LA STORIA DEL TEATRO E DELLA COMMEDIA

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LA STORIA DEL TEATRO E DELLA COMMEDIA LA COMMEDIA DELL'ARTE

SCUOLA SACRA FAMIGLIA A.S.2019/2020 REBECCHI FRANCESCO 3° A


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MAX LA NASCITA DEL TEATRO GLI ANNI BUI DEL MEDIOEVO RINASCIMENTO TEATRALE CARLO GOLDONI ARLECCHINO COLOMBINA PULCINELLA PANTALONE BRIGHELLA CONCLUSIONE SITOGRAFIA


Ho deciso di approfondire la storia della recitazione e in particolare della commedia perché fin dalle elementari il mio sogno era diventare attore: un comico che facesse ridere il mondo per le sue idee originali. Così in questi anni ho creato dei brevi spettacoli con i miei amici e al mare ho preso anche parte ad un piccolo filmato creato dalla barista del villaggio che d'inverno fa l'attrice a Roma. Come vedrete ho deciso di approfondire molti personaggi della Commedia dell'Arte: l'epoca d'oro del teatro. Oggi questi personaggi sono famosi per essere le maschere di Carnevale che ogni bambino almeno una volta indossa ma hanno alle spalle una grande storia che si è formata lentamente grazie agli spettacoli creati tra il sedicesimo e il diciottesimo secolo.

MAX Un grande sostenitore della mia passione è stato senza dubbio Max: il mio insegnante di teatro che ha coltivato il mio amore verso la recitazione i primi 2 anni delle medie. Grazie a lui ho iniziato a recitare realmente seguendo un vero copione e un vero personaggio e ho imparato a stare davanti ad un pubblico e sopra un palco. Allora ho deciso di intervistarlo perché penso che nessun attore o regista sia importante per me quanto lo è stato Max. La sua carriera inizia da bambino grazie ad un prete appassionato di teatro che lo ha fatto recitare insieme ad altri ragazzini nelle feste del suo paese. Questa passione divenne un lavoro 20 anni fa; a quei tempi lavorava già come animatore sociale presso la cooperativa Altana di Cremona ma vedendo il suo presidente Bruno e Alfonso che andavano per le scuole di Cremona a fare dei laboratori decise di prendere un po' del suo tempo libero per seguirli finché non prese il loro posto. Decise poi di frequentare dei corsi di specializzazione sul teatro; anno dopo anno ha riempito il suo tempo lavorativo svolgendo vari laboratori di teatro e facendo l'attore per alcune compagnie. 10 anni fa ha dovuto scegliere se stare su o giù dal palco e ha scelto di fare il formatore perché non c'era niente che lo soddisfaceva di più che vedere un gruppo di persone sorridere e ricevere applausi grazie alla sua dedizione. Oggi è diventato uno dei formatori più famosi di Cremona: ha dei progetti con le scuole, con gli istituti psichiatrici, con i centri per ragazzi disabili, con il carcere di Cremona, con l'RsA per anziani e con i comuni del territorio presso cui svolge laboratori per bambini, ragazzi ed adulti. Le sue lezioni preferite sono quelle con i ragazzi disabili che lo aiutano a crescere come regista e a migliorare come persona.


LA NASCITA DEL TEATRO La nascita della recitazione risale all'antica Grecia, più precisamente al V secolo a.C. La parola teatro deriva da Theatron, ovvero “posto per completare” o “luogo dello sguardo” infatti è un tipo di arte che non esisterebbe se non venisse condiviso. Oltre al lavoro dell'attore e dell'autore della scena, avviene infatti un'elaborazione dello spettatore che si fa a suo modo autore di senso e di memoria. Il teatro inizialmente era un'arte creata in onore delle divinità greche ed aveva perlopiù un aspetto religioso però possedeva anche una sfumatura più politica. Gli spettacoli erano organizzati dai cittadini ma vi era anche un aiuto dal governo poiché erano molto costosi. I due generi teatrali più importanti nell'antica Grecia erano senza dubbio la commedia e la tragedia che possedevano lo stesso significato che possiedono ora: la commedia si basava sulla risata mentre la tragedia solitamente aveva un fine più malinconico.

