2 minute read

IL “PADRE” DEL BOMBARDAMENTO STRATEGICO

Next Article
MODELLISMO

MODELLISMO

Sin dal libro pionieristisco “La doctrine de guerre du général Douhet” del Colonnello francese Paul Vauthier,zione del pensiero militare di Giulio le tappe della sua maturazione. Nel - ria douhettiana: la prima, formulata la natura eminentemente offensi- zioni concettuali: in primo luogo, ilmente alcune sue precedenti affer- e della marina, in secondo luogo la descrizione del tipo di aereo ideale,-

Pur con qualche benemerita eccezione, gli studiosi del potere aereo si sono mossi sulla scia dello schema elaborato da Vauthier. Per esempio, la medesima scansione cronologica è stata riproposta in tempi più recen- gico di Douhet non nacque con la-

Advertisement

Force Philipp S. Meilinger in un saggio dal titolo “Giulio Douhet and the origins of air power theory”.

Douhet non comprese subito il paradosso della battaglia di materiali chilometri in una logorante guerra sostanzialmente statica paragonabile a un gigantesco assedio recipro- gico potesse essere superato impegnando una grande massa di uomini e di mezzi sullo Schwerpunkt del due promemoria scritti nel gennaio--

Ma dopo pochi mesi, Douhet mo- bardamento della rete di trasporto e del tessuto industriale austro-unimpasse della guerra di logoramento potesse essere superata solo impegnando una massa di bombardieri portatori elastico e dinamico composto da sette grosse squadriglie in grado sia di attaccare in massa le basi aeree austro-ungariche sia di costi- italiane del periodo.

- del nemico nonché di terrorizzare la sua popolazione al punto da spingerla a imporre la resa incon-

- partito che la esercita ha acquistato- rina sarebbero stati ridimensionati - per bombardare la rete di trasporto ed i centri industriali tedeschi, e poi te di concentrare tutti i mezzi aerei in una terza arma del tutto indipenproposta sarebbe stata duramente si spinse a chiedere esplicitamente soltanto nella seconda edizione de- per la difesa nazionale, in quanto i che sarebbe stato più opportuno de-stilato dal Ministero della Guerra. forza aerea indipendente sarebbe stata in grado di neutralizzare “il cuore del nemico” isolando il fronte operativo dalle sue basi logistiche, egli giudicava “arbitrarie e vane” tutte le distinzioni fatte tra gli aerei delle varie specialità, perché in ogni caso “occorre[va] muoversi nello spazio non ostante l’opposizione nemica”. Raccomandava quindi di impiegare due soli tipi di aereo, anzitutto un caccia pesantemente armato ed eventualmente un apparecchio da bombardamento, ed esprimeva senza veli la sua opposizione recisa all’esistenza stessa delle aviazioni ausiliarie: “Nel ‘Dominio dell’aria’ non ho voluto dire una parola su ciò che, secondo me, dovrebbe essere l’aviazione ausiliaria, perché avrei dovuto dichiarare che la ritengo della guerra, e so per prova che le idee, dirò così rivoluzionarie, bisogna emetterle poco per volta”. Questa posizione intransigente, concepita nel biennio 1915-1917, sarebbe stata instancabilmente morte nel 1930, dapprima nelle

Éric Lehmann, Phd (Université Paris-Nanterre), è membro del comitato editoriale della rivista «Nacelles. Passé et présent de l’aéronautique et du spatial». Ha dedicato diversi lavori alla storia aeronautica e militare: “Le ali del potere. La propaganda aeronautica nell’Italia fascista” (2010), “La guerra dell’aria. Giulio Douhet, stratega impolitico” (2013); “La Grande Guerra aerea. Sguardi incrociati italo-francesi” (2017); “Alliées et rivales. L’Italie et la France dans la Grande Guerre” (2021) et dans Grande pagine del periodico “Il Dovere”, una pubblicazione da lui stesso fondata di cui scrisse la maggior parte degli articoli e che uscì tra aprile 1919 e dicembre 1921, poi nelle due edizioni de “Il dominio dell’aria”, i cui capitoli I, II, III, IV, VI e VII ricalcano quasi testualmente sei pezzi usciti su «Il Dovere» tra negli articoli scritti nella seconda metà degli anni Venti, in particolare quelli pubblicati dalla “Rivista Aeronautica” tra dicembre 1927 e novembre 1929.

This article is from: