2 minute read

III.21 L'epoca di Brèžnev

dello stato ed il benessere della popolazione. Vengono riprese le idee economiche di Liberman, si privilegia la tecnologia, viene messo definitivamente da parte il metodo della mobilitazione forzata, basato sull'entusiasmo patriottico del popolo per la realizzazione delle grandi opere e del comunismo. I nuovi governanti abolirono per prima cosa la bipartizione dei comitati locali del partito, fra comitati addetti al settore agricolo e comitati addetti al settore industriale. Kosygin era deciso a percorrere la via delle riforme: voleva liberare i direttori delle imprese dalle pesanti interferenze dei pianificatori del Glosplan e liberare i ministri dalle interferenze del partito. Kosygin intendeva inoltre investire molto sui beni di consumo. Leonid Brèžnev, dalla sua posizione di segretario del Politburo, riuscì a bocciare la linea di Kosygin ed a prevalere su quest'ultimo, fino a concentrare il potere nelle proprie mani.

III.21 L'epoca di Brèžnev

Advertisement

Il 29/3/1965, durante il XXIII congresso del partito, Brèžnev assunse la carica di segretario generale del partito e divenne capo del Presidium del Soviet supremo (Capo di stato). Col nuovo governo, torna a farsi sentire la repressione contro gli intellettuali. Nei mesi i settembre-dicembre 1965 vennero processati gli scrittori Andrej Donatovič Sinjavskij e Juli Daniel, rei di aver fatto pubblicare in occidente le loro opere, che le autorità preposte non avevano accettate di pubblicare in patria. Per questa imputazione i due scrittori furono condannati alla prigione. L'opinione pubblica moscovita era ben lontana dal sostenere i diritti della libera stampa e della intellighenzia, critica verso il sistema, che era una minoranza molto esigua. Al tempo del caso Daniel e Sinjavskij ero a Mosca, ospite di mia sorella nel collegio universitario per studenti di medicina. Tutte le persone con le quali ho parlato di questo processo, non solo erano d'accordo con la condanna, ma si ponevano stupiti e scandalizzati questa domanda: «Perché Daniel e Sinjavskij non sono stati condannati a morte? Hanno studiato a spese del popolo e poi hanno tradito il proprio paese parlandone male all'estero?» Dopo la morte di Stalin, senza dubbio l'amministrazione della giustizia non era più arbitraria: esistevano i codici scritti ed i processi si svolgevano regolarmente. Benvenuti afferma che alla metà degli anni '70, nell'U.R.S.S. vi erano 10.000 detenuti per motivi di opinione fra dissidenti politici e religiosi. Secondo Service, in tale periodo i detenuti per motivi di opinione erano 100.000.174 Il trattamento a cui erano sottoposti gli oppositori era particolarmente odioso. Con il nuovo

174 Benvenuti 1999; Service 1999.

This article is from: