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Il Reparto Supporto Operativo alla Guerra Elettronica

Era la mattina del 17 maggio 2010 quando Demis Ramadù, 1° C.le Magg. impiegato a Milano nell’Operazione “Strade Sicure”, venne a sapere che uno dei due militari dell’Esercito Italiano di stanza in Afghanistan morti in un attentato nella notte, era suo fratello Massimiliano. I militari coinvolti appartenevano al 32° reggimento genio guastatori della Brigata alpina “Taurinense”, inquadrato all’interno della task force Genio in Afghanistan nella missione ISAF. Il “lince” su cui viaggiavano, incolonnato tra altri blindati partiti da Herat, di cui facevano parte anche soldati spagnoli, afghani e statuni- tensi, doveva portare rinforzi alla task force nella base Columbus. “L’esplosione è avvenuta a 25 chilometri da Bala Murghab e non si è - talia” precisò la Farnesina. Ma al cuore degli italiani sì. Uno strappo nell’anima delle famiglie distrutte dal dolore per quelle improvvise morti così come nell’anima di chi aveva già vissuto la stessa tragedia. Ancora una volta era bastato un “click” per uccidere, il tasto di un telecomando controllato a distanza dai terroristi per innescare l’ordigno esplosivo. Parliamo di congegni che, insieme ad altri altrettanto le- tali, vengono quotidianamente resi inoffensivi dal lavoro certosino e altamente specializzato del reparto Supporto Operativo alla Guerra Elettronica (reSOGE). È un’unità dell’Esercito Italiano, unica nel suo genere, il cui personale, composto da tecnici e ingegneri, garantisce la protezione a uomini, mezzi ed elicotteri oggetto di aggressioni in cui bisogna difendersi da un nemicotrici). Il Reparto è inquadrato nella Brigata Informazioni Tattiche dell’Esercito ed è nato dall’esigenza di proteggersi dai potenti e letali RCIED (Radio Controlled - Improvised
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Explosive Device), ordigni esplosivi improvvisati radiocomandati. Grazie alla competenza del suo all’occhiello dell’ingegneristica di Forza Armata, destinato a operare nello spettro elettromagnetico in cui sono onde e frequenze, e non i grilletti dei fucili, a mettere a rischio l’incolumità delle persone.

Nei laboratori del reSOGE tutto si svolge dapprima su un piano virtuale, sorta di realtà parallela in cui, grazie ai continui studi, le donne e gli uomini del reparto effettuano sperimentazioni e simulazioni in scenari operativi sempre diversi. La lunga preparazione viene poi messa in pratica sul terreno. Infatti, i militari si recano con convogli e strumentazione nelle aree dove i nostri soldati sono oggetto di attacchi RC-IED riuscendo a sventare non solo aggressioni mortali in teatro operativo (le missioni dei nostri militari all’estero), ma anche in Italia.




È importante che la reazione a possibili attacchi sia tempestiva e coordinata, elementi necessari per prevenire le mosse del nemico, anche attraverso il costante aggiornamento delle proprie competenze, per fronteggiare l’evolversi di agguati sempre più preOggi il team del reSOGE, formato in gran parte da giovani di diversa età e grado, porta avanti un lavorovezza di vite umane, oltre che alla salvaguardia delle risorse economiche del Paese.



Uno spirito, questo, capace di stimolare un surplus di competenza e professionalità riconosciute nei consessi più prestigiosi, tra cui la NATO dove questo reparto rappresenta l’Italia agli incontri tra esperti sulle contromisure elettroniche. Tra gli elementi di spicco vi è proprio Demis Ramadù (oggi in forza al reSOGE); il grande dolore vissuto dopo la morte del fratello Massimiliano non è stato vano, gli ha dato maggiori motivazioni nel dedicarsi con grande passione a questo lavoro. Il suo attaccamento va oltre, è tanta la voglia di migliorarsi attraverso strumentazioni sempre più all’avanguardia grazie anche al supporto costante del Capo Reparto, il Tenente Colon-
Le missioni di verifica nei vari scenari operativi da parte dei militari del reSOGE sono sfide sempre più intense tanto dal punto di vista fi- sico quanto emotivo, ma non sono niente rispetto alla riconoscenza letta negli occhi di coloro ai quali hanno potenzialmente salvato la vita. Il loro ringraziamento è la più grande soddisfazione, maggiore di una medaglia al valore.
