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IV.12 Politica estera ed internazionale di Gorbačëv
di malcontento venivano molto esagerate e li spingevano verso il separatismo. Un aspetto della politica di equipartizione delle risorse ritenuto odioso dagli abitanti delle repubbliche baltiche era il seguente: il numero di studenti che entravano all'università ogni 10.000 abitanti era lo stesso per tutta l'U.R.S.S., sia per le zone altamente industrializzate, sia per quelle dove lo sviluppo industriale era bassissimo. In Uzbekistan ed in Tagikistan l'incremento demografico era altissimo, grazie alle ottime condizioni introdottevi dal governo centrale.238 In queste repubbliche e nelle altre dell'Asia Centrale la politica sovietica delle nazionalità e di equipartizione era perfettamente condivisa. Qui le classi istruite erano perfettamente d'accordo col governo centrale che forniva scuole, università, istituti di ricerca e la preparazione tecnica ed universitaria ad una percentuale di giovani pari a quella di tutte le altre repubbliche, anche se la domanda interna di laureati e tecnici era molto più bassa che altrove per la mancanza di industrie locali239 . Solo nel giugno 1990 l'Uzbekistan dichiarò la propria indipendenza240 . Non appena il governo di Gorbačëv annullò il divieto di costituire libere associazioni, nelle repubbliche baltiche sorsero fronti popolari a carattere nazionalista ad oltranza, con iscritti più numerosi del locale partito umanista. Nel 1989 le tre repubbliche baltiche, che fino ad allora avevano chiesto la sovranità nell'interno dell'U.R.S.S., chiesero la completa indipendenza.
IV.12 Politica estera ed internazionale di Gorbačëv
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La politica estera di Gorbačëv fu coerentemente ispirata alla ricerca della pace e del disarmo, nella visione della terra come casa comune di tutti i popoli. Nell'ottobre 1986 a Reykjavik (in Islanda) Gorbačëv ottenne il consenso del presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan alla proposta di distruggere in dieci anni tutte le armi nucleari. Reagan, persuaso dai suoi consiglieri, si rimangiò la parola data e non firmò l'accordo preliminare. Nel dicembre 1987 l'U.R.S.S. forma con gli USA un piano di distruzione di tutti i missili nucleari dislocati in Europa. Sempre nel 1987 l'U.R.S.S. si impegna a distruggere i missili SS20 dislocati lungo la frontiera cinese. Nell'aprile 1988 Gorbačëv, come si è già detto, annunciò l'impegno dell'Unione Sovietica di ritirarsi dalla guerra civile afgana. Alla fine del 1988 l'U.R.S.S. ridusse unilateralmente il proprio armamento convenzionale241 .
238 Fra il 1979 ed il 1982 l'incremento demografico era stato del 45,5% in Uzbekistan e del 34% in Tagikistan. 239 Zaslavsky 1995. 240 Service 1999.
Per quello che riguarda la politica verso i paesi del Patto di Varsavia, Gorbačëv, appena giunto al potere aveva avvertito i dirigenti dei partiti comunisti ed i capi di stato di tutti quei paesi che la Russia non avrebbe più interferito nei loro affari: ciascuna nazione trovasse autonomamente la via più adatta al proprio sviluppo. Nell'aprile 1987, in occasione di un suo viaggio a Praga, Gorbačëv affermò: «Noi siamo lontani dall'esortare chiunque ad imitarci».242 In realtà le popolazioni dei paesi del Patto di Varsavia, che da sempre speravano di poter rovesciare i propri governi comunisti e dittatoriali e non vedevano l'ora di liberarsi dal giogo sovietico, si sentivano incoraggiate alla ribellione. I capi di governo di tutti questi paesi: Erich Honecker nella Repubblica Democratica Tedesca, Gustav Husák in Cecoslovacchia ecc. odiavano Gorbačëv e la Perestrojka, ben sapendo che l'unica difesa dei loro governi era rappresentata dalla presenza dell'esercito russo nei propri paesi. Nel 1988 Gorbačëv annunciò alle Nazioni Unite l'intenzione di ridurre del 10% l'esercito sovietico e di ritirare sei divisioni dall'Est europeo. In lui, sulle idee del leninismo, prevaleva l'impegno per la pace. Tutti i leader politici dell'U.R.S.S. davano priorità assoluta ai problemi interni del proprio paese e poco o nulla si curavano di quanto accadeva nei paesi del Patto di Varsavia. Nel dicembre 1989 a Malta, Mikail Gorbačëv ed il nuovo presidente degli Stati Uniti George Bush dichiararono la fine della guerra fredda. Nel frattempo l'U.R.S.S. aveva ridotto l'aiuto militare ed economico ai paesi in via di sviluppo del Terzo Mondo243 . Nel maggio 1989 Gorbačëv si recò a Pechino per normalizzare i rapporti fra Cina ed Unione Sovietica. In questa occasione centinaia di cinesi manifestarono in favore della Perestrojka, ma i dirigenti del partito comunista cinese avevano scelto di percorrere la strada di una riforma completamente diversa, basata sulla liberalizzazione dell'economia, accompagnata da una ferrea dittatura del partito comunista244 . Come si vede l'Unione Sovietica guidata da Mikail Gorbačëv e la Cina, dove il potere era saldamente nelle mani del presidente Deng Lao Ping, percorrevano ormai vie completamente diverse, pur promuovendo entrambe profonde riforme nel proprio sistema politico. Probabilmente durante i colloqui fra i due presidenti, ciascuno cercò di persuadere l'altro dell'efficacia della necessità delle proprie riforme, ma evidentemente questo confronto, se ha avuto luogo, non portò ad alcun risultato: ognuno dei due grandi paesi continuò a percorrere
241 Zaslavsky 1995. 242 Probabilmente Gorbačëv riteneva che in tutta l'Europa dell'est sarebbero nate democrazie comuniste, dove, alle grandi conquiste sociali raggiunte e consolidate, si accompagnassero: certezza del diritto, libertà di stampa, di parola, di associazione, trasparenza su quanto riguardava il governo e la pubblica amministrazione, nonché libere elezioni. 243 Service 1999. 244 Benvenuti 1999.