SIAMO FRUTTO DELL'EVOLUZIONE DEL NOSTRO UNIVERSO

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SCUOLA SACRA FAMIGLIA A.S 2019-2020 SA

SIAMO IL FRUTTO DELL’EVOLUZIONE DEL NOSTRO UNIVERSO. (MARGHERITA HACK)

GIOVANNI MAINARDI – 3^B


Indice • INTRODUZIONE ALL’ APPROFONDIMENTO • IL SISTEMA SOLARE • ELIOCENTRISMO E GEOCENTRISMO • GALILEO GALILEI • L’ASTRONOMIA NELL’ARTE • L’UNIVERSO EBRAICO • IL COSMO MEDIOEVALE • L’ASTROLOGIA DANTESCA • CONCLUSIONI • SITOGRAFIA


Introduzione Sin da quando ero bambino mi ha sempre affascinato scrutare il cielo stellato, uno spettacolo che accomuna tutti gli esseri umani di qualunque parte del mondo e soprattutto di qualsiasi epoca storica: dalla preistoria fino ai giorni nostri.

Quando poi, all’inizio di quest’anno scolastico, è stata svelata la frase

“VERSO L’INFINITO ED OLTRE” che ci avrebbe accompagnato

durante

l’ultimo anno della scuola media, mi è apparso subito chiaro che l’argomento che mi sarebbe piaciuto approfondire era il SISTEMA SOLARE. Alzare lo sguardo al cielo suscita un sacco di emozioni e la volta stellata richiama tantissimi aspetti della mia esistenza e di quella di tutto il genere umano. In essa si ritrovano la precisione e l’ordine geometrico, le leggi della fisica e della dinamica, ma anche aspetti meno razionali quali gli aspetti filosofici della figura dell’uomo nell’universo e della presenza di Dio e l’arte estetica, che ha portato innumerevoli artisti di ogni epoca a cercare di rappresentarlo. E l’uomo, dalla notte dei tempi , cerca di studiarne ogni aspetto con qualsiasi mezzo a propria disposizione: dai propri occhi a rozze lenti di vetro, fino agli attuali e sofisticatissimi telescopi elettronici ed alle sonde spaziali. Ho deciso di approfondire questo argomento perché mi appassiona molto e, durante alcune vacanze, ho avuto modo di studiarlo in prima persona.


Il Sistema Solare Il Sistema Solare è un insieme di corpi celesti planetari e subplanetari, come asteroidi e comete che orbitano intorno a una stella, chiamata Sole, il tutto si è originato da una medesima nube circa cinque miliardi di anni fa. Tale sistema planetario si compone di oggetti di natura non stellare orbitanti intorno ad una stella . Questi corpi non stellari, almeno quelli finora conosciuti e relativi nel nostro sistema planetario, sono i pianeti, gli asteroidi, i nano pianeti, i meteoroidi, le comete e la polvere interstellare. L'insieme di tutti questi corpi e dalla loro stella è definito come Sistema Stellare. Il nostro sistema, legato al Sole, è quindi il Sistema Solare, così costituito: • otto pianeti: Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano e Nettuno; • cinque pianeti nani: Cerere, Eris, Plutone, Makemake e Haumea • più di 160 satelliti • milioni di asteroidi; • miliardi di comete; • un numero indecifrato ed elevatissimo di meteoroidi.


