Cuore biancorosso n° 0

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biancorosso C

ssmaceratese.it

uore

N° 0 Luglio 2015

il ritiro della squadra a genga

cristian bucchi

cosĂŹ nasce la mia maceratese giulio spadoni Se sei credibile ottieni quello che vuoi

Il ristorante I Gelsi vi aspetta per l’estate 2015 per cenare nel suo giardino sotto le stelle. Presentando questo giornale riceverai il 5% di sconto.



editoriale

D

di

Alessandro Savi

Una malattia che non va più via

opo tante palpitazioni, il grande Cuore Biancorosso torna a battere tra i professionisti. L’ultima volta fu nella stagione 2000/01 e la dolorosissima retrocessione nei dilettanti si consumò a Faenza con un 4-0 aprendo una fase drammatica della storia della Maceratese che perdurò per circa un decennio e culminò con l’onta della retrocessione in Promozione, fortunatamente evitata grazie al ripescaggio in Eccellenza. Da quel giorno iniziava la vera gestione della dottoressa Maria Francesca Tardella che cancellò la Fulgor e riassunse la storica denominazione di Società Sportiva Maceratese. Con Mariella al timone, la squadra ha vinto un campionato di Eccellenza, ha raggiunto due volte i play-off di serie D e, storia di ieri, è riapprodata in serie C vincendo un campionato senza perdere una sola partita. A noi, meno giovani, piace chiamarla così: serie C e non Lega Pro. La serie C unica, infatti, è esistita per più di quarant’anni (dal 1935 al 1978) e la Rata ha recitato un ruolo da protagonista (tra le prime trenta società in Italia per numero di partecipazioni al torneo). Poi ci siamo abituati a distinguere una serie C di alto livello (la C1) da una di livello più basso (la C2) riunificate soltanto lo scorso anno mediante l’accorpamento tra Prima e Seconda Divisione della Lega Pro. L’ultima conquista della serie C risale al campionato 1969/70 poi confermata brillantemente l’anno successivo quando l’undici di Giammarinaro si classificò all’ottavo posto battendo, tra le altre, anche il Genoa di Turone, Perotti e Simoni. Quella Maceratese riuscì a mantenere la categoria per un’altra stagione poi, nel 1972/73, retrocesse in serie D insieme a Viterbese e Anconitana. Sono trascorsi esattamente 42 anni dall’ultima apparizione dei biancorossi nella serie C di una volta. Dolci ricordi, certamente, ma anche tante amarezze che nel mondo del calcio, si sa, fanno parte del gioco. Cuore Biancorosso nasce anche per questo: per ricordare i momenti gloriosi ma anche quelli meno belli perché siamo convinti che il futuro non possa prescindere dalla storia e dalla memoria. Nasce per accompagnare la città in questa nuova avventura perché nella stagione che verrà ci saranno storie importanti da raccontare: le nostre avversarie, tanto per citarne qualcuna, saranno Ascoli, Ancona, Lucchese, Pisa, Pistoiese, Reggiana, Siena, Spal, compagini che hanno fatto parte dell’Olimpo del calcio italiano. Cuore Biancorosso sarà, dunque, il vostro compagno di questo viaggio, anzi di questi viaggi. Sarà con voi ogni quindici giorni, distribuito gratuitamente nelle edicole e allo stadio, prima della partita. Sarà la voce ufficiale della società ma, al tempo stesso, un house-organ pronto ad ospitare il contributo di tutti gli sportivi, soprattutto quelli affetti da “Una malattia che non va più via, che vorrebbero andar via di qua ma non resistono lontano da te.”

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biancorosso

Nuova, solida e determinata.

Così nasce la mia Maceratese A

l mister sono bastati pochi giorni nel ri­ tiro di Genga per capire che ha a disposi­ zione un gruppo che, pur essendo quasi del tutto rinnovato rispetto allo scorso anno, possiede quelle caratteristiche di solidità che lo stesso Buc­ chi cercava. In occasione della conferenza stampa di presenta­ zione dello staff tecnico e dei programmi della so­ cietà tenutasi lo scorso 4 luglio, il nuovo allenatore della Rata Cristian Bucchi, insieme al “secondo” Mirko Savini ed al preparatore Carlo Pescosoli­ do, aveva insistito sulla necessità di dar vita ad una squadra motivata, costruita attorno a “uomini” pri­ ma ancora che calciatori.

