheid, nasce con lo scopo di combattere per i diritti e la libertà della popolazione nera sudafricana

ed

importante

partito

sudafricano

era

il

più

politico

composto

da

persone di colore. Il nome originario del partito, infatti, era "South African Native National Congress". Il partito era composto sia da membri tradizionalisti, che modernisti, tanto che le donne furono ammesse, come membri affiliati. Nasce come un movimento politico pacifico ma poi negli anni avrà anche un “braccio”armato soprattutto nel periodo delle maggiori repressioni e violenze contro la popolazione nera. In seguito alle leggi adottate in Sudafrica dal 1948 in poi, le quali pro​muovevano l'apartheid, ​il movimento di liberazione dei neri, l’ANC ​, venne posto fuori legge nel 1960 e i suoi membri furono perseguitati, incarcerati e spesso uccisi dalla polizia sudafricana.

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4.1 APARTHEID

Secondo il principio del divide et impera fu redatta la legge sulla registrazione dei gruppi, in base al quale si definiva la ‘categoria razziale’ di ogni individuo, frazionando la popolazione in bianchi, neri e coloured, cioè meticci.

Madiba è sempre stato fortemente contrario all’ apartheid, ha sempre lottato, verbalmente o addirittura armato, per la parità fra popoli e proprio per questo subì delle conseguenze. L'​apartheid era la politica di ​segregazione razziale istituita nel ​1948 dal governo di etnia bianca del ​Sudafrica​, e rimasta in vigore fino al

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199​4. A promuovere l’apartheid è il National Party, (​Partito Nazionale​), che rappresenta gli afrikaaners, i bianchi discendenti dai coloni olandesi. Il termine “apartheid” deriva dalla lingua dei boeri, o afrikaners e significa “separazione”. I principali ideologi furono i primi ministri ​Daniel François Malan​, Johannes Gerhardus Strijdom​ e ​Hendrik Frensch Verwoerd​. Benché elementi di segregazione razziale fossero stati introdotti nel Sudafrica già all’inizio del Novecento, è nel secondo dopoguerra che l’apartheid prende definitivamente forma con l’entrata in vigore di una serie di leggi che negano ogni diritto ai neri. Inoltre furono promulgate nuove leggi, come il divieto di matrimoni misti, che ogni “razza” doveva abitare nei propri quartieri, o che i bianchi avevano le priorità su tutto… raggiungere

i

Per centri

urbani i neri avevano bisogno

di

un

lasciapassare, e a fine attività tornare nei propri sobborghi. La teoria politica dell’apartheid sostiene che le razze che coabitano un territorio debbano vivere separate le une dalle altre. Secondo i suoi promotori, l’apartheid permette a ogni gruppo etnico di vivere in

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autonomia e armonia con le proprie tradizioni: di fatto però, legittima la discriminazione razziale. Nel 1948 il National Party vince le elezioni, e adotta l’apartheid come politica ufficiale dello Stato. Da questo momento, i neri non possono utilizzare gli stessi mezzi pubblici dei bianchi, o frequentare le stesse scuole. Percepiscono salari molto più bassi e sono privati del diritto di voto. Nascono inoltre i bantustan, territori in cui vengono costretti a vivere i gruppi etnici neri.

L’apartheid è stato definito un crimine contro la coscienza e la dignità umana nel 1970 dal Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite;

le

pratiche

applicate

violano

inoltre

le

convenzioni

internazionali sui diritti dell’uomo.

Questo periodo di segregazione razziale e di lotte politiche che si concluderà solo nel 1994 con le prime libere elezioni, seguite, l’anno successivo, dall’elezione a presidente di Nelson Mandela.

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L'anniversario della fine è il 27 aprile, giorno festivo in Sudafrica, quando si festeggia la ​Festa della libertà​. L’unica

opposizione

all’apartheid

viene dal partito dei neri

sudafricani, l’ANC, che dagli anni 50 protesta attraverso scioperi e boicottaggi. Il governo reagisce arrestando i contestatori. Nel 1964 il leader dell’ANC Nelson Mandela viene condannato all’ergastolo. Negli anni 80, l’apartheid si fa sempre più opprimente. Per ottenerne l'abolizione, l'ONU impone al governo sudafricano pesanti sanzioni, che strozzano l’economia del Paese. Nel 1990 il presidente Frederik de Klerk si vede costretto ad avviare il processo di abolizione delle leggi razziali, e a dialogare con l'ANC. Mandela viene scarcerato, e torna a essere un protagonista della politica sudafricana.

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5. ​L’INCARCERAZIONE PER LA LIBERTÀ “Ho lottato contro il dominio bianco e contro il dominio nero. Ho coltivato l’ideale di una società democratica e libera nella quale tutti possano vivere uniti in armonia e con pari opportunità. È un ideale per il quale spero di poter vivere e che spero di attuare. Ma se necessario, è un ideale per il quale sono pronto a morire.”

- Nelson Mandela

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“Non so precisare il momento in cui decisi di darmi alla politica, in cui seppi che avrei trascorso una vita al servizio della lotta di liberazione. Essere africani in Sudafrica significa essere politicizzati dal momento della nascita, che lo si voglia ammettere o no. Un bambino africano nasce in un ospedale per soli africani, viene portato a casa in autobus per soli africani, vive in un’area per soli africani, e frequenta scuole per soli africani, semmai succede che frequenti una scuola. Quando è grande e può scegliere un lavoro per soli africani, affittare una casa in un quartiere per soli africani, viaggiare su treni per soli africani, ed essere fermati in qualsiasi momento del giorno e della notte con l’obbligo di esibire un lasciapassare in assenza del quale sarà arrestato e gettato in prigione. La sua vita e circoscritta da leggi e regolamenti razzisti che minano la sua crescita, intaccano il suo potenziale, e gli tolgono la gioia di vivere. Quella era la realtà, e si poteva affrontarla in 1000 modi. Non ho avuto una folgorazione, una rivelazione improvvisa, un momento della verità: è stato il lento accumularsi di una miriade di offese, di una miriade di indegnità, di una miriade di momenti dimenticati a far scaturire in me la rabbia, la ribellione, il desiderio di combattere il sistema che imprigionava il mio popolo. Non c’è stato un momento particolare in cui abbia detto: da qui in avanti mi consacrerò alla liberazione del mio popolo; invece mi sono semplicemente ritrovato a farlo, e non potevo fare altrimenti.” (N.Mandela da “lungo cammino verso la libertà”).

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Mandela non vuole una società mutlirazziale ma una società in cui ogni uomo ha la sua dignità perchè Uomo, non perchè appartenente ad una razza, con un colore di pelle, con delle specifiche caratteristiche. La dignità di ogni Uomo, Libero prima di tutto. Per questo sacrifica tutta la vita, a questo dedica tutte le sue forze fin da ragazzo.

Nel 1952, dopo essersi laureato, nel pieno clima di segregazione razziale e di privazione di ogni diritto per i “non bianchi”, Nelson Mandela avvia a Johannesburg Insieme all’amico Oliver Tambo il primo studio legale ‘nero’ del Sudafrica, specializzato in casi che avevano a che fare con le leggi dell’apartheid, ed era dedicato ai cittadini neri più poveri e indifesi. Contemporaneamente, Mandela portava avanti la propria attività politica insieme all’ANC: il partito piaceva sempre di più, in particolare ai più giovani, sia bianchi che neri, che si opponevano all’Apartheid in modo sempre più netto.

Inizialmente, Mandela si era ispirato a Gandhi ed alle sue proteste pacifiche in India​, convinto del fatto che la non-violenza fosse l’unica strada possibile per risolvere i problemi del Sudafrica. Nonostante questo, diviene un vero e proprio bersaglio per le autorità, che lo consideravano un individuo pericoloso: dal 1952 iniziarono a restringere le sue libertà, rendendogli difficili gli spostamenti e la possibilità di parlare in pubblico. Nel 1956 venne arrestato per

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un’accusa di alto tradimento insieme a più di 100 altri attivisti anti-apartheid, in quello che è a tutti gli effetti un maxi-processo intimidatorio. Il processo durerà 5

lunghi anni, ma al termine Mandela verrà

assolto.

