GUERRA BIANCA: L'UOMO E LA MONTAGNA

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INDICE: INTRODUZIONE

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COLLEGAMENTI

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CAPITOLO 1: GUERRA BIANCA paragrafo 1 - Il concetto di Guerra Bianca paragrafo 2 - La struttura delle trincee paragrafo 3 - Le condizioni di vita in trincea 3.1 Giorno in trincea 3.2 I pasti in trincea paragrafo 4 - Le malattie paragrafo 5 - Lettere dei soldati

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CAPITOLO 2: DALL'EFFETTO SERRA AL RISCALDAMENTO GLOBALE pag.15 paragrafo 1 - Effetto serra e riscaldamento globale 1.1 Cause del riscaldamento globale 1.2 Conseguenze del riscaldamento globale 1.3 Le conseguenze del riscaldamento globale paragrafo 2 - Il ritiro del ghiacciaio Adamello (The retreat of the Adamello glacier) CONCLUSIONE

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SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA

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INTRODUZIONE: La montagna è una meta fissa delle mie vacanze, sia invernali che estive. Durante l'inverno vivo la montagna praticando lo sci e ogni volta resto affascinata nel vedere le montagne innevate e il ghiacciaio Adamello, mentre d'estate faccio molte escursioni durante le quali mi è capitato di imbattermi in resti bellici. Ho scelto di approfondire la Guerra Bianca perché la scorsa estate ho fatto un'escursione al rifugio Mandrone. Durante la Guerra Bianca il rifugio Mondrone fu un'importante base logistica austroungarica sino al maggio 1916 quando venne conquistata in via definitiva dagli alpini italiani scesi sino lì dal ghiacciaio dell’Adamello. Per raggiungere il rifugio si parte dalla Val di Genova che si trova in Val Rendena, in provincia di Trento. La Val di Genova è una valle molto verde e ricca di acqua e anch'essa è stata protagonista delle vicende della 1^guerra mondiale. Partendo dalla Val di Genova si segue un sentiero molto lungo e ripido alternato da tratti rocciosi e altri nella vegetazione, da cui si può osservare tutta la vallata. Poco prima di giungere al rifugio Mandrone, si incontra un cimitero dove sono sepolti alcuni soldati austroungarici e nei dintorni si trovano ancora numerose installazioni belliche: camminamenti, posti di vedetta, trincee. Quest'anno affrontando il tema della 1^guerra mondiale, ho ripensato alle mie esperienze di vita in montagna e ho capito quanto mi aveva colpito l'aver visto di persona i resti bellici della guerra. Inoltre vivere le esperienze di tracking comporta spesso fatica fisica e richiede una notevole forza di volontà, soprattutto quando bisogna affrontare grandi dislivelli. Tutto ciò mi ha fatto pensare a quello che hanno dovuto affrontare i soldati che hanno combattuto sulle vette in condizioni estreme, carichi di pesi e provati psicologicamente dall'esperienza traumatizzante della guerra.

Rifugio Mandrone

Il cimitero dei soldati austro-ungarici -3-

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COLLEGAMENTI: Affrontando il tema della Guerra Bianca, intendo, in particolare soffermarmi sul conflitto avvenuto tra italiani e austro-ungarici sull' Adamello, un ghiacciaio che tutt'ora si sta sciogliendo a causa dei cambiamenti climatici, effetto del riscaldamento globale. Il ghiacciaio attualmente si è notevolmente ridotto rispetto a quando si svolse la 1^guerra mondiale. Il suo ritiro, ci ha permesso di poter ritrovare reperti risalenti al grande conflitto.