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primo piano

“Ringrazio il DS Spadoni e la dottoressa Tardella – sono le sue prime parole – che stanno costruendo un’ottima squadra, fatta di uomini che si sono messi in discus­ sione non sulle questioni economiche ma sulla voglia di riscatto, di sfondare nel calcio che conta. Ho chiesto motivazioni prima di tutto ed ho già capito di avere a disposizione giocatori che hanno davvero fame.” Buc­ chi ha annunciato di voler puntare sul 4-4-2: “L’idea di base è quella. Cercheremo di insistere su questo modu­ lo ma dedicheremo la preparazione anche alla cura di soluzioni diverse. Ho giocatori piuttosto flessibili e vo­ glio avere più alternative a seconda delle caratteristiche dell’avversario che ci troveremo di fronte”. Dai giocatori più esperti come Faisca, D’Anna e Carotti ai ragazzi più giovani provenienti anche da club impor­ tanti, il mister si aspetta un gruppo equilibrato: “L’espe­ rienza è fondamentale soprattutto per chi, come noi, ha fatto un vero e proprio doppio salto nel mondo del pro­

fessionismo. C’è bisogno anche della freschezza, dell’en­ tusiasmo e della voglia di emergere dei ragazzi che, lo ga­ rantisco fin d’ora, avranno gli spazi che meritano. A loro chiedo voglia di imparare e di crescere. Ai più esperti chiedo grande professionalità ed esempio.” Bucchi ha espresso piena soddisfazione anche nei con­ fronti dell’ambiente che li ospita: “Ci hanno accolto con grande affetto e grande disponibilità: dal campo di al­ lenamento all’albergo, ci hanno messo nelle migliori condizioni possibili. Abbiamo veramente tutto ciò che ci serve per far bene”. Questo entusiasmo, queste motivazioni, questo clima positivo l’abbiamo toccato con mano fin dal primo giorno di allenamento. La sensazione è quella di tro­ varsi di fronte ad un progetto importante in cui tutti dovranno essere protagonisti: tecnici, giocatori, società ma anche i tifosi e la città intera che finalmente ritorna tra i professionisti.

Una squadra fatta di uomini che si sono messi in discussione non sulle questioni economiche, ma sulla voglia di riscatto e di sfondare nel calcio che conta

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biancorosso

gli invincibili

l’Amor che move il sole e l’altre stelle ultimo verso del Paradiso di Dante esprime il vero senso dell’intera opera di Dio, dell’universo, dell’amore come meccanismo del mondo e della vita. Non era la mezzanotte del 15 aprile del 1300 ma, più banalmente, circa le quattro del pomeriggio del 3 maggio 2015. Non eravamo nell’Empireo ma allo stadio Helvia Recina che, al momento del gol di Daniel Kouko, si era trasformato nella sede di tutti i beati del Paradiso biancorosso. Cosa ci faceva Dante allo stadio quel giorno? Semplicemente campeggiava in uno striscione esposto nella curva dei tifosi biancorossi, uno striscione di rara bellezza e di altissimo valore simbolico. Quel gol, infatti, ci riportava in Paradiso dopo decenni di inferno e purgatorio. Un Paradiso conquistato grazie all’amore di una squadra, di una città, di una tifoseria, di una società capaci di muovere il sole e tutte le altre stelle per abbandonare il dilettantismo e (ri)approdare finalmente nel calcio che conta, nella Lega Pro, in quella vecchia serie C che mancava a Macerata da 42 anni. Bellissimo vedere i ragazzi precipitarsi, al fischio finale, a togliere le casacche biancorosse per indossare le magliette con la scritta “Invincibili”, meraviglioso quel bagno di folla, quelle urla liberatorie di migliaia di tifosi maceratesi che invadevano il campo, che finalmente potevano calcare la stessa erba, sentirne il profumo, abbracciarsi l’uno con l’altro dopo mesi di sofferenza. Già, la sofferenza. Quel dolore sottile o intenso che necessariamente accompagna ogni passione. Le farfalle nello stomaco ma anche il dolore alle reni e alla schiena dopo ogni partita vissuta sugli spalti. Una stanchezza realmente “fisica”, un “dare l’anima” tutti insieme, sia dentro che fuori dal campo di gioco. Lacrime, sì, ma stavolta di felicità. Le stesse lacrime versate dalla presidente Maria Francesca Tardella in quei fatidici minuti di recupero a Matelica quando Villanova trasformava l’incubo dell’ennesimo rigore sbagliato in un’estasi collettiva. Nessuno riuscirà mai a dimenticare quella che passerà alla storia come la “Stagione degli Invincibili”. Probabilmente, il mantra “Gabban, Santini, Marini…” sarà affiancato, nella memoria collettiva, da “Saitta, Cordova, D’Alessio…”, un mantra che reciteremo ai nostri figli e nipoti con l’orgoglio di chi potrà dire “io c’ero”.

