Agosto 2016

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i chiamo Veronica Barbacovi e sono nata a Trento il 3 febbraio del 1982, dove ho vissuto fino all’età di 19 anni. Nella mia città natale ho frequentato, dopo le scuole primarie, il liceo classico G. Prati e a questo periodo risalgono anche i miei ricordi più cari ad essa legati. Dopo la maturità mi sono trasferita a Bologna per studiare lettere classiche laureandomi in archeologia e culture del mondo antico. A seguito di questa esperienza quinquennale, desiderando affinare la conoscenza della lingua tedesca e vivere un’esperienza post-laurea all’estero, ho deciso di iscrivermi al corso di dottorato in archeologia classica presso l‘Institut für Archäologien della Leopold Franzens Universität di Innsbruck. Ho quindi iniziato, nel 2007, la mia avventura in Austria. La scelta di Innsbruck è stata dettata da un lato dal desiderio di approfondire il contesto storicoarcheologico dell’area centroalpina, dall’altro dalla vocazione storica del capoluogo tirolese, che fu a lungo un inevitabile interlocutore politico-culturale per noi trentini. A INNSBRUCK È UN PO’ COME TROVARSI A CASA

Dunque il mio trasferimento all’estero non è da intendersi come un esilio più o meno voluto, né mi sento a mio agio nella oggi tanto abusata definizione di “cervello in fuga”; la mia scelta è stata piuttosto quella di diventare “cittadina dell’Euroregione”, muovendomi in un nuovo territorio sovraregionale e cercando di abbracciare quanto più possibile, nel mio studio e nel mio impegno lavorativo, gli interessi comuni di Trentino, Alto-Adige e Tirolo con ovvia predilezione per la mia patria di origine. Non è facile trasmettere l’idea di volere essere cittadini europei o “euroregionali” perché non è facile abbattere certe barriere che ancora ci dividono, sia materiali in quanto le Alpi uniscono, come insegna la nostra storia millenaria, ma inevitabilmente chiudono e opprimono, sia immateriali, prima fra tutte la lingua, seguita da certe impostazioni di pensiero. Vivere ad Innsbruck, in fondo, è un po’come trovarsi ancora a casa. La città è poco più grande di Trento, ordinata, pulita, ben orga8 - 2016

«Ho un lavoro che assec e soprattutto mi perme

nizzata. La vita è un poco più cara che da noi, penso in particolare ai trasporti pubblici e ai prezzi di determinati alimenti come la verdura e la frutta, i latticini e, ahimè, soprattutto il caffè. Un punto per me difficile, quasi insuperabile, è il clima. Pur dopo tanti anni di vita in Tirolo, ancora non riesco ad abituarmi ai lunghissimi inverni, alle primavere uggiose e ritardatarie, che fanno pensare ad un inverno imbronciato che non vuole decidere di lasciare posto al sole. Per il resto, la gente è cordiale, semplice, ma ancora sottoposta a un certo ordine mentale che le rende difficile certa spontaneità, talvolta anche tra i giovani. Spesso sono stata portata a rinunciare al mio proposito proprio per la difficoltà che incontravo nel fare amicizia con i miei coetanei, che

non andavano molto al di là di una formale cortesia. È chiaro comunque che essere arrivata in Austria a 25 anni, avulsa da qualsiasi contesto locale, non mi concedeva molti punti sul lato sociale. Credo che sia non dissimile da quanto vivrebbe una qualsiasi altra ragazza che giungesse a Trento da sola e senza conoscere bene la lingua. Comunque il tempo e la tenacia hanno aiutato e sono giunte anche le prime amicizie, grazie al lavoro, al coinvolgimento in ambienti stimolanti, al contatto con persone che hanno contribuito a forgiare la persona che sono oggi. Mi impegno per non essere sola, perché la solitudine che si vive all’estero è l’esperienza più brutta e forse la meno considerata da chi si trova a partire. Una positiva opportunità è stata quella di entrare a far parte di un’associazione culturale italiana (CULTuraITALIAna) della quale fanno parte un gruppo di persone provenienti da diverse regioni italiane e accomunate dal fatto di vivere stabilmente ad Innsbruck e di essere di madrelingua italiana. Con le mie colleghe dell’associazione ho stretto un profondo legame di amicizia e solidarietà, ci incontriamo regolarmente per proporre corsi di lingua italiana e per organizzare, per i nostri corsisti e simpatizzanti, viaggi culturali nelle città d’arte italiane. UN’ASPIRAZIONE CHE SI È REALIZZATA

Dal momento che ho avuto la fortuna di assecondare nello stu-

«Dopo alcuni anni di lavoro sul campo, ho visto riconoscere il mio impegno attraverso un contratto a tempo determinato nel settore della gestione delle collezioni museali. Lo ritengo un grande privilegio, soprattutto in considerazione del fatto che in Italia (e purtroppo anche qui in Austria) quasi tutti i laureati in questo settore hanno dei contratti occasionali… o non ne hanno proprio» 12

Laureata in archeologia e a Bologna, Veronica Barbacov vive ad Innsbruck, in Austria, dov Landesmuseum Ferdinandeum. - afferma - non è da intendersi c né mi sento a mio agio nella o di “cervello in fuga”; la mia di diventare “cittadina dell’ in un nuovo territorio sovraregio quanto più possibile, nel mi lavorativo, gli interessi comuni d


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