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CAPITOLO 1 - GUERRA BIANCA 1. Il concetto di Guerra Bianca La Guerra Bianca (in tedesco "guerra in montagna") combattuta tra il 1915 e il 1918 è l'insieme degli eventi militari avvenuti nei settori alpini, precisamente sul ghiacciaio dell'Adamello, le Dolomiti e i gruppi dell'Ortles, durante la 1^guerra mondiale, tra lo schieramento italiano e quello austro-ungarico. Questo fronte fu caratterizzato da combattimenti svolti in scenari di media ed alta quota, lungo il confine della regione del Tirolo, l'attuale limite della provincia di Trento. I combattimenti si sono svolti ad una altezza media di 2000 metri ad una massima di 3905 metri. Questo fronte, rese la battaglia ancora più difficile, a causa del clima nevoso e freddo di quell'altezza, anche il trasporto dell'artiglieria fino alle vette si dimostrò un duro e faticoso lavoro per i soldati, forse una delle imprese più difficoltose della guerra. La montagna, da una parte offriva ripari naturali, mentre dall'altra metteva a dura prova la resistenza dei soldati. Essi, oltre a scontrarsi contro il nemico, dovettero lottare anche contro gli elementi naturali che caratterizzavano quell'ambiente inospitale, come le valanghe e soprattutto contro il freddo e le temperature rigide che potevano raggiungere i 40° sotto zero. A volte il freddo causava più morti che il conflitto con il nemico. Tutti i loro "moderni" mezzi di lotta, come la preponderanza di truppe, fallirono contro la natura delle montagne che erano per chiunque inaccessibili. I tentativi di assalto frontale vennero abbandonati per iniziare una guerra sotterranea, in cui entrambi gli eserciti si misero all'opera per creare gallerie sotterranee con lo scopo di far saltare le postazioni nemiche. Dopo tanto sforzo per portare fino alle vette l'artiglieria senza un sentiero da seguire e il peso sulle spalle, si creò una fitta rete di sentieri che permisero ai soldati di raggiungere le vette più facilmente, inoltre si iniziarono ad usare le teleferiche, per il trasporto del cibo e di armi, questo però richiese molto lavoro e molto sforzo da parte dei soldati.

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2. La struttura delle trincee

La struttura interna di una trincea

Le trincee erano delle buche profonde scavate nel terreno, per una lunghezza di circa cinque metri e per la larghezza di un metro. Vi si penetrava tramite una scala a pioli, e quando s'era dentro, ci si trovava nell'oscuritĂ piĂš completa. Le trincee si svilupparono per migliaia di chilometri, e divennero sempre piĂš profonde e fortificate. Le trincee venivano quasi sempre scavate seguendo una linea a zig zag che divideva la trincea in vari settori a loro volta uniti da trincee trasversali di collegamento. Non esistevano tratti rettilinei di lunghezza maggiore di 10 metri. In questo modo, in caso il nemico avesse conquistato una parte della trincea, questo non avrebbe avuto modo di colpire direttamente la trincea. Inoltre serviva per ridurre gli effetti dei proiettili d'artiglieria che colpivano direttamente la trincea. Le due linee nemiche erano separate dalla " terra di nessuno", un vero e proprio ammasso di cadaveri e feriti dove nemmeno le squadre di soccorso potevano accedere. -6SCUOLA SACRA FAMIGLIA A.S. 2019-2020 MATILDE FERRARI classe 3B


Composizione della trincea

Le trincee erano cosĂŹ formate: 1. Il lato della trincea rivolto verso il nemico, era chiamato parapetto, la sua utilitĂ immediata ne imponeva la realizzazione, il parapetto veniva rinforzato con la terra dello scavo ed era dotato di feritoie che impedivano al nemico di infilare delle bombe a mano. 2. L'appoggia gomito: era la posizione del fuciliere che doveva consentire le migliori condizioni di tiro possibile e per potersi appoggiare comodamente e saldamente, era una condizione essenziale. 3. Vano portamunizioni: era scavato sotto la feritoia e veniva costantemente rifornito dal portamunizioni durante il combattimento. 4. Gradino dei tiratori: formava la postazione di tiro in piedi, consentendo a chi camminava nel corridoio centrale di essere piĂš in basso rispetto alla linea di tiro. Veniva anche utilizzato per sedersi nei momenti di riposo. 5. Scolo dell'acqua: serviva per tenere all'asciutto la trincea senza allagarla. -7SCUOLA SACRA FAMIGLIA A.S. 2019-2020 MATILDE FERRARI classe 3B