Il 21 marzo del 1960 a Shaperville ci fu una delle prime e più violente proteste contro l'Apartheid in Sudafrica. Ad organizzarla era stato il PAC (Congresso Pan-Africanista), un gruppo di fuoriusciti dell'ANC che perseguivano politiche 'africaniste', ovvero incentrate sui neri, e contrarie alle politiche multirazziali dell'ANC. Scoppiarono tafferugli tra la polizia ed i partecipanti, circa 20.000, di cui circa 180 vennero feriti e 69 uccisi (tra cui donne e bambini). Dopo la manifestazione venne dichiarato uno stato di emergenza, ci furono migliaia di arresti, e vennero rese illegali sia l'ANC che il PAC, mentre crescevano le critiche internazionali all'Apartheid.

Agli attivisti come Mandela non resta che la strada dell’illegalità: fondano così l’Umkonto we Siswe (“lancia della nazione”), vero e proprio braccio armato dell’ANC, abbandonando per il momento il pacifismo.

Ricercato dalla polizia, Mandela dovette nascondersi ed adottare travestimenti, recandosi nel ‘62 in Algeria per apprendere le basi della guerriglia.

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Nel 1963, nel frattempo, Mandela era tornato dal suo viaggio per essere immediatamente arrestato: le accuse erano sabotaggio ed attività di complotto contro il governo. All’età di 46 anni, il leader

veniva condannato all’ergastolo rinchiuso nel carcere di alta sicurezza a Robben Island, e poi trasferito in altre prigioni del paese. el corso del processo di Rivonia, città dove la polizia aveva scoperto una grande quantità di armi presso il quartier generale dell’Umkonto we Siswe. Dal 1964 al 1982, insieme ad altri leader dell’ANC, Mandela viene esiliato a Robben Island ,una piccola isola a sud del Sudafrica, a circa 13 km da Città del capo, sull’isola fin in epoca coloniale fu costruito un carcere di massima sicurezza destinato ai prigionieri politici. Mandela era condannato ai lavori forzati, e le sue possibilità di avere contatti col mondo esterno erano estremamente limitate: poteva ricevere visite soltanto ogni sei mesi.

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Durante la prigionia si ammala di tubercolosi e riceve una serie di offerte da parte del governo sudafricano, che prontamente rifiuta: essendo stato imprigionato in modo ingiusto, ​Mandela era convinto di non dover scendere a patti.

La prigionia di ​Mandela suscitava nel frattempo proteste a livello internazionale, rendendolo probabilmente il prigioniero politico più famoso al mondo. Ma qualcosa stava lentamente cambiando in Sudafrica, dove la situazione politica si stava progressivamente deteriorando: nel 1988, viene permesso agli studenti neri di accedere alle università per bianchi, e nel 1989 ​Mandela incontra il neo eletto presidente F.W. de Klerk.

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L’11 febbraio del 1990 il governo sudafricano, sotto la guida del presidente de Klerk, libera finalmente Mandela attraverso un’ amnistia.

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5.1 LA LIBERAZIONE! Sulle scale del Cape Town City Hall, l’11 febbraio 1990​, tenne ​il primo discorso da uomo libero, dopo il suo rilascio dal carcere di Robben

Island.

Era

l’inizio

di

una

nuova

era.

“Amandla! Amandla! i-Afrika, mayibuye! [Energia! Energia! L'Africa

è

nostra!]

Amici

miei,

compagni

e

compagni

sudafricani, vi saluto tutti in nome di pace, democrazia e libertà per tutti. Sono qui davanti a te non come un profeta ma come un umile servitore di te, il popolo.

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I tuoi instancabili ed eroici sacrifici mi hanno permesso di essere qui oggi. Metto quindi nelle tue mani i restanti anni della mia vita.

In questo giorno della mia liberazione, estendo la mia sincera e calorosa gratitudine ai milioni di miei compatrioti e a quelli in ogni angolo del globo che hanno fatto una campagna instancabile per la mia liberazione. Rivolgo un saluto speciale alla gente di Cape Town, la città in cui è stata la mia casa per tre decenni. Le tue marce di massa e altre forme di lotta sono servite come fonte costante di forza per tutti i prigionieri politici.

Saluto il Congresso nazionale africano. Ha soddisfatto ogni nostra aspettativa nel suo ruolo di leader della grande marcia verso la libertĂ .

Saluto il nostro presidente, il compagno Oliver Tambo, per aver guidato la A.N.C. anche nelle circostanze piĂš difficili.

Saluto i membri dell'ordinamento degli A.N.C. Hai sacrificato la vita e l'arto nella ricerca della nobile causa della nostra lotta.

