Speciale 60 anniversario

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TRENTINI

MONDO

nel

MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E

9-10/2017

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue

anno 60°

L’omaggio della Bellunesi nel mondo a Bruno Fronza in occasione della cerimonia per il 60° di fondazione della Trentini nel mondo.


CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus

Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Germania, Messico, Paraguay, Stati Uniti e Uruguay

Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti)

Argentina - 57 circoli - 1 delegazione Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia

Messico - 13 circoli - 1 delegazione Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca

Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville Belgio - 5 circoli - 1 delegazione Bruxelles, Centre du Borinage,Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo Bolivia La Paz

- 1 circolo

Bosnia - 4 circoli Banja Luka, Sarajevo, Stivor, Tuzla Brasile -

Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia Bogotá

- 1 circolo

Danimarca Copenaghen

- 1 circolo

Paraguay - 10 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù

Ex emigrati - 3 circoli Australia, Stivor (BIH), Svizzera

Peru Lima

Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi

Portogallo Portogallo

Germania - 7 circoli - 1 delegazione Colonia, Dortmund, Friedrichshafen, Monaco, Norimberga, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino

Romania Romania

Gran Bretagna - 1 circolo - 1 delegazione Londra - Manchester Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste Lussemburgo Lussemburgo

- 1 circolo

62 circoli

Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Pedrinhas Paulista, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, São Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè

L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it

- 1 circolo

Serbia Indija

- 1 circolo

- 1 circolo

- 1 circolo

Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Seattle, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Seattle, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town Svizzera - 8 circoli Amriswil, Basilea, Sciaffusa, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug, Zurigo Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR) Venezuela Caracas

- 1 circolo


SPECIALE 60° SOMMARIO Pagine 1-3 LA RELAZIONE DI ALBERTO TAFNER Pagine 4-5 LE CELEBRAZIONI Pagine 6-7 BRUNO FRONZA Pagine 8-9 FERRUCCIO PISONI Pagine 10-11 GLI INTERVENTI DI ROSSI E DORIGATTI Pagine 12-13 LA RELAZIONE DEL PROF. ANDREA LEONARDI Pagine 14-15 60 ANNI DI STORIA (a cura di Aldo Degaudenz) Pagine 17-19 LA MOSTRA Pagine 20-21 INTERVISTA A BRUNO FRONZA Pagine 22 MARIACARLA FAILO Pagine 23 ALBUM FOTOGRAFICO

ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO O.n.l.u.s. Presidente Alberto Tafner

Direttore Francesco Bocchetti

TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E Direzione, amministrazione e redazione

Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale G. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande, B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè, P. Dalla Valle, A. Degaudenz, E. Formilan, B. Fronza, L. Imperadori, E. Lorenzini, A. Maistri, S.Margheri, G. Michelon, N. Paulus, L. Pontalti, F. Pisoni, S. Regazzola, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, A. Tafner, D. Zatelli, G. ZorzI Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi F. Bocchetti - I. Turco Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN) Quote di adesione: Italia: Euro 20,00; Europa; Euro 20,00 Sud America: Euro 20,00; Nord America e Australia: Euro 25,00 Socio - Euro 30,00 Conto corrente postale n. 12509386 N. 9-10 SETTEMBRE-OTTOBRE 2017 Stampato il 5 =dicembre 2017

In copertina: l’omaggio della Bellunesi nel mondo a Bruno Fronza .

IL TESTO INTEGRALE DELLA RELAZIONE DEL PRESIDENTE TAFNER PER IL 60° ANNIVERSARIO

Punto di riferimento affidabile per il Trentino e per i trentini

U

na persona che oggi festeggia 60 anni, non rappresenta certo un avvenimento eccezionale. Anzi, rientra nella più assoluta normalità. Non è così frequente invece che Associazioni o Gruppi di volontariato arrivino a questa età, in quanto solitamente esauriscono la loro attività in tempi più rapidi. E’ quindi con un pizzico di orgoglio e con un po’ di emozione che la Trentini nel Mondo festeggia i suoi sessant’anni: un tratto di tempo cortissimo se lo si confronta con il fluire della storia , ma che diventa lunghissimo se lo si misura con il metro della quotidianità. Quando l’Associazione ha cominciato ad operare aveva come scopo primario quello di aiutare gli emigranti trentini, principalmente nel campo dell’assistenza sociale, della solidarietà e del sostegno culturale e morale: tutti valori ben presenti ancora oggi, nonostante la Trentini nel Mondo abbia dovuto aggiornare e modificare nel tempo la propria mission. In tutti questi anni l’Associazione è infatti cresciuta, trasformandosi in una struttura sempre più complessa ed articolata per poter rispondere puntualmente e con serietà alle diverse esigenze provenienti da una società in rapidissimo e continuo cambiamento. E’ stato uno sforzo decisamente arduo e complicato che però ha dato i suoi frutti, nonostante vi sia ancora chi si sofferma a leggere l’attività dell’Associazione attraverso schemi preconcetti e non più rispondenti alla realtà. Per capire l’evoluzione dell’Associazione e del Trentino nel suo complesso, basterebbe avere la capacità di liberarsi un po’ dai pregiudizi e fare un piccolo sforzo di memoria, per ricordare com’era il Paese poco più di mezzo secolo fa. Era il 1957. Il Trentino e l’Italia si trovavano in piena fase di ricostruzione, sia sul piano materiale che su quello civile e morale, usciti entrambi disastrati dal secondo conflitto mondiale. In quegli anni, accanto ad un diffuso impegno individuale, si poteva contare su un sistema

La Trentini nel Mondo ha acquisito un patrimonio unico di esperienze e di conoscenze, che possono essere messe a disposizione dei trentini e del Trentino per un uso corretto (anche della rete costituita dai Circoli) di scambi, di relazioni e di incontri

politico/amministrativo guidato dal partito di maggioranza che si riconduceva alla Democrazia Cristiana: un partito che poteva contare sul 40% dei consensi ottenuti alle ultime elezioni nazionali. In quegli anni il clima generale era di grande attivismo, ma anche di grande tensione in quanto l’Occidente alleato nella NATO e l’Oriente alleato nel Patto di Varsavia si trovavano in piena “Guerra Fredda”. E’ proprio in questa situazione che maturarono alcuni tra gli avvenimenti destinati a segnare la storia degli anni a venire e tra questi si può ricordare l’avvio dell’era spaziale con il lancio dello Sputnik con il primo essere vivente a bordo ( la cagnetta Laika) e il Trattato di Roma che, con l’istituzione della CEE e dell’Euratom, costituì il primo passo verso l’Europa di oggi. Era il 1957, lo stesso anno che vide la luce la Trentini nel Mondo: e scusate se è poco. La realtà politico/governativa che si viveva in Trentino in quel periodo, era simile a quella nazionale, ma con un’importanza ed un peso ben più consistente

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che il partito guida aveva sul territorio. Nelle elezioni provinciali del 1952 infatti, la DC guidata da Flaminio Piccoli aveva ottenuto il 63,80 % , con uno scarto di ben 55 punti sul PSI che con l ‘8,33% si era piazzato al secondo posto. La DC in Trentino però non aveva solo la maggioranza assoluta – che poteva avvalersi di 17 seggi in Consiglio Provinciale su un totale complessivo di 29 – ma costituiva anche un modello di pensiero, di azione e di comportamento largamente diffusi tra la popolazione. Inoltre la compattezza della situazione socio/politica e culturale del Trentino era sostenuta dalla Chiesa che, in quegli anni, era guidata da monsignor Carlo De Ferrari, l’ultimo vescovo che governò con il titolo di principe rimasto agli ordinari di Trento e Bressanone, anche dopo la caduta dei rispettivi principati vescovili. A questo punto si potrebbe pensare che tutto era facile e potesse scorrere abbastanza liscio e tranquillo: ma non era così. Anche in una situazione solida e coesa come quella rappresen CONTINUA A PAG. 2 9/10 - 2017


SPECIALE 60°

Punto di riferimento affidabile  CONTINUA DA PAG. 1 tata, non mancavano problemi di grande rilevanza: basti pensare a quelli causati dal terrorismo altoatesino legato all’interpretazione dello Statuto di autonomia. Inoltre nel periodo a cavallo tra il 1950 e gli anni ’60, il Trentino si trovava in un difficile momento di passaggio tra un’economia basata su un’agricoltura di montagna ormai insostenibile e l’inizio di un’industrializzazione del fondovalle carica di problematiche sociali e ambientali. Tutto ciò era accentuato poi, dagli effetti negativi di una disastrosa emigrazione in Cile, organizzata dalla Regione agli inizi degli anni ’50. Non era dunque un periodo facile - così come per altro non lo è quello di oggi - ma in quegli anni maturarono comunque parecchie idee e numerose iniziative , sulle quali ancora oggi vive il Trentino: pensiamo solo allo sviluppo culturale ed economico portato dall’Università; al progresso legato all’apertura dell’autostrada del Brennero e alle trasformazioni portate dal PUP nel campo agricolo, industriale, terziario, turistico e ambientale. Con questo breve flash back si è cercato di ricostruire almeno per sommi capi il clima che si respirava in quell’epoca, in modo da rendere evidenti i cambiamenti intervenuti in Trentino e nella Trentini nel Mondo in questi 60 anni. La sempre più rapida trasformazione tecnologica e gli enormi mutamenti che nel frattempo hanno stravolto il settore della comunicazione in particolare ,

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Oggi, la strada che stiamo percorrendo verso il futuro, è quella che ci porta alla realizzazione di una grande, coesa e consapevole Comunità Trentina, nella quale tutti i trentini che lo vogliono, possano liberamente riconoscersi, e dove tutti possano trovare spazio per un confronto di esperienze e per uno scambio di conoscenze e di opportunità necessità del tempo. Oggi, la strada che stiamo percorrendo verso il futuro, è quella che ci porta alla realizzazione di una grande, coesa e consapevole Comunità Trentina, nella quale tutti i trentini che lo vogliono, possano liberamente riconoscersi, e dove tutti possano trovare spazio per un confronto di esperienze e per uno scambio di conoscenze e di opportunità. Oggi più che mai si avverte l’esigenza di aprirsi alle istanze più attuali e pressanti che provengono dalla nuova realtà migratoria, di cui la cosiddetta “fuga dei cervelli” costituisce solo la punta dell’iceberg. In questo senso la Trentini nel Mondo sta lavorando sempre più attivamente - in compartecipazione particolare con la Provincia - ed ha già individuato alcune tracce da seguire. Tra queste c’è quella che sta portando a sviluppare ulteriori e proficui rapporti di collaborazione con il mondo diplomatico. Si è cominciato tempo addietro dando ospitalità agli uffici Consolari della Romania (che in regione conta il più alto numero di presenze), della Polonia ed al Consolato itinerante dell’Argentina.

hanno contribuito a sovvertire il dialogo tra le persone ed i rapporti sociali più in generale. La Trentini nel Mondo in tutti questi anni ha così dovuto svolgere un costante e difficile esercizio di comprensione prima e di adattamento poi, per poter rimanere un punto di riferimento affidabile per i trentini e attendibile per il Trentino E ancora continua a farlo grazie all’opera dei volontari e all’indispensabile lavoro di uno staff di altissima professionalità. I valori ed i principi che in quel lontano 1957 hanno dato avvio alla mission della Trentini nel Mondo in tutti questi anni non sono mai stati messi in discussione, in quanto la loro validità rimane immutabile nel tempo. E’ stato però necessario ripensare alcune funzioni e impostare nuovi obiettivi, per adeguarli alle

