IL CALCIO

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SCUOLA SACRA FAMIGLIA A.S. 2019-2020

IL CALCIO

Denis Predescu classe 3B


INDICE: -Educazione fisica: le regole del calcio -Matematica: la sfera e le sue componenti -Inglese: le origini del calcio -Storia: l’influenza del fascismo sul calcio -Scienze: i muscoli che utilizziamo nel gioco del calcio -Italiano: poesia di Umberto Saba “Goal” -Musica: l’inno di Mameli -Arte: dipinto di Carlo Carrà “la partita di calcio”


INTRODUZIONE: Ho scelto come argomento della tesina il calcio perchè sin da piccolo mi piaceva e mi piace tuttora stare all’aria aperta. Tutto iniziò quando avevo sei anni. I miei genitori avevano notato quanto mi piacesse giocare con il pallone andando al parco. Mi fecero provare questo sport portandomi a fare un’allenamento, successivamente dissi che mi sarebbe piaciuto giocare a calcio. I motivi per i quali amo così tanto questo sport sono diversi: ha molti aspetti positivi, per esempio si creano molte amicizie, si impara a fare gioco di squadra, ci si diverte e la competizione porta sempre a volersi migliorare. Da quel giorno cominciò la mia “avventura” e il mio sogno di diventare calciatore.


Il calcio come ogni sport ha le sue ferre regole,il regolamento fu redatto nel 1863 dall’IFAB (International Football Association Board),durante un incontro a Londra negli uffici della stazione del viadotto di Holborn. Questo regolamento venne poi aggiornato dall’IFAB nel corso del tempo Successivamente la FIFA (Fédération Internationale de Football Association) nata il 21 maggio 1904 è attualmente l’organizzazione calcistica più importante a livello mondiale, con 211 federazioni associate. Il gioco del calcio consiste in un 11 contro 11, la regola principale è mettere a segno il maggior numero di reti contro l’avversario per aggiudicarsi la partita . Una partita di calcio è composta da 2 tempi di 45 minuti, più i tempi di recupero ed in alcuni casi supplementari e calci di rigore (in competizioni internazionali). Ogni squadra è divisa in attacco,centrocampo e difesa che culmina con il portiere. Le principali regole del calcio sono 6 : Fuorigioco: Un giocatore è in fuorigioco quando al momento del passaggio del compagno, il primo si trova davanti la linea immaginaria dell'ultimo uomo in difesa. A questo punto l'arbitro o il guardalinee ferma il gioco, facendo battere una punizione alla squadra che non attacava.

Il fuorigioco


Rimessa in gioco: Si batte sempre con le mani, dalle parti laterali del campo nel punto in cui è uscita la palla.

Rimessa laterale Rimessa dal fondo: Viene solitamente battuta dal portiere dalla propria area di rigore, dopo che un giocatore avversario ha tirato in precedenza la palla fuori alla linea esterna della porta.

Rimessa dal fondo


Calcio d’angolo o Corner: Quando il giocatore della propria squadra getta la palla fuori dalla linea della propria porta, si regala un calcio d'angolo o corner all'avversario. Si batte sempre con i piedi.

Il calcio d’angolo AUTOGOAL: Quando lo stesso giocatore della propria squadra tocca per ultimo il pallone che è entrato in rete. Un caso da evitare!

GOL: Quando la palla supera la linea di porta degli avversari.


Il pallone da calcio,formato da 32 pannelli di cuoio impermeabile, ha una forma sferica poichè questi si gonfiano a causa della pressione dell’aria interna . La sfera è un solido generato dalla rotazione completa di un semicerchio attorno al diamentro. I punti che conpongono la superfice di una sfera hanno la stessa distanza da un punto detto centro della sfera. Per determinare una sfera occorre indicare il centro e il raggio, che è uno dei segmenti compresi tra il centro e un punto qualunque della superfice del solido. Nella rotazione del semicerchio ognuno dei suoi punti descrive una circonferenza: tra le circonferenze una risulta essere maggiore di tutte le altre, ed è quella generata dal punto più lontano dell’asse della rotazione. Il cerchio generato in questo modo è un cerchio massimo. Il cerchio massimo divide la sfera in 2 parti congruenti, ciascuna delle quali è detta semisfera.