Il Sole è il corpo di gran lunga più grande del sistema ed è quello che, con il suo calore, riscalda tutti gli altri, che gli orbitano attorno. Esso dista dalla Terra circa 149.500.000 chilometri, pari a 1 unità astronomica (U.A.) ed ha un diametro di circa 1.400.000 chilometri (enorme rispetto ai 12.700 chilometri di diametro della Terra). Se il Sole fosse grande un centimetro, la Terra sarebbe un granellino di polvere di un decimo di millimetro e si troverebbe alla distanza di un metro! Il Sole è un’immensa palla di plasma (gas di protoni ed elettroni), con proprietà elettromagnetiche particolari. Al centro di questa palla di plasma si trova il nucleo, che è una vera e propria centrale nucleare a fusione, dove nuclei di idrogeno vengono fusi per costituire nuclei di elio, questo processo viene chiamato “fusione nucleare”. In tutte le stelle avviene questa reazione nucleare che fa in modo che, ad altissime temperature, gli atomi di idrogeno si trasformino in atomi di elio (4 atomi di idrogeno= 1 atomo di elio). Durante questa reazione la massa perduta viene trasformata in energia secondo la legge di Einstein E=mc2. I pianeti sono corpi celesti caratterizzati da una superficie esterna fredda, di dimensioni nettamente inferiori rispetto a quelle delle Stelle e da un moto di rivoluzione intorno al Sole con orbite ellittiche (ad eccezione di Plutone e Mercurio) nelle quali uno dei due fuochi è occupato dal Sole. Tale moto di rivoluzione è stato descritto dalle tre leggi di Keplero e dalla legge di gravitazione universale formulata da Newton. Oltre al moto di rivoluzione, è presente il quello di rotazione: un movimento in cui il pianeta ruota su se stesso intorno ad un asse di rotazione. Entrambi i moti dei pianeti procedono in senso antiorario da Ovest verso Est, tranne che per alcuni pianeti che sono retrogradi (Venere, Urano e Tritone, luna di Nettuno) cioè che hanno un moto orario anche se il moto di rivoluzione


intorno al sole è antiorario come per tutti gli altri. Sembra che questa differenza sia la conseguenza di impatti meteorici che avrebbero modificato la rotazione dei pianeti in questione e dei satelliti.


Eliocentrismo e Geocentrismo GEOCENTRISMO

Gli antichi Greci furono i primi a realizzare un modello del Sistema Solare. In esso la Terra, piatta e immobile,

era

al

centro

dell’Universo; il Sole, la Luna e gli altri pianeti ruotavano intorno a essa

secondo

orbite

circolari.

Alcuni filosofi avanzarono l’ipotesi che

la

Terra

fosse

sferica

e

addirittura in movimento, ma erano idee troppo avanzate per quei tempi, e non ebbero seguito. Si affermò poi, nel mondo conosciuto, il modello elaborato nel II secolo d.C. dall’astronomo Claudio Tolomeo di Alessandria d’Egitto. SISTEMA TOLEMATICO O GEOCENTRICO

Secondo la concezione tolemaica o geocentrica, il Sistema Solare è una grande sfera al centro dell’Universo, e la Terra, piatta e immobile, è situata al centro di questa sfera. Attorno ad essa ruotano su una serie di sfere concentriche: il Sole, la Luna e gli altri pianeti; il tutto è circondato dall’ultima


sfera, quella delle stelle fisse, che segna il confine dell’Universo. L’Universo dunque è immaginato pieno e finito.

SISTEMA COPERNICANO O ELIOCENTRICO

Copernico,

astronomo

polacco, introdusse nella prima

metà

secolo, descrizione

del

una

XVI nuova

matematica

del moto dei corpi celesti, sostituendo geocentrico

al

sistema

un sistema

eliocentrico (fondato sulla centralità del Sole). Anche per Copernico il cosmo è pieno e finito, ma è il Sole al centro dell’Universo, mentre la Terra si muove attorno al Sole. Il sistema copernicano o eliocentrico venne a lungo osteggiato, in quanto non gradito alle autorità del tempo, ed in particolare alla Chiesa romana cattolica, che scomunica Copernico poichè la sua teoria andava contro la Bibbia. Si deve poi ai “padri dell’astronomia”, Galileo Galilei (1564-1642) e Isaac Newton (1642-1727), la definitiva affermazione della teoria eliocentrica.