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Saluto i combattenti di Umkonto We Sizwe [Lancia della Nazione], come Solomon Malhangu e Ashley Kriel, che hanno pagato il prezzo più alto per la libertà di tutti i sudafricani.

Saluto il Partito comunista sudafricano per il suo costante contributo alla lotta per la democrazia. Sei sopravvissuto a 40 anni di incessante persecuzione. Il ricordo di grandi comunisti come Moses Kotane, Yusuf Dacoo, Bram Fischer e Moses Madidha sarà custodito per le generazioni a venire. Saluto il segretario generale Joe Slovo, uno dei nostri migliori patrioti. Siamo rincuorati dal fatto che l'alleanza tra noi e il partito rimanga forte come sempre. Saluto il Fronte democratico unito, il Comitato nazionale per la crisi dell'educazione, il Congresso dei giovani sudafricani, i Transvaal e i congressi indiani natali. E Cosatu. E le molte altre formazioni del movimento democratico di massa. Saluto anche il Black Sash e la National Union of South African Students. Notiamo con orgoglio che hai agito come coscienza dei bianchi sudafricani. Anche durante i giorni più bui della storia della nostra lotta, hai tenuto alta la bandiera della libertà. La mobilitazione di massa su larga scala degli ultimi anni è uno dei fattori chiave che hanno portato all'apertura del capitolo finale della nostra lotta. Estendo i miei saluti alla classe operaia del nostro paese. La tua posizione organizzata è l'orgoglio del nostro movimento. Rimani la

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forza più affidabile nella lotta per porre fine allo sfruttamento e all'oppressione. Saluto i leader tradizionali del nostro paese. Molti di voi continuano a seguire le orme di grandi eroi come Hintsa e Sekhukhuni. Rendo omaggio agli infiniti eroi della giovinezza. Tu, i giovani leoni. Voi giovani leoni avete dato energia a tutta la nostra lotta. Rendo omaggio alle madri, alle mogli e alle sorelle della nostra nazione. Sei il fondamento duro della nostra lotta. L'apartheid ti ha inflitto più dolore che a chiunque altro. In questa occasione, ringraziamo il mondo - ringraziamo la comunità mondiale per il loro grande contributo alla lotta anti-apartheid. Senza il tuo sostegno la nostra lotta non avrebbe raggiunto questo stadio avanzato. Il sacrificio degli stati di prima linea sarà ricordato per sempre dai sudafricani. I miei saluti saranno incompleti senza esprimere il mio profondo apprezzamento per la forza che mi è stata data durante i miei lunghi e solitari anni di prigione dalla mia amata moglie e famiglia. Sono convinto che il tuo dolore e la tua sofferenza siano stati molto più grandi dei miei.”

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6. ​NELSON MANDELA PRESIDENTE Dopo ben 27 anni rinchiuso in una cella e costretto a lavorare sotto al sole, Nelson

Mandela

venne

eletto

presidente del Sudafrica, e non sprecò quest’occasione! Nei lunghi anni in prigione, ​Mandela aveva capito che l’unica strada che poteva far bene al futuro del Sudafrica era la cooperazione non-violenta tra bianchi e neri. Nel 1991, ​Mandela tornò ad essere il leader dell’ANC. Nel 1994 il Sudafrica concesse ai cittadini il suffragio universale: i neri potevano finalmente votare. Anche per questo ​Mandela​, candidatosi alla presidenza del paese, ottenne una maggioranza schiacciante. Era il primo presidente nero del Sudafrica​.una vittoria dedicata all’amore per il suo paese e alla voglia di dargli un futuro migliore.

Il 10 maggio 1994, a Pretoria, Mandela, eletto presidente del Sudafrica, pronunciò quello che è forse il suo discorso più celebre in occasione dell’insediamento​. Sue le parole per la pacificazione tra neri e bianchi che mettevano fine