Per trovare le sue componenti si utilizzano le seguenti formule. Raggio:r=D/2 Area della superficie sfera: 4 π *r2 Volume sfera: 4/3 sd*πr3


Modern football originated in Britain in the 19th century. Since before medievaltimes, “folk football” games had been played in towns and villages according to local customs and with a minimum of rules. Industrialization and urbanization, which reduced the amount of leisure time and space available to the working class , undermined the game. However, football was taken up at public independent schools: each school had its own rules. In 1843 an attempt to standardize and codify the rules of play was made at the University of Cambridge, whose graduates formed football clubs. In 1863 a series of meetings involving clubs from metropolitan London and surrounding counties produced the printed rules of football , which prohibited the carrying of the ball like in rugby. Sheffield, a northern English city, in 1867 gave birth to the Sheffield football Association , the forerunner of later county associations. In 1871 fifteen FA clubs accepted an invitation to enter a cup competition and to contribute to the purchase of a trophy. By 1877 the associations of Great Britain had agreed upon a uniform code, 43 clubs were in competition, and the London clubs initial dominance had diminished. SOME CURIOUS FACTS 1) During the very first international football match between Scotland and England in 1872, players not only wore “knickerbockers” or long pants but bobble hats or caps too. The head dresses were a normal part of the footballing attire at the time and lasted well into the 20th century. 2) Balls were not exactly round when the first club and country matches took place. A pig’s bladder was blown up like a balloon, tied at the ends and placed inside a leather case, affording it an egg shape. The discovery of Indian rubber in the 1860s gave the ball greater roundness.

3) the FA rules of 1863, there was no mention of crossbar. As in rugby today, a goal could be scored at any height as long as the ball went between the sticks or posts. A tape was used to close the goal during the first internationals before a crossbar replaced it in 1875. 4) Mob football, a descendant of the modern game , stormed into England around the 12th Century and caught on to such an extent it was banned by Royal decree by many kings and queens. It was a violent game in which


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“murder and manslaughter” were allegedly the only barriers to transporting the ball to village ends. King Henry VIII, however, is believed to have been a keen player . Penalties or referees found no place in the original rules of the game. Gentleman would never intentionally foul, it was assumed. Many of football’s terms and expression are of military origin: defence , back line, offside, winger, forward, attack, ect London’s Kensington High street traffic lights are the inspiration for the red and yellow car used today’s game. English referee and then FIFA’s Head of Refereeing Ken Aston was driving through central London thinking of ways to better illustrate a caution or sending off when the change of green to yellow to red of the lights gave him the idea. The first goalkeeper on a Saturday morning in 1909 was given a choice of royal blue, white or scarlet. If a goalkeeper became his country’s number 1 in 1921, he wore yellow.


IL FASCISMO IPNOTIZZÒ L'ITALIA USANDO UNA SFERA DI CUOIO Il rapporto privilegiato del nostro paese con il pallone si consolida nel corso del ventennio fascista. A partire da quel periodo il fascismo attirò a sè specifici settori della cultura e dell'intrattenimento, come strumenti per costruire il volto nuovo della nazione e dell'identità italiane. Anche il calcio non si sottrasse a questa strategia e, come la scienza, la letteratura, la musica, l'architettura, opportunamente manipolato, entrò a far parte di quel meccanismo attraverso cui il regime tentò di assicurarsi il consenso delle masse. Il calcio si trasforma da semplice passatempo in uno strumento privilegiato per la costruzione di un'identità nazionale fiera e orgogliosa. La sua natura, secondo il Duce, lo rendeva capace di esaltare il popolo, di coinvolgere ampi e diversificati gruppi sociali, di muovere passioni e sentimenti. Mussolini si era reso ben conto che laddove esiste un potere forte, esiste la sottomissione e la manipolazione delle menti. Le masse, insomma, necessitavano di una guida che fornisse loro sicurezze.

Francobollo commemorativo dei mondiali di calcio.