rappresentazione teatro Dionisie

Il teatro dove avvenivano le recite si trovava all'aperto ed era composto da un palcoscenico circolare dove lavoravano gli attori chiamato orchestra. Nella cavea, attorno a loro, si sedevano i cittadini e spesso la recita veniva accompagnata da un coro. I greci utilizzavano costumi molto diversi rispetto ai nostri: loro dovevano per forza recitare con una maschera per nascondersi il viso. Queste servivano per trasformare l'attore in un personaggio e, essendo molto grandi, fungevano da microfono in modo da far sentire la voce dell'attore al pubblico; inoltre indossavano delle scarpe di legno col rialzo chiamate Costurnos e delle tuniche colorate che identificavano il ruolo e le emozioni del personaggio.


GLI ANNI BUI DEL MEDIOEVO Come già sappiamo il medioevo inizia nel 476 d.C. con la caduta dell'impero romano e si conclude nel 1492 quando Colombo scoprì l'America. Questo millennio ha avuto come protagonista la chiesa, per questo tutti gli spettacoli avevano almeno una sfumatura religiosa. La chiesa era contro i Ludi romani (spettacoli riguardanti miti e leggende) poiché irreali e falsi e li vietò accettando solamente gli spettacoli clericali chiamati drammi liturgici. Così i monaci iniziarono a recitare nelle proprie chiese raccontando la vita di Cristo o dei santi cantata in Latino. Nel XII secolo avvenne un salto di qualità nella recitazione medioevale: la lingua parlata divenne il volgare e si iniziarono ad assumere attori dilettanti. Alla fine del medioevo si potevano già utilizzare grandi effetti scenografici, come le botole da cui far apparire magicamente l'attore sul palco o delle macchine che permisero ai personaggi di volare.

drammi liturgici


I GIULLARI Mentre la chiesa raccontava la vita di cristo, nelle strade e nelle piazze nacquero i giullari: degli intrattenitori di ogni genere che andavano da mimi a buffoni a musicisti. La chiesa però li considerava una minaccia e non li rispettava poichÊ pensava che non fossero utili al paese. I giullari per dimostrare alla chiesa il proprio valore decisero di unirsi in piccole compagnie dando vita ad un vero e proprio professionismo teatrale. La loro ribellione alla chiesa piacque molto al popolo che era stanco dei continui spettacoli liturgici, per questo in poco tempo i giullari diventarono i nuovi portatori di svago del Medioevo.

giullari


RINASCIMENTO TEATRALE Con l'arrivo del rinascimento anche il teatro risorse: nacquero i primi importanti edifici teatrali come il Teatro Olimpico di Vicenza e gli attori si divisero in “dilettanti” e “di mestiere”; inoltre il teatro ritornò a parole e non più cantato come durante il Medioevo, cosicché si potesse dare una maggiore importanza alla psicologia del personaggio. In questo periodo si replicarono gli spettacoli greci e romani e in Italia si iniziò a recitare sia in volgare che in latino.

Teatro Olimpico di Vicenza, 1580-1585, Andrea Palladio

Tra un atto e l'altro delle rappresentazioni vennero inseriti poi degli intermedi: delle piccole pause in cui avvenivano delle brevi esibizioni. Gli intermedi poi portarono ad un nuovo genere teatrale: il melodramma. Il melodramma è un nuovo stile creato da un gruppo di intellettuali fiorentini nel 1600 che aveva lo scopo di riportare in vita l'antica tipologia del "recitar cantando" attribuita al teatro greco classico. Sempre a Firenze si riaffermò anche la sacra rappresentazione medioevale. COMMEDIA DELL'ARTE Gli attori professionisti nella metà del cinquecento cominciarono a riunirsi per rappresentare spettacoli comici a pagamento, così nasce la commedia dell'arte. La commedia dell'arte è una forma di rappresentazione teatrale creata in Italia nel Cinquecento infatti nel resto dell'Europa viene chiamata commedia italiana. Da questo periodo iniziarono a recitare anche le donne e sempre vi erano più o meno i soliti personaggi; gli attori indossavano sempre il medesimo costume accompagnato da una maschera di cuoio che copriva la parte superiore del volto. E' proprio durante la commedia dell'arte che nascono i più famosi personaggi del teatro: Arlecchino, Pulcinella, Colombina, Pantalone, Brighella, Balanzone, Meneghino, Gianduja....


