BARCELONA

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Andrea Gaio 3B

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Indice Introduzione............................................................................Pag. 3 Dall’Italia alla Spagna…………………………………………………………..Pag. 4 Barcellona……………………………………………………………………………Pag. 5 La Catalogna………………………………………………………………………..Pag. 6 El Camp Nou………………………………………………………………………..Pag. 9 La Sagrada Família.....…………………………………………………..........Pag.11 Antoni Gaudì …………………………………………………………Pag.12 Struttura Generale ………………………………………………..Pag.13 Le proporzioni della Sagrada Família……………………..Pag.14 Le Sculture …………………………………………………………….Pag.16 Guadì e la Natura…………………………………………………..Pag.17 Le Vetrate ………………………………………………………….....Pag.18 Etsuro Sotoo ………………………………………………………….Pag.19

Sitografia,Bibliografia,Videografia.……………………………………….Pag.21

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L’anno scorso i miei genitori hanno festeggiato i 25 anni di matrimonio, così in estate siamo andati in vacanza nel nord della Spagna, a Barcellona. Poi successivamente a Pamplona, Bilbao e Saragozza.

Ho voluto approfondire solo la parte di viaggio a Barcellona perché per me è stata quella più bella, più significativa. Sono rimasto particolarmente colpito dallo stile dell’architetto Antoni Gaudì, ho potuto visitare lo stadio del Barcellona e ho potuto rafforzare il rapporto forte che già avevo con la mia famiglia.

Il viaggio è durato circa 12 ore di macchina ma ne è valsa la pena perché arrivati lì ho potuto ammirare le grandi costruzioni di Gaudì tra cui la Sagrada FamÌlia, Casa Batllò e visitare il Camp Nou, stadio del Barcellona, in cui ho potuto vedere le maglie storiche, le coppe, le scarpe ed i palloni d’oro di Leo Messi, giocatore Argentino del Barcellona e mio giocatore preferito. Inoltre, ho fatto delle ricerche sulla storia di Barcellona, in particolare sulla vicenda dell’indipendenza Catalana. Ho scoperto che il desiderio di affermare la propria identità è un fenomeno attualmente diffuso nel mondo, ma non sempre positivo, perché non sempre deriva da una tradizione radicata, ma a volte proviene da una volontà assoluta di autogoverno.

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Dall’Italia alla Spagna

Il 5 Agosto 2019 sono partito con la mia famiglia per andare da Cremona a Barcellona. Il viaggio è durato circa 12 ore con varie tappe di ristoro in diversi autogrill. Quando siamo arrivati, mi ha colpito la vivacità della città e la tanta gente che era presente nei dintorni. Pur essendo arrivati nel tardo pomeriggio abbiamo potuto ammirare una città ancora in pieno movimento.

Pamplona

L’8 Agosto abbiamo lasciato la maestosa città Catalana di Barcellona per dirigerci verso Saragozza, famosa per la basilica di “Nuestra Señora del Pilar”. Dopo aver pranzato e visitato Saragozza, verso il tardo pomeriggio siamo arrivati a Pamplona: città famosa per la corsa dei tori di San Firmino, celebrata dallo scrittore americano Ernest Hemingway.

Il 9 Agosto al mattino abbiamo visitato la città di Pamplona e nel pomeriggio ci siamo diretti verso Bilbao. Arrivati a Bilbao abbiamo visitato il centro storico. Il giorno seguente ci siamo recati a San Sebastian, qui, dalla spiaggia “La Concha” ci siamo tuffati nell’oceano.

Saragozza

Bilbao-Peggy Guggenheim

Dopo una seconda notte trascorsa a Bilbao siamo partiti per tornare a casa passando per Carcassonne dove ci siamo fermati un’ultima notte.