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batticuore

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l’intervista

Se sei credibile ottieni quello che vuoi Giulio Spadoni: “Tutti sanno che la Maceratese onora sempre gli impegni che assume” di Alessandro Savi

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l Protagonista assoluto di que­ sta estate è sicuramente Giulio Spadoni, direttore sportivo della Rata. Principalmente a lui va ascritta la costruzione della squadra che sta prendendo forma in questi giorni. Lo abbiamo incontrato a Sassoferrato, in occasione della prima amichevole vin­ ta per 6 a 1 dai biancorossi contro la formazione locale che milita in prima categoria.

luglio, infatti, quelli che un mese fa erano obiettivi irraggiungibili oggi stanno scendendo a più miti consigli e sono maggiormen­ te alla portata. C’è comunque grande soddisfazione per aver portato in ritiro una base già solida, un gruppo di giocato­ ri tale da consentire allo staff tecnico un lavoro di prepa­ razione importante.”

Direttore, soddisfatto della campagna acquisti condotta fino a questo momento? “Direi di sì. Anche se il mercato non è semplice, siamo riusciti a centrare tutti gli obiettivi prioritari che aveva­ mo. Anche l’allenatore era tra questi, ed è stata la prima scelta. Si tratta di una squadra totalmente rinnovata e me ne attribuisco in pieno la paterni­ tà perché, se da un lato dobbiamo dire grazie ai giocatori e al tecnico dello scorso anno per tutto ciò che hanno fatto, dall’altro lato il “doppio” salto in Lega Pro ci imponeva di costruire una squadra con giocatori di categoria, con un curriculum importante.”

La Maceratese è una società piccola che non può permettersi budget stratosferici ma, al contrario, deve muoversi sempre in maniera oculata e con grande attenzione ai bilanci. Eppure nella rosa che stai costruendo ci sono giocatori che hanno militato in categorie addirittura superiori. Come sei riuscito a convincerli? “Intanto li debbo ringraziare perché hanno abbracciato il nostro progetto rinunciando a prospettive economica­ mente più vantaggiose. In realtà il vero merito è del recente passato della Ma­ ceratese perché la società gode di una credibilità molto elevata addirittura a livello nazionale. Il merito è decisamente della nostra presidente perché ha dato sempre una dimensione di correttezza e di serietà alla società; nel calcio le voci girano velocemente e tutti sanno che la Maceratese onora sempre gli impegni che assume. Tutto ciò mi ha

Manca ancora qualcosa però… “Sì, c’è ovviamente ancora spazio so­ prattutto in difesa dove manca alme­ no un centrale. Tuttavia ci eravamo ripromessi, con la società e con il mi­ ster, di non avere fretta. Arrivati a fine

indubbiamente agevolato nelle trattati­ ve con alcuni giocatori perché di questi tempi, credimi, non è cosa da poco con­ to per un professionista essere tesserato da una società come la nostra.” Tutte le squadre sono già in ritiro con un’ossatura ben definita. Ti sei fatto un’idea sul campionato che ci aspetta? “Sicuramente difficile, soprattutto se dovesse diminuire il numero del­ le squadre partecipanti. Noi abbiamo un obiettivo che è quello di mantenere questa categoria conquistata con tanta fatica e dopo tantissimi anni. Ancora non è stata disegnata la geografia dei gironi ma è probabile che dovremmo confrontarci con squadre fortissime come Spal, Ascoli, Reggiana e altre che hanno budget diversi rispetto al nostro però questo non ci spaventa, lotteremo con tutti cercando di essere alla pari.” 9