Durante gli spettacoli gli attori non solo recitavano ma ballavano, cantavano, suonavano e intrattenevano il pubblico anche con acrobazie. Il pubblico si divertiva molto durante questi spettacoli, soprattutto quando vi erano battute sconce, risse o parolacce.

attori della commedia dell'arte

CARLO GOLDONI Come vedremo approfondendo i favolosi personaggi di quest'epoca il padre della Commedia dell'Arte è Carlo Goldoni: il più grande scrittore di commedie del settecento. Goldoni nacque nel 1707 a Venezia però si dovette trasferire a Perugia da bambino per il lavoro del padre. Dopo poco andò a vivere a Rimini dove seguì un corso di logica ma, finiti i 3 mesi in cui fu malato di vaiolo, scappò dalla Romagna per dedicarsi alla sua passione teatrale. Tornò a Venezia dove scrisse le sue migliori opere: lui rivoluzionò la commedia portando sul palco aspetti della vita quotidiana e rendendo i personaggi del cinquecento più realistici ma comunque divertenti. Purtroppo, a causa della Rivoluzione francese, fu privato della pensione e morì in miseria nel 1793 a Parigi.

Carlo Goldoni


I PERSONAGGI DELLA COMMEDIA DELL'ARTE Come ho già detto inizialmente l'aspetto che più mi piace del teatro è la commedia: adoro potermi divertire o far divertire gli altri partendo da un piano su cui può ballare la creatività. Ho quindi deciso di approfondire la commedia dell'arte, il periodo d'oro del teatro che deve la sua popolarità a spassose e vivaci rappresentazioni. In quest'epoca nascono le più grandi maschere di carnevale esistenti nonché i personaggi che ho deciso di approfondire. Essi sono nati in regioni diverse e visto che all'epoca in ogni città si parlava il dialetto locale i personaggi devono essere interpretati da un attore della zona da cui proviene la maschera per poter recitare al meglio il dialetto del personaggio come da tradizione.

personaggi della commedia dell'arte


ARLECCHINO Vorrei iniziare a illustrare il personaggio più famoso del cinquecento con un breve monologo che rappresenta molto la sua personalità sciocca e buffona. Tratto da: Strada della locanda di Brighella

Son stuffo d'aspettar, che non posso più. Co sto me patron se magna poco,e quel poco el me lo fa suspirar. Mezzozorno della città l'è sonà che è mezz'ora, e el mezzozorno delle mie budelle l'è sonà che sarà do ore. Almanco savesse dove s'ha da andar a alozar. I after subit che i arriva in qualche città, la prima cossa i va all'osteria. Lu, sior no, el lassa i bauli in barca del corrier. El va a far visite, e nol se recorda del povero servitor. Quand ch'i dis, bisogna servir i padroni con amor! Bisogna dir ai padroni, ch'i dis abbia un poco de carità per la servitù. Qua gh'è una locanda; quasi quasi anderia a veder se ghe fuss da divertir el dente; ma se el padron me cerca? So danno, che l'abbia un poco de descrizion. Voi andar, ma adess che ghe penso gh'è un'altra piccola difficoltà, che no me l'arrecordava; non ho gnanca un quattrin. Oh povero Arlecchin! Più tost che far el servitor, corpo del diavol, me voi metter a far... cossa mo? Per grazia del Cielo, mi no so far gniente. TRADUZIONE Sono stufo di aspettare, che non ce la faccio più. Con questo mio padrone si mangia poco, e quel poco me lo fa sospirare. Il mezzogiorno della città è suonato da mezz'ora, e il mezzogiorno delle mie budella è suonato già da due ore. Almeno sapesse dove andare ad alloggiare. E gli altri subito dopo essere arrivati nelle altre città per prima cosa vanno all'osteria. Lui, il signore no, lascia i bauli nella barca del corriere. Va a fare viste e non si ricorda del povero servitore. Quando c'è chi dice: bisogna servire i padroni! Bisogna dire ai padroni di avere un po' di carità per la servitù. Qui c'è una locanda; quasi quasi andrei a vedere se c'è qualcosa da mettere sotto al dente; ma se il padrone mi cerca? Son danni, meglio avere un po' di discrezione. Vorrei andare, ma adesso che ci penso c'è un'altra piccola difficoltà; non neanche un quattrino. Oh povero Arlecchino! Piuttosto che fare il servitore, corpo del diavolo, mi voglio mettere a fare... cosa adesso? Per grazia del cielo, non so far niente. Il personaggio di Arlecchino è di origine bergamasca e il suo nome deriva da “Harlequin”, che in germanico significa re dell'inferno. Nasce a metà del cinquecento grazie all'attore Alberto Naselli come evoluzione dello Zanni: servitore già presente nell'antica Roma. Nel diciottesimo secolo però diventò la maschera veneziana per eccellenza grazie a Carlo Goldoni che creò la famosa e divertente commedia “Arlecchino servitore di due padroni”.