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Barcellona è una città spagnola che si trova sulla costa Nord-Orientale della penisola. Con più di 1,5 Milioni di abitanti, la città catalana è la capitale della regione e un importante centro economico. Il clima a Barcellona è Mediterraneo, con inverni miti e relativamente piovosi ed estati calde e soleggiate. Le temperature invernali si aggirano intorno ai 9° invece quelle estive possono raggiungere e superare i 30°. Tracce di quasi duemila anni si storia si possono ritrovare ancora nelle mura della città di Barcellona. La romana “Barcino” era una città piccola ma fiorente che raggiunse nel Medioevo il suo apogeo come capo di un forte impero mercantile sul Mediterraneo. Le cose iniziarono a cambiare dopo l’unificazione spagnola sotto la Corona di Castiglia, ma intorno al XIX secolo Barcellona tornò a tutto vapore a essere città-guida economica e industriale della Spagna, una posizione che continua a mantenere ancora oggi, nonostante la sfida sempre più accesa con la capitale Madrid.

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La Catalogna

I Catalani sono un popolo molto speciale, saldamente legato alle tradizioni, aperto all’innovazione e talvolta chiuso, scontroso verso lo straniero ma anche aperto e accogliente come pochi sanno essere. Fino all'814 l'Impero Carolingio controllava una striscia di terreno nei pressi dei Pirenei, molto strategica per difendersi dagli Arabi (che occupavano gran parte della Spagna). Tale controllo era organizzato in contee governate militarmente e politicamente da conti, che divennero con il tempo sempre più autonomi e quando l'Impero Carolingio venne meno, si arrivò all'unificazione di quei territori: ecco come nacque la Catalogna. Più avanti, tuttavia, nel 1476, il regno di Aragona-Catalogna si unì a quello di Castiglia tramite il matrimonio fra il re di Aragona e conte di Barcellona Fernando il Cattolico e Isabella regina di Castiglia. Cominciò quindi a prendere forma la Spagna. La famosa battaglia popolare del 1640 da parte dei contadini catalani eliminò il governatore di Barcellona che era stato inviato da Castiglia e portò la Catalogna ad autoproclamarsi una repubblica indipendente nel 1641.

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Le truppe di Castiglia conquistarono la Catalogna e l'11 settembre del 1714 Barcellona cadde: ecco la famosa Diada, un'occasione per rivendicare la propria autonomia o indipendenza celebrata ogni anno con cortei e bandiere della Catalogna che sventolano nelle piazze.

Un altro periodo importante per l’affermazione del nazionalismo Catalano e Basco è stato la fine del ‘800 e l’inizio del ‘900. La Catalogna e i Paesi Baschi si affermarono come nazione, dichiararono di avere il diritto di autogovernarsi e rifiutarono lo stato Spagnolo come oppressore, alieno e morto. La particolarità nazionale dei Paesi Baschi e della Catalogna si basa su una lingua e una cultura propria, su diritti storici. Di conseguenza, il nazionalismo si plasmò intorno a due versanti: l’appello all’autonomia per mantenere l’unità della Spagna e l’autodeterminazione o indipendenza. Nel 1901 gli uomini al potere del panorama Catalano fondarono la “Lega Regionalista” che aveva come obiettivi l’autonomia politica della Catalogna dallo stato Spagnolo, lo sradicamento del Castigliano da essa e la difesa dei suoi interessi economici e industriali. Nel 1978 fu istituita una nuova costituzione, che istituì una organizzazione territoriale dello stato suddivisa in comunità autonome. Due anni dopo, nell’Ottobre del 1979 furono approvati gli statuti Basco e Catalano. Cinque mesi dopo vennero eletti i rappresentanti di entrambi i parlamenti autonomi, si celebrarono le elezioni in cui risultarono vincitori i partiti nazionalisti. La legge del 1979 fu riformata e aggiornata con un nuovo statuto che approvava la cittadinanza catalana nel 2006. L’uso del catalano venne incentivato a scapito dello spagnolo e il «catalanismo» divenne una categoria politica. Con la crisi economica del 2008, Barcellona chiese a Madrid di trattenere una dose maggiore di tasse. Come risposta, nel 2010, la magistratura bocciò un nuovo statuto ancora più autonomista. Il sostegno verso grandi associazioni nazionalistiche catalane aumentò tanto che dal 2012 furono queste a dettare l’agenda ai partiti tradizionali con manifestazioni oceaniche.