6. Rifugi temporanei: erano delle piccole tane scavate nella parete della trincea, dove i soldati potevano trovare un rifugio per dormire riparati di bombardamenti. 7. Paratie: le pareti della trincea venivano rinforzate con assi di legno e a volte con sacchetti di sabbia, se la larghezza della trincea lo consentiva, per limitare il pericolo che la trincea stessa collassasse per colpa dei bombardamenti. 8. Passerella o corridoio: camminamento centrale, ricoperto da assi lungo il quale i soldati potevano percorrere la trincea. Era pavimentata in legno. 9. Paradosso: proteggeva dai colpi che potevano arrivare dalle loro spalle. Nelle trincee piĂš evolute era trasformato in una vera e propria linea di difesa a ridosso della trincea stessa. Quando la trincea veniva conquistata la prima operazione era quella di trasformare il paradosso in un parapetto, per proteggersi con efficacia dagli attacchi.

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3. Le condizioni di vita in trincea 3.1. La giornata in trincea La vita dei soldati in trincea luogo triste e squallido era molto dura e le giornate erano spesso monotone. Durante il giorno durante le pause di vita quotidiana, che poteva essere interrotta in qualunque momento, i soldati lavoravano al trasporto dei materiali che la trincea divorava ogni giorno: munizioni, rotoli di filo spinato da svolgere, sacchi di terra, cemento. Dormire era un'azione ardua e difficoltosa. I riposi erano molto brevi e intervallati di frequente dai rumori della battaglia rendendo il sonno quasi impossibile Di notte inoltre bisognava restare all'erta perchĂŠ i soldati uscivano di pattuglia e il nemico poteva tentare un assalto. Durante giorno invece i soldati si trovavano spesso senza occupazione, intrattenendo il tempo con il gioco delle carte. I soldati, per sopportare il logorio mentale e la stanchezza a cui erano sottoposti, avevano come unici conforti l'alcol, le lettere con la famiglia e le saltuarie licenze. La distribuzione dei viveri, costituiva l'unico avvenimento della giornata.

I soldati durante una piccola pausa

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3.2 I pasti in trincea I pasti che venivano serviti ai soldati si cucinavano nelle retrovie e venivano trasportati durante la notte. Per portare a destinazione gli alimenti, si usavano le casse di cottura, casse di legno foderate di materiale coibente, che permetteva di mantenere la temperatura interna fino a 60°. Essa conteneva la marmitta, un recipiente di cucina, più ampio di una grossa pentola che veniva impiegato per la preparazione del pasto e fornelli bollenti. La cottura proseguiva durante il trasporto e tali cucine permettevano la confezione del rancio e del loro trasporto. Queste cucine funzionavano a legna, ed erano scomponibili. Per trasportarle si usavano spesso i muli o tramite addetti che le caricavano sulle spalle. Oltre agli addetti, anche le donne furono d'aiuto per il trasporto, non solo di cibo ma anche di munizioni e armi. Spesso il rancio arrivava in ritardo a distanza di giorni, deprimendo il fisico e lo spirito dei soldati che ricevevano un cibo ghiacciato e poco nutriente per continuare a combattere, sopportando così i morsi della fame. L'acqua potabile era un bene prezioso e spesso era scarsa e inquinata. Il vino, era previsto nella dose giornaliera di un quarto di litro, ma il suo consumo fu molto superiore. Infatti buona parte della paga dei soldati, era usata per l'acquisto di altro vino. Ai soldati che si trovavano in prima linea veniva assegnata una gavetta più grande, un contenitore di metallo per il trasporto e consumo del pranzo al sacco. Infatti prima degli assalti la quantità del rancio era più consistente: ai soldati si offrivano gallette, scatole di carne, cioccolato, frutta candita e soprattutto liquori.