È nota come "nazionalizzazione" la necessita' di ottenere il consenso del popolo intervendo a gamba tesa in tutti quei settori che permettessero un controllo dell'individuo. Non e' dunque un caso che negli anni '30 il calcio da gioco prevalentemente "fascista" si trasforma, cresce, attira a sè migliaia di individui, dilaga da Nord a Sud della penisola, trionfando sullo scenario internazionale, assumendo le caratteristiche che conserva tutt'oggi: gioco di squadra con precise logiche e tattiche. La prima modifica che il regime fascista attuò nel gioco fu la cosiddetta Carta di Viareggio del 1926. Se fino ad allora il campionato di calcio italiano era suddiviso in due gironi, Nord e Sud, con la Carta di Viareggio scomparvero le suddivisioni e nacquero due gironi con squadre di tutta la penisola: nel regolamento si stabilì che le prime tre squadre classificate di ogni girone disputassero un torneo finale, con gare di andata e ritorno per stabilire il vincitore. Il passo successivo fu la creazione di nuove squadre in molte città italiane per consentire ad un numero sempre crescente di cittadini di appassionarsi a questo sport. Particolare attenzione merita La Dominante, squadra genovese creata nel gennaio del 1928. La Dominante giocava con una divisa completamente nera, colore gradito alle cariche fasciste. Lo stemma era il classico grifone genovese, accompagnato da un fascio littorio, altro simbolo fascista ripreso dall’antica Roma e che, nel ventennio, troveremo accompagnato a molte altre società calcistiche.


Divisa della Dominante In prossimitĂ dei Mondiali di calcio del 1930 fu inaugurata una campagna di radiodiffusione per permettere anche al pubblico che non sapeva leggere nè scrivere di poter seguire le sorti degli Azzurri. Nel 1933 venne inaugurato lo Stadio Mussolini a Torino (diventato Stadio Comunale nel secondo dopoguerra, Stadio Olimpico a cavallo degli anni duemila, fino ad assumere l’odierna denominazione di Stadio Grande Torino), costruito in centottanta giorni e pronto per essere uno degli otto stadi ospitanti il Mondiale di calcio del 1934. A quel Mondiale parteciparono sedici squadre: la formula prevedeva un torneo ad eliminazione diretta, partendo dagli ottavi di finale. Gli Azzurri, allenati da Vittorio Pozzo, affrontarono e sconfissero in ordine Stati Uniti, Spagna, Austria fino ad arrivare alla finale e alla vittoria per 2-1 in rimonta contro la Cecoslovacchia.


Formazione dei mondiali

La vittoria finale diede gioco facile alla propaganda fascista: i media descrissero l’evento come una vera e propria conquista militare, che nell’immaginario comune doveva rappresentare la superiorità di un popolo, che si affacciava prepotentemente sulla scena della storia. Si intendeva così dare la rappresentazione di un’Italia moderna e virile, finalmente ricostruita dalle sue macerie.


La vittoriosa squadra italiana con il dittatore Benito Mussolini

Quattro anni più tardi l’impresa fu ripetuta nel Campionato mondiale di calcio in Francia. In questa occasione, tra l’altro, per la stampa francese la preoccupazione non era tanto la vittoria finale, quanto dimostrare al mondo intero di tenere il passo delle infrastrutture italiane: in un’epoca in cui l’immagine che si dava di sé all’estero era fondamentale anche per gli equilibri politici, c’era il rischio che gli stadi francesi fossero troppo piccoli e inadatti ad ospitare una competizione mondiale. Il processo di sviluppo ed espansione del calcio era ormai inarrestabile, e cresceva di pari passo con l’aggressività fascista a livello internazionale.


Col tempo lo sport del calcio si è diffuso sempre di più, perchè non è solo divertente, ma utile nella fase di crescita di un ragazzo,in quanto aiuta lo sviluppo della muscolatura e delle ossa. Giocare a calcio rende agili, stimolando il coordinamento di braccia e gambe . Il nostro sistema muscolare è costituito da muscoli contrattili ed elastici, che sono connessi alle ossa attraverso i tendini e si dividono in volontari e involontari. I muscoli volontari sono costituiti da tessuto muscolare striato e sono formati da fasci di fibre muscolari, le cui cellule hanno più nuclei. Mentre quelli involontari sono costituiti da tessuto muscolare liscio e sono formati da fibre muscolari le cui cellule hanno un nucleo solo.Gli arti sono divisi in 2 parti: arti superiori(braccio, avambraccio e mano) arti inferiori(coscia, gamba e piede)


Il gruppo muscolre più coinvolto quando colpiamo un pallone è quello superiore della gamba, compresi quadricipiti, ischiotibiali e glutei. Tuttavia, è necessario anche esercitare la forza dei muscoli centrali, questo gruppo di muscoli si chiama core e comprende: il bacino, i muscoli dei piedi e addirittura il torso e le spalle.