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Il 1 ottobre 2017 il governo regionale catalano (Generalitat) organizzò un referendum nel quale si chiedeva: «Volete che la Catalogna sia indipendente e repubblicana?». Il voto, dichiarato illegale dai giudici, si tenne ugualmente. La polizia tentò di sequestrare le urne, ma dopo alcuni violenti assalti ai seggi che opponevano resistenza passiva, rientrarono nelle caserme. Votò probabilmente la metà dei catalani e i «sì» furono 9 su 10. Il 27 ottobre il Parlamento regionale approvò la Dichiarazione unilaterale d’indipendenza. Poche ore dopo la Generalitat venne commissariata e i leader indipendentisti furono arrestati o fuggirono all’estero. Come Presidente della Generalitat, Puigdemont proclamò l’indipendenza unilaterale il 27 ottobre 2017, ma scelse di sottrarsi alla magistratura spagnola accusandola di essere al «servizio dello Stato centralista». Raggiunto in Germania da un ordine di estradizione, non fu consegnato alla Spagna. Per la magistratura tedesca Puigdemont (come i suoi ex colleghi ora alla sbarra a Madrid) non può essere processato per l’accusa di «ribellione», perché tale reato prevede l’uso della forza per sovvertire l’ordine costituito. L’indipendentismo catalano, invece, non si è mai caratterizzato per azioni violente. Nell’ottobre 2019 c’è stata una sentenza storica della Corte Suprema per i leader indipendentisti catalani: sono colpevoli di aver tentato di sovvertire l'ordine pubblico della Spagna con il referendum sulla secessione organizzato nell'ottobre del 2017 e con la successiva proclamazione della Repubblica indipendente catalana nell'Assemblea regionale. La Corte Suprema non ha riscontrato il reato di ribellione bensì di sedizione, alleviando in questo modo le condanne (massimo 13 anni) rispetto alle richieste dell'accusa, e aprendo una nuova fase di tensione tra lo Stato spagnolo e il fronte dei partiti nazionalisti che da Barcellona chiedono ancora la secessione della Catalogna. È giusto questo desiderio di indipendenza? Mi hanno colpito le parole del giornalista spagnolo Fernando De Haro, che in un’intervista esprime un giudizio interessante sulla questione dell’indipendentismo catalano. Questa citazione del giornalista mi ha aiutato a comprendere più a fondo la vicenda catalana legata all’odierna situazione mondiale: “Si parla, è vero, di una tradizione catalana, dell’eredità del Medioevo, ecc., ma non si tratta di questo. È un fenomeno attualmente diffuso nel mondo: si creano nuove identità religiose, culturali, nazionali, familiari, in nome del passato, quando in realtà l’eredità della tradizione, della tradizione reale, è stata gettata via. Sono identità create ex novo, postmoderne, figlie della volontà di autodeterminazione, che non è solo il primato della volontà di raggiungere le capacità di un governo pienamente sovrano, ma l’espressione di un “voler farsi” assoluto, del dominio senza troppi complimenti del progetto sul dato”.

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El Camp Nou

La mañana del 6 Agosto, Yo y mi padre visitamos el Camp Nou. Yo estaba emocionado porque he estado esperando este momento por mucho tiempo. Cuando entrè en el Camp Nou me ha sorprendido la grandeza, la majestuosidad y la perfecta organizaciòn.

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Con la capacidad del estadio de casi 100.000 personas, el Camp Nou es una meca para los aficionados al fútbol de todo el mundo. Es cierto que el Camp Nou es más que un estadio, como se dice que el Barcelona FC es "más que un club". Me gustaría haber podido ver los vestuarios del equipo local. Según el audio-guía estos son mucho más impresionantes, incluyendo una sala de reuniones, un spa, una sala de tratamiento y una farmacia. La Capilla fue inaugurada en 1958 y bendecida por el Papa Juan Pablo II en 1982. Una oportunidad de última hora para que los jugadores digan una oración o dos. Caminar por el túnel es emocionante. Es una oportunidad para sentir cómo se sienten los jugadores al llegar al campo antes de un gran partido con 100.000 aficionados que rugen al final del túnel.