La distribuzione del rancio

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4. Le malattie Nel corso della Guerra Bianca, i più spietati nemici dei soldati italiani, i nemici che provocarono più vittime, non furono gli austro-ungarici ma il gelo, le tormente di neve, la mancanza di tutto, a partire dal cibo e da scarpe idonee ad affrontare i 40° sotto zero. Il sistema medico-sanitario, che pure agiva al massimo delle proprie possibilità si trovava a dover gestire con pochissime risorse, cura e ricovero di migliaia di uomini che avevano malattie o ferite da colpi di artiglieria. Questa guerra si svolgeva ad un'altitudine che complicava qualsiasi tipo di operazione, che rendevano inadeguate le soluzioni che in piano, potevano funzionare. Tra le malattie più diffuse vi era: • il mal di montagna, caratterizzato da nausea, mal di testa, carenza di aria colpi di calore, congiuntivite. • febbre da stanchezza e febbre da trincea, associate all'aumento del battito cardiaco e respiro affannoso. • stress da combattimento, caratterizzato da insonnia, depressione e malattie gastrointestinali. • mal di caverna, descritto come un disagio psichico opprimente. • ipertensione e alterazioni cardiache, legate anche all'abuso di alcol e caffè. • shock da bombardamento, che provocava tremore, estraneazione alla realtà, paralisi, incubi e a volte smettevano di parlare. • i pidocchi e le pulci erano molto diffusi nelle trincee per la mancanza di igiene e pulizia e potevano causare malattie mortali.

Shock da bombardamento - 11 SCUOLA SACRA FAMIGLIA A.S. 2019-2020 MATILDE FERRARI classe 3B


5. Lettere dei soldati La 1^guerra mondiale portò a una enorme mobilitazione di uomini, come mai si era vista nella storia e la massiccia partecipazione di uomini lasciò una grande quantità di testimonianze e di documenti scritti. Lettere, diari, memorie autobiografiche divennero un importante giacimento di storie di vita da cui attingere per ricostruire gli aspetti culturali e mentali dei soldati legati al processo di accettazione, rifiuto e difesa indotti dalla guerra, ai traumi causati dalle condizioni di vita precarie e dalle atrocità compiute e viste durante i combattimenti. La guerra suscitò nelle truppe ai fronti e nei civili a casa un forte desiderio di scrittura che raggiunse tutti i combattenti di ogni paese belligerante, qualsiasi fosse il loro livello culturale. Nel dopoguerra è stato infatti calcolato l'invio di milioni di lettere da e per il fronte. Riporto di seguito la lettera di un soldato alla madre, che fa comprendere molto bene il suo stato d'animo.