Galileo Galilei: Nato a Pisa nel 1564,

Galileo iniziò nel 1580 a

studiare medicina presso l'Università della sua città, Fino al 1585 Galileo rimase a Pisa dove studiò anche fisica e dove fece la sua prima scoperta: si racconta che osservando la lucerna posta sul soffitto della cattedrale di Pisa scoprì l'isocronismo delle oscillazioni del pendolo. Nel 1604 apparve nei cieli europei una supernova. Si dice che Galileo ne approfittò per creare oroscopi a pagamento, ma soprattutto per costruire e perfezionare tra 1604 e 1609 il cannocchiale, strumento inventato in Olanda, usato da Galileo per la prima volta per osservare le stelle. Una volta perfezionato, Galilei presentò il cannocchiale al Doge di Venezia.

Figura 1_Presentazione del cannocchiale al doge di Venezia, Giuseppe Bertini, 1858


L’astronomia nell’arte Sin dai tempi più remoti l’uomo ha osservato il firmamento con meraviglia e voglia di penetrare nei suoi più oscuri misteri. Altrettanto antica è la necessità di riprodurne la bellezza sotto forma artistica, non solo per esaltarne il fascino, ma anche per ricercare ed esprimere significati più profondi. La rappresentazione del cielo stellato risale alla notte dei tempi: un esempio è la famosa volta stellata della tomba di Nefertari situata nella Valle delle Regine a Luxor in Egitto, tutt’ora visitabile.

Figura 2 - Volta stellata della tomba di Nefertari

In seguito artisti di ogni epoca ed età si sono ispirati alle bellezze del firmamento nelle loro opere per esempio possiamo citare in questo contesto i famosi dipinti di Van Gogh: “ Il cielo stellato” e “La notte stellata”.

Figura 3 - Notte stellata e Cielo Stellato,Van Gogh


Oggi giorno abbiamo la possibilità di poter ammirare lo spazio molto da vicino attraverso fotografie scattate da satelliti lanciati in orbita dai ricercatori spaziali. Queste foto molto spesso sembrano opere d’arte dipinte da pittori esperti ma, in realtà sono un insieme di gas, stelle e polveri. Figura 4 - Astrofotografia, Morte di una stella

Figura 5- Astrofotografia, Nebulosa Nord America


Figura 6-Astrofotografia, La Nebulosa NGC 6357

Figura 7- Astrofotografia, Riverberi da una Protostella


L’Universo Ebraico

Un contributo sull’approfondimento dello studio dell’universo venne dalla cultura ebraica. Nel 1903 l’astronomo Giovanni Schiapparelli riscostruì l’immagine del cosmo secondo la tradizione Biblica, ritrovando gli stessi elementi delle cosmografie egizie e babilonesi.

Legenda: ABC: cielo superiore ADC: contorno dell’abisso AEC: piano della terra e dei mari GHG: firmamento o cielo inferiore KK: depositi dei venti LL: depositi delle acque superiori M: spazio occupato dall’aria dove corrono le nubi NN: acque del grande abisso Figura 8 - Ricostruzione del mondo biblico - G. Schiapparelli 1903

Dunque il contributo degli ebrei non venne da nuove osservazioni o modelli innovativi, quanto piuttosto dalla loro concezione religiosa. La fede in un Dio unico per la prima volta aveva sgombrato il mondo naturale, ma gli ebrei non hanno affatto abbandonato l’idea di una dipendenza di tutti gli elementi della natura da un solo potere divino anzi, l’avevano rafforzata; ma ora questa dipendenza era riferita a un Dio razionale, un creatore che ha disposto tutto con misura, calcolo e peso. L’immensa bellezza del firmamento era un segno di grandezza, ma tutte le creature hanno una vita limitata, l’universo stesso ne ha una, solo Dio è eterno e immutabile. I cieli si dissolveranno come fumo, la terra si logorerà come una veste […] ma la mia salvezza durerà sempre.(Is 51,6)