Come potete vedere,viene coinvolto quasi tutto il corpo. Questo si deve al fatto che, oltre alla forza specifica per colpire la palla, si usa anche l’impulso del proprio corpo per trasmettere questa potenza al tiro. Quadricipiti, ischiotibiali e glutei hanno il compito di piegare e distendere il ginocchio della gamba con la quale si effetua il tiro. Inoltre, questi movimenti producono degli effetti anche sui flessori del bacino, dato che sono uniti ad esso tramite il femore.


Il bacino è la parte incaricata di articolare le azioni di ogni gamba. Con l’aiuto dei glutei , partecipa estendendosi al movimento della gamba all’indietro per prendere il giusto impulso . Dall’altra parte, nella gamba di appoggio, i quadricipiti e i muscoli ischiotibiali apportano la stabilità necessaria. In questo modo si può eseguire il calcio nella direzione giusta e con la potenza desiderata . I muscoli del core, esattamente come quelli anteriori, hanno il compito di dare stabilità e allo stesso tempo, un certo movimento nel momento in cui si colpisce la palla. Anche se è principalmente un lavoro di gambe, è impossibile calciare senza muovere il petto e le spalle. Questi ultimi svolgono un ruolo fondamentale per mantenere l’equilibrio e non cadere. Inoltre, durante l’esecuzione del tiro, i deltoidi allineano le spalle con il pallone; anche questa azione viene fatta ai fini della coordinazione e della trasmissione della forza al pallone. Tibiale anteriore e gemelli: il muscolo tibiale anteriore è situato nella parte laterale o esterna della tibia. Se vi chiedono qual è la sua funzione quando si calcia un pallone, la risposta è che aiuta a piegare le articolazioni della caviglia . Quando una persona calcia, la caviglia si piega. Puntando le dita verso il basso, stiamo facendo una flessione dorsale. Nello specifico, il muscolo tibiale anteriore entra in azione durante la flessione dorsale. Per la flessione plantare, invece, è necessario il lavoro dei gemelli e del soleo. Quando un muscolo lavora intensamente può arrivare a esaurire le riserve di ossigeno, rendendo impossibile nelle sue cellule la normale respirazione cellulare aerobica. Prende avvio quindi un secondo tipo di respirazione, chiamata anaerobica, poichè non viene utilizzato ossigeno per la produzione di energia: si tratta della fermentazione lattica, attraverso cui viene prodotto acido lattico. Se la quantità di acido lattico è esigua, viene smaltita entrando in circolo nel sangue e riconvertita in glucosio. Se l’attività fisica è molto intensa, invece, l’acido lattico non viene smaltito subito, ma si accumola per un certo periodo di tempo nei muscoli, provocando indolenzimento e senso di fatica. Il calcio non è solo uno sport utile allo sviluppo fisico dell’atleta, ma anche un’occasione di uninone e condivisione di idee e passioni tra persone. Da questo punto di vista è stato trattato nella lettura italiana del poeta Umberto Saba.


Umberto Saba nasce a Trieste nel 1883 da madre ebrea, che viene abbandonata dal marito. Il poeta soffre questa situazione, crescendo tra conflitti familiari ed una infanzia segnata dalla malinconia e dalla lontananza dal padre, girovago ed eterno scontento. La carriera scolastica è alquanto irregolare, abbandona il ginnasio e frequenta solo per poco tempo l'Imperial Regia Accademia di commercio e nautica, interrompendola per impiegarsi in un’azienda commerciale. Si imbarca come mozzo su un mercantile.Adotta, al posto del cognome paterno (Poli), lo pseudonimo Saba (che in ebraico vale per: pane). Nel 1911 sposa Lina da cui avrà una figlia. Dopo la prima guerra mondiale apre a Trieste una piccola libreria antiquaria, che sarà l'attività pratica di tutta la sua vita e gli consentirà di vivere modestamente e di dedicarsi alla produzione poetica. Le leggi razziali lo costringono a lasciare l'Italia, dopo un soggiorno a Parigi ritorna nel nostro paese e vive nascosto presso alcuni amici a Firenze e a Roma. D'altra parte non va dimenticato che degli anni nei quali scrisse le ultime cose ne passò sette sotto la minaccia razziale. È da sottolineare che Saba fu un fermo antifascista, quindi non si dedicò alla poesia sullo sport del calcio per sostenere il progetto di propaganda politica fascista, ma il giovane Umberto si avvicinò a questo tema quasi per caso, dopo aver ricevuto da un amico il biglietto per una partita della Triestina; più che le dinamiche tattiche o la fama degli atleti, l'attenzione del poeta si concentrò sulle emozioni umane e le reazioni psicologiche degli eventi di gioco.