El Camp Nou se inauguró el 24 de septiembre de 1957 y fue la sede inaugural del Mundial de 1982. Desde 1948 las voces favorables a un proyecto ambicioso eran cada vez más numerosas, pero el propósito no era fácil de hacer efectivo, y había que conciliar con el desarrollo urbanístico que Barcelona comenzaba a hacer en aquellos años en el área de la Diagonal. El proyecto del nuevo estadio fue encargado a los arquitectos Francesc Mitjans Miró, primo hermano de Miró-Sans, y Josep Soteras Mauri, con la colaboración de Lorenzo García Barbón. (288 millones de pesetas) Cuando se inauguró, el Camp Nou tenía una capacidad para 99.053 espectadores (se había abandonado el viejo proyecto de llegar a las 150.000 personas) y las dimensiones del terreno de juego eran de 107 por 72 metros (actualmente son 105x68, siguiendo la normativa que dispone la UEFA.)

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La Sagrada Família Il mattino del 7 Agosto ci siamo recati al quartiere dell’Eixample per visitare la Sagrada Família: capolavoro dell’architetto Antoni Gaudì. Mi ha impressionato la maestosità di questa chiesa, e in particolare: le quattro torri che caratterizzano ogni facciata, la predominanza degli elementi naturali e religiosi scolpiti all’esterno della struttura e i giochi di luci creati dalle vetrate. Questa visita ha suscitato in me la curiosità di scoprire qualcosa in più riguardo alla vita di Antoni Gaudì e ai significati nascosti dell’edificio.

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Antoni Gaudì Antoni Gaudì, il maggior rappresentante del modernismo catalano nacque il 25 Giugno 1852 da una famiglia di calderai, situazione che permise al giovane Gaudì di acquisire nell’epoca in cui aiutava il padre, una particolare abilità nella gestione dello spazio e del volume. Da bambino aveva una salute cagionevole per cui fu obbligato a trascorrere periodi di riposo nelle montagne di Riudoms, dove trascorreva ore e ore ad ammirare e memorizzare i segreti della natura che considerava la sua grande maestra, in quanto opera del Creatore. Fu così che Gaudì ritrovò l’essenza e il senso dell’architettura nel seguire i modelli da essa stessa creati, rispettandone sempre le leggi. Nel 1870 si trasferì a Barcellona per frequentare i corsi di architettura e concluse gli studi nel 1878. Poi dopo la laurea si stabilì nell’ufficio di Via Call di Barcellona dove incominciò a lavorare e a metà di quell’anno incontro per caso Eusebi Güell importante industriale su scala nazionale. In quel momento nacque un rapporto non solo professionale ma un’amicizia che diede la possibilità a Gaudì di esprimere il proprio genio. Gaudì iniziò a ricevere un’elevata quantità di commissioni e durante la fase di maturità i capolavori si succedettero una dopo l’altro: la torre Bellesguard, il Parc Güell, il restauro della cattedrale di Mayorca, la chiesa di colonia Güel, la Casa Batllò, la Pedrera e infine la Sagrada Família. Fino ad ora sono state erette solo 8 torri delle 18 progettate dall’architetto. Gaudì morì il 10 Giugno 1926, investito da un tram mentre si stava recando, come ogni sera, alla Sagrada Família partendo dalla chiesa di Sant Felip Neri.

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LA SAGRADA FAMILIA Se dovessi descrivere dettagliatamente l’intera Basilica ci vorrebbero almeno 100 pagine , per cui ho deciso di descrivere la struttura generale e poi concentrarmi sull’uso della scultura, della natura e i giochi di luce delle vetrate.