Il Cosmo Medioevale: Nel Medioevo il cosmo, era considerato geocentrico ma, contrariamente alla vulgata (Bibbia in lingua latina), mettere la terra al centro non significava metterla in una posizione privilegiata dello spazio, anzi, era collocata nel luogo più miserabile dell’universo. Secondo la fisica aristotelica, i corpi pesanti cadono verso il basso perché tendono al loro luogo naturale, che in questo caso è il fondo dell’universo: il suo punto di mezzo, “la terra”, quindi non era il centro dell’universo e nemmeno il perno dei movimenti cosmici; al contrario, si trova al centro perché essendo molto pesante, non poteva che trovarsi lì, nel fondo del pozzo. La Terra veniva considerata la valle di lacrime, del peccato e del dolore perché più ci si avvicina al centro e più il mondo tende alla miseria e alla precarietà. In perfetta coerenza con questa logica, al centro della Terra Dante mette il diavolo, immobilizzato nel gelo eterno e lontano da come lo definisce lui “il ciel che gira” che è la sfera più alta: il Primo Mobile, che si trova dalla parte opposta dell’universo, esso contiene tutte le altre sfere, perennemente rotanti nel loro perfetto giro circolare. Oltre i confini del Primo Mobile i medievali stabilirono la dimora di Dio, L’Empireo, un decimo cielo che si aggiunge ai 9 aristotelici.

La Cosmografia Teologica (1930) di Piero del Puccio, Camposanto della Piazza dei Nove, Pisa


Lo schema del Cosmo Medioevale:

Lo schema rappresenta le sfere dei quattro elementi, i nove cieli astronomici e, oltre il Primo Mobile, i nove cori angelici riprodotti nell’affresco della pagina precedente


L’astronomia Dantesca: Nella terza cantica della Divina Commedia di Dante Alighieri, il Paradiso è diviso in nove cieli, che ricalcano il sistema cosmologico aristotelico-tomistico: i primi sette infatti corrispondono ciascuno a un pianeta del Sistema solare.

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Primo cielo (Luna) - Spiriti mancanti ai voti

Il primo cielo è il Cielo della Luna, considerato un pianeta nel Medioevo, e la cui caratteristica peculiare è l'incostanza: risiedono qui, infatti, le anime di coloro che mancarono ai propri voti, non per scelta bensì perché costretti. Le intelligenze motrici di questo cielo appartengono alla seconda schiera angelica e sono gli arcangeli

2

Secondo cielo (Mercurio) - Spiriti attivi per la gloria

Il secondo cielo è denominato Cielo di Mercurio, che si connota per l'amore per la gloria e la fama terrena. Le intelligenze motrici di questo cielo appartengono alla seconda schiera angelica e sono gli arcangeli.

3

Terzo cielo (Venere) - Spiriti amanti

Il terzo cielo è il Cielo di Venere, caratterizzato ovviamente dall'amore, è dove infatti risiedono le anime di coloro che amarono. Le intelligenze motrici di questo cielo appartengono alla terza gerarchia e sono i principati.

4

Quarto cielo (Sole) - Spiriti sapienti

Il quarto è il Cielo del Sole, caratterizzato dalla sapienza: sono beati di questo cielo, infatti, le anime dei sapienti e dei Dottori della Chiesa. Le intelligenze motrici di questo cielo appartengono alla quarta schiera angelica e sono le potestà.


5

Quinto cielo (Marte) - Spiriti combattenti per la fede

Il quinto cielo è il Cielo di Marte, Dio della guerra, e qui risiedono le anime di coloro che combatterono e morirono per la fede. Le intelligenze motrici di questo cielo sono le virtù, che appartengono alla quinta schiera angelica.

6

Sesto cielo (Giove) - Spiriti giusti

Il sesto è il Cielo di Giove, la cui virtù caratteristica è la giustizia: il cielo è infatti sede delle anime di principi saggi e giusti; questo cielo è ancora mosso da intelligenze angeliche della seconda gerarchia, cioè dalle dominazioni.

7

Settimo cielo (Saturno) - Spiriti contemplanti

Il settimo cielo è il Cielo di Saturno, caratterizzato dalla meditazione: qui infatti si trovano le anime di coloro che si diedero alla vita contemplativa. Le intelligenze motrici di questo cielo appartengono alla prima gerarchia, e sono i troni.