Oggi la sua maschera nera è il simbolo del carnevale e il suo personaggio gira ancora nei palcoscenici a far divertire bambini e non solo. Lui è un servitore molto astuto e testardo che sfrutta la sua intelligenza per fregare gli altri personaggi, il suo più grande pensiero è il cibo, si esprime con una voce stridula e canticchia invece che parlare. Su di lui vi sono molte leggende; nel nord Europa si pensava anche fosse uno stupratore assassino, da lì il nome demoniaco. Col tempo il significato infernale di Arlecchino svanì e diventò il personaggio sciocco ma furbo che noi conosciamo. Il suo ruolo deve essere interpretato da attori che sappiano ballare e fare acrobazie, come ha sempre fatto Arlecchino.

Arlecchino

Il suo costume è formato da una maschera nera di cuoio accompagnata da un cappello bianco e da un vestito composto da triangoli lucenti multicolori. Inizialmente però possedeva una calzamaglia a buchi che poi venne sostituita dal famoso vestito colorato.


Su questo vestito vi è una splendida leggenda, si pensa infatti che da bambino Arlecchino fosse molto povero e che quando la scuola organizzò la festa di carnevale lui fosse l'unico a non poterci andare per mancanza di un vestito. Allora i suoi compagni per solidarietà strapparono pezzetti di stoffa dal loro costume e li diedero alla madre del povero bambino, che creò il fantastico vestito multicolore famoso in tutto il mondo. Il giorno della festa ovviamente Arlecchino fu il bambino più ammirato.

Arlecchino da bambino


COLOMBINA L’unica maschera femminile ad imporsi in mezzo a tanti personaggi maschili è Colombina, briosa e furba servetta. La giovane donna comparve per la prima volta a Siena nel 1530 ma venne ufficializzata a metà del 1600 da Isabella Franchini che portò sotto braccio un paniere in cui si intravedevano due colombe. Il personaggio divenne famoso solo tra il 1683 e il 1685 grazie a Marie Catherine Biancolelli che dalla Francia le diede carisma, personalità e popolarità anche fuori Italia. Come Arlecchino, anche lei raggiunse la massima fama a Venezia grazie a Goldoni, interpretando il ruolo dell'amante del servitore bergamasco: di solito infatti viene anche chiamata Arlecchina. Nello stesso tempo lei è anche la graziosa e astuta serva di Rosaura, la sua giovane padrona a cui lei è molto affezionata, non va invece affatto d'accordo con i padroni vecchi e brontoloni che la importunano, come lo era per un periodo il padre di Rosaura, Pantanole. La maschera di Colombina è l'evoluzione più giovane e gentile della Fantesca e come Arlecchino inizialmente veniva chiamata la Zagna però poi il nome cambiò in Colombina. Questo personaggio però possiede moltissimi altri nomi meno conosciuti come Franceschina, Corallina o Betta.