biancorosso

n u a l o v a a m M r o f a c e e d ratese n e r P

Marco Massei

01.09.93 difensore dall’Ascoli

Cristian Buonaiuto 29.12.92 esterno dalla Torres

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Fabio Foglia

08.06.89 centrocampista dalla Torres

Francesco Orlando 01.10.96 esterno dal Vicenza

Giovanni Giuffrida

24.10.85 centrocampista dalla Torres

Matteo Di Piazza

01.01.88 attaccante dal Savoia

Matteo Cesca

02.07.97 centrocampista dal Pescara

Mattia Altobelli

14.01.95 difensore dal Pescara


Salvatore Moreno Saitta 20.01.96 portiere confermato

Francesco Karkalis 19.01.95 difensore dal Pescara

Vasco Faisca

27.08.80 difensore dal Matera

Yassine Belkaid

26.06.88 centrocampista confermato

Mattia Di Vincenzo 10.06.92 portiere confermato

Lorenzo Carotti

31.01.85 centrocampista dal Pavia

Badara Sarr

Stefano Addario 25.10.93 portiere dal Savona

Emanuele D’Anna

23.05.82 difensore dal Gubbio

Massimo Ganci

Nicolas Cantarini

19.12.98 portiere dalla Vigor Senigallia

Raffaele Imparato 03.09.86 difensore dalla Torres

Daniel Kouko

11.02.94 centrocampista dal Catanzaro

17.11.81 attaccante svincolato

28.12.89 attaccante confermato

Riccardo Calamita

Alessandro De Angelis

Gianluca Clemente

07.02.88 attaccante settore giovanile

14.02.96 difensore dall’Aquila

05.04.96 difensore dal Fano

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biancorosso

Scatta l’ora del ritiro

La Maceratese a Genga

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an Vittore delle Chiuse è la frazione più importante del comune di Genga. Il verde intenso spicca tra i tanti co­ lori della gola di Frasassi e l’abbazia romanica edificata dai Longobardi alla fine del X secolo, si erge maestosa, splendida, protetta dalle montagne in una cornice mozzafiato. La gente del posto non ci fa più caso, guarda ma non vede. Noi no, non siamo abituati a tanta bellezza e non basteranno due settimane per abituarci. Dall’hotel al campo di gioco ci sono alcuni chilo­ metri da percorrere in pullman e Luca guida sicuro in mezzo a quei tornanti, proprio al centro di quell’affascinan­ te orrido. I ragazzi sono svegli già da un paio d’ore, la colazione leggera ed energetica è già digerita, qualcuno ap­ profitta del breve tragitto per augurare una buona giornata a mogli, figli e fi­ danzate che non potranno più sentire fino a sera. Prescia e Manuè stanno già lavorando negli spogliatoi, il mas­ saggiatore Simone sta predisponendo gli attrezzi, il team manager Massimo vuole che tutto sia perfetto e pronto per l’allenamento mattutino che inizia alle 9.30 e termina due ore più tardi con la consueta passeggiata nelle fredde ac­ que del fiume per tonificare la musco­ latura. Ogni tanto quei monti scoscesi, da stupenda cornice, si trasformano in una sorta di grande palestra all’aperto in cui il “professor” Pescosolido, per nulla concentrato sul panorama, pra­ tica il faticosissimo “potenziamento”. Bucchi osserva, incoraggia e lavora anche lui, ripetendo come un mantra “Quando gli altri inizieranno noi sa­ remo già a metà, quando gli altri sa­ ranno a metà noi avremo già vinto la partita!” I ragazzi ascoltano con attenzione il mister e il preparatore ed eseguono pedissequamente. C’è un clima stra­ no, qui a Genga. Ogni tanto l’istrio­ nico Giuffrida ne spara una delle sue e gli altri ridono divertiti. Kouko, suo compagno di stanza, sorride appena. Bucchi li ha “accoppiati” bene, il pri­

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titolo primorubrica piano

mo loquace ed estroverso, l’altro quasi sempre in silenzio. Non sembrano una banda di ragazzi, anzi, danno la sensa­ zione, tutti, di essere un gruppo già af­ fiatato ma serio, compunto, concentra­ to. Arrivano tutti puntuali, spesso in anticipo e non lasciano cartacce e bot­ tigliette vuote in giro, né sul pullman. Vasco Faisca, il capitano in pectore ne è l’emblema: educato, cordiale, umi­ le così come lo sono gli altri veterani D’Anna e Carotti. Tra i tanti che non hanno nulla da dimostrare, qualcuno deve riscattarsi da annate non propria­ mente felici, qualcun altro deve ripar­ tire da zero, come se i tanti gol realiz­ zati in categorie superiori fossero stati cancellati da un colpo di spugna. Dopo il pranzo tutti in camera a ripo­ sare. Sanno che al risveglio ci saranno crostate e succhi di frutta ad attenderli. Poi le fatiche del pomeriggio saranno intense, soprattutto quando il sole, im­ petuoso di questi giorni, sparirà dietro la montagna, che sovrasta il campo da gioco, regalando un po’ d’ombra e freschezza. Il fischietto di Pescosolido scandisce le ripetute e Giuffrida non ha più il fiato per le solite battute che risparmierà per l’ora di cena, rigorosa­ mente alle 20.30. La serata si conclude al bar tra le con­ suete telefonate a casa (“non ti preoc­ cupare amore, papà torna presto”), una wi-fi che in questa gola va a singhiozzo,

Mirko Savini secondo allenatore

luca gentili preparatore portieri

Carotti e Ganci che giocano a scacchi, Kouko che se ne sta in silenzio, quasi meditabondo. Nel frattempo Bucchi, Savini, Pescosolido e Gentili discuto­ no, organizzano il lavoro del giorno dopo con una meticolosità, come dire?, da professionisti. Ogni tanto la gente del posto si avvi­ cina curiosa e saluta affettuosamente. Che sorpresa Genga e la sua gente: il vero valore aggiunto di questo riti­ ro. Ad iniziare dal sindaco, Giuseppe Medardoni, e dall’amministrazione co­­munale (che bello quello striscione “Benvenuti a Genga” sotto la tribunet­ ta), dal personale dell’albergo, sempre pronto a soddisfare qualsiasi richiesta, fino ai tanti ragazzi, magari calciatori in erba, che popolano sistematicamen­ te lo stadio per assaporare l’aria del cal­ cio che conta. A.S.