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Inoltre sono stati rinsaldati i vincoli di amicizia e di sostegno con i Consolati onorari del Cile, della Francia e della Spagna presenti in Regione , mentre nei mesi scorsi è stato sottoscritto un accordo di reciproca collaborazione con il Gruppo che rappresenta in Italia i Consolati dei 32 Paesi del Sud America e Caraibi: i Paesi cioè che registrano la maggiore presenza degli emigranti trentini. Un’altra direttrice imboccata dall’Associazione, è poi quella che si occupa delle problematiche legate al tema del lavoro e dello sviluppo economico più in generale. La Trentini nel Mondo in tutti questi anni ha infatti acquisito un patrimonio unico di esperienze e di conoscenze, che possono essere messe a disposizione dei trentini e del Trentino per un uso corretto (anche della rete costituita dai Circoli) di scambi, di relazioni e di incontri. In quest’ottica è stato costituito il Consorzio “I.Trentini”, che ha lo scopo di favorire il collegamento tra i soci che vogliono cercare opportunità di sviluppo e di lavoro anche fuori dall’ambito nazionale. Sul fronte culturale poi, la Trentini nel Mondo ha aperto una


AGENDA

ulteriore via di sviluppo che ha già dato i primi risultati. In collaborazione con la Provincia e con l’indispensabile organizzazione in loco dei Circoli interessati, è stata infatti portata a termine la firma di un accordo di collaborazione e di scambio tra l’Università di Trento ed alcune Università dell’Uruguay, dell’Argentina e del Brasile. Sono solo alcuni esempi di come la Trentini nel Mondo si sta muovendo oggi, senza però abbandonare l’attività svolta in questi 60 anni nei settori che vanno dall’assistenza, ai progetti formativi e sociali; dall’aiuto allo sviluppo, alla promozione delle attività culturali ed economiche; dal supporto delle famiglie degli emigranti nelle relazioni con le Istituzioni e gli Enti locali. Da quando la Trentini nel Mondo ha cominciato a muovere i primi passi sono passati 60 anni, ma per certi aspetti sembra ne siano passati più di mille. Oggi infatti tutto corre molto più veloce, tutto passa e tutto sparisce in fretta perchè le persone tendono a dimenticare il più rapidamente possibile. In particolare si cerca di togliere dalla memoria le cose che più danno disturbo, come il ricordo delle sofferenze, della solitudine e dell’abbandono di chi ha lasciato famigliari, amici e compaesani per cercare altrove una vita più umana e sostenibile. Si tende a cancellare dalla memoria le angherie, le ingiustizie e le prepotenze che anche i nostri emigranti hanno dovuto spesso subire in terra straniera, altrimenti si dovrebbe guardare con animo ben diverso a quello che sta accadendo ogni giorno intorno a noi. La Trentini nel Mondo invece vuole ricordare. E non lo vuole fare solo per coltivare il rimpianto e la nostalgia, ma per avere la

possibilità di guardare avanti, cercando di evitare il ripetersi degli errori passati. Almeno di quelli più grossolani e crudeli. Anche per questo motivo dunque, l’Associazione guarda con particolare attenzione ai Circoli Trentini che sono i depositari della memoria e dell’esperienza vissuta. Negli anni scorsi, proprio per valorizzare il ruolo dei Circoli, sono state apportate alcune modifiche allo Statuto per consentire anche a loro di farsi Soci, diventando così parte attiva e integrata della Trentini nel Mondo. A tutt’oggi sono circa 60 i Circoli che l’hanno fatto - grazie anche alla collaborazione dei Coordina-

tori di Area istituiti qualche anno fa – passando così dall’essere passivi soggetti percettori di benefici, a quello di partner vitali e attuali della Comunità Trentina. Compiere questi passaggi non è certamente stato facile e non è stato semplice nemmeno tenere aperto un dialogo costante, solidale e costruttivo con il mondo dell’emigrazione trentina. Però, dopo 60 anni, la Trentini nel Mondo continua ancora a svolgere un ruolo strategico nel campo delle relazioni internazionali, umane e sociali. Le cose fatte in 60 anni ovviamente sono tantissime e ci vorrebbe uno spazio enorme per ricordarle tutte, per cui è stato ne-

La Trentini nel mondo guarda con particolare attenzione ai Circoli Trentini che sono i depositari della memoria e dell’ esperienza vissuta

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cessario tralasciarne moltissime. Non si è detto, ad esempio, di tutte le fatiche, le delusioni (in particolare quelle umane), dello scoraggiamento di chi ha lavorato volontaristicamente e con passione ricevendone spesso in cambio delle meschinità. Non si è ricordata nemmeno la vicenda legata alla Corte dei Conti che (pur essendosi risolta positivamente) ha condizionato pesantemente per anni l’attività e soprattutto lo spirito di chi è stato iniquamente coinvolto. Non sono stati rievocati neppure tutti gli impedimenti e le complicazioni che ogni giorno si incontrano, anche perchè ognuno di noi (sebbene non vada “va a cercarsele” come fanno i volontari) ha già le sue personali difficoltà quotidiane. E non ci si è voluti dilungare sulle molteplici attività portate a termine, sugli interventi compiuti a favore del riconoscimento della cittadinanza, sui progetti di solidarietà svolti all’estero in collaborazione con l’ Ufficio emigrazione, la Provincia Autonoma di Trento e le Istituzioni locali ed internazionali. Una cosa però non si può dimenticare: il dolore lasciato dalla scomparsa di Rino Zandonai, un amico caduto in mare con l’aereo mentre tornava da una missione tra i trentini del Sud America. Così come non si può dimenticare lo sconforto e la vergogna nel sentire qualche sciagurato definire quel tragico viaggio come una delle tante “ gite di piacere” che compie la Trentini nel Mondo. La celebrazione di questi 60 anni quindi è dedicata a Rino e a tutti quelli che in questi anni hanno operato con fatica personale e passione per fare qualche cosa (grande o piccola che sia per i trentini e per il Trentino. Alberto Tafner 9/10 - 2017


SPECIALE 60°

Le celebrazioni per una mostra, un con «D

opo 60 anni, attraverso la rete di oltre duecento Circoli in ventisei paesi, la Trentini nel Mondo continua ancora a svolgere un ruolo strategico nel campo delle relazioni internazionali, umane e sociali: la strada che stiamo percorrendo verso il futuro, è quella che ci porta alla realizzazione di una grande, coesa e consapevole Comunità Trentina, nella quale tutti i trentini che lo vogliono, possano liberamente riconoscersi, e dove tutti possano trovare spazio per un confronto di esperienze e per uno scambio di conoscenze e di opportunità»: così il presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner, ha descritto presente e obiettivi dell’associazione che l’11 novembre scorso ha celebrato il suo sessantesimo anniversario di fondazione. Lo ha fatto con una cerimonia che si è svolta presso la Camera di commercio di Trento, durante la quale, dopo il saluto introduttivo di Armando Maistri, a nome del presidente della Camera di commercio e la relazione di Tafner si sono succedute le testimonianze dei due presidenti che l’hanno preceduto, Ferruccio Pisoni e Bruno Fronza, i saluti delle autorità presenti e una relazione del prof. Andrea Leonardi dell’Università di Trento.

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«Nel 1957 quando si è cercato di ragionare su quale fosse lo strumento migliore per contattare i trentini che se n’erano andati, magari per fame, in cerca di un lavoro sfidando l’ignoto, la scelta è caduta su un’associazione che nei propositi avrebbe dovuto ricostituire i legami con questa nostra gente per spirito cristiano di solidarietà»: così Bruno Fronza, presidente onorario della Trentini nel mondo ha ricordato la genesi della Trentini nel mondo (alle pagine 6-7 il testo integrale del suo intervento). Ferruccio Pisoni ha ricordato che la Trentini nel mondo era stata definita dai soci fondatori «un atto di amore del Trentino verso quei concittadini che spinti dalla necessità avevano abbandonato le nostre valli alla ricerca di migliori condizioni di vita in altri paesi del mondo» e si sono trovati ad affrontare, da soli e impreparati, immensi pericoli e difficoltà (il testo dell’interventoo di Pisoni è alle pagine 8-9). L’impronta solidaristica dell’associazione continua ad essere una delle prerogative della Trentini nel mondo, che nel corso degli anni ha saputo però adeguare operatività e strumenti alle mutate esigenze del variegato


SPECIALE 60°

il 60° anniversario: nvegno e la messa mondo dell’emigrazione e adesso dedica particolare attenzione ai nuovi flussi di mobilità verso l’estero, che coinvolgono in particolare le nuove generazioni. Apprezzamenti per quanto fatto nei sessantanni di attività sono stati espressi nei rispettivi interventi dal sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, dal presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dorigatti, dal senatore Franco Panizza, dal vicepresidente dell’UNAIE (Unione Nazionale delle Associazioni di Immigrazione ed Emigrazione), Oscar De Bona. Presenti in sala anche il prsidente dell’Unione delle Famiglie Trentine all’Estero, Mauro Verones, il presidente dell’associzione Südtiroler in der Welt, Erich Achmüller e il presidente del Mantovani nel mondo, Daniele Marconcini. Sergio Efraín Morales Sosa ha portato il saluto del Gruppo consolare dell’America Latina e Caraibi nel Nord Italia, del quale è il segretario. «Non possiamo leggere la realtà attuale - ha affermato Ugo Rossi, presidente della Provincia Autonoma di Trento che fra le sue competenze ha anche l’emigrazione - se non siamo consapevoli di quello siamo stati. La

Trentini nel Mondo ci aiuta a ricordare ed a mantenere vivi i legami con le comunità che si trovano all’estero. Coltivare le radici e il senso di appartenenza oggi è assolutamente indispensabile è può diventare un fattore di competitività perché non impedisce di guardare al mondo, di stringere relazioni e di sviluppare idee». Giuseppe Filippi, per anni presidente del Circolo trentino di Charleroi (Belgio) ha portato un saluto a nome di tutti i Circoli. La mattinata è stata conclusa dalla relazione del prof. Andrea Leonardi sul tema «60 anni di profondi cambiamenti: il Trentino da area depressa a emblema del benessere». Nel pomeriggio, alle 18.00, nella chiesa del Santissimo Sacramento, in Corso 3 Novembre a Trento, è stata celebrata una santa messa di ringraziamento e in memoria dei soci defunti. Il giorno prima, venerdì 11 novembre, presso la Sala Thun di Palazzo Mirana in via Belenzani a Trento, c’era stata l’inaugurazione della mostra intitolata «e-Migr@zione: storie e attualità di un fenomeno che esiste fin dalle origini dell’umanità», rimasta aperta fino a sabato 18 novembre (articolo alle pagine 18.19).

