
4 minute read
III.26 Sintomi di declino economico
organizzando cacce al cinghiale e molestando le infermiere che si occupano della sua salute precaria. La parabola di Brèžnev, accusato di corruzione, nepotismo e di essere coinvolto nei traffici delle mafie di Uzbekistan e Georgia, si conclude fra il disprezzo del suo stesso entourage. Nella sua permanenza alla guida dell'U.R.S.S. Brèžnev non commise alcun grave errore: tranne l'intervento militare in Afghanistan del 1979 a cui non riuscì a opporsi.
III.26 Sintomi di declino economico
Advertisement
La politica agricola continua ad essere diretta dall'alto e molti Kolchoz lavorano in perdita. Gli appezzamenti destinati all'uso privato dei contadini misurano appena ½ ettaro a testa dal 1977 al 1981, ma sono questi esigui appezzamenti che forniscono il 30% dell'intera produzione agricola. L'importazione di cereali dall'estero, iniziata ai tempi di Chruščëv continua ad aumentare. La spesa per gli armamenti nel decennio 1970-1980 assorbiva il 20% del PIL dell'U.R.S.S. Per quello che riguarda le esorbitanti spese militari, va detto che, non solo il governo ma l'intero popolo russo considerava di vitale importanza non restare indietro nella corsa agli armamenti rispetto alle grandi potenze occidentali: Stati Uniti, Inghilterra e Francia. Tutti ritenevano che sulla Russia pesasse la minaccia di una guerra atomica, voluta dalle potenze capitaliste, disposte a ricorrere ad ogni mezzo pur di distruggere il comunismo. Solo la capacità di una efficace ritorsione immediata poteva tener lontano il pericolo. Nel 1977 gli USA installano in Inghilterra e nella Germania occidentale i missili Cruise, l'U.R.S.S. installa gli SS20 nell'Europa dell'Est. Le spese per gli armamenti dell'Unione Sovietica erano state appesantite dalla scelta del ministro della difesa Andrej Andreevič Gromyko di rafforzare l'armamento convenzionale a scapito di quello missilistico meno costoso, che al suo tempo Chruščëv voleva favorire. La scelta di Gromyko era stata caldeggiata dalle lobby dell'industria pesante e dell'esercito. È da notare che le spese per gli armamenti gravavano tutte sull'U.R.S.S.: i paesi del patto di Varsavia si rifiutavano di contribuirvi. Tutte le spese statali, l'importazione di cereali, il costo degli sprechi e delle scelte sbagliate, il finanziamento dello stato sociale erano in larga parte coperte dall'esportazione di petrolio e di gas naturale. L'U.R.S.S. nella sua politica di esportazione di prodotti energetici fu favorita dalla crisi del petrolio scoppiata in occidentale, quando, nel 1973, l'O.P.E.C. decretò l'aumento del prezzo del petrolio. Durante la crisi del petrolio l'Unione Sovietica cedeva ai paesi del Patto di Varsavia i prodotti energetici a prezzi di favore; ma quando la crisi finì, si rifiutò di abbassare ulteriormente i
prezzi verso i paesi alleati. I paesi dell'Europa dell'Est, che si erano indebitati col Fondo Monetario Internazionale per modernizzare l'agricoltura e per importare tecnologia avanzata, non riescono a rimborsare i debiti contratti, la loro bilancia dei pagamenti va in deficit, il tenore di vita delle loro popolazioni si abbassa. In U.R.S.S. le industrie che producono beni di consumo diventano sempre più arretrate e meno competitive, nei confronti delle industrie occidentali, per mancanza di tecnologie avanzate. Una delle cause di questa arretratezza è l'impossibilità di introdurre nell'industria civile le avanzatissime tecnologie messe a punto in campo militare e spaziale. Negli Stati Uniti questo trasferimento di tecnologia avveniva normalmente e permetteva di coprire in parte le spese delle ricerca in campo spaziale e in campo militare. Nell'Unione Sovietica il rigorosissimo segreto militare rendeva impossibile trasferire all'industria civile i progressi tecnologici fatti nelle ricerche in campo militare e spaziale. Secondo Emanuel Todd182 l'arretratezza sempre più accentuata dell'industria rivolta alla produzione di beni di consumo nell'Unione Sovietica era dovuta a due cause: la prima era la programmazione centralizzata in un sistema troppo vasto perché tale tipo di gestione dell'economia fosse efficace. A questo proposito Todd osserva la gestione centralizzata dell'economia da parte dello stato socialista, si era dimostrata efficace e aveva dato buoni risultati solo in quegli stati che avevano piccole dimensioni: Ungheria e Germania Democratica. Questi stati, che erano i più ricchi di tutto il blocco comunista, avevano dimensioni tali che la gestione delle loro economie poteva essere paragonata a quella di una grande industria come ad esempio la General Motors. Solo in queste condizioni la gestione centralizzata dell'economia poteva avere successo! La seconda causa dell'arretratezza dell'industria sovietica secondo Todd era la mancanza della contrattazione sindacale che rendeva la mano d'opera poco costosa e non faceva sentire ai direttori delle industrie la necessità di introdurre tecnologie che permettessero di diminuire il numero di operai impiegati nella produzione. In realtà, già nell'ultimo periodo del governo di Brèžnev, cominciava a farsi sentire la mancanza di mano d'opera. La riserva di contadini sottoccupati da poter trasferire nell'industria si stava esaurendo. Gli operai si licenziavano con estrema facilità, per trasferirsi in un altro luogo di lavoro: la legislazione divenuta più liberale permetteva loro di farlo. Un'altra causa del mancato ammodernamento dell'industria era la rigidità dei piani quinquennali che non permettevano cambiamenti del metodo di produzione durante l'intero quinquennio e in tal modo ostacolavano l'introduzione di nuove tecnologie. Alle grandi riforme del sistema sovietico, sostenute da Kosygin e in parte da Brèžnev
182 Todd già nel 1976 preconizzava la caduta dell'U.R.S.S. e ne vedeva la causa principale nella programmazione centralizzata di un sistema troppo esteso per tale tipo di gestione (Todd 1990).