Goal è una poesia in endecasillabi sciolti raggruppati in tre sestine composta da Umberto Saba e pubblicata nel 1934 nella raccolta Parole, confluita poi nel Canzoniere. Il tema della poesia è proprio il gioco del calcio e il momento entusiasmante del tiro in porta, che diventano un’occasione di gioia condivisa. Si tratta di una poesia lirica, scritta seguendo la forma metrica degli endecasillabi sciolti, raggruppati in tre sestine (18 versi in totale)


1. Il portiere caduto alla difesa 2. ultima vana, contro terra cela 3. la faccia, a non veder l’amara luce. 4. Il compagno in ginocchio che l’induce 5. con parole e con mano, a rilevarsi, 6. scopre pieni di lacrime i suoi occhi.

7. La folla – unita ebrezza – par trabocchi 8. nel campo. Intorno al vincitore stanno, 9. al suo collo si gettano i fratelli. 10. Pochi momenti come questo belli, 11. a quanti l’odio consuma e l’amore, 12. è dato, sotto il cielo, di vedere.

13. Presso la rete inviolata il portiere 14. – l’altro – è rimasto. Ma non la sua anima, 15. con la persona vi è rimasta sola. 16. La sua gioia si fa una capriola, 17. si fa baci che manda di lontano. 18. Della festa – egli dice – anch’io son parte.


Il portiere caduto nell’inutile ultimo tentativo di difendere la porta, nasconde la faccia a terra per la rabbia, quasi per non vedere la luce, fonte di dolore. Il compagno in ginocchio che lo incita a rialzarsi, con parole e con gesti, scopre che i suoi occhi sono pieni di lacrime. Il pubblico, unito nell’esultanza comune, sembra che si riversi nel campo. I giocatori della squadra vincitrice si accalcano intorno all’autore del goal, gli si gettano al collo. Agli uomini consumati dall’odio e dall’amore è dato di vedere sotto il cielo ben pochi momenti belli come questo. L’altro portiere è rimasto presso la rete inviolata. Ma la sua anima (che partecipa alla gioia dei compagni) non è rimasta sola come il suo corpo. La sua gioia si trasforma in una capriola, in baci che manda da lontano. Egli dice: «Anch’io sono parte della festa».

Tra le figure retoriche utilizzate dall'autore trobiamo:

Anafore ai vv. 16-17: “si fa”;

Allitterazioni v. 2: ultima vana, contro terra cela; vv. 5-6: con parole e con mano, a rilevarsi, scopre pieni di lacrime i suoi occhi; v.9:al suo collo si gettano i fratelli; v.13: Presso la rete inviolata il portiere; Enjambements vv. 1-2; 2-3; 4-5; 5-6; 7-8; 8-9; 10-11; 11-12; 13-14; 14-15;16-17; Sinestesia v.3: “amara luce” (la luce del sole, un oggetto percepito con la vista, sembra essere divenuta amara, un aggettivo relativo al gusto); Metafore v. 7: “La folla – unita ebbrezza”; vv.16-17 “si fa una capriola, si fa baci” (la gioia si trasf)


Ogni volta che gioca la Nazionale di calcio ascoltiamo l'Inno d'Italia, l'Inno di Mameli. Dal 12 ottobre 1946, l’inno nazionale d’Italia è il Canto degli Italiani, scritto nell’autunno del 1847 dallo studente e patriota genovese Goffredo Mameli, e musicato a Torino da un altro genovese, Michele Novaro. Nato in un clima di fervore patriottico, prima della guerra contro l’Austria, l’inno presenta numerosi riferimenti storici del passato.

Fratelli d’Italia L’Italia s’è desta, Dell’elmo di Scipio S’è cinta la testa.