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“Oggi, tutti noi, con la nostra presenza qui e con le celebrazioni in altre parti del nostro paese e del mondo, conferiamo gloria alla neonata speranza di libertà. ​Siamo appena usciti dall’esperienza di una catastrofe straordinaria dell’uomo sull’uomo durata troppo a lungo, oggi qui deve nascere una società a cui tutta l’umanità guarderà e questo ci renderà orgogliosi​… Siamo mossi da un senso di gioia e di euforia quando l’erba diventa verde e il fiore fiorisce. Tale unità spirituale e fisica che tutti noi condividiamo con questa patria comune, spiega la profondità del dolore che tutti noi abbiamo sentito nei nostri cuori quando ci siamo visti strappare il nostro paese a causa di un conflitto terribile, che, come abbiamo visto, ci ha causato disprezzo, messo fuori legge e isolato dai popoli del mondo, proprio perché il Sudafrica era diventata la base universale della perniciosa ideologia e la pratica del razzismo e di oppressione razziale… Il tempo per la guarigione delle ferite è venuto. Il momento di colmare gli abissi che ci dividono è venuto. Il tempo di costruire è su di noi​, è il nostro tempo, la nostra ora… Dedichiamo questa giornata a tutti gli eroi e le eroine di questo paese, per aver sacrificato la loro vita in molti modi perchè potessimo tornare ad essere liberi, e al resto del mondo che ci ha accompagnato in questo cammino. ​I loro sogni sono diventati realtà. La libertà è la loro ricompensa​. L’abbiamo capito ora che non vi è nessuna strada facile per la libertà. Lo sappiamo bene che nessuno di noi da solo può farcela e avere successo.

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Dobbiamo quindi agire insieme come un popolo unito, per la riconciliazione nazionale, per la costruzione della nazione, per la nascita di un nuovo .”

Alla fine del mandato, ​lasciò la presidenza a favore del suo vice, Thabo Mbeki, per dedicarsi all’impegno umanitario e alla lotta contro l’Aids, attraverso la Nelson Mandela Foundation. ​Il 3 febbraio del 2005 Mandela, davanti a 20mila persone radunate a Trafalgar Square, a Londra, chiese ai leader mondiali di porre fine alla povertà nel mondo. Senza esitazioni.

«Come sapete, ho recentemente annunciato il mio ritiro dalla vita pubblica, e non dovrei essere qui davanti a voi. Tuttavia, fino a quando povertà, ingiustizia e palesi disuguaglianze esisteranno nel mondo, ​nessuno di noi potrà davvero riposare».

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6.1IL PREMIO NOBEL Il comitato norvegese per il Nobel della pace assegnò a Mandela e de Klerk il premio Nobel per la pace 1993 "per aver svolto un ruolo decisivo nello smantellamento del sistema di segregazione razziale nel loro paese". Erano quasi quattro anni, da quel giorno di febbraio 1990 in cui Nelson Mandela uscì di prigione e sulla prima pagina dei giornali sudafricani campeggiò l'immagine della sua stretta di mano con Frederik de Klerk, che si vociferava di un possibile premio Nobel per la pace congiunto ai due statisti sudafricani, il bianco e il nero. Il vecchio e il nuovo. L'affossatore del vecchio regime e il profeta del ' nuovo Sudafrica. Dal 1990 - ma in verità già da prima, dai loro colloqui segreti nella colonia penale sulla terraferma dove il leader nero era stato trasferito per esservi trattato ormai da ospite di riguardo piuttosto

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che da prigioniero - de Klerk e Mandela hanno agito di concerto, hanno lavorato insieme per preparare l'avvenire democratico del loro paese. Dal discorso che Nelson Mandela proclamò a Oslo alla cerimonia di consegna del Premio NOBEL: “​Siamo

qui oggi come semplici rappresentanti di milioni di persone in

tutto il mondo, il movimento anti-apartheid, i governi e le organizzazioni che hanno lottato con noi, non per combattere contro il Sudafrica come paese o contro uno dei suoi popoli, ma per opporsi al sistema inumano (dell’apartheid) e impegnarsi per una veloce fine dei crimini contro l’umanità causati dall’apartheid. (…) Grazie al loro coraggio e alla loro perseveranza negli anni, noi oggi possiamo anche fissare le date dei giorni in cui l’umanità si riunirà per festeggiare una delle eccezionali vittiorie umane del nostro secolo. Quando questo momento verrà, noi gioiremo insieme per una vittoria comune contro il razzismo, l’apartheid e il governo della minoranza bianca. (…) Inoltre questo segnerà un grande passo avanti nella storia e sarà un giuramento popolare e mondiale per combattere il razzismo, ovunque questo si manifesti e qualunque forma esso assuma. (…)