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biancorosso

Sforzo, input positivi e cibo sano.

L’equazione perfetta di Carlo Pescosolido Le dritte del preparatore atletico: “Prepararsi al meglio per affrontare imprevisti e momenti di pressione” di Nazzarena Luchetti

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hissà se qualche giocatore in piena notte lascia la propria camera per saccheggiare la cu­ cina dell’albergo di Genga, cercando di alleviare i morsi della fame. O se dormo­ no tutti beati per effetto pancia piena. Da una prima occhiata al fisico dei ragazzi, per la verità più per ammirazione che per competenza, decido per la seconda ipotesi. Carlo Pescosolido, neo prepara­ tore atletico della squadra biancorossa in ritiro, non sembra infatti seguire il boe­ mo Zeman quando metteva i giocatori a stecchetto per farli depurare dagli eccessi pre-ritiro con quello che veniva chiama­ to wash out. Qui siamo a metà dell’opera: la prestanza fisica c’è, ora bisogna impe­ gnarsi per la preparazione atletica. Cin­ quant’anni appena compiuti, cugino del famoso ex tennista Stefano, una lunga carriera come preparatore atletico, Carlo Pescosolido viene dall’esperienza del Sas­ sari ma conosce bene le Marche dopo tre anni con l’Ancona e altri tre con l’Asco­ li. Lo incontriamo per farci spiegare che ciò che si mangia può fare la differenza a dimostrazione del detto woolfiano che “non si può pensare bene, dormire bene”

e giocare bene se prima non si è mangiato bene. Carlo, si vedono molti sorrisi e pochi bronci, segno che la dieta che stai proponendo ai ragazzi non contempla tanti divieti. “Premesso che tutto può essere mangia­ to con moderazione, il divieto assoluto è per i fritti. Per il resto seguiamo una dieta varia e corretta per rendere al me­ glio e per recuperare più velocemente le fatiche di questi giorni. Prima dell’allena­ mento o dopo cena sono ammessi persino spuntini con succhi di frutta, una fetta di crostata, un pezzetto di cioccolato fon­ dente. Mangiano bene, non vi preoccu­ pate!”. Ne siamo certi, anche per sostenere certe prova di forza: il terzo giorno di ritiro hai convocato tutti alle 6,45. “Siamo andati a correre prima della co­ lazione. Il messaggio è quello di saper affrontare momenti di disagio e piccoli imprevisti per imparare a superare dif­ ficoltà più grandi. Essere preparati psi­ cologicamente conta quanto la prepara­ zione atletica. È importante trasmettere quo­tidianamente input positivi. Se ca­ pita una situazione scomoda, il gioca­ tore deve trovare dentro di sé l’aspetto positivo per affrontarla.” Torniamo al cibo. Perché è così importante assumere quello giusto? “Il cibo è il punto di partenza per qualsiasi sportivo, parte integrante di un progetto di lavoro. Una alimentazione sbagliata può es­

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l’intervista

sere la concausa di infortuni e stanchez­ za. Soprattutto in preparazione quando c’è un overtraining in cui l’organismo ri­ chiede più energia. Si fanno due sedute di allenamento al giorno, mattino e pome­ riggio, e il dispendio di energie è molto elevato. Le entrate di cibo devono essere proporzionali alle uscite: se l’allenamento ha richiesto uno sforzo maggiore, l’ap­ porto calorico, di conseguenza, sarà più elevato”.

a base di bresaola o petto di pollo, con­ torno di verdure fresche o bollite. Cena più leggera con un primo piatto a base di pesce e verdure a volontà. È concesso un bicchiere di vino rosso anche se i giocato­ ri difficilmente lo richiedono: la bevanda preferita rimane l’acqua naturale. Il pane non è mai messo a tavola per evitare che se ne consumi di più in attesa del primo o secondo piatto. Per condire, solo olio ex­ travergine d’oliva.”