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SPECIALE 60° L’INTERVENTO DI BRUNO FRONZA, FONDATORE E PRESIDENTE ONORARIO DELLA TRENTINI NEL MONDO

Il motore dell’Associazione è lo spirito di solidarietà P rendo la parola con grande emozione. Il Signore mi ha consentito di partecipare a quest’appuntamento e lo ringrazio, ultimo, ancora in vita, del drappello di persone che 60 anni fa hanno dato vita a quest’associazione, dal nome quanto mai indovinato allora e valido ancora oggi di “Trentini nel mondo”. Il termine che va di moda attualmente è quello di globalizzazione, un fenomeno anticipato dai nostri convalligiani attivati nei cinque Continenti, costruttori del mondo globale a cui si guarda con interesse e preoccupazione. E’ un mondo che ha abbattuto le distanze che ha avvicinato i popoli e i grandi apparati che muovono l’economia la finanza, la scienza e la cultura. La multimedialità consente oggi di conversare tramite internet, di vedersi di salutarsi di partecipare quotidianamente alla vita di coloro che vivono a migliaia chilometri di distanza. Nel 1957 quanto si è cercato di ragionare su quale fosse lo strumento migliore per contattare i trentini che se n’erano andati, magari per fame, in cerca di un lavoro sfidando l’ignoto, la scelta è caduta su un associazione che nei propositi avrebbe dovuto ricostituire i legami questa nostra gente per spirito cristiano di solidarietà . Allora il pensiero andava ai Paesi europei coi quali le distanze erano inferiori e da dove periodicamente molti

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«Il termine che va di moda attualmente è quello di globalizzazione, un fenomeno anticipato dai nostri convalligiani attivati nei cinque Continenti costruttori del mondo globale a cui si guarda con interesse e preoccupazione»

La Diocesi di Trento fino agli Sessanta in pieno Concilio Vaticano II, aveva competenza territoriale per la pastorale due terzi dell’Alto Adige abitato prevalentemente da cittadini di madre lingua tedesca, ma anche da molti italiani concentrati soprattutto su Bolzano e su Merano. Si spiega con questo il coinvolgimento di un gruppo associativo altoatesino. Erano Acli di Trento e di Bolzano, dunque, e poi la giunta diocesana dell’Azione Cattolica, la Pontificia Opera di Assistenza (POA) e il partito della Democrazia Cristiana. Successivamente aderivano anche la Camera di Commercio di Trento, la Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto e la Federazione Trentina delle Cooperative. Un paio d’anni dopo però si ritiravano l’Azione Cattolica e le Acli bolzanine per il decollo in Sud Tirolo di un’associazione analoga mistilingue. Da allora la Trentini nel mondo assunse una veste più laica anche se non venne mai meno uno stretto legame con la Chiesa, basti pensare alle prime visite

emigranti ritornavano in paese, ma con mille problemi di integrazione, di relazioni familiari, pensionistiche e quindi sociali, religiose e culturali. Era noto che moltissimi si erano imbarcati sui bastimenti per le Americhe, a partire da fine Ottocento, ma non molto di più, salvo avere qualche scarna notizia che arrivava tramite la corrispondenza, ma di solito restavano all’interno del parentado. L’INIZIATIVA FU PRESA DALLE ACLI DI TRENTO

Le due guerre mondiali avevano tranciato quasi di netto i rapporti con i nostri emigranti in ogni parte del mondo, specie in Sud America dove si scopriranno intere città e paesi fondati e abitati da oriundi. Nel Nord e sud America riprenderà un flusso migratorio anche nel secondo dopoguerra, specie, verso il Canada e verso il Cile Per discutere il da farsi si sono trovati intorno ad un tavolo su iniziativa delle Acli di Trento, altri quattro Enti, tre di Trento e uno di Bolzano.

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alle comunità trentine dei vescovi mons. Alessandro Maria Gottardi, mons. Giovanni Maria Sartori e mons. Luigi Bressan, il grande contributo dato dai missionari come padre Bonifacio Bolognani, padre Efrem Trettel, di suo fratello p. Flavio e di moltissimi altri di famiglie originarie dal Trentino, ma nati e cresciuti, come Santa Visintainer, in terra straniera. È una nuova attenzione quella della Chiesa trentina assente per decenni da questa realtà. L’ENTUSIASMO DEI VOLONTARI

D’impulso e con entusiasmo il piccolo gruppo di volontari che si è stretto intorno alla neo-associazione si è messo alla ricerca di indirizzi, contattando parrocchie, consolati missioni cattoliche in Svizzera, Germania, Francia, Belgio, Lussemburgo, Austria e avviando i primi contatti e le prime visite nel tentativo di costruire “insieme” questo nuovo soggetto coordinato dal direttore Rodolfo Abram. Il lavoro si moltiplica sulla spinta anche di drammatici eventi come Marcinelle nelle miniere del Belgio nel 1956 e Mattmark in Svizzera nel 1965 il cantiere di ghiaccio dove si stava costruendo una grande diga. La promozione di circoli moltiplica il lavoro e trova la piena adesione dei nostri conterranei che diventano punto di riferimenti anche per altre collettività


SPECIALE 60° «Come presidente onorario mi congratulo con voi che avete preso in mano il testimone e che onorate l’impegno assunto con coraggio ed entusiasmo nonostante le difficoltà superate con dignità»

un sistema a rete che si avvale di telefoni, posta aerea e a partire dal 1958 del periodico “Trentini nel mondo”, sotto la guida di Antonio Simoni, Lino Guardini, Marco Zeni e poi di Maurizio Tomasi, ancor oggi strumento di grande rilevanza per l’informazione di cui essere gelosi custodi. Per tornare ai primi passi fatti è da ricordare il contributo dato dal vicepresidente per tanti anni Flaminio Piccoli e dal senatore Giacomo Mott, primo presidente, per smuovere le acque anche in quel di Roma, sollecitando l’interesse del Parlamento e dei vari ministeri specie degli Esteri e del Lavoro seguiti poi dall’intera delegazione parlamentare, mentre la Provincia di Trento ha investito molto in questo campo istituendo un proprio ufficio e una sua Consulta. L’ATTENZIONE AL TEMA CITTADINANZA

nazionali. Quando l’impegno varca l’Oceano si scopre che a New York, Toronto e Montreal di circoli ottimamente funzionanti ce ne sono già con il nome di Club

Si sono potuti portati a conclusione così importanti questioni come la tassa sui passaporti, in campo previdenziale e anagrafico e della doppia cittadinanza. Con le Acli è stato stipulato in servizio permanente per pratiche pensionistiche, spesso con trasferte all’estero del Direttore

Trentino-Tirolese. La stessa cosa verrà alla luce in Sud America dove i Circoli a partire dagli anni Settanta si moltiplicheranno oltre ogni previsione. S’intessono relazioni personali e associative con

Massimiliano Fedel o dei suoi collaboratori. La nostra esperienza si è fatta conoscere in Italia e all’estero e ha favorito la nascita di altri gruppi regionali che si sono associati in un organismo di coordinamento nazionale - UNAIE - il quale in anni di lavoro, appelli e pungoli ha portato alla ratifica da parte del Parlamento del diritto di voti agli italiani all’estero. Trento si era mossa con largo anticipo anche su questo fronte già nel 1988 con un convegno sulla doppia cittadinanza che ha riscosso un notevole successo anche se i frutti della legge ad hoc sono arrivati nel 1992. Il nostro periodico rappresenta una fonte inesauribile di informazioni su questi 60 anni: un genetliaco che ci deve far continuamente ragionare per adeguare le nostre iniziative ai tempi in continua e pressante evoluzione. Mi congratulo, come presidente onorario, con voi che avete preso in mano il testimone e che onorate l’impegno assunto con coraggio ed entusiasmo, nonostante le difficoltà che sono state superate con dignità, ma che sono state motivo di grande sofferenza. Anche a nome di coloro che non ci sono più desidero dirvi Grazie di tutto cuore.

Una targa ricordo dalla Trentini nel mondo e una sorpresa dalla Bellunesi nel mondo «Nel 60° della costituzione dell’Associazione Trentini nel mondo, l’Associazione Bellunesi nel mondo ricorda il profondo sentimento che ci lega da sempre»: è questa la scritta incisa sulla lastra portata da Oscar De Bona (con Fronza nella foto a destra), presidente dei Bellunesi nel mondo, sulla quale è riprodotta una fotografia scattata il 28 ottobre 1967 a Zurigo, in occasione della costituzione della «Famiglia Bellunese di Zurigo». Nella foto ci sono anche Bruno Fronza e Rodolfo Abram. A Bruno Fronza è stata consegnata anche una targa ricordo da parte della Trentini nel mondo (foto a sinistra).

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SPECIALE 60° L’INTERVENTO DI FERRUCCIO PISONI CHE È STATO PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE DAL 1994 AL 2009

Il principio di sussidiarietà è la bussola che l’ha guidata L a Trentini nel Mondo vive ed opera da 60 anni. Quante cose sono cambiate in questo lasso di tempo anche se i più vecchi fra noi, il presidente Fronza in particolare, le ricordano dagli esordi ad oggi. Quante associazioni sono scomparse quanti protagonisti ci hanno lasciati. Oggi vogliamo richiamare anche questi fra noi, non come convitati di pietra, ma come testimoni del loro e del nostro impegno per i sessanta lunghi anni. La Trentini nel Mondo è stata definita ancora al suo inizio dai soci fondatori “un atto di amore del Trentino verso quei concittadini che spinti dalla necessità avevano abbandonate le nostre valli alle ricerca di migliori condizioni di vita in altri paesi del Mondo”e si sono trovati ad affrontare, da soli ed impreparati, immensi pericoli e difficoltà. Già questa connotazione definiva gli obiettivi che ci si proponeva di perseguire ed i soggetti chiamati a fare da protagonisti in

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Si sono rispettati ruoli e prerogative del pubblico e del privato impedendo sconfinamenti o sopraffazioni, si è accettato e favorito il pluralismo, si è mantenuta viva una sana competizione democratica scongiurando posizioni di predominio, si sono ricercate le sinergie e la valorizzazione di tutte le energie disponibili

questa impresa. Gli obiettivi non potevano che essere esclusivamente solidaristici. I soggetti erano il volontariato che proponeva la sua disponibilità all’impegno sociale verso i concittadini che si trovavano in condizioni svantaggiate e la comunità trentina che tacitamente demandava al volontariato l’incarico di prestare il suo impegno

in questo campo chiedendo che il progetto complessivo si muovesse rispettando la sensibilità della comunità trentina e le linee programmatiche generali tracciate dagli orientamenti politici. L’associazione che nasce nel novembre del 1957 si ispira pur senza esplicitazioni formali a questi requisiti. È promossa dalla Democrazia Cristiana, dalle

La Trentini nel mondo ha dimostrato per dedizione, impegno e spirito di servizio di poter ancora offrire alla comunità trentina un suo apporto

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Acli e dalla Caritas, associazioni particolarmente attente e sensibili alle istanze sociali. Non si proponeva per un impegno di mera esecuzione di incarichi, chiedeva la disponibilità ad essere accolta come partner sociale secondo i criteri della sussidiarietà, assunzione autonoma di iniziativa ed assunzione della responsabilità conseguente. Il che significa un corretto rispetto dei principi della sussidiarietà, coniugata secondo la maturazione di questo concetto nei tempi. Questa bussola ha guidato lungo tutti i sessanta anni di vita i comportamenti della Trentini nel Mondo caratterizzando la dialettica e la collaborazione fra privati ed ente pubblico. Si sono rispettati i ruoli e le prerogative del pubblico e del privato impedendo sconfinamenti o sopraffazioni, si è accettato e favorito il pluralismo, si è mantenuta viva una sana competizione democratica scongiurando posizioni di predominio, si sono ricercate le sinergie e la