Lettera di un soldato al fronte

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"Carissima madre, come state? Qui la situazione è terribile, non si può vivere e ogni giorno le bombe sono boati che sgretolano un’intera parte del mondo. La guerra è spietata sotto ogni aspetto: molti miei compagni rimpiangono giorno e notte di essersi allontanati dalle proprie famiglie per abbandonarsi alla presunta morte. Io però non mi arrendo, spero ancora di farcela e di uscire vivo da questo inferno. Voi non potete nemmeno immaginare quanto io soffra ogni ora per quello che vedo e sento. Ogni mattina mi alzo prestissimo al suono delle fucilate, tra i defunti della trincea e le persone morenti che esalano gli ultimi respiri pregando il buon Dio nell’attesa di trovare la pace. Quando arriva il mio turno provo un dolore e una tristezza infinita, quasi come un fuoco che brucia ogni speranza. Quasi per miracolo, riesco a resistere per qualche tempo. Questi casi sono i più disperati: devi uccidere senza guardare in faccia alcuno, non importa chi ti troverai davanti perché dovrai ugualmente sparare, e farlo quasi con fierezza o passione; dovrai continuare, senza poterti opporre agli ordini, anche se avrai la polvere negli occhi e le lacrime nel cuore. E in quei momenti sai che stai commettendo del male, ma non puoi fermarti, anche se sei consapevole che chi sta al di là di quel confine è giovane come te e non è colpa sua se indossa una divisa di un altro colore o alza una bandiera diversa dalla tua. C’è invece chi muore di fame e di stenti, anche perché il cibo è scarso e quel poco che possiamo mettere sotto i denti è rancido. I più deboli muoiono per colpa del freddo che ci tormenta dalla sera al mattino. Le coperte, infatti, sono poche e chi riesce a procurarsele è così avido da non volerle condividere con nessuno. Alla fine di una settimana abbiamo conquistato o perso solo pochi metri, che ai miei occhi sembrano solo allagati dal caldo sangue innocente di chi ha lottato fino alla fine. Sono stufo, mia carissima e preziosissima madre, di tutto quello che sta succedendo; qui si sta verificando l’impossibile: morti a destra, morti a sinistra, morti dietro ai miei lenti passi scoraggiati. Ognuno di noi sa che non può in alcun modo tornare indietro e recuperare ciò che è ormai perduto per sempre: la vita di un amico, di un fratello lontano che ora non può più abbracciare. - 13 SCUOLA SACRA FAMIGLIA A.S. 2019-2020 MATILDE FERRARI classe 3B


Basta, basta, basta! Non ne posso più, ho il cuore freddo come una pietra e le lacrime calde che parlano da sole: ho ucciso. Non credevo che sarei mai stato capace di spezzare la vita di un uomo così velocemente, senza permettere di dare ad entrambi un senso all’orrore della guerra. Chi non prova a vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo e detta solo leggi dalla propria scrivania, dicendo di combattere sempre e comunque, non sa che cosa noi abbiamo visto, udito, provato, e non potrà mai, dico mai, rendersene conto. Solamente ora, ahimè, capisco che a noi qui non è rimasto più niente, solo i boati nelle orecchie, il freddo sulle gambe, il respiro dell’ingiustizia nella mente e il peso di vite umane che grava sul cuore, e guardando come incantato il mondo intorno a me, per la prima volta nella mia vita, ho paura. Un saluto e un abbraccio." La solidarietà permise ai soldati di trovare la forza per continuare a combattere. Essi sapevano che erano tutti sulla stessa barca, nessuno escluso, si creò spesso tra i soldati uno spirito di unione, che li rese come una grande famiglia.

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CAPITOLO 2: DALL'EFFETTO RISCALDAMENTO GLOBALE

SERRA

AL

1.1 Effetto serra e riscaldamento globale L’effetto serra è un fenomeno atmosferico-climatico del tutto normale, che permette alla Terra di raggiungere un livello di riscaldamento ottimale. Questo fenomeno è dovuto alla presenza nell’aria dei cosiddetti gas serra (tra i quali troviamo ad esempio l’anidride carbonica, il metano, l’ozono ed il vapore acqueo). Sono questi infatti che permettono ai raggi solari di attraversare l’atmosfera e di riscaldare quindi la Terra, che altrimenti avrebbe una temperatura eccessivamente bassa. In pratica, se non ci fossero i gas serra il calore dei raggi solari rimarrebbe bloccato dall’atmosfera e non potrebbe arrivare sulla Terra, non permettendo la sopravvivenza delle varie specie compresa quella umana. Questo processo è sempre avvenuto naturalmente e fa sì che la temperatura della Terra, sia di circa 33°C più calda di quanto lo sarebbe senza la presenza di questi gas. Si chiama “Effetto serra” perché sulla terra si verifica un aumento della temperatura proprio come avviene in una serra. Grazie all’effetto serra quindi, la temperatura della Terra si è mantenuta fino ad oggi a livelli ottimali per la sopravvivenza delle varie specie, compresa quella umana, offrendo un clima vivibile e permettendo lo sviluppo di un ecosistema eterogeneo. L’effetto serra negli ultimi decenni si è intensificato notevolmente poiché sono aumentate in modo esponenziale le emissioni di gas serra nell’atmosfera. Le principali cause sono da rintracciare nello sviluppo industriale e nella deforestazione che hanno determinato un incremento nell’aria di alcuni gas come ad esempio il metano e anidride carbonica. Prima della rivoluzione industriale infatti, l'uomo rilasciava ben pochi gas in atmosfera, ma ora la crescita della popolazione e l'utilizzo dei combustibili fossili hanno contribuiscono molto al cambiamento nella composizione atmosferica. Secondo i dati del WMO (Organizzazione metereologica mondiale) la temperatura media del 2016 è stata di 1,1° in più sempre rispetto all’epoca precedente alla rivoluzione industriale (1880); siamo vicini a quei +2° che gli scienziati definiscono il punto di non ritorno, oltre i quali dobbiamo aspettarci risvolti catastrofici.