Il menù tipo “Partiamo dalla colazione, fondamentale perché permette di instaurare un buon rapporto con l’allenamento mattutino. Proponiamo due tipi di colazione: una dolce e una salata. Cereali, pane, fette bi­ scottate, biscotti, crostate, torta di mele, preferibilmente tutto con farine integrali, che sono più nutritive. Nel buffet i ragazzi trovano latte di soia, più leggero e dige­ ribile, spremuta fresca di arance e succhi di frutta. Prosciutto, bresaola, fesa di tac­ chino, uova lesse, formaggi come il grana padano o l’emmenthal: questa la variante salata. La frutta è sempre presente, fresca e di stagione, da mangiare a colazione e poi lontano dai pasti e a fine allenamento. Per il pranzo, il menù prevede pasta con sugo di pomodoro e basilico, un secondo

Integratori alimentari sì o no “In ritiro, gli integratori usati sono solo quelli naturali: frutta e verdura!” Conosci la frutta e la verdura di Oro della Terra? “Conosco il marchio. I prodotti sono uni­ ci, le loro pesche le riconosci dal profumo. Ci consegnano quotidianamente frutta e verdura di primissima qualità, neanche un prodotto che abbia un difetto o che non sia buono.” Concludiamo con un motto… “Non c’’è gioia senza sacrificio. Le cose bisogna guadagnarsele sempre, non bi­ sogna mai dare nulla per scontato. L’oc­ casione arriva sempre e guai farsi trovare impreparati. Il consiglio che mi sento di

dare ai ragazzi è quello di vivere questi anni, che poi sono pochi a livello calcisti­ co, a 360 gradi.”

Chi è Carlo Pescosolido (Frosinone 18-7-1965) Lunga carriera da preparatore atletico. Viene dalla Torres di Sassari, è stato preparatore atletico per Ancona e Ascoli. Ha lavorato per diversi anni con il Mister Fabrizio Castori. Oro della Terra L’Azienda dal 1970 seleziona e distribuisce solo frutta e verdura di qualità. La sede dell’azienda è a Macerata con sedi ad Ancona, Foligno, Fabriano, San Benedetto e Senigallia. Sceglie i produttori più bravi previlegiando quelli locali. Garantisce sicurezza e tracciabilità di ogni prodotto nel rispetto dell’ambiente ispirandosi alla filiera corta. Frutta e verdura raccolte nelle migliori zone di produzione arrivano freschissime entro 24/48 ore sul tavolo del consumatore. L’azienda, scelta dalla Maceratese come partner tecnico, ha fornito frutta e verdura al team biancorosso per tutta la durata del ritiro.

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la società

La felicità è un calcio al pallone Q

uando senti qualcosa che ti vibrare il cuore, non domandarti mai cosa sia, ma vivilo fino in fondo perché quel brivido, quella sensazione si chiama vita. Questa di Alda Merini mi sembra la giusta citazione per iniziare un articolo che parla di calcio. Nasce infatti il nostro “House-organ”, giornale della Rata, fatto per parlare di noi, per rappresentare la nostra realtà a tutti i nostri tifosi e a coloro che lo diventeranno. Un giornale in cui si parla di prima squadra ma che ha anche la pretesa di informare a 360 gradi delle nostre iniziative, del settore giovanile, della scuola calcio. Parleremo dei nostri dirigenti, delle loro attività, della grande passione che li muove e del sacrificio che affrontano tutti i giorni con i nostri ragazzi. Abbiamo pensato ad un giornale che sappia anche riportare alla memoria i fasti di un tempo e faccia conoscere (o riconoscere) giocatori, tecnici, dirigenti che hanno fatto grande la Rata; una memoria fotografica ed autobiografica che rimanga impressa nella nostra vita di tifosi. Parleremo anche di Macerata e dei maceratesi con articoli legati ad eventi della nostra città, daremo spazio alle altre società sportive che vorranno promuovere le loro attività. Sembra ieri quando, in un campetto di provincia, sprofondammo in Promozione per poi essere ripescati in Eccellenza! Fu la prima volta che mi sentii chiamare Presidente… Di strada ne abbiamo fatta tanta e tanta ancora ne dobbiamo fare, tutti insieme: per certi versi, questo giornale fa parte del cammino comune, rientra nel preciso obiettivo di vivere insieme quelle sensazioni che fanno parte del nostro impegno. Un giorno, un giornalista chiese alla teologa tedesca Dorothee Solle: come spiegherebbe ad un bambino che cos’è la felicità. “Non glielo spiegherei, rispose, gli darei un pallone per farlo giocare”. Buon campionato! Maria Francesca Tardella