8

Ottavo cielo (Stelle fisse) - Trionfo di Cristo e Maria

L'ottavo è il Cielo delle Stelle fisse: non si tratta più di un cielo dove si ripartiscono i vari beati, ma qui si trovano le anime trionfanti, che appaiono come innumerevoli lucerne illuminate dai raggi che fanno piovere la grande luce di Cristo; un altro degli splendori che qui trionfa è Maria, attorno alla quale volteggia cantando l'arcangelo Gabriele. Le intelligenze motrici di questo cielo sono i cherubini, che appartengono alla prima gerarchia.

9

Nono cielo (Primo Mobile) - Trionfo degli angeli

Il nono e ultimo cielo è il Cielo cristallino, chiamato anche Primo mobile in quanto è appunto il primo a muoversi, ricevendo tale movimento da Dio e


trasmettendolo ai cieli concentrici sottostanti. Sopra al Primo mobile c'è solo l'Empireo, che è immobile in quanto perfetto (nella teologia medievale il movimento non era conciliabile con la perfezione, in quanto implica un cambiamento): la potenza divina che ha sede nell'Empireo, centro dell'Universo, imprime ai cieli sottostanti un movimento rotatorio, rapidissimo nel Primo mobile e poi via via sempre più lento fino alla Terra. Nell'Empireo risiedono le gerarchie angeliche, che appaiono distribuite in nove cerchi di fuoco giranti attorno a un punto piccolissimo ma luminosissimo, cioè Dio.

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Empireo

Sopra i nove cieli vi è l'Empireo, dove ha sede Dio circondato dagli angeli e dalla Rosa dei beati, che qui risiedono normalmente (salvo spostarsi liberamente nei cieli sottostanti).

Dante dice che la vera dimora dell'uomo non è la terra, la vera dimora è il Paradiso, cioè il rapporto con l'infinito: il rapporto con Dio definisce la tensione e l'attrazione per questo rapporto che spiega l'energia dell'uomo nella vita. Persino la legge fisica che fa andare il fuoco verso l'alto è spiegata proprio nei termini di un'attrazione che Dio esercitò verso tutte le cose; dunque, il Paradiso è la dimora, è l'uomo che ritornò alla sua origine, a ciò cui ha sempre aspirato. Dunque la vita, simboleggiata nella metafora del viaggio attraverso le tre cantiche, ha un significato: la vita è il tempo dato all'uomo per la conquista della vera immagine di sé.



Conclusione: “Quale ammirevole simmetria del mondo e che sicuro nesso armonico tra il movimento e la grandezza delle orbite. Tanto divina è per certo questa fabbrica dell'Ottimo e Massimo Artefice. NICCOLÒ COPERNICO!”

“La matematica è l'alfabeto nel quale Dio ha scritto l'universo.” GALILEO GALILEI

“Guardare alle stelle mi fa sempre sognare, semplicemente come quando sogno sui punti neri che rappresentano le città e i villaggi in una mappa. Perché, mi chiedo, i puntini luccicanti del cielo non dovrebbero essere accessibili quanto i puntini neri sulla carta della Francia?” VAN GOGH

“Guarda il calor che si fa vino, giunto dall’ umor che da la vite cola” DANTE ALIGHIERI “Chi non ha mai incontrato Dio sulla Terra, non lo incontrerà neppure nello spazio” JURIJ GAGARIN

“E' così bello fissare il cielo e accorgersi di come non sia altro che un vero e proprio immenso laboratorio di fisica che si srotola sulle nostre teste.” MARGHERITA HACK


Sitografia e Biblografia: • Astronomiamo.it • Dante Alighieri, Divina Commedia annotata e commentata da T. Di Salvo, Zanichelli • Frasicelebri.it • Il grande spettacolo del cielo, Marco Bersanelli, Sperling & Kupfer Editore • Le-citazioni.it • Skuola.net • Studenti.it • Studiarapido.it • Wikipedia


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