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Il tragitto percorso dai soldati quando il ghiacciaio era ancora intatto

Per riscaldamento globale (talvolta detto riscaldamento climatico o surriscaldamento climatico) s'intende un fenomeno di incremento delle temperature medie della superficie della Terra non riconducibile a cause naturali e riscontrato a partire dall'inizio fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo e tuttora in corso. Gli scienziati hanno osservato La distribuzione del riscaldamento climatico che non è uniforme su tutto il globo, ma presenta un picco massimo nell'emisfero settentrionale a partire dalle medie e alte latitudini fino al polo nord, piÚ accentuato sulla terraferma che sui mari e oceani (es. territorio siberiano e canadese) e un livello minore nell'emisfero sud, circondato dagli oceani, con la zona del polo sud con un'opposta tendenza al raffreddamento. L'innalzamento delle temperature della Terra, porta allo scioglimento dei ghiacciai, che provoca un innalzamento del livello degli oceani, il livello dell'acqua sale coprendo buona parte delle aree continentali, che tra alcuni anni, potrebbero venire completamente sommerse. Lo stravolgimento del clima, cambierebbe l'equilibrio delle condizioni meteo. Lo squilibrio della catena alimentare, gli habitat di molte specie marine e terrestri cambia e non si mantiene il ciclo naturale. Anche lo scioglimento dei ghiacciai in particolare quelli alpini, potrà avere conseguenze negative sul flusso dei fiumi europei e italiani, influenzando il traffico fluviale in Europa e in Italia.

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1.2 Cause del riscaldamento globale Il riscaldamento globale è dovuto secondo la comunità scientifica all’attività dell’uomo che introduce enormi quantità di gas serra a quelli già naturalmente presenti all’interno dell’atmosfera, incrementando l’effetto serra naturale e determinando così il fenomeno del surriscaldamento globale che provoca conseguenze drammatiche sull’ecosistema. L’uomo esercita un’influenza crescente sul clima e sulla variazione della temperatura terrestre in particolare attraverso alcune attività quali l’uso dei combustibili fossili e quindi l’aumento dei livelli di inquinamento, la deforestazione e l’allevamento del bestiame, l’emissione di gas tossici. Il livello di inquinamento sempre più elevato, la riduzione delle foreste, l’emissione di gas tossici e residui di combustione aumentano a dismisura l’effetto serra e il surriscaldamento globale provocando conseguenze drammatiche sul delicato e perfetto equilibrio dell’ecosistema. Non è dato di conoscere esattamente tutti i danni che si verificheranno nel lungo termine, ma le probabili variazioni climatiche rendono necessario un costante controllo dell’incremento di temperatura terrestre.