SPECIALE 60° L’Associazione è consapevole che, pur rimanendo se stessa per spirito ed impegno, deve continuamente ambiare per non restare al traino degli eventi. Deve leggere in anticipo i tempi e le dinamiche di un fenomeno che non è transitorio o contingente.

valorizzazione di tutte le energie disponibili. Da sempre la Trentini nel Mondo festeggia il suo compleanno ogni dieci anni solari. Lo fa come occasione per interrogarsi sul suo stato di salute e sulle risorse materiali ed umane disponibili per affrontare gli impegni che l’aspettano. Gli anniversari

verifica e presentazione di rendiconti e bilanci. Ora siamo alla sesta verifica dalla sua nascita, al sesto compleanno. Sessanta anni sono una bella età per un’associazione che è chiamata a dare risposte adeguate a problemi che cambiano continuamente. È in buona salute? È pronta ad affrontare il nuovo? Pare di sì anche se è consapevole che, rimanendo se stessa per spirito ed impegno, deve continuamente cambiare per non restare al traino degli eventi. Deve leggere in anticipo i tempi e le dinamiche di un fenomeno che non è transitorio o contingente. L’emigrazione non è finita anche se forse per noi non è più coatta come nel passato. Secondo lo studio della Fondazione Migrantes, nel 2016, circa 4.500 trentini hanno lasciato la nostra terra e sono andati ad aggiungersi ai circa 49.800 che già si trovavano all’estero come emigrati, portando il numero di trentini all’estero a quota 54.232 senza contare i discendenti ed i non censiti

decennali scandiscono i tempi delle verifiche ed invitano ad aggiornare cultura e strumenti operativi. Di solito, documenti scritti preparano ed accompagnano l’evento, integrano l’informazione data dal mensile e dalle relazioni all’assemblea. Danno conto delle conclusioni a cui si perviene. Il compleanno è

La cifra rappresenta un decimo della popolazione della provincia di Trento e questo esodo sembra più permanente che stagionale. Non si spiega comunque come fenomeno correlato alla mobilità fisiologica di una società globalizzata. I problemi che pongono gli emigrati di oggi non sono quelli del passato. Il riequilibrio demografico avviene a scapito della nostra comunità regionale e nazionale ed apre la strada a flussi crescenti di immigrati. Senza una nostra attenta considerazione e un impegno conseguente a creare le condizioni affinché chi lascia l’Italia non solo non dimentichi la terra di origine e le proprie radici storiche, ma si senta sempre legato alla propria terra e coltivi ed eserciti la solidarietà auspicata. Anche se l’ente pubblico aumenta la sua presenza ed i suoi servizi all’estero e altre associazioni si occupano dei problemi della internazionalizzazione, si avverte l’utilità della presenza viva di una società civile che elabori ed offra approcci non sempre disciplinati dalle regole della pubblica amministrazione, ma aperti a tutte le collaborazioni. Se mancassero questi fermenti saremo più poveri e molte energie resterebbero inutilizzate. La Trentini nel Mondo ha dimostrato per dedizione, impegno e spirito di servizio di poter ancora offrire alla comunità trentina un suo apporto. Buon compleanno, Trentini nel Mondo.

Una dedica apprezzata e condivisa da tutti «La celebrazione di questi 60 anni è dedicata a Rino e a tutti quelli che in questi anni hanno operato con fatica personale e passione per fare qualche cosa (grande o piccola che sia) per i trentini e per il Trentino»: con queste parole il presidente Alberto Tafner ha concluso il suo intervento fatto durante la cerimonia di celebrazione dell’anniversario della Trentini nel mondo. Una dedica che è stata apprezzata e condivisa da tutti i presenti. La figura e l’operato di Rino Zandonai,

il direttore della Trentini nel mondo scomparso nel disastro aereo del volo Rio de Janeiro-Parigi nel 2009, sono stati ricordati anche in altri interventi. Zandonai stava rientrando da una trasferta in Brasile in visita alle comunità di origine trentina, durante la quale era stato accompagnato da Giovanni Battista Lenzi, consigliere provinciale e componente della Consulta dell’emigrazione, e da Luigi Zortea, sindaco di Canal San Bovo. Anche a loro è stato rivolto un commosso pensiero.

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SPECIALE 60° ALCUNI PASSAGGI DELL’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO, UGO ROSSI

Coltivare le radici è indispensabile

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razie a chi 60 anni fa ebbe questa felice intuizione e a chi lavora oggi per mantenerla attuale, dando una mano al Trentino a sentirsi parte integrante di un mondo sempre più piccolo»: così si è espresso il presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi nel suo intervento alla celebrazione per il sessantesimo anniversario di fondazione dell’Associazione Trentini nel Mondo. «È un compleanno che ci ricorda la nostra storia – ha detto Rossi – quella di un popolo e del suo riscatto, avvenuto anche grazie a chi ha dovuto per necessità lasciare la nostra terra. Un aspetto culturale che dobbiamo trasmettere alla nuove generazioni, per fargli capire che se hanno oggi l’opportunità di poter vivere e lavorare in Trentino lo devono anche ai sacrifici di chi allora dovette andarsene». «Non possiamo leggere la realtà attuale – ha aggiunto Rossi – se non siamo consapevoli di quello siamo stati. La Trentini nel Mondo ci aiuta a ricordare ed a mantenere vivi i legami con le comunità che si trovano

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’Associazione Trentini nel Mondo compie 60 anni. Un traguardo di tutto rispetto. Poche associazioni di volontariato sociale possono vantare una così lunga vita. Ma, in effetti, che cosa ha fatto la Trentini nel Mondo? Ed oggi che cosa può ancora fare? Tutti i trentini, o quasi tutti, ne hanno sentito parlare; pochi, però, ne conoscono l’attività e le potenzialità operative. Il fatto è che la vita corre velocemente, ognuno di noi è coinvolto in una massa di notizie e sollecitazioni sempre nuove e mutevoli, sia a livello locale, che mondiale, enfatizzate da sistemi informativi spesso talmente aggressivi da non consentire pause di riflessione e momenti di analisi personali sulla realtà che ci coinvolge. Il traguardo dei sessant’anni, però, merita un’attenzione specifica. Ricorrendo alla mia memoria, ricordo il dott. Rodolfo Abram, il primo direttore della Associazione Trentini nel Mondo. Ci incontravamo sulle scale della sede delle ACLI in Via S. G. Bosco a Trento. Diplomato nel luglio 1958 presso l’ITI di Trento e superate positivamente le selezioni nello specifico concorso, nel settembre 1958 iniziavo la mia attività di insegnante di materie tecniche 9/10- 2017

all’estero. Coltivare le radici e il senso di appartenenza oggi è assolutamente indispensabile è può diventare un fattore di competitività perché non impedisce di guardare al mondo, di stringere relazioni e di sviluppare idee. Il futuro si costruisce parlandosi e lavorando assieme. La sfida è dare risposte alle esigenze dei nostri tempi, ma per farlo dobbiamo guardare alla realtà con gli “occhiali dell’oggi”». Toccando il tema della mobilità giovanile, Rossi ha affermato che «i molti ragazzi trentini che vanno all’estero per studiare e lavorare lo fanno per esigenze diverse da quelle di chi partì 60 anni fa. E, se ce ne sono molti che partono, ce ne sono anche tanti che arrivano in Trentino per trovare nuove opportunità. Dobbiamo alzare lo sguardo – ha concluso – oltre le nostre scarpe e potremo così affrontare le sfide del futuro con maggiore efficacia, grazie anche ai collegamenti con la rete dei trentini all’estero che in nome di un senso di appartenenza possono dare una mano al nostro territorio a sentirsi maggiormente inserito nelle dinamiche globali».

60 anni di storia in 15.000 battute Aldo Degaudenz ripercorre le principali tappe della vita della Trentini nel mondo all’ENAIP (Ente Nazionale ACLI per l’Istruzione Professionale). In quell’anno l’ENAIP avviava una intensa attività, in varie località del Trentino, nella formazione professionale di giovani nei settori allora più richiesti dal mondo del lavoro:

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muratori, elettricisti impiantisti, saldatori e congegnatori meccanici; la direzione provinciale dell’ENAIP era ubicata nella citata sede delle ACLI, nella quale era ospitata anche la Associazione Trentini nel Mondo, nata alcuni mesi prima, nel dicembre del 1957.


SPECIALE 60° L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO PROVINCIALE, BRUNO DORIGATTI

L’Associazione si è evoluta

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l 60esimo compleanno dell’Associazione “Trentini nel Mondo” cade in un periodo importante per il nostro territorio, che sta attraversando una delicata e difficile fase di cambiamento nei processi di sviluppo economico, in particolare in relazione alle diverse realtà del mondo del lavoro, che si trasformano molto velocemente e che, pertanto, sono soggette spesso a condizioni di precarietà e di incertezza. Ricordare oggi le difficoltà dei Trentini costretti ad emigrare nel secolo scorso con “la valigia di cartone” per emanciparsi dalla povertà, significa innanzitutto sottolineare come l’Associazione sia stata fondamentale per il sostegno offerto loro sotto molti punti di vista. Intendo non solo gli aiuti materiali, ma decisamente quelli offerti sul piano della solidarietà umana. Ricordo, quando mi trovavo a Francoforte, le condizioni difficili di spaesamento dei “Gastarbeiter”. Queste stesse difficoltà, tuttavia, hanno permesso al Trentino di fare un scatto in avanti, di trovare la determinazione a non arrendersi alla difficile congiuntura economica, ma di convergere gli sforzi per contribuire allo sviluppo della propria Terra. Questo impulso al miglioramento ha trovato nell’Autonomia la sua espressione giuridica, economica e sociale. In modo analogo, da una prima fase di assistenza e di supporto all’inserimento sociale in realtà oggettivamente diverse e di mantenimento dei legami con la terra d’origine, con le sue tradizioni e

All’inizio è stata fondamentale per il sostegno offerto a coloro che emigravano la sua cultura, nel corso degli anni anche la “Trentini nel Mondo” si è evoluta, mutando, non tanto oggetto, quanto piuttosto obiettivi. In questa ultima fase della vita associativa il ruolo di questa realtà si è evidenziato sempre più nel difficile compito di ricucire rapporti con le ultime generazioni dei nostri emigrati, puntando all’innovazione ed al dialogo. Si tratta di una sorta di intelligente politica della “restituzione” che permette al Trentino, dopo anni di solo “dare” anche di ricevere, in termini di conoscenza, scambi e opportunità per il futuro. Seppur con presupposti diversi, ancora nel presente, assistiamo alla fuga di parte dei nostri giovani dalla nostra Terra, perché le competenze a cui si sono formati in Trentino spesso trovano sbocco in territori più avanzati. Viviamo, poi, un’epoca dove la ripresa dei flussi migratori sembra segnare, non solo il presente ma anche il futuro di realtà come quella italiana ed europea ma anche di altri continenti. Non si tratta, forse, più di movimenti legati a specifiche aree di conflitto, bensì, probabilmente, di un più ampio meccanismo che sta cambiando il volto stesso del pianeta. Assistiamo ad una sorta di grande spostamento di etnie e popoli interi, esattamente come avvenne all’alba dell’anno Mille, dove i movimenti migratori

di popolazioni da oriente verso occidente mutarono progressivamente la struttura stessa dell’Europa. Insieme ad essa cambiarono, però, anche culture e prospettive, arricchendo la realtà ed indirizzandola verso il futuro. La priorità oggi è quella di render ancor più forte, più robusto ed articolato il nostro rapporto di amicizia, di scambio e di comunicazione con i Trentini che vivono nei cinque continenti del mondo. La presenza di 200 circoli dell’Associazione è già di per sé un sistema a rete che offre una grande opportunità per uno sviluppo rapido di rapporti internazionali, in particolare sul piano economico, guardando ai nostri giovani ed al loro futuro. È anche in questa dimensione che apporti ed esperienze come quelle della “Trentini nel Mondo” rappresentano un bagaglio indispensabile per affrontare le molte incertezze che attendono società come la nostra, ovvero comunità che, “senza molte moine”, hanno fatto dell’accoglienza e del confronto una cifra distintiva della loro stessa identità.