STRUTTURA GENERALE La costruzione della Sagrada Família, concepita come tempio espiatorio – atto cioè a espiare i peccati - iniziò nel 1882, in stile neogotico, poi ridefinita completamente da Gaudì un anno dopo. La Sagrada Família è un esuberante tempio ricco di simbolismo religioso. Fino ad ora sono state erette solo 8 torri delle 18 progettate dall’architetto. Decise che 12 fossero dedicate agli apostoli, 4 agli evangelisti, una a Maria e un’altra a Gesù. Ognuna ha un’altezza differente in base alla gerarchia religiosa che rappresenta. I suoi 4 campanili sono dedicati agli apostoli Mattia, Giuda Taddeo, Simone e Bartolomeo. Queste affusolate torri campanarie sono di eccezionale altezza e coronate da cuspidi geometriche coperte di ceramiche colorate. La Sagrada Família ha 3 facciate: -La Facciata della Natività: dedicata alla nascita di Cristo e suddivisa in 3 portali che sono Fede, Speranza, Carità. Facciata della Passione

-La Facciata della Passione: cerca di trasmettere l’agonia della Crocifissione di Cristo, -La Facciata della Gloria che è ancora in costruzione rappresenta: la Morte, il Giudizio Finale, La Gloria e l’Inferno. Facciata della Natività

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Le proporzioni della Sagrada Família

Ecco qui alcune misure relative alla Sagrada Família: Misurata dall'ingresso (facciata della Gloria) fino all'abside, è lunga 90 metri. Le 5 navate interne sono collegate al transetto lungo 60 metri e largo 45 metri. La navata centrale è larga 15 metri e le restanti 4 navate 7,5 metri. Ciò rende i 45 metri totali, altrettanto larghi quanto il transetto. La volta, le costruzioni ad arco che formano il soffitto delle navate, sono alte 45 metri e le navate laterali 30 metri. Quando sarà finita, la Sagrada Família sarà alta 172,5 m, mezzo metro più bassa del Montjuïc. Gaudí lo fece coscientemente, come un gesto di rispetto per il Creatore. Guardando tutte le misure relative al tempio mi è venuto in mente un argomento trattato in matematica: le proporzioni; in effetti ogni misura è pensata e calcolata in perfetta proporzione con le altre. L’unità di misura in questione è la larghezza delle navate più piccole: 7,5 metri. Tutti gli altri spazi sono multipli di questa misura: la navata centrale è il doppio di ogni navata laterale, il transetto è lungo 8 volte una navata laterale e largo 6 e la lunghezza di tutte le navate corrisponde alla larghezza del transetto. Inoltre la lunghezza totale della Basilica è 12 volte l’unità di misura applicata. Anche l’altezza della volta (45 m) e l’altezza delle navate laterali (30 m) hanno come punto di riferimento la stessa unità di misura. Infine anche l’altezza massima della Sagrada Família è un multiplo di 7,5.

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ESEMPIO DI PROPORZIONE: -Noi sappiamo la larghezza della Navata laterale e che la Navata Centrale è il suo doppio: Navata laterale=7,5 m Navata Centrale= il doppio della navata laterale

-Per trovare la lunghezza della Navata Centrale applichiamo una proporzione: X= Navata Centrale da trovare 1:7,5 m=2:X X = (7,5 m x 2):1 = 15 m

Oppure per trovare il rapporto tra la larghezza della Navata Centrale e la larghezza del Transetto possiamo eseguire un’altra proporzione: 15 m : 45 m = 1 : 3 → 1/3

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LE SCULTURE

La prima impressione che si avverte osservando la Facciata della Natività è quella di trovarsi dinanzi a una “foresta di statue”: sembra quasi che l’architettura funga da sfondo e supporto di un racconto che ha come protagonista innanzitutto le sculture. Esse si collocano in un contesto quasi scenico, teatrale: ogni raffigurazione possiede una tale carica narrativa ed espressiva da coinvolgere chiunque le ammiri. Per esempio: il gruppo scultoreo centrale posizionato sopra il portale della Speranza, ritrae Gesù adolescente mentre dialoga con il padre Giuseppe, stringendo nella mano una colomba morta. È facile immaginare che sia proprio l’animale l’oggetto del dialogo, con ogni probabilità incentrato sulla drammaticità della sofferenza e della morte innocente. Ci possiamo chiedere come mai questa scena è stata messa in questo portale. La sofferenza e la morte sono le circostanze della vita che, più di tutte, gridano speranza, perché proprio davanti all’aspetto di negatività del presente che occorre essere certi della positività del futuro. Gaudì propone un Gesù che partecipa alla sofferenza di tutti gli uomini e tale condivisione è la prova che Dio non abbandona l’uomo.