1.3 Conseguenze del riscaldamento globale I cambiamenti climatici interessano in modi e forme diverse a tutte le regioni del mondo. I Paesi più colpiti dal surriscaldamento globale sono principalmente quelli in via di sviluppo. Questo perché, generalmente, le popolazioni dipendono fortemente dal loro habitat naturale e dispongono di poche risorse per far fronte ai cambiamenti climatici. I primi effetti del riscaldamento globale hanno già iniziato a farsi sentire.

lo scioglimento del ghiaccio - 17 SCUOLA SACRA FAMIGLIA A.S. 2019-2020 MATILDE FERRARI classe 3B


Elenco qui di seguito le principali conseguenze che potrebbero verificarsi se non invertiamo la rotta al più presto. • lo scioglimento delle calotte polari e dei ghiacci perenni e l’aumento del livello dei mari: l’aumento delle temperature si fa sentire ancora di più ai poli, dove i ghiacci e le banchise si stanno sciogliendo, con conseguenze sul livello degli oceani. A causa dell’innalzamento del livello del mare molte zone costiere sono soggette a erosione, inondazione e salinizzazione delle falde acquifere. Inoltre tali fenomeni mettono a rischio settori economici quali la pesca, l’agricoltura e il turismo. • Lo scioglimento dei ghiacci mette in pericolo di estinzione gli orsi polari (si stima che ne spariranno i due terzi entro il 2050) e i pinguini (dalle 32.000 coppie riproduttive presenti 30 anni fa, siamo passati alle 11.000 attuali). In particolare lo scioglimento dei ghiacciai alpini, può avere conseguenze negative sul flusso dei fiumi europei e italiani, influenzandone il traffico fluviale in Europa e in Italia perché, se un ghiacciaio non è più in grado di alimentare un fiume, non c'è alcun modo di recuperarne le funzioni. • l’aumento in frequenza ed in intensità dei fenomeni meteorologici estremi come tempeste, alluvioni e uragani rappresenta spesso una causa di morte e arrecano danni economici ingenti. • la variazione della distribuzione annuale delle precipitazioni piovose e nevose con conseguente aumento del rischio idrogeologico e di inondazioni: se le attuali tendenze dovessero perdurare assisteremmo a una maggiore disponibilità di acqua nelle zone dove le risorse idriche sono già abbondanti ad esempio nell’emisfero Nord, e ad una minore disponibilità di acqua nelle aree già affette dalla scarsità di risorse idriche ad esempio in Africa e Asia. • l’aumento della siccità e l’aumento del rischio di incendi: Una delle conseguenze più sottovalutate è la minor disponibilità di acqua dolce, strettamente collegata alla riduzione delle piogge. Sommata all’evaporazione per le alte temperature e i continui prelievi dai bacini idrici, ha fatto sì che negli anni tra il 1948 e il 2004 si sia verificato un calo in almeno un terzo dei fiumi più importanti del mondo. • l’aumento delle ondate di calore e di freddo con conseguenze sanitarie per la popolazione: I cambiamenti climatici stanno già avendo un forte impatto sulla salute. Infatti, in alcune regioni del mondo si è già registrato un - 18 SCUOLA SACRA FAMIGLIA A.S. 2019-2020 MATILDE FERRARI classe 3B


aumento del numero di decessi dovuti al calore, mentre in altre si assiste ad un aumento delle morti causate dal freddo. Ad esempio, l’ondata di calore del 2003 in Europa ha causato 70.000 decessi (fonte: Organizzazione Mondiale della Sanità). • la variazione nella distribuzione degli habitat animali e l’estinzione di alcune specie animali e vegetali: Le specie animali e le piante sono costrette a spostarsi, con delle vere e proprie migrazioni, in cerca di climi adeguati; • variazione della produttività agricola e della qualità/capacità nutrizionale: Ad essere particolarmente colpiti, ovviamente, sono i settori economici che dipendono fortemente dalle variazioni climatiche: come l’agricoltura, la silvicoltura, l’energia. La variazione delle precipitazioni porta a un deterioramento della qualità del suolo, effetto che a sua volta si ripercuote sulla produttività nel settore agricolo comportando una ridotta disponibilità di cibo nei Paesi già a rischio denutrizione.