60 anni di storia in 15.000 battute Negli anni seguenti sono rimasto in contatto con la Trentini nel Mondo, non solo per la contiguità tra il mio lavoro all’ENAIP (Ente delle ACLI) e l’associazione, ma soprattutto per la mia esperienza come assessore pro.vle all’emigrazione dal 1990 al 1993 e, successivamente, come socio attivo della Trentini nel Mondo e come suo vicepresidente per molti anni. Gli anni ‘50 erano anni caratterizzati da una diffusa disoccupazione, destinata ad alimentare una forte emigrazione di manodopera

priva, tra l’altro, di adeguata preparazione professionale. L’emigrante, pertanto, era costretto ad accettare condizioni di lavoro umilianti e soggette a speculazioni e situazioni di precarietà dal punto di vista salariale, sociale, contrattuale e previdenziale. Per far fronte ai problemi più gravi del mondo degli emigranti le ACLI di Trento e di Bolzano, la Democrazia Cristiana di Trento, la Giunta Diocesana dell’Azione Cattolica e la Pontificia Opera di Assistenza, istituirono

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la Associazione Trentini nel Mondo. A questi primi soci fondatori se ne sarebbero poi aggiunti alcuni altri come la Camera di Commercio di Trento, la Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, la Federazione Trentina della Cooperazione e la Caritas della diocesi di Trento (al posto della giunta diocesana dell’Azione Cattolica e della Pontificia Opera di Assistenza). L’associazione “Trentini nel Mondo” si  CONTINUA A PAG. 12 9/10 - 2017


SPECIA

60 anni di profondi cambiame da area depressa a emblema O ggi il Trentino conta 540.000 abitanti e il Prodotto Interno Lordo (PIL) pro capite è di 35.000 Euro. Il 4% della popolazione è occupato in agricoltura (frutticoltura, vitivinicoltura, zootecnia), che produce il 3,7% del PIL. Il 18,5% è occupato nell’industria e artigianato (il settore produce il 16,6% del PIL). Il settore delle costruzioni occupa il 7,7 della popolazione attiva e produce il 7,1% del PIL. Il terziario occupa il 69,8% della popolazione e produce il 72,6% del PIL (fondamentale il settore turistico). Sulla base di questi dati il prof. Andrea Leonardi, docente di storia economica all’Università degli Studi di Trento, ha affermato che «nonostante i suoi limiti, il tragitto percorso negli ultimi 60 anni dalla società trentina ha prodotto una trasformazione economica di enorme portata, al punto che è stato raggiunto un benessere generalizzato, solo parzialmente scalfito dalla crisi ad oggi non ancora del tutto superata». Agli inizi degli anni ‘50 il reddito pro capite era infatti inferiore a quello medio degli italiani, ora è superiore (127,9) e si colloca in una posizione di vertice a livello europeo. «60 anni di profondi cambiamenti: il Trentino da area depressa a emblema del benessere» era il titolo della relazione tenuta dal prof. Leonardi sabato 11 novembre presso la Camera di commercio, a conclusione della giornata celebrativa per il 60° anniversario della Trentini

nel mondo. La relazione è stata seguita con molta attenzione e molto apprezzata. All’inizio del suo intervento il prof. Leonardi ha ricordato quali erano per il Trentino le iniziative prioritarie da intraprendere dopo le distruzioni materiali e morali prodotte dalla Seconda Guerra Mondiale e dal ventennio fascista: era necessario ricreare un clima di pacifica convivenza, sanare la debolezza di un settore agricolo ancora sovradimensionato (assorbiva il 43% della popolazione attiva), fronteggiare le carenze del sistema industriale locale, che occupava il 26% della popolazione attiva, rendendolo capace di assorbire forza lavoro di provenienza agricola Andavano poi ridefinite le funzioni del commercio, bisognava ricreare un clima di fiducia attorno al sistema di intermediazione bancari, rivitalizzare i pubblici servizi e consentire un rilancio del settore turistico. Da metà anni ’50 si verifica un crescendo pressoché continuo di nuovi record, dovuti a diversi fattori: il consolidarsi del turismo di massa, la valorizzazione del turismo invernale, la disponibilità delle persone a circolare con mezzi propri e il miglioramento della viabilità, la capacità di adeguare l’offerta alle richieste della domanda. Ma la svolta avviene negli anni Sessanta, quando la società trentina si muove verso la conquista di un benessere generalizzato, grazie a una serie di fattori come l’avvio dell’esperienza universi-

taria con la nascita dell’Istituto Trentino di Cultura e dell’Istituto superiore di scienze sociali (nel 1962), l’introduzione del Piano Urbanistico Provinciale (nel 1967) e l’accelerazione del processo di industrializzazione. A partire da quegli anni, il settore primario si indirizza verso verso l’acquisizione di una fisionomia definita in ambito viticolo, frutticolo e zootecnico,

il secondario verso il consolidamento di un ruolo di elevato profilo e il terziario ha una forte espansione, grazie soprattutto all’affermazione del turismo di massa pluristagionale. Parallelamente si manifesta una nuova vitalità introdotta dall’Università e dai nuovi poli di ricerca e dalle opportunità derivanti dalla seconda autonomia (1972). Gli elementi di forza del Tren-

60 anni di storia i  CONTINUA DA PAG. 13 propone di svolgere la più ampia opera di assistenza morale e materiale e di preparazione sociale e professionale a favore dei Trentini residenti in altre Regioni d’Italia e all’Estero e di quelli che intendono emigrare. (Art. 2 dello Statuto-10 novembre 1957). La situazione iniziale era pesante: si verificavano frequenti emigrazioni clandestine 9/10- 2017

causate da eccessive lentezze burocratiche degli uffici statali; i contratti del lavoro all’estero non venivano rispettati dai datori di lavoro; se il lavoratore non accettava pesanti condizioni di lavoro veniva licenziato e rimpatriato; l’assistenza sanitaria non era estesa ai familiari in patria; le sistemazioni abitative erano spesso da campo di concentramento; non esistevano accordi per la applicazione di norme previdenziali; nelle mense azien-

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enti: il Trentino del benessere La relazione del prof. Andrea Leonardi è stata seguita con molta attenzione e molto apprezzata

tino di oggi sono rappresentati da un ambiente unico, di grande suggestione, dall’esistenza di una felice combinazione tra patrimonio “naturale” e ambiente antropizzato, dalla disponibilità di risorse energetiche riproducibili, dalla preparazione attenta derivante da una plurisecolare esperienza formativa diffusa e capillare, dalla presenza di centri di ricerca di eccellenza (Univer-

sità, Fondazione Bruno Kessler, Fondazione Edmund Mach) e dal significativo peso delle testimonianze di un plurisecolare patrimonio culturale. Il prof Leonardi ha citato anche le dotazioni tecnologiche importanti tanto nel settore primario che in quello secondario, la struttura del comparto turistico (con 2.967 esercizi alberghieri e complementari, con 167.000 posti letto). Sul fronte della gestione della coa pubblica, vanno poi ricordate l’importanza delle istituzioni di autogoverno, il ruolo dinamico dell’autonomia, la rilevanza dell’abitudine alla partecipazione alle decisioni di interesse collettivo, il ruolo attivo nelle gestioni comunitarie e rilievo sociale degli organismi di carattere mutualistico Il pro. Leonardi ha anche ricordato che esistono anche elementi di fragilità, che toccano tanto gli equilibri che regolano il rapporto tra uomo e ambiente, quanto la struttura su cui poggia il sistema economico locale Il patrimonio naturale, ancorché antropizzato, di tutte le aree di montagna risulta fragile: la possibilità di degrado è costante-

mente in agguato e alcune opere di antropizzazione realizzate in passato hanno profondamente segnato alcuni ambienti Problematica è anche la frammentazione della pubblica amministrazione e l’eccessiva burocratizzazione nei rapporti tra operatori economici e pubbliche

istituzioni. Il prof. Leonardi ha poi anche messo in guardia contro l’«acquisizione acritica di modelli esogeni rispetto alla cultura del posto» e ha sottolineato che il livello di formazione superiore è inversamente proporzionale al reddito.

in 15.000 battute dali il vitto era privo di controlli sanitari e si prestava alle speculazioni; non erano consentiti i ricongiungimenti familiari ed il lavoratore viveva nella precarietà; le rappresentanze consolari erano prive di preparazione e spesso insensibili alle esigenze dei lavoratori. Sulla base delle problematiche emerse l’associazione avviò una intensa attività finalizzata a sensibilizzare le rappresentanze

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politiche e di governo nazionali; organizzare assemblee di emigranti nelle località di lavoro accompagnate dalle visite dei ministri competenti nelle varie problematiche; far nascere circoli a livello locale; mantenere i contatti tra gli emigranti e le rispettive famiglie; avviare la pubblicazione della rivista mensile “Trentini nel Mondo” che, dal 1° gennaio 1958, pur  CONTINUA A PAG. 14 9/10 - 2017