Colombina


Il costume presenta differenti varianti ma, generalmente, sfoggia una grande gonna azzurra a balze con un candido grembiule “strategicoâ€? provvisto di tasche in cui nascondere le lettere d'amore. La giacca è, invece, di colore rosso, spesso bordata da una passamaneria dello stesso colore della gonna. L'abito è caratterizzato poi da un corpetto aderente e una generosa scollatura che sottolinea le sue splendide forme. Generalmente non indossa una maschera ma porta sulla testa la tipica crestina da cameriera fissata con un nastro. Le scarpe sono nere e senza tacco con un fiocchetto azzurro sulla fibbia.

Colombina


PULCINELLA Pulcinella è la maschera napoletana più famosa ed è molto rappresentativa della cultura e delle tradizioni della città partenopea. Esistono molte teorie sulla sua nascita: si pensa infatti che la figura di Pulcinella fosse già presente nell'antica Roma ma anche che sia comparsa per la prima volta nel 1300. Di sicuro però è diventato molto famoso nella seconda metà del cinquecento grazie all'attore napoletano Silvio Fiorillo interpretando l'antagonista di Arlecchino. Pure le origini del nome non sono molto chiare, sembrerebbe che derivi da “piccolo pulcino” (da lì la maschera con il grosso naso che ricorda un becco) ma si pensa anche che derivi da Puccio D'Aniello, un contadino ricordato per il suo lungo naso e per essere sempre stato molto abbronzato. Pulcinella è un personaggio pigro, indolente, negligente ed opportunista, ma anche ironico, imbroglione, sfrontato e chiacchierone. E' vorace ed è un grande amante del cibo per il quale è disposto a mettere in atto gli espedienti più fantasiosi. E' molto goffo ma è sempre in movimento ed è molto bravo a sottrarsi alle prevaricazioni ed alle prepotenze di ricchi e potenti dei quali odia l'avarizia. E' vestito con pantaloni ed un'ampia camicia, entrambi di colore bianco, il volto è celato da una mezza maschera nera dal naso lungo e adunco ed il capo è coperto da un cappuccio di stoffa dello stesso colore degli abiti.

Pulcinella


Come tutti i napoletani sanno Pulcinella è il simbolo dell’uomo semplice che cerca di affrontare tutti i suoi problemi con il sorriso. La sua più grande difficoltà è senza dubbio stare in silenzio, sente sempre il bisogno di parlare e di urlare. Ecco perché esiste l’espressione “Il segreto di Pulcinella”, per indicare un fatto di cui tutti hanno conoscenza.

Pulcinella


PANTALONE Pantalone è un vecchio meschino nato a Venezia, tutta la sua storia deriva da questa città, a partire dal suo mestiere, il mercante. Pure sulle origini del suo nome ci sono varie teorie infatti il suo nome potrebbe derivare dal Santo Patrono venerato nella capitale Veneta San Pantaleone, oppure da "pianta-leone", che era l'atto con cui i soldati e i ricchi mercanti veneti "piantavano" lo stendardo della Serenissima in ogni territorio conquistato o acquisito. Pantalone già possiede un nome abbastanza comico ma quando è unito al suo cognome De' Bisognosi si inizia a intuire l'aspetto divertente ma sporcaccione del personaggio. Nel Cinquecento, infatti, era un vecchio ricco ma avaro e con un debole per le giovani donne, il che ne faceva un nemico dei giovani, ma anche l’oggetto di continue beffe. In realtà Pantalone veniva anche rappresentato come un uomo giovane ma decisero di farlo diventare famoso come anziano, la vecchiaia infatti marchiava meglio i difetti del personaggio, anche se c'è chi, come Allardyce Nicoll, storico della letteratura inglese (1894-1976).