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GAUDI’ E LA NATURA Per costruire gli interni ed esterni della Basilica Gaudì si è ispirato alle forme della natura, creando colonne a forma di tronco d’albero, che hanno trasformato l’interno della Basilica in un enorme bosco di pietra. Per ideare un progetto così ambizioso, ha studiato forme di gemme, erbe aromatiche, piante per poi riuscire a scolpirle; è il caso per esempio dei fiori di lavanda riprodotti sui pinnacoli dell’abside. Le pareti sfoggiano molti gargoyles, ma a differenza dell’architettura gotica dove incarnavano figure grottesche o fantastiche, l’architetto catalano li ha

trasformati negli animali che popolano le nostre regioni mediterranee come i gechi, le lucertole, le rane, i serpenti e le lumache.

Non solo, pure la frutta trova un proprio posto nel grandioso edificio sulle guglie sormontanti le vetrate; ed è così che nascono cesti pieni di mele, pesche, fichi, ciliegie e melograni.

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18 Dopo la morte di Gaudì alcuni artisti si sono succeduti per portare avanti il suo capolavoro.

Le spettacolari vetrate della Sagrada Família sono state realizzate da Joan Vila i Grau , un lavoratore del vetro: è stato l’uomo che ha interpretato i disegni e le direttive di Antoni Gaudì. Con il suo lavoro ha contribuito a costruire il grande gioco di luce e colori, destinato a stupire i visitatori ed illuminare i fedeli. Per fabbricare queste vetrate Joan ha usato delle tecniche tradizionali della lavorazione del vetro. Come materia prima ha usato il vetro “soda-lime”, molto comune e detto anche “vetro di crogiolo”. È ottenuto da una base di ossidi di silicio, calcio e potassio, con aggiunta di altri minerali usati come coloranti. Tanti pezzi di vetro colorato, ritagliati in vario modo, sono assemblati per formare una figura esattamente come accadrebbe in un puzzle, dopo sono saldati tra loro colando negli interstizi del piombo fuso. I disegni di Vila i Grau, come voleva Gaudì, sono astratti. Queste vetrate creano un gioco di colori generato dal passaggio della luce, per far si che la luce fosse “né troppa né troppa poca” nella chiesa sono presenti due grandi vetrate: una sulla parete est ed una sulla parete ovest. La prima, illuminata dagli energetici raggi del mattino, ha colori sfumati dal violetto al verde, la seconda, illuminata dal tramonto, ha colori che variano dal giallo al rosso. Nel complesso, immaginando di trovarsi nella navata centrale, e di ruotare il proprio sguardo da est ad ovest, si possono osservare tutti i colori dello spettro visibile, interrotti al centro dal maestoso crocifisso sormontato da un baldacchino, anch’esso illuminato. Studiando la luce e le sue proprietà Gaudì è riuscito ad immaginare e progettare uno spettacolo straordinario. Grazie alle caratteristiche di un materiale speciale (il vetro) e le grandi capacità di un artigiano come Vila oggi possiamo ammirarne la bellezza.

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Dal 2000 è stata completata la parte strutturale e sono state chiuse le volte, sono state le fondamenta della facciata della Gloria, la facciata della Passione è stata completata e lo scultore giapponese Etsuro Sotoo sta ultimando la decorazione dell’ultima facciata.

ETSURO SOTOO Etsuro Sotoo è uno scultore giapponese discepolo di Gaudì. In un’intervista di Monica Mondo del 2012 lo scultore rivela che continuando il lavoro di Gaudì ha appreso il suo modo di guardare, ha costruito se stesso e ha incontrato Gesù.