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a tessera del tifoso (Supporter Card) è lo strumento essenziale per avere la garanzia di poter seguire sem­ pre la Maceratese, anche in trasferta e in presenza di restrizioni poste in essere dall’Osservatorio o dal­ le Questure. La S.S. Maceratese, in qualità di neopromossa, sta aspettando di essere autorizzata dalla Lega Pro ma, in ogni caso, è già pronta ad assolvere questo compito importantissimo. Per ottenere la card, il tifoso bianco­ rosso può visitare il sito www.lega-pro.com, scaricare l’apposito modulo di richiesta tessera in PDF, compilarlo e spedir­ lo in busta chiusa alla società unitamente ad una foto formato tessera, ad una copia del documento di identità fronte/ retro e del codice fiscale. In questo modo la società può terminare la richiesta usando i mezzi che la Lega le metterà a disposizione. Si consiglia, in ogni caso, di contattare la S.S. Maceratese per informarla della richiesta una volta spedita.

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Hanno già aderito: Romano Carancini, Giancarlo Nascimbeni e Massimo Nascimbeni, Maurizio Tosoroni, Gianfranco Formica, Marco Nacciarriti, Marco Di Stefano, Luciano Montedoro, Maria Francesca Tardella, Domenico Intermesoli.

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settore giovanile

Un calcio alle dicerie di Giovanni Ciarlantini

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pesso sentiamo parlare di “Progetto del settore giova­ nile” ma, quasi sempre, tutto si vanifica in parole che, con il passare dei giorni, non lasciano il segno. Personalmente voglio di più, molto di più. Voglio credere in qualcosa di dif­ ficile, certo, ma che, con le assunzioni di tutte le responsabilità da parte di ognuno, possa essere realizzato dav­ vero. È un progetto da Lega Pro quello che ho in mente per la stagione 2015/2016. Si tratta, anzitutto, di definire la ge­ stione del settore giovanile che dovrà articolarsi in tre aree ben precise: • l’area marketing;

puntiamo ai risultati

• lo staff medico che stiamo struttu­ rando mediante più figure profes­ sionali (medico, nutrizionista, psi­ cologo e osteopata) le quali predi­ sporranno schede per ogni allievo finalizzate a monitorarne la crescita; • lo scouting rivolto a cercare giovani talenti in tutto il territorio. Per quanto concerne la parte istruttiva, ogni squadra del settore giovanile po­ trà contare su almeno due istruttori e, in ogni caso, il rapporto tra istruttore e allievi non sarà mai maggiore di 1 a 10. Oltre al calcio, ai bambini nati nel 2007 e nel 2008, saranno propo­ ste altre attività come le arti mar­ ziali (per insegnare l’approccio fi­

sico con l’avversario) ed il nuoto. È il caso di sottolineare che si tratterà di un percorso duro, contrassegnato da grandi difficoltà, reso magari ancor più difficile dalle dicerie degli incre­ duli e dai detrattori ma la Maceratese è una società professionistica ed il suo settore giovanile non può essere da meno. Macerata e la sua principale società sportiva hanno bisogno di tornare ad essere un punto di riferimento calci­ stico dell’intera regione e, per far ciò, sarà necessario il coinvolgimento di tutti, comprese le altre realtà sportive con le quali, già da tempo, abbiamo iniziato a discutere.

ORGA N I GRA M M A Responsabile settore giovanile e Allenatore Beretti Nazionali • Giovanni Ciarlantini Allenatore Juniores Nazionali • Matteo Angeletti Allenatore Allievi Nazionali • Gianluca Dottori Allenatore Allievi Regionali • Adolfo Rossi Allenatore Giovanissimi Nazionali e Responsabile Scuola Calcio • Giuseppe Antognozzi Allenatore Giovanissimi Regionali • Luca Procaccini Allenatore Esordienti 2003 • Enrico Zanconi Allenatore Esordienti 2004 • Roberto De Pasquale Allenatore Pulcini 2005 • Stefano De Stephanis Allenatore Pulcini 2006 • Clyde Torresi Allenatori Pulcini 2007 • Stefano Crucianelli, Andrea Crucianelli, Marco Gallucci Allenatore Primi Calci 2008 • Michele Sperandio Preparatori atletici settore giovanile • Daniele Brugiaferri, Marco Salvucci Preparatore atletico Scuola Calcio • Lorenzo Scoppa Preparatori dei portieri • Andrea Rocchi, Giuseppe Colasuonno Come iscriversi (o iscrivere i propri figli) alla Scuola Calcio: - contattare mister Giovanni Ciarlantini 338 9874636 - contattare mister Stefano Crucianelli 347 4950110 La Leva Calcio partirà dal 25 agosto presso lo stadio di Collevario dove saranno forniti i moduli da compilare