Pantalone


Con lo smussamento dei tratti più aspri della Commedia dell’Arte Pantalone cambia gradualmente diventando un vecchio buono, serio e un po’ nostalgico ma è soprattutto con Goldoni che si compie la trasformazione definitiva nel moderno Pantalone gentile. Possiede una maschera dal naso adunco e dalle sopracciglia pronunciate che si accompagna a una folta barba grigia appuntita e a un costume dai colori contrastanti, con calze, calzoni e casacca rossi mentre cappuccio e zimarra (un lungo soprabito usato dagli uomini a partire dal XV secolo) neri. ROSAURA Rosaura, in molte commedie di Goldoni, è la bella e gentile padrona di Colombina figlia del ricco Pantalone o vedova di ricchi uomini; per questo vive in uno splendido palazzo che si affaccia sul canal grande di Venezia e molti uomini le fanno la corte ma lei è sempre stata innamorata di giovani maldestri e scapestrati. Nella tradizione il suo costume è caratterizzato da un abito verde, con nastri e fiocchi rossi. Non porta una maschera sul viso e i suoi capelli biondi sono sempre acconciati alla perfezione.


BRIGHELLA Brighella è un personaggio di origini bergamasche famoso per essere il primo vero Zanni della Commedia dell'Arte. La maschera di Brighella nasce nel 1601 dal testamento di Sivello dove la sua figura compare per la primissima volta. Successivamente si sviluppa in Europa grazie a Carlo Cantù che ne veste i panni per molti anni ma a consacrarlo ancora una volta nella commedia dell'Arte è Goldoni. Brighella è un servo insolente, scaltro e attaccabrighe (da lì il nome) ed è senza dubbio il "compare" di Arlecchino anche se cova dentro di sé da sempre quella rivalità che si potrebbe definire tipica tra due maschi. Oltre al servitore però fa anche molti altri lavori più o meno onesti. E' chiacchierone e malizioso, è senza scrupoli e profondamente bugiardo con una prontezza e agilità di mente che lo rende estremamente abile, solo per il gusto di imbrogliare gli altri ne inventa di tutti i colori. Col tempo la sua figura però si è mutata finché è diventato un servo fedele e saggio.

Brighella

Indossa una livrea simbolo di appartenenza al suo padrone: possiede dei calzoni e una giacca bianchi con galloni verdi, un mantello bianco con due linee verdi e un berretto in testa accompagnato da una maschera nera e da una barba marrone.


CONCLUSIONE Questo approfondimento mi è servito molto per conoscere la storia della mia passione più grande ma soprattutto per conoscere meglio l'animo umano: ho notato che le persone hanno sempre avuto bisogno di sfogarsi con cose che all'apparenza sembrano stupide e da bambini, mi ha colpito molto vedere personaggi che adesso sono famosi solo per fare felici i bimbi essere così popolari e divertenti per gli adulti. Penso che a volte l'uomo ha bisogno di sentirsi bambino per non finire a vivere solo per lavorare e per non uccidere quella immensa gioia che solo da piccolo si può ricevere. Credo anche che sia per questo bisogno di felicità da parte degli adulti che da sempre c'è un legame così stretto tra padre e figlio, che nonostante siano così diversi di età spesso sono migliori amici. Ho notato inoltre che l'uomo da sempre ha bisogno di esprimersi e di attirare l'attenzione su di sé in modo da fare ridere altre persone o comunque farle felici: come se la gioia delle persone gli serva per vivere, come se fosse una medicina speciale che lo fa sentire meglio. E' vero che spesso la ragione per cui le persone lavorano è per guadagnare soldi ma penso che se qualcuno è famoso nel mondo dello spettacolo è perché ama ricevere questa medicina quindi si impegna a fare al meglio il suo lavoro.


SITOGRAFIA www.arteantica.eu www.asu.edu www.biografieonline.it www.carnevalemaschere.com www.compagniacaffesospeso.it www.danieleferratica.it www.deanotizie.it www.dramaqueen.it www.grancaffescuola.it www.filastrocche.it www.ilgazzettino.it www.kartaruga.it www.laltravenezia.blogstop.com www.letteraturaitalia.it

www.liberopensiero.eu www.partecipiamo.it www.pianetabambini.it www.quantomanca.com www.schule.suedtirol.it www.scuolissima.com www.sipario.it www.skuola.net www.teatron.org www.teatropertutti.it www.turismo.it www.veneziaeventi.com www.veneziatoday.it www.visitnaples.eu


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