“Pensavo di trovare la mia anima dentro la pietra. Dopo più di dieci anni, lavorando centinaia di pietre, ho scoperto che la pietra sono io. […] Io obbedisco soltanto, come ha fatto Gaudì. Costruendo il tempio ha costruito perfettamente se stesso. […] Non esiste arte senza amore. La bellezza può esistere da sola. Le arti dell’uomo no, perché non sono fini a se stesse, sono per la società. Non possiamo vivere bene da soli. La bellezza è dentro di noi, non nei musei, perché Dio ci ha toccato il cuore.”

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Il 7 Novembre del 2010, Papa Benedetto XVI ha insignito il tempio a Basilica, celebrando egli stesso una Messa solenne.

Secondo le previsioni l’intera costruzione dovrebbe essere ultimata entro il 2026, centenario della morte di GaudÏ.

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Sitografia:

Catalogna: - https://spagnaitalia.info/2019/10/30/riassunto-situazione-attuale-catalogna/ - https://www.ilsole24ore.com/art/catalogna-ragioni-e-colpe-un-conflittosenza-via-d-uscita-ACJx1Ft - https://www.ilpost.it/2019/11/11/elezioni-spagna-10-novembre-vinto-perso/ - https://www.tempi.it/indipendentismo-catalano-figlio-del-mondo-senzaidentita/ - https://www.ilsussidiario.net/news/cultura/2017/10/20/caos-catalognaindipendentismo-o-nuova-religione/788299/ - https://www.corriere.it/esteri/cards/catalogna-crisi-cinque-tappe/cosasuccesso-2017.shtml - https://www.barcellona.shop/it/ Camp Nou: - https://www.barcelona.com/it/biglietti_barcellona/biglietti_fc_barcelona_cal cio/giro_guidato_del_nou_camp - https://www.scopribarcellona.com/camp-nou - https://www.barcelona-tourist-guide.com/es/deporte/barcelonafc/barcelona-fc-tour.html - https://www.fcbarcelona.es/es/club/instalaciones/camp-nou/historia# Sagrada FamĂ­lia: -

https://www.casabatllo.es/it/antoni-gaudi/ https://sagradafamilia.org/en/history-of-the-temple https://www.scopribarcellona.com/sagrada-familia https://barcellona.italiani.it/sagrada-familia-gaudi/ https://www.artesvelata.it/sagrada-familia/ https://www.ilsussidiario.net/news/cultura/2012/1/16/sagrada-familiasotoo-facendo-la-cattedrale-ho-costruito-me-stesso/234272/ - https://www.odysseo.it/le-vetrate-della-sagrada-familia-di-barcellona-lostudio-della-luce-e-la-tradizionale-lavorazione-del-vetro/ - https://www.vivagaudi.org/la-sagrada-familia-2/

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- http://www.spreafotografia.it/photo-18825-vetrata-interna-della-sagradafamilia.html - https://www.barcelonacheckin.com/it/r/guida_barcellona/articoli/sagradafamilia-interno-esterno#Sagrada_Familia_Facciate - https://it.dreamstime.com/sagrada-familia-dettagli-della-facciata-dinativit%C3%A0-barcellona-i-descrivono-la-nascita-del-ges%C3%B9-catalognaspagna-image144265832 - https://www.barcelonacheckin.com/it/r/guida_barcellona/articoli/sagradafamilia-interno-esterno#Curiosit%C3%A0_sulla_Sagrada_Familia Barcellona: - https://irbarcelona.it/informazioni-barcellona-citta/

Bibliografia

- S. Prota, A. Rondena, La Sagrada Familia un percorso dello sguardo, Cantagalli 2015 - Gloria Boscaini, Citas, Loescher editorie - Le guide traveller di National Geographic-Barcellona

Videografia

- https://youtu.be/9BkS3qI6p6s (La Sagrada Familia di Antoni GaudĂŹ-Arch. Silvio Prota) - Messi-Storia di un Campione di Ă lex de la Iglesia (Amazon Prime Video)

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