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2. The retreat of the Adamello glacier The Adamello Brenta Nature Park, now includes the largest glacial surface of Trentino, counting 65 glaciers on its territory. Compared to forty years ago, several glacial tongues have disappeared and the surface of the glaciers has decreased by about a third. Despite the retreat, the glaciers still show a great grandeur as they did long ago, especially the Mandrone glacier, which is the largest glacier in the Italian Alps. The phase of glacier retreat, resulting in climate improvement, began 15,000 years ago and continued until 6000 BC. This, period is called the "late glacial period", was interrupted by various moments of climate tightening that led to the expansion of glaciers. The "late glacial" followed a very mild period called "postglacial", which lasted until 2500 BC. Between 1550 and 1850, in the so-called "small glacial age", the glaciers crossed a new phase of decided expansion. Then began the regression, however irregular, that is still going on and that led to a sharp retreat of the glacial tongues.

la catena montuosa del ghiacciaio Adamello

The Adamello glacier continues to show signs of suffering, due to the rise of the temperature of the Earth; many years ago on the glacier you walked on tens of meters of snow, but today in some stretches you walk on the rocks. - 20 SCUOLA SACRA FAMIGLIA A.S. 2019-2020 MATILDE FERRARI classe 3B


In the last 15 years the Adamello has lost as much as 24 meters of ice thickness, which is equivalent to 1440 millimeters of water lost every year. The retreat of the glacier could also lead to a water crisis. In fact, the water coming from the glacier is used for the production of electricity, if this continues to decrease would be a serious problem as it would be difficult to produce electricity. In addition, water from melting glaciers would cover many inhabited areas.

L'aspetto del ghiacciaio nel 1900 e nel 2010.

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CONCLUSIONE: Il lavoro di approfondimento sulla prima guerra mondiale e sugli effetti del riscaldamento globale mi ha portato a fare alcune considerazioni. fu denominata per l’appunto Grande guerra non solo per l’estensione dei fronti e per numero di stati coinvolti ma soprattutto perché mai prima d’ora c’erano stati così tanti soldati impegnati, tante armi in dotazione agli eserciti, tante industrie impegnate a sostenere lo sforzo bellico. i giovani ragazzi impegnati in prima persona sul fronte mai avrebbero immaginato di affrontare l’esperienza così devastante della guerra vivendo quasi quotidianamente il dramma della morte in solitudine e lontananza dai propri affetti. Le testimonianze scritte dai soldati fanno capire quanto fosse importante per loro mantenere un legame con la famiglia. Leggendo il libro “La tregua di Natale” ho capito che i soldati anche se appartenenti a diversi schieramenti si sentivano tutti uguali. Nello specifico in questo libro si racconta un evento memorabile e cioè che alla vigilia di Natale del 1914 i soldati abbassarono i fucili, attraversarono disarmati la "terra di nessuno" e si strinsero le mani in segno di pace. Uomini che erano stati addestrati ad uccidere si resero conto di quanto l’indottrinamento dalla guerra li obbligasse a considerare l’altro come nemico. In realtà questi soldati erano diversi solo perché appartenenti a schieramenti diversi. Leggere queste lettere a distanza di oltre 100 anni mi suggerisce questa domanda: è davvero impossibile costruire un mondo pacifico e solidale? Anche il cambiamento climatico è un problema che interessa tutta l’umanità indistintamente ma da quello che si può osservare è che molte nazioni nonostante gli accordi sul clima siano incuranti di quello che accade. Invece dobbiamo avere tutti una maggiore consapevolezza che il cambiamento climatico e i suoi effetti non sono un’entità astratta ma qualcosa che ci riguarda da molto vicino e direttamente connessa alle nostre azioni.

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SITOGRAFIA E BIBLIOGRAFIA • • • • • • • • • • • • •

avvenire.it campus.hubscuola.it ilmessaggero.it istitutocalvino.edu.it Itinerarigrandeguerra.it La tregua di Natale (a cura di Alberto Del Bono) letsdoititaly.org liceodavinci.edu.it montagna.tv pnab.it scuola.net Slideshare.it Wikipedia

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