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Punto di vista

di

Giancarlo Nascimbeni

Raduno. Ritiro precampionato, che bello: è come il primo giorno di scuola

L

a settimana scorsa è ripre­ sa l’attività della Maceratese in preparazione del prossimo prestigioso campionato di serie C. Non essendo stato presente al raduno, ma avendo partecipato quale dirigente ad una quindicina di simili appuntamenti, posso immaginare l’emozione di tutti, dirigenti, allenatori, calciatori, al mo­ mento del ritrovo allo stadio. Ai miei tempi il raduno avveniva presso la sede sociale di Palazzo De Vico ma oso pensare che, pur a distanza di tanti anni, nulla sia cambiato almeno nei sen­ timenti di chi vi ha partecipato. Per questo motivo mi viene spontaneo paragonare il giorno del raduno per la nuova stagione agonistica a quello dell’inizio dell’anno scolastico. Nell’uno e nell’altro caso si avvertono la stessa ansia e lo stesso piacere di ritro­ vare gli insegnanti (dirigenti e/o allena­ tori) e gli amici con i quali si è condiviso l’anno precedente o, ancor di più, quello di conoscere i nuovi. Al raduno ed al primo giorno di scuo­ la non ricordo che nessuno sia mai ar­ rivato in ritardo, anzi tutti sono soliti anticipare l’orario, me compreso, ben noto, invece, per la cattiva abitudine di ritardare gli appuntamenti non solo quelli scolastici ma anche quelli, ben più importanti, della vita quotidiana. In entrambe le circostanze si avvertono nei

partecipanti le stesse reazioni emotive: preoccupazione ed una sorta di delusio­ ne per chi aspirava ad un miglior con­ tratto (nel caso dei calciatori) o ad una più adeguata collocazione scolastica (nel caso degli studenti) ma anche, nella maggior parte dei casi, tanta soddisfa­ zione per aver raggiunto lo scopo che ci si era prefissi (la promozione nell’ambi­ to scolastico o la gratificazione, a volte anche inaspettata, nell’ambito sportivo). Tra i tanti raduni a cui ho partecipa­ to me ne vengono in mente alcuni che sono poi proseguiti nella permanenza per una quindicina di giorni in ritiro precampionato a Camerino. Ricordo perfettamente che la scelta del­ la località, a quell’epoca veniva effettua­ ta tenendo conto soprattutto del clima e della temperatura che si prevedevano di trovare nel luogo prescelto. A detta del nostro direttore tecnico, l’indimenticato maestro Tonino Seri, Camerino era il luogo dove i calciatori, dopo una giornata di fatica, avrebbero riposato meglio di notte: questa scelta si rivelò sempre azzeccata dovendosi con ciò privilegiare le condizioni cli­ matiche a quelle del terreno di gioco, all’epoca polveroso, perchè non ancora disponibile l’impianto sportivo uni­ versitario intitolato al calciatore Livio Luzi che giocò nella Maceratese degli anni ’50, venuto a mancare giovane per

una malattia che non gli dette scampo. Ai carichi di lavoro che gli allenatori imponevano, non tutti reagivano allo stesso modo ma, alla fine, prevalevano il buon senso e lo spirito di appartenenza di squadra che si stavano forgiando con la convivenza del ritiro. Questa è l’utilità della preparazione precampionato: nell’occasione si crea lo spirito di gruppo i cui benefici, uni­ tamente a quello di una buona prepara­ zione fisico-agonistica, si vedranno nel corso del campionato. Invito i calciatori, che stanno ora fati­ cando a Genga, a mettercela tutta per poter poi godere, nel corso della stagio­ ne, sia dei rapporti che si consolidano con i compagni di squadra (il periodo del ritiro precampionato serve anche a chiarire alcune eventuali passate in­ comprensioni o a formare nuove solide amicizie) sia della preparazione atletica a cui, pur con fatica, essi si sottopongo­ no in questo periodo. Sono sicuro che le mie sensazioni, frutto di pregresse espe­ rienze, le ritroveranno identiche coloro che stanno prendendo parte all’attuale ritiro precampionato. È questo il mio augurio insieme alla certezza che se tutti remeranno verso la stessa parte, il percorso per raggiungere lo scopo, che ognuno deve prefiggersi all’inizio dell’anno, potrà essere agevol­ mente raggiunto. Registrazione Tribunale di Macerata n. 626 del 23.07.2015 Direttore responsabile Nazzarena Luchetti Redazione Alessandro Savi, Giovanni Ciarlantini, Giancarlo Nascimbeni, Maria Francesca Tardella Impaginazione e realizzazione grafica Andrea Raggi e Nazzarena Luchetti Fotografie di Fabiola Monachesi Per la pubblicità marketing@ssmaceratese.it Stampa Tipografia S. Giuseppe srl, Pollenza

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