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60 anni di storia in 15.000 battute  CONTINUA DA PAG. 13 mutata nel tempo dal punto di vista tipografico e dei contenuti, mantiene inalterata la propria presenza. I risultati furono sorprendenti e portarono, nel tempo, al superamento dei più gravi problemi, grazie anche alla sensibilità del mondo politico di allora che si attivò con determinazione ed al sostegno, anche economico, che la Giunta Provinciale di Trento cominciò ad assicurare all’associazione Trentini nel Mondo in applicazione del principio di sussidiarietà che essa era in grado di garantire. Dopo l’inizio, peraltro breve, della propria attività in Europa, ed in particolare in Svizzera, Germania, Austria, Francia e Belgio, con l’apertura di numerosi e molto frequentati circoli, l’Associazione ha allargato i propri orizzonti ai Paesi extraeuropei in cui sono presenti trentini e loro discendenti. Si è, così, riscoperta una realtà molto vasta sia per quanto riguarda la estensione geografica che il numero degli oriundi trentini. A tutt’oggi non si è esaurita la scoperta di sempre nuovi insediamenti. I CIRCOLI CRESCONO DI NUMERO I Circoli sono progressivamente aumentati, da qualche decina, fino ad arrivare agli attuali oltre 240 tra circoli e delegazioni. Si sono presentati e affrontati nuovi problemi come il recupero della storia e delle tradizioni trentine, la ricerca di collegamenti parentali tra oriundi trentini e residenti sul territorio provinciale, il supporto economico nelle situazioni di particolare precarietà, la realizzazione di iniziative finalizzate allo sviluppo socio-economico a livello locale, lo sviluppo di rapporti culturali e turistici, la promozione di rapporti a livello di università, la promozione di rapporti tra imprenditori trentini e omologhi interlocutori nelle varie aree geografiche. La vastità e la varietà degli insediamenti ha indotto negli oriundi trentini esperienze, culture, situazioni ambientali, 9/10- 2017

sociali ed economiche totalmente diversificate, se non, addirittura contrapposte, per cui i problemi non sono riconducibili a tipologie comuni ed omogenee; compito della Trentini nel Mondo è la capacità di interpretare, caso per caso, quali sono le aspettative e gli interessi di ogni singola area geografica. Un interesse comune, comunque, appare legato, specie nel mondo giovanile, alla conoscenza della terra di origine in chiave turistico - culturale. E’ impossibile ricordare tutte le tappe, gli incontri, i convegni, le convention, le assemblee, le ricorrenze, le annuali feste dell’emigrazione, le lezioni nelle scuole in Trentino, ecc... organizzate in sessant’anni dalla Trentini nel Mondo sia a livello locale, che nazionale ed internazionale e le tematiche affrontate. Il dettaglio preciso di tutte le attività è ricordato, almeno per quanto riguarda i primi 50 anni di storia della Trentini nel Mondo, nel libro dal titolo UN SOLCO LUNGO 50 ANNI - L’Associazione Trenini nel Mondo dal 1957 al 2007 di Ferruccio Pisoni. Vanno, comunque, ricordati i presidenti che, fin dalla nascita della associazione, ne hanno portato avanti, con grande impegno e prestigio, le attività e gli obiettivi emergenti da un mondo dell’emigrazione, inizialmente portatore di grandi problemi individuali e collettivi, ma che ha costituito anche una grande risorsa per il Trentino di oggi: il sen Angelo Mott presidente dal 1957 al

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1963; l’on. Flaminio Piccoli presidente dal 1964 al 1977; il dott. Bruno Fronza presidente dal 1978 al 1993, oggi presidente onorario; l’on. Ferruccio presidente dal 1994 al 2009; il dott. Alberto Tafner presidente dal 2009 ad oggi. La Trentini nel Mondo si è avvalsa dai seguenti direttori: dott. Rodolfo Abram, direttore dal dicembre 1957 al 1991 ins. Rino Zandonai dal 1992 al 2009 dott.ssa Anna Lanfranchi dal 2010 al 2016 dott. Francesco Bocchetti dal 1° gennaio 2017. I PROGETTI IN SUD AMERICA E IN BOSNIA ERZEGOVINA Un cenno particolare meritano i progetti che la Trentini nel Mondo ha realizzato in alcune aree geografiche (Argentina, Brasile, Cile, Paraguay, Uruguay, Bosnia Erzegovina) su mandato della Provincia Autonoma di Trento. Sul finire degli anni ‘80 del secolo scorso, la Provincia Autonoma di Trento, decise di intervenire con progetti mirati a favore degli oriundi trentini, su alcune direttrici principali: • dare una abitazione dignitosa a casi familiari di grande povertà ed emarginazione; • sostenere economicamente singole persone e famiglie in stato di grande bisogno; • favorire la scolarizzazione e la preparazione professionale di singole situazioni; • favorire la nascita di nuove attività agricole al posto della monocultura locale; • favorire insediamenti produttivi in campo zootecnico attraverso la forma cooperativa; • favorire il miglioramento qualitativo del patrimonio zootecnico; • creare forme di allevamento di animali da cortile; • sviluppare qualche area a vocazione turistica; • costruire un acquedotto a una comunità priva di rete idrica; • inserire e migliorare la produzione vitivinicola; • fornire materiale didattico a scuole primarie; • avviare attività pro-


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duttive nel settore della plastica. I progetti hanno impegnato la Trentini nel Mondo per oltre 20 anni e stanno esaurendo la loro funzione finalizzata al miglioramento economico locale ed alla promozione di tipologie imprenditoriali innovative rispetto alla statica realtà preesistente. Ogni progetto, elaborato da persone competenti, approvato e finanziato dalla Provincia è stato gestito con attenzione e correttezza e nel rispetto delle normative locali. I risultati ottenuti sono stati ritenuti positivi e conformi agli obiettivi proposti. Qualche iniziativa, tuttavia, pur realizzata correttamente non ha assicurato continuità di risultati e di lavoro, soprattutto per la mancanza delle condizioni preventivamente garantite dalle autorità locali. D’altra parte ogni iniziativa, pur portata a termine con impegno e trasparenza, può presentare dei rischi. Qualcuno, comunque, ha ritenuto opportuno presentare delle denunce su ipotetica mala gestione e “irresponsabilità” della associazione. Conforta il fatto che la magistratura ha riconosciuto la perfetta correttezza della Associazione Trentini nel Mondo, a fronte di esposti superficiali e non documentati presentati da persone più attente alla loro immagine personale che non alla verità.

Si ripetono, su piani diversi rispetto al passato, situazioni di emarginazione sociale e di difficoltà di inserimento in società affatto diverse rispetto e quelle di origine. La Trentini nel Mondo sta lavorando per individuare e analizzare le problematiche presentate dalla odierna emigrazione che si manifesta attraverso scelte individuali e, pertanto, del tutto disorganizzate. L’Associazione dovrà, quindi, proporsi come centro di informazione in ordine a: potenzialità migratorie nelle varie aree geografiche, normative e regolamenti previsti per gli ingressi, suggerimenti di natura logistica individuale, diritti e doveri dei nuovi emigranti, possibilità di aggregazione e di incontro nelle località di arrivo, ecc...In tal senso possono possono svolgere un ruolo importante i numerosi circoli aderenti alla Trentini nel Mondo, adeguatamente sensibilizzati. I RAPPORTI CON LE ALTRE ASSOCIAZIONI E CON L’UNAIE L’Associazione Trentini nel Mondo, nel tempo, ha sviluppato e intrattiene rapporti con associazioni nazionali che operano nel mondo dell’emigrazione e con quelle di altre regioni italiane. Dal momento che esistono problemi che

COINVOLGERE I GIOVANI NUOVA EMIGRAZIONE Con il passare del tempo, superati i problemi legati alle prime, difficili esperienze vissute dagli emigranti, la Trentini nel Mondo ha orientato la propria azione nella elaborazione di proposte ed iniziative finalizzate a coinvolgere i figli e i discendenti degli emigranti, affinché non vengano dispersi i legami con la terra di origine, portatrice di valori, tradizioni e culture che rappresentano una ricchezza da un punto di vista storico e culturale. Negli anni più recenti si sta evidenziando un imprevisto fenomeno: riguarda la nuova emigrazione, in modo particolare riferita a giovani che, pur in possesso di elevata formazione scolastica, hanno difficoltà di lavoro in Italia, causa una perdurante crisi economica che non lascia intravvedere, almeno nel breve periodo, soluzioni positive. Questa nuova emigrazione appare disorganizzata e priva di riferimenti in grado di catalizzare le necessità e le aspettative di giovani, praticamente soli nella risoluzione di problemi logistici, culturali e di aggregazione.

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interessano tutti gli italiani residenti all’estero ed i loro discendenti (vedi ad esempio la concessione della cittadinanza italiana agli oriundi residenti all’estero, l’organizzazione dei Comites presso i vari consolati, il diritto di voto, i corsi di lingua italiana all’estero, la promozione della cultura italiana, la riorganizzazione dei consolati, ecc...), l’Associazione, insieme ad altre ha promosso la nascita, nel dicembre 1966 dell’UNAIE (Unione Nazionale delle Associazioni di Immigrazione ed Emigrazione), confederazione volontaria di associazioni libere e democratiche, apartitica e senza finalità di lucro, che intende coordinare iniziative e attività svolte da decine di organizzazioni che hanno per scopo l’assistenza, la formazione umana, civile e professionale dei lavoratori migranti. All’UNAIE la Trentini nel Mondo e le associazioni aderenti hanno conferito il compito di rappresentanza nazionale ed europea delle tematiche sociali e civili e del rapporto con le istituzioni centrali. Il direttore generale è stato, per 35 anni, il trentino Camillo Moser; Ferruccio Pisoni è stato vice presidente per alcuni anni e presidente per vent’anni; Aldo Degaudenz è stato presidente presidente per cinque anni. L’UNAIE ha avuto un ruolo importante nella organizzazione delle conferenze nazionali dell’emigrazione (1975 e 1988), della conferenza nazionale degli italiani nel mondo (2000) e della prima conferenza dei giovani italiani nel mondo (2008), nella proposta e nella preparazione delle leggi riguardanti l’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), il CGIE (Consiglio Generale Italiani all’Estero), ecc... L’Unione, inoltre ha sviluppato un’attività, a livello europeo, di proposta e di pressione per una politica sociale avanzata e per uno statuto comunitario dei diritti dei lavoratori migranti e delle loro famiglie. Ha creato proprie articolazioni all’estero nominando delegati in vari Paesi europei ed ha aderito all’E.Z.A. (Europäischen Zentrum für Arbeitnehmerfragen - Centro Europeo per le Questioni dei Lavoratori) un partner in grado di mettere in rete e di dialogare con sindacati e patronati attenti ai problemi sociali del mondo dei migrante e nel rispetto dei diritti dei lavoratori nella Unione Europea. In questa organizzazione l’UNAIE organizza direttamente e partecipa ai convegni che EZA programma periodicamente in Italia e in Europa. Aldo Degaudenz 9/10 - 2017


SPECIALE 60°

Auguri da tutto il mondo Sempre vicino a voi tutti con sim simpatia, auguro un Felice Anni niversario alla cara associazione ric ricordando con nostalgia e rico conoscenza tutti i bei momenti pa passati insieme a Grenoble, a Tr Trento e nei vari Circoli europei: gr grazie amici e “ad multos annos” co con le nuove iniziative e le nuove re realtà. Un cordiale saluto. Anna Bonazza

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H ricevuto Ho i t il vostro invito a partecipare alle celebrazioni del 60º anniversario dell’Associazione Trentini nel Mondo, motivo di grande orgoglio per tutta la nostra comunità. Purtroppo, la grande distanza e gli impegni presi con anteriorità non mi consentiranno di essere presente. Come ben sapete, il rapporto del nostro Circolo, fondato nel lontano maggio 1932, con l’Associazione Trentini nel Mondo risale ai tempi del caro dott. Bruno Fronza. Abbiamo coltivato, in questi 60 anni, stretti legami di amicizia, lavoro in comune e diffusione della cultura del nostro Bel Trentino. Sia con il dott. Fronza che con il dott. Pisoni e con Lei, siamo riusciti a stabilire un legame stretto e proficuo. Non sono mancati, in questi anni, momenti di difficoltà e di grande dolore, come quello della scomparsa del compianto Rino Zandonai, che rimarrà per sempre nel nostro cuore e continua a guidare il nostro cammino nel o. mondo del volontariato. A nome di tutto il direttivo e i soci del Circolo Trentino di Buenos Aires, auguro a Lei, al vostro Consiglio di amministrazione e a tutto lo staff della vostra associazione i nostri migliori auguri.. Forza e avanti!