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La ricompensa non sarà misurata in denaro. (…) Sarà, e dovrà essere, misurata dalla felicità e dal benessere dei bambini, i più vulnerabili cittadini di ogni società e il più grande dei nostri tesori. (…) La ricompensa di cui abbiamo parlato sarà inoltre misurata dalla felicità e dal benessere delle madri e dei padri di questi bambini, che possono calpestare la terra senza paura di essere derubati o uccisi per motivi politici o economici, o ricevere uno sputo perché sono mendicanti. (…) Il valore di questo regalo per tutti quelli che hanno sofferto sarà, e dovrà essere, misurato dalla felicità e dal benessere di tutte quelle persone del nostro paese che avranno buttato giù il muro inumano che le divide. Questa grande massa avrà voltato le spalle al pesante insulto alla dignità umana che dà a qualcuno il ruolo di padroni e ad altri di servo, e trasforma ciascuno in un predatore la cui sopravvivenza dipende dalla distruzione dell’altro. Il valore della nostra ricompensa condivisa è, e sarà, misurata dalla gioiosa pace che trionferà, perché il diffuso sentimento di umanità che lega insieme neri e bianchi in una sola razza umana ci avrà confermato che potremo vivere come i “bambini del paradiso”. Così vivremo, perché avremo creato una società che riconosce che tutti sono nati ugali, che hanno diritto in egual misura alla vita, alla libertà, alla prosperità, ai diritti umani e ad un governo giusto.

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Tale società non dovrà permettere più che possano esistere prigionieri di coscienza, né che possa essere violato alcun diritto umano di una persona.”

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6.2 LA MORTE «La sua anima riposi in pace. Dio benedica l’Africa», ha detto ancora Zuma.«Voglio ricordare con semplici parole la sua umiltà, la sua grande umanità per la quale il mondo intero avrà grande gratitudine per sempre»

Il presidente sudafricano Zuma ha annunciato con profondo dolore e insieme gratitudine la morte di Madiba.

Nelson Mandela morì a 95 anni il 5 dicembre 2013 nella sua casa di Johannesburg.

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7. CONCLUSIONE La sera di lunedì 25 maggio 2020, George Floyd acquista un pacchetto di sigarette a Cup Foods, in un negozio che frequentava. Il negoziante sospettando che l’afroamericano gli avesse dato una banconota contraffatta chiama la polizia che si precipita e con una reazione eccessiva trasforma in rissa la situazione, al termine George Floyd morirà per soffocamento. La grave vicenda diventa da subito motivo di protesta per una discriminazione razziale che ancora in America è molto radicata. Ancora oggi ci sono molte realtà nel mondo in cui avvengono discriminazioni razziali, religiose, culturali. Questo accade in maniera evidente e violenta in Paesi del mondo in cui viene manifestamente negata la libertà, ma anche in tanti Paesi che si dicono “liberi e liberali”; da una parte si studiano tutti gli esempi della storia di totalitarismo e persecuzione che si vorrebbero evitare per sempre, dall’altra ancora oggi anche tra noi giovani c’è talvolta la paura e il sospetto per tutto ciò che è diverso come pensiero, aspetto e colore. La battaglia che fu di Nelson Mandela, di Marthin Luter KIng, e di tanti altri è la battaglia di ciascuno di noi, è la battaglia personale per la libertà nostra e di tutti, è la battaglia per il “perdono come arma potente”.

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“Il ​perdono libera l'​anima​, rimuove la ​paura​. È per questo che il ​perdono​ è un'arma potente.”

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8. Sitografia-Bibliografia it.wikipedia.org/wiki/Invictus​it.wikipedia.org/wiki/Nelson_Mandela it.wikipedia.org/wiki/Invictus lasiepedimore.com www.google.com it.wikipedia.org www.vatican.va www.ilfattoquotidiano.it www.vanityfair.it www.lifegate.it www.treccani.it www.studenti.it it.wikipedia.org www.raiscuola.rai.it www.studenti.it www.ovovideo.com ricerca.repubblica.it it.gariwo.net www.skuola.net www.treccani.it www.mandelaforum.it

www.nytimes.com www.studenti.it pochestorie.corriere.it

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pochestorie.corriere.it Google immagini Nelson Mandela- lungo cammino verso la libertĂ - ed Feltrinelli Nelson Mandela- Conversazioni con me stesso- ed Sperling & Kupfer

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