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CASA PER CASA
Le operazioni in ambiente urbano e la loro continua evoluzione

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le Urban Operations
Alla luce di quello che è successo e sta succedendo in Ucraina, com’è cambiato, o come dovrà necessariamente cambiare, il concetto di guerra urbana, o Urban Operations?
Il concetto di guerra urbana è in continua evoluzione per due motivi: l’inarrestabile sviluppo tecnologico delle armi e il costante aumento delle dimensioni delle città (mega cities), spesso concentrate nelle zone costiere, con infrastrutture molto complesse e popolazioni assai eterogenee. In Ucraina sono stati ampiamente confermati tutti i principi basilari dellegià decisamente consolidati nel corso della Seconda Guerra Mondiale, che era l’unico esem- urbana combattuta in un contesto “convenzionale”. Nel recentissimo passato, il combattimento urbano è stato condotto contro degli insorti, faccenda molto diversa dall’attuale confronto in Ucraina. È da molto tempo infatti che i think tank militari esortano al “ritorno” all’addestramento per le e per le quali la storia militare riferita alla Seconda Guerra Mondiale offre innumerevoli lezioni apprese. Per completare la risposta, vedo nei droni la vera novità. Ciò implica maggior vulnerabilità delle unità dicessità di sviluppare nel più breve tempo possibile un’adeguata capacità anti-drone.
In ambito internazionale si sta “studiando” quello che avviene nei combattimenti urbani in Ucraina, considerati come lezione fondamentale. Il problema dei combattimenti nelle città, secon-
Lo studio dei comportamenti in ambiente urbano delle unità ucraine e - tante per mettere a confronto le capacità e gli effetti dei nuovi sistemi d’arma e di sorveglianza con la dottrina e le procedure in uso, soprattutto a livello tattico. A volte può capitare che un sistema innovativo non sia perfettamente integrato con la dottrina e le procedure di chi lo utilizza. A mio parere, l’aspetto più molto spesso chi attacca non tiene conto delle lezioni apprese durante la Seconda Guerra Mondiale. Per esempio, nonostante la loro supre- proprie unità con bombardamenti a tappeto prima (aspetto che rende un abitato più favorevole alla difesa) e con l’impiego in massa delle unità terrestri poi, secondo il principio a loro caro della “qualità della quantità”. Spesso, inoltre, i mezzi corazzati operano nei centri urbani senza il fondamentale supporto ravvicinato della fanteria e di conseguenza le perdite sono elevatis- chi sarà sulla difensiva sicuramente combatterà nelle aree urbane, per gli enormi vantaggi che queste offrono rispetto a una difesa in campo aperto. Ma attenzione, prima o poi anche chi difende dovrà contrattaccare e dovrà, pertanto, disporre di adeguate capacità.
È ancora valida la regola empirica che le forze d’attacco devono superare i difensori di 10 a 1, perché i difensori hanno il vantaggio di conoscere il territorio?
No non è più valida (sono ironico!). Recenti studi americani portano questo rapporto dai 13 ai 15 a 1. Il vantaggio dei difensori è enorme, non solo per la conoscenza del terreno, ma per molti motivi. Per i difensori i principali vantaggi sono: protezione offerta dagli edifici, protezione dalle zone non battute dal fuoco nemico, dominio delle vie di approccio ecc. Per gli attaccanti i principali svantaggi sono: settori di tiro limitati, impiego delle armi di supporto limitato, impiego dei mezzi limitato, frammentarietà degli episodi di combattimento, carenza di consapevolezza della situazione - possono manovrare a dovere. Per conquistare le città secon- professionale molto motivata oppure è necessaria qualche altra componente?

Al contrario, sarebbe un suicidio per la fanteria (sia in attacco sia in difesa) non avere il supporto dei carri o veicoli corazzati. Pur con evidenti limiti, tali piattaforme mobili offrono indiscutibili vantaggi a chi li impiega in modo accorto. Per esempio, riguardo il supporto fornito dall’esterno dell’area urbana, tali piattaforme offrono: capacità di colpire bersagli nella parte periferica dell’area urbana e capacità di isolare l’area urbana. Mentre riguardo il supporto dall’interno di quest’area, le medesime piattaforme forniscono: potenza di fuoco contro bersagli - favore della fanteria, di munizioni, - parati radio protetti per le comuni-so il nemico e supporto psicologico per le truppe amiche. Anche tutti gli altri supporti sono assolutamente necessari, a partire dal genio, che è fondamentale per garantire la mobilità e la contro mobilità, per non parlare dell’artiglieria, delle comunicazioni e degli elicotteri. Un cenno fondamentale va rivolto alla logistica, il cui supporto nelle è assolutamente determinante, basti pensare al consumo munizioni, che negli abitati è più del doppio di quello normalmente utilizzato in campo aperto.
Nel 2016-17, l’Esercito iracheno ha avuto bisogno di otto mesi per sgominare alcune migliaia di jihadisti dello Stato Islamico asserragliati a Mosul. A suo avviso, ci sono differenze nella condotta di Urban Operations in Europa rispetto ad altre aree
Sarebbe un suicidio inviare carri armati o veicoli corazzati nelle qualsiasi esercito?
È sempre molto difficile per qualsiasi esercito. I principali fattori che possono accelerare i tempi per un esercito in attacco sono: armamento e, soprattutto, addestramento superiori a chi si (motivazione) superiore a chi si comunicazioni radio del difensoper individuare bersagli e loro consistenza, abilità ecc. e, infine, la capacità di svolgere operazioni in ambienti sotterranei e di notte. Un motto coniato nel secolo scorso recitava: “la notte non ha amici”, nel senso che non avvantaggia ne l’attaccante ne il difensore in modo decisivo. Oggi, grazie alla capacità offerta dai visori notturni, questo gap è in parte superato a vantaggio di chi dispone di tali sistemi ed è addestrato a impiegarli nelle aree urbane.

John Spencer, del “Modern War Institute” dell’Accademia militare americana di West Point, eaecaadestot,aaffe rm a ch e i co mb at ti me nti nelle ci tt à so no u n fe nome no rel at iva- mente moderno. Lei è d’accordo con questa affermazione? onosco personalmente e stimo John Spencer, eppure questa sua affermazione mi sorprende un po’. Le faccio alcuni esempi, ma sono la punta di un iceberg: pensiamo romane attaccarono quest’ultima città dividendosi i settori a destra e sinistra del con movimenti in avanti coordinati tra i due lati della strada e uncontrollava le due ali. Può sembrare banale e intuitivo, ma questa procedura è valida ancora oggi: la fanteria dovrebbe evitare le grandi strade, naturali ricorda nulla? Ovvero, l’impiego del genio nelle città contese? Anche Waterloo, al 90% fu battaglia campale ma le azioni decisive si svolsero alla Haye Sainte, al castello di Hougoumont (complesso di grandi di Plancenoit. I Lanzichenecchi a Roma, poi Porta Pia, e mi fermo…. Concordo con John che nei tempi moderni il fenomeno sta aumentando in termini di frequenza, infatti da più di un secolo esso è insito nel dotedequea,attda di un secolo esso è insito nel concetto di gu g erra totale.