Publio Cornelio Scipione, detto l’Africano (253-183 a. C.), fu il generale e uomo politico romano vincitore dei Cartaginesi e di Annibale nel 202 a. C. a Zama (attuale Algeria); la battaglia decretò la fine della seconda guerra punica, con la schiacciante vittoria dei Romani. L’Italia, ormai pronta alla guerra d’indipendenza dall’Austria, indossa l’elmo di Scipione come richiamo metaforico alle gesta eroiche e valorose degli antichi Romani. Dov’è la Vittoria? Le porga la chioma, Ché schiava di Roma Iddio la creò.


Si riferisce all’uso antico di tagliare i capelli alle schiave per distinguerle dalle donne libere; queste ultime, per sottolineare il loro stato, erano solite tenere i capelli lunghi. La dea Vittoria rappresentata come una donna dai lunghi capelli, dovrebbe quindi porgere la chioma, perché le venga tagliata in segno di sottomissione a Roma: il senso della quartina è la certezza di Mameli che, in caso di insurrezione contro gli austriaci, la Vittoria non potrà che essere degli italiani perché è ciò che Dio vuole.

Stringiamci a coorte Siam pronti alla morte L’Italia chiamò.

Lo sport del calcio non è celebrato non solo dall’arte letteraria ma anche da quella musicale. La coorte era un’unità da combattimento dell’esercito romano, composta da 600 uomini: era la decima parte di una legione. “Stringiamci a coorte” é quindi un’esortazione a presentarsi senza paura alle armi, a rimanere uniti e compatti, disposti a morire, per la liberazione dall’oppressore straniero. Questa è la parte dell'inno che sentiamo cantare all'inizio di ogni partita della Nazionale, ma esistono altri versi come per esempio : I bimbi d’Italia Si chiaman Balilla... L'Opera nazionale Balilla, per l'assistenza e per l'educazione fisica e morale della gioventù dai 6 ai 18 anni, fu un'organizzazione giovanile istituita durante il ventennio fascista; essa mirava all'istruzione premilitare, ginnico-sportiva e professionale secondo l'ideologia fascista. In questi versi gli italiani sono chiamati al valore e al coraggio del leggendario Balilla, il simbolo della rivolta popolare di Genova contro la coalizione austro-piemontese: si tratta del soprannome del fanciullo, forse un certo Giambattista Perasso, che il 5 dicembre 1746 scagliò una pietra contro un ufficiale, dando l’avvio alla rivolta che portò alla liberazione della città.


L’inno di Mameli: Fratelli d’Italia

Noi siamo

Uniamoci, amiamoci,

L’Italia s’è desta,

Calpesti, derisi,

l’Unione, e l’amore

Dell’elmo di Scipio

Perché non siam popolo,

Rivelano ai Popoli

S’è cinta la testa.

Perché siam divisi.

Le vie del Signore;

Dov’è la Vittoria?

Raccolgaci un’unica

Giuriamo far libero

Le porga la chioma,

Bandiera, una speme:

Il suolo natìo:

Ché schiava di Roma

Di fonderci insieme

Uniti per Dio

Iddio la creò.

Già l’ora suonò.

Chi vincer ci può?

Stringiamci a coorte

Stringiamci a coorte

Stringiamci a coorte

Siam pronti alla morte

Siam pronti alla morte

Siam pronti alla morte

L’Italia chiamò.

L’Italia chiamò.

L’Italia chiamò.

Dall’Alpi a Sicilia

Son giunchi che piegano

(Evviva l’Italia

Dovunque è Legnano,

Le spade vendute:

Dal sonno s’è desta

Ogn’uom di Ferruccio

Già l’Aquila d’Austria

Dell’elmo di Scipio

Ha il core, ha la mano,

Le penne ha perdute.

s’è cinta la testa

I bimbi d’Italia

Il sangue d’Italia,

Dov’è la vittoria?

Si chiaman Balilla

Il sangue Polacco,

Le porga la chioma,

Il suon d’ogni squilla

Bevé, col cosacco,

Ché schiava di Roma

I Vespri suonò.

Ma il cor le bruciò.

Iddio la creò).