O Ogni ricorrenza, per me, va rico cordata, perché significa che c’è sta stato un passato, c’è un presente e i trentini meritano anche un piu’ roseo futuro futuro.Saluti a tutti augurando ogni bene, se poi mi è consentito esprimere una preferenza, salutatemi cordialmente “Ferruccio Pisoni”, l’UNAIE per eccellenza. Nicola D’Orazio

Fondatore ed ex Presidente dell’Associazione Abruzzesi nel mondo

d’incontro. Vi auguriamo tanta carica per i prossimi 60 anni :-) Auguroni Giuliano, Dina, Katia e famiglia dal Circolo di

Basilea

 Muchas Felicidades porr n los primeros 60 años, en hora buena. Sin duda unaa os gran celebración. Esperemos aestar presentes en alguna ocasión para festejar con ustedes. Grandes Saludos desde México. Con gran cariño Mónica Fadanelli

Presidente Circolo Trentino di Colonia Manuel Gonzalez

 Al cumplir 60 años el Circulo trentino de Lanteri, le envia sus mas cordiales saludos. Mario Olivio Moschen

Santa Fe - Argentina

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Da parte mia e da parte di tutti i discendenti dei trentini del Sud del Brasile, voglio ringraziare la Trentini nel Mondo di esistere e per tutto quello che ha fatto per noi trentini allestero.

Esperamos que estén desarrollándose con el mayor de los éxitos las actividades conmemorativas por el 60 Aniversario de la Asociación Trentini nel Mondo. Son 60 años de continuo trabajo de apoyo y de acercamiento a los emigrantes trentinos que saben que en ATM tienen una Institución amiga, siempre pronta a colaborar sea con los trentinos que lo necesitan o con los Círculos, que buscan mantener viva la llama de la cultura trentina y difundirla en los países en que están radicados. Reciban un fuerte abrazo abrazo, FELIZ 60 ANIVER VERSARIO!! y que

Alceu Lenzi

Consultore della PAT per il Sud del Brasile

 Vi raggiungiamo con tanti Auguri per il vostro 60esimo ricordando tanti bei momenti

Sergio Sartori (presidente) Jorge Zás Fernández (segretario) Circolo di Montevideo (Uruguay)

 I migliori auguri per i 60 della Trentini nel Mondo e con l’auspicio che continuiate la vostra missione per gli immigrati per ancora tanti anni. Buona Festa! Josephine Leonardelli

Circolo trentino di New York

 Le pervengano le mie più sincere espressioni di stima e ammirazione per il grande lavoro che lei e i soci della Trentini nel Mondo svolgete puntualmente, con spirito di fraterna umanità. Colgo l’occasione per porgere a lei e ai suoi collaboratori i più cordiali auguri, anche da parte dei soci del Circolo Abruzzese e Molisano di Belluno, di cui sono presidente. Con Ossequio. Lia Di Menco

In occasione della riunione dei presidenti dei Circoli tentini degli Stati Uniti e del Canada, riuniti nella federazione ITTONA (International Tyrolean Trentini Organization of North America), che si è svolta a Cleveland dal 17 al 19 novembre, la deputata Francesca La Marca, eletta nella Circoscrizione Estero nel Collegio America del Nord e Centrale, ha inviato un messaggio al presidente ITTONA, Ben Maganzini, nel quale si congratula con la Trentini nel mondo per il suo «eccezionale contributo alla promozione della cultura trentino-tirolese negli ultimi 60 anni in Nord America».

Delfina Marta Turrina a

Presidente del Circolo lo no trentino res di Buenos Aires

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lla A i ió Asociación continúe cumpliendo muchísimos más años, siempre llevando adelante sus objetivos sociales y siendo un fuerte apoyo a los emigrados y sus descendientes. Afectuosamente.

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SPECIALE 60°

La mostra: «e-Migr@zione fenomeno che esiste fin d «Un giro del mondo piuttosto commovente e rinfrancante»; «Questa esposizione è fatta molto bene. Complimenti davvero»; «Complimenti per la cura che avete avuto nell’affrontare il problema»; «Rivedere e ricordare la storia dei nostri avi è interessante. Grazie. Complimenti»: questi sono alcuni dei commenti lasciati dai visitatori della mostra «eMigr@zione: storie e attualità di un fenomeno che esiste fin dalle origini dell’umanità», che era stata allestita dall’Associazione Trentini nel mondo presso la Sala Thun di Palazzo Mirana, in via Belenzani a Trento, nell’ambito delle iniziative per celebrare il suo sessantesimo anniversario di fondazione. Attraverso ventisei pannelli, realizzati su tessuto, la mostra ha offerto ai visitatori una serie di dati e di spunti per riflettere sia sull’emigrazione trentina e sull’attività svolta dalla Trentini nel mondo, sia sull’emigrazione nel suo complesso, come fenomeno che accompagna la storia dell’umanità.

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La mostra era stata inaugurata il 10 novembre ed è rimasta aperta fino al 18 novembre. All’apertura, in rappresentanza del sindaco di Trento, è intervenuto l’assessore Italo Gilmozzi (a destra nella foto a fianco, insieme con il presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner). Contenuti e obiettivi della mostra sono stati illustrati da Maurizio Tomasi, direttore del periodi-


SPECIALE 60°

e: storie e attualità di un dalle origini dell’umanità co «Trentini nel mondo». All’inaugurazione - durante la quale si sono esibiti gli alunni del corso di canto tenuto dal maestro Jorge Lazzeri Del Sordo - sono intervenuti anche il senatore Franco Panizza e Giuseppe Filippi, segretario del Circolo trentino di Charleroi. Lavoro, Circoli, identità, sono i principali temi illustrati sui pannelli, alcuni dei quali erano dedicati alla «nuove emigrazione», con le testimonianze di alcuni giovani trentini che lavorano all’estero. La mostra era completata dall’esposizione di alcuni oggetti provenienti dai paesi dove sono presenti Circoli trentini e da una postazione multimediale, dove era possibile vedere alcuni brevi video su alcuni aspetti dell’emigrazione trentina. Tra i vari commenti lasciati dalle centinaia di visitatori, ne citiamo ancora uno (riportato anche fra le fotografie di queste pagine), perché esprime un auspicio condiviso anche dalla Trentini nel

mondo: «a quando una sede permanente per la storia dell’emigrazione trentina?». È intenzione dell’Associazione rendere itinerante la mostra e sono già in corso contatti per trovare altre sedi in tutta la provincia per ospitarla.

NELLE FOTO: alcuni scorci della mostra e, qui a fianco, Silvana Cura, che ha fatto da custode e da guida. I visitatori sono stati invitati a segnalare con una bandierina su un planisfero collocato vicino all’uscita, in quali paesi avessero dei parenti emigrati. Il risultato di questo piccolo «sondaggio», lo si può vedere nella foto accanto. Le bandierine sono soprattutto in Brasile e Argentina, negli Stati Uniti, in Europa e in Australia.

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SPECIALE 60° BRUNO FRONZA RICORDA I PRIMI PASSI DELL’ASSOCIAZIONE E LANCIA UN CALOROSO APPELLO PER IL FUTURO

La Trentini nel mondo non deve perdere la sua irrinunciabile «missione etica»

L’

anagrafe sostiene che ha 93 anni ma basta sentirlo parlare per qualche minuto e si ha la conferma che il calendario è un fatto convenzionale: la sua memoria è sorprendente (e avvilente, per chi non si ricorda cosa ha fatto ieri…) e la velocità di pensiero e di parola impone all’interlocutore un ritmo imprevedibilmente incalzante. Bruno Fronza ne ha macinata di strada, nella sua vita: una vita che ha preso in mano fin da ragazzo, attingendo alla fede e alla volontà ogni volta che i suoi passi sembravano rallentati da imprevisti, dolori, ferite. Si è costruito un profilo professionale autorevole (impensabile per molti), ha creduto nella famiglia (difendendola anche con la riservatezza), ha fatto dell’impegno sociale e politico un significato irrinunciabile della propria esistenza. E dove ha messo mano i risultati sono arrivati. È stato così anche per la nascita della “Trentini nel mondo” di cui è stato fondatore, ora presidente onorario. Era il 10 novembre 1957: Acli (di Trento e Bolzano), Caritas (all’epoca era la POA, Pia opera assistenza), Dc e Azione Cattolica costituirono l’Associazione diventata negli anni riferimento e “faro” per le migliaia di persone

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«Il primo problema che abbiamo affrontato era che bisognava sapere chi erano i nostri emigrati e dove erano. Abbiamo dovuto ricostruire le loro storie: ci siamo appoggiati alle parrocchie, le uniche che conservavano tracce di queste vite» che, attraverso i decenni, hanno lasciato il Trentino, attraversando mari, strade, paesi, sogni e speranze. Un’associazione analoga era già nata in Friuli (con, appunto, la “Friuli nel mondo”) e quel modello venne adottato per la “Trentini nel mondo”. Ma quale era il contesto sociale trentino nel quale è nata l’associazione? Il riferimento è alla devastazione lasciata dalla seconda guerra mondiale. Nel primo dopoguerra iniziarono le migrazioni dal Trentino: all’inizio furono soprattutto donne che andavano a lavorare in Svizzera, a S. Gallo, negli stabilimenti tessili. Erano scelte dolorose, obbligate dalla mancanza di prospettive nella terra dove vivevano. Il distacco, le incognite e le difficoltà: tanto per dirne una, al confine di Chiasso, quell’esame anche fisico per stabilire l’idoneità all’ingresso in Svizzera… Poi iniziarono le migrazioni anche maschili, in

Germania soprattutto, nel settore edilizio ma anche in agricoltura. Oltre al dolore del distacco e alle difficoltà di inserimento in realtà spesso ostili, quali altri problemi avevano i nostri migranti all’estero? Soprattutto quelli legati ai contributi e all’assistenza: chi lavorava all’estero lasciava qui la famiglia, spesso senza alcun reddito soprattutto quando il lavoro era stagionale. Era necessario affiancare i migranti e le loro famiglie per l’assistenza, per pratiche previdenziali, per problemi legati al distacco. I trattamenti previdenziali non erano uguali nei Paesi dove i trentini migravano: in Germania venivano pagati sia i contribuiti che l’assistenza sanitaria, in Svizzera nel tessile ma non altrettanto in agricoltura, almeno all’inizio. E poi c’era il problema delle lingue… Certo, tanto è vero che soprattutto le Acli organizzavano

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corsi di lingue per chi sarebbe migrato e anche, dal ’46, corsi di formazione professionale: grazie a Fanfani si organizzavano i cosiddetti cantieri di lavoro per manovali. E infatti i trentini venivano richiesti anche perché arrivavano all’estero che sapevano già lavorare. Dal ’50 al ’65 il 30% dei corsi, per lavoratori in edilizia, meccanica ed elettricisti, era legata all’emigrazione. Quindi le diverse associazioni già erano impegnate nell’affiancare gli emigranti… Sì, ma c’era bisogno di coordinarsi. L’emigrazione aumentava sempre di più e verso diversi Paesi, le risposte ai complessi problemi che si presentavano andavano organizzate anche per non sprecare energie e risorse. Per questo è nata la “Trentini nel mondo”. La prima sede – ricorda Fronza – era una saletta presso le Acli in via S. Giovanni Bosco. Negli anni ’60-’61 l’associazione andò in affitto in Passaggio Peterlongo e dall’agosto 2008 nell’attuale sede di via Malfatti 21. Ai soci fondatori, dopo due anni si aggiunse La Camera di commercio di Trento e successivamente la Federazione delle cooperative; poi anche privati cittadini. Chi si avvicendò ai vertici dell’associazione?