Anche l’arte della pittura ha celebrato a suo modo il calcio come possiamo vedere nel dipinto "Partita di calcio", che è un'opera di Carlo Carrà (olio su tela, 90x70 cm 1934); essa si trova conservata presso la Galleria Comunale d'Arte Moderna di Roma. Venne esposto per la prima volta nel 1935 in occasione della seconda esposizione Quadriennale Romana, dove Carrà partecipò con alcune opere e, questa è certamente fra le sue opere più famose. È evidente che il calcio fosse una grande passione e la raffigurazione di un'azione concitata della partita è in grado di suscitare emozioni al pari di opere più famose. Analisi del dipintoUn'esplosione di vitalità e di colore, dove tutto concorre a rendere lo spirito di leale competizione agonistica che anima i protagonisti. Gli azzurri rappresentano la nazionale di calcio italiana. La squadra avversaria non si conosce, in quanto nel gioco del calcio, la maglia del portiere è diversa da quella che indossano i suoi stessi compagni di squadra. Probabilmente è stato usato il colore rosso non tanto per identificare la squadra, quanto invece per dargli un ruolo da protagonista: è chiaro che essendo l'ultimo uomo a proteggere la porta, tutto dipenderà da lui. Il campo di calcio non è verde ma di un colore surreale per dare risalto alla metà superiore del dipinto dove si ha maggior luce. Spiegazione calciatori con la maglia azzurra rappresentano un chiaro omaggio alla vittoria dei Mondiali di Calcio del 1934 della nazionale italiana guidata da Vittorio Pozzo. L'artista coglie l'azione in un momento concitato: si tratta di una mischia in area, con il pallone che finisce vicinissimo alla porta mentre gli attaccanti saltano per colpire di testa e il portiere si slancia nel tentativo di arrivare per primo sulla sfera. Le emozioni sarebbero di gioia in caso di gol oppure di rabbia e frustrazione in caso di gol mancato (stando dalla parte degli azzurri), ma la palla rimane in aria e quindi non sappiamo se a vincere sarà il portiere o saranno invece gli attaccanti. Inoltre non è chiaro se il portiere abbia già respinto il pallone o se stia cercando di smanacciarlo altrove; la sua postura non è ben equilibrata e, quindi potrebbe anche mancare l'impatto col pallone. Anche la posizione degli azzurri è anomala: sono in tre che saltano insieme al portiere, accerchiandolo, senza nemmeno essere marcati da un difensore avversario: chi prova a prenderla di mano (calciatore a sinistra), chi addirittura si posiziona proprio dietro (calciatore centrale) e chi invece spera che gli arrivi in testa


per provare a segnare (calciatore a destra). Alla fine potrebbero anche aver commesso fallo sul portiere, infatti uno dei difensore alza la mano come a segnalare qualcosa di scorretto, oppure potrebbe semplicemente essersi rassegnato.

Partita di calcio di Carlo CarrĂ


CONCLUSIONE: Il calcio per me è un’occasione di aggregazione, di crescita, di salute e di unione tra le persone. Scelgo di praticare questo sport perchè quando sono in campo sento una sensazione di libertà. Nelle partite concentrandomi sulla tecnica di gioco mi fa sentire: sereno, divertito, il piacere di stare insieme ai miei compagni di squadra, l’intesa degli sguardi, quando facciamo delle belle azioni di gioco mi fanno sentire felice. Questo sport nella mia vita occupa un posto molto importante infatti dedico praticamente tutto l’anno al calcio per diversi motivi. Mi alleno 2 volte alla settimana più le partite di fine settimana. Fin da piccolo sono appassionato di calcio, infatti quando avevo 6 anni mi sono iscritto nella squadra della città. Andando avanti mi sono accorto sempre di più che mi piaceva, allora mi sono impegnato giorno dopo giorno per coltivare le mie qualità e ottenere qualche risultato importante. Il mio ruolo è quello di attaccante, le mie qualita principali nel campo sono: la visione, il passaggio e il dribling. Ovviamente il mio obbiettivo principale è quello di diventare un professionista in questo splendido sport anche se sono pienamente consapevole che la selezione è moltissima e la strada è molto in salita ma lavoro e fatico tutti i giorni proprio per questo.

“il calcio per me significa libertà”


Sitografia www.fareletteratura.it www.club.it www.focus.it www.win.storiain.net www.footy4kids.co.uk www.rivistacontrasti.it www.paviafree.it www.siamosportivi.it www.scuolissima.com Bibliografia libro di scienze libro di matematica


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