SPECIALE 60 60° Bruno Fronza ne ha macinata di strada, nella sua vita: una vita che ha preso in mano fin da ragazzo, attingendo alla fede e alla volontà ogni volta che i suoi passi sembravano rallentati da imprevisti, dolori, ferite. Si è costruito un profilo professionale autorevole (impensabile per molti), ha creduto nella famiglia (difendendola anche con la riservatezza), ha fatto dell’impegno sociale e politico un significato irrinunciabile della propria esistenza

Ero convinto che il presidente dovesse essere un parlamentare: il primo presidente fu Angelo Giacomo Mott che aveva 5 fratelli emigrati in Brasile: per due anni, ogni mese versava un assegno all’associazione. Il secondo fu Flaminio Piccoli che restò al vertice dal ’60 al ’78. Io ero vicepresidente (in pratica l’organizzazione era nelle sue mani… ndr). Nel ’78, in occasione di un convegno, venni designato presidente, carica che ho mantenuto fino al ’94 quando sono stato nominato presidente onorario. Ma la politica che attenzione riservava al problema dell’emigrazione all’estero dei trentini? Non tutti i politici se ne facevano carico. Certi, dei nostri emigrati, dicevano “lassa che i vaga, ormai i è nadi…”: come dire che dovevano arrangiarsi. Eppure l’emigrazione dal Trentino è iniziata già nell’800 e ha raggiunto numeri significativi. Oggi non esiste un dato certo sulla consistenza dei trentini emigrati: ma dal 1875 (quando ci furono le prime emigrazioni) al 1910 solo dalla Valsugana emigrarono tra le 20 e le 30 mila persone. È stato difficile far lavorare assieme le diverse associazioni? No… le difficoltà maggiori venivano dalla politica. E così bisogna arrivare al 1975 (cento anni dopo le prime partenze…) quando viene firmata la

legge regionale sull’emigrazione; nello stesso anno, in Trentino nasce la prima Consulta provinciale (a firma di Giorgio Grigolli, ricorda Fronza). Nel frattempo l’emigrazione dal Trentino aveva preso molte altre direzioni… Sì, verso altri Paesi europei (il Belgio, per esempio) ma anche in America latina (Brasile, Argentina, Cile…), e in altre zone degli Stati Uniti. E anche la Trentini nel mondo viaggia, incontrando le nostre comunità all’estero e tessendo una fondamentale rete di collegamenti tra chi era partito e chi rimaneva in Trentino: se nel ’58 ci sono i primi viaggi in Europa, nel ’65 c’è la “spedizione” negli Stati Uniti. “A Washington – ricorda Fronza – avevamo riunito mille trentini…”. E poi l’America Latina (nel ’69)… dappertutto dove gli emigrati trentini si erano concentrati e lavoravano

e vivevano, spesso struggendosi nella nostalgia e tormentandosi per la difficoltà di dare e ricevere notizie. Per molti l’associazione fu l’unica speranza di “ponte” tra il prima e il dopo… Sì, il primo problema che abbiamo affrontato era che bisognava sapere chi erano i nostri emigrati e dove erano. Abbiamo dovuto ricostruire le loro storie: in questo ci siamo appoggiati alle parrocchie, le uniche che conservavano tracce di queste vite. E l’altro problema era che dopo dieci anni che stavano all’estero perdevano la cittadinanza italiana. E così si arriva alla legge sulla cittadinanza… In Italia c’era in vigore la legge del 1910 (che, tra l’altro, non riguardava Trentino Alto Adige e Friuli). Quella legge andava modificata. Così, nel 1988 organizzammo una riunione a Trento

Chi lavorava all’estero lasciava qui la famiglia, spesso senza alcun reddito soprattutto quando il lavoro era stagionale. Era necessario affiancare i migranti e le loro famiglie per l’assistenza, per pratiche previdenziali, per problemi legati al distacco. I trattamenti previdenziali non erano uguali nei Paesi dove i trentini migravano 21

(con Friuli e Veneto) per arrivare a una proposta di modifica. Nel 1990 presentammo un disegno di legge che alla fine del 1991 venne approvato dalla Camera. Ma poi ci fu la crisi di governo… Sì, e quindi l’iter parlamentare si bloccò ma la legge venne ripresa e approvata nel febbraio 1992. All’articolo 2 prevedeva che gli appartenenti alle zone redente di Trentino Alto Adige e Friuli potessero usufruire della cittadinanza italiana. Per gli ex cittadini italiani all’estero c’era la possibilità di chiedere la cittadinanza ma a certe condizioni. Complesso fu anche cercare di regolamentare il campo della previdenza sociale: non solo il versamento dei contributi ma il diritto alla pensione… Sì, fu complesso perché ogni Stato aveva delle proprie regole; in molte zone non c’erano convenzioni tra Stati che regolassero la materia e quindi abbiamo cercato di farle approvare per dare delle garanzie fondamentali ai nostri emigrati e alle loro famiglie. La Trentini nel mondo compie 60 anni: cosa le augura? Che non perda lo spirito iniziale di carattere sociale. Oggi ci si occupa anche del collegamento tra imprese, delle relazioni economiche: questo è utile ma non deve diventare preponderante. Perché Bruno Fronza è così: osserva, con lucida intelligenza, i cambiamenti, le nuove esigenze alle quali un’associazione così importante non può non rispondere… Ma quella “creatura”, fatta crescere con caparbietà e tenacia, va difesa e protetta, perché non se ne perda l’irrinunciabile missione etica. Milena Di Camillo 9/10 - 2017


SPECIALE 60° MARIACARLA FAILO SI È AVVICINATA ALL’ASSOCIAZIONE COME VOLONTARIA E NE È STATA VICEPRESIDENTE PER TRE ANNI

Il ricordo più bello e più vivo che ho è l’accoglienza dei nostri emigrati Il legame che li unisce con la terra d’origine, anche dopo varie generazioni fa nascere un immediato senso di vicinanza

I

l mio primo contatto con l’Associazione Trentini nel Mondo, quasi una trentina di anni fa, fu del tutto casuale. Allora insegnavo Materie letterarie alla Scuola media di Vezzano e quell’anno avevo una seconda piuttosto debole. Per cercare di motivare in qualche modo i miei alunni, non so bene perché, ma pensai ad una ricerca sugli emigrati dei loro paesi: un lavoro che potesse coinvolgerli personalmente, con questionari da rivolgere a parenti e persone anziane e da inviare anche a quegli emigrati dei quali si fossero trovati i recapiti. Nel progetto iniziale il tutto doveva portare alla realizzazione di qualche cartellone da esporre a scuola; ma in realtà, un pezzo dopo l’altro, il lavoro si ampliò, continuando anche nel corso della terza e diventando alla fine una vera e propria pubblicazione, che ci fu finanziata dalla Cassa Rurale Valle dei Laghi. Anche a scorrerlo oggi quel libretto dal titolo «Noi e l’emigrazione», devo dire che fu davvero un bell’impegno nel quale quei ragazzi riuscirono a dare il meglio di loro stessi. Dopo alcuni anni, quando andai in pensione, avendo del tempo da dedicare al volontariato, il ricordo di quell’esperienza mi riportò alla Trentini nel Mondo, dove nel frattempo il direttore Abram era stato sostituito da Rino Zandonai. Se all’inizio la mia collaborazione fu abbastanza occasionale, l’avvicinarsi del 50° di fondazione dell’Associazione fece nascere l’idea di un progetto sicuramente pretenzioso: quello di riassumere in una pubblicazione l’intera storia dell’emigrazione trentina, raccogliendo le testimonianze di tutti i Circoli trentini sparsi nel mondo. 9/10- 2017

La mia esperienza ai vertici dell’Associazione è stata breve ma credo che l’aspetto più gratificante di un’esperienza in questo genere non stia tanto nel ruolo ricoperto, quanto nei rapporti di amicizia che si creano, nel grande calore umano che ti viene dall’incontro con i nostri emigrati e i loro discendenti Fu un lavoro molto impegnativo al quale mi dedicai quasi a tempo pieno per circa due anni e mezzo e che si concretizzò nella

trilogia «Tanti volti, un’unica comunità. Storia e realtà dei Circoli trentini nel mondo», tre volumi ricchi di fotografie e anche di

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toccanti vicende personali. Un bagaglio di conoscenze e di storie che ho anche portato per parecchi anni in molte scuole. Nel frattempo ero entrata a far parte del Consiglio di amministrazione e poi della Giunta esecutiva e nel 2009 assunsi il ruolo di vice presidente, ritrovandomi ad affrontare, dopo soli due mesi, assieme al presidente Tafner e a tutto il personale dell’ufficio, la tragedia della scomparsa del direttore Rino Zandonai. La mia esperienza ai vertici dell’Associazione è stata molto più breve rispetto a quella di personaggi storici come Bruno Fronza, Ferruccio Pisoni, Aldo Degaudenz o come lo stesso attuale presidente Alberto Tafner, ma credo che l’aspetto più gratificante di un’esperienza di questo genere non stia tanto nel ruolo ricoperto, quanto nei rapporti di amicizia che si creano, nel grande calore umano che ti viene dall’incontro con i nostri emigrati e i loro discendenti. Io ho avuto l’opportunità, seppur in quei pochi anni, di incontrarne molti, di ascoltare le loro storie, di percepire il legame che li unisce ancora con la terra d’origine, anche dopo varie generazioni; un legame che fa nascere un immediato senso di vicinanza con persone mai viste prima. I loro volti, la loro accoglienza fraterna, la loro amicizia sono il ricordo più bello e più vivo che conservo della mia esperienza nell’Associazione Trentini nel Mondo. Mariacarla Failo


SPECIALE 60°

Album fotografico

In alto, il coro «Arteus» all’inaugurazione della mostra. Qui sopra: Ferruccio Pisoni con la targa ricordo consegnata dall’Associazione e i consoli onorari di Romania, Maurizio Passerotti (primo a destra) e del Cile, Aldo Albasini, presenti alla cerimonia dell’11 novembre. Qui sotto, volti sorridenti all’inaugurazione della mostra, la messa nella chiesa del Santissimo e il saluto di Giuseppe Filippi, del Circolo trentino di Charleroi (Belgio).

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Uno scorcio della sala presso la sede della Camera di commercio, dove si è svolta la cerimonia per il 60° della Trentini nel mondo.


La mostra allestita nell’ambito delle celebrazioni per il 60° anniversario della Trentini nel mondo è rimasta aperta dal 10 al 18 novembre.


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